*

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.2801766 o Cell. 338.2892353). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.         Prof. Giorgio Nicolini   -   giorgio.nicolini@poste.it

 

RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”

“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).

 “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,

non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”

(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc.1,26-38)

 

 L’APOSTASIA LAURETANA

 

            Non avendo ricevuto alcun “segno” di possibilità di contatto con il Vescovo di Loreto, dopo avere pregato ed avere esaminato la mia coscienza, ricordando l’ammonimento della Parola di Dio “… PROFITTANDO DEL TEMPO PRESENTE, PERCHE’ I GIORNI SONO CATTIVI” (Ef.5,16), per non rendermi responsabile di una omissione davanti a Dio e davanti alla Chiesa, ho deciso di rendere pubblica “subito” tutta la sottostante corrispondenza con il Vescovo di Loreto, affidandola alla Vergine Immacolata e al suo santissimo sposo San Giuseppe.

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

L’ULTIMA RICHIESTA MEDIANTE POSTA ELETTRONICA FATTA AL SEGRETARIO DEL VESCOVO DI LORETO

 

----- Original Message -----

From: Giorgio Nicolini

To: ….. (omissis) …..

Sent: Thursday, March 23, 2006 1:51 AM

Subject: La lettera per il Vescovo Mons. Danzi

Ancona, 23 marzo 2006

 Caro Padre Stefano,

    ti invio questo breve messaggio solo per informarti che ho spedito in mattinata una lunga Lettera per Mons. Danzi, in risposta a quella da lui inviata all'Avv. Dal Pozzo. Gliel'ho spedita mediante Raccomandata con Ricevuta di Ritorno. La lettera è "molto grave".

    Qualora mons. Danzi volesse convocarmi per parlarne "subito" ti pregherei di telefonarmi e di farmelo sapere in giornata. Altrimenti entro domani stesso sarò obbligato IN COSCIENZA a rendere pubblico tutto il testo attraverso Internet e la mia Lettera Informativa. Non è una "minaccia", ma solo un atto di carità, verso il Vescovo e la Chiesa.

    Ti saluto con gratitudine, uniti nella preghiera. 

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

 

LA CORRISPONDENZA CON IL VESCOVO DI LORETO

 

LA RICHIESTA “FORMALE” DI UDIENZA del Prof. GIORGIO NICOLINI

avanzata a Sua Ecc.za Mons. GIANNI DANZI, Arcivescovo di Loreto

per mezzo del Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone

 

A Sua Ecc.za Rev.ma, Mons. Gianni Danzi

Arcivescovo Delegato-Pontificio di Loreto

Piazza della Madonna, 1 - 60025 LORETO (Ancona)

 

OGGETTO: Richiesta di Udienza da parte del Prof. Nicolini Giorgio, in relazione alla storia e al culto della Santa Casa a Loreto - Con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”

 

Firenze, 20 febbraio 2006

Beati Giacinta e Francesco Marto

Ecc.za Rev.ma,

            per conto del Prof. Nicolini Giorgio, di Ancona, già a Lei noto, e già ricevuto da Lei in Udienza in data 8 novembre 2005, mi incarica di presentarLe, a suo nome, una formale richiesta di Udienza urgente da concedere al medesimo, possibilmente prima dell’inizio della prossima Quaresima, e comunque entro e non oltre la Quaresima stessa.

            Il Prof. Nicolini inoltra, per mio tramite, la presente richiesta in adempimento delle norme del Codice di Diritto Canonico.

            Con l’occasione sono a trasmetterLe, per la Sua opportuna conoscenza, la Lettera da me inviata al Sommo Pontefice Benedetto XVI, in data 14 febbraio 2006 e quella al Card. Francis Arinze, in data 17 febbraio 2006.

            Con i più deferenti ossequi.

Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone

Posta Elettronica: dalpozzo.francesco@tin.it

Via Vecchia Bolognese, 321 – 50010 FIRENZE

Facsimile 055.400707

 

LA RISPOSTA DI DINIEGO di Sua Ecc.za Mons. GIANNI DANZI, Arcivescovo di Loreto

alla RICHIESTA “FORMALE” DI UDIENZA del Prof. Giorgio Nicolini

avanzata per mezzo del Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone

 

Loreto, 2 marzo 2006

Egregio Signore

Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone

FIRENZE

 

Egregio Avvocato,

            mi premuro dare riscontro al Suo scritto del 20.02.2006 patrocinante la tesi sostenuta dal Prof. Nicolini Giorgio circa la translazione della Santa Casa di Loreto.

            Più volte ho ricevuto ed ascoltato il Prof. Nicolini, più volte è stato ascoltato telefonicamente: spesso è stato un dialogo tra sordi, o meglio, un tentativo, anche attraverso minacce ed anatemi, da parte del Prof. Nicolini di piegare la mia persona ad accogliere le sue tesi. Non essendo di fronte a dogmi di fede, credo, comunque sia opportuno lasciare uno spazio adeguato alla ricerca scientifica e al confronto critico su risultati raggiunti.

            Per questo credo inutile, perché inefficace, ogni altro incontro con il Prof. Nicolini.

            Se lui vorrà, come sempre gli si è permesso, potrà approfondire le Sue tesi con Padre Giuseppe Santarelli che nelle questioni care al professore ha adeguata competenza.

            Se poi, il Prof. Nicolini, vorrà ricorrere alle Autorità Superiori, quale la Congregazione per la Dottrina della Fede, lo faccia liberamente.

            Certo della Sua comprensione, profitto della circostanza per porgere deferenti ossequi.

GIANNI DANZI

Arcivescovo-Delegato Pontificio di Loreto

 

Il testo originale è leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/danzi.risposta2marzo2006.htm

 

LA RISPOSTA DEL PROF. AVV. FRANCESCO DAL POZZO D’ANNONE

a Sua Ecc.za Mons. GIANNI DANZI, Arcivescovo di Loreto

al diniego alla RICHIESTA “FORMALE” DI UDIENZA

 

 

Ecc.za Rev.ma Mons. GIANNI DANZI

Arcivescovo Delegato-Pontificio di LORETO

Piazza della Madonna, 1 - 60025 - LORETO (Ancona)

e per conoscenza:

ALLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO – Roma

ALLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE - Roma

ALLA CONGREGAZIONE PER I VESCOVI - Roma

ALLA CONFERENZA EPISCOPALE MARCHIGIANA – Macerata

A Mons. ANGELO COMASTRI, Vicario del Santo Padre - Roma

A Padre GIUSEPPE SANTARELLI, Direttore “Congregazione Universale della Santa Casa” - Loreto

                 LORO SEDI

                         

OGGETTO: La storia e il culto della Santa Casa di Nazareth a Loreto.

Con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”

Firenze, 8 marzo 2006

 

Ecc.za Rev.ma,

            con riferimento alla Sua risposta del 2 u.s., in ordine alla richiesta di Udienza avanzataLe per mio tramite dal Prof. Giorgio Nicolini, di Ancona, mediante la lettera da me inviatale in data 20 febbraio 2006, devo innanzitutto informarLa che il Prof. Nicolini si è stupito non poco nell’apprendere di essere stato già più volte da Ella ricevuto e anche telefonicamente ascoltato. Il Prof. Nicolini mi incarica di dichiararLe fin da ora che ciò non è mai avvenuto: cioè, né di avere mai parlato telefonicamente con Lei, né di essere stato ricevuto da Lei più volte, all’infuori della sola breve Udienza concessagli l’8 novembre 2005. In proposito, nei prossimi giorni Ella riceverà dal medesimo una lettera a maggior chiarimento.

            Anche il Padre Giuseppe Santarelli, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”, per parte sua, aveva da tempo assunto un analogo atteggiamento negativo verso il Prof. Nicolini: e anche più di recente, in occasione della pubblicazione in Internet del resoconto integrale sullo status della “questione lauretana” (cfr. Sito del Prof. Nicolini www.lavocecattolica.it), di cui egli era stato informato dal Prof. Nicolini mediante lettera.

La “veridicità storica” della “Miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth, come il Prof. Nicolini ha già ampiamente pubblicato e documentato e m’incarica di ricordarLe, pur non essendo oggetto di formale asseverazione “ex-cathedra, è tuttavia suffragata da tante e tanto autorevoli e secolari pronunce “canoniche” da parte dei Sommi Pontefici, e di Santi e studiosi, da costituire parte integrante del traditur cristiano, in specie “cattolico-romano”, da non consentire varianti che “arbitrariamente” si discostino da esso con la pretesa di innovarlo, e così, inevitabilmente, snaturarlo, sino a negarlo.

Il Prof. Nicolini, naturalmente, a questo punto si riserva di adempiere ad ogni ulteriore, idoneo passo – presso le Superiori Autorità Ecclesiastiche - per il ripristino della “verità storica” della “Miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, in uno con quello delle celebrazioni liturgiche a sua memoria, “arbitrariamente” misconosciuta e soppressa “di fatto” nella Basilica Pontificia Lauretana.

            Tale pratica è già stata inoltrata presso la “Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti”, con protocollo di riferimento n°1802/05/L. Inoltre ogni documentazione viene fatta pervenire anche alla Suprema Autorità del Sommo Pontefice, Sua Santità Benedetto XVI.

            Tanto dovevo.

Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone

 

 

LA RISPOSTA DEL PROF. GIORGIO NICOLINI

a Sua Ecc.za Mons. GIANNI DANZI, Arcivescovo di Loreto

AL DINIEGO ALLA RICHIESTA “FORMALE” DI UDIENZA

 

Ecc.za Rev.ma Mons. GIANNI DANZI

Arcivescovo Delegato-Pontificio di LORETO

Piazza della Madonna, 1 - 60025 - LORETO (Ancona)

          e per conoscenza:

Al Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo

ALLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO

ALLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

ALLA CONGREGAZIONE PER I VESCOVI

ALLA CONFERENZA EPISCOPALE MARCHIGIANA

A Mons. ANGELO COMASTRI, Vicario del Santo Padre

A Mons. EDOARDO MENICHELLI, Arcivescovo di Ancona

A Padre GIUSEPPE SANTARELLI, Direttore “Congregazione Universale della Santa Casa”

A Padre MARZIO CALLETTI, Rettore del Santuario di Loreto

                 LORO SEDI

                         

OGGETTO: La storia e il culto della Santa Casa di Nazareth a Loreto.

