ALLA VIGILIA DI UN NUOVO INTERVENTO CHIRURGICO, CAUSA MALATTIE PROVOCATE DA INGIUSTIZIE PATITE A CAUSA DELLE “COPPIE DI FATTO”,  I PROSSIMI NUMERI DE “LA VOCE CATTOLICA” SARANNO INVIATI SECONDO COME LE FORZE E LE CONDIZIONI FISICHE ME LO CONSENTIRANNO. CHIEDO AGLI AMICI CHE RICEVONO “LA VOCE CATTOLICA” UN RICORDO NELLA PREGHIERA, NELLO SPIRITO DELLE PAROLE DI SANTA TERESA DEL BAMBIN GESU’: “NON PERDERE NESSUNA DELLE SPINE CHE INCONTRI NEL CAMMINO DI OGNI GIORNO: CON UNA DI ESSE PUOI SALVARE UN’ANIMA”,  ANCHE DI QUELLE CHE CI HANNO FATTO DEL MALE.  

Prof. GIORGIO NICOLINI

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QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN CIRIACO E DEL BEATO GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona

e del grande Pontefice il Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti

Vi hanno tempi che più che in altri è opportuno di parlare e francamente, coraggiosamente e con tutta libertà.

E allora bisogna dire la verità, la verità intera, piena, senza tergiversazioni.

Non tolleriamo mai gli smozzicamenti della verità, i mezzi termini, gli accomodamenti.

Verità dolce, ma intatta, inviolata.

(Beato Pio IX)

ADERISCI ANCHE TU ALL’ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”

PER LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA

E PER L’ESERCIZIO DELLA CARITA’

Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto

www.lavocecattolica.it

IN HOC SIGNO VINCES

LA NASCITA DI “TELE MARIA” - www.telemaria.it

Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.

Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.

(Is.40,28)

UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE

IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

MARIA IMMACOLATA REGINA DELLA STORIA

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

 

“LA LEGALIZZAZIONE DELLE COPPIE DI FATTO”

 

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

LE LACRIME DI MARIA PER ANCONA,

PRIMORDIALE “CITTA’ DELLA FEDE”

SIRACUSA E ANCONA ACCOMUNATE DAL PIANTO DI MARIA

“Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:

«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace”

(Lc.19,41-42)

OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’

(Benedetto XVI)

La Chiesa si ridurrà di dimensioni, bisognerà ricominciare da capo. Ma da questa prova uscirà una Chiesa che avrà tratto una grande forza dal processo di semplificazione che avrà attraversato, dalla rinnovata capacità di guardare dentro di sé. Perché gli abitanti di un mondo rigorosamente pianificato si sentiranno indicibilmente soli... E riscopriranno la piccola comunità dei credenti come qualcosa di completamente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta che hanno sempre segretamente cercato (Card. Ratzinger ora Benedetto XVI).

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose (LEONE XIII: Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).

 

IN PREPARAZIONE DEL 713° ANNIVERSARIO DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH DA TERSATTO IN ITALIA

(10 dicembre 1294 - 10 dicembre 2007)

 

IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO

(Mc.1,15)

E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI ITALIANI”

CHE AVRA’ LUOGO A LORETO ALL’INIZIO DI SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

 

LETTERA INFORMATIVA n°82

LA VOCE

www.lavocecattolica.it

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito

(Gv. 3,8)

La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,

e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

 

ANCONA

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

Giovedì, 25 gennaio 2007

Conversione di San Paolo

Domenica, 26 gennaio 2012 dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

25 MARZO 2006: 2012° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO

Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)

Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30

 

Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm  è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).

 

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

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TOTUS TUUS EGO SUM

SALMO 17

Accogli, Signore, la causa del giusto, sii attento al mio grido. Porgi l'orecchio alla mia preghiera: sulle mie labbra non c'è inganno. Venga da te la mia sentenza, i tuoi occhi vedano la giustizia. Saggia il mio cuore, scrutalo di notte, provami al fuoco, non troverai malizia. La mia bocca non si è resa colpevole, secondo l'agire degli uomini; seguendo la parola delle tue labbra, ho evitato i sentieri del violento. Sulle tue vie tieni saldi i miei passi e i miei piedi non vacilleranno. Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta; porgi l'orecchio, ascolta la mia voce, mostrami i prodigi del tuo amore: tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra. Custodiscimi come pupilla degli occhi, proteggimi all'ombra delle tue ali, di fronte agli empi che mi opprimono, ai nemici che mi accerchiano. Essi hanno chiuso il loro cuore, le loro bocche parlano con arroganza. Eccoli, avanzano, mi circondano, puntano gli occhi per abbattermi; simili a un leone che brama la preda, a un leoncello che si apposta in agguato. Sorgi, Signore, affrontalo, abbattilo; con la tua spada scampami dagli empi, con la tua mano, Signore, dal regno dei morti che non hanno più parte in questa vita. Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre se ne sazino anche i figli e ne avanzi per i loro bambini. Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua presenza.

 

“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”

(Prov.25,25)

SE SARETE  QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!...

Giovanni Paolo II, Roma: XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)

 

DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

E IL VERBO SI FECE CARNE

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

TUTTI LA’ SONO NATI

“Il di Maria fu, in qualche modo, anche un detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)(Giovanni Paolo II,  per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).

«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani… (Leone XIII)

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

LETTURA BIBLICA

 (Lamentazioni di Geremia: 3,48-66)

Rivoli di lacrime scorrono dai miei occhi, per la rovina della figlia del mio popolo. Il mio occhio piange senza sosta perché non ha pace finché non guardi e non veda il Signore dal cielo. Il mio occhio mi tormenta per tutte le figlie della mia città. Mi han dato la caccia come a un passero coloro che mi son nemici senza ragione. Mi han chiuso vivo nella fossa e han gettato pietre su di me. Son salite le acque fin sopra il mio capo; io dissi: «E' finita per me». Ho invocato il tuo nome, o Signore, dalla fossa profonda. Tu hai udito la mia voce: «Non chiudere l'orecchio al mio sfogo». Tu eri vicino quando ti invocavo, hai detto: «Non temere!». Tu hai difeso, Signore, la mia causa, hai riscattato la mia vita. Hai visto, o Signore, il torto che ho patito, difendi il mio diritto! Hai visto tutte le loro vendette, tutte le loro trame contro di me. Hai udito, Signore, i loro insulti, tutte le loro trame contro di me, i discorsi dei miei oppositori e le loro ostilità contro di me tutto il giorno. Osserva quando siedono e quando si alzano; io sono la loro beffarda canzone. Rendi loro il contraccambio, o Signore, secondo l'opera delle loro mani.

 

NON E’ LA LIBERTA’ CHE CI FA VERI, MA E’ LA VERITA’ CHE CI FA LIBERI

Ispirandomi, ma senza potermi paragonare a Giovanni il Battista, dico: “Voce di uno che grida nel deserto”. Io penso ed affermo: non è la libertà che ci fa veri, ma è la verità che ci fa liberi. Siamo letteralmente invasi dai travisamenti e dalle menzogne: i cattolici in larga parte non se ne avvedono, quando addirittura non rifiutano di avvedersene. Se io vengo percosso sulla guancia destra, la perfezione evangelica mi propone di offrire la sinistra. Ma se si attenta alla verità, la stessa perfezione evangelica mi fa obbligo di adoperarmi a ristabilirla: perché, dove si estingue il rispetto della verità, comincia a precludersi per l'uomo ogni via di salvezza (Card. G. Biffi).

 

DAGLI INSEGNAMENTI DI PAOLO VI

(Domenica, 15 novembre 1970)

Forse sono questi i giorni preannunciati da Cristo:

PER IL DILAGARE DELL’INIQUITA’ L’AMORE DI MOLTI SI RAFFREDDERA’

(Mt.24,12)

 

“Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:

«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace”

(Lc.19,41-42)

 

SEPPURE CON RILUTTANZA E PROFONDO DOLORE PERSONALE,

VEDENDO L’APPROSSIMARSI DELLE INIQUE LEGGI STATALI

SULLA LEGALIZZAZIONE DELLE “COPPIE DI FATTO”

- FINALIZZATA ALLA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA FONDATA SUL MATRIMONIO -

E PERCHE’ NON ACCADA ANCHE AD ALTRI QUANTO ACCADUTO A ME

NON POSSO PIU’ OMETTERE DI RENDERE PUBBLICHE

ALCUNE DELLE GRAVI CONSEGUENZE PERSONALI PATITE

A CAUSA DI QUESTI PROGETTI INIQUI E DEPRAVATI,

CHE IL GOVERNO VORREBBE ORA “LEGALIZZARE”,

E CHE CALPESTANO I DIRITTI INVIOLABILI DELLA PERSONA

PROF. GIORGIO NICOLINI

 

LETTERA DELL’AVV. PROF. FRANCESCO DAL POZZO

ALL’ARCIVESCOVO DI ANCONA

                                                             

A Sua Ecc.za Rev.ma

Mons. EDOARDO MENICHELLI

Arcivescovo-Metropolita di Ancona-Osimo

Piazza del Senato, 7 - 60121 ANCONA

Tel. 071.55733/071.2085820Facs.  071.2075003

e, p.c., alla Conferenza Episcopale Italiana, Facs. 06.6623037

Firenze, 6 gennaio 2007

Epifania del Signore

     

Ecc.za Rev.ma,

            faccio seguito alla nostra corrispondenza della scorsa primavera, nella quale, in una Sua lettera del 26 aprile 2006, in riferimento alla “questione lauretana”, mi scrisse: “Ho letto con la dovuta attenzione quello che mi ha inviato in relazione al Suo assistito Prof. Nicolini. Come già nel passato, anche per il futuro è mia intenzione assicurare di ricevere e ascoltare il Suo assistito prestando il servizio pastorale che mi è richiesto”. A tale corrispondenza epistolare, seguì - come ricorderà - un nostro breve colloquio telefonico in relazione alla “questione” di cui sopra.

            E’ certamente di comune soddisfazione che le Autorità Vaticane competenti abbiano ora finalmente iniziato ad ascoltare le pressanti petizioni fatte per anni dal Prof. Nicolini, ultimamente anche attraverso me, per far ripristinare a Loreto “la verità” sulla Santa Casa di Nazareth, ivi traslata “miracolosamente” per il ministero angelico. Infatti, come sarà anche a Lei noto, è di questi giorni la notizia del “provvedimento di trasferimento” dell’Arcivescovo di Loreto Mons. Gianni Danzi, corresponsabile tra i primi di una illegale e illecita, e quanto più dunque odiosa!, azione volta a sopprimere - come di fatto avvenuto - una appena iniziata edizione televisiva mediante Internet de “La Voce Cattolica” del Prof. Nicolini, e del suo Sito Internet www.lavocecattolica.it

            Ciò premesso, voglio anche comunicarLe d’essere venuto a sapere, in questi ultimi giorni, di un improvviso peggioramento delle condizioni di salute del Prof. Nicolini, che per “la causa” di cui sopra per anni e anni non si è risparmiato ininterrotte e assai elevate spese, per non dire delle sue insonni fatiche e dei personali immani sacrifici di ogni genere…

            Le pessime condizioni di salute in cui oggi però egli è venuto a trovarsi, lo rendono pressoché impedito nei suoi movimenti, in primo luogo quelli di una normale e prolungata deambulazione, e ciò a causa di un’ormai duplice ernia inguinale, sui due fianchi rispettivamente; patologia per la quale si rende ormai indilazionabile un nuovo intervento chirurgico, dopo un altro riuscito male in precedenza, per il che il mio assistito necessiterebbe, com’è naturale, nel corso della sua convalescenza (due-tre mesi, presumibilmente) di una assistenza ininterrotta, oltre che di un ambiente abitativo idoneo, quale quello attualmente in suo uso certamente non è, essendo collocato in un luogo assai disagevole e, soprattutto, privo di ascensore, così da prevedibilmente renderne impraticabile l’accesso ad operazione avvenuta, a meno dell’installazione di un costoso sistema meccanico di “saliscale” elettrico e di “un posto riservato” per il parcheggio auto sulla via trafficatissima in cui dimora.

            Purtroppo il Prof. Nicolini non ha possibilità economiche sufficienti per risolvere in modo autonomo tali sue urgenti necessità, soprattutto a motivo della privazione fattagli dell’esercizio della sua professione - l’insegnamento – di cui ingiustamente, come il mio assistito mi ha ripetutamente riferito e documentato, quegli è stato da molti, troppi anni privato dalla Curia Diocesana.

            Forse Ella potrebbe vedere se tra gli appartamenti nel Suo possesso, o comunque nel Suo controllo in ragione dell’Alta Autorità che rappresenta, sia possibile trovare un adeguato spazio di ospitalità per il tempo che sarà necessario? Diversamente il Prof. Nicolini, dopo le assai dolorose vicissitudini occorsegli nello scorso anno, e ch’Ella ben conosce, rimarrebbe di nuovo esposto ad incognite che è facile indovinare assai inquietanti, per non dire invivibili e, dunque, ancor più gravemente pregiudizievoli per le sue condizioni di vita.

            Il mio assistito si trova anzi già ora in condizioni tali di urgenza, che, a salvaguardia della integrità della stessa sua vita, per l’innanzi di certo non potrà più esercitare l’abituale sua pur sofferta pazienza di tanti anni – dunque da ben prima del Suo insediamento sulla Cattedra Anconitana – nel trattare coi responsabili della Curia Diocesana.

