ECCOMI, SIGNORE: AVVENGA DI ME QUELLO CHE HAI DETTO

Agorà dei Giovani a Loreto

CON MARIA, IN DIALOGO CON GESÙ

Maria, Madre del , tu hai ascoltato Gesù
e conosci il timbro della sua voce e il battito del suo cuore.
Stella del mattino, parlaci di Lui
e raccontaci il tuo cammino per seguirlo nella via della fede.
Maria, che a Nazareth hai abitato con Gesù,
imprimi nella nostra vita i tuoi sentimenti,
la tua docilità, il tuo silenzio che ascolta
e fa fiorire la Parola in scelte di vera libertà.
Maria, parlaci di Gesù, perchè la freschezza della nostra fede
brilli nei nostri occhi e scaldi il cuore di chi ci incontra,
come Tu hai fatto visitando Elisabetta
che nella sua vecchiaia ha gioito con te per il dono della vita.
Maria, Vergine del Magnificat,
aiutaci a portare la gioia nel mondo e, come a Cana,
spingi ogni giovane, impegnato nel servizio ai fratelli,
a fare solo quello che Gesù dirà.
Maria, poni il tuo sguardo sull’Agorà dei giovani,
perché sia il terreno fecondo della Chiesa italiana.
Prega perchè Gesù, morto e risorto, rinasca in noi
e ci trasformi in una notte piena di luce, piena di Lui.
Maria, Madonna di Loreto, porta del cielo,
aiutaci a levare in alto lo sguardo.
Vogliamo vedere Gesù. Parlare con Lui.
Annunciare a tutti il Suo amore.

Benedetto XVI

Questa nativa e fondamentale vocazione all'amore, propria di ogni uomo e di ogni donna, può realizzarsi pienamente nel matrimonio e nella verginità: «sia l'uno che l'altra, nella forma loro propria, sono una concretizzazione della verità più profonda dell'uomo, del suo “essere a immagine di Dio”» ; essi sono «i due modi di esprimere e di vivere l'unico mistero dell'alleanza di Dio con il popolo» (C.E.I., Direttorio di Pastorale Familiare, n.24)

 

Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)

 

Non lo sai forse? Non lo hai udito?

Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.

Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.

(Is.40,28)

UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE

IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

MARIA IMMACOLATA REGINA DELLA STORIA

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

 

Vi hanno tempi che più che in altri è opportuno di parlare e francamente, coraggiosamente e con tutta libertà. E allora bisogna dire la verità, la verità intera, piena, senza tergiversazioni. Non tolleriamo mai gli smozzicamenti della verità, i mezzi termini, gli accomodamenti. Verità dolce, ma intatta, inviolata. (Beato Pio IX)

 

VENERDI’, 2 MARZO 2007 = DOMENICA, 1° MARZO 2013

INIZIO ANNO 2013

dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine, Madre di tutti i viventi

 

 

LETTERA INFORMATIVA n°87

LA VOCE

www.lavocecattolica.it

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito

(Gv. 3,8)

La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,

e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

ANCONA

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

Venerdì, 23 marzo 2007

Domenica, 22 marzo 2013

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

 25 MARZO 2007: 2013° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO

Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)

Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30

 

Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm  è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).

Questa Lettera Informativa ti viene inviata con i testi a colori.

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Per una migliore lettura si consiglia la stampa dei testi su carta.

QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN GIUSEPPE, PATRONO DELLA CHIESA,

di San CIRIACO e del Beato GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona

e del grande Pontefice il Beato PIO IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

Telefono 071.83552 – Cellulare 339.6424332 - Facsimile 071.83552 – Conto Corrente Postale 13117056

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Sito Internet: www.lavocecattolica.it

TOTUS TUUS EGO SUM

 

 (Genesi 3,15)

Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe:

questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era LA LUCE degli uomini; LA LUCE splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta (Gv.1,1-5)

ISCRIVITI ALL’ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”

PER LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA

E PER L’ESERCIZIO DELLA CARITA’

Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto

www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm

IN HOC SIGNO VINCES

Ho pensato che questi angeli possono volare

perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto

Benedetto XVI: Roma, 5 marzo 2007, a conclusione degli Esercizi Spirituali

 

NAZARETH = CITTA’ DEL FIORE

 

La famiglia, fondata sul matrimonio, è un'istituzione naturale insostituibile ed elemento fondamentale del bene comune di ogni società. Chi distrugge questo tessuto fondamentale dell’umana convivenza, non rispettandone l’identità e stravolgendone i compiti, causa una ferita profonda alla società e provoca danni spesso irreparabili”

(Giovanni Paolo II, 20 novembre 2004).

L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc.1,26-28).

ECCOMI, SIGNORE:

AVVENGA DI ME QUELLO CHE HAI DETTO

Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.

(Lc.1,38)

MARIA DI NAZARETH, MADRE DI TUTTI I VIVENTI: LA BELLEZZA CHE SALVERA’ IL MONDO

Alla Santissima Vergine Maria, Madre di Dio: alla piena di grazia, alla benedetta fra tutti i figli di Adamo; alla colomba, alla tortorella, alla diletta di Dio; onore del genere umano, delizia della Santissima Trinità; casa d’amore, esempio di umiltà, specchio di tutte le virtù; madre del bell’amore, madre della santa speranza e madre di misericordia; avvocata dei miseri, difesa dei deboli, luce dei ciechi e medicina degli infermi; ancora di confidenza, città di rifugio, porta del Paradiso; arca di vita, iride di pace, porto di salvezza; stella del mare e mare di dolcezza; paciera dei peccatori, speranza dei disperati, aiuto degli abbandonati; consolatrice degli afflitti, conforto dei moribondi ed allegrezza del mondo” (Sant’Alfonso Maria de’ Liguori)

LA SANTA CASA DI GIUSEPPE E DI MARIA: ARCA DELLA NUOVA ALLEANZA

UNA DOLOROSA DECISIONE: DENUNCIA-QUERELA VERSO IL VESCOVO DI LORETO MONS. GIANNI DANZI

LA DISSACRAZIONE LAURETANA DELLA SANTA CASA E DEI LUOGHI DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI

LA DISTRUZIONE DELLA SANTA CASA PREPARA LA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA E DELLA VITA

Il tentativo è quello di sradicare completamente la tradizione cristiana dal cuore del nostro popolo e dalla vita della nostra società distruggendo, talora anche fisicamente, i segni della tradizione cristiana (Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino)

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male… Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. … Allora Noè edificò un altare al Signore … e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno» (Gen.6,5.12; 8,20-22).

www.operadellavita.it

LA VITA CONTRO L’ANTI-VITA

OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’

(Benedetto XVI)

La Chiesa si ridurrà di dimensioni, bisognerà ricominciare da capo. Ma da questa prova uscirà una Chiesa che avrà tratto una grande forza dal processo di semplificazione che avrà attraversato, dalla rinnovata capacità di guardare dentro di sé. Perché gli abitanti di un mondo rigorosamente pianificato si sentiranno indicibilmente soli... E riscopriranno la piccola comunità dei credenti come qualcosa di completamente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta che hanno sempre segretamente cercato (Card. Ratzinger ora Benedetto XVI).

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose (LEONE XIII: Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).

 

IN PREPARAZIONE DEL 713° ANNIVERSARIO DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH DA TERSATTO IN ITALIA

(10 dicembre 1294 - 10 dicembre 2007)

 

IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO

(Mc.1,15)

E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI ITALIANI”

CHE AVRA’ LUOGO A LORETO ALL’INIZIO DI SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

SALMO 21

Signore, il re gioisce della tua potenza, quanto esulta per la tua salvezza! Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore,

non hai respinto il voto delle sue labbra. Gli vieni incontro con larghe benedizioni; gli poni sul capo una corona di oro fino. Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa, lunghi giorni in eterno, senza fine. Grande è la sua gloria per la tua salvezza, lo avvolgi di maestà e di onore; lo fai oggetto di benedizione per sempre, lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto. Perché il re confida nel Signore: per la fedeltà dell'Altissimo non sarà mai scosso. La tua mano raggiungerà ogni tuo nemico, la tua destra raggiungerà chiunque ti odia. Ne farai una fornace ardente, nel giorno in cui ti mostrerai: il Signore li consumerà nella sua ira, li divorerà il fuoco. Sterminerai dalla terra la loro prole, la loro stirpe di mezzo agli uomini. Perché hanno ordito contro di te il male, hanno tramato insidie, non avranno successo. Hai fatto loro voltare le spalle, contro di essi punterai il tuo arco. Alzati, Signore, in tutta la tua forza; canteremo inni alla tua potenza.

 

“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”

(Prov.25,25)

SE SARETE  QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!...

Giovanni Paolo II, Roma: XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)

“ECCOMI… avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,26-38)

“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv.1,14)

DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

E IL VERBO SI FECE CARNE

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

TUTTI LA’ SONO NATI

“Il di Maria fu, in qualche modo, anche un detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)(Giovanni Paolo II,  per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).

«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani… (Leone XIII)

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

La Santa Casa di Loreto è il luogo che accolse la Santa Famiglia di NazaretH

Scrisse Giovanni Paolo II: Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.

 

LETTURA BIBLICA

… i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore… (Is.55,8)

 Dal Libro del Profeta Isaia (55,1-11)

O voi tutti assetati venite all'acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete. Io stabilirò per voi un'alleanza eterna… Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata.

(Cantico dei Cantici 2,8-17)

Una voce! Il mio diletto!...  Ora parla il mio diletto e mi dice: «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! Perché, ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia, se n'è andata; i fiori sono apparsi nei campi… le viti fiorite spandono fragranza. Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!... mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro».

(Tobia 6,10-19)

Erano entrati nella Media e già erano vicini a Ecbàtana, quando (l’Arcangelo) Raffaele disse al ragazzo: «Fratello Tobia!». Gli rispose: «Eccomi». Riprese: «Questa notte dobbiamo alloggiare presso Raguele, che è tuo parente. Egli ha una figlia chiamata Sara e all'infuori di Sara nessun altro figlio o figlia. Tu, come il parente più stretto, hai diritto di sposarla più di qualunque altro uomo… E' una ragazza seria, coraggiosa, molto graziosa… ». E aggiunse: «Tu hai il diritto di sposarla… Supplicate il Signore del cielo perché venga su di voi la sua grazia e la sua salvezza. Non temere: essa ti è stata destinata fin dall'eternità… Non stare in pensiero».

 

IL PENSIERO ETERNO DI DIO SU CIASCUNO

Una persona giovane, rientrando dentro di sé ed insieme intraprendendo il colloquio con Cristo nella preghiera, desidera quasi leggere quel pensiero eterno, che Dio, creatore e padre, ha nei suoi riguardi. Si convince allora che il compito, a lei assegnato da Dio, è lasciato completamente alla sua libertà e, al tempo stesso, è determinato da diverse circostanze di natura interna ed esterna. Esaminandole, la persona giovane, ragazzo o ragazza, costruisce il suo progetto di vita ed insieme riconosce questo progetto come la vocazione, alla quale Dio la chiama.

(Giovanni Paolo II)

 

Dalla Lettera di San Paolo ai Romani (12,1-2)

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

 

PER LA SALVEZZA DELLA FAMIGLIA E DELLA VITA

il cristiano è chiamato a mobilitarsi

per far fronte ai molteplici attacchi a cui è esposto il diritto alla vita

(Benedetto XVI, 24 febbraio 2007)

 

LE FORZE DEL MALE HANNO RAGGIUNTO LIVELLI GRAVISSIMI

(Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino e del Montefeltro)

 

SIAMO CHIAMATI A DIVENIRE UOMINI NUOVI

PER ESSERE TESTIMONI DEL RISORTO

            Benedetto XVI ha detto a Verona: "La nostra vocazione, il nostro compito di cristiani consiste nel cooperare perché giunga a compimento effettivo, nella realtà quotidiana della nostra vita, ciò che lo Spirito Santo ha intrapreso in noi con il Battesimo: siamo quindi chiamati a divenire donne e uomini nuovi, per poter essere veri testimoni del Risorto e, in tal modo, portatori della gioia e della speranza cristiana nel mondo, in concreto, in quella comunità di uomini entro la quale viviamo".

            È questa la grazia che abbiamo ricevuto, è questa la grazia che vediamo ogni giorno in noi e fra di noi e questa grazia diviene nostra inderogabile responsabilità. Intendiamo essere semplicemente attori di questa permanente missione della Chiesa e favorirla con la nostra vita, la nostra testimonianza, con i gesti e con le parole della nostra esistenza quotidiana, nella vita concreta delle nostre famiglie, dei nostri rapporti sociali, del nostro lavoro. (…)

            Le forze del male sono presenti attivamente e, direi, stanno esprimendosi in un modo terribile che qualche volta ci sgomenta. Le forze del male, cioè questa volontà di scristianizzazione forzata del nostro popolo e della nostra società, hanno raggiunto, in questi ultimi mesi, livelli gravissimi. Il tentativo è quello di sradicare completamente la tradizione cristiana dal cuore del nostro popolo e dalla vita della nostra società distruggendo, talora anche fisicamente, i segni della tradizione cristiana.

            Dobbiamo essere consapevoli che la nostra missione vive oggi in una società che nella sua cultura, o meglio nella sua ideologia dominante, e così insistentemente e pervasivamente imposta dai mezzi della comunicazione sociale, è una ideologia ferocemente anticristiana. Si ammanta tante volte di relativismo etico e di relativismo ideale, senza riuscire però a nascondere il suo profondo e radicale anticristianesimo.

            Tutti noi abbiamo ancora nel cuore e nella coscienza l’infame battaglia che è stata combattuta, perché fosse riconosciuta l’eutanasia come principio della vita culturale e sociale. Tutti noi abbiamo la sincera preoccupazione che non vengano sradicati i principi fondamentali della famiglia cristiana ed umana, e che alla famiglia non si sostituiscano forme aberranti di rapporti interpersonali.

 

LAVORARE PER SALVARE LA CHIESA IN ITALIA

E DI CONSEGUENZA NEI PAESI EUROPEI E NEL MONDO

            Ma qui ci sovviene l’insegnamento acutissimo che il Papa ha formulato con molta chiarezza e vorrei dire in modo quasi stupefacente a Verona; il Papa ci ha detto che la battaglia è durissima, ma qui in Italia le forze anticristiane non hanno ancora definitivamente vinto come, umanamente parlando, sembra abbiano vinto in altri luoghi, in altri paesi del mondo europeo. In Italia, dunque, c’è la possibilità di condurre un confronto a fondo fra la missione della Chiesa e la società scristianizzata e anticristiana.

            Se la Chiesa vince questa rinnovata battaglia, ne viene un vantaggio, non soltanto per la fede della Chiesa italiana, ma anche per la fede di tanti altri paesi europei e, in prospettiva, per la fede della società mondiale. La nostra Chiesa italiana viene investita dall’autorità del Papa di una responsabilità impressionante: quella di lavorare perché il destino della Chiesa nei prossimi decenni possa essere un destino positivo, costruttivo e di grande positività per la storia dell’intera umanità.