Con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”

Ancona, 19 marzo 2006

San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale

Custode della Santa Casa di Nazareth

Ecc.za Rev.ma,

            Le scrivo questa nuova lettera, con riferimento alla Sua risposta del 2 marzo scorso, in ordine alla richiesta di Udienza da me avanzataLe per il tramite del Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo, di Firenze, mediante lettera da lui inviatale in data 20 febbraio 2006.

            Tale richiesta di Udienza è stata da Lei rifiutata perché - nella Sua lettera di risposta - ha giudicato “inutile” ed “inefficace” ogni altro incontro con me.

            Nella “Lettera Aperta” che scrissi al Rettore del Santuario della Santa Casa, Padre Marzio Calletti, e a Lei fatta pervenire (cfr. indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/lettera24novembre2005.htm), gli scrivevo: “Gesù con molta chiarezza ce lo ha insegnato, e il nuovo Vescovo di Loreto ne è autorevole portavoce: “Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Mt.5,37). San Paolo, a tal proposito, ci è impareggiabile maestro: “Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza di esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio. Non vi scriviamo in maniera diversa da quello che potete leggere o comprendere; spero che comprenderete sino alla fine… Forse in questo progetto mi sono comportato con leggerezza? … in maniera da dire allo stesso tempo «sì, sì» e «no, no»?” (2^Cor.1,12-13.17-18).

            Il Santo Padre Benedetto XVI, nell’incontro con il Clero della Diocesi di Roma all’inizio della Quaresima, il 2 marzo scorso, disse nel suo discorso: “Come si potrebbe immaginare il governo della Chiesa senza questo contributo, che talvolta diventa molto visibile, come quando Santa Ildegarda critica i Vescovi, o come quando Santa Brigida e Santa Caterina da Siena ammoniscono e ottengono il ritorno dei Papi a Roma?...”.

            A proposito di Santa Caterina da Siena, ella infatti così talvolta scriveva ai Vescovi: Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo” (Lettera 16, al Card. di Ostia, a cura di L. Ferretti, I, 85).

            L’ex-Card. Ratzinger, infine, ci insegnò un importante criterio per il discernimento:Adulta non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità. Questa fede adulta dobbiamo maturare, a questa fede dobbiamo guidare il gregge di Cristo… In Cristo, coincidono verità e carità. Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo, anche nella nostra vita, verità e carità si fondono. La carità senza verità sarebbe cieca; la verità senza carità sarebbe come “un cembalo che tintinna” (1^Cor.13,1) (Omelia del Card. Ratzinger di Lunedì 18 aprile 2005, Basilica Vaticana, durante la Santa Messa «per l'elezione del Romano Pontefice»).

            Tutto ciò premesso, debbo qui innanzitutto esprimerLe il mio vivo stupore nel leggere, nella Sua lettera di risposta al Prof. Dal Pozzo, di essere stato io già più volte da Lei ricevuto e anche già più volte da Lei telefonicamente ascoltato, quando Lei sa bene che ciò non è mai avvenuto: poiché io ho solo parlato in questi mesi, qualche volta, con il Suo Segretario, per chiedergli di interporsi per farmi concedere (ma inutilmente) una Udienza da Lei, ma non ho mai avuto - neppure una volta - la possibilità di poter parlare con Lei telefonicamente, né ancor meno sono stato ricevuto da Lei “più volte”, all’infuori della sola breve Udienza (circa 20 minuti effettivi) concessami l’8 novembre 2005.

            Voglio farLe presente, Ecc.za Rev.ma, che le affermazioni da Lei scritte in un “documento ecclesiastico ufficiale” - quale è la lettera inviata all’Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo di Firenze - costituiscono oggettivamente una “grave offesa” alla verità e, mi perdoni, anche alla carità.

            Sono rimasto, poi, profondamente sconcertato e molto addolorato nel leggere pure di “minacce” ed “anatemi” che Le sarebbero stati da me fatti per “tentare di piegare la sua persona alle mie tesi”. Nella realtà, io ho fatto solo delle richieste, anche pressanti, per avere la possibilità di poterLe mostrare e dimostrare ciò che denuncio da anni: e cioè, le “falsificazioni documentali” operate dal Padre Giuseppe Santarelli, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”, e anche da altri autori, sulla questione lauretana. Ciò allo scopo di informarLa al riguardo, affinché potesse prendere i dovuti provvedimenti, secondo le responsabilità del suo “ufficio”, e così prevenire uno scandalo nella Chiesa e davanti all’opinione pubblica, qualora si fosse venuto a conoscenza di quelle “falsificazioni”. Io non so, perciò, quando e in che modo io abbia mai potuto rivolgerLe minacce ed anatemi, all’infuori di quelle richieste sopraddette (leggibili anche in Internet, all’indirizzo www.lavocecattolica.it/santacasa.htm), fatte sicuramente con molta fermezza, data l’amara esperienza di elusività di altre precedenti autorità ecclesiastiche interpellate con lo stesso scopo.

            La mia “fermezza” nel rivolgermi a Lei, inoltre, ha fatto sempre riferimento a richieste di “un chiarimento definitivo”, al fine di renderLe possibile di poter intervenire d’autorità nel far cessare le “falsificazioni documentali” operate dal Padre Santarelli. Tali “falsificazioni” vengono diffuse dalla Basilica Pontificia Lauretana da circa un trentennio e hanno operato una devastazione incalcolabile della “verità” riguardo alla Storia Lauretana, facendone abbandonare ormai quasi all’intera Chiesa “la verità” sia riguardo all’autenticità della Santa Casa di Nazareth presente a Loreto come riguardo alla verità storica della “miracolosità” della traslazione.

            Io mi sono rivolto a Lei, come ad altre autorità ecclesiastiche, sempre con umile, filiale e fiduciosa riverenza, desideroso soltanto di offrire il mio sincero contributo alla causa della verità sulla “questione lauretana”, in obbedienza ad “obblighi di coscienza” - della mia coscienza - da me in nessun modo eludibili, e in adempimento di precisi obblighi canonici, che ogni fedele cattolico dovrebbe sempre ottemperare per essere “un vero figlio” della Santa Chiesa.

            Tutte le numerose lettere scritte ed appelli fatti negli ultimi anni - e da chiunque leggibili in Internet, nel mio Sito www.lavocecattolica.it -, ne sono una inequivocabile testimonianza.

            In proposito, anche a Lei scrissi, sempre con rispetto e fiducia, la Lettera che Le consegnai nell’Udienza dell’8 novembre 2005 (leggibile in Internet all’indirizzo www.lavocecattolica.it/danzi.htm), nella quale tra l’altro Le chiedevo quanto segue.

 

            Ecc.za Rev.ma Mons. GIANNI DANZI,

            voglio anzittutto esprimerLe la mia profonda gratitudine per l’Udienza concessami in data odierna. Al fine di “semplificare” e “fissare” le principali richieste che Le volevo umilmente presentare, mi permetto di lasciarLe la presente Lettera, a modo di “pro-memoria”, rimandando - per ogni specifico approfondimento - alla Lettera già scritta a Mons. Angelo Comastri (in data 1° novembre 2004), alla Lettera scritta a Sua Santità Benedetto XVI (in data 19 giugno 2005), al mio libro “La veridicità storica della Miracolosa Traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto” e alle altre documentazioni che già Le ho fatto pervenire sin dal primo mese dell’inizio del Suo ministero episcopale a Loreto. ... (omissis) …Nell’odierna Udienza concessami, di cui Le sono profondamente grato, Le chiedo di nuovo, con umile franchezza e fermezza, per il bene delle anime redente dal Sangue di Cristo e ad onore e gloria della Santa Chiesa, di:

 

Di tutte le suindicate richieste, Ecc.za Rev.ma, non solo neppure una di esse è stata soddisfatta, ma è accaduto che Lei stesso, contrariamente a quanto assicuratomi a voce nell’Udienza dell’8 novembre 2005, si è collocato ufficialmente nella stessa posizione mistificatrice del Padre Santarelli, e quindi di negazione della “verità” dell’autenticità della Santa Casa (che sarebbe solo un riassemblaggio di “sante pietre” portate da Nazareth da degli uomini) e di negazione della “veridicità storica” delle “Miracolose” traslazioni (cfr. lettera scrittami in data 28 novembre 2005 e lettera del 2 marzo 2006 scritta all’Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo).

            Tutto ciò, da parte Sua, oltre all’incoerenza tra quanto dettomi personalmente nell’Udienza dell’8 novembre 2005 e tra quanto realmente operato, è a dir poco incomprensibile, se non perché, evidentemente, Lei ancora ignora tutte le innumerevoli ed esaustive “prove” storiche, archeologiche e scientifiche, che hanno sempre confermato “la verità” della “tradizione lauretana”, come attestato, ad esempio, dallo storico e archeologo Padre Floriano Grimaldi, studioso della Santa Casa, il quale in una intervista del 1979 disse fra l’altro: “Tra il 1962 e il 1965 ho eseguito io stesso una serie di scavi archeologici sotto la Casa di Loreto, che hanno pienamente confermato i risultati già noti dalla tradizione. (…) Sono in corso altre ricerche assai complicate come analisi geologiche e micropaleontologiche sulle pietre della casa. Quelle finora compiute hanno dato risultati positivi. Tuttavia non sono solo gli studi scientifici a dare la certezza di trovarci di fronte a un fenomeno soprannaturale. Ci sono altri elementi da prendere in considerazione, come il giudizio della Chiesa, dei Papi e i prodigi…”.

