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QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN CIRIACO E DEL BEATO GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona

e del grande Pontefice il Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti

 

 

 

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PER LA DIFESA E LA PROPAGAZIONE DELLA FEDE CRISTIANA

Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto

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IN HOC SIGNO VINCES

Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.

Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.

(Is.40,28)

UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE

IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

MARIA IMMACOLATA REGINA DELLA STORIA

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

 

 

IN HOC SIGNO VINCES

LE DUE SANTE CASE DI MARIA

 A LORETO E AD EFESO

OVE SONO AVVENUTI L’INIZIO E IL TERMINE DELL’ESISTENZA TERRENA DI MARIA

TESTIMONIATE DALLE VISIONI SOPRANNATURALI DELLA BEATA CATERINA EMMERICH

La Chiesa si ridurrà di dimensioni, bisognerà ricominciare da capo. Ma da questa prova uscirà una Chiesa che avrà tratto una grande forza dal processo di semplificazione che avrà attraversato, dalla rinnovata capacità di guardare dentro di sé. Perché gli abitanti di un mondo rigorosamente pianificato si sentiranno indicibilmente soli... E riscopriranno la piccola comunità dei credenti come qualcosa di completamente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta che hanno sempre segretamente cercato (Card. Ratzinger ora Benedetto XVI).

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose (LEONE XIII: Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).

 

IN PREPARAZIONE DEL 712° ANNIVERSARIO DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH DA TERSATTO IN ITALIA

(10 dicembre 1294 - 10 dicembre 2006)

 

40 giorni

(1° novembre 2006-10 dicembre 2006)

il tempo dell’apostasia totale lauretana

 

IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO

(Mc.1,15)

E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI ITALIANI”

CHE AVRA’ LUOGO A LORETO ALL’INIZIO DI SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

 

LETTERA INFORMATIVA n°78

LA VOCE

www.lavocecattolica.it

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito

(Gv. 3,8)

La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,

e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

 

ANCONA

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

Giovedì, 30 novembre 2006

Sant’Andrea, apostolo

Domenica, 1° dicembre 2012 dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

25 MARZO 2006: 2012° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO

Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)

Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30

 

Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm  è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).

 

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

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TOTUS TUUS EGO SUM

SALMO 12

Salvami, Signore! Non c'è più un uomo fedele; è scomparsa la fedeltà tra i figli dell'uomo. Si dicono menzogne l'uno all'altro, labbra bugiarde parlano con cuore doppio. Recida il Signore le labbra bugiarde, la lingua che dice parole arroganti, quanti dicono: «Per la nostra lingua siamo forti, ci difendiamo con le nostre labbra: chi sarà nostro padrone?». «Per l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, io sorgerò - dice il Signore - metterò in salvo chi è disprezzato». I detti del Signore sono puri, argento raffinato nel crogiuolo, purificato nel fuoco sette volte. Tu, o Signore, ci custodirai, ci guarderai da questa gente per sempre. Mentre gli empi si aggirano intorno, emergono i peggiori tra gli uomini.

 

“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”

(Prov.25,25)

SE SARETE  QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!...

Giovanni Paolo II, Roma: XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)

 

DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

E IL VERBO SI FECE CARNE

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

TUTTI LA’ SONO NATI

“Il di Maria fu, in qualche modo, anche un detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)(Giovanni Paolo II,  per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).

«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani… (Leone XIII)

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

LETTURA BIBLICA

 (Dal Vangelo secondo Luca, 19,41-44)

In quel tempo Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

 

 

SE AVESSI COMPRESO ANCHE TU…

NON LASCERANNO IN TE PIETRA SU PIETRA…

 

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):

 

IL VIAGGIO DEL SANTO PADRE IN TURCHIA

E LA “MIRACOLOSA TRASLAZIONE” DELLA SANTA CASA

IN HOC SIGNO VINCES

 

La Casa di Maria a Efeso

Il luogo dove il Papa ha celebrato l’Eucaristia

 

            Benedetto XVI ha celebrato mercoledì 29 novembre 2006 l’Eucaristia con parte della piccola comunità cattolica della Turchia in un luogo dell’Anatolia, situato a circa quattro chilometri dalla città di Efeso, dove secondo la tradizione sarebbe ubicata la casa in cui Maria trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena.

            Numerosissimi autori cristiani d’Oriente e d’Occidente, fin dai primi secoli, fanno cenno alla lunga permanenza di Giovanni, l’apostolo prediletto di Gesù, e della Santa Vergine nei pressi della città di Efeso, la prima delle sette chiese ricordate nell’Apocalisse.

            Però come sappiamo che questa è stata la casa della Madre di Gesù? L’importante scoperta risale alla fine del secolo XIX.

            Il 29 luglio 1891 due sacerdoti della Congregazione della Missione (lazzaristi), i francesi Padre Henry Jung e Padre Eugène Poulin, cedendo alle insistenti richieste di suor Marie de Mandat-Grancey, la superiora delle Figlie della Carità addette all’Ospedale francese di Izmir, partirono alla ricerca della casa dove la Vergine Maria visse gli ultimi anni della sua vita, avendo come sola bussola le visioni della mistica tedesca Anna Katharina Emmerick (1774-1824).

            La religiosa, che Giovanni Paolo II ha iscritto all’albo dei beati il 3 ottobre 2004, dal suo letto in un villaggio della Westfalia, a cui era rimasta immobilizzata per gli ultimi dodici anni della sua vita, aveva ricevuto le visioni della vita di Gesù e della Madonna, raccolte e poi pubblicate dopo la sua morte dal letterato tedesco Clemens Brentano.

            I due sacerdoti, ex soldati dell’armée francese, salirono sul Bülbül Dag (che in turco vuol dire “la collina dell’usignolo”), un’altura che domina la piana di Efeso.

            Esausti per il viaggio chiesero di poter avere dell’acqua e gli fu indicata una sorgente per dissetarsi, vicino alla quale i due viandanti trovarono i resti di un edificio, che aveva l’apparenza di essere stato utilizzato come cappella e che corrispondeva perfettamente alla descrizione fattane dalla Emmerick.

            Si trattava della “Panaya üç Kapoulou Monastiri”, come la chiamavano i cristiani del luogo, ovvero il “Monastero delle tre porte della Tutta Santa”, per i tre archi posti sulla facciata.

            Successivamente, i due lazzaristi vennero a conoscenza che dal villaggio di Sirince, abitato fino al 1920 da una comunità di greci che parlavano il turco ed erano di fede cristiano-ortodossa, la gente si recava ogni anno in pellegrinaggio, nell’ottava della loro festa della dormizione di Maria, il 15 agosto.

            Partendo da questo, i due padri realizzarono tra gli abitanti del villaggio una inchiesta scrupolosa, che confermò l’esistenza di una memoria locale antica di secoli, che riconosceva nella cappella in rovina sul colle dell’usignolo il luogo dell’ultima residenza terrena di “Meryem Anas”, la Madre Maria.

            Gli scavi condotti tra il 1898-1899 portarono alla luce all’interno dei ruderi alcuni resti di un focolare risalenti al I secolo e rivelarono attorno alla presunta dimora della Madonna la presenza di un piccolo quartiere sorto nel VII secolo.

            Sarà poi Leone XIII (1878-1903) il primo dei Papi dell’ultimo secolo a pronunciarsi in maniera favorevole rispetto alla presunta dimora efesina di Maria, facendo ripristinare fra l’altro nell’Ordo romanus una nota che in occasione della festa dell’Assunta faceva riferimento a Efeso come probabile luogo della dormizione della Vergine.

            L’attuale aspetto del Santuario di “Meryem Ana” è quello ottenuto grazie all’ultimo restauro, realizzato introno agli anni Cinquanta del secolo scorso con materiale trovalo in loco. La cura pastorale del piccolo Santuario è stata assicurata negli anni dapprima dai Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld, poi dai Padri Monfortani, e adesso dai frati della provincia cappuccina dell’Emilia Romagna.

            La Casa di Maria già visitata da Papa Paolo VI nel 1967 e da Giovanni Paolo II nel 1979, gode di un flusso ininterrotto di devozione che è costituito più da musulmani che da cristiani. La piccola “stanza di Maria” ha infatti le pareti ornate dalla Sure a Lei dedicate nel Corano, dove Maria viene onorata come “l’unica donna non toccata dal demonio”.

            Oltre al Santuario sul monte Bülbül Dag, quello sul monte chiamato Bodrum – dove la Vergine si nascose dalla persecuzione dei pagani, per cui la grotta venne chiamata Kriphi Panaya (la “Tuttasanta nascosta”) – e quello a Kavakli – dove Maria fuggì sempre a causa delle persecuzioni, e denominato così per la presenza di molti pioppi – si contano a Efeso numerose chiese e santuari dedicati alla Vergine.

(da www.zenit.org)

 

 

LA DESCRIZIONE DELLA CASA DI MARIA AD EFESO

Le visioni della Emmerick erano del tutto particolari. Sentiva una “chiamata” dal suo angelo custode e, separandosi dal corpo, il suo spirito si recava in Terra Santa dove assisteva agli episodi evangelici come se stessero avvenendo in quel momento dinanzi ai suoi occhi. Il giorno seguente, quando rinveniva, li descriveva a Brentano in - plattdeutsch -, il dialetto locale; la sera tornava da lei per leggerle quanto aveva elaborato, correggerlo ed avere la sua approvazione.

Né la monaca né il poeta erano mai stati in Terra Santa, eppure Anna Caterina descrisse con sorprendente precisione ed in dettaglio i luoghi della vita di Gesù e della Madonna, persino gli abiti, le suppellettili, i paesaggi.

Sulla base delle descrizioni della Emmerick fu ritrovata ad Efeso la casa dove la Vergine visse dopo la morte di Gesù. Era una casa rettangolare di pietra, a un piano solo, col tetto piatto e il focolare al centro, tra boschi al margine della città perché la Vergine desiderava vivere appartata. Di questo edificio si erano però da molto tempo perdute le tracce e nessuno sapeva più dove sorgesse. Gli appunti di Brentano sono corredati anche da un disegno, per cui per trovare la casa fu sufficiente aver fiducia nelle indicazioni della monaca e seguirle. Il ricercatore francese Julien Dubiet, dando credito a queste visioni ed a quegli appunti, andò in Asia Minore alla ricerca della casa descritta da Caterina. Dubiet effettivamente trovò i resti dell’edificio, nonostante le trasformazioni subite nel tempo, a nove chilometri a sud di Efeso, su un fianco dell'antico monte Solmisso di fronte al mare, esattamente come aveva indicato la Emmerick. La validità delle affermazioni di Caterina venne confermata anche dalle ricerche archeologiche condotte nel 1898 da alcuni ricercatori austriaci. Gli archeologi ebbero modo di appurare che l’edificio - almeno nelle sue fondamenta - risaliva al I secolo d.C. Il ritrovamento è stato ufficialmente riconosciuto dagli archeologi e dalle autorità civili e religiose. Lo stesso Papa Paolo VI si recò a pregare in quel luogo il 26 luglio 1967.

Oggi davanti alla casa della Madonna, visitabile ad Efeso e custodita dai cappuccini, c'è un cartello che spiega che ciò che ne restava, cioè le mura perimetrali col focolare centrale, era stato ritrovato grazie alle visioni della monaca stigmatizzata.