            Il Prof. Nicolini pertanto, dato il difetto di qualsivoglia adeguata risposta agli interpelli già proposti per l’ormai arcinota “questione lauretana”, nonché per la sua ingiustificata privazione del lavoro, non potrà da oggi non far conoscere e denunciare all’intera Chiesa anche le gravi ingiustizie da anni patite a causa di alcuni di quei “responsabili” - anche della Chiesa Anconitana - secondo i rispettivi loro ambiti di competenza, e le connesse responsabilità, che hanno concorso non poco - anzi! - anche al grave deterioramento della sua salute, fino all’attuale, grave e assai doloroso peggioramento delle sue condizioni.  

            Detta nuova e pur sempre dolorosa pubblica denuncia non potrebbe evidentemente non essere di pregiudizio anche per la Sua stessa Diocesi, e insieme per la stessa Sua pastorale Autorità; del che il mio assistito sente sincero e profondo rammarico, tanto da incaricarmi a scriverLe la presente, nell’auspicio di un Suo ripensamento, oltre che naturalmente anche al fine di evitare un nuovo dolore al Santo Padre e alla Chiesa tutta, dopo quello già loro inferto con la gravità della “questione lauretana”!  

            Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, al n.2446, è tra l’altro scritto: “San Giovanni Crisostomo lo ricorda con forza: Non condividere con i poveri i propri beni è defraudarli (= furto) e togliere loro la vita (= omicidio). Non sono nostri i beni che possediamo: sono dei poveri”. Siano anzitutto adempiuti gli obblighi di giustizia perché non si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia”. “Quando doniamo ai poveri le cose indispensabili, non facciamo loro delle elargizioni personali, ma rendiamo loro ciò che è loro. Più che compiere un atto di carità, adempiamo un dovere di giustizia” (Catechismo Chiesa Cattolica, n.2446).

                Forse non sarà neppur troppo ricordare come, in ogni caso, nessuno di noi potrà sfuggire a quel severo giudizio finale, valido per tutti: “Il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio… Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna (Mt.25,41-46).

            Consapevole dello spirito con cui il mio assistito vive, in ogni caso, le sue sofferenze, secondo quanto ebbe a scrivere Santa Teresa del Bambin Gesù - “Non perdere nessuna delle spine che incontri nel cammino di ogni giorno: con una di esse puoi salvare un’anima” - di tanto dunque mi faccio carico, nella fiducia di rivolgermi ad interlocutore attento, e, nonostante ogni trascorsa incomprensione, sempre sensibile allo stato di bisogno in cui inopinatamente viene a trovarsi un fedele di sicuro non insignificante per il Suo “ovile”.

            Secondo la promessa da Lei fattami nella Sua del 26 aprile u.s. – “Come già nel passato, anche per il futuro è mia intenzione assicurare di ricevere e ascoltare il Suo assistito prestando il servizio pastorale che mi è richiesto” per comunicare con il Prof. Nicolini, anche in vista di un’eventuale urgente Udienza che finalmente volesse accordargli, dopo le di lui ripetute richieste fatte fin dal 31 ottobre u.s. per il tramite del Suo Segretario, Ella potrà con facilità anche telefonargli al 071.83552, o anche al 339.6424332.

            Un deferente saluto.

Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo

Via Vecchia Bolognese, 321 – Firenze

Tel. e Facs. 055.400707 - Posta Elettronica: dalpozzo.francesco@tin.it

Allegati:

1) Lettera di Mons. Edoardo Menichelli all’Avv. Francesco Dal Pozzo (26.04.2006).

2) Certificato del Dott. Donadio Riccardo (20.10.2006).

3) Certificato del Dott. Donadio Riccardo (04.01.2007).

4) Certificato del Prof. Dott. Gianfranco Boccoli (05.01.2007).

5) Lettera del Prof. Giorgio Nicolini a Sua Ecc.za Mons. Edoardo Menichelli (25.08.2006).

6) Lettera del Prof. Giorgio Nicolini a Sua Ecc.za Mons. Edoardo Menichelli (30.08.2006).

7) Lettera del Prof. Giorgio Nicolini al Rev. Sac. Mons. Vincenzo Baiocco (07.10.2006).

8) Lettera del Prof. Giorgio Nicolini a Sua Ecc.za Mons. Edoardo Menichelli (31.10.2006).

 

L’APPROVAZIONE DEL COMUNE DI ANCONA

DEL REGISTRO DELLE COPPIE DI FATTO

L’ILLUSORIA SODDISFAZIONE DEL SINDACO STURANI

 

Ancona, 9 gennaio 2007 - (Adnkronos) - Il Consiglio comunale di Ancona ha approvato, ieri sera intorno alle 23, il Registro sulle coppie di fatto, comprese quelle omosessuali. La mozione del consigliere DS, Andrea Nobili, è stata votata dai Democratici di Sinistra, da Sdi, Repubblicani Europei, dal Pdci e dai Verdi. A favore ha votato anche Rifondazione Comunista, i cui esponenti non sono in maggioranza ma il cui voto ha permesso di far passare la mozione con 23 Sì e 18 No. Hanno votato contro la Margherita, Udeur e la minoranza di Forza Italia, An e Udc. Ora, per l'attivazione del Registro, bisognerà attendere la legge nazionale, su cui si è già aperta la discussione. La mozione prevede l'iscrizione al Registro di due persone maggiorenni, legate da vincolo affettivo, che coabitino da almeno un anno nel Comune di Ancona o di due persone che coabitino per reciproca assistenza morale e materiale.

 

DICHIARAZIONE DEL SINDACO di Ancona FABIO STURANI:

 (Ama/Col/Adnkronos)

 

ANCONA - E’ stato un confronto vero, partecipato, quello di ieri pomeriggio nell’aula consiliare, che ha condotto infine all’approvazione della mozione sull’istituzione del registro delle coppie di fatto. Un dibattito non formale, che ha coinvolto direttamente una trentina di consiglieri, intervenuti in prima persona. La mozione approvata tiene conto delle modifiche apportate in commissione e - tengo a precisare - non persegue un fine ideologico. Esprime piuttosto un indirizzo, costituisce un segnale politico, un invito al Governo e, con esso, al Parlamento a legiferare in materia. Del resto la Costituzione europea prevedeva il riconoscimento dei diritti delle coppie conviventi, in linea con i cambiamenti da tempo in atto nella società occidentale, cambiamenti che non possiamo ignorare. E tuttavia vorrei ancora sottolineare, a scanso di equivoci, che questa posizione assunta dal consiglio non equivale ad una equiparazione tra le unioni di fatto e la famiglia: quest’ultima viene confermata come istituzione centrale della nostra comunità, con tutto il suo spessore maturato nei secoli, convalidato dalle tradizioni, dai legami sociali, affettivi e da tante altre componenti che nessuno vuole sminuire o tanto meno rinnegare. L’obiettivo di questa scelta è quello invece di garantire i diritti delle minoranze e del singolo cittadino, così come richiedono tutte le società civili e democratiche. D’altra parte, come si ricorderà, l’istituzione del registro faceva parte del programma di governo del centrosinistra, votato dai consiglieri di maggioranza. Esprimendo questo voto, Ancona si pone al fianco delle città che sollecitano una legge sulla questione: ed è proprio dalle città, non a caso, che arrivano queste richieste di tutela e garantismo verso diverse tipologie di cittadini che manifestano disagio nell’accesso ai diritti e servizi, ancora non alla portata di tutti. Ed è su questo che le Amministrazioni devono lavorare, forti di un segnale chiaro da parte del Governo.

 

LETTERA APERTA DEL PROF. GIORGIO NICOLINI

AL PROPRIO SINDACO FABIO STURANI

Ancona, 25 gennaio 2007

Conversione di San Paolo

Gentile Sindaco Sturani,

            in riferimento a quanto Lei ha dichiarato nella intervista sopra riportata del 9 gennaio u.s. - precisando che “in coscienza” (data la Sua collocazione partitica) lo scorso anno non potèi darLe alcun voto, anche se Le preannunciai con chiarezza che sarebbe stato ri-eletto Sindaco -, Le riporto quanto Lei mi promise e mi sottoscrisse nell’Udienza concessami nella mattinata dell’8 maggio u.s, alla vigilia delle elezioni comunali, e poche ore prima che un “Suo” cittadino si trovasse “sulla strada”, a motivo delle “nuove tutele” delle “coppie di fatto” approvate ora dal Comune di Ancona, privando così della “tutela” quella tipologia di cittadino, di cui Lei parla, secondo come Le avevo illustrato in quel fascicolo di 150 (centocinquanta) pagine consegnatoLe “a mano” nell’Udienza dell’8 maggio dello scorso anno.

            “Quel” Suo cittadino per oltre 10 anni ha fatto conoscere in ogni forma possibile alle Autorità competenti, ed a Lei personalmente, il proprio “disagio” – come Lei lo chiama - cioè, l’impossibilità nell’accesso ai diritti e ai servizi, di cui Lei stesso qui sopra si proclama paladino e che sicuramente – come Lei dice - non sono ancora alla portata di tutti: e neppure Lei, purtroppo, ha però ancora fatto nulla per quel “Suo” cittadino, privo di ogni tutela, e ora meno tutelato che mai con l’approvazione delle “coppie di fatto”, di cui Lei si dimostra tanto soddisfatto…

            Questo il testo delle Sue promesse sottoscrittemi (e filmate!) il mattino dell’8 maggio dello scorso anno, nel Suo studio in Comune (cfr. www.lavocecattolica.it/promesse.sindaco.htm ), ove mi aveva dato appuntamento, dopo l’incontro e il colloquio avuto con Lei e filmato (con il Suo permesso!), il 4 maggio, nel quartiere Archi, durante la Fiera di San Ciriaco.

            Di quelle promesse da Lei sottoscrittemi nessuna di esse è stata da Lei mantenuta a mio favore, pur conoscendomi bene da molto tempo e sussistendo anche una indiretta parentela.

            Nel breve “diario” del 2006, sottoriportato, potrà verificare da Lei stesso (ha letto ancora le 150 pagine consegnatoLe?...) quali “crudeli ingiustizie” e “inimmaginabili sofferenze” ha arrecato ad un Suo cittadino una delle ormai prossime legalizzabili “coppie di fatto”, di cui con tanta sollecitudine e soddisfazione Lei si è premurato di predisporne i registri da parte del Comune di Ancona.

            Dov’è “la tutela” dei “diritti inviolabili” di un cittadino?... il diritto alla casa, il diritto al lavoro, il diritto alla retribuzione del lavoro, il diritto alla salute, il diritto alle cure, il diritto all’assistenza, il diritto ai viveri, il diritto alla giustizia, il diritto alla carità, il diritto ad essere trattati da “esseri umani”, IL DIRITTO – in una parola – ALLA VITA!!!...

            Sto ancora attendendo, signor Sindaco Sturani, una Sua risposta ed una Udienza per ottenere da Lei il rispetto dei “diritti” di cui sopra, anche per me. Chiedo troppo?...

            Gli insegnamenti di Gesù Cristo i nostri “padri” hanno voluto testimoniarli con santo orgoglio persino nello stemma comunale, definendo Ancona “ANKON DORICA CIVITAS FIDEI”: Ancona, Città della Fede, come Le ricordai anche nell’incontro dell’8 maggio dello scorso anno, nel Suo studio.

            Il “registro delle coppie di fatto” esprimono “l’anima” della nostra città antichissima, che è una "primordiale" Città della Fede, o non piuttosto esprimono tutto ciò che è “anti-cristiano” e che Gesù ha severamente condannato? Egli infatti ha insegnato: “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo» (Mc.7,21-23), ed ora hanno contaminato il Comune di Ancona.

            Credo che sia sempre di giovamento meditare quelle Parole Divine: “RENDETE VERAMENTE GIUSTIZIA O POTENTI, GIUDICATE CON RETTITUDINE GLI UOMINI?” (Sal.58,2).

Come appaiono sempre "attuali" anche le "calme" parole del re Salomone: “ASCOLTATE, O RE, E CERCATE DI COMPRENDERE, IMPARATE, GOVERNANTI DI TUTTA LA TERRA. PORGETE L'ORECCHIO, VOI CHE DOMINATE LE MOLTITUDINI E SIETE ORGOGLIOSI PER IL GRAN NUMERO DEI VOSTRI POPOLI. LA VOSTRA SOVRANITA’ PROVIENE DAL SIGNORE; LA VOSTRA POTENZA DALL'ALTISSIMO, IL QUALE ESAMINERA’ LE VOSTRE OPERE E SCRUTERA’ I VOSTRI PROPOSITI; POICHÉ, PUR ESSENDO MINISTRI DEL SUO REGNO, NON AVETE GOVERNATO RETTAMENTE, NE' AVETE OSSERVATO LA LEGGE NE' VI SIETE COMPORTATI SECONDO IL VOLERE DI DIO. (...) L'INFERIORE E’ MERITEVOLE DI PIETÀ, MA I POTENTI SARANNO ESAMINATI CON RIGORE. IL SIGNORE DI TUTTI NON SI RITIRA DAVANTI A NESSUNO, NON HA SOGGEZIONE DELLA GRANDEZZA, PERCHE' EGLI HA CREATO IL PICCOLO E IL GRANDE E SI CURA UGUALMENTE DI TUTTI. MA SUI POTENTI SOVRASTA UN'INDAGINE RIGOROSA. PERTANTO A VOI, O SOVRANI, SONO DIRETTE LE MIE PAROLE, PERCHE' IMPARIATE LA SAPIENZA E NON ABBIATE A CADERE" (Sap.6,1-9).