            Infatti, in aggiunta alle “prove scientifiche” inconfutabili, abbiamo persino l’avallo di rivelazioni private di tanti Santi e Sante e anche di un numero incalcolabile di miracoli divini. Ma soprattutto abbiamo l’approvazione solenne della Santa Chiesa Cattolica, che sull’autenticità della Santa Casa e sulla verità storica delle “Miracolose” traslazioni si è pronunciata innumerevoli volte, soprattutto con i pronunciamenti solenni dei Romani Pontefici, i quali hanno così su ciò impegnato tutta la loro Autorità Apostolica. Certamente, come Lei ha scritto al Prof. Dal Pozzo, non siamo di fronte a “dogmi di fede”, e tuttavia non bisogna dimenticare che tali innumerevoli e secolari pronunciamenti dei Sommi Pontefici - sullo specifico caso della Santa Casa di Loreto - costituiscono “approvazione ufficiale della Chiesa” di “un evento miracoloso” quale “mai” in tutta la Storia della Chiesa è stato fatto per nessun altromiracolo”.

Infatti, riguardo al riconoscimento della “verità storica” dell’evento miracoloso della traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, esso è l’unico caso nella Storia della Chiesa di una approvazione ecclesiastica, da parte dei Sommi Pontefici, dichiarata e ripetuta “continuativamente”, “solennemente”, “inequivocabilmente”, in tanti documenti e dichiarazioni ufficiali di ogni genere, dalle origini del Santuario fino ad oggi, per sette secoli. Anche per tale motivo, perciò, nessun altro miracolo approvato dalla Chiesa (e quindi “autentico”, se approvato!) è paragonabile all’approvazione che è stata fatta riguardo al “miracolo” della “traslazione della Santa Casa di Nazareth”, riconosciuta sempre operata “per il ministero angelico”: e quindi vero!...

Tali pronunciamenti pontifici impegnano certamente solo “la fede umana” e non quella “teologale”, ma obbligano ugualmente ad una “riverente obbedienza”, costituendo essi parte del “magistero ordinario” e anche del “magistero solenne” dei Sommi Pontefici, anche se non sono espressi “ex-cathedra”. Per tali motivi non si può ritenere legittimo, per un “vero” cattolico, discostarsi da tali pronunciamenti sino al punto di persino negarli, giudicando così che “tutti” i Sommi Pontefici abbiano sbagliato nell’autenticare un fatto soprannaturale di così universale rilevanza.

Per valutare l’importanza “obbligante” dei pronunciamenti pontifici sulla storia delle “Miracolose” traslazioni della Santa Casa di Nazareth a Loreto, dovrebbe bastarLe la seguente dichiarazione solenne ed inequivocabile del Papa Leone X, fatta con “Breve” del 1° giugno 1515: A testimonianza di tutti, è il primo e il più celebre di tutti i Santuari, perché E’ PROVATO DA TESTIMONI degni di fede che la Santa Vergine, dopo aver trasportato per l’onnipotenza divina, la sua immagine e la propria casa da Nazareth in Dalmazia, quindi nella foresta di Recanati e nel campo di due fratelli, la fece deporre per il ministero degli Angeli, sulla pubblica via, ove trovasi tuttora e dove l’Altissimo, per i meriti della Santissima Vergine, continua a operare miracoli” (Leone X, “Breve” del 1° giugno del 1515, Arch. Vat. Vol. 1924; 232 IX Reg. 70 – f. 74).

            Se il Sommo Pontefice Leone X, come tanti altri Papi prima e dopo di lui, ha dichiarato così solennemente, cinque secoli fa, che tali “Miracolose” traslazioni sono state “provate” da “testimoni degni di fede”, con quale “diritto” si dichiara oggi, dopo sette secoli, che ciò non è vero?... Il documento pontificio di Leone X è così perentorio, chiaro e preciso, che non si può prestare a nessuna capziosa e contorta interpretazione. Ma proprio nel suo libro da me denunciato, “La Santa Casa di Loreto” (ed. 2003, pp.366-369.396), il Padre Santarelli, mentendo, altera e falsifica a tal punto tale pronunciamento pontificio di Leone X da far credere ai lettori che quel Papa non solo abbia detto il contrario di quanto ha realmente scritto e dichiarato in un modo così solenne, ma che addirittura, occultando le parole e stravolgendo il senso di quelle riportate, afferma che il Papa Leone X neppure facesse riferimento, in quel suo “Breve”, specificatamente alla Santa Casa di Loreto (cfr. pag.367). Così pure è stato fatto dallo stesso Padre Santarelli in quel suo libro, e anche da altri autori, riguardo a molte altre “falsificazioni documentali”.

            In tempi a noi più vicini, poi, Le basti ricordare il Beato Pio IX, nativo dell’anconitano e “miracolato” nella stessa Santa Casa Lauretana. A riguardo di essa è rimasta memorabile la sua Bolla “Inter Omnia”, del 26 agosto 1852, nella quale così solennemente dichiara: “Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto. Consacrata dai divini misteri, illustrata dai miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall’affluenza dei popoli, stende ampiamente per la Chiesa Universale la gloria del suo nome, e forma ben giustamente l’oggetto di culto per tutte le nazioni e per tutte le razze umane. (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata molto lontano, oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia”.

            Così, ancora, Leone XIII, nell’Enciclica “Felix Lauretana Cives”, del 23 gennaio 1894, dichiarava: “Questa Casa, come narrano i fasti della Chiesa, non appena fu prodigiosamente trasportata in Italia, nel Piceno, per un atto di suprema benevolenza divina, e fu aperta al culto sui colli di Loreto, attirò immediatamente su di sé le pie aspirazioni e la fervida devozione di tutti, e le mantenne vive nel corso dei secoli”.

            E così Le potrei citare ancora le documentazioni riguardanti innumerevoli altri Papi, da Nicolò IV (1292) sino a Giovanni Paolo II (2005), con “i pronunciamenti solenni” di tanti di essi.

            Se dunque la “Miracolosità” della traslazione della Santa Casa di Nazareth fu accertato essere stato “provato” da “testimoni degni di fede”, come si può affermare oggi che ciò non sia vero, come se tutti “i testimoni” dei secoli passati siano stati tutti dei “mentitori”?... E i Sommi Pontefici si sono fatti tutti “ingannare” con ingenuità per settecento anni?... Il solo “ipotizzare” questa “possibilità” è già una reale grave offesa ai nostri “padri”, dai quali abbiamo ereditato la Fede Cristiana, ed è ancor più una reale grave offesa al Magistero solenne dei Sommi Pontefici, che hanno elaborato i loro “pronunciamenti” dopo lunghi e severi esami “canonici”. E non è forse vero che i Sommi Pontefici possono contare, anche per gli atti che non riguardano il depositum fidei, su di una speciale assistenza dello Spirito Santo? Non ne discende da ciò, anche, come non sia moralmente possibile che Dio abbia permesso che tutti i Papi siano rimasti “ingannati” per sette secoli sulla “questione lauretana”, trascinando nel loro errore l’intera Chiesa?...

            E’ perciò assurdo quanto mi scrive, a riguardo di quelli che Lei giudica come “tentativi” di “piegare” la Sua persona alle mie “tesi”.

            A parte il fatto che io non ho mai tentato di “piegare” alcuno, e tantomeno Lei - nel quale riconosco e venero un Successore degli Apostoli e un Ministro di Dio che mi dona i Sacramenti della Salvezza -, ma le mie “tesi” non sono le “mie” tesi, bensì sono “l’insegnamento” della Chiesa!... E io ho richiesto ripetutamente a Lei solo l’adempimento di obblighi che appartengono al Suo “ufficio” di Pastore e di Delegato Pontificio della Basilica Lauretana, come indicatomi di fare anche dal Segretario del Santo Padre in una telefonata avuta con lui.

            Tutto ciò l’ho adempiuto perché è stato ed è per me realmente un obbligo morale, riguardante la mia coscienza: cioè, la mia coscienza di “cristiano”, la mia coscienza di “cattolico”, nonché di “studioso”, e anche di “marchigiano”, erede delle tradizioni dei miei “padri”; e, ancora, perché tutto ciò lo esige l’amore per la verità, lo esige l’obbedienza agli insegnamenti della Chiesa, lo esigono anche i fedeli, che in tanti a me si sono rivolti e che sono indifesi di fronte alle “menzogne dissacratrici” che all’interno stesso della Basilica Lauretana vengono propagate a profusione da decenni, e che - oltre ad aver sradicato e distrutto in tutta la Chiesa e nell’opinione pubblica mondiale tutta la “tradizione lauretana” - costituiscono una aperta e scandalosa disobbedienza a tutti “i pronunciamenti” dei Sommi Pontefici, fatti da essi per settecento anni.      

            Non devo io obbedire ai Sommi Pontefici, e non devo richiedere che si obbedisca ad essi, in una questione che è di una rilevanza “immensa” a riguardo di tutta la Storia della Chiesa e di una rilevanza ancora “più immensa” a riguardo del bene spirituale ed eterno delle anime?...

In verità, io “sento” vivo nell’intimo quanto asseriva il Salmista: Mi divora lo zelo della tua casa, perché (…) dimenticano le tue parole (Sal.119,139).

Eppure ne aveva già scritto (sulla verità della “miracolosa traslazione”) proprio “un santo”, il Beato Giovanni Spagnoli (detto il Mantovano), nel 1479, che testimoniò e trascrisse i “documenti” allora in suo possesso e risalenti alle origini del Santuario, perché restassero a perpetua memoria, motivando la sua preoccupazione e il suo intento scrivendo testualmente: “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni, non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”. Allora non posso non sentire anch’io nel mio spirito “l’eco” delle parole di San Paolo: Consapevoli dunque del timore del Signore, noi cerchiamo di convincere gli uomini; per quanto invece riguarda Dio, gli siamo ben noti. E spero di esserlo anche davanti alle vostre coscienze. Non ricominciamo a raccomandarci a voi, ma è solo…, perché abbiate di che rispondere a coloro il cui vanto è esteriore e non nel cuore. Se infatti siamo stati fuori di senno, era per Dio; se siamo assennati, è per voi. Poiché l’amore del Cristo ci spinge (2^Cor.5,11-14).