Anna Caterina Emmerick morì a Dülmen il 9 febbraio 1824, alle ore venti e trenta circa. Durante cinquant’anni di vita le sue visioni quotidiane avevano coperto tutto il ciclo della vita di Gesù, di Maria e in gran parte anche degli apostoli. La sua esistenza terrena sembra essere stata il simbolo del suo insegnamento profondo per gli uomini di tutti i tempi. Questo è raccolto nelle sue poche e semplici parole come lei fu, piccola e semplice: “Tutti portiamo anche i dolori degli altri”.

 

La tomba e l’Assunzione di Maria a Gerusalemme o ad Efeso?

LA RIVELAZIONE DELLA BEATA ANNA CATERINA EMMERICH

IN “CORRISPONDENZE CON LA VOCE”

 

DAL LIBRO

“LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE

DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”

del Prof. Giorgio Nicolini

 

LE RIVELAZIONI DELLA BEATA EMMERICK

SULLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA

E IL RITROVAMENTO DELLA CASA DI MARIA AD EFESO

SE SI ACCETTA E SI E’ REALMENTE CONSTATATO CHE LE VISIONI MISTICHE DELLA BEATA ANNA CATERINA EMMERICH HANNO FATTO RITROVARE LA CASA DI MARIA AD EFESO,  OVE SI E’ RECATO IL PAPA BENEDETTO XVI, NON SONO PERCIO’ VERE ANCHE LE SUE “VISIONI” DELLE “TRASLAZIONI MIRACOLOSE” DELLA SANTA CASA DI NAZARETH SINO A LORETO, AD OPERA DI SETTE ANGELI?... E COME HA FATTO A DESCRIVERE LA CASA DI EFESO E LA SANTA CASA DI LORETO IN MODO COSI’ MINUZIOSO SENZA AVERLE MAI VISTE SE LE SUE RIVELAZIONI NON FOSSERO AUTENTICHE E QUINDI SE NON FOSSERO AUTENTICHE – NELLA REALTA’ STORICA - ANCHE LE MIRACOLOSE TRASLAZIONI?...     Prof. GIORGIO NICOLINI

… (omissis) …

A conferma, ancora, della “veridicità storica” delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa vi sono, poi, anche altri Santi che hanno dato la stessa importantissima testimonianza, sempre “per rivelazione soprannaturale”: come, ad esempio, la mistica tedesca Beata Anna Caterina Emmerich (1774-1824), che con le sue “descrizioni minuziose”, e tutte - nel riscontro - corrispondenti al vero, di “luoghi” in cui mai si era recata, fece ritrovare (dopo secoli di dimenticanza) anche la casa di Efeso ove la Vergine Maria trascorse gli ultimi anni di vita e ove morì e fu assunta in Cielo in anima e corpo.

Anche lei costituì un autentico “miracolo vivente” per la gente a lei contemporanea, poiché, costretta dalla malattia all’immobilità, dal 1813 in poi si alimentò fino alla morte, per undici anni, della sola Comunione Eucaristica. Può un essere umano vivere senza nutrirsi per undici anni, vivendo della sola Comunione Eucaristica? Ed era anche “stigmatizzata”, come San Pio da Pietrelcina. Può “la scienza” spiegare “questi” “miracoli”?…

Nel caso della Beata Caterina Emmerich si può dire che, ancora di più che della rivelazione di Santa Caterina da Bologna, l’autenticità e veridicità delle sue “rivelazioni” e “visioni” avute (oltre che dal riscontro oggettivo fatto nella realtà), sono state avallate in modo straordinario proprio da Dio stesso, con il “miracolo vivente” della sua “sussistenza miracolosa” mediante il solo “nutrimento” della sola Comunione con Gesù Eucaristia. Non può perciò ella aver ingannato nessuno, se Dio stesso ne comprovava la veridicità di quanto affermava con il “miracolo vivente” che la sua vita stessa costituiva presso i suoi contemporanei.

In proposito, Gesù stesso dice nel Vangelo (e ciò forse non vale anche per i suoi Santi?…): “Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere…  (Gv.10,37-38). E anche “Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace (Gv.5,31-32). E ancora: “Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza; chi però ne accetta la testimonianza, certifica che Dio è veritiero (Gv.3,32-33).

A riguardo della Santa Casa di Loreto, la Beata Caterina Emmerich - per anni immobile nel letto - la descrive con esattezza, pur senza averla mai vista, dichiarando che ivi avvenne l’Annunciazione dell’Angelo a Maria; e afferma anch’ella che la Santa Casa fu portata via da Nazareth proprio dagli “angeli” (quelli “veri”, quelli “spirituali”), e proprio “in volo”, e affermando risolutamente (e testualmente): Le pareti della Santa Casa di Loreto sono assolutamente le stesse di Nazareth (cfr. “Le Rivelazioni di Caterina Emmerick”, ed. Cantagalli, Siena, 1968, I°, p.140). 

Questa è la descrizione del “trasporto angelico” della Santa Casa come ha avuto “in visione” – e più volte! - la Beata: Ho visto spesso, in visione, la traslazione della Santa Casa di Loreto. (…) Ho visto la Santa Casa trasportata sopra il mare da sette angeli. Non aveva alcun fondamento (…). Tre angeli la tenevano da una parte e tre dall’altra; il settimo si librava di fronte: una lunga scia di luce sopra di lui (…)” (Beata Anna Caterina Emmerich, “Vita di Gesù Cristo e rivelazioni bibliche”, cap. IV, par.2°). La Beata Caterina Emmerich, nel testo sopra riportato, “rivela” persino il numero degli angeli deputati da Dio a questo “miracoloso trasporto”: esattamente sette angeli.

Forse che “episodi” simili non si leggono anche nella Sacra Scrittura? (cfr. Es.14,19; Es.23,20-23; Tobia 8,3; Dan.14,33-36; e tanti altri)... Forse che Dio non può far fare dagli angeli, nel Nuovo Testamento, quanto faceva a loro fare nel Vecchio Testamento? (cfr. anche At.8,39-40)… Non c’è anche scritto nel Salmo (90,12), a riguardo degli angeli: “Sulle loro mani ti porteranno”?

Non sono solo espressioni figurate, perché anche se gli angeli per natura sono “puri spiriti”, quando però Dio li incarica di qualche “missione” presso gli uomini essi assumono “sembianze umane” e, letteralmente, si “materializzano”, come attesta il caso biblico “eclatante” dell’arcangelo Raffaele che accompagnò Tobia: “Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore… Quando ero con voi, io non stavo con voi per mia iniziativa, ma per la volontà di Dio… A voi sembrava di vedermi mangiare, ma io non mangiavo nulla: ciò che vedevate era solo apparenza. Ora benedite il Signore sulla terra e rendete grazie a Dio. Io ritorno a colui che mi ha mandato. Scrivete tutte queste cose che vi sono accadute”. E salì in alto. Essi si rialzarono, ma non poterono più vederlo. Allora andavano benedicendo e celebrando Dio e lo ringraziavano per queste grandi opere, perché era loro apparso l’angelo di Dio” (Tobia 12,15-22).

Come non ricordare, poi, al riguardo, la presenza degli angeli nelle vite di tanti Santi? Come, ad esempio, nella vita di Santa Gemma Galgani (1878-1903). Ella conversava abitualmente con il suo angelo custode, che gli appariva in sembianze umane. Era poi singolare come – non avendo Santa Gemma il denaro per comprare i francobolli – provvedesse l’angelo stesso a “recapitare” le lettere che ella scriveva a Padre Germano, suo Direttore Spirituale, che abitava in una città lontana, il quale trovava misteriosamente sulla sua scrivania le lettere della sua figlia spirituale, senza che venisse fatto alcun uso della “posta” “umana”!...

Per quanto mi riguarda - checché se ne dica e se ne pensi da chicchessia - a me basta già solo “la testimonianza” e “le rivelazioni” di Santa Caterina da Bologna e, in aggiunta, “le visioni” e “le rivelazioni” ancor più esplicite e dettagliate della Beata Anna Caterina Emmerich (ma anche di altri Santi!…), per “accettare” il fatto della “veridicità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto e “rifiutare” ogni altra interpretazione riguardo “al modo” di tale traslazione. Tutto ciò che non collima con tali “rivelazioni” (che sono però, ovviamente, solo di “fede umana” e non di “fede divina”) per me è comunque sicuramente “sbagliato” e “falso” già “alla radice”, anche se asserito in “buona fede” (ma talvolta - da certi autori - anche in “mala fede”, contro ogni più ovvia “evidenza” “documentale”!). E ciò perché se una realtà è “vera” in un modo (perché è stata così “rivelata” da Dio ai suoi Santi), non può essere vero il suo contrario. Né la scienza potrà mai contraddirla in alcun modo: al contrario, non potrà che avallarla!… E così è anche riguardo alla “veridicità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Tersatto (in Dalmazia), poi “in vari luoghi” (e quindi non solo a Tersatto e a Loreto) e, infine, a Loreto.

… (omissis)…

Cfr. indirizzo Internet www.lavocecattolica./la.miracolosa.traslazione.html

 

            Si può ben dire che, oltre anche ai Papi precedenti, ma soprattutto da Paolo II sino all’attuale Papa Giovanni Paolo II, per secoli e secoli, i Sommi Pontefici hanno fatto a gara nel dimostrare la loro venerazione e il loro amore per la Santa Casa custodita nel Santuario di Loreto.

            Infine - e ciò è ancor più “impegnativo” per la Chiesa! - i Sommi Pontefici  concessero la Festa Liturgica della “Traslazione” (quella “miracolosa!…), fissandola al 10 dicembre.

Bisogna, in proposito, aver chiaro che il 10 dicembre non si festeggia “la Casa trasportata”, come qualche studioso “confonde”, con un sottile gioco di parole:  e ciò per giustificare il valore della possibilità della “traslazione umana”, senza accorgersi che in tal modo sta contraddicendo apertamente la Liturgia. La Chiesa, invece, intende festeggiare proprio il “fatto storico” della “Traslazione miracolosa” della Santa Casa, ad opera degli angeli!… D’altra parte è palesemente contraddittorio affermare di poter festeggiare “la Casa trasportata”, quando si sostiene nel contempo l’ipotesi che a Loreto vi siano state trasportate “le sante pietre” “prese” dalla Santa Casa. Se così fosse, allora si dovrebbe dire che si possono festeggiare solo le reliquie “trasportate” a Loreto delle sole “sante pietre” della Santa Casa e non si potrebbe perciò festeggiare anche l’interaSanta Casa, visto che a Loreto vi sarebbero solo delle “pietre” “prese” dalla Santa Casa di Nazareth. Se così fosse, inoltre, allora a Loreto non c’è la “vera” Casa di Maria (quella di Nazareth), ma solo delle “pietre” “portate vie” dalla Casa di Nazareth e “ricomposte a Loreto”. Come si può quindi festeggiare “la traslazione” (anche fosse quella “umana”) della Casa di Nazareth, se a Loreto vi sono solo delle “pietre” di quella Casa? Allora si dovrebbe festeggiare solo “il trasporto” delle “sante pietre” portate via dalla Casa di Nazareth… In tal modo, però, la Chiesa “ha sbagliato” (?) ad istituire la “Festa della traslazione” (anche fosse solo quella “umana”) e dovrebbe perciò davvero “modificare” (!) la “Festa della Traslazione” del 10 dicembre!… E’ possibile tutto questo?… Non sono evidentissime tutte queste “assurdità” e “contraddizioni” ?…

            Riguardo poi al valore delle reliquie (…) la Chiesa le approva e le raccomanda, perché - afferma il “Catechismo della Chiesa Cattolica” (al n°2132) - “chi venera l’immagine, venera la realtà di chi in essa è riprodotto” e gli atti di culto non sono rivolte alle immagini considerate in se stesse, ma in quanto servono a raffigurare il Dio incarnato.