Il Vescovo di San Marino-Montefeltro

+ Luigi Negri

Il tentativo è quello di sradicare completamente la tradizione cristiana dal cuore del nostro popolo e dalla vita della nostra società distruggendo, talora anche fisicamente, i segni della tradizione cristiana (Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino)

Dal Libro di Ester (4,1-17)

(Mardocheo) pregò il Signore, ricordando tutte le sue gesta, e disse: «Signore, Signore re, sovrano dell'universo, tutte le cose sono sottoposte al tuo potere e nessuno può opporsi a te nella tua volontà di salvare Israele. Tu hai fatto il cielo e la terra e tutte le meraviglie che si trovano sotto il firmamento. Tu sei il Signore di tutte le cose e nessuno può resistere a te, Signore. Tu conosci tutto; tu sai, Signore, che non per orgoglio, non per superbia né per vanagloria ho fatto il gesto di non prostrarmi davanti al superbo Amàn, perché avrei anche baciato la pianta dei suoi piedi per la salvezza d'Israele. Ma ho fatto ciò per non porre la gloria di un uomo al di sopra della gloria di Dio; non mi prostrerò mai davanti a nessuno se non davanti a te, che sei il mio Signore, e non farò così per superbia. Ora, Signore Dio, Re, Dio di Abramo, risparmia il tuo popolo! Perché mirano a distruggerci e bramano di far perire quella che è la tua eredità dai tempi antichi. Non trascurare la porzione che per te stesso hai liberato dal paese d'Egitto. Ascolta la mia preghiera e sii propizio alla tua eredità; cambia il nostro lutto in gioia, perché vivi possiamo cantare inni al tuo nome, Signore, e non lasciare scomparire la bocca di quelli che ti lodano». Tutti gli Israeliti gridavano con tutta la forza, perché la morte stava davanti ai loro occhi. Anche la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un'angoscia mortale. Si tolse le vesti di lusso e indossò gli abiti di miseria e di lutto; invece dei superbi profumi si riempì la testa di ceneri e di immondizie. Umiliò molto il suo corpo e con i capelli sconvolti si muoveva dove prima era abituata agli ornamenti festivi. Poi supplicò il Signore e disse: «Mio Signore, nostro re, tu sei l'unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso se non te, perché un grande pericolo mi sovrasta. Io ho sentito fin dalla mia nascita, in seno alla mia famiglia, che tu, Signore, hai scelto Israele da tutte le nazioni e i nostri padri da tutti i loro antenati come tua eterna eredità, e hai fatto loro secondo quanto avevi promesso. Ora abbiamo peccato contro di te e ci hai messi nelle mani dei nostri nemici, per aver noi dato gloria ai loro dèi. Tu sei giusto, Signore! Ma ora non si sono accontentati dell'amarezza della nostra schiavitù, hanno anche posto le mani sulle mani dei loro idoli, giurando di abolire l'oracolo della tua bocca, di sterminare la tua eredità, di chiudere la bocca di quelli che ti lodano e spegnere la gloria del tuo tempio e il tuo altare, di aprire invece la bocca delle nazioni a lodare gli idoli vani e a proclamare per sempre la propria ammirazione per un re di carne. Non consegnare, Signore, il tuo scettro a dèi che neppure esistono. Non abbiano a ridere della nostra caduta; ma volgi contro di loro questi loro progetti e colpisci con un castigo esemplare il primo dei nostri persecutori. Ricordati, Signore; manifèstati nel giorno della nostra afflizione e a me dá CORAGGIO, o re degli dèi e signore di ogni autorità. Metti nella mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone e volgi il suo cuore all'odio contro colui che ci combatte, allo sterminio di lui e di coloro che sono d'accordo con lui. Quanto a noi, salvaci con la tua mano e vieni in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore!... La tua serva da quando ha cambiato condizione fino ad oggi, non ha gioito di nulla, se non di te, Signore, Dio di Abramo. Dio, che su tutti eserciti la forza…». Il decimosecondo mese, cioè il mese di Adàr (= febbraio), il tredici del mese, quando l'ordine del re e il suo decreto dovevano essere eseguiti, il giorno in cui i nemici dei Giudei speravano di averli in loro potere, avvenne invece tutto il contrario; poiché i Giudei ebbero in mano i loro nemici. (Ester 9,1)

 

La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto (Ef.4,12-13)

 

Una persona giovane, rientrando dentro di sé ed insieme intraprendendo il colloquio con Cristo nella preghiera, desidera quasi leggere quel pensiero eterno, che Dio, creatore e padre, ha nei suoi riguardi. Si convince allora che il compito, a lei assegnato da Dio, è lasciato completamente alla sua libertà e, al tempo stesso, è determinato da diverse circostanze di natura interna ed esterna. Esaminandole, la persona giovane, ragazzo o ragazza, costruisce il suo progetto di vita ed insieme riconosce questo progetto come la vocazione, alla quale Dio la chiama.

(Giovanni Paolo II)

 

GIOVANNI PAOLO II

Esortazione Apostolica “Redemptoris Custos”, 15 agosto 1989, n.7)

Analizzando la natura del matrimonio, sia sant'Agostino che san Tommaso la collocano costantemente nell'«indivisibile unione degli animi», nell'«unione dei cuori», nel «consenso» (S. Augustini, «Contra Faustum», XXIII, 8: PL 42, 470s; Eiusdem, «De consensu evangelistarum», II, 1, 3: PL 34, 1072; Eiusdem, «Sermo 51», 13, 21: PL 38, 344s; S. Thomae, «Summa Theologiae», III, q. 29, a. 2, in conclus.), elementi che in quel matrimonio (di Giuseppe e Maria) si sono manifestati in modo esemplare. Nel momento culminante della storia della salvezza, quando Dio rivela il suo amore per l'umanità mediante il dono del Verbo, è proprio il matrimonio di Maria e Giuseppe che realizza in piena «libertà» il «dono sponsale di sé» nell'accogliere ed esprimere un tale amore (cfr. «Insegnamenti di Giovanni Paolo II», III, 1 [1980] 88-92.148-152.428-431). «In questa grande impresa del rinnovamento di tutte le cose in Cristo, il matrimonio, anch'esso purificato e rinnovato, diviene una realtà nuova, un sacramento della nuova Alleanza. Ed ecco che alle soglie del Nuovo Testamento, come già all'inizio dell'Antico, c'è una coppia. Ma, mentre quella di Adamo ed Eva era stata sorgente del male che ha inondato il mondo, quella di Giuseppe e di Maria costituisce il vertice, dal quale la santità si espande su tutta la terra. Il Salvatore ha iniziato l'opera della salvezza con questa unione verginale e santa, nella quale si manifesta la sua onnipotente volontà di purificare e santificare la famiglia, questo santuario dell'amore e questa culla della vita» (Pauli VI, «Allocutio ad Motum "Equipes Notre-Dame», 7, die 4 maii 1970: Insegnamenti di Paolo VI, VIII [1970] 428. Luades Familiae Nazarethanae, quae domesticae communitatis perfectum habendum est exemplar, similes inveniuntur, v. g., apud Leonis XIII, «Neminem Fugit», die 14 iun. 1892: «Leonis XIII P. M. Acta», XII [1892] 149s; apud Benedicti XV, «Bonum Sane», die 25 iul. 1920: AAS 12 [1920] 313-317). Quanti insegnamenti da ciò derivano oggi per la famiglia! Poiché «l'essenza ed i compiti della famiglia sono ultimamente definiti dall'amore» e «la famiglia riceve la missione di custodire, rivelare e comunicare l'amore, quale riflesso vivo e reale partecipazione dell'amore di Dio per l'umanità e dell'amore di Cristo Signore per la Chiesa sua sposa» («Familiaris Consortio», 17), e nella santa Famiglia, in questa originaria «Chiesa domestica» («Familiaris Consortio», 49; cfr. «Lumen Gentium», 11; «Apostolicam Actuositatem», 11) che tutte le famiglie cristiane debbono rispecchiarsi. In essa, infatti, «per un misterioso disegno di Dio è vissuto nascosto per lunghi anni il Figlio di Dio: essa, dunque, è il prototipo e l'esempio di tutte le famiglie cristiane» («Familiaris Consortio», 85).

 

LA FAMIGLIA:

COMUNITA’ DI VITA E DI AMORE

(Codice di Diritto Canonico)

 

ANNUNCIARE, CELEBRARE, SERVIRE

“IL VANGELO DELLA FAMIGLIA”

IN VISTA DELL’AGORA’ DEI GIOVANI A LORETO

DELL’1-2 SETTEMBRE 2007

 

L’EDUCAZIONE DEI GIOVANI

ALLA CHIAMATA ALL’AMORE

 

LA VOCAZIONE ALL’AMORE

Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza: chiamandolo all’esistenza per amore, l’ha chiamato nello stesso tempo all’amore. Dio è amore e vive in se stesso un mistero di comunione personale d’amore. Creandola a sua immagine e continuamente conservandola nell’essere, Dio iscrive nell’umanità dell’uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell’amore e della comunione. L’amore è, pertanto, la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano. In quanto spirito incarnato, cioè anima che si esprime nel corpo e corpo informato da uno spirito immortale, l’uomo è chiamato all’amore in questa sua totalità unificata. L’amore abbraccia anche il corpo umano e il corpo è reso partecipe dell’amore spirituale.

(Giovanni Paolo II, Es. Ap. “Familiaris Consortio”)

 

LA PREDESTINAZIONE DI OGNI MATRIMONIO FONDATO SULLA GRAZIA

Il matrimonio, che pure si identifica con l'amore coniugale di un uomo e di una donna legittimamente manifestato, affonda nello stesso tempo le sue radici più profonde nel mistero di Dio, della sua alleanza, della scelta e della predestinazione che da sempre il Padre, in Cristo, ha fatto nei nostri confronti (Ef 1,3-5). Esso ci appare, perché realmente lo è, come “grazia” e “vocazione”, che specificano e sviluppano il dono e il compito ricevuti nel Battesimo. Infatti, all'origine di ogni matrimonio, prima ancora della pur necessaria volontà di amore dei due coniugi, sta un atto di predestinazione ad essere conformi all'immagine di Gesù Cristo e a realizzare questa conformità secondo il dono e il carisma tipici della coppia. L'amore coniugale tra un uomo e una donna può sgorgare e può consolidarsi perché trova nell'amore di Gesù in croce la sua sorgente ultima, la sua forza plasmatrice, il suo costante alimento; e così ogni matrimonio può e deve dirsi una eco del sì di Cristo in croce. E' grazie al dono dello Spirito che, giorno dopo giorno, Gesù Cristo viene plasmato nel cuore e nella vita degli sposi, i quali diventano sacramento reale del suo amore totale, unico, fedele e fecondo.

(C.E.I., Direttorio di Pastorale Familiare, n.12)

 

IL MATRIMONIO: SACRAMENTO DELLA NUOVA ALLEANZA

Come si deduce dai testi evangelici, il matrimonio con Maria è il fondamento giuridico della paternità di Giuseppe. E' per assicurare la protezione paterna a Gesù che Dio sceglie Giuseppe come sposo di Maria. Ne segue che la paternità di Giuseppe - una relazione che lo colloca il più vicino possibile a Cristo, termine di ogni elezione e predestinazione (cfr. Rm 8,28s) - passa attraverso il matrimonio con Maria, cioè attraverso la famiglia. Gli evangelisti, pur affermando chiaramente che Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo e che in quel matrimonio è stata conservata la verginità (cfr. Mt 1,18-24; Lc 1,26-34), chiamano Giuseppe sposo di Maria e Maria sposa di Giuseppe (cfr. Mt 1,16.18-20.24; Lc 1,27; 2,5). Ed anche per la Chiesa, se è importante professare il concepimento verginale di Gesù, non è meno importante difendere il matrimonio di Maria con Giuseppe, perché giuridicamente è da esso che dipende la paternità di Giuseppe. Di qui si comprende perché le generazioni sono state elencate secondo la genealogia di Giuseppe. «Perché - si chiede santo Agostino - non lo dovevano essere attraverso Giuseppe? Non era forse Giuseppe il marito di Maria? (...) La Scrittura afferma, per mezzo dell'autorità angelica, che egli era il marito. Non temere, dice, di prendere con te Maria come tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Gli viene ordinato di imporre il nome al bambino, benché non nato dal suo seme. Ella, dice, partorirà un figlio, e tu lo chiamerai Gesù. La Scrittura sa che Gesù non è nato dal seme di Giuseppe, poiché a lui preoccupato circa l'origine della gravidanza di lei è detto: viene dallo Spirito Santo. E tuttavia non gli viene tolta l'autorità paterna, dal momento che gli è ordinato di imporre il nome al bambino. Infine, anche la stessa Vergine Maria, ben consapevole di non aver concepito Cristo dall'unione coniugale con lui, lo chiama tuttavia padre di Cristo» («Sermo 51», 10, 16: PL 38, 342). Il Figlio di Maria è anche figlio di Giuseppe in forza del vincolo matrimoniale che li unisce: «A motivo di quel matrimonio fedele meritarono entrambi di essere chiamati genitori di Cristo, non solo quella madre, ma anche quel suo padre, allo stesso modo che era coniuge di sua madre, entrambi per mezzo della mente, non della carne» (S. Augustini, «De nuptiis et concupiscentia» I, 11, 12: PL 44, 421; cfr. Eiusdem, «De consensu evangelistarum», II, 1, 2: PL 34, 1071; Eiusdem, «Contra Faustum», III, 2: PL 42, 214). In tale matrimonio non mancò nessuno dei requisiti che lo costituiscono: «In quei genitori di Cristo si sono realizzati tutti i beni delle nozze: la prole, la fedeltà, il sacramento. Conosciamo la prole, che è lo stesso Signore Gesù; la fedeltà, perché non c'è nessun adulterio; il sacramento, perché non c'è nessun divorzio» (S. Augustini, «De nuptiis et concupiscentia», I, 11, 13: PL 44, 421; cfr. Eiusdem, «Contra Iulianum», V, 12, 46: PL 44, 810). Analizzando la natura del matrimonio, sia sant'Agostino che san Tommaso la collocano costantemente nell'«indivisibile unione degli animi», nell'«unione dei cuori», nel «consenso» (S. Augustini, «Contra Faustum», XXIII, 8: PL 42, 470s; Eiusdem, «De consensu evangelistarum», II, 1, 3: PL 34, 1072; Eiusdem, «Sermo 51», 13, 21: PL 38, 344s; S. Thomae, «Summa Theologiae», III, q. 29, a. 2, in conclus.), elementi che in quel matrimonio si sono manifestati in modo esemplare. Nel momento culminante della storia della salvezza, quando Dio rivela il suo amore per l'umanità mediante il dono del Verbo, è proprio il matrimonio di Maria e Giuseppe che realizza in piena «libertà» il «dono sponsale di sé» nell'accogliere ed esprimere un tale amore (cfr. «Insegnamenti di Giovanni Paolo II», III, 1 [1980] 88-92.148-152.428-431). «In questa grande impresa del rinnovamento di tutte le cose in Cristo, il matrimonio, anch'esso purificato e rinnovato, diviene una realtà nuova, un sacramento della nuova Alleanza. Ed ecco che alle soglie del Nuovo Testamento, come già all'inizio dell'Antico, c'è una coppia. Ma, mentre quella di Adamo ed Eva era stata sorgente del male che ha inondato il mondo, quella di Giuseppe e di Maria costituisce il vertice, dal quale la santità si espande su tutta la terra. Il Salvatore ha iniziato l'opera della salvezza con questa unione verginale e santa, nella quale si manifesta la sua onnipotente volontà di purificare e santificare la famiglia, questo santuario dell'amore e questa culla della vita» (Pauli VI, «Allocutio ad Motum "Equipes Notre-Dame», 7, die 4 maii 1970: Insegnamenti di Paolo VI, VIII [1970] 428. Luades Familiae Nazarethanae, quae domesticae communitatis perfectum habendum est exemplar, similes inveniuntur, v. g., apud Leonis XIII, «Neminem Fugit», die 14 iun. 1892: «Leonis XIII P. M. Acta», XII [1892] 149s; apud Benedicti XV, «Bonum Sane», die 25 iul. 1920: AAS 12 [1920] 313-317). Quanti insegnamenti da ciò derivano oggi per la famiglia! Poiché «l'essenza ed i compiti della famiglia sono ultimamente definiti dall'amore» e «la famiglia riceve la missione di custodire, rivelare e comunicare l'amore, quale riflesso vivo e reale partecipazione dell'amore di Dio per l'umanità e dell'amore di Cristo Signore per la Chiesa sua sposa» («Familiaris Consortio», 17), e nella santa Famiglia, in questa originaria «Chiesa domestica» («Familiaris Consortio», 49; cfr. «Lumen Gentium», 11; «Apostolicam Actuositatem», 11) che tutte le famiglie cristiane debbono rispecchiarsi. In essa, infatti, «per un misterioso disegno di Dio è vissuto nascosto per lunghi anni il Figlio di Dio: essa, dunque, è il prototipo e l'esempio di tutte le famiglie cristiane» («Familiaris Consortio», 85).