            Non risuonano qui “a proposito” le parole di Santa Caterina da Siena al Cardinale di Ostia? Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo” (Lettera 16, al Card. di Ostia, a cura di L. Ferretti, I, 85).

 

Ecc.za Rev.ma,

            mi permetto di farLe umilmente presente che io ho conseguito il Bacellierato in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Lateranense, con un particolare approfondimento personale della Teologia Morale. Ciò mi fa ritenere, secondo il mio “certo” giudizio, che sussista per Lei l’obbligo morale “grave”, di prendere dei provvedimenti adeguati “contro” gli scritti del Padre Giuseppe Santarelli e di altri autori, e che vengono diffusi dalla Basilica Pontifica Lauretana, i quali sono stati da tanti anni da me, e anche da altri autori, “denunciati” come “falsi” (cfr. R. Mochi, in “Radici Cristiane”, novembre 2005; Prof. Emanuele Mor, in Internet: www.lavocecattolica.it/santacasa.htm).

            Con questo mio stesso scritto intendo perciò rinnovarLe - per l’ultima volta, e se vorrà accoglierla - la mia “denuncia”, riguardo soprattutto al libro principale del Padre Santarelli, dal titolo “LA SANTA CASA DI LORETO” (nelle sue varie edizioni), e che io più volte ho già denunciato - anche ad altre autorità ecclesiastiche “responsabili” - di essere un libro in gran parte falsificato, nelle documentazioni ivi riportate, e che ha ingannato l’intera Chiesa dell’ultimo trentennio, e persino l’ex-Card. Joseph Ratzinger, ora Benedetto XVI, provocando perciò una vera dissacrazione e l’abbandono della “tradizione lauretana”.

            Queste mie affermazioni – scritte e riscritte innumerevoli volte in “lettere” ed “appelli” di ogni genere - costituiscono “formale denuncia canonica (cfr. can. 1391, del C.D.C.), che di per sé La obbligano - sia dal punto di vista “canonico” che dal punto di vista “morale” - a provvedere, secondo le norme ecclesiastiche previste: e cioè, a “verificare” se la mia “denuncia” è “vera” o è “infondata”. Una omissione ecclesiastica nell’adempimento di tale ufficio di “verifica” costituisce già, oggettivamente, una “omissione grave”, perché grave è l’oggetto cui la mia denuncia fa riferimento.

            A riguardo del Padre Santarelli e di eventuali incontri chiarificatori con lui, Le ho già scritto (e anche  detto direttamente a voce nell’Udienza dell’8 novembre 2005), che essi sono stati ricercati e richiesti da me per anni presso lo stesso Padre Santarelli (e documentabile per scritto “almeno” dal 1998). Tuttavia è stato lo stesso Padre Santarelli che tali “incontri chiarificatori” li ha sempre “troncati” appena iniziati, poi li ha “elusi”, ed infine li ha apertamente “rifiutati”. Quindi, al contrario di quanto mi scrive, “non mi si è mai permesso di poter approfondire le mie tesi con lui”.

            Tale confronto diretto tra me e il Padre Santarelli è stato perciò richiesto a lui da me già più volte, sia in incontri personali avuti, sia telefonicamente, sia mediante lettera scritta. Ma a tutte le richieste ho sempre ricevuto un diniego dal Padre Santarelli, al punto da trovarmi costretto a dover richiedere prima a Mons. Comastri (con la Lettera del 1° novembre 2004), e poi a Lei (con la Lettera e nell’Udienza dell’8 novembre 2005), di provvedere d’autorità ad un confronto, alla Sua presenza, tra me e lo stesso Padre Santarelli. Ma neanche tale confronto mi è stato concesso, neppure da Lei.

            Le faccio inoltre presente l’incongruenza di quanto Lei scrive riguardo alla Sua volontà di “lasciare uno spazio adeguato alla ricerca scientifica ed al confronto critico su risultati raggiunti”, quando io Le dichiaro e Le ho già dimostrato, prove alla mano, che tali ultimi risultati raggiunti sono falsi e falsificati. Nel contempo, però, contraddicendo a quanto Lei stesso mi scrive, tale confronto critico viene sistematicamente negato a me che, oltre a poterLe dimostrare di persona le falsità sopra denunciate degli scritti del Padre Santarelli e di altri autori, ho anche pubblicato un libro al riguardo, dal titolo “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”, ove l’ipotesi del trasferimento a Loreto di “sante pietre” della Santa Casa di Nazareth, per opera umana, da parte dei principi Angeli dell’Epiro è dimostrata fantasiosa e inesistente, tanto da doverla definire - per riuscire a farmi capire meglio - come “il Codice da Vinci Lauretano”, nuovo emblema di quanto già aveva profetizzato San Paolo: “Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie” (2^Tim.4,3).

            Il mio libro “La veridicità storica della miracolosa traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto” Le fu da me donato, con altro importante materiale documentativo, attraverso il suo Segretario, nell’aprile dello scorso anno, appena Lei assunse l’incarico di nuovo Vescovo di Loreto.

            Tuttavia, quando sette mesi dopo, e dopo ripetute richieste, potei ottenere la breve Udienza dell’8 novembre 2005, Lei mi richiese un’altra copia del libro, perché mi disse di non ricordare ove aveva messo quello precedente, dimostrando così di non averlo neppure mai esaminato. Ma ha letto poi la seconda copia del libro da me donataLe di nuovo l’8 novembre scorso?... Perché, a questo punto, suppongo che Lei non abbia letto neppure quella seconda copia o non l’abbia letta bene!...

            In ogni caso Lei stesso, oltre alle Lettere scrittemi (del 28 novembre 2005 e al Prof. Dal Pozzo il 2 marzo u.s.), ora ha ufficialmente pubblicato e dichiarato nell’organo ufficiale della Basilica Pontificia Lauretana, Il Messaggio della Santa Casa”, nel numero di febbraio 2006 (pag.33), che “secondo studi storico-archeologici” furono “i crociati” a portare a Loreto “le sante pietre”, utilizzando pretestuosamente a tale scopo, le parole e l’errore storico - fatto in totale buona fede - dell’ex-Card. Ratzinger, in una sua Omelia del 1991, a Loreto.

            Il modo con cui ha esposto nella Rivista Lauretana le parole dell’ex-Card. Ratzinger - e così anche nel libro “Il Santuario di Loreto nella parola di Giovanni Paolo II e del Cardinale Joseph Ratzinger ora Benedetto XVI” - fanno credere che tali parole costituiscano come una affermazione del nuovo Sommo Pontefice Benedetto XVI, facendo così dedurre a chi legge, in modo subliminale, una arbitraria e ingannevole trasposizione: e cioè, “Card. Ratzinger = Benedetto XVI”. La stessa cosa, e in modo ancora più categorico, è stata fatta, nel numero di Marzo 2006 della Rivista “Il Messaggio della Santa Casa”, dal Prof. Giancarlo Galeazzi (pag.76), sempre con il Suo imprimatur.

            Il Santo Padre Benedetto XVI, al contrario, dopo una mia richiesta urgente di intervento, fattagli all’inizio di Dicembre dello scorso anno, per la Festa della “Miracolosa” traslazione del 10 dicembre, Le inviò una bellissima ed inequivoca preghiera, da recitarsi nel Santuario di Loreto.

            In tale preghiera – leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/preghiera.benedettoXVI.htm - il Santo Padre corregge in modo chiarissimo le sue stesse precedenti espressioni pronunciate da Cardinale nell’omelia del 1991.

            In questa preghiera, infatti, il nuovo Sommo Pontefice Benedetto XVI - così come tutti i suoi Predecessori - riconosce di nuovo espressamente, ripetutamente e inequivocabilmente che le Sante Pareti, venerate nel Santuario di Loreto, sono proprio la “Santa Casa” di Nazareth, di Maria, di Giuseppe e di Gesù. Egli infatti, tra l’altro, scrive nella preghiera: “Santa Maria, Madre di Dio, ti salutiamo nella tua casaqui hai vissutoqui hai pregato con Luiqui avete letto insieme le Sacre Scritture…  siete tornati in questa casa a Nazareth  qui per molti anni hai sperimentato…”.

            La Santa Casa di Loreto, quindi, viene ancora confermato - dal nuovo Pontefice - che è proprio “la Casa di Maria”, quella che proprio “era” a Nazareth. Egli, infatti, non parla più di “sante pietre” (portate dai crociati), ma in tale preghiera ora parla, sempre e soltanto, di “Santa Casa”, quella proprio “autentica”, quella che “era” proprio a Nazareth, nella sua “integrità nazaretana”, cioè nelle sue tre Pareti che erano addossate davanti ad una grotta, e costituenti la Camera di Maria dell’Annunciazione. Perciò, per deduzione, si comprende chiaramente - anche se non lo ha scritto esplicitamente - come il Santo Padre abbia voluto anche far comprendere che egli ritenga che la Santa Casa di Nazareth – nelle sue tre Sante Pareti “integre” – non è stata trasportata dagli uomini, poiché il Santo Padre ora ben sa che ciò è architettonicamente e scientificamente impossibile. Delle “pietre”, infatti, si possono anche trasportare “in modo umano”, con una nave, ma “la Santa Casa di Nazareth” intera no!... e soprattutto non all’epoca di cui si tratta, come comprovato dagli studi storici, archeologici e scientifici, fatti a tale riguardo.