            Anche la Santa Casa di Loreto è una “Reliquia”, e indiscutibilmente è anche “la più insigne”, perché proprio fra quelle mura si è incarnato nel grembo di Maria Vergine il Figlio di Dio, la Seconda Persona della SS.ma Trinità, entrando nel tempo e nello spazio e nella storia,  per attuare la redenzione degli uomini. Alle Reliquie, perciò, e in modo specialissimo alla Santa Casa di Nazareth, si deve venerazione e culto. Ma di questi atti esterni e pubblici è giudice la Chiesa, la quale, prima di permetterli, vuole accertarsi che le Reliquie abbiano i caratteri dell’autenticità. Si tratta, naturalmente, di una certezza che non sempre può essere “assoluta”, ma basta che sia “morale” (cioè, “ragionevolmente provata”) per legittimare e raccomandare il culto delle Reliquie.

            Nelle cose opinabili ciascuno può pensare come crede. Nel caso nostro, però, a riguardo della Santa Casa, ci troviamo dinanzi non solo a “prove critiche”, ma anche ad atti di Sommi Pontefici, culminanti nella consacrazione liturgica della “Festa della Traslazione” (e ripeto: la liturgia intende la “traslazione” “miracolosa”!), che mette in rilievo ed esalta la tradizione lauretana; andare contro di essa è, per un buon cattolico, un atto, per lo meno “irriverente.

            L’istituzione della Festa, già celebrata da sempre a livello locale, si ebbe con un Decreto del 29 novembre 1632, della Sacra Congregazione dei Riti, che, dopo maturo esame, approvava per la Regione delle Marche la Festa della Traslazione della Santa Casa e la fissava al 10 dicembre. Il 16 settembre del 1699, Innocenzo XII concedeva alle medesime Diocesi delle Marche l’Ufficio proprio della Traslazione della Santa Casa, con approvazione della lettura del trasporto miracoloso del sacello nazaretano, e con relativa Messa. Benedetto XII l’estendeva a Roma, allo Stato Pontificio e a tutte le Diocesi che ne avessero fatto domanda.

Nella VI Lezione è brevemente descritta la storia della Traslazione (intendendo sempre, come ben si legge, quella “miracolosa”!) ed è ricordata la venerazione secolare dei fedeli alla Santa Casa: “Ipsius autem Virginis Natalis Domus divinis mysteriis consecrata, Angelorum ministerio, ab infidelium potesatte in Dalmatiam prius, deinde in agrum Lauretanum Picenae Provinciae translata fuit… eamdemque ipsam esse in qua Verbum caro factum est et habitavit in nobis, tum Pontificiis diplomatibus et celeberrima totius orbis veneratione, tum continua miraculorum virtute et coelestium beneficiorum gratia comprobatur”.

E’ una magnifica sintesi di quanto fin qui detto ed è un “documento ufficiale” della Chiesa, approvato dai Sommi Pontefici, valido ancor oggi, in cui la Festa della Traslazione è ancora celebrata il 10 dicembre di ogni anno.

            Infine, “a suggello conclusivo”, bisogna ricordare ancora che il Papa Benedetto XV, accogliendo i voti di moltissimi Vescovi e fedeli, il 24 marzo 1920 dichiarava la Beata Vergine di Loreto Patrona principale degli Aviatori. Per quale altro motivo se non perché ne riconosceva “autentica” la tradizione del “volo miracoloso” della Santa Casa?… Infatti, con tale proclamazione, Benedetto XV approvò pienamente la Tradizione, la quale vuole che la Beata Vergine abbia guidato nei cieli e sul mare la sua Casetta, quando questa fu dagli angeli portata dalla Palestina in Dalmazia e poi sul suolo Italiano.

            Tutte queste concessioni furono fatte dalla Santa Sede dopo un lungo e approfondito studio, e non senza discussioni e obiezioni da parte del Promotore della fede, in seno alla Sacra Congregazione dei Riti, e costituiscono uno dei più validi argomenti per dimostrare che la tradizione lauretana è basata sulla verità.

La Chiesa non avrebbe diversamente approvate le preghiere liturgiche, che citano “la miracolosità” della Traslazione, perché “lex orandi est lex credendi”.

Invece a Loreto ci sono state portate proprio “le pareti” (proprio le “tre pareti integre”!) della Santa Casa e non delle “pietre” o dei “materiali” con cui sarebbe stata “ricostruita” la Santa Casa a Loreto (che è cosa assolutamente e umanamente “impossibile”!)… Anche la Beata Anna Caterina Emmerich, nelle sue “rivelazioni” sopra citate, attesta che le pareti (proprio “le pareti” e non solo “le pietre”!) della Santa Casa di Loreto sono assolutamente le stesse di Nazareth: quindi, se a Loreto le pareti della Santa Casa sono “assolutamente” le stesse di Nazareth, tali pareti non possono essere state mai né “smontate” né “ricostruite”, in alcun modo e da nessuno!

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

L’APOSTASIA LAURETANA TOTALE

 

Così scriveva il grande Pontefice Beato Pio IX, nella Bolla “Inter Omnia”, del 26 agosto 1852:

A Loreto si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia”.

SE LA CASA DI NAZARETH TRASPORTATA MIRACOLOSAMENTE A LORETO

E’ STATA ED E’ SEMPRE TANTO CARA AL CUORE DI DIO,

E’ LECITO ORA CHIEDERCI:

AL CUORE DELLA CHIESA CATTOLICA E’ ANCORA “TANTO CARA” LA CASA DI NAZARETH?...

TRASPORTATA MIRACOLOSAMENTE DA DIO SINO A LORETO? ...

NON INTERESSA PIU’ A NESSUNO?...

 

SE AVESSI COMPRESO ANCHE TU…

NON LASCERANNO IN TE PIETRA SU PIETRA…

 

* DOPO ANNI E ANNI DI APPELLI SEMPRE INASCOLTATI DA VARIE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE INTERPELLATE E RESPONSABILI, DI CONFRONTI CRITICI SEMPRE IMPEDITI, DI RICHIESTE DI UDIENZE MAI CONCESSE, DI APPELLI PRIVATI E PUBBLICI A GIORNALI E RADIO CATTOLICHE LASCIATI SEMPRE SENZA RISPOSTA…

* DOPO LA RICHIESTA UFFICIALE DI UN PROCEDIMENTO CANONICO, CHE PERO’ NON E’ STATO MAI AVVIATO, PER “IL DELITTO DI FALSO” OPERATO CON GLI SCRITTI DAL PADRE GIUSEPPE SANTARELLI, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa” E DA ALTRI AUTORI...

* DOPO LIBRI E ARTICOLI PUBBLICATI A PROFUSIONE, SCRITTI E DIFFUSI OVUNQUE CON DISPENDIO ENORME DI SPESE E FATICHE IMMANI (cfr. www.lavocecattolica.it/santacasa.htm - www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm), E DA VARIE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE RESPONSABILI SEMPRE IGNORATI OD OSCURATI, QUANDO NON APERTAMENTE OSTACOLATI…

* DOPO L’INVIO DI LETTERE E DOCUMENTAZIONI DI OGNI GENERE, ANCHE CON AVVOCATI, E DOPO TELEFONATE E FAX SENZA NUMERO A VARI SACERDOTI, VESCOVI, CARDINALI, CONGREGAZIONI VATICANE…

* DOPO LA INGENTE QUANTITA’ DI DOCUMENTAZIONI STORICHE, ARCHEOLOGICHE E SCIENTIFICHE INVIATE IN OGNI DOVE, CON CENTINAIA E CENTINAIA DI PAGINE DOCUMENTATIVE, MA DA “TUTTI” (CIOE’, DA VARIE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE RESPONSABILI E ANCHE DA “MASS-MEDIA” CATTOLICI come AVVENIRE, RADIO MARIA, FAMIGLIA CRISTIANA), DA “TUTTI” PRESI IN NESSUNA CONSIDERAZIONE PER SUPERFICIALE IGNORANZA O TRASCURATI PER VILE OMERTA’ O, PEGGIO, CONTRADDETTI CONSAPEVOLMENTE E COLPEVOLMENTE…

* DOPO CHE DA DECENNI LA LITURGIA DELLA “MIRACOLOSA” TRASLAZIONE DISPOSTA DA SECOLI E SECOLI DAL MAGISTERO DELLA CHIESA VIENE SACRILEGAMENTE OMESSA E TRAVISATA E INFINE CONTRADDETTA E NEGATA, CONTRO LE DISPOSIZIONI LITURGICHE DELLA SANTA CHIESA…

* DOPO I PRONUNCIAMENTI SOLENNI DEI PAPI FATTI PER SETTE SECOLI, MA CHE NELL’ULTIMO TRENTENNIO SONO STATI SUBDOLAMENTE DEL TUTTO NASCOSTI O MANIPOLATI E PERSINO NEGATI…

* DOPO LA PREGHIERA “CHIARIFICATRICE” DI BENEDETTO XVI INVIATA AL VESCOVO DI LORETO PER UN MIO APPELLO FATTO AL SANTO PADRE NEL DICEMBRE 2005, MA CHE E’ ANCORA DEL TUTTO OCCULTATA E SCONOSCIUTA NELLA STESSA BASILICA LAURETANA, OVE SI CONTINUANO A PROPAGARE SCRITTI “FALSI”, “FALSIFICATI”  E “DISSACRATORI”, INSIEME AD UN’ALTRA PREGHIERA CHE CONTRADDICE QUELLA DI BENEDETTO XVI…

            DOPO TANTI ANNI DI COLPEVOLI OMISSIONI E TALVOLTA DI CONSAPEVOLI TRADIMENTI…

ECCO ORA IL RISULTATO FINALE RAGGIUNTO DAI DISSACRATORI:

L’APOSTASIA TOTALE SULLA SANTA CASA,

L’ABOMINIO DELLA DESOLAZIONE CHE HA DEVASTATO TUTTO

NEL TEMPIO SACRO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO…

A DIO IL GIUDIZIO!…

Prof. GIORGIO NICOLINI

40 giorni

(1° novembre 2006-10 dicembre 2006)

il tempo dell’apostasia totale lauretana

 

IL TRADIMENTO DI PADRE FLORIANO GRIMALDI

Archeologo e Archivista della Basilica Lauretana

UN TEMPO ESPERTO SOSTENITORE

DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA

*********

L’APOSTASIA NATA DALLA BASILICA LAURETANA

NEL NEGARE LA MIRACOLOSITA’ DELLA TRASLAZIONE

E NEL NEGARE LA PRESENZA DELL’INTERA SANTA CASA DI NAZARETH

E’ ORA DIVENUTA L’APOSTASIA TOTALE

CHE NEGA RADICALMENTE CHE A LORETO

VI SIA LA “VERA” SANTA CASA DI NAZARETH

 