(C.E.I., Direttorio di Pastorale Familiare, n.12)

 

MATRIMONIO E VERGINITA’ DONI DIVERSI E COMPLEMENTARI

Questa nativa e fondamentale vocazione all'amore, propria di ogni uomo e di ogni donna, può realizzarsi pienamente nel matrimonio e nella verginità: «sia l'uno che l'altra, nella forma loro propria, sono una concretizzazione della verità più profonda dell'uomo, del suo “essere a immagine di Dio”» ; essi sono «i due modi di esprimere e di vivere l'unico mistero dell'alleanza di Dio con il popolo». Il matrimonio e la verginità non sono in contrapposizione tra loro; sono piuttosto due doni diversi e complementari che convergono nell'esprimere l'identico mistero sponsale dell'unione feconda e salvifica di Cristo con la Chiesa. Per parte sua la verginità, in quanto dice l'assoluto di Gesù Cristo e del suo Regno al quale ci si dona e ci si dedica in modo totale e con cuore indiviso, «tiene viva nella Chiesa la coscienza del mistero del matrimonio e lo difende da ogni riduzione e da ogni impoverimento». L'esistenza stessa di persone vergini per il Regno dice e ricorda continuamente a chi è sposato nel Signore che il suo matrimonio continua a rimanere grande e si qualifica come evento di salvezza perché e se rimane relativo al Regno e alla sequela di Cristo. D'altra parte, anche chi vive nella verginità per il Regno riceve dal confronto con la vocazione matrimoniale e dalla testimonianza che da essa deriva un aiuto e uno stimolo a fare della propria vita verginale un autentico luogo di donazione, di amore e di fedeltà. Si deve, perciò, concludere che «la stima della verginità per il Regno e il senso cristiano del Matrimonio sono inseparabili e si favoriscono reciprocamente».

(C.E.I., Direttorio di Pastorale Familiare, nn.24-25)

 

IL MATRIMONIO COME CAMMINO DI SANTITA’

Lo stesso matrimonio cristiano, pur in tutta la sua grandezza e dignità, rimane sempre una realtà relativa; ed è proprio in questa sua relatività che risiede la sua grandezza. Come ogni altra realtà creata, anche il matrimonio è, infatti, a servizio del Regno di Dio ed è un mezzo per “essere in Cristo” e per seguirlo: esso è, per gli sposi, il luogo concreto, specifico e particolare in cui vivere la sequela e l'imitazione di Cristo.  Proprio perché subordinato e relativo a Gesù e al suo Regno, il matrimonio permette ai coniugi di camminare verso la comunione con Dio e di questa stessa comunione si presenta come figura e anticipazione. In quanto tale, perciò, il matrimonio determina il cammino di santità proprio degli sposi, come ricorda anche il Concilio: «i coniugi cristiani sono corroborati e come consacrati da uno speciale sacramento per i doveri e la dignità del loro stato. Ed essi, compiendo in forza di tale sacramento il loro dovere coniugale e familiare, penetrati dallo Spirito di Cristo, per mezzo del quale tutta la loro vita è pervasa di fede, speranza e carità, tendono a raggiungere sempre più la propria perfezione e la mutua santificazione, e perciò insieme partecipano alla glorificazione di Dio» .

(C.E.I., Direttorio di Pastorale Familiare, n.13)

 

L’AMORE VERO NEL MATRIMONIO

(nell’insegnamento di Giovanni Paolo II)

Imboccare la via della vocazione matrimoniale significa imparare l’amore sponsale

giorno per giorno, anno per anno:

l’amore secondo l’anima e il corpo,

* l’amore che

- è paziente,

- è benigno,

- non è invidioso,

- non si vanta,

- non si gonfia,

- non manca di rispetto,

- non cerca il suo interesse,

- non si adira,

- non tiene conto del male ricevuto,

- non gode dell’ingiustizia,

- si compiace della verità;

* l’amore che

- tutto copre,

- tutto crede,

- tutto spera,

- tutto sopporta (cfr. 1^Cor.13,4-7).

            Proprio di questo amore voi, giovani, avete bisogno, se il vostro futuro matrimonio deve “superare” la prova di tutta la vita. E proprio questa prova fa parte dell’essenza stessa della vocazione che, mediante il matrimonio, intendete inscrivere nel progetto della vostra vita”.

(Giovanni Paolo II)

 

Cfr. Sito Internet: www.coppieincammino.it/materiale/pastoralefam/default.asp

 

IL FIDANZAMENTO UFFICIALE

 

            Non sono pochi e neppure di secondaria importanza i cambiamenti intervenuti nel modo oggi diffuso di intendere il fidanzamento: si tratta di cambiamenti che esercitano il loro influsso sia nella valutazione sia nei comportamenti.

            Fino ad un recente passato, infatti, esistevano UN FIDANZAMENTO UFFICIALE e degli “sponsali”, che caratterizzavano il tempo di avvio risoluto e pubblico verso il matrimonio, comportavano impegni morali e sociali reciproci molto seri anche se non definitivi tra i due fidanzati, coinvolgevano famiglie, amicizie e comunità e si esprimevano con gesti e parole trasmesse dalla tradizione.

            Oggi molto di tutto questo è andato scomparendo e lo stesso termine “fidanzamento” appare spesso come desueto: la relazione di coppia per lo più non si orienta immediatamente al matrimonio; l'amore tra “ragazzo” e “ragazza”, anche nella prospettiva di un eventuale matrimonio, è vissuto molto spesso come un affare privato che riguarda soltanto i due interessati; il tempo del fidanzamento rischia di essere visto semplicemente come una fase di passaggio senza un suo preciso significato che non sia, tutt'al più, quello di preparare quanto è utile per sposarsi; si vanno moltiplicando le coppie che arrivano alla celebrazione delle nozze dopo diversi anni dall'inizio del loro cammino di amore.

            Non mancano in tutto ciò aspetti positivi, quali una maggiore libertà di scelta, una certa autonomia dalle famiglie di origine, una più giusta parità tra uomo e donna. Nello stesso tempo, però, siamo di fronte a modificazioni connesse con la crisi dei valori del matrimonio e della famiglia, la banalizzazione della sessualità, una falsa concezione della libertà, la paura di fronte ad impegni definitivi, una spiccata privatizzazione dell'esistenza, la difficoltà a trovare un'abitazione ed un impiego, l'insufficienza o addirittura la mancanza di adeguati sostegni alla famiglia.

            In questo contesto, tuttavia, si incontrano giovani disposti a lasciarsi interrogare e accompagnare nella ricerca di un significato più vero da dare al loro fidanzamento.

            Oltre al modo di intendere e vivere il fidanzamento, i cambiamenti riguardano anche la preparazione dei fidanzati al matrimonio e alla famiglia. Da una parte, il contesto familiare non appare più in grado da solo di trasmettere ai giovani i valori riguardanti la vita matrimoniale e familiare mediante una progressiva opera di educazione e iniziazione. D'altra parte, il generale contesto socioculturale, più che essere di aiuto, si presenta spesso come ostacolo ad un'adeguata comprensione del significato, del valore e delle esigenze della vita matrimoniale e familiare.

            Anche a livello ecclesiale, le iniziative volte a preparare i fidanzati al sacramento del matrimonio spesso arrivano troppo tardi e in momenti poco favorevoli, non sempre sfuggono al rischio della episodicità e della genericità, faticano ad essere attente al cammino dei giovani fidanzati che molte volte appaiono come “lontani” dalla Chiesa e dalla vita di fede, difficilmente riescono a trasmettere un'adeguata concezione dell'amore e sono in grado di rispondere a quesiti che, se eventualmente posti, sono già stati risolti (ad esempio, sulla castità, sull'esercizio della sessualità, sulla regolazione della fertilità, e persino sull'aborto, sull'unità e sulla fedeltà coniugali).

            Se questa è la situazione, non sono necessarie altre considerazioni per avvertire come la pastorale prematrimoniale, in ogni sua articolazione, costituisca uno dei capitoli più urgenti, importanti e delicati di tutta la pastorale familiare. Tale pastorale si trova di fronte a una svolta storica. Essa è chiamata a un confronto chiaro e puntuale con la realtà e a una scelta: o rinnovarsi profondamente o rendersi sempre più ininfluente e marginale.

            Di qui, in particolare, la necessità di una cura pastorale del fidanzamento che aiuti a riscoprirne e a viverne il senso umano e cristiano e di una preparazione immediata o particolare al matrimonio più attenta, puntuale e articolata.

 

UNA FORMULA DI PREGHIERA

PER LA BENEDIZIONE DEL FIDANZAMENTO

 

         Signore Dio nostro, che fra tutte le nazioni ti sei presa a fidanzata quella vergine pura che è la Chiesa, benedici questo fidanzamento; unisci e custodisci i tuoi servi nella pace e nella concordia. Perché a te appartengono la gloria, l’onore e l’adorazione, Padre, Figlio e Spirito Santo: e adesso e sempre e nei secoli dei secoli.

            Signore Dio nostro, tu hai accompagnato in Mesopotamia il servo del patriarca Abramo quando questi lo mandò a cercare una sposa per il suo padrone Isacco, e presso la fonte dell’abbeveratoio gli hai fatto riconoscere la fidanzata eletta, Rebecca. Sii ancora tu a benedire il fidanzamento dei tuoi servi e a confermare la promessa che si sono scambiata.

(Liturgia orientale)

 

IL TEMPO DEL FIDANZAMENTO:

TEMPO DI CRESCITA, DI RESPONSABILITA’ E DI GRAZIA

           

Il tempo del fidanzamento non è soltanto un momento di passaggio e di preparazione a un futuro: è un tempo in se stesso importante. E' tempo di crescita, di responsabilità e di grazia.


   
E' tempo di crescita: tempo nel quale si matura nella capacità di vivere insieme; si costruisce la coppia; ci si allena alle fatiche, anche psicologiche, della vita a due; si precisano, si condividono e si consolidano le convinzioni in grado di reggere la convivenza di tutta una vita; ci si affina nella conoscenza di sé, delle proprie doti e dei propri difetti e nell'arte difficile del volersi bene e del comprendersi, superando chiusure, passioni, egocentrismo. In una parola, è una stagione della vita da riscoprire e ripresentare come importante tirocinio della coppia di fidanzati nella maturazione spirituale del rapporto affettivo.


   E' tempo di responsabilità, innanzitutto in chiave vocazionale.

            E' un momento per una prima chiarificazione nel discernimento della chiamata personale a sposare quella persona; è una decisione che lascia spazio a ulteriori verifiche in ordine al consenso per il patto nuziale. E' una stagione della vita in cui i due fidanzati sono tenuti a interrogarsi sulla loro vocazione al matrimonio e sulla loro reciproca scelta.

            In questa ottica, la loro responsabilità si esprime nel dare stabilità alla loro relazione, anche sperimentando che il rapporto tra di loro è nuovo e diverso: non è più soltanto una generica amicizia, ma si indirizza verso l'esclusività e comporta impegni seri e nuovi anche se non ancora definitivi. La stessa responsabilità esige di esprimersi nutrendo e potenziando il fidanzamento con un amore casto, attraverso l'accettazione e la futura promozione di una sessualità propriamente umana, al servizio di quell'amore totale e fecondo tipico dell'esistenza coniugale. Questo fa maturare i fidanzati «nella reciproca conoscenza e nell'assimilazione vicendevole della personalità; li guida nello sviluppo di una affettività delicata e profonda; li rende capaci di dominio sull'istintività egoistica, nel rispetto della dignità personale; li fa attenti a riservare solo al domani il dono totale di sé, perché unicamente nel matrimonio esso raggiunge la pienezza del suo significato» .


   E' tempo di grazia. Il fidanzamento, infatti, trae forza dal battesimo e dalla stessa vocazione coniugale che attende di essere concretizzata: è un tempo di formazione caratterizzato da una propria spiritualità; è tempo di testimonianza e azione ecclesiale, con le caratteristiche di una specifica solidarietà.

            Come tale, il fidanzamento è grazia: è un dono di Dio comunicato ai giovani interessati. Con questo dono essi sono resi capaci di maturare in un amore che è partecipazione a quello di Cristo e che va sempre più acquisendo la sua misura, come pure sono sorretti e guidati verso questo stesso ideale di amore . Nello stesso tempo, il fidanzamento è occasione per vivere e crescere nella grazia: si presenta come momento privilegiato di crescita nella fede, di preghiera e di partecipazione alla vita liturgica della Chiesa, di esperienza vissuta della carità cristiana , da parte di ogni coppia di fidanzati e di tutti i fidanzati insieme.

Dal “Direttorio di Pastorale Familiare per la Chiesa in Italia”

 


CURA PASTORALE DEI FIDANZATI


            Si rivela urgente e necessaria una più attenta cura pastorale dei fidanzati, vissuta attraverso la quotidianità di scelte, proposte, iniziative: non limitate al tempo che precede immediatamente la celebrazione del matrimonio, ma capaci di valorizzare tutto il tempo del fidanzamento. Essa va attuata in stretta sintonia con la pastorale giovanile e vocazionale e deve essere preceduta da attenzioni e iniziative rivolte a quanti, pur senza essere ancora fidanzati, cominciano ad assumere atteggiamenti paragonabili a quelli dei fidanzati stessi.

                E' un compito che riguarda e interpella ogni comunità cristiana e, in particolare, ogni parrocchia. Pur con i cambiamenti a cui abbiamo accennato, il tempo che intercorre tra la decisione di sposarsi con quella determinata persona e l'effettiva celebrazione delle nozze ha anche oggi una sua autonomia e un suo valore: in tal senso le parrocchie, le realtà giovanili, le diverse comunità ecclesiali vedono oggi la presenza di non poche coppie di giovani fidanzati. Per questo i fidanzati stessi, i presbiteri, gli animatori e i catechisti, i responsabili delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti devono sentirsi impegnati a conoscere meglio caratteristiche, opportunità e problemi propri del tempo del fidanzamento. A tale scopo sono utili momenti di studio, di confronto, di meditazione, di preghiera, valorizzando anche diverse competenze presenti sul territorio. Occorre soprattutto mantenere vivo il contatto e il dialogo con tutti questi giovani in coppia e, quando si fosse allentato, occorre ristabilirlo. C'è bisogno di dedicare tempo per conoscere come essi vivono la loro esperienza e per aiutarli a viverla bene.

                In un adeguato progetto e cammino di pastorale giovanile, c'è da proporre, in modo organico e stabile, incontri, iniziative, esperienze perché questi giovani possano accostarsi con la calma e la serietà necessarie alle problematiche della vita matrimoniale: da quelle psicologiche circa la vita di relazione e di coppia a quelle giuridiche circa la comunione o separazione dei beni e circa i diritti e i doveri della vita matrimoniale; da quelle medico-biologiche connesse con la dimensione sessuale della vita di coppia e con la trasmissione della vita a quelle riguardanti la paternità e maternità responsabile e la conoscenza dei metodi naturali di regolazione della fertilità; da quelle riguardanti i retti metodi di educazione dei figli a quelle concernenti una ordinata conduzione della famiglia (lavoro stabile, sufficiente disponibilità finanziaria, saggia amministrazione, nozioni di economia domestica...) .

                Una specifica attenzione va riservata alla dimensione vocazionale del periodo del fidanzamento. Le realtà educative devono trovare occasioni e modi per annunciare che esso ha un carattere eminentemente vocazionale, per aiutare i giovani fidanzati a interrogarsi sulle motivazioni vere e profonde che li orientano alla scelta matrimoniale, per verificare il cammino che stanno facendo. A questo proposito potranno rivelarsi utili e opportuni: incontri con coppie di sposi che vivono effettivamente la vita coniugale come autentica vocazione; momenti di conoscenza, confronto e dialogo con coetanei che stanno facendo un cammino di preparazione al sacerdozio o alla vita religiosa o con persone che già vivono il loro amore nella consacrazione verginale; esperienze intense di preghiera, di meditazione, di ritiri o di esercizi spirituali. Soprattutto, però, occorre puntare su un cammino costante di direzione spirituale.

                Pur riservando loro una cura particolare e riconoscendo e rispettando nello stesso tempo il loro bisogno di momenti e di spazi di tranquillità e di riservatezza, la pastorale per il tempo del fidanzamento dovrà aiutare questi giovani in coppia a superare il rischio di una concezione privatistica dei loro rapporti e, perciò, ad evitare ogni chiusura, ogni intimismo e ogni rinuncia non giustificata all'impegno nella comunità ecclesiale e in quella civile. Occorrerà pure illuminarli, con discrezione e insieme con chiarezza, perché abbiano ad evitare abitudini e stili di vita, ad esempio nella scelta delle amicizie e nella gestione delle vacanze e del tempo libero, che li isolano da un sano contesto familiare e comunitario.