 

            Prof. GIORGIO NICOLINI

 

LE “PROMESSE” DEL SINDACO DI ANCONA FABIO STURANI A GIORGIO NICOLINI

NELLA SEDE DEL COMUNE IL MATTINO DELL’8 MAGGIO 2006

www.lavocecattolica.it/promesse.sindaco.htm

Ancona, 08.05.2006

            Ricevo dal Prof. GIORGIO NICOLINI le seguenti richieste:

1) L’appartamento di Via Astagno, 99 per un indigente senza casa.

2) Una collocazione lavorativa per Giorgio Nicolini quale invalido e attualmente ulteriormente aggravato per un intervento chirurgico non riuscito bene.

3) Il controllo della posizione lavorativa della sig.ra ucraina Preveda Maryia.

4) La ripresentazione della mozione sulle iniziative del Comune volte a tutelare la vita nascente ed offrire un sostegno economico alle madri in difficoltà.

5) L’interessamento per la restituzione dell’ex-Distretto Militare ai Frati Minori delle Marche, legittimi proprietari.

6) L’interessamento presso il Vescovo di Ancona per far proclamare “SANTO” il Beato Gabriele Ferretti, Compatrono di Ancona, con San Ciriaco.

7) Consegna IL DIRITTO ALLA VITA ALL’OMBRA DEI CAMPANILI.

8) Consegna DOSSIER di 150 (centocinquanta) pagine.

            In fede.

IL SINDACO DI ANCONA

Firma: FABIO STURANI

 

DENUNCIA PUBBLICA

E APPELLO DEL PROF. GIORGIO NICOLINI

AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

GIORGIO NAPOLITANO

QUALE “MONITO”

PER LE AUTORITA’ DI GOVERNO DELLO STATO ITALIANO

E DI QUELLE CITTADINE DI ANCONA

NEL VOLER LEGALIZZARE E TUTELARE LE “COPPIE DI FATTO”

A DANNO DELLA TUTELA DEI DIRITTI FONDAMENTALI ALLA “VITA”

DI “OGNI” CITTADINO.

 

DIARIO DI UNA STORIA PRIVATA

PER IL SINDACO DI ANCONA FABIO STURANI

CONSEGNATA ANCHE ALLE AUTORITA’ DI PUBBLICA SICUREZZA

 

STRALCIO DI UNA LETTERA SCRITTA ALL’AVV. DE FEO IN DATA 17 APRILE 2006

Ancona, 17 aprile 2006

 Gent.mo Avv. De Feo,

                lo specialista che mi aveva attualmente in cura, il Dott. F., della "Unità Operativa di Medicina del Dolore e Palliativa" dell’Ospedale Regionale di Ancona, con documento medico del 12.04.2006 ha certificato l'inefficacia delle terapie applicate per il risolvimento del dolore neuropatico inguinale da post-intervento di ernioplastica. Egli mi ha perciò consigliato di procedere ad un nuovo intervento chirurgico, per la revisione della cicatrice chirurgica, al fine di sperare di risolvere la sintomatologia algica legata verosimilmente all'inglobamento di un nervo del canale inguinale nella fibrosi indotta dalla rete.

                A tale nuovo intervento chirurgico però non potrò mai sottopormi senza aver prima risolto la grave situazione ingeneratasi ultimamente con i miei fratelli, a riguardo dei quali ho aperto presso di Lei la relativa pratica legale. Sono infatti sottoposto quotidianamente a continue pressioni per lasciare la casa ove ho vissuto per 21 anni con il mio fratello G., senza avere nessuna possibilità di una collocazione abitativa alternativa, né avere un sostegno economico dovutomi, né avere alcuna possibilità di una assistenza operatoria e post-operatoria per il tempo necessario ad un sperabile e sperato risolvimento della mia grave situazione di dolore e di invalidità.

(……)

 

BREVE DIARIO DELL’ANNO 2006

PER IL SINDACO DI ANCONA FABIO STURANI

 

            Premetto di avere abitato in Ancona, in Via Maggini n. (…), sin dal 1985 insieme a mia madre ed al mio fratello G. (…) , all’interno di una casa intestata al mio fratello G.. Negli ultimi dieci anni mia madre si era ammalata in maniera progressivamente sempre più grave, perdendo gradualmente, e infine totalmente, la sua autosufficienza. La malattia divenne talmente grave da dover costringere nel 2000 ad un intervento chirurgico di amputazione della gamba sinistra. A causa di ciò ella, da allora, ebbe bisogno di essere assistita ininterrottamente, 24 ore su 24, vivendo tra letto e carrozzina, e tra immense sofferenze, sopportate con eroica fortezza cristiana, e offerte per la salvezza delle anime.

            Io e mio fratello G., con filiale affetto e premura, abbiamo accudito ininterrottamente nostra madre, ogni giorno, 24 ore su 24, per i primi due-tre anni della sua malattia. Ma le nostre forze sempre più esauste, ad un certo punto non ci consentirono più una così ininterrotta assistenza, senza provvedere con un qualche aiuto di un’altra persona. Richiesi più volte ad altri due fratelli sposati di partecipare maggiormente nell’assistenza a nostra madre, in quanto doverosamente spettava anche a loro, provvedendo eventualmente ad assumere una badante che coadiuvasse me e mio fratello G. nell’ininterrotta assistenza a nostra madre. Tuttavia tutte le mie pressanti richieste in tal senso fatte dall’inizio della malattia di mia madre e per oltre due anni non vennero mai soddisfatte, sino al 2002.

            Preciso che il servizio di assistenza a mia madre fatto per anni, e 24 ore su 24, tra il 1999 e il 2002 (ma anche dopo), a parte il tempo iniziale di organizzazione, non era stato fatto da me in modo “liberale”, ma secondo degli accordi con gli altri tre fratelli, concordati “a voce”, e comportanti anche una remunerazione da parte loro per quelle ore che, per parte mia, eccedevano quanto mi spettava di dovere, e per le quali mi disimpegnavo da ogni possibilità di altro lavoro retribuito, che pure era a me estremamente necessario per la mia sussistenza personale.

            Nel mio caso, però, si venne in realtà a verificare una condizione di assistenza ininterrotta “coercitiva”, assai al di sopra delle mie stesse forze fisiche e psichiche, e senza che gli altri due fratelli sposati mi sostenessero, neanche dal punto di vista di una minima retribuzione, pur richiesta e da loro promessa “a voce”, per provvedere alle mie necessità umane. Si verificò nel mio caso quanto previsto nella Legge 228 (11.8.2003), ove è scritto: "La riduzione o il mantenimento nello stato di soggezione ha luogo quando la condotta è attuata (...) mediante approfittamento di una situazione (...) di necessità", cioè - da parte mia - il non poter abbandonare neppure per un'ora l'assistenza a mia madre, non avendo altri sostituti, pur richiesti continuamente agli altri due fratelli. Anche mio fratello G., infatti, ha dovuto essere disponibile, circa 24 ore su 24, alternandosi con me, e facendolo con generosità. 

            Tuttavia, alla fine, dopo oltre due anni, le mie forze non consentirono più la prosecuzione di tale “forzata” assistenza ininterrotta, al punto di dover richiedere ai miei fratelli “in modo assoluto” l’assunzione di qualche badante che coadiuvasse l’assistenza a nostra madre. Così si decisero ad assumere delle badanti, inizialmente ad ore, in seguito a tempo pieno, e regolarmente assunte. L’ultima badante a tempo pieno però ad un certo punto si licenziò. Allora io indicai a mio fratello G., intestatario della casa, una badante ucraina, la sig.ra P. M., da tempo conosciuta e da me molto apprezzata per la sua sensibilità di cuore e viva religiosità. La stessa signora era in regola con il permesso di soggiorno e mio fratello gli stipulò un regolare contratto lavorativo. La stessa sig.ra Preveda dormiva all’interno di un’altra abitazione di mia proprietà ubicata in Ancona, in Via Maggini n.230, per poi trasferirsi nel 2004 all’interno della casa in cui abitavo con mia madre e mio fratello, in Via Maggini n. (…): ciò a motivo dell’aggravarsi delle condizioni di salute di mia madre, necessitante anche di un’assistenza notturna.

            L’11.07.2005 mia madre Elisa decedeva all’interno della nostra abitazione.

            Cfr. indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/dedica.sito.htm    

            Tre giorni dopo, il 14.07.2005 dovetti subire anch’io un intervento chirurgico per un’ernia inguinale. Tale intervento non riuscito bene ha provocato complicazioni impreviste, che mi hanno procurato gravi sofferenze e condizioni di invalidità. Uno specialista ha indicato la mia patologia, conseguente all’operazione, come “inguinodinia post-operatoria”. La sintomatologia algica viene attribuita all’inglobamento di un nervo del canale inguinale nella reazione fibroblablistica evocata dalla rete. Tutti i tentativi fatti durante vari mesi, da parte di più medici, di una terapia palliativa esterna risultarono infruttuosi, permanendo perciò la mia condizione di grave sofferenza e invalidità, tanto da essermi stato indicato di procedere ad una nuova operazione chirurgica per la rimozione della rete.

            Per il motivo anche della mia condizione convalescente post-operatoria, un mese dopo la morte della mia mamma, ritornando la sig.ra P. da un periodo di ferie in Ucraina, decidemmo insieme con mio fratello G. di trattenere la sig.ra ucraina ancora sotto contratto in quanto io necessitavo di una assistenza per le mie gravi condizioni post-operatorie e lo stesso G. aveva ugualmente utilità ad una assistenza domestica personale.

            Tuttavia, la sig.ra P. non adempiva in nulla di tale assistenza a mio riguardo, né compiva alcuna assistenza domestica, pur assunta da contratto come “domestica casalinga”. In realtà, ella andava a lavorare sempre presso altre persone, a me solo in parte conosciute, con la compiacente approvazione del mio fratello G., che gli pagava i contributi. Sopportata lungamente tale incongruente situazione di “falso rapporto di lavoro” della signora P. – lavoro che in realtà svolgeva all’esterno, come lavoro “non regolare”, “in nero”, e “non denunciato” -, venni anche a sapere dallo stesso G. che tra lui e la stessa P. si era instaurata un relazione affettiva e che la P. aveva legalmente preso la residenza in Ancona, nell’appartamento intestato a mio fratello di Via Maggini n.(…), “sfruttando” in quei mesi precedenti la mia ingenua “copertura” per giungere a ciò a mia totale insaputa.

            Faccio presente che io, nonostante abbia sempre abitato in quello stabile, e vi abbia anche concorso per l’acquisto e le spese, non avevo però la residenza lì, ma bensì nell’altra casa di via Maggini n.230, che avevo lasciato disponibile come dimora per le badanti di mia madre, compresa la stessa sig.ra P., senza percepirne alcunché.

            Accaduto quanto sopra detto, la situazione con mio fratello e con la signora P., si è andata in casa via via sempre più complicando per varie situazioni occorse all’interno dell’abitazione, fino al punto che la stessa donna, acquisita “subdolamente” la residenza in quell’appartamento di Via Maggini n.(…), con ingrata e prepotente pressione iniziava a richiedere a me di andarmene da quella casa e soprattutto lo faceva richiedere, anche con modi ricattatori, attraverso il mio fratello G., affinché mi allontanasse da quell’abitazione, in quanto voleva ora abitarci solo lei con mio fratello, in una convivenza con lui, senza alcun vincolo né morale né legale, dopo aver allontanato in Ucraina il suo legittimo marito dalla casa materna.

            Alle mie richieste a mio fratello di lasciarmi dimorare ancora in quella casa - per la carità fraterna e cristiana - finché non avessi terminato le mie cure ed avessi fatto la nuova operazione chirurgica, per risolvere la grave patologia algica e invalidante che pativo, e per la quale necessitavo anche di una assistenza, venivo al contrario sottoposto a più violente pressioni, con minacce e percosse, in varie circostanze: andando tutti - senza alcuno scrupolo - anche contro gli esemplari insegnamenti e testimonianze lasciateci dai nostri ottimi genitori cristiani: la mamma Elisa e il papà Augusto.

            Cfr. indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/dedica.sito.htm

            Di tali circostanze sopra descritte posseggo delle registrazioni audio, in cui si possono udire molte delle ingiurie, minacce e percosse sopra genericamente descritte, come l’episodio avvenuto il 31 marzo 2006, quando da mio fratello G. sono stato violentemente percosso e colpito con uno schiaffo, anch’esso molto violento, all’altezza della mandibola destra, per il quale ho dovuto più volte far ricorso ai sanitari del Pronto Soccorso, come risulta dalle documentazioni possedute. 

            La signora ucraina, nella nostra casa, nella quale era stata assunta come “domestica casalinga”, non vi si trovava mai né io da lei ho mai avuto alcun aiuto, anzi ho ricevuto dei rifiuti espliciti quando richiesti.

            Vista la situazione ormai sempre più gravemente compromessa e le gravi e ripetute minacce di mio fratello G., sobillato dalla signora ucraina, per farmi andare via “subito”, e temendo gravemente per la mia incolumità, l’8 maggio 2006 – poche ore dopo l’incontro in Comune con il Sindaco Sturani per chiedergli “un aiuto”, nella Festa della Madonna del Rosario di Pompei - lasciavo in fretta l’appartamento di Via Maggini n.(…), senza avere nulla, neppure le coperte per coprirmi la notte, ma affidandomi totalmente alla Vergine Immacolata, presso il luogo di Capodimonte ove ella appariva al Beato Gabriele Ferretti, Compatrono di Ancona.