Dal quotidiano “Corriere Adriatico” del 25 novembre 2006

LORETO - Incidente diplomatico di non poco conto tra Comune, Fondazione Carilo, Cassa di Risparmio di Loreto da una parte e Diocesi di Loreto dall’altra. Il fatto è accaduto alla presentazione del libro edito da Franco Maria Ricci per la collana “Gran tour” pubblicato qualche mese fa. “Loreto e la Santa Casa” si intitola il libro nel quale ci sono diversi contenuti di studiosi, esperti e teologi su Loreto e il suo fortissimo legame con la religione. Il “casus belli” durante la presentazione che si è tenuta nel Palazzo Apostolico è stato il contributo di padre Floriano Grimaldi, archivista per 50 anni della Diocesi loretana il quale argomenta sul fatto che la Santa Casa possa essere una chiesetta costruita tra 1000 e 1100 e solo per tradizione sia stata identificata con la casa di Nazareth. Monsignor Danzi non si è fatto pregare per portare il parere riconosciuto dalla Chiesa cattolica: “La Santa Casa è reliquia storica della costruzione di Nazareth dove hanno vissuto San Giuseppe, la Madonna e Gesù”. Danzi ha sottolineato il concetto “come rappresentante del Santo Padre a Loreto” dimostrandosi molto dispiaciuto che non sia stato fatto riferimento “né agli studi scientifici che dimostrano come alcune pietre provengano proprio dal Medio Oriente, né all’autorità della Chiesa Cattolica che su Loreto si è espressa più volte”. In sala c’è stato anche del clamore a supporto della voce di monsignor Danzi mentre un tangibile imbarazzo si è palesato tra editori e finanziatori dell’opera. Sull’argomento è intervenuta anche Forza Italia che “appoggia pienamente la ferma dichiarazione del Vescovo della città Mariana - spiega Emiliano Pigliacampo a nome della Casa delle Libertà - condividendo la preoccupazione per il dilagante relativismo che colpisce il mondo cristiano. Un'ulteriore considerazione ci sentiamo in dovere di farla perchè quando si adoperano risorse pubbliche per stampare e divulgare notizie così provocatorie nei confronti di milioni di fedeli e nocive alla stessa Loreto gli amministratori di istituzioni pubbliche dovrebbero avere una particolare attenzione e maggior senso di responsabilità”.

 

Dal “Corriere Adriatico” del 27 novembre 2006

LORETO - Nessun incidente diplomatico tra il Comune e la Santa Casa. Tiene a precisarlo il sindaco Moreno Pieroni intervenendo sulle polemiche seguite alla presentazione del libro edito da Franco Maria Ricci per la collana Gran tour intitolato “Loreto e la Santa Casa”. Aveva suscitato imbarazzi il contributo di padre Floriano Grimaldi, archivista per 50 anni della Diocesi loretana, secondo il quale la Santa Casa potrebbe essere una chiesetta costruita tra 1000 e 1100 e solo per tradizione è stata identificata con la casa di Nazareth. “Monsignor Danzi - scrive il sindaco - ha tutte le ragioni del mondo ad aver preso le distanze da quanto scritto nel libro edito dalla Franco Maria Ricci e curato da Padre Floriano. Quest'ultimo, pur essendo considerato uno degli archivisti più illustri, non credo sia depositario della verità assoluta circa la provenienza delle pietre della Santa Casa”. Pieroni ricorda che “molti studi e trattati sostengono l'esatto contrario e confermano che esse arrivino proprio dalla Palestina e da Nazareth, una tesi avallata da documenti e più volte circostanziata”. Il sindaco replica poi al capogruppo consiliare di Forza Italia Emiliano Pigliacampo, che ha cercato “di mettere zizzania tra Comune e la Delegazione Pontificia. In questo modo ha infatti solo rischiato di danneggiare l'immagine della città, visto che i rapporti tra le due Istituzioni sono e continueranno ad essere ottimi e imprescindibili”.

 

Che cosa sosteneva il Padre Floriano Grimaldi nel 1979 in una intervista a Renzo Allegri, ove confermava da archeologo l’autenticità della Santa Casa e la miracolosità della Traslazione.

           

Al tempo della prima visita di Giovanni Paolo II a Loreto, conobbi padre Floriano Grimaldi, storico e archeologo, studioso della Santa Casa di Loreto. “Tra il 1962 e il 1965 ho eseguito io stesso”, mi disse “una serie di scavi archeologici sotto la Casa di Loreto, che hanno pienamente confermato i risultati già noti dalla tradizione. Si è ancora una volta constatato che la costruzione poggia sul terreno, senza fondamenta. I primi interventi delle autorità civili e religiose per conservare questa costruzione risalgono all' inizio del 1300, cioè pochi anni dopo che la casa era apparsa a Loreto. Sotto ciascuna delle pareti fu costruita, dall'esterno, una sottomurazione per dare loro stabilità. Alcuni anni dopo, poiché l'azione di logoramen­to progrediva, l'edificio fu interamente consolidato con un robusto muro, costruito tutto intorno e per l'intera altezza, ma a una certa distanza dalle pareti della Santa Casa. Questo modo di procedere dimostra che la devozione era rivolta non all'immagine sacra conservata nella casa, ma alla casa stessa. Come ho detto, sono in corso altre ricerche assai complicate come analisi geologiche e micropaleontologiche sulle pietre della casa. Quelle finora compiute hanno dato risultati positivi.  Tuttavia non sono solo gli studi scientifici a dare la certezza di trovarci di fronte a un fenomeno soprannaturale. Ci sono altri elementi da prendere in considerazione, come il giudizio della Chiesa, dei Papi e i prodigi”.

 

40 giorni

(1° novembre 2006-10 dicembre 2006)

il tempo dell’apostasia totale lauretana

 

Estratto della risposta al Segretario del Vescovo di Loreto il 1° dicembre 2005,

in risposta ad una lettera del Vescovo di Loreto,

leggibile per intero in Internet all’indirizzo

www.lavocecattolica.it/lettera8dicembre2005.htm

 

… (omissis) …

            Non è perciò neanche vero ciò che mi scrive Mons. Danzi, riguardo al fatto che nessuno può imporre LA TRASLAZIONE MIRACOLOSA come “PENSIERO DELLA CHIESA”. Innanzitutto la “traslazione miracolosa” non è “imposta” dalla Chiesa (e quindi ognuno è “libero” di credervi o meno); tuttavia tale “evento miracoloso” è stato “approvato” “in modo solenne” dalla Chiesa, con regolari processi canonici, per secoli e secoli. Tutti i “pronunciamenti dei Papi” per 700 anni e tutte le “conferme” delle Congregazioni Vaticane competenti, fino alla istituzione della secolare LITURGIA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE del 10 dicembre, non sono forse “IL PENSIERO DELLA CHIESA”?... Quindi, la Traslazione “MIRACOLOSA” “è” “il pensiero della Chiesa”!... anche se non lo si può imporre. Semmai, al riguardo, non si può “imporre” il pensiero “contrario”!...

            Forse che non ha valore, nel caso della Liturgia della “Miracolosa Traslazione”, la LEX ORANDI EST LEX CREDENDI?... Non ho già spiegato tutto ciò nello scritto inviato all'amico Padre Marzio Calletti, Rettore della Basilica Lauretana, riguardo alla celebrazione anche del prossimo 10 dicembre, ove ci deve essere “sintonia” tra la Liturgia “approvata” dalla Chiesa, con una specifica Festa, e la sua “corretta” celebrazione da parte dei “responsabili” ecclesiastici, senza creare “confusioni” presso i fedeli?...

         Il testo originale è leggibile collegandosi all’Indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/lettera24novembre2005.htm

            In proposito, vorrei anche precisarti che Padre Marzio non ha “una responsabilità” come il Padre Santarelli, perché ho constatato nel colloquio personale che egli “soffre” per la situazione da me “denunciata”. Egli infatti “lascia” i libretti (con le “falsificazioni documentali”) nella Basilica, solo perché così “permette” l'Autorità Ecclesiastica responsabile, ma non credo che da parte sua egli ne sia favorevole.

            In ogni caso, ho fatto pervenire al Card. Francis Arinze, Prefetto della “Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti”, “la segnalazione” di tali “incongruenze” nella Basilica Lauretana, perché Sua Eminenza possa avere l’opportunità di conferire direttamente con Sua Ecc.za Mons. Danzi, per “chiarire” e “far rispettare” ciò che la Santa Chiesa “ha disposto” dal punto di vista liturgico riguardo alla celebrazione della “miracolosità” della Traslazione della Santa Casa e venga fatta cessare dalla Basilica Lauretana ogni “confusione” al riguardo.

   Il testo originale è leggibile collegandosi all’Indirizzo Internet

www.lavocecattolica.it/congregazione.culto.divino.htm

            E’ poi “singolare” quanto Mons. Danzi ancora mi scrive: “Né si possono portare a prova del fatto miracoloso le visioni o le rivelazioni private di santi e di sante, le quali in ambito di critica storica non hanno valore probativo”.

            Ma le “rivelazioni” dei santi e delle sante sono “vere” o “no”?... Se sono vere è anche “vero” ciò che da tali “rivelazioni” viene “rivelato”. Non hanno un valore probativo “documentale” per chi non crede al “soprannaturale”, ma per “chi crede” è “probativo”!... La ricerca storica, da parte di “chi crede”, deve perciò privilegiare “l’approfondimento” e “la dimostrazione” della “verità” che tali “rivelazioni” fanno conoscere, e che sono state “approvate” dalla Chiesa. Che senso ha cercare di dimostrare che “non è vero” ciò che tali rivelazioni hanno “rivelato” che invece “è proprio vero!”… Non è una contraddizione radicale?...

            Se le “rivelazioni private” dei Santi e delle Sante sono “autentiche” (e sono “autentiche”!...) non si potrà mai trovare “qualcosa” - nell’ambito storiografico, archeologico e scientifico - che possa dimostrare che “non è vero” ciò che “le rivelazioni soprannaturali” hanno “rivelato” che invece “è proprio vero”!... Perché, quindi, il Padre Santarelli e tanti altri autori (“cattolici”) in questo ultimo trentennio hanno voluto dimostrare “a tutti i costi” (anche con “le falsificazioni”) che non è vero ciò che tali “rivelazioni” hanno fatto conoscere invece essere proprio “vero”?... Non è tutto ciò illogico e assurdo?...

            Non l’avevo già scritto nel mio libro “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”? Avevo scritto infatti (a pag.23): “Tutto ciò che non collima con tali “rivelazioni” (che sono però, ovviamente, solo di “fede umana” e non di “fede divina”) per me è comunque sicuramente “sbagliato” e “falso” già “alla radice”… E ciò perché se una realtà è “vera” in un modo (perché è stata così “rivelata” da Dio ai suoi Santi), non può essere vero il suo contrario. Né la scienza potrà mai contraddirla in alcun modo: al contrario, non potrà che avallarla!... E così è anche riguarda alla “veridicità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Tersatto (in Dalmazia), poi “in vari luoghi” (e quindi non solo a Tersatto e a Loreto) e, infine, a Loreto”.

            Non è vera, perciò, neanche l’affermazione di Mons. Danzi che “l’ipotesi proposta dal Santuario di Loreto, tramite la Congregazione Universale della Santa Casa, è basata su solide basi archeologiche, filologiche e storiche”. Tutte le documentazioni “secolari” - storiche, archeologiche, filologiche e scientifiche, oltre agli innumerevoli “miracoli divini” - dimostrano tutto il contrario!...