                Un aspetto fondamentale di questa complessiva cura pastorale dei fidanzati consiste in una «esatta visione dell'etica cristiana riguardante la sessualità», di cui soprattutto la predicazione, la catechesi e il più ampio progetto di pastorale giovanile devono farsi carico. In questa ottica è certamente necessario favorire una comprensione e un'assunzione serena e gioiosa della sessualità, come pure, di fronte agli errori e ai peccati, non ci si deve mai stancare di aprire il cuore di ogni persona al pentimento e alla fiducia nella misericordia e nel perdono di Dio.

                Oltre ad offrire ai fidanzati criteri e suggerimenti che li aiutino ad evitare scelte meno prudenti, come il trascorrere insieme e da soli periodi di vacanza o il continuo appartarsi e isolarsi dagli altri, è pure necessario richiamare con fermezza e limpidità che non sono ammissibili comportamenti che suppongono già quella fusione delle esistenze che è propria solo dei coniugi, come i cosiddetti rapporti prematrimoniali. In particolare - attraverso una precisa catechesi in proposito, mediante il colloquio personale, nella direzione spirituale e, per quanto possibile, durante la celebrazione dal sacramento della Riconciliazione, grazie pure alla gioiosa, anche se spesso faticosa, testimonianza di un amore casto da parte dei fidanzati e degli sposi - è necessario mostrare come sia proprio una positiva considerazione dell'unione sessuale e del suo significato a permettere di cogliere le motivazioni della illiceità dei rapporti prematrimoniali. Infatti, «essi si pongono come segno di una realtà che ancora non esiste» poiché non sono capaci di «esprimere e di attuare una comunione di amore totale, definitivo e pubblicamente riconosciuto» che si può avere solo con il matrimonio e che va costruito attraverso un lungo e paziente tirocinio. Per i battezzati, poi, gli stessi rapporti prematrimoniali «costituiscono l'uso disordinato di una sessualità umana che il Salvatore ha voluto porre in riferimento al suo stesso amore e al suo Regno»: essi non sono e non possono essere un segno vero di quell'amore nuovo che Gesù dona agli sposi con il sacramento del matrimonio; sono piuttosto una sua contraffazione .

Dal DIRETTORIO DI PASTORALE FAMILIARE PER LA CHIESA IN ITALIA

(Conferenza Episcopale Italiana)

 

L’UMILTA’ DI MARIA

(da “LE GLORIE DI MARIA” di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori)

        

            Sant'Agostino dice che per ottenere con più sicurezza e abbondanza il favore dei santi bisogna imitarli, perché vedendo che noi pratichiamo le virtù da loro esercitate, essi sono più portati a pregare per noi. Maria, la regina dei santi e la nostra prima avvocata, dopo aver sottratto un'anima dagli artigli di Lucifero e averla unita a Dio, vuole che quest'anima cerchi d'imitarla, altrimenti non potrà arricchirla delle sue grazie come vorrebbe, vedendola con­traria ai suoi comportamenti. Perciò la Vergine chiama beati quelli che imitano diligentemente la sua vita: "Ora, figli, ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie!" (Prov.8,32). Chi ama, o è simile o cerca di rendersi simile alla persona amata, secondo il celebre proverbio: "L'amore trova o fa uguali". Perciò San Girolamo ci esorta dicendo che se noi amiamo Maria, dobbiamo cercare d'imitarla, perché questo è il maggiore omaggio che possiamo offrirle. Riccardo di San Lorenzo afferma che sono e possono chiamarsi veri figli di Maria quelli che cercano di imitare la sua vita. Dunque, conclude San Bernardo, il figlio si sforzi di imitare la Madre, se desidera il suo favore; poiché allora, vedendosi onorata come madre, Maria lo tratterà e favorirà come figlio.

            In quanto poi alle virtù di questa Madre, anche se i Vangeli non ne riportano molti dettagli, tuttavia, dato che vi si dice che fu piena di grazia, comprendiamo facilmente che Maria ebbe tutte le virtù e tutte in grado eroico. San Tommaso dice: "Ciascuno degli altri santi ha primeggiato in una virtù particolare: uno fu soprattutto casto, un altro fu soprattutto umile, un altro fu soprattutto misericordioso. Ma la beata Vergine ci è stata data come esempio di tutte le virtù". E Sant'Ambrogio afferma: "Così fu Maria, perché la sua vita fosse di esempio a tutti". Perciò il Santo ci lasciò scritto: "Come in un'immagine rifulga in voi la verginità e la vita di Maria, nella quale risplende ogni forma di virtù. Da lei attingete gli esempi di vita... ciò che dovete correggere, ciò che dovete evitare, ciò a cui dovete aderire".

E poiché, come insegnano i santi padri, l'umiltà è il fondamento di tutte le virtù, vediamo in primo luogo quanto fu grande l'umiltà della Madre di Dio.

 

L'UMILTA’ DI MARIA

            "L'umiltà è fondamento e custode delle virtù", dice San Bernardo, e con ragione. Senza umiltà, infatti, non vi può essere alcun'altra virtù in un'anima. Anche se essa possiede tutte le virtù, tutte verranno meno se viene meno l'umiltà. Al contrario, come San Francesco di Sales scrisse alla beata suor Giovanna di Chantal, Dio ama tanto l'umiltà, che subito accorre dove la vede. Questa bella virtù così necessaria era sconosciuta nel mondo, ma il Figlio stesso di Dio venne ad insegnarla sulla terra con il suo esempio e volle che specialmente in essa noi cercassimo d'imitarlo: "Imparate da me che sono mite e umile di cuore" (Mt.11,29). Come fu la prima e più perfetta discepola di Gesù Cristo in tutte le virtù, così Maria lo fu anche nell'umiltà, per cui meritò di essere esaltata sopra tutte le creature. Fu rivelato a santa Matilde che la prima virtù esercitata dalla Vergine fin dalla fanciullezza fu l'umiltà.

Il primo atto dell'umiltà di cuore è avere un basso concetto di sé. Maria ebbe sempre un così basso concetto di se stessa, come fu ugualmente rivelato a Santa Matilde, che, pur vedendosi arricchita di grazie più degli altri, non si mise mai al di sopra di nessuno. Spiegando quel passo del Cantico dei Cantici: "Mi hai ferito il cuore, sorella mia sposa... con un solo capello del tuo collo" (Ct.4,9 Vulg.), l'abate Ruperto dice che questo capello del collo della sposa fu appunto l'umile concetto che Maria ebbe di sé, con cui ferì il cuore di Dio; "che cosa c’è infatti più sottile di un capello?". Non già che la santa Vergine si stimasse peccatrice, perché l'umiltà è verità, come dice Santa Teresa, e Maria sapeva di non aver mai offeso Dio. Non che non confessasse di aver ricevuto da Dio maggiori grazie di tutte le altre creature, perché un cuore umile ben riconosce i favori speciali del Signore per umiliarsi ancor più; ma la divina Madre, alla luce più grande che aveva per conoscere l'infinita grandezza e bontà del suo Dio, conosceva meglio la sua piccolezza. Perciò si umiliava più di ogni altro e con la sposa del Cantico dei Cantici diceva: "Non guardate che io sono bruna, perché mi ha abbronzato il sole" (Ct.1,6). San Bernardo commenta: "In confronto al suo splendore, mi trovo nera". Infatti, dice San Bernardino, "la Vergine aveva sempre un rapporto attuale con la divina maestà e con il proprio niente". Come una mendicante, se indossa una ricca veste che le è stata donata, non se ne insuperbisce, ma nel vederla tanto più si umilia davanti al suo donatore perché più si ricorda della sua povertà, così Maria, quanto più si vedeva arricchita, tanto più si umiliava, ricordandosi che tutto era dono di Dio. La Vergine stessa disse alla benedettina Santa Elisabetta: "Sappi che io mi ritenevo la creatura più spregevole e indegna della grazia di Dio". San Bernardino afferma: "Come nessuna creatura, dopo il Figlio di Dio, s'innalzò sulle vette della grazia quanto Maria, così nessuna creatura scese più in basso nell'abisso dell'umiltà".

Inoltre è atto di umiltà nascondere i doni celesti. Maria volle tacere a San Giuseppe la grazia di essere divenuta Madre di Dio, anche se pareva necessario informarlo, per dissipare i sospetti che lo sposo poteva avere sulla sua onestà vedendola incinta, o almeno per liberarlo dal tur­bamento. San Giuseppe infatti, non potendo dubitare della castità di Maria e d'altra parte ignorando il mistero, "decise di rimandarla in segreto" (Mt.1,19); e, se l'angelo non gli avesse rivelato che la sposa aveva concepito per opera dello Spirito Santo, l'avrebbe lasciata.

Inoltre l'umile rifiuta le lodi per sé e le riferisce tutte a Dio. Maria si turbò nel sentirsi lodare dall'angelo Gabriele e quando santa Elisabetta le disse: "Benedetta tu fra le donne... A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?... Beata colei che ha creduto... " (Lc.1), la Vergine, attribuendo tutte quelle lodi a Dio, rispose con l'umile cantico: "L'anima mia magnifica il Signore". Come se dicesse: Elisabetta, tu lodi me, ma io lodo il Signore a cui solo è dovuto l'onore. Tu ammiri che io venga a te; io ammiro la divina bontà: "il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore". Tu mi lodi perché ho creduto; io lodo il mio Dio che ha voluto esaltare il mio niente: "perché ha guardato l'umiltà della sua serva" (Lc.1,46-48). Maria disse a Santa Brigida: "Perché mi umiliavo tanto e ho meritato tanta grazia, se non perché ho saputo e pensavo di non essere e di non avere niente? Perciò non volli la mia lode, ma soltanto quella del donatore e del creatore". Parlando dell'umiltà di Maria, Sant'Agostino esclama: "O beata umiltà, che donò Dio agli uomini, aprì il paradiso e liberò le anime dagli inferi".

È proprio degli umili il servire, e Maria non esitò ad andare a servire Elisabetta per tre mesi. Dice dunque San Bernardo: "Elisabetta si meravigliava che Maria fosse venuta, ma ancor più si stupisca che sia venuta non per essere servita, ma per servire".

Gli umili se ne stanno in disparte e si scelgono il posto peggiore. Perciò Maria, osserva San Bernardo, quella volta che Gesù stava predicando in una casa (Mt.12), desiderava parlargli ma "non volle interrompere il discorso di suo Figlio con la sua autorità di madre e non entrò nella casa in cui egli parlava". Per la stessa ragione, stando nel cenacolo con gli apostoli, Maria volle mettersi all'ultimo posto. Leggiamo in San Luca: "Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù" (At.1,14). Non che San Luca non conoscesse i meriti della divina Madre, per cui avrebbe dovuto nominarla in primo luogo; ma poiché Maria si era messa all'ultimo posto nel cenacolo, dopo gli apostoli e le altre donne, San Luca menziona tutti i presenti secondo l'ordine in cui stavano collocati. È questo il pensiero di un autore. Dice San Bernardo: "Giustamente l'ultima è diventata la prima perché, pur essendo la prima di tutti, si comportava come se fosse l'ultima".

Infine gli umili amano le manifestazioni di disprezzo. Perciò non si legge che Maria fosse presente in Gerusalemme quando nella Domenica delle palme il Figlio fu ricevuto dal popolo con tanti onori. Invece al momento della morte di Gesù la Vergine non si astenne dal comparire in pubblico sul Calvario, affrontando il disonore di esse­re riconosciuta come madre del condannato, che moriva da infame con una morte infame. Maria disse a santa Brigida: "Che cosa c'è di più spregevole di essere considerata incapace, di avere bisogno di tutto e di credersi la più indegna di tutti? Tale, o figlia, fu la mia umiltà, questa la mia gioia e questa la mia volontà, perché non avevo altro pensiero che di piacere unicamente a mio Figlio".

Alla venerabile suor Paola da Foligno fu dato in un'estasi di comprendere quanto fu grande l'umiltà della Santa Vergine. Parlandone al suo confessore, la religiosa, piena di stupore, diceva: "Ah padre, l'umiltà della Madonna! Nel mondo non vi è neppure un minimo grado di umiltà in confronto a quella di Maria". Una volta, il Signore fece vedere a Santa Brigida due dame, una tutta fasto e vanità. "Questa, le disse, è la superbia. L'altra che vedi, con atteggiamento modesto, rispettosa verso tutti, con il pensiero rivolto unicamente a Dio e che si considera come un niente, è l'umiltà e si chiama Maria". Dio volle in tal modo manifestarci che la sua beata Madre era così umile, che era l'umiltà stessa.

È certo che per la nostra natura corrotta dal peccato non c'è forse, dice San Gregorio Nisseno, nessuna virtù più difficile da praticare che l'umiltà. Ma non c'è altra via: non potremo mai essere veri figli di Maria se non siamo umili. Dice San Bernardo: "Se non puoi imitare la verginità dell'umile, imita l'umiltà della Vergine". Ella aborrisce i superbi, chiama a sé soltanto gli umili: "Chi è fanciullo venga a me" (Prov.9,4). Riccardo di San Lorenzo afferma: "Maria ci protegge sotto il mantello dell'umiltà". La Madre di Dio stessa così parlò a Santa Brigida: "Anche tu, figlia mia, vieni e nasconditi sotto il mio mantello; questo mantello è la mia umiltà". Poi disse che la considerazione della sua umiltà è un buon mantello che riscalda. Ma come il mantello non riscalda se non chi lo porta, non solo con il pensiero, ma anche in opera, così, aggiunse, "la mia umiltà non giova, se non ci si sforza di imitarla. Perciò, figlia mia, rivestiti di questa umiltà". Quanto sono care a Maria le anime umili! San Bernardo scrive: "La Vergine riconosce e ama quelli che la amano ed è vicina a coloro che la invocano, specialmente a quelli che vede conformi a sé nella castità e nell'umiltà". Perciò il santo esorta tutti coloro che amano Maria ad essere umili: "Sforzatevi di emulare questa virtù, se amate Maria". Martino d'Alberto della Compagnia di Gesù per amore della Vergine era solito scopare il convento e raccoglierne le immondizie. Una volta, riferisce il padre Nierembergh, gli apparve la divina Madre e ringraziandolo gli disse: "Quanto mi è cara quest'azione fatta per amor mio!".

            Dunque, mia Regina, non potrò mai essere tuo vero figlio se non sono umile. Ma non vedi che i miei peccati dopo avermi reso ingrato verso il mio Signore mi hanno fatto diventare anche superbo? Madre mia, poni tu rimedio alla mia situazione: per i meriti della tua umiltà ottienimi di essere umile, divenendo così figlio tuo. Amen.

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

 

PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della Divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen.

 

DAGLI INSEGNAMENTI DI PAOLO VI

(Domenica, 15 novembre 1970)

Forse sono questi i giorni preannunciati da Cristo:

PER IL DILAGARE DELL’INIQUITA’ L’AMORE DI MOLTI SI RAFFREDDERA’

(Mt.24,12)

 

“Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:

«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace”

(Lc.19,41-42)

 

“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…”

(Mt,18,15-17)

 “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,

non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”

(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

 

LA DISSACRANTE DISTRUZIONE LAURETANA

DELLA SANTA CASA DI NAZARETH

E DELLA VERITA’ DELLE “MIRACOLOSE” TRASLAZIONI

NON E’ LA LIBERTA’ CHE CI FA VERI, MA E’ LA VERITA’ CHE CI FA LIBERI

Ispirandomi, ma senza potermi paragonare a Giovanni il Battista, dico: “Voce di uno che grida nel deserto”. Io penso ed affermo: non è la libertà che ci fa veri, ma è la verità che ci fa liberi. Siamo letteralmente invasi dai travisamenti e dalle menzogne: i cattolici in larga parte non se ne avvedono, quando addirittura non rifiutano di avvedersene. Se io vengo percosso sulla guancia destra, la perfezione evangelica mi propone di offrire la sinistra. Ma se si attenta alla verità, la stessa perfezione evangelica mi fa obbligo di adoperarmi a ristabilirla: perché, dove si estingue il rispetto della verità, comincia a precludersi per l'uomo ogni via di salvezza (Card. G. Biffi).