            Avendo nella mia disponibilità solamente un mini-appartamento in Via Maggini n.230, che però era al momento affittato ad una persona, con un contratto fino al 31 dicembre 2006, chiedevo successivamente allo stesso mio fratello, anche tramite il mio legale di fiducia, di trovare un accordo in modo tale che io potessi ancora vivere all’interno dell’abitazione di via Maggini n.(…), fino alla programmata operazione chirurgica, e dove avevo fra l’altro anche tutti i miei effetti personali, il materiale di lavoro e le macchine elettroniche, per lo svolgimento di un mio lavoro di scrittore e di insegnamento mediante Internet, l’unico a me possibile nelle mie attuali condizioni.

            In data 19.05.2006, davanti al mio Avvocato, io e mio fratello G. abbiamo sottoscritto un documento privato, nel quale lui - dopo che per telefono mi aveva detto che era disponibile anche a concedermi un altro paio di mesi di permanenza nell’abitazione - davanti all’Avvocato però mi autorizzava soltanto ad entrare nella sua abitazione dalle ore 09.00 alle ore 22.00 e solamente per le mie esigenze personali e per prelevare i miei effetti personali. Fra di noi inoltre c’era anche un tacito accordo non scritto con il quale lui si impegnava a far in modo che nella mia permanenza nell’abitazione non vi fosse la presenza della signora ucraina e che se vi fosse stata, ne fossi stato informato prima perché, in tale caso, avrei rifiutato quest’opportunità di accesso.

            Ciò nonostante accadde un grave episodio - dopo altri precedenti - con la sig.ra P., e già denunciato anche presso i Carabinieri delle Brecce Bianche, come indicatomi di fare dal mio legale. In data 24.05.2006 alle ore 15.30 mi trovavo all’interno della suddetta abitazione di Via Maggini n. (…), da solo, e mentre stavo provvedendo alla mia pulizia personale all’interno del locale bagno, ho udito la porta d’ingresso aprirsi e mi sono avveduto che stavano rincasando mio fratello G. unitamente alla sig.ra ucraina. Notato ciò, cercavo subito di spostarmi dal locale bagno alla stanza da letto, ma notavo la signora P. che si avvicinava velocemente alla mia persona con fare minaccioso e mentre tentavo di chiudere la porta della stanza, la stessa, per impedirlo, metteva un piede in mezzo per ostruire la chiusura, iniziando un alterco con me, nel quale io le facevo richiesta di lasciarmi chiudere la porta in quanto dovevo cambiarmi e andarmene dalla casa; ma la stessa, mediante resistenza, riusciva ad aprire la porta ed iniziava a proferirmi frasi minacciose ed al contempo ingiuriose della mia persona. La stessa nello specifico mi ingiuriava con le frasi: “sei un matto”, “sei un ladro” e minacciandomi con le frasi “ti ammazzo”, “ti denuncio” e dicendomi anche “ti brucio tutto” riferito ai miei effetti personali che avevo in quella casa dove ove vissuto per oltre un ventennio. La stessa signora, inoltre, durante l’alterco si faceva avanti verso di me con fare molto minaccioso e cercava in tutte le maniere di aggredirmi fisicamente, cosa che riuscivo ad evitare in quanto mi allontanavo costantemente dalla sua persona, dicendogli per varie volte “stia ferma con le mani”. Di tutto ciò posseggo una registrazione audio, preventivamente e cautelativamente predisposta, in cui si possono udire tutte le ingiurie e le minacce sopra descritte fattemi da quella donna e che ho consegnato ai Carabinieri.

            Al fine di evitare il rinnovarsi di altri gravi e “pretestuosi” episodi con la sig.ra P., come quello denunciato sopra, proponevo infine al mio fratello G., in data 27.05.2006, un diverso “accordo fraterno”, per permettere di soddisfare in modo pacifico e fraterno le esigenze di tutti. Ma mio fratello si rifiutò di sottoscriverlo.

            A questo punto, per ottenere giustizia riguardo alla disumana, invivibile e gravemente sofferente condizione nella quale mi ero venuto a trovare, e per tutelare il buon nome della famiglia e la santa memoria della mia amatissima mamma Elisa, che avrebbe duramente riprovato e condannato il comportamento di mio fratello G. e della sig.ra P., non mi restò altro che presentare “una denuncia-querela”.

            In tale “denuncia-querela” ho posto espressamente come fine ultimo non solo la tutela della mia vita e dei miei diritti, ma anche la tutela del bene umano e spirituale dello stesso mio fratello G. e degli altri due fratelli, come della stessa sig.ra P., già sposata e profondamente ingrata riguardo a tutto il bene a Lei elargito in quegli anni, in modo speciale proprio da me personalmente, che l’avevo raccomandata a mio fratello come la migliore badante conosciuta, facendola così venire in quella nostra casa per l’assistenza alla mia mamma.

            In data 29 maggio 2006 ho consegnato la denuncia-querela ai Carabinieri, secondo come indicatomi dal mio legale, l’Avv. Claudio De Feo, al quale in precedenza, in data 12 maggio 2006, quattro giorni dopo l’abbandono della casa, scrissi anche la seguente lettera:

 

LETTERA ALL’AVV. DE FEO DEL 12 MAGGIO 2006

Ancona, 12 maggio 2006

Gent.mo Avv. De Feo,

            poiché non mi è stato fatto sapere ancora nulla riguardo all’incontro che aveva programmato con i miei fratelli il 9 maggio u.s. e l’esito avutone, Le chiedo gentilmente informazioni al riguardo.

            Nel contempo Le faccio presente le ultime condizioni nelle quali mi sono venuto a trovare. Dall’8 maggio scorso, infatti, mi sono dovuto trasferire coercitivamente nella mia residenza di Via Maggini 230, poiché in quella mattinata il mio fratello G. mi aveva detto di non rientrare in serata, se non avessi accettato di incontrarmi senza di lei con gli altri fratelli, patendo anche un altro tentativo di aggressione, unitamente ad altre varie minacce. Dal punto di vista legale, tuttavia (dal Codice Civile, 43s), il mio domicilio - come Lei ben sa - è quello di Via Maggini n.(…), ove di comune accordo con il mio fratello G. e con mia madre, e anche con gli stessi altri due fratelli, ho vissuto per 21 anni ininterrottamente. In quel domicilio ho tutto quanto mi appartiene e il luogo del lavoro che ho svolto abitualmente in tutti questi anni, soprattutto come insegnante e scrittore, mediante i sistemi informatici, e ove ho prestato la mia ininterrotta e decennale assistenza a mia madre, concedendo anche gratuitamente e con generosità l’appartamento di Via Maggini 230 in uso alle signore che avevano assistito mia madre negli ultimi anni, compresa la signora ucraina che ha provocato tutta l’attuale situazione conflittuale.

            Ora, dall’8 maggio scorso, non posso più accedere nell’appartamento di Via Maggini n.(…), per le minacce avute e i gravi timori che nutro a riguardo della mia incolumità.

            Non potendo permettermi la spesa di una Pensione, mi trovo in una condizione invivibile nell’appartamento di mia proprietà, che in gran parte è già occupato e affittato regolarmente ad altra persona, che pure si trova in un estremo disagio e per il quale non si può riuscire a trovare un altro appartamento da un giorno all’altro.

            Mi trovo in condizioni fisiche estreme, con dolori lancinanti che patisco soprattutto nella zona inguinale, e alla gamba destra, e che non posso in alcun modo lenire, ma che ogni giorno mi si aggravano sempre più, a causa degli spostamenti coercitivi ed estremamente disagevoli che devo fare dalla macchina alla strada, dalla strada alla casa, e nel salire e scendere le ripide scale, con grandi difficoltà e dolori. Sono nell’impossibilità di provvedere al mio sostentamento e alle stesse cure che mi sono necessarie e che mi sono state assegnate dai medici per tutte le molteplici patologie che patisco, anche in conseguenza di queste vicende familiari assurde di questi ultimi mesi.

            Attualmente, di giorno, tra immensi sacrifici e sofferenze, mi reco a pranzare alla “Mensa del povero di Padre Guido”. Sono privo anche del necessario per vestirmi né ho coperte sufficienti per ripararmi dal freddo della notte: avendone già come conseguenza un principio di raffreddamento e di influenza, che aggravano la mie condizioni fisiche allo stremo. Dovrei procurarmi anche un paio di scarpe, poiché una di quelle che ho è rotta. Non ho possibilità di provvedere alle stesse necessità di igiene personale, se non con disagi e inconvenienti immensi. Ho poi tutto il materiale di lavoro in Via Maggini n.(…) senza poterlo prelevare né avere il posto dove portarlo.

            Avrei perciò almeno la necessità di poter accedere nel mio domicilio abituale di Via Maggini n.(…) (anche se non è residenza anagrafica, è però il mio comprovato “domicilio”! cfr. Cc 43s), per poter almeno prelevare quanto mi è strettamente indispensabile per la sussistenza dei prossimi giorni.

            Le chiederei perciò di interporsi presso il mio fratello G. per farmi rilasciare una dichiarazione scritta (non mi fido più di alcuna parola “a voce”!...), per poter accedere nell’appartamento di Via Maggini n.(…) senza patirne conseguenza alcuna, per prelevarne almeno quanto mi occorre di urgenza. Altrimenti dovrò farmi accompagnare dai Carabinieri per assistermi e proteggermi nell’andare da mio fratello G. e richiedergli di farmi entrare nell’appartamento per prendervi quanto mi è necessario e perché sia controllato e tutelato tutto quanto mi appartiene.

            (…)

            Voglio anche informarla, come mio legale, di minacce rivoltemi e di tentativi fatti di un ricovero coatto, con l’inequivoca intenzione di non farmi poi più uscire e così risolvere “alla radice” il mio “problema”.

            Lascio giudicare a Lei e alla Sua coscienza se questa condizione di vita è “conforme al diritto”, a quello “naturale” e a quello “giurisprudenziale”: cioè, al diritto alla vita, al diritto alla salute, al diritto all’assistenza, al diritto ai viveri, al diritto alla giustizia, al diritto alla carità, al diritto di essere trattati da “esseri umani”, così come riconosciuto in tutte le Convenzioni Internazionali.

            Lei ben sa che le proposte di “sanatoria” che ho offerto ai miei fratelli erano – come Le dissi espressamente e Lei annotò su un foglio - una mia “carità estrema” verso i miei fratelli, e non certo una estorsione. Come può essere che il defraudato, l’ingannato, lo sfruttato, il derubato sia ora l’estorsore, solo perché richiede una minima parte di quanto gli è dovuto, senza voler recare danno - per sincera carità - a chi gli ha fatto un grave torto?... E credo che, nel mio caso, qualunque giudice che applicasse la norma dell’equità di giudizio (Codice di Procedura Civile, 113), aumenterebbe assai di più quanto da me proposto come una semplice, fraterna e minima “sanatoria”, che non ha nulla di coercitivo, ma che propone solo un atto di onestà e di sincerità da parte dei miei fratelli, che - senza togliere loro nulla di quanto hanno di assai superfluo - permetterebbe loro di compiere “liberamente” di applicare in minima parte quanto avevano promesso tante volte “a voce” e facendo così un minimo atto di giustizia nei miei riguardi, senza incorrere in sanzioni umane (e, mi perdoni l’aggiunta, “sanzioni divine”!...) assai più gravi!...

            Forse ai miei fratelli, che ben conoscono le mie “scelte di vita” religiose, bisognerebbe ricordare la comune origine materna così come ce la ricorda anche la Parola di Dio: “Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta. (…) Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. (…) Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno. Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio; se li conto sono più della sabbia, se li credo finiti, con te sono ancora. (…) Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via della vita” (Salmo 139,1-24).

            Si può ricordare ai miei fratelli anche le parole di Gesù: “Qual vantaggio avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?” (Mt.16,26); ed anche: “Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori (…) grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti” (Gc.5,4).

            Confidando, perciò, gent.mo Avv. De Feo, in un Suo urgente intervento presso il mio fratello G., con le garanzie di cui sopra, La saluto con viva gratitudine e cordialità.

 

LETTERA ALL’AVV. DE FEO DEL 14 MAGGIO 2006

Ancona, 14 maggio 2006

Gent.mo Avv. De Feo,

            permanendo ed aggravandosi le mie condizioni di estrema sofferenza ed invalidità causate dalle ultime vicende di trasferimento coercitivo nel mio “mini-appartamento” già affittato e abitato di Via Maggini 230 - ove non mi è possibile attendere in alcun modo alle cure delle mie sempre più dolorose patologie invalidanti, né posso svolgere alcuna minima attività lavorativa di sussistenza - non mi è assolutamente più possibile dilazionare in alcun modo la “fraterna e minima sanatoria” prospettata ed offerta ai miei fratelli, riguardo al compenso dovutomi per l’assistenza da me prestata alla nostra Mamma Elisa, in loro sostituzione parziale o totale, per circa un decennio.

            Come già Le scrissi nelle precedenti lettere del 17.04.2006, del 06.05.2006, del 12.05.2006 (cfr. allegati 1, 2, 3, 4), se entro il 26 maggio p.v. non sarà risolta e resa giustizia, riguardo alla mia attuale situazione di disumana condizione di vita, sarò costretto a procedere ad una serie di molteplici denunce contro i miei tre fratelli, nonché verso la signora ucraina, aggravatesi per di più anche da altre vicende e reati intercorsi nel frattempo, come le minacce e i tentativi di procedere a mio riguardo ad “un ricovero coatto” (…): con tutti i gravi danni a me derivati: fisici, psichici, spirituali, morali, economici e di sussistenza futura.