            A tale proposito non sarà fuor di luogo ricordare come l’analisi chimica della malta, nei punti dove attualmente tiene unite le pietre, presenta caratteristiche chimiche particolari, proprie della zona di Nazareth, con una omogeneità della tessitura muraria, che esclude ogni possibilità di “smontaggio” e “rimontaggio” delle pietre delle Pareti della Santa Casa. Infatti la malta che tiene unite le pietre è uniforme in tutti i punti e risulta costituita da solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna secondo una tecnica dell’epoca, nota in Palestina 2000 anni fa, ma mai impiegata in Italia. Quindi, la Santa Casa non fu mai “scomposta” in blocchi o in pietre, ma è giunta a Loreto - dopo altre precedenti “traslazioni miracolose” - con le pietre già “murate” con la stessa malta usata oltre 2000 anni fa a Nazareth, e così come ancor oggi si presenta.

            La collocazione finale, poi, su una pubblica strada a Loreto, dove ancor oggi si trova, è del pari umanamente impossibile, come hanno attestato tutti gli archeologi ed architetti che nei secoli hanno esaminato il sottosuolo della Santa Casa e la strada pubblica su cui “si è posata”.

            L’architetto Giuseppe Sacconi (1854-1905), ad esempio, dichiarò di aver constatato che “la Santa Casa sta, parte appoggiata sopra l’estremità di un’antica strada e parte sospesa sopra il fosso attiguo”. Disse inoltre che, senza entrare in questioni storiche o religiose, bisognava ammettere che la Santa Casa non poteva essere stata fabbricata, come è, nel posto ove si trova (“Annali Santa Casa”, anno 1925, n.1). Un singolare dato da rilevare, in proposito, a dimostrazione che le tre Sante Pareti “si posarono” sulla strada, e non che vi furono ricostruite, è la singolarità di un cespuglio spinoso che si trovava sul bordo della strada al momento dell’impatto e che vi è rimasto imprigionato.

            Un altro insigne architetto, poi, Federico Mannucci (1848-1935), incaricato dal Sommo Pontefice Benedetto XV di esaminare le fondamenta della Santa Casa, in occasione del rinnovo del pavimento, dopo l’incendio scoppiatovi nel 1921, scrive e asserisce perentoriamente, nella sua “Relazione” del 1923, che “è assurdo solo pensare” che il sacello possa essere stato trasportato “con mezzi meccanici” (F. Mannucci, “Annali della Santa Casa”, 1923, 9-11), e rivelò che “è sorprendente e straordinario il fatto che l’edificio della Santa Casa, pur non avendo alcun fondamento, situato sopra un terreno di nessuna consistenza e disciolto e sovraccaricato, seppure parzialmente, del peso della volta costruitavi in luogo del tetto, si conservi inalterato, senza il minimo cedimento e senza una benché minima lesione sui muri” (Federico Mannucci, “Annali della Santa Casa”, 1932, 290).

            Quindi, se l’intera Santa Casa di Nazareth non possono averla trasportata gli uomini, non può essere stata trasportata altrimenti che miracolosamente, per opera della Onnipotenza Divina, mediante “il ministero angelico”, come testimoniato e tramandato dalla “tradizione”, approvata da tutti i Sommi Pontefici, e ora appunto anche da Benedetto XVI. Infatti anche l’attuale Sommo Pontefice si è collocato sulla medesima linea delle reiterate constatazioni scientifiche, mediante la inequivoca preghiera che Le ha fatto pervenire nel dicembre scorso, “a superamento” delle parole pronunciate in proposito da Cardinale nell’Omelia del 1991, quando comprensibilmente non era ancora abbastanza edotto sugli studi lauretani.

            E’ triste ed avvilente, però, constatare come nella Basilica Lauretana la preghiera di Benedetto XVI venga a tutt’oggi occultata ai fedeli, e ad essi è perciò quasi del tutto sconosciuta, eccetto una sua minima parte, resa leggibile in un “santino”, dove però non emerge il “nucleo” più “esplicito” e “solenne” riguardo al reale pensiero del Santo Padre sulla “verità” della presenza a Loreto della “vera” Santa Casa di Nazareth. Al contrario, è stata invece resa disponibile in Basilica una preghiera anonima che, in modo direi subliminale contraddice e sconfessa le affermazioni contenute nella stessa preghiera del Santo Padre, come ben spiegato e documentato in una Lettera del Prof. Dal Pozzo scritta al Santo Padre in data 14 febbraio 2006 (cfr. testo allegato).

            Inoltre, mentre non si fa conoscere nella Basilica Lauretana la preghiera “intera” del Santo Padre, nel contempo si continua a proporre e a propagare le “falsità” degli studi del Padre Santarelli, come se essi fossero ormai “la verità” indiscussa della Storia Lauretana. Ciò che viene fatto attraverso opuscoli e libri, oltre che mediante la diffusione “mass-mediatica”: ancor di recente Radio Maria, ad esempio, e anche in articoli del quotidiano “Avvenire” (come l’ultimo, del 3 marzo 2006, pag.17), nonché l’ultimo libro “L’Altare degli Apostoli nella Santa Casa di Loreto”, appena edito in questo mese di Marzo, avente sempre il Suo imprimatur e la Sua presentazione.

            Vorrei qui farLe anche presente come “la credenza” nella autenticità della Santa Casa sia inscindibilmente legata a quella della “Miracolosa” traslazione: mettere in dubbio l’una significa accreditare il dubbio sull’altra. Ma in realtà ora nella Basilica Pontificia Lauretana si è fatto assai di peggio: non si mette più “in dubbio” nulla, ma semplicemente si nega apertamente, sia l’autenticità della Santa Casa (nella sua “integralità” delle tre originarie Sante Pareti nazaretane), che ancor più si nega decisamente “la Miracolosità” della traslazione, senza più alcuna possibilità di appello: è l’apostasia totale dalla “verità storica” e dalla “verità archeologica” e “scientifica”, oltre che dagli insegnamenti dei Sommi Pontefici e dalle “rivelazioni” dei Santi. Si può dire, a questo punto, che il caso Lauretano è un caso specifico ed eclatante dell’apostasia silenziosa in atto, già denunciata da Giovanni Paolo II e ribadita anche dallo stesso Benedetto XVI.

            Un eminente studioso della “questione lauretana”, il Prof. Emanuele Mor (già Docente di Elettrochimica all’Università di Genova), dopo aver fatto una magistrale sintesi degli studi scientifici lauretani (leggibili in Internet all’indirizzo www.lavocecattolica.it/esami.scientifici.htm), descrisse con gravità l’apostasia di cui parlano i Sommi Pontefici, in riferimento al caso specifico lauretano: “Se si consulta la letteratura recente sulla Casa di Loreto si riscontra una quasi unanimità nell’affermare che le pietre originarie provengano sicuramente da Nazareth, ma sarebbero state trasportate da uomini, anche se non esistono documenti che lo comprovino. La “traslazione soprannaturale”, secondo tale letteratura, non sarebbe che leggenda e favola. Le prove scientifiche sopra ricordate vengono ignorate per incompetenza o volutamente trascurate. Un fatto è comunque evidente: due secoli, dalla proclamazione dei diritti dell’uomo, del vecchio Adamo che ha ribattuto il suo “Sì” a Satana e il suo “No” a Dio, hanno consentito la diffusione capillare di questi princìpi ad ogni ceto e livello sociale (illuminismo, razionalismo, modernismo, emancipazione dal dogma e dai tabù…). Secondo tali princìpi, tutto ciò che non può essere spiegato dalla mente umana non può essere vero, non è che favola da raccontare ai pargoli. Se Dio interviene in qualche miracolo, è sempre, se mai, nell’ordine del razionale. Gli stessi grandi miracoli del Vangelo vengono taciuti, sminuiti, non creduti se non si spiegano razionalmente. Gli studiosi della “questione lauretana”, ritenendo razionalmente impossibile che una casa venga traslata in modo soprannaturale, come la montagna del Vangelo, preferiscono la tesi del trasporto materiale, anche se manca ogni documentazione al riguardo. Non è forse la peggiore forma di apostasia e un comportamento opposto a quello che Gesù vorrebbe da noi, limitare col nostro razionalismo le possibilità di Dio? L’orgoglio dell’uomo decaduto nel suo nuovo attacco a Dio non ammette che il soprannaturale vada oltre quello che egli giudica possibile! E’ un peccato mostruoso nei riguardi della divinità! Signore, perdona! Spirito di Verità illuminaci!”.

            Per tale motivo, evidentemente, i “veri” studi storici, archeologici e scientifici (come quelli magistralmente sintetizzati dal Prof. Mor, già docente di Elettrochimica all’Università di Genova), e altri anche del tutto nuovi ed inediti, come quelli che sono stati pubblicati anche nel mio libro “La veridicità storica della miracolosa traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto”, non solo non li si vuole conoscere, ma se ne impedisce in ogni modo la conoscenza anche ai fedeli.

            Al riguardo, lo stesso Padre Santarelli si è rifiutato di poter mettere a disposizione in Basilica e nelle Librerie della Santa Casa il mio libro, pur giudicandolo favorevolmente dal punto di vista storico-scientifico, con lettera scrittami in data 16 settembre 2004, e anche a Lei consegnata per conoscenza. In tale lettera mi scrisse, infatti, tra l’altro: “la sua opinione è legittima, perché si ricollega oltretutto a una vasta letteratura in materia e perché si rifà alla tradizione più antica…”.

            In proposito, con il mio presente scritto, mi permetto di richiederLe formalmente anche il rispetto del “diritto” dei fedeli - come richiestomi più volte da vari di essi - di poter vedere e rendere disponibile in Basilica o presso le Librerie della Santa Casa il mio libro (a Lei già fornito per due volte), che dimostra con documentazioni ecclesiastiche, storiche e archeologiche, inedite e approfondite, la verità storica delle “Miracolose” traslazioni della Santa Casa di Nazareth, e “la falsità” della “tesi storica” (ormai non più “ipotesi”) di un trasporto umano ad opera dei principi Angeli dell’Epiro, ovvero del “Codice da Vinci Lauretano”, su cui è stata intessuta una mistificazione dissacrante colossale. Il mio libro, tra l’altro, fu anche realizzato e stampato senza scopo di lucro, in favore dei bambini poveri di un “Ospedale per la Maternità” del Kenya. Neppure per tale scopo di beneficenza il mio libro può essere fatto conoscere nella Basilica Lauretana?...