            In una intervista del 1979 il Padre Floriano Grimaldi, storico e archeologo e studioso della Santa Casa di Loreto, disse allo scrittore Renzo Allegri: “Tra il 1962 e il 1965 ho eseguito io stesso una serie di scavi archeologici sotto la Casa di Loreto, che hanno pienamente confermato i risultati già noti dalla tradizione. Si è ancora una volta constatato che la costruzione poggia sul terreno, senza fondamenta. I primi interventi delle autorità civili e religiose per conservare questa costruzione risalgono all’inizio del 1300, cioè pochi anni dopo che la casa era apparsa a Loreto. Sotto ciascuna delle pareti fu costruita, dall’esterno, una sottomurazione per dare loro stabilità. Alcuni anni dopo, poiché l’azione di logoramento progrediva, l’edificio fu interamente consolidato con un robusto muro, costruito tutto intorno e per l’intera altezza, ma a una certa distanza dalle pareti della Santa Casa. Questo modo di procedere dimostra che la devozione era rivolta non all’immagine sacra conservata nella casa, ma alla casa stessa. Come ho detto, sono in corso altre ricerche assai complicate come analisi geologiche e micropaleontologiche sulle pietre della casa. Quelle finora compiute hanno dato risultati positivi. Tuttavia non sono solo gli studi scientifici a dare la certezza di trovarci di fronte a un fenomeno soprannaturale. Ci sono altri elementi da prendere in considerazione, come il giudizio della Chiesa, dei Papi e i prodigi…”.

… (omissis) …

 

IN PREPARAZIONE DEL 712° ANNIVERSARIO

DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH DA TERSATTO IN ITALIA

(10 dicembre 1294 - 10 dicembre 2006)

 

LA VERITA’ DELLE “MIRACOLOSE” TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LE CINQUE TRASLAZIONI “MIRACOLOSE” STORICAMENTE DOCUMENTATE

Illustrazione sintetica delle principali documentazioni storiche che comprovano la “veridicità storica” di “almeno” cinque “traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth, avvenute tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (nell’ex-Jugoslavia), ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta”); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano (o Monte Prodo) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica.

 

LA TRASLAZIONE MIRACOLOSA SUL CAMPO DEI DUE FRATELLI

 

La Santa Casa, dopo la sosta dei nove mesi sulla collina di Posatora, in Ancona, comparve alla fine del 1295 nella selva recanatese della signora Loreta, nell’attuale località denominata Banderuola, dietro l’attuale stazione ferroviaria di Loreto.

Agli abitanti del luogo, stupefatti da quel prodigio, San Nicola da Tolentino, che in quell’anno dimorava nella vicina Recanati - e che “vide” per rivelazione soprannaturale l’arrivo della Santa Casa - fece sapere che si trattava della Casa di Nazareth. Così anche un pio eremita, fra Paolo della Selva, che dimorava in un colle poco lontano, detto Montorso, conobbe per rivelazione della stessa Vergine che quelle umili pareti erano la Camera nazaretana dell’Annunciazione, portata via da Nazareth per impedirne la devastazione musulmana.

La fama di questa nuova traslazione miracolosa fece confluire grandi folle di pellegrini nella selva della signora Loreta. Di giorno e di notte gli angusti sentieri della selva erano percorsi dai pellegrini, che si fermavano in quel luogo sacro per giorni e settimane, senza curarsi dei disagi e di dover poi riposare all’ombra degli alberi, non essendoci null’altro. La valle riecheggiava di preghiere e di canti, di suppliche e di lodi alla Vergine.

Giacomo Ricci, un importante autore del XV secolo, scrisse una “Historia Virginis Mariae Loretae”, e nel riportare le documentazioni dell’epoca, scrisse della sosta della Santa Casa nella selva della signora Loreta, descrivendo quanto avvenne in quegli otto mesi, tra il 1295 e il 1296, in cui la Santa Casa rimase in quella selva: “Mentre così tutto il popolo ogni giorno ivi si raccoglie, e mentre ivi confluiscono da regioni straniere e lontane e d’oltre mare, in quel tempo moltissimi che si davano al latrocinio cominciarono ad appiattarsi in luoghi nascosti e a spargersi ovunque nella selva per uccidere i pellegrini con morte crudele e dolorosa e per impadronirsi dei loro beni” (f.24r). In tale “storia lauretana” il Ricci concorda con quanto anche scrisse il Teramano e il Beato Mantovano, aggiungendo l’importante notizia dei pellegrini provenienti da “regioni straniere e lontane e d’oltre mare”, a conferma di come la notizia delle “miracolose traslazioni” fosse giunta in pochissimo tempo nei luoghi più lontani. Non è spiegabile, infatti, un tale concorso di folle di pellegrini dai luoghi più lontani (nel giro di poche settimane, o di qualche mese), se non per la straordinarietà dell’evento delle traslazioni “miracolose” della Santa Casa.

Il Ricci aggiunge un particolare ulteriore, riguardo ai naviganti che maltrattavano i pellegrini: “Ma anche quella pessima genìa di naviganti, mentre trasportava gli altri che ripartivano, strappato loro il danaro, li gettava nelle acque del mare. Di conseguenza nessuno osava più visitare il tempio se non con una grande moltitudine riunita insieme” (f.24r).

Per tali motivi, la Santa Casa venne di nuovo “miracolosamente” trasportata dagli angeli sul Monte Prodo (l’attuale colle lauretano), sul campo di due fratelli, probabilmente il 10 agosto 1296.

Tale nuova traslazione miracolosa è anche attestata da un discendente dei testimoni oculari di quel nuovo evento prodigioso, Francesco il Priore, come riportato dal Teramano nel 1472. Egli affermò sotto giuramento che un suo avo aveva vissuto presso la Santa Casa e l’aveva visitata quando era nella selva di Loreta e poi quando fu portata miracolosamente sul campo dei due fratelli.

I due fratelli furono lietissimi del celeste dono, onorando ed adornando con viva pietà quella Sacra Stanza. In breve tempo essi videro l’altare e le mura coperti di ricchi doni votivi, profusi dalla devozione dei credenti. Tale abbondanza di ricchezze cominciò però a destare in loro l’avidità e la gelosia del guadagno e iniziarono tra loro gravi litigi per tale motivo.

Bonifacio VIII (1294-1303), sotto il cui Pontificato avvennero le traslazioni nel territorio italiano, ebbe subito notizia di tali traslazioni “miracolose”. Lo attesta un importantissimo storico lauretano, Valerio Martorelli (sec.XVIII), Vescovo di Montefeltro, che tra le innumerevoli documentazioni da lui riportate in varie opere, pubblicò anche una lettera che il Comune di Recanati inviò all’epoca a Bonifacio VIII per fargli sapere che la Santa Casa dal bosco si era spostata e si era fermata su un colle appartenente ai due fratelli Simone e Stefano Rinaldi degli Antici.

Il Comune desiderava che quel colle passasse sotto il dominio pubblico per risolvere la lite dei due fratelli e potervi fabbricare delle strutture di accoglienza per la comodità dei pellegrini. Il Papa però non ebbe bisogno di risolvere la questione, perché la risolse la stessa Vergine, che “per il ministero angelico” miracolosamente fece spostare ancora la Santa Casa sulla pubblica strada, adiacente al campo dei due fratelli, ove rimase per sempre, probabilmente dal 2 dicembre 1296. Il ricordo della sosta della Santa Casa sul campo dei due fratelli è ancor oggi tramandato da una pietra scolpita sul muro, alla fine dell’attuale Palazzo Apostolico, e rappresentante un’immagine di Maria SS.ma, sedente sopra la Santa Casa. Sotto l’immagine vi sta scritto: “visitatio custodivit”.

            La strada su cui si era “posata” la Santa Casa era di dominio pubblico e così il Comune di Recanati non fece ulteriori passi presso il Pontefice Bonifacio VIII. Il Papa tuttavia inviò a Loreto Mons. Federico di Nicolò di Giovanni, vescovo e cittadino recanatese, perché assumesse la più premurosa cura del celeste Santuario. Il Papa consigliò poi i Recanatesi ad inviare a Tersatto, nella Schiavonia, e quindi nella Palestina, sedici uomini scelti tra i più insigni della Marca d’Ancona, per verificare “la verità” (come poi venne constatato) dell’assenza a Tersatto e a Nazareth della Santa Casa pervenuta “miracolosamente” nell’anconitano.

            Quegli “inviati” constatarono a Nazareth la presenza delle sole fondamenta, in tutto simili nella qualità dei materiali alle Pareti giunte in Italia; constatarono anche l’uguale perimetrazione delle fondamenta con le stesse Pareti, e trovarono anche una scritta su un muro vicino, ove era riportato che la Sacra Stanza era stata in quel luogo, ma che da lì ne era “partita”. Tutto osservato e verificato, tornarono a Recanati e raccontarono le cose vedute, udite e lette, asserendo con assoluta certezza che la Santa Casa giunta in Italia era quella stessa partita da Nazareth.

            Si ampliò così sempre più la fama e la devozione alla Santa Casa e alle sue “miracolose traslazioni”: non solo da parte degli abitanti della Marca d’Ancona, ma anche da parte di tanti popoli lontani, che con incredibile moltitudine giungevano da ogni parte.

            Per renderne più celebre il culto in tutta la Chiesa, Bonifacio VIII istituì nel 1299 il primo Giubileo del 1300, programmando di farlo celebrare ogni cento anni. In tale modo tutta “la cattolicità” conobbe quell’evento straordinario, confluendo a moltitudini verso Loreto a vedere quel prodigio divino e a venerare la Santa Casa dell’Incarnazione del Figlio di Dio.

            Giova qui rammentare ai cattolici le solenni parole di Leone XIII: “Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose” (Lettera Enc. “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

LA “MIRACOLOSA” TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH

IN HOC SIGNO VINCES!...

 

LA STOLTEZZA DELL’ABBANDONO DELLA “VERITA’” DELLA SANTA CASA E DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI

LE GRAVI CONSEGUENZE DELL’APOSTASIA LAURETANA

L’OFFUSCAMENTO E L’OCCULTAMENTO DELLA VERITA’ DELL’INCARNAZIONE

NELLA CULTURA E NELLA SOCIETA’ OCCIDENTALE SEMPRE PIU’ MULTIETNICA E MULTIRELIGIOSA

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

 

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):

 

RECITIAMO QUESTA NUOVA “VIA CRUCIS” IN RIPARAZIONE DELLA DISSACRAZIONE AVVENUTA DELLA STORIA E DEL CULTO DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO E PER IL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELL’AUTENTICITA’ DELLA PRESENZA A LORETO DELLA “SANTA CASA” E DELL’AUTENTICITA’ DELLE SUE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”.

 

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

LA VIA CRUCIS DEL BEATO PIETRO VIGNE

Libero adattamento composto dal Prof. Giorgio Nicolini sui testi del Beato Pietro Vigne

Meditazioni per ogni giorno del mese, nelle quali si troveranno molteplici motivi assai convincenti per amare Dio, bellissimi esempi di tutte le virtù, ragioni convincenti che ci spingono ad impegnarci in esse, mezzi per acquistarle e infine molti modi, facili ed utili, di metterle in pratica.