            Anche ieri, 13 maggio, verso le ore 13.00, avevo accettato di recarmi a pranzo presso mio fratello G., dietro suo invito telefonico, per parlare fraternamente della nostra situazione attuale e tentare un chiarimento definitivo. Ma ho trovato ad attendermi, presso la residenza di Via Maggini n.(…), anche la signora ucraina, nella “apparente” e “falsa veste” di “domestica”, e che è stata in realtà la causa di tutta l’attuale situazione conflittuale e dei gravissimi danni fisici, psichici e morali patiti da me, in specie negli ultimi mesi. Appena sono entrato in casa, infatti, ho visto la signora ucraina in cucina, e, sebbene fossi in condizioni fisiche estreme, ho immediatamente abbandonato l’abitazione, per cautelarmi da ogni rischio e pretesto che potesse essere stato programmato ai miei danni.

            A questo punto non mi resta che richiederLe un urgente intervento (…).(per) concordare e definire tutte le altre questioni - comunicatele nella lettera precedente del 17 aprile 2006 - riguardanti le altre garanzie, scritte e firmate, che mi dovranno essere fornite dai miei fratelli:

1) una garanzia abitativa, idonea alle condizioni fisiche dolorose e invalidanti in cui mi trovo attualmente e che mi permettano anche l’espletamento di una minima attività lavorativa di scrittore, tramite Internet;

2) una assistenza adeguata e necessaria per il periodo successivo ad un nuovo intervento chirurgico, sino a completamento della convalescenza e il ripristino di una mia totale autonomia di vita.

            A riguardo di questi ultimi punti, poiché l’8 maggio u.s. sono stato coercitivamente costretto al trasferimento in Via Maggini 230, in un “mini-appartamento” di mia proprietà - avente degli spazi assai angusti e a me difficilmente e dolorosamente accessibile per le condizioni di salute in cui mi trovo, ed essendo per di più già abitato da altra persona, con regolare contratto -, si dovrà di conseguenza ulteriormente definire l’aggravamento delle mie condizioni fisiche estreme, causate da tale mia coercitiva condizione abitativa, con gli oneri supplementari che comporterà una risoluzione del rapporto contrattuale con l’attuale inquilino e le modalità a me più agevolanti per potervi accedere, come una qualche struttura meccanica che sia in grado di agevolarmi e rendermi meno dolorosa la salita e la discesa delle assai ripide e pericolose scale.

            Dovrò inoltre provvedere a chiarire presso l’Ispettorato del Lavoro la condizione di “falso lavoro domestico” della signora ucraina, perché mi sia resa giustizia anche a tale riguardo, in considerazione di tutte le immense sofferenze procuratemi nell’ultimo anno dal suo mancato servizio domestico, nonché per le innumerevoli ore che arbitrariamente ella usufruiva anche durante l’assistenza a mia madre, allontanandosi dall’assisterla senza il mio permesso e costringendo me a farlo al suo posto, pur percependo poi Lei lo stipendio.

            Il perdono cristiano, sempre offerto e concesso a tutti, anche nella presente condizione, non esime chi ha arrecato ingiustizia e derubato un innocente dal dovere della restituzione di quanto sottrattogli o dovutogli o fattogli soffrire in modo così ingiusto e disumano, contraccambiando tutto il bene fattogli con un male che è difficilmente comprensibile in una persona che proprio da me era stata raccomandata per la sua provata generosità e la sua grande sensibilità di cuore e viva religiosità. E’ proprio vero quanto dice la Sacra Scrittura:  “Più fallace di ogni altra cosa è il cuore e difficilmente guaribile; chi lo può conoscere?”. Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per rendere a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni. Come una pernice che cova uova da lei non deposte è chi accumula ricchezze, ma senza giustizia. A metà dei suoi giorni dovrà lasciarle e alla sua fine apparirà uno stolto” (Ger.17,9-11). Ed anche: “Ecco, essi mi dicono: «Dov'è la parola del Signore? Si compia finalmente!». Io non ho insistito presso di te nella sventura né ho desiderato il giorno funesto, tu lo sai. Ciò che è uscito dalla mia bocca è innanzi a te. Non essere per me causa di spavento, tu, mio solo rifugio nel giorno della sventura” (Ger.17,15-18).

            In ultimo, riguardo al mio fratello G., voglio esprimere anche la mia intenzione di rinunciare, in tutto o in parte, a qualunque corrispettivo da lui dovutomi, qualora accetti di formarsi una famiglia secondo le norme morali della nostra fede cristiana, delle quali la nostra Mamma Elisa ci ha dato sempre un esemplare insegnamento. Non è da dimenticare, in proposito, che il fare diversamente da parte sua lo farebbe incorrere nel “reato contro la morale della famiglia”, della “nostra” famiglia: cioè, verso i fratelli G., G. e L., e verso i due esemplari genitori cristiani avuti, Augusto ed Elisa, che mai hanno ammesso e sempre hanno severamente disapprovato nei figli comportamenti contrari alla morale e alla fede cristiana, nella quale siamo stati da loro educati.

            Nel ringraziarLa vivamente, gent.mo Avv. De Feo, per quanto fin qui ha operato con sollecitudine a mia tutela, con l’intento di riuscire a raggiungere una “pacifica soluzione” con i miei fratelli, nella speranza che tutto ciò si realizzi almeno nei prossimi giorni grazie alla Sua efficace mediazione, per una sperata e finalmente fattiva e sincera collaborazione da parte dei miei fratelli, Le allego anche un assegno parziale del corrispettivo dovutoLe, rinnovandoLe ancora la mia stima e la profonda e sincera gratitudine.

            Mi permetto anche, umilmente, in ultimo, di ricordare ancora quelle consolanti promesse di Nostro Signore: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt.5,9).

            Con viva cordialità.

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

 

AI RESPONSABILI DEL COMUNE DI ANCONA

E DELLA CURIA DIOCESANA DI ANCONA

CHE HANNO DIMOSTRATO INADEMPIENZE E INSENSIBILITA’

LA RISPOSTA DELLA PAROLA DI GESU’

Dal Vangelo di Matteo (23,1-39)

 

            Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.

            Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci .

            Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.

            Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.

            Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!

            Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!

            Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.

            Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!

            Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.

            Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

 

DAL LIBRO

“LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE

DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”

del Prof. Giorgio Nicolini

(pagg.74-76)

 

            Una seconda “digressione” - in qualche modo “collegata” a quella sopra esposta a riguardo ancora della maternità (ma questa volta in senso negativo!) - riguarda anche il fatto che proprio Ancona fu tra le primissime città al mondo a ricevere l’annuncio della fede cristiana, proprio “immediatamente” “dopo” la stessa Morte in Croce e Risurrezione di Cristo. Da Ancona poi si diffuse il cristianesimo nell’Italia Centrale, a motivo soprattutto di una “miracolosa reliquia” (tutt’oggi esistente) di un “sasso che colpì il protomartire Santo Stefano” (cfr. At.7,54-60) e che fu portato in Ancona da un marinaio ebreo ed ivi lasciato in obbedienza ad “una rivelazione divina ricevuta” e che veniva conservato in un Santuario risalente all’epoca costantiniana e divenuto celebre in tutto il Mediterraneo per i miracoli che vi avvenivano. La documentazione più antica sulla presenza di un Santuario di Santo Stefano in Ancona è fornita da Sant’Agostino ed appartiene alle omelie che egli recitò nella Cattedrale di Ippona, nella prima metà del secolo V. E’ importantissima non solo sotto l’aspetto religioso, ma anche nei riguardi della vita civica di Ancona, perché attesta che la città era conosciuta, in quei tempi, per tutto il Mediterraneo. Nell’Opera Omnia di Sant’Agostino è riportata una relazione compilata da un certo Paolo, che aveva peregrinato per i Santuari più famosi del tempo per impetrare la sua guarigione e quella dei suoi fratelli e sorelle. Egli ricorda, in tale relazione, che dopo essere stato a San Lorenzo presso Ravenna, dove guarì il maggiore tra i fratelli, diresse i suoi passi in Ancona, che era illustre per i miracoli al di sopra degli altri luoghi di culto: “…Sed ut de ceteris celeberrimis sanctorum locis taceam, etiam ad Anconam, Italiae civitatem ubi per gloriosissimum Martyrem Stephanum multa miracula Dominus operatur, eadem circuitione perveni”.

            Dopo la lettura della relazione, nella Cattedrale di Ippona, Sant’Agostino tiene la sua omelia e, dopo aver ammonito i genitori a non maledire i figli - Paolo ed i suoi fratelli, infatti, si erano ammalati dopo essere stati maledetti dalla madre - spiega i motivi della notorietà del Santuario di Ancona, indicando anche come esso ebbe origine. Questo il testo (in una traduzione dal latino).

            “Sanno molti quanti miracoli avvengono in questa città (Ancona) per l’intercessione del beatissimo Stefano. Ma ascoltate ciò che vi farà stupire: colà vi era una memoria antica ed ancora vi è (ed ancor oggi, nel 2004!) . Ma se, per caso, mi si dice: se ancora il corpo (di Santo Stefano) non era stato trovato, come poteva esservi una memoria? Ne mancherebbe il motivo. Ma ciò che la fama ci ha fatto conoscere, non lo tacerò alla vostra carità. Quando lapidavano Santo Stefano (cfr. Atti 7,54-60), vi erano intorno anche innocenti e soprattutto quelli che già credevano in Cristo: dicono che un sasso lo colpì su un gomito (= “ankon”) e, rimbalzando, cadde davanti ad un certo uomo pio. Questi lo prese e lo conservò. Costui era un navigante e quando a causa dei suoi viaggi toccò il porto di Ancona (= “gomito”), gli fu rivelato che ivi doveva lasciare il sasso. Egli obbedì alla rivelazione e fece quanto gli era stato ordinato: da quel momento cominciò ad esservi la Memoria di Santo Stefano e si diceva che vi era un braccio di Santo Stefano, non conoscendosi esattamente di ciò che si trattava”.

            In Ancona, dunque (cioè, come a dire, nella città di “Gomito”), vi fu portato un sasso che colpì proprio “il gomito” del “braccio” di Santo Stefano… Per “volontà e rivelazione divina” fu lasciato in Ancona (cioè, in “Gomito”, che richiama come un braccio materno ripiegato a gomito), ove vi fu costruito un Santuario divenuto “illustre per i miracoli al di sopra degli altri luoghi di culto”; dunque, all’epoca, forse al di sopra di Roma stessa! da essere conosciuto anche in Africa! e da farvi confluire pellegrini da tutto il Mediterraneo…Quante “coincidenze” “misteriose”!… Ma nei “piani di Dio” sono forse “coincidenze” “senza un significato”?… Quante riflessioni si potrebbero fare!!!… Non per nulla nello stemma comunale del Comune di Ancona è riportato ancora oggi: “Ancon dorica civitas fidei”,  “Ancona dorica città della fede”!

 

LE LACRIME DI MARIA SU ANCONA

 

            Ma gli anconitani del Terzo Millennio che cosa ne hanno fatto delle proprie millenarie “radici cristiane”, della fede ricevuta dai propri “gloriosi” e “santi” antenati, e dei tanti “doni” e “privilegi” ricevuti da Dio?… “doni” davvero “unici”, al punto da essere stata identificata (con il suo stesso stemma comunale) come “Città della Fede”?…

Cfr. Siti Internet: www.lavoce.an.it/indice%20main/storia%20chiesa%20ancona.htm

e  www.lavoce.an.it/indice%20main/loreto.htm

Forse gli anconitani (come tutti!...) dovrebbero recarsi qualche volta nella città dei propri “antenati” e “principali fondatori”, cioè nella dorica “città-madre” di Siracusa, per meditare sulle LACRIME “miracolosamente” versate da Maria anche, e forse in special modo, proprio per loro!... Se infatti la Vergine Madre ha pianto nel 1953 tra i siracusani, si può supporre che Ella abbia versato le sue lacrime avendo avuto un pensiero particolare di dolore proprio per i “discendenti” più “apparentati” con gli stessi siracusani, cioè proprio gli “anconitani” (oltre ad aver pianto anche per tutti gli altri uomini)!...

Cfr. www.madonnadellelacrime.it

Così insegnava anche il Servo di Dio Paolo VI:

“Noi viviamo in un periodo in cui l’attrattiva delle cose naturali si è fatta assai suggestiva: natura, scienza, economia e godimento impegnano potentemente la nostra attenzione, il nostro lavoro, la nostra speranza. La fecondità, che la mano di uomo ha saputo trarre dal seno della terra, ci ha procurato beni, ricchezze e piaceri, che sembrano saziare ogni nostra aspirazione, e che sembrano perfettamente corrispondere alle nostre facoltà di ricerca e di possesso. Qui è la vita, dice la nostra conquista del mondo circostante, e qui si dirigono, si legano e si arrestano i nostri desideri; qui arriva la nostra speranza, qui si ferma il nostro amore. E quando è così – come spesso lo è – non siamo più capaci di pregare, di aspirare alle cose trascendenti e supreme, di porre la nostra speranza al di là del quadro della nostra immediata esperienza. Il mondo della religione ci sembra vano; quello soprannaturale, che ci invita alla beatitudine eterna con Maria ed i Santi, ci riesce inconcepibile. L’aldilà è stato sostituito dall’aldiquà. L’idea della Madonna che ora, di là appunto, ci osserva e ci attende, ci sembra strana e forse importuna. E invece certamente quella Beatissima nostra Mamma, se ancora oggi fosse capace di trepidazione e di lacrime, soffrirebbe per noi, vedendoci intenti ad altri fini, non a quello che ci conduce a Lei; e soffrirebbe dolorosamente vedendoci fermi e distratti sul sentiero che invece dovrebbe stimolare i nostri passi verso la mèta dove ella ci aspetta”.