            Come è possibile che nella Basilica Pontificia Lauretana e nelle Librerie della stessa si rendano disponibili solo le “falsificazioni storiche” propagate dal Padre Santarelli nelle sue opere scritte, insieme ad altri libri di altri autori che seguono il Padre Santarelli - e incrementando così la diffusione delle “falsità” storiche sulla “questione lauretana” -, ma non si concede nessuna opportunità di conoscenza alternativa ai fedeli, che pure lo richiedono, a riguardo delle dimostrazioni della “verità” della miracolosità delle traslazioni della Santa Casa di Nazareth?...

            Certamente le parole del Prof. Mor sopra riportate non sono state “vane parole”, poiché anche il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto un solenne e grave ammonimento a tutta la Chiesa, nell’Omelia tenuta il 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro, per l’apertura della XI Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi: La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!...". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.

 

Ecc.za Rev.ma,

            forse sarà opportuno che le “minacce” di cui Lei parla impropriamente nella Lettera scritta al Prof. Dal Pozzo le prendiamo “tutti”, nessuno escluso, davvero in seria e grave considerazione, perché, come è anche a Lei ben noto, esse sono state pronunciate non da me, ma dall’attuale Sommo Pontefice, e per tutta la Cristianità, in particolare per quella Occidentale, in particolare per quella Europea.

            Il Santo Padre ha evidentemente presente quanto già scrisse drammaticamente da Cardinale, nella famosa “Via Crucis” al Colosseo dello scorso anno, alla vigilia della sua elezione: “Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa?... Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote!... Quanta superbia, quanta autosufficienza!... Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa: anche all’interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo. Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta; spera che tu, essendo stato trascinato nella caduta della tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto. Tu, però, ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi”.

            Anche la Parola di Dio ci rivolge quelle severe parole del profeta: “Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi prenderete a cuore di dar gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su di voi la maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni” (Mal.2,1-2).

            Dio non voglia, Ecc.za Rev.ma!... “Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!” (2^Cor.6,2).

            Confidando, perciò, in un Suo ripensamento e nel favorevole accoglimento di tutte le ragioni ed istanze sopra formulate, resto sempre disponibile per ogni altro eventuale approfondimento, memore anche delle sempre attuali esortazioni del grande Pontefice Leone XIII, a riguardo del dono del miracolo della traslazione in Italia della Santa Casa: “Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanità perduta con il Padre e rinnova tutte le cose” (Leone XIII, 23 gennaio 1894, Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives”).

            La Vergine Immacolata Lauretana - che San Pio V fece invocare come “Aiuto dei Cristiani” - come nei secoli passati così ancor oggi, riaccenda, rianimi, risusciti, consolidi la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante… per la salvezza dell’Italia, dell’Europa, del mondo.

 

Prof. GIORGIO NICOLINI

Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA

Tel. 071.2801766 – Cell. 338.2892353 – Facsimile 178.4413104

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it Sito Internet: www.lavocecattolica.it

 

LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA

PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”

Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                       (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

                               

PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

 

            Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.

            Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.

            Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.

            Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.

            Amen.

 

 

 

LA LETTERA DELL'AVV. PROF. FRANCESCO DAL POZZO

A SUA SANTITA' BENEDETTO XVI

 

A Sua Santità

BENEDETTO XVI

Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica

CITTA’ DEL VATICANO

(Roma)

 

OGGETTO: La storia e il culto della Santa Casa a Loreto.

Con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”

 

Firenze, 14 febbraio 2006

SS. Cirillo e Metodio, Patroni d’Europa

Santità amatissima,

         e “dolce Cristo in terra”, nel filiale ossequio ed umile sottomissione, il Prof. Giorgio Nicolini di Ancona, d’intesa con me, mi incarica di sottoporre di nuovo alla Sua benevola attenzione la nota “questione lauretana”, che anche alla Paternità Vostra sta tanto a cuore.

         La nuova presente segnalazione Le viene da me inoltrata, a nome del Prof. Nicolini, a motivo di reiterate fuorvianti e gravi inadempienze e mistificazioni che avvengono nella Basilica Pontificia di Loreto e in riverente obbedienza ed adempimento di quanto disposto dal n.184 dell’Istruzione “Redemptionis Sacramentum”: “Ogni cattolico, sia Sacerdote sia Diacono sia fedele laico, ha il diritto di sporgere querela (…) alla Sede Apostolica in virtù del primato del Romano Pontefice”.

Avevo inoltrato alla Sua personale attenzione, in data 3 dicembre e poi ancora in data 18 dicembre 2005 - così come anche al Prefetto della Sacra Congregazione per il Culto Divino, Sua Em.za il Card. Francis Arinze e al Vicario di Sua Santità Mons. Angelo Comastri, Vescovo di Loreto fino a pochissimo tempo addietro – testi documentativi di estrema rilevanza per il ristabilimento in quel Santo Luogo del culto canonico che, a norma della “veridicità storica” del “miracolo” che lo concerne, a esso compete, in specie in occasione della celebrazione liturgica della Miracolosa” Traslazione della Santa Casa, il 10 dicembre.

Ella si premurò per tale circostanza di comporre una bellissima e inequivoca preghiera, che fece colà pervenire perché vi fosse recitata e diffusa.

A tale riguardo, il Prof. Giorgio Nicolini mi incarica di informarLa di quanto di tale preghiera, nella Basilica Lauretana, sia stato fatto o, meglio, non fatto e anche di più… Infatti, fin dall’indomani dell’invio dell’anzidetta preghiera, si è dovuto constatare come la stessa “di fatto” sia stata del tutto trascurata, con l’eccezione di una parzialissima sua lettura televisiva ai microfoni di Telepace - poche righe iniziali e poche righe finali – che è quella che viene recitata o fatta recitare in loco da quei Rev.mi Padri Custodi della Basilica Pontificia e diffusa solo di recente con una immaginetta stampata.

Nel Santuario Lauretano e nelle sue adiacenze, in effetti, di tale orazione “intera” da Lei composta non vi è ancora traccia, mentre - al contrario - nella Basilica continuano a circolare e ad essere diffusi tra i fedeli quei libri e libretti illustrativi, da anni in uso, e che, come è risaputo, riportano in buona sostanza come fosse la sola credibile la narrazione del “trasporto umano” della Santa Casa, o delle sue pietre con le quali sarebbe stata appunto riedificata: e dunque “traslazione” come dovuta ad opera tutta e soltanto umana e non “traslazione” “miracolosa”, quale in effetti fu e sempre è stata riconosciuta “canonicamente” dal Magistero dei Sommi Pontefici, oltre che dall’approvazione “canonica” dei Vescovi locali all’epoca dei fatti, e che hanno trovato sempre un puntuale riscontro storico, archeologico e scientifico.

Inoltre, in luogo della preghiera che la Santità Vostra si è degnata di comporre e additare alla meditazione dei fedeli, all’interno della Basilica Lauretana ne è invece poco dopo comparsa un’altra, non firmata, e denominata “Preghiera del pellegrino”, e che è la seguente:

Vergine Lauretana, noi veniamo al tuo Santuario seguendo diversi sentieri e percorrendo vie diverse: è la varietà delle nostre strade, il cammino differenziato delle nostre vite. Accoglici, Madre nostra, donando balsamo alle ferite del viaggio della vita e infondendo speranza ai nostri cuori. Pellegrini della “tua casa”, come si ama chiamare questo luogo (!), ci rivolgiamo a te con confidenza …(omissis). Madre di misericordia e speranza del mondo intero, ascolta la voce dei tuoi figli, che fiduciosi, ti invocano, sicuri che non mancherà il tuo conforto a quanti si rifugiano sotto la tua protezione. Amen”.

Santità amatissima, non occorre essere esegeti per cogliere “l’inciso”, che mi sono permesso per la Sua maggiore comodità di evidenziare: un “inciso” assai breve, quasi telegrafico e persino subliminale, nel contesto, ma ovviamente enorme nel suo impatto specifico, volto com’è - con evidenza - a “contraddire” le perentorie e inequivoche espressioni della Sua preghiera, ove Ella non definisce la Santa Casa di Maria presente a Loreto come un luogo che si ama chiamare “tua casa” (di Maria), ma che “è” (!) la “tua casa” (di Maria), quella che “proprio” “era” a Nazareth.

In tal modo, nel mentre si occulta l’integralità della Sua preghiera, se ne fornisce un’altra, come una versione “interpretativa” della stessa e volta ad avallare, una volta di più, le falsificazioni già più volte e documentatamente denunciate dal Prof. Nicolini: sia riguardo alle versioni da anni diffuse a Loreto circa un presunto e mai avvenuto trasporto umano della Santa Casa, sia riguardo all’autenticità della Santa Casa stessa, riferita solo a delle “pietre” - non importa se tutte o in parte, né quante - che la costituivano (e chiamata “Casa” non perché lo sarebbe davvero, ma solo perché così definita da quelli che “amano” in quel modo chiamarla, ma che invece per “i responsabili” del Santuario non lo sarebbe!).

        Non è poi trascurabile il particolare che la suddetta preghiera - sostitutiva, come detto, di quella composta e raccomandata dalla Santità Vostra per quel luogo (il cui titolo infatti è: Preghiera nel Santuario di Loreto) - sia stata stampata su una locandina avente nel retro gli orari delle celebrazioni liturgiche in distribuzione a pellegrini e fedeli in quel Santuario: in tal modo la sua diffusione capillare di sicuro sarà garantita al meglio, perché sarà più conservata dai pellegrini per l’evidente “utilità” degli orari che vi sono stampati!