 

 

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

 

In nome di Gesù Cristo, ti preghiamo, Padre, di concederci

- il dono del timore che ci impedisca di offenderti;

- il dono della pietà che ci permetta di amarti come Padre nostro;

- il dono della scienza che ci aiuti ad elevarci dalle cose visibili a quelle invisibili, a te che ne sei il Creatore;

- il dono del consiglio per non fare nulla senza prima conoscere la tua Volontà;

- il dono della fortezza per resistere alle tentazioni che si oppongono alla nostra salvezza;

- il dono dell’intelletto per essere illuminati sui misteri che tu ci proponi;

- il dono della sapienza che ci faccia comprendere e gustare ciò che è divino e ci faccia porre le nostre delizie nel tuo amore sino alla fine dei nostri giorni.

 

STAZIONE XII

GESU’ POSTO IN PRIGIONE

 

PREGHIERA

            O dolce Gesù, tu hai sopportato in casa di Caifa che ti si velasse il volto mentre venivi crudelmente flagellato e indegnamente disprezzato, dimostrando sempre una grande pazienza e una grande bontà: ma non solo questo. Hai accettato di essere racchiuso in un’oscura prigione, in attesa che spuntasse il nuovo giorno per essere condotto da Pilato ed esservi condannato a morte. Facci la grazia di imitare le tue virtù, di essere guidati dalla luce della fede. (…) Ed è questo motivo di fede per noi e anche quando sei stato rinchiuso nell’oscura prigione, che simboleggia l’oscurità dei misteri della fede, ed infine quando misero una benda sopra i tuoi occhi, il che significa la cieca deferenza di spirito che noi dobbiamo avere nei confronti di tutto quello che il Sommo Pontefice ci propone in tuo nome.

MEDITAZIONE

      Dice San Paolo: “Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno” (Ef.6,16); “La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono” (Eb.11,1); “Senza la fede però è impossibile essergli graditi; chi infatti s'accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano” (Eb.11,6).

            La fede è dunque estremamente necessaria per l’anima che voglia unirsi a Dio. San Paolo dice che in questo consiste la nostra vera vita e se un giusto che vive di fede se ne allontana in seguito, non può essere gradito a Dio: “Noi però non siamo di quelli che indietreggiano a loro perdizione, bensì uomini di fede per la salvezza della nostra anima” (Eb.10,39).

            Noi siamo tutti creati con uno spirito ripieno di tenebre: siamo nondimeno tutti destinati ad essere un giorno illuminati da una luce celeste e infinitamente dolce. Bisogna dunque passare da un’estremità all’altra, dare credito fermamente alla guida che ci conduce, cioè la Parola di Dio, la stessa che ci ha tratto dal nulla e vuole condurci alla gloria eterna, benché il nostro spirito non riesca ancora a vedere con chiarezza ciò a cui è chiamato o dove sia condotto. (…)

            Alla luce di queste verità così evidenti, noi dobbiamo avere fino alla morte una fede incrollabile: credere cioè fermamente senza esitare a tutto ciò che la Chiesa ci dice da parte di Dio, poiché la fede è il fondamento della nostra salvezza e la strada che vi conduce. (…)

            Per tale ragione noi dobbiamo applicarci per tutta la vita ad acquistarla in tutta la sua perfezione, poiché si tratta in questo caso o del possesso eterno della nostra felicità, o di essere immersi in ogni sorta di mali, senza che si trovi un mezzo termine tra queste due eternità.

            Ora, perché la fede sia perfetta è necessario che essa sia: forte; viva; intera; efficace; umile.

            La fede deve essere forte. La fede è forte e incrollabile allorquando un’anima è talmente impegnata nel servizio del suo Dio e Signore da preferire di perdere beni, onori, piaceri, il corpo con le sue membra e la vita stessa piuttosto che commettere la minima cosa che abbia sia pur l’apparenza di infedeltà verso Colui da cui spera la sua felicità (cfr. Eb.11,36-38).

            La fede deve essere viva. Quando infatti io avessi il dono della profezia e penetrassi nel fondo di tutti i misteri e tutta la scienza e una fede da trasportare le montagne da un luogo ad un altro, se non avessi la carità, se non fossi unito a Dio con questa virtù che mi rende vivo dinanzi a lui, sarei nulla. Tutta la fede non mi servirebbe a niente senza l’amore di Dio. A che cosa ha giovato per molti cristiani che si trovano presentemente nell’inferno d’aver creduto fortemente senza uniformare la loro vita alle loro credenze? Si sono perduti miseramente. (…)

            E’ necessario che la fede sia intera, giacché noi crediamo ad un mistero soltanto perché Dio ce lo rivela per mezzo della Chiesa, che è la colonna e il sostegno della verità. Ed essa è istruita dallo Spirito Santo, che gliele insegna ugualmente tutte, assistendola ininterrottamente. E contro di essa non prevarranno le eresie che sono le porte che conducono all’Inferno. Perciò quando metto in dubbio un benché minimo articolo della fede, sono davvero un insensato e un disgraziato, perché metto in dubbio la stessa verità delle Parole Divine, la certezza della Chiesa fondata sull’infallibilità di Dio come su roccia incrollabile. (…)

            La fede deve essere messa in pratica. E’ necessario che la fede sia efficace. Quale disgrazia per un cristiano se, avendo ricevuto da Dio il dono tanto prezioso, come una fiaccola luminosa, come un rubino inestimabile, costato un prezzo infinito, essendo il frutto del Sangue di Cristo, non volesse poi servirsene! (…) Come dice San Giacomo: “La fede: se non ha le opere, è morta in se stessa” (Gc.2,17). Bisogna dunque perseverare nell’operare il bene, senza mai stancarsi perché quando giungerà il tempo noi ne raccoglieremo i frutti senza alcuna fatica; perciò finché ne abbiamo il tempo, pratichiamo il bene verso tutti.

            La fede deve essere umile. Bisogna infine risolversi ad avere una fede umile, senza la pretesa di discutere sui misteri che sono più chiari della luce del sole; dobbiamo beneficiare e servirci di essi per vivere bene e non pretendere di capirli svelatamente, perché rischieremmo di perdere la vista se volessimo scrutarli troppo. “Quanto più sei grande, tanto più umìliati; così troverai grazia davanti al Signore; perché grande è la potenza del Signore e dagli umili egli è glorificato. Non cercare le cose troppo difficili per te, non indagare le cose per te troppo grandi. Bada a quello che ti è stato comandato, poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose. Non sforzarti in ciò che trascende le tue capacità, poiché ti è stato mostrato più di quanto comprende un'intelligenza umana. Molti ha fatto smarrire la loro presunzione, una misera illusione, ha fuorviato i loro pensieri” (Sir.3,18-24)

 

INVOCAZIONI

            O Gesù, Dio e Signore d’ogni scienza, hai permesso che ti velassero gli occhi con una benda posta sul volto, hai sopportato di essere racchiuso durante la notte in una prigione nella casa di Caifa: dacci la grazia di umiliare il nostro spirito, di avere la forza di fargli chiudere gli occhi di fronte a vani sentimenti al fine di contemplare in perfetta sottomissione tutto quello che la Chiesa, per il ministero del Sommo Pontefice, ci ordina di credere, sottoponendole tutta la forza del nostro intelletto per meglio servire te, divin Salvatore delle anime nostre!

 

PROPOSITI

            O Gesù, la tua vita e le tue parole sono un‘istruzione continua su ciò che noi dobbiamo fare: concedici la grazia che quando saremo costretti a rimanere a letto più a lungo utilizziamo il tempo a meditare sulla spaventosa prigione del Purgatorio e sulle pene che vi si soffrono al fine di provare una vera compassione per quelle povere anime che vi patiscono giorno e notte. (…) “Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità” (1^Gv.3,18). E se questo è vero, chi resterebbe indifferente vedendo un suo caro fratello nella povertà o nella sofferenza, forse gettato in un’oscura prigione, e fosse in grado di ritirarlo da questo stato? Non si limiterebbe certo a fornirgli qualche bene, ma parlerebbe al giudice per ottenergli delle facilitazioni che sarebbero sicuramente accordate con la sua perseveranza. E torno a ripetere: chi potrebbe illudersi di obbedire a Dio se trascurasse una tal forma di carità, dal momento che egli ci comanda rigorosamente di amare il prossimo nostro almeno mediante la preghiera di cui ognuno è capace?

            “Se uno ha ricchezze di questo mondo – dice l’Apostolo - e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio?” (1^Gv.3,17). Sappiamo che queste povere anime gridano misericordia notte e giorno, nell’ardore orribile delle loro pene che superano ogni esperienza di dolore in questo mondo. Non possiamo quindi rifiutare loro ogni aiuto per liberarle. (…)

            Sono forse le anime dei nostri cari antenati, o quelle di nostro padre e nostra madre, o d’altri parenti, amici e benefattori, che ci gridano continuamente: “Almeno voi che siete stati l’oggetto delle mie tenerezze e del mio affetto, almeno voi per cui ho lavorato tanto e godete dei miei beni, dovreste aver pietà di me! E voi, ahimé, mi abbandonate; mentre voi vivete nelle comodità, mi lasciate nelle fiamme! Esca dal vostro cuore una preghiera per liberarmi”. (…)

            Sono forse delle povere anime dimenticate da tutti (…).

            Sono ancora anime che hanno compiuto molte opere meritorie, destinate per questo a godere di un’ampia ricompensa proporzionata all’amore grande che sulla terra hanno avuto per il loro Creatore: procurando loro qualche sollievo, queste potrebbero esserci di grande utilità per il Cielo.

            Non è poi difficile compiere opere di misericordia tanto eccellenti ed utili, come la preghiera del cuore che si può fare anche durante il lavoro e le preghiere ordinarie offerte a Dio per tale intenzione. I mali, le afflizioni, i contrattempi, le malattie e le pene, gli affanni, le inquietudini e le croci che ciascuno di noi ha la fortuna di ricevere dal Cielo come prezzo per acquistarlo: tutto ciò, offerto a Dio in unione alle sofferenze di Gesù Cristo, con l’intenzione di soddisfare per i nostri peccati e per quelli di queste povere anime sarebbe un mezzo facilissimo per sollevarle dai loro tormenti. Così pure, quando ascoltiamo le Sante Messe si potrebbero offrire a Dio a questo scopo.

            Si possono infine aiutare queste povere anime mediante le opere di carità, compiendole unicamente per piacere a Dio e pregandolo poi di accettarle in soddisfazione delle pene che sopportano queste anime.

 

Gesù a Santa Faustina Kowalska


“Desidero che i miei Sacerdoti annunzino questa mia grande misericordia per le anime peccatrici. Il peccatore non tema di avvicinarsi a Me. Anche se l’anima fosse come un cadavere in piena putrefazione, se umanamente non ci fosse più rimedio, non è così davanti a Dio. Le fiamme della misericordia mi consumano, desidero effonderla sulle anime degli uomini. Io sono tutto amore e misericordia. Un’anima che ha fiducia in Me è felice, perché Io stesso mi prendo cura di lei. Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abiezione, mai esaurirà la mia misericordia, poiché più vi si attinge più aumenta. Figlia mia, non cessare di annunziare la mia misericordia, facendo questo darai refrigerio al mio Cuore consumato da fiamme di compassione per i peccatori. Quanto dolorosamente mi ferisce la mancanza di fiducia nella mia bontà! Per punire ho tutta l’eternità, adesso invece prolungo il tempo della misericordia per loro. Anche se i suoi peccati fossero neri come la notte, rivolgendosi alla mia misericordia, il peccatore mi glorifica e onora la mia Passione. Nell’ora della sua morte Io lo difenderò come la stessa mia gloria. Quando un’anima esalta la mia bontà, Satana trema davanti ad essa e fugge fin nel profondo dell’inferno. Il mio cuore soffre perché anche le anime consacrate ignorano la mia Misericordia e mi trattano con diffidenza. Quanto mi feriscono! Se non credete alle Mie parole, credete almeno alle Mie piaghe!”