IL MIRACOLO DELLE LACRIME DI MARIA A SIRACUSA

(23 agosto – 1° settembre 1953)

www.lavocecattolica.it/lacrimedimaria.htm


RADIOMESSAGGIO DI PIO XII sull’evento:

Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh, le lacrime di Maria! Erano sul Golgota lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati del mondo. Piange ella ancora per le rinnovate piaghe prodotte nel Corpo Mistico di Gesù? O piange per tanti figli, nei quali l’errore e la colpa hanno spento la vita della grazia, e che gravemente offendono la Maestà Divina? O sono lacrime di attesa per il ritardato ritorno di altri suoi figli, un dì fedeli, ed ora trascinati da falsi miraggi? (Pio XII, Radiomessaggio del 1954).

Sito Internet: www.madonnadellelacrime.it

 

 

IL MIO DOLORE ERA NECESSARIO

(Giovanni Paolo II, in Ospedale, impedito di andare a Siracusa ad inaugurare il Santuario delle Lacrime)

(da un articolo di AVVENIRE)

Il senso del dolore, il valore delle lacrime, il genio delle mamme. C’è stato posto per questi concetti nelle parole che il Papa, dalla sua camera del Gemelli, ha indirizzato ai Vescovi del Sinodo e a tutto il mondo. “Vi parlo da questa camera d’ospedale e devo dire che era tanto necessaria questa sosta di dolore”. Il Papa ha ricordato le lacrime della Madonna a Siracusa, dove doveva recarsi in visita. Maria “non piangeva per la prima volta già un secolo fa? Questo pianto di Maria ci ricorda il Santuario di La Salette nelle montagne francesi. E di nuovo doveva piangere nel nostro secolo, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Piangeva. Appartiene al genio della donna anche il piangere. Sappiamo bene quanto ha fatto quel pianto nella vita di Sant’Agostino e di tanti altri. Il piangere della donna e il piangere della Madonna sono un segno di speranza”. “Era tanto necessario questo segno alla fine del Sinodo africano”, ha sottolineato il Papa. “E’ tanto necessario quel pianto, quel piangere della Madonna durante il periodo che abbiamo scelto come Grande Preghiera per l’Italia. E’ importante questo piangere della Madonna per l’Europa, per la nostra preparazione alle soglie del terzo millennio cristiano. Questo piangere che porta frutti provvidenziali”. “Da questa camera d’ospedale mi è più facile affidare tutto al Signore, mettere nelle sue mani ogni problematica, ogni iniziativa pastorale, le gioie, le angosce e le speranze del grande continente africano. E mi è più facile fare tutto questo con le lacrime della Vergine. Sono tanto dovute, tanto provvidenziali, ci portano tanta speranza. Attraverso queste lacrime Maria Santissima ci ottenga che il buon seme sparso con abbondanza nella fase preparatoria del Sinodo e coltivato con cura nel corso di questo mese possa portare frutti, frutti abbondanti, frutti di fede, di speranza e di amore per il continente africano, per l’intera umanità”.

 

LE LACRIME DELLE MADRI LINFA DELLA STORIA

di Marina Corradi

            “Appartiene al genio delle donne anche il piangere”. L’ha detto il Papa, dal suo letto d’ospedale, ricordando che in Sicilia avrebbe voluto visitare il Santuario della Madonna delle Lacrime. Parole che fanno pensare, controcorrente come sono, stridenti con una cultura dominante che propone alle donne di competere con gli uomini adottandone la stessa logica di potere. Invece il Papa parla della capacità di piangere come d’una forma del genio, del dono particolare delle donne. Qualcosa di simile dice una massima del Talmud: “Dio conta le lacrime delle donne”.

            Piangere, nella nostra cultura, è un comportamento perdente e anche vergognoso. Infatti per piangere ci si nasconde. Piangere non si deve. Si incontrano ogni giorno sui giornali cifre spaventose di stragi. Centinaia di migliaia di morti in Ruanda. Settantamila, si apprende oggi, gli ebrei cui Churcill avrebbe rifiutato l’ingresso in Gran Bretagna e quindi la salvezza dai lager. Si misura la morte all’ingrosso, a contingenti. I generali delle grandi guerre ragionano nell’ordine delle decine e centinaia di migliaia di uomini, tanti quanti ne vanno sacrificati per un obiettivo militare.

            Le parole del Papa ci fanno venire in mente un’altra Storia, scritta non dai signori delle guerre, ma dalle madri di quei settantamila, centomila, milioni di morti. Perché tutti hanno avuto una madre che li ha aspettati per nove mesi, che li ha sentiti scalciare dentro di sé. Che li ha allattati e ha passato le notti a vegliarli, e si è innamorata del candore del loro sguardo. Ognuno di quei milioni di morti anonimi su cui è costruita la nostra storia ha avuto una madre che ha saputo la fatica del farli nascere e crescere; e poi ha aspettato inutilmente che tornassero a casa. Le donne piangono, i generali – il modello della virilità – no; per questo possono ragionare di morte e di guerra all’ingrosso. Il piangere delle donne per i loro figli è un “genio” che farebbe il mondo diverso. O forse già lo fa diverso; forse quel dolore riscatta almeno in parte la bestialità dell’umanità; forse è vero, come dice il Talmud, che Dio conta le lacrime delle donne.

            Ma le parole del Papa fanno venire in mente anche quel passo della Mulieris dignitatem dove si parla della particolare sensibilità delle donne in relazione alla risurrezione. “Le donne sono le prime presso la tomba”, ricorda Giovanni Paolo II. Le prime (“di buon mattino, quando era ancora buio”, scrivono i Vangeli) perché spinte dal loro bisogno di piangere quello che credono morto. Trovano la pietra ribaltata, chiamano i discepoli, quelli accorrono e non capiscono, e tornano a casa. “Maria invece stava all’esterno del sepolcro e piangeva”, testimonia Giovanni, ed è per quel suo starsene ostinato e disperato davanti alla tomba vuota che la Maddalena è la prima testimone della resurrezione. Forse il “genio” del piangere è anche il coraggio di ammettere un’assenza, un bisogno; di non credersi autosufficienti, soddisfatti di quegli obiettivi di potere che una mentalità dominante vorrebbe imporre.

GIOVANNI PAOLO II

(Roma, sabato 8 dicembre 2001)

NUBI OSCURE SI ADDENSANO ALL’ORIZZONTE DEL MONDO

Nubi oscure si addensano all’orizzonte del mondo. L’umanità, che ha salutato con speranza l’aurora del terzo millennio, sente ora incombere su di sé la minaccia di nuovi, sconvolgenti conflitti. E’ a rischio la pace nel mondo.

 

Nuova Iork, Le Torri Gemelle, 11 settembre 2001

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc.13,1-5).

 

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! Non disprezzare! Accogli la nostra umile fiducia e il nostro affidamento! Oh, quanto ci fa male tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione! Quanto ci fa male che l’invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell’accoglienza, come doveva! Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col.1,24). Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’Eterno Amore! Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr. Gv.2,5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo. (Giovanni Paolo II, dall’Atto di Affidamento e Consacrazione alla Vergine, a Fatima, il 13 maggio 1982)

 

         ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”

PER LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA

E PER L’ESERCIZIO DELLA CARITA’

Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto

  Sede: PARMA - Via Verdi, n.3 – Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332 - Cell. 340.7190085 - Cell. 338.8702045

  Sedi Distaccate: ANCONA - Via Maggini, 230 – Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332

                             FIRENZE - Via Vecchia Bolognese, 321 – Tel./Facs. 055.400707 – Cell. 349.2101400

Posta Elettronica: lucedicristo@lavocecattolica.it  –  Sito Internet: www.lavocecattolica.it

Codice Fiscale 92139970344 – Conto Corrente Postale 78026101

LA CHIESA E' UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA

LE FINALITA' DELL'ASSOCIAZIONE "LUCE DI CRISTO"

LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA E L'ESERCIZIO DELLA CARITA'

LETTURA LITURGICA E PROGRAMMATICA DELL'ASSOCIAZIONE (del 28 dicembre 2006, Santi Innocenti)

Dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo (1^Gv.1,5-10;2,1-2)

Carissimi, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: DIO E' LUCE e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

        Gesù Cristo ha detto: "IO SONO LA LUCE DEL MONDO; CHI SEGUE ME, NON CAMMINERA' NELLE TENEBRE, MA AVRA' LA LUCE DELLA VITA" (Gv.8,12). Su queste parole del Vangelo è nata l’Associazione denominata “LUCE DI CRISTO”. L’Associazione non ha fini di lucro, è libera, indipendente, apolitica, ed ha lo scopo di perseguire finalità di solidarietà sociale verso i bambini non nati, l’infanzia abbandonata, gli anziani e chiunque versi in stato di disagio, di povertà e di bisogno. Per la realizzazione dei propri scopi sociali l’Associazione si avvale di ogni strumento legittimo e lecito e si propone, in particolare, di procedere ad adozioni a distanza, di prestare assistenza presso i centri infantili e per anziani, di acquistare generi di prima necessità, indumenti, e tutto quanto, secondo la necessità del momento, occorra a soddisfare le esigenze di chi si trovi in stato di bisogno. Inoltre l’Associazione si propone lo scopo di organizzare, partecipare e intervenire in qualsiasi evento pubblico (culturale, politico, storico, artistico e religioso) ai fini della difesa, divulgazione e sensibilizzazione sui temi della Carità e della Fede e Morale Cristiana (cfr. 1^Cor,13,1-3; Gc.2,14-26).

        Nella prospettiva del profetizzato “trionfo del Cuore Immacolato di Maria”, l’Associazione "Luce di Cristo" è nata ed è stata posta sotto il patrocinio dell’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto, con cui - quale “reliquia miracolosa” e “luogo dell’Incarnazione” - la Vergine Maria ha operato nei due millenni passati la propagazione e la difesa della cristianità: prima in Oriente, da Nazareth, e poi in Occidente, da Loreto.

        L'Associazione intende unire, con un'unica azione comune, singole persone e anche associazioni già costituite, che sentono la necessità di rispondere all’appello del Santo Padre per una “nuova evangelizzazione” dell’Europa, al fine di ripristinarne le Radici Cristiane. Infatti solo stando uniti possono sperarsi frutti molto più abbondanti che non se i singoli operassero separatamente.

        Qualcuno, al solo ascoltare l'espressione «difesa della Fede», potrebbe sentire una specie di ripulsa, pensando di tornare ai tempi passati, fatti talvolta di lotte religiose. Non si tratta di questo: si tratta semplicemente di essere realisti. Se ci sono uomini e gruppi che sistematicamente, con mezzi molto potenti, attaccano la Fede e la Morale Cristiana, in pubblico e in privato, cercando di sradicarle dal cuore della gente, è logico e doveroso che un vero cristiano debba adoperarsi per difenderle e per diffonderle, così come ci ha insegnato Gesù: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt.5,14-15).

        Se Cristo oggi ci domandasse, come all’Apostolo Pietro: “Mi ami tu?” (Gv.21,15), voi cosa rispondereste?... Perciò, se il vostro cuore batte con quello di Cristo e le vostre convinzioni corrispondono alle nostre, UNIAMOCI, per diventare UNA VOCE FORTE nel difendere le nostre Radici Cristiane e tornare a diffondere la nostra Fede, intervenendo con convinzione in qualsiasi evento pubblico e privato, usando doverosamente, a tale scopo, tutti i mezzi possibili, legittimi e leciti. In tale modo si offrirà al nostro Salvatore Gesù Cristo un contributo, anche se piccolo e umile, per il perseguimento della Salvezza Eterna delle anime di tanti uomini.

        Perciò dopo aver letto questo messaggio di presentazione, se vorrete comunicare con l’Associazione “LUCE DI CRISTO” per associarvi, od avere ulteriori chiarimenti, contattateci al numero 071.83552 o al cellulare 339.6424332 o 340.7190085 o 338.8702045. Facsimile dell’Associazione è il numero 071.83552; la Posta Elettronica è: lucedicristo@lavocecattolica.it  Il Conto Corrente Postale per le offerte e l’adesione all’Associazione è il n°78026101. Ogni altra informazione utile per aderire all’Associazione la trovi nel Sito Internet www.lavocecattolica.it o all'indirizzo diretto www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm

 

LA CHIESA E' UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA

(Catechismo Chiesa Cattolica, n.811-870.)

La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,

e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine (1^Cor.13,4-8)

LUCE E GRAZIA CONCEDI, O SIGNORE, A QUANTI PER CERCARE TE VERRANNO A NOI

PER INFORMAZIONI E ADESIONI ALL'ASSOCIAZIONE "LUCE DI CRISTO"

Codice Fiscale 92139970344 - Conto Corrente Postale n°78026101

* Sede di PARMA: Via Verdi, 3 - 43100 PARMA - Cell. 340.7190085 (Tatiana) - Cell. 338.8702045 (Fiorenzo)         

* Sede di ANCONA: Via Maggini, 230 - 60127 ANCONA  - (Prof. Giorgio Nicolini) - Tel./Facs. 071.83552 - Cell. 339.6424332

* Sede di FIRENZE: Via Vecchia Bolognese, 321 - 50010 FIRENZE  - (Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo) - Tel./Facs. 055.400707

 www.lavocecattolica.it

 

AVVERTENZA per quanti hanno scritto facendo pervenire la propria adesione. Causa difficoltà tecniche nella ricezione attraverso il precedente indirizzo predisposto sono andati perduti i messaggi. Quanti hanno scritto sono pregati di rieffettuare la richiesta mediante il nuovo indirizzo lucedicristo@lavocecattolica.it  oppure telefonando ai responsabili.