        Non è dunque neppure un caso, evidentemente, che da anni in quel Sacro Luogo Lauretano la memoria liturgica della “Miracolosa” traslazione (che da semplice fedele mi sembrerebbe il più grande, in assoluto, dei miracoli di cui si abbia memoria!) si trovi di fatto disattesa e negletta, come alla Santità Vostra sarà possibile, se lo vorrà, appurare anche di persona.

Il Prof. Giorgio Nicolini, competente conoscitore della “questione lauretana”, dopo anni di “denunce” e di inutili tentativi di conferire con le autorità ecclesiastiche responsabili, riuscì ad ottenere la possibilità di parlarne “in Udienza” con il Suo predecessore, il “santo” Pontefice Giovanni Paolo II, per il 23 febbraio dello scorso anno. Ma fu il giorno del suo ultimo e definitivo “aggravamento” e l’incontro non fu più possibile, mentre poté invece incontrarsi con Lei, presentandoLe una sua “ultima” “petizione”. Il Prof. Nicolini, Le ricordò l’incontro di quel giorno nella Lettera inviataLe in data 19 giugno 2005, che riporto nella parte sottostante:

… (omissis) …

            La Provvidenza Divina mi concesse di poterLe presentare una mia “ultima petizione” proprio “di persona”, il 23 febbraio scorso, verso le 13,30, davanti alla Sua abitazione, presso l’aula “Paolo VI”, quando La vidi passare con il suo Segretario e, riconoscendoLa, La chiamai e La fermai, chiedendoLe di attendere un momento per andare a prendere e consegnarLe, “a mano”, la lettera che Le avevo appena finito di comporre e che era pronta presso la “guardiola” del palazzo ove Lei abitava. Cercai di farmi “riconoscere” da Lei mostrando a Lei e al Suo Segretario la fotografia di Mons. Serafino Spreafico – che mi è come “padre”, “fratello” ed “amico” - il Vescovo che ha fatto canonizzare Santa Gianna Beretta Molla. La foto mostrava Mons. Serafino Spreafico mentre consegnava a Giovanni Paolo II un suo ed un mio studio teologico sulla “proposta” avanzata di istituire una Memoria Liturgica dei “Santi Non Nati”, sapendo che anche a Lei erano stati consegnati quei miei testi, quale Prefetto della “Congregazione per la Dottrina della Fede” e che quindi, vedendo quella foto, poteva forse più facilmente “ricordarsi” di me e di quei miei scritti pervenutigli attraverso Mons. Serafino Spreafico (cfr. Tel. 0331.512030).

            Quel giorno ero venuto a Roma, perché mi era stata data la possibilità di poter parlare con il “santo” Suo predecessore Giovanni Paolo II: ma ciò non poté avvenire per l’improvviso aggravarsi delle Sue condizioni, che portarono al nuovo ed ultimo ricovero al “Gemelli”. Mons. Stanislao Dziwisz, con cui avevo parlato al telefono (prima di incontrare Lei davanti all’aula “Paolo VI”) per chiedergli la possibilità di poter salire direttamente nell’appartamento del Santo Padre, mi disse di richiedere la possibilità dell’Udienza per la settimana successiva, nella speranza che il Santo Padre si fosse trovato in condizioni migliori: ma ciò, come tutti sappiamo, non avvenne più e il Signore il 2 aprile successivo chiamò alla gloria eterna il suo “Grande Servitore”. Chi poteva pensare che in quel giorno il Signore mi concedesse però la grazia e la gioia di incontrarmi “a tu per tu” proprio con Lei (che negli anni trascorsi tanto ammiravo ed amavo per la sua “chiara”, “forte” e “rassicuratrice” “difesa della fede”), e che da Dio era stato designato “ab aeterno” ad essere il Successore del “Grande” Giovanni Paolo II, e il nuovo “Vicario di Cristo” e “dolce Cristo in terra”?... Tale “dono” del Signore di quel giorno fu poi allietato da una corrispondenza intercorsa mediante la Posta Elettronica con Don Lino Franzoloso, un prete che Lei conosce, e che mi informava che Lei “apprezzava molto” quanto io scrivevo, avendone parlato - proprio con lui - più volte nei mesi precedenti, prima della Sua elezione sulla Cattedra di Pietro.

            Tutto ciò anima il mio “coraggio” a scriverLe ancora questa nuova lettera: non più, però, come al Prefetto della “Congregazione per la Dottrina della Fede”, ma ora come al Supremo Pastore della Chiesa Universale, eletto nel Ministero Petrino per “confermare i fratelli nella fede”.

            Le scrivo ancora, perché costretto dalla mia “coscienza”, riguardo alla questione della “veridicità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, di cui tanti anni fa forse Lei non aveva avuto la possibilità di documentarsi in maniera particolarmente approfondita, avendo avuto a disposizione evidentemente solo le ultime “interpretazioni”, che sono state improvvidamente pubblicate nella Basilica Pontifica di Loreto a motivo di “un irrazionale razionalismo”, chiuso al trascendente, che ha portato in breve tempo ad autentiche “falsificazioni documentali” e che hanno letteralmente “ingannato” l’intera Chiesa “post-conciliare” a riguardo della secolare “Tradizione Lauretana” e della collegata “verità” relativa alla “miracolosa traslazione” della Santa Casa. … (omissis) …

         Tutte le “denunce” di cui parla il Prof. Nicolini nella lettera inviataLe il 19 giugno 2005 furono fatte da lui direttamente, e più volte, sia a singoli Vescovi come anche alla intera Conferenza Episcopale Marchigiana, riunita in Assemblea ordinaria a Loreto: in data 16 Marzo 2005, una prima volta, e in data 18 gennaio 2006, una seconda volta.

         Non avendo però avuto esse ancora alcun seguito, il Prof. Nicolini mi ha allora incaricato di fare, a suo nome, una “richiesta formale di audizione” alla stessa Conferenza Episcopale Marchigiana, da me spedita, in data 7 febbraio u.s, al Presidente della stessa, Mons. Luigi Conti, Vescovo di Macerata, con il sottostante testo:

A Sua Ecc.za Rev.ma Mons. LUIGI CONTI - Vescovo di Macerata

Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana - Fax 0733.263386 - Agli  Ecc.mi Vescovi e Arcivescovi delle Marche

Ecc.za Rev.ma, Ecc.ze Rev.me delle Marche,

                per incarico del Prof. Giorgio Nicolini, di Ancona, sono a trasmettere i documenti allegati:

1)       Lettera del 18/12/2005 al Santo Padre, e comunicazione della Segreteria di Stato Vaticana.

2)       I pronunciamenti pontifici sulle “miracolose” traslazioni della Santa Casa di Nazareth a Loreto.

3)       Appello e protesta per la diffusione via Radio Maria delle “falsità” diffuse dalla Basilica Lauretana.

4)       Le mistificazioni lauretane e la verità sul “metodo” dell’ultimo libro del Padre Santarelli.

                Il Prof. Nicolini, mi aveva anche, recentemente, comunicato il sottostante messaggio:

In data 18 gennaio 2006, circa alle ore 11.00, per adempiere agli opportuni provvedimenti del caso, ho consegnato a tutti i Vescovi della Conferenza Episcopale Marchigiana, riuniti a Loreto in Assemblea Ordinaria, un’ampia documentazione, in 58 pagine, relativa all’abbandono da parte della Basilica Pontifica di Loreto, della verità delle Traslazioni Miracolose della Santa Casa di Nazareth, in contrasto aperto con tutti i pronunciamenti dei Sommi Pontefici e delle Congregazioni Vaticane competenti, e dell’abbandono arbitrario della relativa celebrazione liturgica della Miracolosa Traslazione  del 10 dicembre, non più celebrata secondo come disposto dalla Santa Chiesa Cattolica. Nella documentazione era esposto anche il problema grave della pubblicazione e diffusione in Basilica di stampe (libri e opuscoli), contenenti documentazioni false o falsificate, che ingannano i pellegrini sulla verità  dell’autenticità della Santa Casa e delle sue miracolose traslazioni, operate dalla Onnipotenza Divina.

                Sempre per conto del Prof. Giorgio Nicolini inoltre, mentre con questa porto a conoscenza dell’intera Conferenza Episcopale Marchigiana le documentazioni sopra indicate, sono a presentare formale richiesta a che al medesimo sia concesso di illustrare, alle Vostre Ecc.ze Rev.me le denunce dallo stesso già presentate più volte, e anche alla Suprema Autorità del Santo Padre.

                Il Prof. Nicolini formula l’anzidetta richiesta in adempimento e obbedienza di quanto previsto dal Codice di Diritto Canonico, e in particolare del Can.212, (§.3): “In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, (i fedeli) hanno il diritto, e anzi talvolta il dovere, di manifestare ai Sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l’utilità comune...”.

                Confido nella benevola accoglienza di quanto ora richiesto, e invio il mio deferente ossequio.

 Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone

 

        In ultimo, voglio anche informarLa, Santità amatissima, che è appena uscito il numero di febbraio 2006 de “Il messaggio della Santa Casa”, l’organo ufficiale del Santuario di Loreto, ove il Vescovo di Loreto Mons. Gianni Danzi, ancora una volta, ed ora in “forma ufficiale”, utilizza pretestuosamente quel “cenno” ai Crociati, che Ella fece nella Sua omelia dell'8 settembre 1991 a Loreto, allo scopo di far credere che quel suo “errore storico” - fatto in totale buona fede, per una Sua non ancora sufficiente conoscenza della “questione lauretana” -, possa essere ancora il Suo pensiero attuale, facendo una ingannevole e arbitraria trasposizione: cioè, che quanto Lei disse da Cardinale nel 1991 venga recepito dalla gente come se fosse detto da Lei, ora, quale Sommo Pontefice.