 

ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE, ECCO ORA IL GIORNO DELLA SALVEZZA

E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2^Cor.6,1-2)

Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me;  per questo mi ha consacrato con l'unzione,  e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,  per proclamare ai prigionieri la liberazione  e ai ciechi la vista;  per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. (Lc.4,16-19)

LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

MA LA CHIESA ANCORA NON LO VUOLE COMPRENDERE

UN ANNO DI GRAZIA LAURETANO

Venerdì, 8 settembre 2006 – Sabato, 8 settembre 2007

 

IL VIAGGIO DEL SANTO PADRE IN TURCHIA

E LA “MIRACOLOSA TRASLAZIONE” DELLA SANTA CASA

IN HOC SIGNO VINCES

 

AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI UN UMILE CONSIGLIO

PER DARE MAGGIORE RISONANZA AL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELLE TRASLAZIONI MIRACOLOSE

UN PELLEGRINAGGIO PAPALE (8-10 dicembre 2006)

SUI LUOGHI DELLE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI” STORICAMENTE DOCUMENTATE

* A TERSATTO ove rimase per circa 3 anni e mezzo (10.5.1291-10.12.1294)

* Ad ANCONA (loc. POSATORA), ove rimase per nove mesi (nel 1295).

* Nella Selva della signora LORETA (Loc. BANDERUOLA), ove rimase per circa 8 mesi (dalla fine del 1295).

* Sul campo dei due fratelli di nome Antici, ove rimase per circa 4 mesi, dal 10 agosto 1296(presso il Palazzo Apostolico Lauretano).

* Sulla pubblica strada, cioè nel SANTUARIO LAURETANO ove ancor ora si trova, forse dal 2 dicembre 1296.

 

LEONE XIII

(Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose.

 

UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE

www.lavocecattolica.it/unavoce.htm

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.        Prof. Giorgio Nicolini   -   giorgio.nicolini@poste.it

 

RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”

“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).

 “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,

non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”

(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc.1,26-38)

 

 L’APOSTASIA LAURETANA

 

La corrispondenza con il Vescovo di Loreto è leggibile all'indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/corrispondenze.vescovo.loreto.htm

 

Il 28 marzo 2006 l’Agenzia Internazionale ZENIT ha pubblicato una intervista al Prof. Giorgio Nicolini con gli ultimi aggiornamenti sugli studi riguardo alla “verità” delle  “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth.

Leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/intervista.zenit.htm

 

40 giorni

(1° novembre 2006-10 dicembre 2006)

 

LA consegna di una lettera “ultimativa” all’arcivescovo di ancona

nell’udienza del 31 ottobre 2006

 

Ecc.za Rev.ma Mons. EDOARDO MENICHELLI

Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo

Piazza del Senato, 7 - 60121 ANCONA

Ancona, martedì 31 ottobre 2006

Vigilia Solennità di Tutti i Santi

Ecc.za Rev.ma,

            nell’odierna Udienza benevolmente concessami consegno e sottopongo alla Sua attenzione una mia precedente corrispondenza consegnata al Suo predecessore Mons. Franco Festorazzi, tra il 4 maggio 1999 e il 4 maggio 2000, entro le solennità del nostro Santo Patrono San Ciriaco.

… (omissis) …

            In proposito, a riguardo della “questione lauretana”, entro la suddetta data del 10 dicembre 2006 (40 giorni da oggi), La prego vivamente di voler provvedere - per quanto sta in Lei - ad impedire una ulteriore sacrilega dissacrazione lauretana, adempiendo con la massima sollecitudine tutto quanto è previsto dal Codice di Diritto Canonico (can.1391), affinché la prossima solennità del 10 dicembre sia celebrata a Loreto in fedele obbedienza alle disposizioni liturgiche della Santa Chiesa, che da sempre, secoli e secoli, ha inteso e intende celebrare solo e soltanto la Traslazione “Miracolosa” della Santa Casa di Nazareth.

            A tale scopo, poiché lo stesso Santo Padre Benedetto XVI, nell’Angelus di domenica scorsa 29 ottobre, ha ufficialmente fatto conoscere che sarà presente a Loreto il prossimo 1-2 settembre 2007, per l’incontro “Agorà” con tutti i Giovani d’Italia, La supplico vivamente, quale “mio” Pastore, di adempiere al grave dovere di richiedere “ufficialmente” una Udienza con lo stesso Santo Padre e, se necessario, di accompagnarmi ad essa. Ciò al fine di rendere possibile al Santo Padre Benedetto XVI di poter ricevere una sicura e inequivoca illustrazione - dal punto di vista storico, archeologico e scientifico, e in un modo ampio e particolareggiato -, della “verità” delle “Miracolose” traslazioni della Santa Casa di Nazareth sino a Loreto ed insieme offrirgli la dimostrazione delle “falsificazioni storiche” operate negli ultimi trent’anni dalla stessa Basilica Pontificia Lauretana, a riguardo di un mai esistito trasporto di “sante pietre” da parte dei Crociati.

            Non esito a ritenere e ribadire che il ripristino della “verità” sulla Santa Casa di Nazareth a Loreto sia una grave obbligazione morale, che se ancora misconosciuta, anche nel prossimo 10 dicembre e in prospettiva del prossimo incontro dei giovani con il Papa nel settembre del prossimo anno, farà ricadere sulla Chiesa un ancor più grave giudizio divino. Che ci si creda o no, non invano la Vergine Immacolata, dall’altra sponda dell’Adriatico, lo scorso 25 ottobre ha espresso il suo materno ma severo rimprovero: “Cari figli, oggi il Signore mi ha permesso di dirvi nuovamente che vivete in un tempo di grazia. Non siete coscienti, figlioli, che Dio vi dona una grande opportunità per convertirvi e vivere nella pace e nell’amore. Voi siete così ciechi e legati alle cose della terra e pensate alla vita terrena. Dio mi ha mandato per guidarvi verso la vita eterna. Io, figlioli, non sono stanca, anche se vedo i vostri cuori appesantiti e stanchi di tutto ciò che è grazia e dono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata” (La Regina della Pace a Mediugorie, 25 ottobre 2006).

            Non permettiamo, Ecc.za Rev.ma, che il Signore non permetta più di farci sapere che viviamo ancora in un tempo di grazia, né che si giunga al punto in cui la Vergine Immacolata si stancherà di dircelo, perché sarà cessato il tempo di grazia.             Nell’affidamento al Beato Gabriele Ferretti, Compatrono della nostra città, che la Vergine Immacolata gratificava delle sue celesti apparizioni sul colle di Capodimonte e la cui solennità del 550° santo “transito” si celebrerà il prossimo 12 novembre nella Chiesa di San Giovanni Battista di Capodimonte,  La saluto con umile deferenza.

 

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

la tomba E L’ASSUNZIONE di maria a gerusalemme o ad efeso?

 

----- Original Message -----

From: Padre Stefano Bertolini Spina

To: LA VOCE Cattolica

Sent: Sunday, October 01, 2006 9:49 PM

Subject: Re: IL SASSO DI SANTO STEFANO

 

Carissimo Prof. Nicolini,

            ho letto - tra le altre cose - il suo interessantissimo articolo sul Sasso di Santo Stefano. Mi ha fatto molto piacere; sono devotissimo del "mio" Santo, del Santo di cui porto il nome, e che mia madre mi insegnò a pregare sin da piccolo. Ricordo ancora quando, bambino, la mamma mi faceva dire le preghiere della sera, e prima di concludere mi faceva baciare una immaginetta di Santo Stefano (che riproduceva il bellissimo quadro di Francesco Francia che si trova a Roma, alla Galleria Borghese) e poi la riponeva sotto il cuscino, a mia custodia e protezione. Quanto dovremmo imparare a sentire vicini i nostri santi, che purtroppo sono stati messi nel cassetto da certi preti poco devoti e da certi teologastri progressisti! ... Grazie! Ogni notizia su Santo Stefano è per me preziosa.

            Ma ne approfitto per chiederle una delucidazione a proposito della "Casa della Madonna" di Efeso, della quale pure ha scritto nell'ultimo numero de "La Voce Cattolica"; come si concilia la tradizione efesina con quell'altra - che parrebbe storicamente più fondata - della morte della Madonna sul Sion di Gerusalemme - dove oggi sorge appunto la basilica della Dormizione - e quindi del suo sepolcro - naturalmente vuoto! - nella valle del Cedron?

            Mi risponda pure con calma; l'importante per me sarebbe venire a capo di questo quesito, ovviamente se lei può rispondermi.

            Grazie ancora e che Gesù e Maria la benedicano e l'assistano nel suo prezioso lavoro e - perché no? - anche Santo Stefano la protegga!

            Cordialmente.

                         Padre Stefano Bertolini Spina

 

Ancona, 30 novembre 2006

Carissimo Padre Stefano,

            La ringrazio di quanto mi ha scritto e della Sua bella testimonianza.

            Riguardo a Santo Stefano, egli fu il primo (e ancora attuale) Patrono di Ancona (e quindi anche mio Patrono), perché la mia città fu la prima ad onorarlo sin dal I sec., essendone stata custode sin da poco dopo la risurrezione di Cristo del “sasso” che lo colpì al gomito e per il quale si costruì un Santuario, al quale confluivano pellegrini da tutto il Mediterraneo per i miracoli che quel “sasso” compiva e di cui parlò anche Sant’Agostino, da Ippona, come ho spiegato in quel numero de “La Voce Cattolica” cui fa riferimento

(cfr.  www.lavocecattolica.it/lettera28settembre2006.htm).

            Riguardo alla questione del luogo reale in cui Maria fu assunta in Cielo, se a Gerusalemme o nella Casa di Efeso, Leone XIII (1878-1903) fu il primo dei Papi dell’ultimo secolo a pronunciarsi in maniera favorevole rispetto alla presunta dimora efesina di Maria, facendo ripristinare fra l’altro nell’Ordo romanus una nota che in occasione della festa dell’Assunta faceva riferimento a Efeso come “probabile” luogo della dormizione della Vergine.

            La Beata Anna Caterina Emmerich sostiene che la morte e l’Assunzione in Cielo di Maria sia avvenuta ad Efeso, come riporto più sotto nel testo del Brentano il quale ha trascritto la “rivelazione mistica” della Beata, spiegando anche il motivo dell’equivoco del perché a Gerusalemme si ritiene che ci sia – come vi è - la tomba di Maria, deducendo erroneamente da ciò – “una tradizione incerta” - che vi sia stata anche sepolta.

            Gesù e Maria benedicano anche Lei nel Suo ministero sacerdotale, e Santo Stefano – primo Patrono di Ancona – protegga sempre anche Lei.

            Con amicizia.

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

 

Maria, la Madre di Gesù, dopo l'ascensione del Figlio,

nelle rivelazioni mistiche della Beata Anna Caterina Emmerich

       

            La mattina del 13 agosto 1823, in occasione della festa del l'Assunzione di Maria santissima, la veggente di Dùlmen iniziò la narrazione della vita della Madonna.