 

UNA DOLOROSA MA NECESSARIA DECISIONE

DENUNCIA-QUERELA VERSO IL VESCOVO DI LORETO MONS. GIANNI DANZI

 

Leggi all’indirizzo Internet diretto:

www.lavocecattolica.it/lettera16marzo2007.htm

 

“Lo dico per vostra vergogna! Cosicché non vi sarebbe proprio nessuna persona saggia tra di voi che possa far da arbitro tra fratello e fratello?... E dire che è già per voi una sconfitta avere liti vicendevoli!... Siete voi che commettete ingiustizia e rubate, e ciò ai fratelli! O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il Regno di Dio?...” (cfr. 1^Cor.6,1-11).

 

Udienza Generale di Benedetto XVI del 21 Marzo 2007: “In particolare Giustino, specialmente nella sua prima Apologia, condusse una critica implacabile nei confronti della religione pagana e dei suoi miti, considerati da lui come DIABOLICI “DEPISTAGGI” nel cammino della verità.

 

CHI HA PAURA DELLA VERITA’?...

SONO STATE MAI CONSEGNATE AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

LE CENTINAIA E CENTINAIA DI PAGINE DOCUMENTATIVE ED APPELLI INVIATI PER COMPETENZA?...

DENUNCIO ALLA CHIESA

L’ASSURDA DIFFIDA DELLA SEGRETERIA DI STATO VATICANA

Dalle Congregazioni Vaticane - che rimandano le une alle altre la “competenza” -

IO HO CHIESTO “RISPOSTE” (mai avute) E NON “DIFFIDE”!

Prof. Giorgio Nicolini

 

QUESTURA DI ANCONA

Divisione Polizia Anticrimine – Sezione Terza – Polizia Giudiziaria

Tel. 071.2288648 – Fax 071.2077231

 

INVITO A PRESENTARSI

Sig. NICOLINI GIORGIO

Via Maggini, n.230 – ANCONA

            La S.V. è invitata a presentarsi presso gli Uffici della Questura di Ancona – Divisione Polizia Anticrimine – Via Gervasoni n.19, munita di valido documento di identificazione, alle ore 09.00 del giorno 19 Marzo 2007 per affari di giustizia.

            Si avvisa che la mancata comparizione senza giustificato motivo, è punita a norma dell’art. 650 c.p.

            Qualora la S.V. fosse impossibilitata a comparire alla data sopra indicata è pregata voler contattare quest’ufficio all’utenza sopra indicata.

Ancona, 8 marzo 2007

L’Ufficiale di P.G.

Ispettore Superiore della Polizia di Stato

Paolo Mengoli

 

QUESTURA DI ANCONA

Divisione Polizia Anticrimine – Sezione Terza – Polizia Giudiziaria

Tel. 071.2288648 – Fax 071.2077231

 

OGGETTO: VERBALE DI DIFFIDA NEI CONFRONTI DI NICOLINI GIORGIO, nato ad Ancona il 18.01.1951, ivi residente in Via Maggini n.230.

 

            Il giorno 19 Marzo 2007, alle ore 09.00, negli Uffici della Questura di Ancona, Divisione Polizia Anticrimine. -----

            Innanzi a me sottoscritto Ufficiale di P.G., Ispettore Sup. s.u.p.s. Paolo MENGOLI, addetto all’Ufficio in intestazione, è presente NICOLINI Giorgio, in oggetto generalizzato, il quale, il merito alla trasmissione di documentazione diretta al numero di fax 0669885255 corrispondente alla Segreteria del Card. Tarcisio Bertone, dichiara quanto segue:

            Dal mese di giugno o luglio dell’anno scorso ho iniziato a trasmettere a vari uffici della Curia Romana e, tra questi, anche all’ufficio predetto, molta documentazione inerente la storia e il culto relativo alle miracolose traslazioni della Santa Casa di Nazareth a Loreto, avvenute tra il 1291 e il 1296. Tale documentazione era inviata per la consegna diretta al Santo Padre, poiché avevo inutilmente cercato di avere un contatto diretto, sempre impeditomi.

            Sono costretto dalla mia coscienza e in adempimento di obblighi prescritti dal Codice di Diritto Canonico, in particolare relativamente al Canone n.1391 relativo al delitto di falso, a trasmettere tale documentazione per portare a conoscenza il Santo Padre Benedetto XVI che la Basilica Pontificia Lauretana è in contrasto con gli insegnamenti del Magistero della Chiesa Cattolica, relativamente alla storia e al culto della traslazione miracolosa della Santa Casa di Nazareth a Loreto. Principale responsabile di questa falsificazione storica è il Direttore della Congregazione Universale della Santa Casa, il Padre Giuseppe Santarelli. Egli ha elaborato uno studio pseudostorico attraverso principalmente il libro avente come titolo “LA SANTA CASA DI LORETO” in varie edizioni (l’ultima dell’anno 2003). A tali falsificazioni storiche si sono uniti altri autori come il Padre Marcello Montanari, l’arch. Nanni Monelli ed altri autori; soprattutto lo stesso Vescovo di Loreto Mons. Gianni Danzi che ha avallato tutte queste falsificazioni che avrebbe dovuto impedire. -----

            A d. r.: prendo atto che mi diffidate a proseguire a trasmettere documentazione a mezzo fax, ma faccio presente che, poiché non posso esimermi dal tentare di informare il Santo Padre di quanto sopra detto, e non essendomi mai stato garantito il pervenimento alla sua persona di tutte le innumerevoli corrispondenze e documentazioni inviategli in molti anni, proseguirò a trasmettere eventuali nuove comunicazioni in altri modi che vedrò possibili, diversi dal fax in modo da non arrecare disturbo o altre ipotesi di reato.

            Faccio infine presente che in data 11 marzo 2007 ho sporto presso i Carabinieri di Ancona denuncia nei confronti di Padre Marcello Montanari, redattore della rivista “Il Messaggio della Santa Casa” e dell’Arcivescovo di Loreto per ipotesi di reato di diffamazione, minacce e per danno morale e patrimoniale ingiusto, della quale produco copia.

            Produco anche copia del mio libro avente come titolo “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO” che è stato in ogni modo ostacolato nella sua diffusione proprio dai responsabili sopra indicati della Basilica Pontificia Lauretana. Tali studi sono ulteriormente approfonditi nel mio Sito Internet www.lavocecattolica.it nella sezione riguardante la storia della Santa Casa di Loreto. -----

            Non ho altro da aggiungere. -----

            Letto, confermato e sottoscritto. =====

La parte: Giorgio Nicolini (firma)

L’Ispettore Sup. s.u.p.s. della P. di S.: Paolo Mengoli (firma)

 

“Lo dico per vostra vergogna! Cosicché non vi sarebbe proprio nessuna persona saggia tra di voi che possa far da arbitro tra fratello e fratello?... E dire che è già per voi una sconfitta avere liti vicendevoli!... Siete voi che commettete ingiustizia e rubate, e ciò ai fratelli! O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il Regno di Dio?...” (cfr. 1^Cor.6,1-11).

 

Udienza Generale di Benedetto XVI del 21 Marzo 2007: “In particolare Giustino, specialmente nella sua prima Apologia, condusse una critica implacabile nei confronti della religione pagana e dei suoi miti, considerati da lui come DIABOLICI “DEPISTAGGI” nel cammino della verità.

 

IL SOTTOSTANTE APPELLO

PIU’ VOLTE INVIATO IN QUESTA SETTIMANA

A TUTTE LE CONGREGAZIONI VATICANE

E’ STATO CONSEGNATO AL SANTO PADRE?...

 

Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, guarda e agisci senza indugio, per amore di te stesso, mio Dio, poiché il tuo nome è stato invocato sulla tua città e sul tuo popolo (Dan.9,19).

NELLA SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE

DOMENICA, 25 MARZO 2007

ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE!

ECCO ORA IL GIORNO DELLA SALVEZZA!

Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi; profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò inconsiderati, ma sappiate comprendere la volontà di Dio (Ef.5,15-17)

E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio.

                Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso.

Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2^Cor.6,1-2)

RIPRISTINARE

LA “VERITA’” DELLE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”

DELLA SANTA CASA DI NAZARETH SINO A LORETO

NELLA SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE

Domenica, 25 MARZO 2007

 

E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio.

Egli dice infatti:

Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso.

Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

(2^Cor.6,1-2)

UN ANNO DI GRAZIA: Venerdì 8 settembre 2006 – Sabato 8 settembre 2007

Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me;  per questo mi ha consacrato con l'unzione,  e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,  per proclamare ai prigionieri la liberazione  e ai ciechi la vista;  per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore (Lc.4,16-19)

 

LA COSCIENZA CHE NON SI LASCIA ILLUMINARE DALLA VERITA’

E’ UNA COSCIENZA FALSA

 

DENUNCIA E APPELLO A TUTTA LA CHIESA

PER RICHIEDERE UN INTERVENTO AUTORITATIVO IMPROCRASTINABILE

NELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA

PER RIMUOVERE I RESPONSABILI DELL’APOSTASIA LAURETANA

PRIMA DELL’AGORA’ DEI GIOVANI DELL’1-2 SETTEMBRE 2007 A LORETO

 

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

E LA SALVEZZA ETERNA DELLE ANIME

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):

 

www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

 

Se il vescovo non parlerà, chi ha sbagliato morirà della sua colpa, e il vescovo sarà degno di pena perché non ha ammonito chi sbagliava (Sant’Ambrogio)

 

LE PRECEDENTI DENUNCE

FATTE DAL PROF. GIORGIO NICOLINI

AI CIRCA 10.000 AMICI CHE NEL MONDO

RICEVONO QUESTA LETTERA INFORMATIVA “LA VOCE CATTOLICA”

E A TUTTA LA CHIESA

DENUNCIO L’INIDONEITA’ E INDEGNITA’

DEL VESCOVO DI LORETO MONS. GIANNI DANZI

DI PRESENZIARE L’AGORA’ DEI GIOVANI A LORETO

Prof. Giorgio Nicolini

LE GRAVI RESPONSABILITA’ DELLE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE

NELL’OMETTERE DI INTERVENIRE A FAR CESSARE L’APOSTASIA LAURETANA

LA DISTRUZIONE DELLA VERITA’ SULLA SANTA CASA

PORTA ALLA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA E DELLA VITA PROPRIO FRA I GIOVANI

 

Ancona, 1° Marzo 2007

DOPO LA DECISIONE VATICANA - DURANTE IL PERIODO NATALIZIO - DEL TRASFERIMENTO DEL VESCOVO DI LORETO MONS. GIANNI DANZI PER LE AZIONI CALUNNIOSE E ILLEGALI COMPIUTE CONTRO IL PROF. NICOLINI (Cfr. www.lavocecattolica.it/lettera21dicembre2006.htm ), E DOPO CHE LO STESSO SUCCESSIVAMENTE VENIVA ANCORA INOPINATAMENTE “RICONFERMATO” DALLE STESSE AUTORITA’ VATICANE, NONOSTANTE LA PERPETUAZIONE DELL’APOSTASIA LAURETANA, MEDIANTE L’AUTORIZZAZIONE ALLA PUBBLICAZIONE DI NUOVE “MENZOGNE STORICHE” SULLA SANTA CASA, HO FATTO LA SCORSA SETTIMANA UNA ULTERIORE E CARITATEVOLE RICHIESTA ALLO STESSO MONS. GIANNI DANZI DI UNA UDIENZA PERSONALE PER UN CHIARIMENTO E SUPERAMENTO DEFINITIVO DELLA “QUESTIONE LAURETANA” ED EVITARE ANCHE EVENTUALI AZIONI LEGALI NEI SUOI RIGUARDI.

IN DATA ODIERNA, 1° MARZO 2007, HO RICEVUTO TELEFONICAMENTE – TRAMITE UN PORTAVOCE - L’ENNESIMO E DEFINITIVO RIFIUTO DAL VESCOVO DI LORETO A QUALUNQUE INCONTRO FUTURO PER LA CHIARIFICAZIONE E LA CESSAZIONE DELLE “FALSITA’” PROPAGATE DALLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA.

LA COSCIENZA CHE NON SI LASCIA ILLUMINARE DALLA VERITA’

E’ UNA COSCIENZA FALSA

A QUESTO PUNTO DENUNCIO ALL’INTERA CHIESA L’INSOSTENIBILITA’ E LA SCANDALOSITA’ DELLA PERMANENZA A LORETO DI UN VESCOVO CHE RIFIUTA DI ADEMPIERE AI SUOI DOVERI PASTORALI – CANONICAMENTE OBBLIGANTI – E CONTINUA A PERPETUARE ED AUTORIZZARE NUOVE E PIU’ SOFISTIFICATE MENZOGNE, MEDIANTE FALSIFICATI STUDI “STORICO-ARCHEOLOGICI”, COME STA ATTUANDO CON L’AUTORIZZAZIONE ALLA PUBBLICAZIONE DI ARTICOLI CHE STRAVOLGONO E FALSIFICANO ANCHE LA STORIA DELLA CHIESETTA DELLA BANDERUOLA, PER NEGARE CHE IVI SIA STATA PORTATA “MIRACOLOSAMENTE” LA SANTA CASA DI NAZARETH E QUINDI PER NEGARE CHE A LORETO VI SIA L’AUTENTICA “SANTA CASA DI NAZARETH”.

CON QUALE PUDORE LA CHIESA ITALIANA POTRA’ PRESENTARSI DAVANTI ALLE DECINE DI MIGLIAIA DI GIOVANI CHE CERCANO SINCERAMENTE LA VERITA’ – E CHE CONFLUIRANNO PROPRIO NELLA ZONA DELLA “BANDERUOLA” PER L’AGORA’ DEI GIOVANI DEL PROSSIMO SETTEMBRE – SE A SETTEMBRE CI SARANNO ANCORA NELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA GLI SCRITTI PIENI DI MENZOGNE INVENTATE DAL PADRE GIUSEPPE SANTARELLI (Direttore della “CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA”), E DA ALTRI AUTORI, MENTRE NEL CONTEMPO SI IMPEDISCE DI RENDERE DISPONIBILI AI FEDELI E ALLE NUOVE GENERAZIONI I “VERI” PRONUNCIAMENTI DELLA CHIESA SULLA VERITA’ DELLA SANTA CASA, CON I RELATIVI “VERI” STUDI STORICI, ARCHEOLOGICI E SCIENTIFICI?...

COME SI POTRA’ CHIEDERE ALLE MIGLIAIA DI GIOVANI CHE VERRANNO A LORETO L’OBBEDIENZA E LA CREDIBILITA’ AGLI INSEGNAMENTI DELLA CHIESA, QUANDO LA CHIESA STESSA LASCIA CHE AL SUO INTERNO VESCOVI E SACERDOTI DISOBBEDISCANO CONTINUAMENTE E IMPUNEMENTE ALLE DIRETTIVE DEI SOMMI PONTEFICI E DELL’ATTUALE SANTO PADRE BENEDETTO XVI, CONTINUANDO AD OCCULTARE E FALSIFICARE I SECOLARI E “DEFINITIVI” PRONUNCIAMENTI DELLA CHIESA A RIGUARDO DELLA VERITA’ DELLA SANTA CASA E DELLE SUE “MIRACOLOSE” TRASLAZIONI, OSCURANDO COSI’ GRAVEMENTE LA “VERITA’” DELL’INCARNAZIONE, AVVENUTA IN QUELLA UNICA E STRAORDINARIA “RELIQUIA” DELLA SANTA CASA DI NAZARETH?...

COME E’ CONCEPIBILE CHE IL LUOGO PIU’ SACRO DELL’INTERO UNIVERSO, OVE IL FIGLIO DI DIO SI E’ INCARNATO PER FAR CONOSCERE AGLI UOMINI “LA VERITA’”, SIA INFESTATO DA MENZOGNE, DISSACRAZIONI, DISOBBEDIENZE AI PRONUNCIAMENTI E ALLE VOLONTA’ DEI PAPI, FALSIFICAZIONI STORICHE DIABOLICHE?...