 

CONVOCAZIONE CONSIGLIO DIRETTIVO n°1

(Sabato, 27 gennaio 2007, ore 11.00)

 

Gent.mi

     TATIANA IVANOVSKAIA, Vice-Presidente

     RASTELLI PAOLA, Segretaria

     FIORENZO SACCO PROILA, Tesoriere

     FERRABOSCHI LAURA, Consigliere

 

con il presente avviso vi convoco

il giorno sabato 27 gennaio 2007,

alle ore 11.00,

presso la Sede dell’Associazione, in Via Verdi n°3 di Parma,

per gli adempimenti disposti dall’art.10 dello Statuto dell’Associazione.

con il seguente

ORDINE DEL GIORNO

1) Consuntivo delle spese sostenute negli adempimenti legali e amministrativi per la costituzione dell’Associazione.

2) Preventivo delle spese dell’Associazione per il corrente anno 2007.

3) L’avvio del Conto Corrente Postale dell’Associazione.

4) Approvazione dell’Associazione come “Associazione privata di fedeli”, a norma dei canoni 298-299 e 304-309 del Codice di Diritto Canonico.

5) Approvazione della scheda informativa predisposta dal Presidente per poter rendere possibile al Consiglio di formulare un giudizio per l’accettazione delle domande di ammissione di nuovi Soci.

6) Approvazione delle richieste di adesione all’Associazione del Padre Pio Janes di Parma e del Padre Silvio Regazzi di Parma.

7) Fissazione del nuovo Consiglio Direttivo per la fine del mese di febbraio.

8) Varie ed eventuali.

Ancona, 25 gennaio 2007

IL PRESIDENTE

Prof. Giorgio Nicolini

 

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):

 

DENUNCIO LA PERPETUAZIONE DELLA GRAVE APOSTASIA LAURETANA

NELL’ULTIMO NUMERO DI GENNAIO 2007

DE “IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA”

CON LO STRAVOLGIMENTO E LA FALSIFICAZIONE

ANCHE DELLA STORIA DELLA CHIESA DELLA BANDERUOLA

PER NEGARVI CHE VI SIA STATA PORTATA ANCHE LI’ “MIRACOLOSAMENTE”

LA SANTA CASA DI NAZARETH

Articolo a firma dell’Ing. DARIO MACCARONI, pp.25-27

Non servono altre confutazioni “comprovate”

(ce ne sono abbondantemente nel Sito www.lavocecattolica.it/santacasa.htm)

IL GIUDIZIO DI DIO E’ GIA’ IN  ATTO PER I RESPONSABILI DELL’APOSTASIA LAURETANA,

PER CHI OMETTE DI INTERVENIRE A RIMUOVERE I RESPONSABILI

E PER CHI NON DIMOSTRERA’ IL PENTIMENTO

Prof. Giorgio Nicolini

 

AFFIDARSI ALLA VERGINE LAURETANA

PER LA “MIRACOLOSA” TRASLAZIONE DELLA SUA SANTA CASA NAZARETANA

IN HOC SIGNO VINCES!...

 

LA STOLTEZZA DELL’ABBANDONO DELLA “VERITA’” DELLA SANTA CASA E DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI

LE GRAVI CONSEGUENZE DELL’APOSTASIA LAURETANA

L’OFFUSCAMENTO E L’OCCULTAMENTO DELLA VERITA’ DELL’INCARNAZIONE

NELLA CULTURA E NELLA SOCIETA’ OCCIDENTALE SEMPRE PIU’ MULTIETNICA E MULTIRELIGIOSA

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

 

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):

 

RECITIAMO QUESTA NUOVA “VIA CRUCIS” IN RIPARAZIONE DELLA DISSACRAZIONE AVVENUTA DELLA STORIA E DEL CULTO DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO E PER IL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELL’AUTENTICITA’ DELLA PRESENZA A LORETO DELLA “SANTA CASA” E DELL’AUTENTICITA’ DELLE SUE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”.

 

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

LA VIA CRUCIS DEL BEATO PIETRO VIGNE

Libero adattamento composto dal Prof. Giorgio Nicolini sui testi del Beato Pietro Vigne

Meditazioni per ogni giorno del mese, nelle quali si troveranno molteplici motivi assai convincenti per amare Dio, bellissimi esempi di tutte le virtù, ragioni convincenti che ci spingono ad impegnarci in esse, mezzi per acquistarle e infine molti modi, facili ed utili, di metterle in pratica.

 

 

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

 

In nome di Gesù Cristo, ti preghiamo, Padre, di concederci

- il dono del timore che ci impedisca di offenderti;

- il dono della pietà che ci permetta di amarti come Padre nostro;

- il dono della scienza che ci aiuti ad elevarci dalle cose visibili a quelle invisibili, a te che ne sei il Creatore;

- il dono del consiglio per non fare nulla senza prima conoscere la tua Volontà;

- il dono della fortezza per resistere alle tentazioni che si oppongono alla nostra salvezza;

- il dono dell’intelletto per essere illuminati sui misteri che tu ci proponi;

- il dono della sapienza che ci faccia comprendere e gustare ciò che è divino e ci faccia porre le nostre delizie nel tuo amore sino alla fine dei nostri giorni.

 

STAZIONE XVII

LA CORONAZIONE DI SPINE DI GESU’

 

PREGHIERA

            O Gesù, tu hai voluto essere coronato con pungentissime spine che, penetrando nella testa, irrorarono di sangue il tuo santo volto; concedici la grazia di riparare quaggiù le vanità della nostra giovinezza e i nostri pensieri cattivi, e meritare, dopo questa vita, una corona di gloria eterna.

 

MEDITAZIONE

            Gesù vuol portare una corona di grosse spine che, forandogli la testa, gli causavano fortissimi dolori. E'  unicamente  per  riparare quegli innumerevoli cattivi pensieri, desideri impuri e altri peccati che si commettono interiormente con lo spirito: quando trascuriamo di compiere qualche sforzo per distogliere altrove il  pensiero e si trascura anche di pregare Dio che ci liberi dal consentirvi.

            Questa triste e crudele corona di spine indicava anche l'enormità  dei peccati che si commettono allorché, per uno spirito mondano e un  cuore vano, tutto immerso nelle voluttà, dedichiamo tante cure nell’abbellire la testa e il viso: cose che evidentemente riescono fatali per tanti giovani, i quali ordinariamente si lasciano catturare da questi lacci diabolici: danno così il loro cuore, con amore impuro, ad una creatura che passa e fa loro bere, come in una coppa d'oro, un veleno nascosto ma fatale, a pregiudizio dell'anima e dell'amore divino che, sotto pena di dannazione eterna, deve solo dominare nel nostro cuore.

            Questa corona di spine ci mostra ancora che se noi vogliamo conseguire la gloria eterna e la corona celeste, dobbiamo, ad imitazione di  Gesù, soffrire in  questo basso mondo e sopportare volentieri, anzi con piacere, tutte le pene temporali.

            Non  vengono  incoronati  d'alloro coloro  che  non  hanno  combattuto valorosamente: non è giusto,  poiché Gesù ha tanto sofferto per meritarci questa corona immortale, che noi rimaniamo delle membra delicate, delle persone oziose che cercano solo il loro benessere. (…) Questa corona di spine è anche uno specchio che confonde quella mostruosa superbia, inconcepibile anche nei secoli passati, e che vediamo anche ai nostri giorni apparire sulla testa degli uomini a discapito dell'antica semplicità e umiltà cristiana.

            Certamente alcune forme di lusso farebbero piangere i grandi santi  di cui Dio si è servito per impiantare la fede di Gesù Cristo, se vedessero la presente epoca ripiena di un fasto che oscura la bellezza della nostra religione e che a fatica  ci fa scorgere nella condotta dei cristiani qualche resto del disprezzo che gli antichi padri nutrivano per le vanità del mondo pagano.

            Cosa direbbero oggi quei grandi Apostoli nel vedere nella maggior parte dei cristiani ciò che detestavano con tanto orrore, soprattutto riguardo alle donne? San Paolo infatti proclamava con la sua autorità  apostolica: “… Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo - dico la verità, non mentisco -, maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese. Alla stessa maniera facciano le donne, con abiti decenti, adornandosi di pudore e riservatezza, non di trecce e ornamenti d'oro, di perle o di vesti sontuose, ma di opere buone, come conviene a donne che fanno professione di pietà” (1^Tim.2,6-10).

            Questa testa coronata di spine ci invita anche alla  pazienza e ad unirci alle sofferenze di Gesù quando  siamo tormentati da ansie spirituali, quando dobbiamo sopportare dolori fisici o interiori che, confondendoci  la testa, ci offrono un modo stupendo di pregare e di acquistare meriti, in unione a Gesù, con il soffrire e  pregare con le stesse sue intenzioni, con tutte le operazioni del suo spirito e del suo cuore.

            Quello straccio scarlatto, poi, che il nostro dolce Salvatore permise che gli si mettesse addosso per farne oggetto di derisione, come se si trattasse di un mantello regale, ci rappresenta nel suo colore il desiderio ardente che infiammava l'anima sua per acquistarci, mediante questa ignominia quell'abito fulgente di gloria di cui i  santi risplenderanno un giorno in Cielo. Esso ci mostra anche, attraverso un'apparenza così povera e misera, lo stato compassionevole in cui ci siamo messi con i peccati. Ahimé! Per il Battesimo noi eravamo veramente re, poiché possedevamo il Regno dei Cieli con lo stato di grazia santificante; ma purtroppo i nostri delitti ci hanno fatto perdere questa regalità, cioè quel diritto saldamente fondato sui meriti del suo sangue al regno celeste. In tal modo, se non facciamo penitenza, non abbiamo che un'apparenza ben misera di re, che deriva soltanto dal carattere di cristiano. Ma noi  l'abbiamo talmente avvilito, disprezzato che i demòni se ne ridono e burlano come facevano i Giudei nei riguardi del Signore nostro rivestito oltraggiosamente da re per diventare oggetto delle loro derisioni.

 

INVOCAZIONI

            Il mio cuore è trafitto di dolore quando penso in quanti  modi sei stato tormentato e oltraggiato dai perfidi Giudei; ma quando considero in quante maniere tu vieni disonorato nella Santa  Eucaristia, quale triste spettacolo si presenta dinnanzi al mio spirito! Quanti  infedeli non ti conoscono neppure, quanti eretici  vomitano contro di te innumerevoli bestemmie, quanti peccatori rinnovano l'attentato di Giuda.

            Ma in fondo, quali che siano questi oltraggi, ti vengono inflitti dai tuoi nemici dichiarati. Ma i cristiani,  almeno, coloro che si gloriano del nome di “fedeli”, pensano a tributarti gli onori che ti spettano?

            Ahimé, è proprio in questo mistero che sei esposto a tutte le contraddizioni degli uomini. Quando discendi dal Cielo per prendere dimora in mezzo a noi, come vieni ricevuto e accolto? Mentre tanti cristiani abitano in magnifici palazzi, in quale stato, o mio Dio, si trovano le nostre chiese, i tabernacoli e i vasi sacri!

            Gli uomini ti lasciano nella solitudine, e mentre gli  Angeli soli restano a costituire la tua corte, si vede appena in una giornata qualcuno che venga ad adorarti!

            Si vedono alcuni che, passando davanti alla porta di una chiesa, non si degnano neppure di entrare ad adorarti. Ma quel che grida veramente vendetta davanti a Dio, sono le irriverenze e le immodestie. Questi  vi entrano frettolosamente e ne escono ancora più in fretta, senza neppure essersi accorti di essere davanti al loro Re e Giudice; questi gettano uno sguardo qua e là, eccetto dalla parte del Tabernacolo, dove tu  dimori.

            Qual è dunque l'atteggiamento della maggior parte degli uomini? Non sembra che, a somiglianza dei Giudei, ti facciamo oltraggio, invece di onorarti? E tutte quelle donne mondane, con le loro acconciature vistose  e il loro portamento affettato, non vengono che per  essere ammirate e amate, invece di onorare e amare te, derubandoti come dei demòni di ciò che più ti appartiene. Ahimè, quante parole e quanti discorsi per lo meno inutili! Quanti sguardi e pensieri peccaminosi. E tu lo vedi, mio amabile Gesù, tu lo sai. Giudice  benigno, la cui dolcezza si muterà però un giorno in collera spaventosa e implacabile.

            O dura necessità in cui ti ha posto, mio Dio, la tua bontà infinita e il desiderio di donarti a noi!

 

PROPOSITI

            Ah! Amabile Signore del Cielo e della terra, io ti vedo qui abbandonato e oltraggiato, mentre c'è chi con tanta devozione fa la corte ai re della terra; ma mentre ognuno si tiene dinnanzi ad essi nel più grande rispetto, come vieni trattato tu, Signore dei signori, in qual modo ti si parla? L'unica decisione da prendere in questo caso è di piangere questi disordini e cercare di ripararli. (…).