            La Vergine Maria, dopo l'ascensione di nostro Signore al cielo, visse ancora tre anni a Sion, tre a Betania e nove a Efeso. Qui fu condotta da Giovanni quando si scatenò la persecuzione degli Ebrei contro Lazzaro e le sue sorelle. Giovanni la portò a Efeso e fece costruire per lei una piccola abitazione non molto distante dalla città. La seguirono un gruppo di discepole e altri fedeli della Palestina.

            Molte famiglie e pie donne di questa prima colonia cristiana dimorarono nelle spelonche delle rupi e nelle cavità che offriva il terreno. Il suolo era fertile e i cristiani avevano orti e frutteti. Altri gruppi abitavano nelle tende o avevano costruito piccole capanne. L'uso delle tende iniziò a diffondersi tra i cristiani fin dall'inizio delle persecuzioni, perché spesso erano costretti a trasferirsi da un luogo all'altro. Solamente la casa di Maria era di pietra. Pochi passi dietro la casa c'era un monte che si alzava ripido fino alla vetta, dalla quale si godeva una bella vista sul mare, su Efeso e sulle sue numerose isole. Non distante dal monte scorreva un bel fiumiciattolo. Per questa contrada non passava quasi mai nessuno.

            Nei pressi della colonia cristiana vidi un castello in cui abitava un re detronizzato. Giovanni lo convertì alla nuova fede. Tempo dopo il castello divenne sede vescovile.

            La casa della Vergine era quadrata, solo la parte posteriore era di forma circolare, aveva le finestre molto sollevate dal suolo e il tetto era piatto. L'abitazione era divisa al centro dal focolare. A destra e a sinistra di questo si accedeva nella parte posteriore della casa, dove c'erano l'oratorio e alcune piccole stanzette. Questa parte della casa, di forma circolare, era scarsamente illuminata ma addobbata in modo grazioso.

            Al centro del muro, dal focolare al tetto, c'era un'incavatura simile ai nostri condotti per il fumo: serviva, infatti, a guidare il fumo a un'apertura superiore. Una tortuosa canna di rame si alzava al di sopra della casa.

            Nelle piccole stanzette laterali, formate con pareti mobili di giunchi, dormivano l'ancella di Maria santissima e le donne che talvolta venivano a visitarla.

            Le pareti erano ricoperte di vimini intrecciati che terminavano superiormente in forma di volta.

            Nell'oratorio, in una nicchia al centro del muro, vi era un tabernacolo in cui la Vergine teneva una croce lunga all'incirca un braccio. Essa aveva le due braccia laterali a forma di Y, come ho sempre visto la prima croce di nostro Signore. La croce non aveva ornamenti, anzi era intagliata in modo rudimentale come lo sono quelle che ancor oggi giungono dalla Terrasanta. Io penso che l'avessero intagliata Giovanni e Maria santissima. Era composta di quattro specie di legno e fissata in un supporto di terra o di pietre, com'era la croce di Cristo sul Calvario. Ai piedi della croce si trovava un pezzo di pergamena su cui era scritto qualcosa, forse le parole del Signore. Sul legno vidi scolpita l'immagine del Redentore, molto semplice, spoglia d'ogni vano ornamento e con linee di colore scuro. Le linee più marcate da una tinta nera rendevano ancor più chiara la figura di Cristo. Nelle diverse qualità del legno, ravvisai le varie contemplazioni fatte dalla santa Vergine. Due vasi di fiori stavano l'uno a destra e l'altro a sinistra della croce.

            Vicino a questi vasi vidi un lino: mi sembrò che fosse quello con cui la Madre di Dio s'era servita per asciugare il sangue e le piaghe del corpo di Cristo.

            Nello scorgere questa pezzolina, vidi Maria santissima asciugare le sacre piaghe del Redentore. Il panno era simile alla tela con cui i sacerdoti puliscono il calice dopo aver bevuto il sangue di Cristo. Ella conservava pure alcune vesti di Gesù, tra le quali la tunica inconsutile.

            Quando Giovanni andava a visitarla, si scopriva il tabernacolo e, davanti al crocifisso, essi s'inginocchiavano e pregavano a lungo.

            Nei dintorni della sua casa la Vergine aveva disposto dodici pietre commemorative delle stazioni della Via Crucis. La vidi percorrere con la sua ancella i luoghi simbolici della passione del Signore. Ella meditava e pregava sui patimenti del Figlio. Ad ogni stazione, baciando la terra, le due donne ricordavano le sofferenze del Signore.

            La piccola casa della santa Vergine era adiacente un bosco ed era circondata da alberi; la quiete e il silenzio dominavano il paesaggio circostante. L'ancella, più giovane della Vergine, andava nei dintorni a procurare il cibo. Esse conducevano una vita di preghiera, tranquilla e ritirata.

            Negli ultimi tempi che dimorò in questo luogo, la Madonna divenne sempre più silenziosa e raccolta, pareva quasi dimenticare di prendere il nutrimento necessario. Durante gli ultimi anni della sua vita terrena la vidi bere un succo simile a quello di uva. Solo il suo corpo sembrava ancora di questo mondo, poiché lo spirito pareva già passato a felice dimora. Tutto in lei faceva trasparire la continua preoccupazione dello spirito.

            Nelle ultime settimane della sua vita passeggiava per le stanze appoggiata al braccio della sua fedele ancella. Portava spesso una veste bianca, il suo viso era senza rughe, angelico e spiritualizzato.

            Dopo tre anni di soggiorno ad Efeso, accompagnata da Giovanni e da Pietro, la Madre di Dio fece ritorno a Gerusalemme, spinta dal desiderio di rivedere i luoghi santificati dal sangue del Figlio. Vidi in questa città gli apostoli radunati per un concilio; c'era anche Tommaso. La Vergine li assisteva con i suoi consigli. Essi gettarono le basi concrete della Chiesa futura; dopo di che andarono a portare il vangelo nelle terre lontane.

            Quando la Vergine giunse a Gerusalemme imbruniva appena. Prima di entrare in città si recò a visitare il monte degli Ulivi, il Calvario, il santo sepolcro e tutti gli altri luoghi santi che sono intorno a Gerusalemme. Sui luoghi della passione Maria non cessava di sospirare: «Oh, Figlio mio! Figlio mio!...». Giunta alla porta del palazzo dove aveva incontrato Gesù sotto la croce, cadde svenuta. Gli apostoli credettero che ella avesse cessato di vivere. Fu portata al cenacolo, in cui abitò le stanze dell'atrio. Maria santissima fu così grave e sofferente che si pensò di prepararle una tomba in una caverna del monte degli Ulivi. Ma dopo che la tomba fu preparata, Maria si ristabilì in salute e tornò ad Efeso.

            Il bel sepolcro scavato per lei a Gerusalemme fu tenuto in grande considerazione. Più tardi lì vicino fu costruita una magnifica chiesa. Giovanni Damasceno, seguendo una diffusa tradizione, scrisse che la Madonna si era addormentata nel Signore ed era stata sepolta a Gerusalemme. A me, però, fu rivelato che, per volontà di Dio, i particolari del transito, della sepoltura e dell'assunzione della santa Vergine in cielo erano oggetto soltanto di una tradizione incerta.

            Il tempo in cui la Chiesa commemora il transito di Maria santissima è giusto, ma non tutti gli anni cade nello stesso giorno. Nell'anniversario della sua morte ho visto numerose anime salire in paradiso. Quando la santa anima della Vergine lasciò il santo corpo, era l'ora nona, la stessa in cui era spirato il Salvatore.

 

LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA

PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”

Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                       (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

                               

PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

 

            Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.

            Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.

            Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.

            Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.

            Amen.

 

Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro

La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

 

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 novembre 2006, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

Cari figli, anche oggi vi invito: pregate, pregate, pregate. Figlioli, quando pregate siete vicini a Dio ed Egli vi dona il desiderio d’eternità. Questo è il tempo in cui potete parlare di più di Dio e fare di più per Dio. Per questo non opponete resistenza, ma lasciate, figlioli, che Egli vi guidi, vi cambi ed entri nella vostra vita. Non dimenticate che siete pellegrini sulla strada verso l’eternità. Perciò, figlioli, permettete che Dio vi guidi come un pastore guida il suo gregge. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 (La Regina della Pace a Mediugorie, 25 novembre 2006)

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

SANTA GIANNA BERETTA MOLLA

Come conservare la purezza?

Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.

La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...

La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.

È libero colui che è capace di resistere, di lottare.

 

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IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE

E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti

(Martin Luther King)

 

SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI

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Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)

 

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ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

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Gentilissimo Prof. Nicolini, ho appena letto con piacere l'allegato. Ma che fatica! E' proprio necessario formattare con tutti quei colori e sfondi il testo? Scusandomi per la franchezza, forse eccessiva, credo che una maggiore sobrietà dell'impaginazione faciliterebbe la lettura. Cordialmente saluto. Alessio.

LA RISPOSTA SULL’UTILIZZO DEI COLORI E COME TRASFORMARE TUTTI I TESTI IN BIANCO E NERO

Caro Alessio, l'utilizzo dei diversi colori nelle parole del testo hanno lo scopo di COSTRINGERE A FERMARE L'ATTENZIONE su quella parola o su quel concetto che voglio evidenziare maggiormente, anche se costa fatica a chi legge. Ma proprio quella fatica fa fissare meglio una parola od un concetto. Altrimenti chi legge scorre con superficialità e non si ferma su punti molto importanti. Ogni parola che scrivo infatti è stata "misurata" e quando la evidenzio di più e "colpisce" l'occhio (cioè, lo disturba), colpiscono in quel modo anche l'intelligenza e si fissano meglio. Certe parole vogliono anche essere "una pietra" per coloro cui sono dirette "in prima persona", e che non vogliono vedere né sentire. Si dice che in Internet le parole ingrandite hanno lo stesso significato di uno che alza il tono della voce per farsi sentire con più forza. Per questo le uso. Almeno questo è il mio intento. Tuttavia tengo in considerazione il tuo invito alla sobrietà.

Vorrei comunque ricordarti, in ogni caso, che il testo che invio è in formato "Word" perché uno lo possa liberamente trasformare.      Se tu, infatti, fai delle semplicissime variazioni in modo autonomo, puoi avere il testo nel modo che vuoi tu, totalmente in bianco e nero. Basta andare su "Modifica", fare "Seleziona tutto", poi cliccare sul pulsante destro del "mouse", facendo comparire varie voci tra cui "Carattere". Cliccando su "Carattere" e poi sui colori dei caratteri il "Nero", il testo ti diventerà in pochi attimi in bianco e nero. Così pure se vuoi togliere totalmente tutti gli sfondi, basta andare su "Formato" e togliere ogni sfondo, con un paio di manovre.

Hai ragione, basterebbe modificare il formato prima di iniziare a leggere… A volte non ci si pensa, a volte fa fatica. Grazie comunque per tutto quello che scrivi; fa piacere vedere che c'è chi si impegna oggigiorno, con i più svariati mezzi, per promuovere la fede in Dio. E fa piacere anche leggere cose che altrimenti non si conoscerebbero. Una preghiera. Alessio.

 

Se venisse un altro Giona, crederemmo? Le nostre città crederebbero? Oggi ancora, per le grandi città, per le Nìnive moderne, Dio cerca dei messaggeri della penitenza. Abbiamo il coraggio, la fede profonda, la credibilità necessarie per toccare i cuori e aprire le porte alla conversione?  Card. Joseph Ratzinger

 

 

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