DA QUESTA UMILE “VOCE CATTOLICA”, D’ORA INNANZI, OLTRE ALLA PUBBLICAZIONE E ALL’APPROFONDIMENTO DELLE “VERE” DOCUMENTAZIONI STORICHE, ARCHEOLOGICHE E SCIENTIFICHE – SEMPRE LEGGIBILI ALL’INDIRIZZO INTERNET www.lavocecattolica.it/santacasa.htm -, NON CESSERA’ QUESTA DENUNCIA PUBBLICA, RICHIAMANDO E RIMPROVERANDO CON LA MASSIMA SEVERITA’ LE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE RESPONSABILI PERCHE’ ADEMPIANO AI LORO GRAVI DOVERI: E CIO’ FINCHE’ QUESTI NON SARANNO ADEMPIUTI E RICORDANDO LORO LE SEVERE PAROLE DI SAN PAOLO:Tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male (2^Cor.5,10), SAPENDO CHE DIO SENZA RIGUARDI PERSONALI GIUDICA CIASCUNO SECONDO LE SUE OPERE” (1^Pt.1,17).

LA COSCIENZA CHE NON SI LASCIA ILLUMINARE DALLA VERITA’

E’ UNA COSCIENZA FALSA

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

E LA SALVEZZA ETERNA DELLE ANIME

… e si smetta di chiamarle “LE SANTE PIETRE”!!!

A LORETO C’E’ LA SANTA CASA integra di nazareth!!!...

Prof. Giorgio Nicolini

 

Ho pensato che questi angeli possono volare

perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto

(Benedetto XVI: Roma, 5 marzo 2007, a conclusione degli Esercizi Spirituali)

 

L’AGORA’ DEI GIOVANI

E LA TESTIMONIANZA DELLA VERITA’

 

COME SI POTRA’ DARE AI GIOVANI CHE ARRIVERANNO A LORETO L’1-2 SETTEMBRE 2007

UNA TESTIMONIANZA DI VERITA’, E DELLA VERITA’ DELL’INCARNAZIONE,

MANTENENDO NELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA I LIBRI E GLI SCRITTI PIENI DI MENZOGNE

DEL PADRE GIUSEPPE SANTARELLI (Direttore della CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA) E DI ALTRI AUTORI

E IL MANTENIMENTO DI UN VESCOVO CHE NE APPOGGIA LE MENZOGNE, APPROVANDONE DI NUOVE,

E AVENDO COMPIUTO ANCHE AZIONI IMMORALI E ILLEGALI CONTRO IL PROF. NICOLINI,

AL QUALE NEGA OGNI COLLOQUIO

E IMPEDENDOGLI IN OGNI MODO DI FAR CONOSCERE LA VERITA’ INSEGNATA DALLA CHIESA CATTOLICA?...

PERCHE’ TANTA OSTINAZIONE NELLA MENZOGNA?...

FORSE LA RISPOSTA SI TROVA NEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI  (Atti 19,24-41)?...

 

 

LA STOLTEZZA DELL’ABBANDONO DELLA “VERITA’” DELLA SANTA CASA E DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI

LE GRAVI CONSEGUENZE DELL’APOSTASIA LAURETANA

L’OFFUSCAMENTO E L’OCCULTAMENTO DELLA VERITA’ DELL’INCARNAZIONE

NELLA CULTURA E NELLA SOCIETA’ OCCIDENTALE SEMPRE PIU’ MULTIETNICA E MULTIRELIGIOSA

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

 

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):

 

RECITIAMO QUESTA NUOVA “VIA CRUCIS” IN RIPARAZIONE DELLA DISSACRAZIONE AVVENUTA DELLA STORIA E DEL CULTO DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO E PER IL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELL’AUTENTICITA’ DELLA PRESENZA A LORETO DELLA “SANTA CASA” E DELL’AUTENTICITA’ DELLE SUE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”.

 

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

LA VIA CRUCIS DEL BEATO PIETRO VIGNE

Libero adattamento composto dal Prof. Giorgio Nicolini sui testi del Beato Pietro Vigne

Meditazioni per ogni giorno del mese, nelle quali si troveranno molteplici motivi assai convincenti per amare Dio, bellissimi esempi di tutte le virtù, ragioni convincenti che ci spingono ad impegnarci in esse, mezzi per acquistarle e infine molti modi, facili ed utili, di metterle in pratica.

 

 

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

 

In nome di Gesù Cristo, ti preghiamo, Padre, di concederci

- il dono del timore che ci impedisca di offenderti;

- il dono della pietà che ci permetta di amarti come Padre nostro;

- il dono della scienza che ci aiuti ad elevarci dalle cose visibili a quelle invisibili, a te che ne sei il Creatore;

- il dono del consiglio per non fare nulla senza prima conoscere la tua Volontà;

- il dono della fortezza per resistere alle tentazioni che si oppongono alla nostra salvezza;

- il dono dell’intelletto per essere illuminati sui misteri che tu ci proponi;

- il dono della sapienza che ci faccia comprendere e gustare ciò che è divino e ci faccia porre le nostre delizie nel tuo amore sino alla fine dei nostri giorni.

 

STAZIONE XXI

GESU’ INCONTRA LA SUA SANTA MADRE

MENTRE PORTA LA CROCE AL CALVARIO

 

PREGHIERA

O Gesù, tu sei l’esempio e il sostegno di ogni virtù! Nel vedere la tua carissima Madre immersa in un mare di dolori quando vive il tuo proposito di andare a morire sul Calvario, non volesti tuttavia desistere dal portarvi la tua croce, di recarti in quel luogo di sofferenze in cui avresti affrontato i più vivi e strazianti dolori, in cui avresti dato la vita giungendo al culmine dell’amore di cui ardevi per le anime. Concedici la grazia di non lasciarci distogliere né da amici, né da parenti dalla via della penitenza e neppure dall’abbracciare quello stato al quale Dio ci chiama in contrasto con la loro volontà; essi sono spesso i più ostinati nemici nel cammino della nostra salvezza, ben diversi in ciò dalla tua santa Madre, la quale, nonostante il dolore immenso che le causava la vista delle tue sofferenze, volle a tuo esempio, sottomettersi completamente alla Volontà di Dio.

MEDITAZIONI

            Gesù, sapendo essere Volontà del Padre il suo viaggio al Calvario sotto il peso della Croce, non si distoglie dal suo proposito, pur sapendo che la sua santa Madre ne avrebbe ricevuto dolore.

            La Vergine Santa riconosce che lo stesso Padre vuole che il Figlio suo sia condotto in questo triste modo verso il supplizio più vergognoso, e non vi si oppone: unendosi alle sante intenzioni del suo caro Figlio Gesù, Ella fa sacrificio a Dio di tutte le consolazioni che avrebbe potuto ricevere restando più a lungo con lui e di tutta la tenerezza, naturale in lei, soprattutto riguardo a un tal Figlio infinitamente meritevole. (…)

            Ed ecco, invece, o Signore, la triste condizione in cui ci troviamo: nostro padre e nostra madre dovrebbero obbligarci ad obbedirti, a preferire la tua Volontà alla loro; (…)  vediamo invece questi sventurati esigere da noi completa sottomissione alla loro volontà a detrimento di quella dovuta alla tua. Essi continuano a ripetere: bisogna obbedire al padre e alla madre; quanto è raro, o Signore, che essi aggiungano a questo comandamento quello che è infinitamente più importante: “figlio mio, bisogna obbedire a Dio prima che a noi, poiché noi tutti non siamo altro che piccole nullità nei suoi confronti”.

            Se dunque Dio vi ispira di seguire un determinato stato di vita, dopo aver esaminato se si tratta della sua Santa Volontà, e avuta la conferma di santi Direttori Spirituali, se voi da qualche tempo ne sentite l’attrazione in cuore, non avendo altra intenzione che piacere a questo Re eccelso e nostro celeste Padre, bisogna obbedire a lui a preferenza dei vostri parenti e amici.

            Ma chi ascolta, o Signore, un tale linguaggio? Parlano mai i genitori in tal senso? Ahimé, Signore, quanto è raro! Non appena un ragazzo manifesta il desiderio di lasciare la famiglia per donarsi totalmente a te, trova sempre i più ostinati e pericolosi nemici nei suoi. Per questo tu ci ammonisci che bisogna oltrepassare i loro dannosi comandi, una volta accertato che siano contrari ai tuoi, e che si debbono detestare perfino coloro che per natura siamo obbligati ad amare quando ci impedissero di essere tuoi discepoli: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Lc.14,26).

            Tuttavia questo orrore e questo odio non deve rivolgersi alla loro persona, ma alla loro funesta volontà della quale non si deve tener conto, come dicono i Santi, e alla quale invece bisogna opporsi al momento soltanto in cui cercano di distoglierci dal divino beneplacito. (…)

            E’ questo altresì l’esempio che tu ci hai dato, o Gesù, poiché ogni volta che eseguendo la Volontà del Padre tuo compivi qualche fatto esteriormente strepitoso, ne parlavi poi alla Madre tua in modo da mostrare ai posteri che i desideri dei parenti secondo la carne debbono annullarsi di fronte agli ordini del gran Sovrano dell’Universo: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc.2,49).

INVOCAZIONI

          Quale magnifico esempio ci dai ancora, o Signore, nella persona della tua santa Madre, al fine di renderci pazienti e conformi alla tua santa Volontà quando rinunciamo alla compagnia dei nostri parenti e amici, o quando vogliamo separarci da essi per meglio servirti in un diverso stato di vita che il buon senso e non il capriccio ci ha fatto scegliere.

          L’incomparabile Vergine ti vede salire al Calvario oppresso da mille dolori: ogni colpo che ti viene inferto, si ripercuote sul suo cuore. Ella sa benissimo che tu hai già soddisfatto abbondantemente in riparazione delle colpe del genere umano e che pertanto tutte le altre tue sofferenze sono super-erogatorie e segno soltanto del tuo infinito amore.

          Ella rimane tuttavia perfettamente sottomessa alla tua Volontà: vuole solo quello che tu vuoi, sacrifica ogni suo interesse personale all’amore del suo Dio e lo testimonia con l’annullamento della sua volontà. In tal modo, né il piacere di intrattenersi con te, né la dolcezza della tua compagnia, né il vantaggio di vivere insieme a te, né il desiderio di vederti amato, onorato e temuto dai tuoi stessi nemici che ora vede tenaci nell’insultarti e nel maltrattarti, nulla di tutto ciò può indurla a chiederti di pregare risolutamente il Padre di mutare i suoi rigidi ordini a tuo riguardo.

          Al contrario, nella sua pazienza e nella sua dolcezza abituali, Ella riceve questo calice d’amaro dolore che avrebbe potuto farla morire alla vista delle tue atroci sofferenze; Ella è infinitamente contenta di dirti: tutto quello che a te piace, mio Dio, io l’accetto, sacrificando alla tua santa Volontà tutti i miei vantaggi e le mie soddisfazioni.

PROPOSITI

          Nulla al mondo è più importante per la nostra salvezza che fare la Volontà di Dio. Lo sapremo un giorno con chiarezza, quando vedremo che al di fuori di essa tutte le nostre azioni imponenti, tutte le nostre opere che ci apparivano degne della lode degli uomini, non erano altro che un fantasma, un sogno del tutto inutile a colui che vi si era intrattenuto piacevolmente mentre dormiva: “C'è una via che sembra diritta a qualcuno, ma sbocca in sentieri di morte” (Pr.14,12).

          Quand’anche fossimo stati grandi profeti e avessimo cacciato demoni dai corpi che ne erano posseduti, quando avessimo compiuto meraviglie in nome di Dio, se non avremo fatto la sua Volontà non ci sarà Paradiso per noi; Gesù stesso lo dice e lo assicura nel Vangelo (cfr. Mt.7,21-23).

            Bisogna dunque cercare con ogni diligenza ciò che Dio richiede da noi, poiché numerosi cristiani si dannano per non aver agito con consiglio e senza passioni. (…) Quanti digiuni, quante sante Comunioni, quante segrete elemosine si dovrebbero fare quando si tratta di scegliere uno stato di vita o intraprendere affari decisivi per la nostra Salvezza Eterna!

            Bisognerebbe anche consultare dei confessori disinteressati, che siano al  tempo stesso colti e pii, prudenti e ripieni di Spirito di Dio; dovremmo impegnarci a conseguire la nostra Salvezza con quella cura che si pone per evitare una malattia mortale o vincere una  causa da cui dipendano i nostri beni, il nostro onore, la nostra stessa vita. Dopo aver tenuto conto di questi consigli, bisognerebbe ancora esaminare se stessi per conoscere le attrattive, le  inclinazioni più sante e più costanti del nostro cuore, e, dopo aver fatto una buona Confessione, considerare in quei momenti di raccoglimento se le nostre intenzioni sono pure, se cerchiamo di piacere a Dio piuttosto che al mondo, se vogliamo intraprendere lo stato di vita al quale ci sentiamo inclinati unicamente per meglio lodare Dio, per meglio adempiere la sua santa Volontà e raggiungere la nostra Salvezza.

            Se le  intenzioni sono disinteressate e non dettate dal desiderio di maggiori beni e comodità o di conseguirvi più grandi onori, ma mire nobili e sante sono i moventi dei nostri disegni, bisogna assolutamente rimanere saldi senza lasciarci scuotere da nessuno, neppure da nostro padre, ma andare prontamente e coraggiosamente e in grande segreto nei luoghi in cui  Dio ci chiama. Dice infatti Sant’Ambrogio: “La grazia dello Spirito Santo non ammette ritardi o rinvii; se non si segue subito la stella che conduce a Cristo, c'è il rischio di perdersi per sempre”.

              Quanto saremo felici se potessimo seguire sempre la via che ci  indica la grazia di Dio!

            E' certo che Dio non ci abbandonerà mai  soprattutto quando nei pericoli, nelle tentazioni o in altre traversie della vita ricorreremo a Lui; potremo dirgli infatti con ragione: sei  tu, mio Dio, che mi hai voluto in questa vocazione, sei tu che mi hai fatto intraprendere questa professione, questo mestiere, questo genere di vita; prima di entrarvi, io ti ho consultato e l'ho abbracciato unicamente per compiacerti e lavorare più efficacemente alla salvezza dell'anima mia, detestando il peccato; o Signore, non abbandonarmi, dunque, nelle mie necessità, salvami o Dio perché mi sono gettato in questo mare soltanto per giungere a te!

 

Dalla Lettera di San Paolo ai Romani (12,1-2)

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

 

GIOVANNI PAOLO II

(Roma, sabato 8 dicembre 2001)

NUBI OSCURE SI ADDENSANO ALL’ORIZZONTE DEL MONDO

Nubi oscure si addensano all’orizzonte del mondo. L’umanità, che ha salutato con speranza l’aurora del terzo millennio, sente ora incombere su di sé la minaccia di nuovi, sconvolgenti conflitti. E’ a rischio la pace nel mondo.

 

Nuova Iork, Le Torri Gemelle, 11 settembre 2001

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc.13,1-5).

 

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! Non disprezzare! Accogli la nostra umile fiducia e il nostro affidamento! Oh, quanto ci fa male tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione! Quanto ci fa male che l’invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell’accoglienza, come doveva! Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col.1,24). Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’Eterno Amore! Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr. Gv.2,5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo. (Giovanni Paolo II, dall’Atto di Affidamento e Consacrazione alla Vergine, a Fatima, il 13 maggio 1982)

 

Gesù a Santa Faustina Kowalska

“Desidero che i miei Sacerdoti annunzino questa mia grande misericordia per le anime peccatrici. Il peccatore non tema di avvicinarsi a Me. Anche se l’anima fosse come un cadavere in piena putrefazione, se umanamente non ci fosse più rimedio, non è così davanti a Dio. Le fiamme della misericordia mi consumano, desidero effonderla sulle anime degli uomini. Io sono tutto amore e misericordia. Un’anima che ha fiducia in Me è felice, perché Io stesso mi prendo cura di lei. Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abiezione, mai esaurirà la mia misericordia, poiché più vi si attinge più aumenta. Figlia mia, non cessare di annunziare la mia misericordia, facendo questo darai refrigerio al mio Cuore consumato da fiamme di compassione per i peccatori. Quanto dolorosamente mi ferisce la mancanza di fiducia nella mia bontà! Per punire ho tutta l’eternità, adesso invece prolungo il tempo della misericordia per loro. Anche se i suoi peccati fossero neri come la notte, rivolgendosi alla mia misericordia, il peccatore mi glorifica e onora la mia Passione. Nell’ora della sua morte Io lo difenderò come la stessa mia gloria. Quando un’anima esalta la mia bontà, Satana trema davanti ad essa e fugge fin nel profondo dell’inferno. Il mio cuore soffre perché anche le anime consacrate ignorano la mia Misericordia e mi trattano con diffidenza. Quanto mi feriscono! Se non credete alle Mie parole, credete almeno alle Mie piaghe!”