        Ciò è avvenuto in modo puntuale, proprio secondo quanto temeva e Le aveva già preannunciato il Prof. Nicolini, nella lettera inviataLe il 19 giugno scorso, scritta per cercare di “prevenire” ed “impedire” tale arbitrio ingannevole e pretestuoso. Così infatti il Prof. Nicolini Le scriveva nella lettera sopra citata:

 

… (omissis) …

            Volevo informarLa, in proposito, che proprio in questi giorni è uscito il nuovo numero de “Il Messaggio della Santa Casa” (l’organo ufficiale della “Congregazione Universale della Santa Casa”), che Le invio in allegato con la presente lettera, ove viene pubblicata l’Omelia che Lei tenne nella Basilica Lauretana l’8 settembre 1991, in occasione del gemellaggio della città bavarese di Altotting con Loreto.

            Tale Omelia, ora che Lei è il “Sommo Pontefice”, può avere - come è facilmente intuibile - una risonanza ingannevole e non corrispondente al Suo pensiero attuale, e può costituire “una pretestuosa conferma” riguardo alla “falsificazione storica” operata, di cui all’epoca Lei non era ancora a conoscenza, e che ora può indurre molti in errore riguardo al Suo reale attuale pensiero al riguardo. 

            Lei, Santità, riprendendo quella “ipotesi” diffusa circa un ventennio fa proprio dalla Basilica Lauretana, a riguardo di un trasporto della Santa Casa di Nazareth a Loreto ad opera dei Crociati, così disse: “Quando i Crociati hanno trasferito le pietre della Casa nazaretana dalla Terra Santa qui sulla terra italiana, hanno fissato il nuovo posto della Casa sacra su una strada. E’ una casa – mi sembra – molto strana, perché casa e strada sembrano escludersi: o casa o strada, vogliamo dire…” (cfr. “Il Messaggio della Santa Casa”, n.6, giugno 2005, pag.168).

            Ecco, Santità amatissima, “appunto”, è proprio “così”…:casa” e “strada” si escludono a vicenda, proprio perché non furono i Crociati a mettere l’intera Santa Casa (e non le semplici “sante pietre”) sulla “strada”, ma fu proprio per un’opera miracolosa di Dio, attraverso il ministero degli Angeli del Cielo, che proprio con tale “collocazione” molto strana - ma proprio per tale motivo divinamente “sapiente - ha voluto “confermare” nei secoli tutto quanto era già stato testimoniato dalle genti dell’epoca, “testimoni oculari” degli eventi miracolosi e approvati come “autentici” dai Vescovi contemporanei ai fatti accaduti e sempre insegnato - sin dalle origini - dalla Santa Chiesa Cattolica, attraverso i secolari, innumerevoli e ininterrotti pronunciamenti solenni dei Papi.

            Tutto ciò lo può meglio rilevare nella mia Lettera scritta il 1° novembre 2004 all’amato Mons. ANGELO COMASTRI, ex-Arcivescovo di Loreto, e nel mio libro “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”, per il quale il Suo “santo” predecessore Giovanni Paolo II mi inviò immediatamente la Sua Benedizione Apostolica, appena glielo feci pervenire. Questi testi, che Le allego con la presente lettera, sono ulteriormente illustrati ed approfonditi nella videocassetta da me realizzata ultimamente, anche se in modo amatoriale, su “LA VERITA’ DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA”, e che pure Le invio, perché Lei possa prenderne visione ed avere una “illustrazione” più approfondita di tali “miracolose traslazioni”, attraverso le pur sommarie spiegazioni che io stesso fornisco sui luoghi stessi delle “miracolose traslazioni”. Storicamente, infatti, sono accertate “almeno” “cinque” “traslazioni miracolose”, tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (nell’ex-Jugoslavia), ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta”); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano (o Monte Prodo) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica.

            Se fosse necessario e lo desiderasse - nei modi che Lei vorrà - potrò illustrare a Sua Santità ancor più ampiamente e approfonditamente il fatto che è proprio per l’esistenza di una vastissima documentazione storica, archeologica e scientifica (oltre che per le secolari e ininterrotte approvazioni della Chiesa e persino per le rivelazioni mistiche di tanti Santi), che viene “confermato” in maniera inoppugnabile tale “verità storica” delle “miracolose traslazioni”, e che perciò è stata indiscussa per sette secoli, prima dell’infausta e dissacrante “falsa ipotesi” del “trasporto umano”, avanzata da uno studioso proprio preposto alla “custodia” della “Tradizione Lauretana” della “miracolosa traslazione” e che invece ne ha demolito sistematicamente “la veridicità”, facendola ormai abbandonare da gran parte della Chiesa, arrecando un danno spirituale immenso.

                La “traslazione miracolosa” della Santa Casa di Nazareth è stato, invece, indubitabilmente uno “tra i più grandi miracoli” compiuti da Dio nella Storia della Chiesa: infatti si tratta proprio di “un trasporto miracoloso” delle SANTE PARETI (e non delle sole “pietre”) della CAMERA DI MARIA, ove il nostro Salvatore Gesù Cristo fu concepito nel grembo della Vergine Immacolata per l’opera dello Spirito Santo, e ove quindi avvenne l’Incarnazione del Figlio di Dio.

            Tale “travisamento storico” e “negazione” di questi “veri” “miracoli straordinari” ha provocato nell’ultimo ventennio un grande disagio e un vero danno spirituale nella Chiesa, soprattutto nella fede delle anime semplici, provocando in un paio di decenni l’esecrabile abbandono da parte della Chiesa di una “verità storica” “indubitabile” e “incontestabile”.

            Purtroppo mie “istanze” presentate per vari anni non hanno mai trovato “attenzione” presso chi doveva cessare o far cessare la propagazione di tali “falsificazioni storiche”. Ciò mi ha indotto ultimamente, e con dolore, a porre dei “termini ultimativi”, al fine di “ottenere” urgentemente “una collaborazione” e “prevenire” una “collisione” con i “responsabili” dell’omesso chiarimento richiesto; e ciò perché le condizioni in cui mi sono venuto a trovare mi hanno “costretto” - “in coscienza” - ad una “confutazione” “pubblica” e “definitiva”- che dovrò fare d’ora in poi in modo sempre più circostanziato e diffuso - degli scritti di chi ha “erroneamente” e “falsamente” travisato tutta la storia del “miracoloso trasporto” della Santa Casa di Nazareth. Ciò, purtroppo, ha arrecato “disagio” anche presso le Autorità Ecclesiastiche “responsabili”: cosa che avevo però fatto di tutto per cercare di prevenire ed evitare.

            Tuttavia ricordo in proposito le incoraggianti parole di San Paolo: “Perciò, (…), non ci perdiamo d'animo; al contrario, rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio” (2^Cor.4,1-2).   … (omissis) …

            Estratto dalla Lettera del Prof. Giorgio Nicolini inviata a Benedetto XVI, in data 19 giugno 2005

Tel. 071.2801766 – Cell. 338.2892353 – Facsimile 178.4413104

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Sito Internet sulla Santa Casa:  www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

 

        A riguardo di tutto quanto sopra scritto lo stesso Prof. Giorgio Nicolini, di Ancona, provvederà ad inviarLe, a parte, una specifica documentazione.

        Tutto questo intendevo, come intendo, portare alla conoscenza della Santità Vostra perché si renda possibile, nell’illuminata cura pastorale del Suo Ministero, dare in verità e carità ogni necessario chiarimento, e se del caso adottare le più opportune e severe misure, affinché la verità dell’autenticità della Santa Casa di Nazareth a Loreto e delle sue “miracolose traslazioni” possa - in modo “definitivo” e senza più ombre di dubbio - venire ristabilito, conformemente a tutti gli insegnamenti secolari dei Romani Pontefici.

        Confidando nella Sua paterna benedizione apostolica, devotamente La saluto nella Vergine Immacolata Lauretana e nel suo Divin Figlio Gesù, professandomi Suo umilissimo figlio.

 

Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone

ALLEGATI:

1)      Lettera a Mons. Angelo Comastri, Vescovo di Loreto, in data 1° novembre 2004.

2)      Lettera a Sua Santità Benedetto XVI, in data 19 giugno 2005.

3)      Lettera a Mons. Gianni Danzi, Vescovo di Loreto, in data 8 novembre 2005.

4)      Appello al Vescovo di Loreto e Lettera Aperta al Padre Giuseppe Santarelli, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”, in data 17 novembre 2005.

5)      Lettera Aperta a Padre Marzio Calletti, Rettore della Basilica Pontificia di Loreto, in data 24 novembre 2005.

6)      La risposta del Prof. Nicolini alla lettera del Vescovo di Loreto, Mons. Danzi, in data 8 dicembre 2005.

7)      Lettera, con allegati, del 7 febbraio 2006 a Sua Ecc.za Rev.ma Mons Luigi Conti, Vescovo di Macerata, e agli Ecc.mi Vescovi e Arcivescovi delle Marche.

8)      Il commento del Prof. Nicolini alla preghiera di Benedetto XVI e la corrispondenza con AVVENIRE.

9)      La ingannevole “preghiera del pellegrino” pubblicata nel Santuario Lauretano.

10)  La pagina mistificatrice de “Il Messaggio della Santa Casa” del febbraio 2006, a firma di Mons. Gianni Danzi.

 

Il presente scritto, inviato via Facsimile al Segretario del Santo Padre, viene altresì inoltrato anche per via Postale Ordinaria, mediante plico e Raccomandata A.R.

 

 

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Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro

La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

 

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 febbraio 2006, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

"Cari figli, in questo tempo di grazia quaresimale vi invito ad aprire i vostri cuori ai doni che Dio desidera darvi. Non siate chiusi, ma con la preghiera e la rinuncia dite sì a Dio e Lui vi darà in abbondanza. Come in primavera la terra si apre al seme e porta frutto il centuplo, così il Padre vostro celeste vi darà in abbondanza. Io sono con voi e vi amo, figlioli, con amore tenero. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

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