            Da parte nostra, mio Signore e mio Dio, ci prostriamo dinnanzi a te in nome di tutti i nostri fratelli per domandarti perdono e renderti riparazione; ti promettiamo di applicarci con tutte le nostre forze affinché tu sia da tutti onorato, riverito nelle sante chiese  e ricevuto sempre con buone disposizioni. Noi vogliamo, mediante la tua santa Grazia, che le azioni di ogni giornata della nostra vita siano una continua preparazione a ben riceverti: sì, mio Dio, ogni nostra preghiera, ogni nostro digiuno, elemosina e opera buona, non avrà altro fine che quello di ben disporci a quella grande, sublime azione in cui, ricevendo la Santa Ostia, riceviamo te stesso.

            Infine, poiché tu poni le tue delizie nel dimorare tra noi, sarà per noi una gioia venire ad adorarti nelle chiese, a conversare cuore a cuore con te. E mentre gli Angeli e i Santi del Cielo continuamente ti ripetono “Santo, Santo, Santo”, noi poveri pellegrini in esilio su questa  terra ripeteremo: lode, onore, benedizione e rendimento di grazie, amore all’amatissimo Gesù nascosto per noi nella Santa Eucaristia. Sia glorificato in eterno e la sua gloria si diffonda per l'universo intero e lodati in Lui, con Lui e per Lui siano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen!

 

Gesù a Santa Faustina Kowalska


“Desidero che i miei Sacerdoti annunzino questa mia grande misericordia per le anime peccatrici. Il peccatore non tema di avvicinarsi a Me. Anche se l’anima fosse come un cadavere in piena putrefazione, se umanamente non ci fosse più rimedio, non è così davanti a Dio. Le fiamme della misericordia mi consumano, desidero effonderla sulle anime degli uomini. Io sono tutto amore e misericordia. Un’anima che ha fiducia in Me è felice, perché Io stesso mi prendo cura di lei. Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abiezione, mai esaurirà la mia misericordia, poiché più vi si attinge più aumenta. Figlia mia, non cessare di annunziare la mia misericordia, facendo questo darai refrigerio al mio Cuore consumato da fiamme di compassione per i peccatori. Quanto dolorosamente mi ferisce la mancanza di fiducia nella mia bontà! Per punire ho tutta l’eternità, adesso invece prolungo il tempo della misericordia per loro. Anche se i suoi peccati fossero neri come la notte, rivolgendosi alla mia misericordia, il peccatore mi glorifica e onora la mia Passione. Nell’ora della sua morte Io lo difenderò come la stessa mia gloria. Quando un’anima esalta la mia bontà, Satana trema davanti ad essa e fugge fin nel profondo dell’inferno. Il mio cuore soffre perché anche le anime consacrate ignorano la mia Misericordia e mi trattano con diffidenza. Quanto mi feriscono! Se non credete alle Mie parole, credete almeno alle Mie piaghe!”

 

ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE, ECCO ORA IL GIORNO DELLA SALVEZZA

E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2^Cor.6,1-2)

Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me;  per questo mi ha consacrato con l'unzione,  e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,  per proclamare ai prigionieri la liberazione  e ai ciechi la vista;  per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. (Lc.4,16-19)

LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

UN ANNO DI GRAZIA LAURETANO

Venerdì, 8 settembre 2006 – Sabato, 8 settembre 2007

AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI UN UMILE CONSIGLIO

PER DARE MAGGIORE RISONANZA AL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELLE TRASLAZIONI MIRACOLOSE

UN PELLEGRINAGGIO PAPALE

SUI LUOGHI DELLE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI” STORICAMENTE DOCUMENTATE

* A TERSATTO ove rimase per circa 3 anni e mezzo (10.5.1291-10.12.1294)

* Ad ANCONA (loc. POSATORA), ove rimase per nove mesi (nel 1295).

* Nella Selva della signora LORETA (Loc. BANDERUOLA), ove rimase per circa 8 mesi (dalla fine del 1295).

* Sul campo dei due fratelli di nome Antici, ove rimase per circa 4 mesi, dal 10 agosto 1296(presso il Palazzo Apostolico Lauretano).

* Sulla pubblica strada, cioè nel SANTUARIO LAURETANO ove ancor ora si trova, forse dal 2 dicembre 1296.

 

LEONE XIII

(Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose.

 

UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE

www.lavocecattolica.it/unavoce.htm

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.        Prof. Giorgio Nicolini   -   giorgio.nicolini@poste.it

 

RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”

“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).

 “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,

non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”

(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc.1,26-38)

 

 L’APOSTASIA LAURETANA

 

La corrispondenza con il Vescovo di Loreto è leggibile all'indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/corrispondenze.vescovo.loreto.htm

 

Il 28 marzo 2006 l’Agenzia Internazionale ZENIT ha pubblicato una intervista al Prof. Giorgio Nicolini con gli ultimi aggiornamenti sugli studi riguardo alla “verità” delle  “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth.

Leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/intervista.zenit.htm

 

IL TRASFERIMENTO DEL VESCOVO DI LORETO, MONS. GIANNI DANZI

www.lavocecattolica.it/rimozione.vescovo.htm

 

PUBBLICO IL SOTTOSTANTE MESSAGGIO A TITOLO INFORMATIVO, SENZA ESPRIMERE alcun giudizio VERSO MONS. RAVASI, NON POTENDO REPERIRE nella loro completezza i testi citati e il reale significato ad essi dato da mons. ravasi, di cui ho sincera stima, e sperando da lui anche migliori delucidazioni. Ma se Mons. Ravasi (o altri) venisse a Loreto, per poi “razionalizzare” anche lui “la verità storica” delle “traslazioni miracolose” e negarne o dubitarne l’autenticità - contro gli insegnamenti della Chiesa - la Vergine Immacolata non lo gradirebbe a Loreto e mi troverà ancora più fortemente “difensore” della Santa Casa. NON SI COLMI LA MISURA! (cfr. Mt.23,32), poiché dice la Scrittura: “Ma se colmi la misura con giudizi da empio, giudizio e condanna ti seguiranno” (Gb.36,17).

Prof. Giorgio Nicolini

 

----- Original Message -----

From: G.B. (…omissis…)

To: giorgio.nicolini@poste.it

Sent: Thursday, January 11, 2007 11:54 AM

Subject: Loreto e gli Arcivescovi

 

            Con Mons. Ravasi forse si andrà... di bene in meglio! Ironicamente parlando.

            Era il 31 marzo 2002 - domenica di Pasqua - quando "Il Sole 24 ore" pubblicò un articolo di mons. Gianfranco Ravasi, intitolato «Non è risorto, si è innalzato».  Fece molto scalpore.

            Scriveva Ravasi che la cosiddetta "risurrezione": «È un evento che si radica nel tempo e nello spazio, è cioè nella morte e in una tomba, e che perciò ammette una verificabilità storica; ma esso fiorisce nell'eterno e nel divino, ed è per questo che esige un'analisi nella fede e nella teologia. Nella sua sostanza la Pasqua di Cristo è una realtà trascendente e come tale supera la pura verifica storica».

            E' ben vero che la Pasqua di Gesù il Cristo è una realtà trascendente: ma è una "realtà" che nel tempo e nello spazio non è soltanto "radicata" poiché vi si manifesta veramente con una presenza viva, reale, corporea e perfino fisica. Tacere questo equivale sostanzialmente a negare la credibilità storica delle testimonianze evangeliche.

            In un altro passaggio dell'articolo il celebre biblista scrive: «Il Nuovo Testamento esprime la “risurrezione” con il verbo eghéirein, “risvegliare” dalla morte, simbolicamente intesa come un sonno, oppure con il verbo anístemi, “levarsi, sorgere in piedi”. Dietro il velo del linguaggio simbolico si vuole indicare che Gesù...» eccetera.

            Ecco, l'ha detto: in merito alla risurrezione il Nuovo Testamento userebbe un «linguaggio simbolico».

            A questi ragionamenti risponde il discorso di Benedetto XVI

(http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/october/documents/hf_ben-xvi_spe_20061019_convegno-verona_it.html ) a Verona: «La risurrezione di Cristo è un fatto avvenuto nella storia, di cui gli Apostoli sono stati testimoni e non certo creatori».

            Auguri.

Giuseppe. B.

(messaggio firmato)

 

LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA

PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”

Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                       (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

                               

PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

 

            Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.

            Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.

            Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.

            Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.

            Amen.

 

Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro

La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

 

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 gennaio 2007, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

Cari figli, mettete la Sacra Scrittura in un luogo visibile nella vostra famiglia e leggetela. Così conoscerete la preghiera del cuore e i vostri pensieri saranno in Dio. Non dimenticate che siete passeggeri come un fiore in un campo che si vede da lontano, ma in un attimo sparisce. Figlioli, lasciate un segno di bontà e d’amore ovunque passiate e Dio vi benedirà con l’abbondanza della Sua benedizione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

(La Regina della Pace a Mediugorie, 25 gennaio 2007)

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

SANTA GIANNA BERETTA MOLLA

Come conservare la purezza?

Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.

La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...

La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.

È libero colui che è capace di resistere, di lottare.

 

PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA

LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI

www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm

www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE

E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti

(Martin Luther King)

 

SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI

AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET

Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)

 

Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet

www.lavocecattolica.it

www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm

www.lavocecattolica.it/lettera25gennaio2007.htm

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

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LEGGI NELLA CORRISPONDENZA SOTTOSTANTE LA SEMPLICE PROCEDURA DA SEGUIRE

Gentilissimo Prof. Nicolini, ho appena letto con piacere l'allegato. Ma che fatica! E' proprio necessario formattare con tutti quei colori e sfondi il testo? Scusandomi per la franchezza, forse eccessiva, credo che una maggiore sobrietà dell'impaginazione faciliterebbe la lettura. Cordialmente saluto. Alessio.

LA RISPOSTA SULL’UTILIZZO DEI COLORI E COME TRASFORMARE TUTTI I TESTI IN BIANCO E NERO

Caro Alessio, l'utilizzo dei diversi colori nelle parole del testo hanno lo scopo di COSTRINGERE A FERMARE L'ATTENZIONE su quella parola o su quel concetto che voglio evidenziare maggiormente, anche se costa fatica a chi legge. Ma proprio quella fatica fa fissare meglio una parola od un concetto. Altrimenti chi legge scorre con superficialità e non si ferma su punti molto importanti. Ogni parola che scrivo infatti è stata "misurata" e quando la evidenzio di più e "colpisce" l'occhio (cioè, lo disturba), colpiscono in quel modo anche l'intelligenza e si fissano meglio. Certe parole vogliono anche essere "una pietra" per coloro cui sono dirette "in prima persona", e che non vogliono vedere né sentire. Si dice che in Internet le parole ingrandite hanno lo stesso significato di uno che alza il tono della voce per farsi sentire con più forza. Per questo le uso. Almeno questo è il mio intento. Tuttavia tengo in considerazione il tuo invito alla sobrietà.

Vorrei comunque ricordarti, in ogni caso, che il testo che invio è in formato "Word" perché uno lo possa liberamente trasformare.      Se tu, infatti, fai delle semplicissime variazioni in modo autonomo, puoi avere il testo nel modo che vuoi tu, totalmente in bianco e nero. Basta andare su "Modifica", fare "Seleziona tutto", poi cliccare sul pulsante destro del "mouse", facendo comparire varie voci tra cui "Carattere". Cliccando su "Carattere" e poi sui colori dei caratteri il "Nero", il testo ti diventerà in pochi attimi in bianco e nero. Così pure se vuoi togliere totalmente tutti gli sfondi, basta andare su "Formato" e togliere ogni sfondo, con un paio di manovre.

Hai ragione, basterebbe modificare il formato prima di iniziare a leggere… A volte non ci si pensa, a volte fa fatica. Grazie comunque per tutto quello che scrivi; fa piacere vedere che c'è chi si impegna oggigiorno, con i più svariati mezzi, per promuovere la fede in Dio. E fa piacere anche leggere cose che altrimenti non si conoscerebbero. Una preghiera. Alessio.

 

Se venisse un altro Giona, crederemmo? Le nostre città crederebbero? Oggi ancora, per le grandi città, per le Nìnive moderne, Dio cerca dei messaggeri della penitenza. Abbiamo il coraggio, la fede profonda, la credibilità necessarie per toccare i cuori e aprire le porte alla conversione?  Card. Joseph Ratzinger

 

 

Nazareth-loreto-lourdes-fatima-mediugorie

Nella Santa Casa di Nazareth Maria è stata concepita “Immacolata” nel grembo di Sant’Anna e Dio, per preservare dalla distruzione quella Casa benedetta, l’ha fatta trasportare miracolosamente in “vari luoghi”, da Nazareth a Tersatto e sino a Loreto. A Lourdes Maria ha “confermato” di essere l’Immacolata Concezione, avvenuta nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. A Fatima Maria ha chiesto la consacrazione al suo Cuore “Immacolato” ed ha preannunciato il futuro trionfo del suo Cuore Immacolato. A Mediugorie Maria sta ora portando a compimento il trionfo del suo Cuore Immacolato, con di fronte a sé, collegati dall’altra parte del Mare Adriatico, Ancona-Loreto con la Santa Casa di Nazareth ove proprio il suo essere spirituale (la sua anima, il suo cuore) fu concepito “Immacolato”.

 

La Santa Casa di Loreto è il luogo che accolse la Santa Famiglia di Nazaret.

Scrisse Giovanni Paolo II: Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.

 

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