 

ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE, ECCO ORA IL GIORNO DELLA SALVEZZA

E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2^Cor.6,1-2)

Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me;  per questo mi ha consacrato con l'unzione,  e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,  per proclamare ai prigionieri la liberazione  e ai ciechi la vista;  per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. (Lc.4,16-19)

LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

UN ANNO DI GRAZIA LAURETANO

Venerdì, 8 settembre 2006 – Sabato, 8 settembre 2007

PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della Divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen.

 

AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI UN UMILE CONSIGLIO

PER DARE MAGGIORE RISONANZA AL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELLE TRASLAZIONI MIRACOLOSE

UN PELLEGRINAGGIO PAPALE

SUI LUOGHI DELLE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI” STORICAMENTE DOCUMENTATE

* A TERSATTO ove rimase per circa 3 anni e mezzo (10.5.1291-10.12.1294)

* Ad ANCONA (loc. POSATORA), ove rimase per nove mesi (nel 1295).

* Nella Selva della signora LORETA (Loc. BANDERUOLA), ove rimase per circa 8 mesi (dalla fine del 1295).

* Sul campo dei due fratelli di nome Antici, ove rimase per circa 4 mesi, dal 10 agosto 1296(presso il Palazzo Apostolico Lauretano).

* Sulla pubblica strada, cioè nel SANTUARIO LAURETANO ove ancor ora si trova, forse dal 2 dicembre 1296.

 

Ho pensato che questi angeli possono volare

perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto

(Benedetto XVI: Roma, 5 marzo 2007, a conclusione degli Esercizi Spirituali)

 

LEONE XIII

(Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose.

 

GIOVANNI PAOLO II AI GIOVANI

Viviamo tempi di rapidi e profondi mutamenti. Ci si chiede spesso, guardando con apprensione gli eventi. “Dove andare?” e “Con chi andare?”. Serpeggia in diversi vostri coetanei la paura dell’ignoto e dell’avvenire. Si è tentati di cedere, di adagiarsi nel dubbio e nello scoraggiamento, quasi stanchi di vivere e di continuare a lottare per la verità e per il bene. Alzati!”. Ecco il primo fermo invito del Signore… “Alzati!”, ripete Gesù suscitando in chi l’ascolta una meravigliosa forza spirituale. Giovani che mi ascoltate, sì, egli vi invita a mettervi in piedi… Perché? Che cosa significa “alzarsi”? Significa, prima di tutto, uscire dal guscio di una condizione che tiene bloccati, per acquisire la piena misura dell’essere uomini e donne, secondo il progetto divino. Significa reagire alla tentazione di chiudersi nella logica del proprio tornaconto personale, che conduce sempre più lontano dalla vera identità, sino a rendere la persona irriconoscibile, dimentica completamente del “nome”. Di quale nome? Il nome che portiamo tutti, che porta ciascuno di noi: figlio di Dio. Questo nome è profondamente scolpito nei nostri cuori; è scolpito da Gesù attraverso tutto il suo Vangelo, il suo essere con noi attraverso le sue opere e le sue parole e soprattutto attraverso la sua Croce e la sua Risurrezione. Quel nome: figlio di Dio, figli e figlie di Dio. Alzarsi vuol dire mettersi in cammino, un cammino di ricerca e di liberazione, di lotta al proprio egoismo e di apertura ai fratelli. Tutti possono compiere quest’itinerario di conversione e di rinnovamento. Esso si attua innanzitutto nel fondo della coscienza di ognuno. Come racconta San Luca, nella stupenda parabola del Padre misericordioso, il figlio prodigo “rientrò in se stesso e disse: … Mi alzerò…” (Lc.15,17-18). Ogni credente è chiamato a percorrere questo stesso sentiero: alzarsi in se stesso, interiormente, alzarsi dal peccato, alzarsi dall’egoismo, alzarsi dagli errori e dirigersi senza indugio verso Dio e verso il prossimo.

Carissimi giovani,… l’Italia, il mondo intero hanno bisogno di una rinnovata giovinezza dello spirito; hanno bisogno di una umanità giovane nel cuore e nelle intenzioni. Ecco, voi giovani siete una realtà emblematica, perché questo alzarsi palpita nei vostri cuori. Voi dovete essere questa nuova umanità, ricca di promesse e di speranze. Vi chiederete: Come può avvenire questo? Colui che dice “Alzatevi!” non vi dà solo un comando. Egli stesso – possiamo dire – vi prende per mano, vi sta vicino, cammina insieme con voi, fa tutta la strada con voi, dà se stesso per i fratelli, fino alla fine. Non si limita a dare un comando. No, no. Prende per mano. Che cosa è il Vangelo, che cosa è la Croce: è questo prendere per mano ciascuno di noi… Prendere per mano efficacemente, non soltanto comandare. Dare la possibilità, donare se stesso. Donando se stesso dare la forza all’uomo peccatore, all’uomo debole, all’uomo che sempre ha bisogno di conversione…. Ecco la prospettiva dell’edificazione di un’altra civiltà, di una nuova civiltà: la civiltà dell’amore. Siamo qui per dare una realtà, iniziale ma oggettiva, a questo grande progetto della civiltà dell’amore. Questa è la civiltà di Gesù, questa è la civiltà della Chiesa, questa è la civiltà cristiana vera, questa è la vostra civiltà. Voi aspirate a questa civiltà, non ad un’altra: la civiltà dell’amore.

(Giovanni Paolo II, discorso ai giovani)  

 

Si tratta di lavorare e collaborare perché sulla terra, che la Provvidenza ha destinato ad essere l'abitazione degli uomini, la casa di famiglia, simbolo dell'unità e dell'amore, vinca tutto ciò che minaccia questa unità e l'amore tra gli uomini... Perché questa casa familiare diventi l'espressione delle aspirazioni degli uomini, dei popoli, delle nazioni, dell'umanità, malgrado tutto ciò che le è contrario... la casa della propria cultura, della propria storia; la casa di tutti e la casa di ciascuno... Poiché nella nostra difficile epoca, ed anche nei tempi che vengono, può salvare l'uomo soltanto il vero grande AMORE! Senza amore, senza il vero grande Amore, non c'è la casa per l'uomo sulla terra... O madre della Casa Nazaretana, questo mio e nostro pellegrinaggio, che è una grande comune PREGHIERA PER LA CASA dell'uomo della nostra epoca: per la casa, che prepara i figli di tutta la terra all'ETERNA CASA DEL PADRE NEL CIELO. Ecco l'ispirazione che trovo qui, a Loreto.

Giovanni Paolo II - Loreto, 8 settembre 1979

 

IL SOGNO DELL’OTTAVA CHIESA

Dalla "Lettera alla Chiesa di Dio che è in Ancona e Osimo" di Mons. Edoardo Menichelli

NON HO SMARRITO LA DIMENSIONE DEL SOGNO

            Siamo tutti immersi dentro una sovrabbondanza di “parole ecclesiali” che non sempre riescono a fare sintesi tra i piani di Dio e le risposte umane perché frequentemente impastate di estetismi verbali e tecnicismi progettuali da... marketing aziendale. Il Signore ci restituisca la capacità di... sognare, di nutrirci di passioni ideali, di soffrire l’inquietudine dello scarto tra i suoi disegni e le nostre realizzazioni.

            Vi confesso che non ho mai smarrito la dimensione del sogno, che in definitiva è la dimensione che non ci appiattisce nell’abitudine, nella “routine”, nella ripetitività, nella pigrizia, nelle stanchezze psicologiche, nei comodi rifugi mentali.

            In questa chiave ho riletto l’Apocalisse e le lettere alle sette Chiese. L’apostolo Giovanni in ogni Chiesa rileva peccati, incongruenze, omissioni, disaffezioni, cadute etiche. In sintesi: apostoli “finti”, rarefazione del primo amore, paura delle prove e delle tribolazioni, tradimenti della Parola, cedimenti agli “idoli”, mancanza di vigore nell’annuncio, rivoltante tiepidezza, smisurati orgogli.

            Pur sapendo che l’itinerario di ogni credente e di ogni Chiesa, è sempre in bilico tra fedeltà e infedeltà, e non ipotizzando ingenui e disincarnati “angelismi”, sogno la mia e nostra Arcidiocesi di Ancona come... l’Ottava Chiesa, quella che Dio stesso sogna. (...).

            Vi chiedo di condividere questo mio sogno affinché diventi un sogno robusto alimentato dalle energie e dall’impegno di tutti e da tutti partecipato. E nessuno dica: “Io non c’entro”, magari “nascosto” o “consolato” dentro la buca confortevole delle proprie personali, parziali e gratificanti visioni. Riprendere lo stupore di essere servi e figli della Chiesa sposa amata da Cristo Signore.

dalla "Lettera alla Chiesa di Dio che è in Ancona e Osimo"

+ Mons. Edoardo Menichelli

Cfr. Internet: www.operadellavita.it/sogno.htm

 

UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE

www.lavocecattolica.it/unavoce.htm

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.        Prof. Giorgio Nicolini   -   giorgio.nicolini@poste.it

 

RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”

“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).

 “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,

non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”

(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc.1,26-38)

 

Ho pensato che questi angeli possono volare

perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto

(Benedetto XVI: Roma, 5 marzo 2007, a conclusione degli Esercizi Spirituali)

 

 L’APOSTASIA LAURETANA

 

La corrispondenza con il Vescovo di Loreto è leggibile all'indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/corrispondenze.vescovo.loreto.htm

 

Il 28 marzo 2006 l’Agenzia Internazionale ZENIT ha pubblicato una intervista al Prof. Giorgio Nicolini con gli ultimi aggiornamenti sugli studi riguardo alla “verità” delle  “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth.

Leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/intervista.zenit.htm

 

 

LA PROPOSTA DI UN PELLEGRINAGGIO INTERNAZIONALE

A CONFERMA “POPOLARE” DELLA TRASLAZIONE MIRACOLOSA

(con autorizzazione alla pubblicazione)

 

----- Original Message -----

From: stefanogizzi@alice.it

To: Giorgio Nicolini

Sent: Tuesday, March 06, 2007 10:45 AM

Subject: DA STEFANO GIZZI CONGRATULAZIONI

 

Chiarissimo Prof. Nicolini,

         non ho parole per ringraziarLa e lodarLa per la straordinaria opera missionaria in favore della Santa Casa di Loreto.

         Sarebbe necessario che la Sua preziosissima opera in favore di Maria Santissima e quindi della Verità, venisse coronata da un grande Pellegrinaggio Internazionale (specifico sulla conferma di quanto Lei asserisce) a conferma, con la fede e la devozione viva dei fedeli cristiani del mondo intero, della miracolosa traslazione della Santa Casa in Loreto.

         Tutti gli Ordini Religiosi più vicini alla Tradizione e le Associazioni veramente Cattoliche dovrebbero aderire all'iniziativa.

         Cosa ne pensa?

Avv. Stefano Gizzi, Ceccano (Fr)

 

Ho pensato che questi angeli possono volare

perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto

(Benedetto XVI: Roma, 5 marzo 2007, a conclusione degli Esercizi Spirituali)

 

 

LETTERA APERTA A SUA ECC.ZA MONS. ANGELO BAGNASCO,

PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

 

A Sua Eccellenza

Mons. Angelo Bagnasco

Arcivescovo di Genova

Sua Eccellenza,

            accetti l'augurio di servire fedelmente il Signore in questa nuova missione - che le è stata affidata dall'amato Pontefice - di direzione della Conferenza Episcopale Italiana. Le scriviamo per indicarle in particolare alcune nostre perplessità in merito all'utilizzo di risorse economiche nei cosiddetti media cattolici.

            Siamo tutti consapevoli che declinare la Verità del Vangelo e la Signorìa di Gesù Cristo Risorto nella proposta editoriale contemporanea non è certamente impresa semplice. I ritmi frenetici della comunicazione e l'evolversi perentorio della tecnologia stordiscono gli operatori cattolici della comunicazione sociale, a cui peraltro spesso sfugge il senso di quella universalità tipica dell'essere cattolico. Nel paradosso, la globalizzazione ha prodotto una ben più marcata frantumazione della capacità di discernimento dei comunicatori sociali, investiti da valanghe e da cascate di informazioni acritiche e strumentali alle molteplici propagande politiche ed esistenziali che abbondano senza limite. Persino la più minuscola azienda si è ormai dotata di un ufficio stampa i cui addetti si curano di "propagandare" la bontà dei suoi prodotti e della sua immagine.

            Ebbene, nel mercato generale della comunicazione, tra i mentitori e i venditori, tra gli avventurieri e i simulatori, vi siamo anche noi, i comunicatori sociali cattolici, testimoni contemporanei laici del Cristo Risorto.

            Non è facile muoversi nella comunicazione sociale: lo scoraggiamento è sempre dietro l'angolo per il fatto che il comunicatore cattolico, se coerente al Vangelo e al Magistero della Chiesa, è politicamente scorretto, ovvero non parteggia per l'una o l'altra fazione politica ed ideologica, aderisce bensì ad una verità superiore, all'unica Verità, e intercala questa nel quotidiano. E così capita di ricevere critiche e persino persecuzioni morali e fisiche a causa del coerente impegno sul campo di battaglia dove esercitare la carità intellettuale di distribuzione a più persone possibili della rivelazione del Verbo fattosi carne.

            Gli intellettuali e i comunicatori cattolici sono chiamati a tradurre in cultura il sentimento religioso e “inculturare” cristianamente la società, a spianare quindi le vie della mente e del cuore alla Rivelazione. Ma al contrario del sacerdote, il laico cattolico vive su sé il peso di una mondanità che con i suoi canali valutativi opera una riduzione della sua immagine, della sua competenza tecnica ed intellettuale, della capacità di sintesi e di intrattenimento. Insomma per il mondo, essere cattolico significa già in sé per sé essere inadeguato alla promozione del peccato e dell'idolatria e quindi inadatto alla comunicazione sociale. La declinazione della Verità di Cristo nei contesti mediatici mondani è pertanto impossibile e il cattolico capace di discernere sa bene ciò e non se ne cura. Dove invece brucia la ferita è nei media cattolici.

            Oggi è difficile rappresentare la dimensione esistenziale cattolica anche nei media cattolici, ovvero presso quei media promossi, finanziati e controllati dalle gerarchie ecclesiali. In molti di questi media, infatti, abbiamo assistito negli ultimi anni ad una volgarizzazione della proposta editoriale a cui corrisponde un'incapacità oggettiva di esprimere alcunché di cattolico. Per cui succede, ad esempio, di sintonizzarsi su un canale cattolico ed assistere e ascoltare l'esibizione di un noto satanista che nelle sue canzoni bestemmia. Purtroppo nei media cattolici sono molte le persone incompetenti e inadeguate per quanto riguarda il discernimento di cosa è giusto - e cosa non lo è - diffondere; a questi operatori manca la formazione umana, spirituale, tecnica e professionale che i vertici hanno omesso e stanno omettendo di dare. E' altresì da tenere in considerazione l'ineliminabile cattiveria che anima alcune persone e che nostro malgrado occupano posizioni di dominio della proposta culturale cattolica finanziata dalla Chiesa italiana.

            In conclusione, auspico che la sua direzione della CEI, sulla scia del suo predecessore nostra amata Eccellenza Card. Camillo Ruini, purifichi i media cattolici dalle nefaste influenze del Maligno che con la scusa del volere intrattenere e divertire con grossi ascolti e consensi ha di fatto trasformato la grande esperienza della comunicazione sociale cattolica in uno sterminato, noioso, inconcludente e confuso puzzle di lampadine fulminate chiamate a fare luce e oggi tragicamente strumentali al buio.

            Le auguro di non tradire mai Gesù. La ricorderemo in preghiera. Con devozione e con grazia.

Associazione Culturale On the Air (www.ascoltalaradio.it )

 

  

VISITA IL NUOVO SITO TELEVISIVO

www.telemaria.it

 

LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA

PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”

Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                       (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

                               

PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

 

            Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.

            Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.

            Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.

            Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.

            Amen.

 

         ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”

PER LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA

E PER L’ESERCIZIO DELLA CARITA’

Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto

  Sede: PARMA - Via Verdi, n.3 – Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332 - Cell. 340.7190085 - Cell. 338.8702045

  Sedi Distaccate: ANCONA - Via Maggini, 230 – Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332

                         FIRENZE - Via Vecchia Bolognese, 321 – Tel./Facs. 055.400707 – Cell. 349.2101400

Posta Elettronica: lucedicristo@lavocecattolica.it  –  Sito Internet: www.lavocecattolica.it

Codice Fiscale 92139970344 – Conto Corrente Postale 78026101

 

LA CHIESA E' UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA

LE FINALITA' DELL'ASSOCIAZIONE "LUCE DI CRISTO"

LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA E L'ESERCIZIO DELLA CARITA'

LETTURA LITURGICA E PROGRAMMATICA DELL'ASSOCIAZIONE (del 28 dicembre 2006, Santi Innocenti)

Dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo (1^Gv.1,5-10;2,1-2)

Carissimi, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: DIO E' LUCE e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

        Gesù Cristo ha detto: "IO SONO LA LUCE DEL MONDO; CHI SEGUE ME, NON CAMMINERA' NELLE TENEBRE, MA AVRA' LA LUCE DELLA VITA" (Gv.8,12). Su queste parole del Vangelo è nata l’Associazione denominata “LUCE DI CRISTO”. L’Associazione non ha fini di lucro, è libera, indipendente, apolitica, ed ha lo scopo di perseguire finalità di solidarietà sociale verso i bambini non nati, l’infanzia abbandonata, gli anziani e chiunque versi in stato di disagio, di povertà e di bisogno. Per la realizzazione dei propri scopi sociali l’Associazione si avvale di ogni strumento legittimo e lecito e si propone, in particolare, di procedere ad adozioni a distanza, di prestare assistenza presso i centri infantili e per anziani, di acquistare generi di prima necessità, indumenti, e tutto quanto, secondo la necessità del momento, occorra a soddisfare le esigenze di chi si trovi in stato di bisogno. Inoltre l’Associazione si propone lo scopo di organizzare, partecipare e intervenire in qualsiasi evento pubblico (culturale, politico, storico, artistico e religioso) ai fini della difesa, divulgazione e sensibilizzazione sui temi della Carità e della Fede e Morale Cristiana (cfr. 1^Cor,13,1-3; Gc.2,14-26).

        Nella prospettiva del profetizzato “trionfo del Cuore Immacolato di Maria”, l’Associazione "Luce di Cristo" è nata ed è stata posta sotto il patrocinio dell’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto, con cui - quale “reliquia miracolosa” e “luogo dell’Incarnazione” - la Vergine Maria ha operato nei due millenni passati la propagazione e la difesa della cristianità: prima in Oriente, da Nazareth, e poi in Occidente, da Loreto.

        L'Associazione intende unire, con un'unica azione comune, singole persone e anche associazioni già costituite, che sentono la necessità di rispondere all’appello del Santo Padre per una “nuova evangelizzazione” dell’Europa, al fine di ripristinarne le Radici Cristiane. Infatti solo stando uniti possono sperarsi frutti molto più abbondanti che non se i singoli operassero separatamente.

        Qualcuno, al solo ascoltare l'espressione «difesa della Fede», potrebbe sentire una specie di ripulsa, pensando di tornare ai tempi passati, fatti talvolta di lotte religiose. Non si tratta di questo: si tratta semplicemente di essere realisti. Se ci sono uomini e gruppi che sistematicamente, con mezzi molto potenti, attaccano la Fede e la Morale Cristiana, in pubblico e in privato, cercando di sradicarle dal cuore della gente, è logico e doveroso che un vero cristiano debba adoperarsi per difenderle e per diffonderle, così come ci ha insegnato Gesù: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt.5,14-15).

        Se Cristo oggi ci domandasse, come all’Apostolo Pietro: “Mi ami tu?” (Gv.21,15), voi cosa rispondereste?... Perciò, se il vostro cuore batte con quello di Cristo e le vostre convinzioni corrispondono alle nostre, UNIAMOCI, per diventare UNA VOCE FORTE nel difendere le nostre Radici Cristiane e tornare a diffondere la nostra Fede, intervenendo con convinzione in qualsiasi evento pubblico e privato, usando doverosamente, a tale scopo, tutti i mezzi possibili, legittimi e leciti. In tale modo si offrirà al nostro Salvatore Gesù Cristo un contributo, anche se piccolo e umile, per il perseguimento della Salvezza Eterna delle anime di tanti uomini.

        Perciò dopo aver letto questo messaggio di presentazione, se vorrete comunicare con l’Associazione “LUCE DI CRISTO” per associarvi, od avere ulteriori chiarimenti, contattateci al numero 071.83552 o al cellulare 339.6424332 o 340.7190085 o 338.8702045. Facsimile dell’Associazione è il numero 071.83552; la Posta Elettronica è: lucedicristo@lavocecattolica.it  Il Conto Corrente Postale per le offerte e l’adesione all’Associazione è il n°78026101. Ogni altra informazione utile per aderire all’Associazione la trovi nel Sito Internet www.lavocecattolica.it o all'indirizzo diretto www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm

 

LA CHIESA E' UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA

(Catechismo Chiesa Cattolica, n.811-870.)

La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,

e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine (1^Cor.13,4-8)

LUCE E GRAZIA CONCEDI, O SIGNORE, A QUANTI PER CERCARE TE VERRANNO A NOI

PER INFORMAZIONI E ADESIONI ALL'ASSOCIAZIONE "LUCE DI CRISTO"

Codice Fiscale 92139970344 - Conto Corrente Postale n°78026101

* Sede di PARMA: Via Verdi, 3 - 43100 PARMA - Cell. 340.7190085 (Tatiana) - Cell. 338.8702045 (Fiorenzo)         

* Sede di ANCONA: Via Maggini, 230 - 60127 ANCONA  - (Prof. Giorgio Nicolini) - Tel./Facs. 071.83552 - Cell. 339.6424332

* Sede di FIRENZE: Via Vecchia Bolognese, 321 - 50010 FIRENZE  - (Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo) - Tel./Facs. 055.400707

 www.lavocecattolica.it

 

Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro

La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male… Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. … Allora Noè edificò un altare al Signore … e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno» (Gen.6,5.12; 8,20-22).

www.operadellavita.it

LA VITA CONTRO L’ANTI-VITA

OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’

(Benedetto XVI)

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

 

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 febbraio 2007, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

Cari figli, aprite il vostro cuore alla misericordia di Dio in questo tempo quaresimale. Il Padre celeste desidera liberare dalla schiavitù del peccato ciascuno di voi. Perciò, figlioli, fate buon uso di questo tempo e attraverso l’incontro con Dio nella confessione lasciate il peccato e decidetevi per la santità. Fate questo per amore di Gesù che ha redento tutti voi con il suo Sangue, affinché siate felici e in pace. Non dimenticate, figlioli: la vostra libertà è la vostra debolezza, perciò seguite i miei messaggi con serietà. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

 (La Regina della Pace a Mediugorie, 25 febbraio 2007)

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

SANTA GIANNA BERETTA MOLLA

Come conservare la purezza?

Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.

La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...

La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.

È libero colui che è capace di resistere, di lottare.

 

PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA

LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI

www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm

www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE

E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

 

NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti

(Martin Luther King)

 

SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI

AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET

Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)

 

Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet

www.lavocecattolica.it

www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm

www.lavocecattolica.it/lettera23marzo2007.htm

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

Nazareth-loreto-lourdes-fatima-mediugorie

Nella Santa Casa di Nazareth Maria è stata concepita “Immacolata” nel grembo di Sant’Anna e Dio, per preservare dalla distruzione quella Casa benedetta, l’ha fatta trasportare miracolosamente in “vari luoghi”, da Nazareth a Tersatto e sino a Loreto. A Lourdes Maria ha “confermato” di essere l’Immacolata Concezione, avvenuta nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. A Fatima Maria ha chiesto la consacrazione al suo Cuore “Immacolato” ed ha preannunciato il futuro trionfo del suo Cuore Immacolato. A Mediugorie Maria sta ora portando a compimento il trionfo del suo Cuore Immacolato, con di fronte a sé, collegati dall’altra parte del Mare Adriatico, Ancona-Loreto con la Santa Casa di Nazareth ove proprio il suo essere spirituale (la sua anima, il suo cuore) fu concepito “Immacolato”.

 

La Santa Casa di Loreto

è il luogo che accolse la Santa Famiglia di Nazareth

Scrisse Giovanni Paolo II: Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.

 

Se venisse un altro Giona, crederemmo? Le nostre città crederebbero? Oggi ancora, per le grandi città, per le Nìnive moderne, Dio cerca dei messaggeri della penitenza. Abbiamo il coraggio, la fede profonda, la credibilità necessarie per toccare i cuori e aprire le porte alla conversione?  Card. Joseph Ratzinger

 

«Figlio dell'uomo, io ti mando agli Israeliti, a un popolo di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri hanno peccato contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: Dice il Signore Dio. Ascoltino o non ascoltino… (Ez.2,3-5).

 

Egli da principio creò l'uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere. Se vuoi, osserverai i comandamenti; l'essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere. Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua; là dove vuoi stenderai la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la sapienza del Signore, egli è onnipotente e vede tutto. I suoi occhi su coloro che lo temono, egli conosce ogni azione degli uomini. Egli non ha comandato a nessuno di essere empio e non ha dato a nessuno il permesso di peccare (Sir.15,14-20).

 

QUESTA LETTERA INFORMATIVA TI VIENE INVIATA CON I TESTI A COLORI

QUESTE PAGINE A COLORI TUTTAVIA SI POSSONO TRASFORMARE IN MODO AUTONOMO IN UNA LETTURA IN BIANCO E NERO

LEGGI NELLA CORRISPONDENZA SOTTOSTANTE LA SEMPLICE PROCEDURA DA SEGUIRE

Gentilissimo Prof. Nicolini, ho appena letto con piacere l'allegato. Ma che fatica! E' proprio necessario formattare con tutti quei colori e sfondi il testo? Scusandomi per la franchezza, forse eccessiva, credo che una maggiore sobrietà dell'impaginazione faciliterebbe la lettura. Cordialmente saluto. Alessio.

LA RISPOSTA SULL’UTILIZZO DEI COLORI E COME TRASFORMARE TUTTI I TESTI IN BIANCO E NERO

Caro Alessio, l'utilizzo dei diversi colori nelle parole del testo hanno lo scopo di COSTRINGERE A FERMARE L'ATTENZIONE su quella parola o su quel concetto che voglio evidenziare maggiormente, anche se costa fatica a chi legge. Ma proprio quella fatica fa fissare meglio una parola od un concetto. Altrimenti chi legge scorre con superficialità e non si ferma su punti molto importanti. Ogni parola che scrivo infatti è stata "misurata" e quando la evidenzio di più e "colpisce" l'occhio (cioè, lo disturba), colpiscono in quel modo anche l'intelligenza e si fissano meglio. Certe parole vogliono anche essere "una pietra" per coloro cui sono dirette "in prima persona", e che non vogliono vedere né sentire. Si dice che in Internet le parole ingrandite hanno lo stesso significato di uno che alza il tono della voce per farsi sentire con più forza. Per questo le uso. Almeno questo è il mio intento. Tuttavia tengo in considerazione il tuo invito alla sobrietà.

Vorrei comunque ricordarti, in ogni caso, che il testo che invio è in formato "Word" perché uno lo possa liberamente trasformare.      Se tu, infatti, fai delle semplicissime variazioni in modo autonomo, puoi avere il testo nel modo che vuoi tu, totalmente in bianco e nero. Basta andare su "Modifica", fare "Seleziona tutto", poi cliccare sul pulsante destro del "mouse", facendo comparire varie voci tra cui "Carattere". Cliccando su "Carattere" e poi sui colori dei caratteri il "Nero", il testo ti diventerà in pochi attimi in bianco e nero. Così pure se vuoi togliere totalmente tutti gli sfondi, basta andare su "Formato" e togliere ogni sfondo, con un paio di manovre.

Hai ragione, basterebbe modificare il formato prima di iniziare a leggere… A volte non ci si pensa, a volte fa fatica. Grazie comunque per tutto quello che scrivi; fa piacere vedere che c'è chi si impegna oggigiorno, con i più svariati mezzi, per promuovere la fede in Dio. E fa piacere anche leggere cose che altrimenti non si conoscerebbero. Una preghiera. Alessio.

 

www.operadellavita.it

 

IL BEATO GABRIELE FERRETTI

Un santo Patrono per i Giovani che devono fare una scelta di vita

550° anniversario del santo “transito” del Beato Gabriele Ferretti, Compatrono di Ancona: 12 novembre 2006-12 novembre 2007

 

OGGETTO: Petizione popolare per far dichiarare il Beato GABRIELE FERRETTI, Compatrono di Ancona, come il “PATRONO DEI GIOVANI CHE DEVONO FARE UNA SCELTA DI VITA”.

 

Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio». Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna» (Mc.10,17-31)

 

Via Astagno 72 – ANCONA – Cell. 328.7310192

550° anniversario del santo “transito” del Beato Gabriele Ferretti

12 novembre 2006-12 novembre 2007

 

Ecc.za Rev.ma, con il presente scritto mi associo alla petizione perché il Beato GABRIELE FERRETTI, Compatrono di Ancona, venga proposto e dichiarato, nella Diocesi di Ancona, come “IL PATRONO DEI GIOVANI CHE DEVONO FARE UNA SCELTA DI VITA”, perché, contrariamente a quanto fece il giovane del Vangelo (cfr. Mc.10,17), egli lasciò le sue grandi ricchezze e seguì Gesù nella povertà e nell’umiltà, divenendo così esempio e stimolo per tutti “i giovani” che “devono fare una scelta di vita” per seguire Gesù nella rinuncia ai beni terreni, sia per una scelta di vita religiosa, che sacerdotale o matrimoniale.

Firma ……….……………………..……………………

Cognome ………………………………..……..……………………………….……………….……….……………

Nome ……………………………………..…………………..……………………..… Età  .……..…….…….……..

Indirizzo ……………………………………..………………………….…………….………….………………….…

Città …………………………………………..……….………………………………… CAP ….…………………….

Telefono ……………………………………..…………….…………………………………….……….….…………

Cellulare ……………………………………..……………….………………………………….………..…………...

Posta Elettronica …………………………..…………………….…………………………….…….……..………...

Sito Internet …………………………………..………………………………………………….……..…….……….

 

FOTOCOPIA QUESTA PETIZIONE E DIFFONDILA PERCHE’ SIA FIRMATA DA ALTRI E SPEDISCILA FIRMATA ALL’ARCIVESCOVO DI ANCONA - Mons. EDOARDO MENICHELLI - Piazza del Senato, 7 - 60121 Ancona - Tel. 071.55733 (ab.) – 071.2085820 (uff.) - Facsimile 071.2075003 - Posta Elettronica: curia@diocesi.ancona.it

 

Petizione promossa dal Sito Internet www.lavocecattolica.it Per informazioni: Tel. 071.83552 – Cell. 339.6424332 - La vita del Beato Gabriele Ferretti, denominato “L’ANGELO DI ANCONA”, è pubblicata nel Sito Internet www.lavocecattolica.it e può essere ricevuta anche nella propria Posta Elettronica, come allegato, richiedendolo all’indirizzo giorgio.nicolini@poste.it o telefonando al 071.83552 o al 339.6424332, a cui può essere richiesto anche il DVD o la videocassetta sulla vita del Beato.

 

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