Non lo sai forse? Non lo hai udito?
Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.
Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.
Egli dá forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato.
Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono;
ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile,
corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.
(Is.40,28-31)
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
«Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete» (Gv.21,6)
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE
Messaggio della Regina della Pace del 25 aprile 2007
Cari figli, anche oggi vi invito di nuovo alla conversione. Aprite i vostri cuori. Questo è tempo di grazia, finché io sono con voi: sfruttatelo. Dite: ”Questo è il tempo per la mia anima”. Io sono con voi e vi amo di un amore incommensurabile. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
Siamo uomini e donne di un'epoca straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni. L'umanità possiede oggi strumenti di inaudita potenza: può fare di questo mondo un giardino o ridurlo a un ammasso di macerie. Oggi, come mai nel passato, l'umanità è a un "bivio"... (della "vita" e della "morte")... (Giovanni Paolo II, 8 ottobre 2000) (Gv.13,34)
Vi è una lotta perenne tra due città o regni: da un lato la città di Dio e dall’altro lato la città di Satana. Queste due città non sono mai nettamente distinguibili durante la storia umana. Nessun periodo storico né nessuna istituzione sono dominanti esclusivamente dall’una o dall’altra città; esse sono mescolate fino alla fine dei tempi. Alla fine del mondo, con la resurrezione dei morti ed il giudizio finale, sarà chiaro per tutti a quale città abbiamo aderito, se a quella celeste o a quella di Satana. Nel presente l’uomo può cercare di intuirlo solo se interroga se stesso con sincerità ed invoca l’aiuto dello Spirito (Sant’Agostino, La Città di Dio)
Agorà dei Giovani Europei a Loreto
CON MARIA, MISTICA “CITTA’ DI DIO”,
Cfr. Indirizzo Internet: http://medjugorje.altervista.org/doc/vita_di_gesu_e_maria//mistica_citta/1-15.html
IN DIALOGO CON GESÙ
Maria, Madre del
sì,
tu hai ascoltato Gesù
e conosci il timbro della sua voce e il battito del suo cuore.
Stella del mattino, parlaci di Lui
e raccontaci il tuo cammino per seguirlo nella via della fede.
Maria, che a
Nazareth hai abitato con Gesù,
imprimi nella
nostra vita i tuoi sentimenti,
la tua docilità, il tuo silenzio che ascolta
e fa fiorire la Parola in scelte di vera libertà.
Maria, parlaci di Gesù, perchè la freschezza della nostra fede
brilli nei nostri occhi e scaldi il cuore di chi ci incontra,
come Tu hai fatto visitando Elisabetta
che nella sua vecchiaia ha gioito con te per il dono della vita.
Maria, Vergine del Magnificat,
aiutaci a portare la gioia nel mondo e, come a Cana,
spingi ogni giovane, impegnato nel servizio ai fratelli,
a fare solo quello che Gesù dirà.
Maria, poni il tuo sguardo sull’Agorà dei giovani,
perché sia il terreno fecondo della Chiesa italiana.
Prega perchè Gesù, morto e risorto, rinasca in noi
e ci trasformi in una notte piena di luce, piena di Lui.
Maria, Madonna
di Loreto, porta del cielo,
aiutaci a
levare in alto lo sguardo.
Vogliamo vedere Gesù. Parlare con Lui.
Annunciare a
tutti il Suo amore.
Benedetto XVI
Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)
LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA
HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE
IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
MARIA IMMACOLATA REGINA DELLA STORIA
Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!"
(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)
Vi hanno tempi che più che in altri è opportuno di parlare e francamente, coraggiosamente e con tutta libertà. E allora bisogna dire la verità, la verità intera, piena, senza tergiversazioni. Non tolleriamo mai gli smozzicamenti della verità, i mezzi termini, gli accomodamenti. Verità dolce, ma intatta, inviolata. (Beato Pio IX)
VENERDI’, 2 MARZO 2007 = DOMENICA, 1° MARZO 2013
INIZIO ANNO 2013
dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine, Madre di tutti i viventi
LETTERA INFORMATIVA n°92
LA VOCE
Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito
(Gv. 3,8)
La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,
e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana
(Paolo VI, 25 dicembre 1975)
ANCONA
ANCON DORICA CIVITAS FIDEI
Venerdì, 27 aprile 2007
Domenica, 26 aprile 2013
Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine
25 MARZO 2007: 2013° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO
GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO
Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)
Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.
Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.
RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30
Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).
Questa Lettera Informativa ti viene inviata con i testi a colori.
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QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN GIUSEPPE, PATRONO DELLA CHIESA,
di San CIRIACO e del Beato GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona
e del grande Pontefice il Beato PIO IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti
A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia
Telefono 071.83552 – Cellulare 339.6424332 - Facsimile 071.83552 – Conto Corrente Postale 13117056
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TOTUS TUUS EGO SUM
I FIGLI, PRIMAVERA DELLA FAMIGLIA E DELLA SOCIETA’
(Genesi 3,15)
Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era LA LUCE degli uomini; LA LUCE splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta (Gv.1,1-5)
ISCRIVITI ALL’ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”
PER LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA
E PER L’ESERCIZIO DELLA CARITA’
Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto
IN HOC SIGNO VINCES
Ho pensato che questi angeli possono volare
perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto
Benedetto XVI: Roma, 5 marzo 2007, a conclusione degli Esercizi Spirituali
PIU’ FAMIGLIA PIU’ VITA
L’Associazione “LUCE DI CRISTO” ha aderito al COMITATO PER LA FAMIGLIA sostenendone la raccolta di firme
per una mobilitazione rivolta a tutte le famiglie italiane, di estrazione laica, cattolica o di altre fedi religiose,
che si sentano colpite nella loro dignità e funzione sociale
da tentativi di equiparare giuridicamente la famiglia fondata sul matrimonio a qualsiasi forma di convivenza.
COMITATO PER LA FAMIGLIA – Sede Organizzativa: Viale Libia, 174 – 00199 ROMA
Tel./Facs. 06.86386392 – Posta Elettronica: comitatofamiglia@tiscali.it
La famiglia, fondata sul matrimonio, è un'istituzione naturale insostituibile ed elemento fondamentale del bene comune di ogni società. Chi distrugge questo tessuto fondamentale dell’umana convivenza, non rispettandone l’identità e stravolgendone i compiti, causa una ferita profonda alla società e provoca danni spesso irreparabili”
(Giovanni Paolo II, 20 novembre 2004).
MARIA, MADRE DEI GIOVANI
La giovinetta era molto bella d'aspetto, era vergine, nessun uomo le si era unito.
Essa scese alla sorgente, riempì l'anfora e risalì.
(Gen.24,16)
L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc.1,26-28).
I FIGLI, PRIMAVERA DELLA FAMIGLIA E DELLA SOCIETA’
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».
E l'angelo partì da lei. (Lc.1,38)
MARIA DI NAZARETH, MISTICA CITTA’ DI DIO, MADRE DI TUTTI I VIVENTI:
LA BELLEZZA CHE SALVERA’ IL MONDO
LA SANTA CASA DI GIUSEPPE E DI MARIA: ARCA DELLA NUOVA ALLEANZA
LA DISSACRAZIONE LAURETANA DELLA SANTA CASA E DEI LUOGHI DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI
LA DISTRUZIONE DELLA SANTA CASA PREPARA LA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA E DELLA VITA
Il tentativo è quello di sradicare completamente la tradizione cristiana dal cuore del nostro popolo e dalla vita della nostra società distruggendo, talora anche fisicamente, i segni della tradizione cristiana (Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino)
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male… Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. … Allora Noè edificò un altare al Signore … e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno» (Gen.6,5.12; 8,20-22).
Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore,
senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine”
(Qoèlet 3,11)
LA VITA CONTRO L’ANTI-VITA
Siamo uomini e donne di un'epoca straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni. L'umanità possiede oggi strumenti di inaudita potenza: può fare di questo mondo un giardino o ridurlo a un ammasso di macerie. Oggi, come mai nel passato, l'umanità è a un "bivio"... (della "vita" e della "morte")... (Giovanni Paolo II, 8 ottobre 2000)
OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’
(Benedetto XVI)
La Chiesa si ridurrà di dimensioni, bisognerà ricominciare da capo. Ma da questa prova uscirà una Chiesa che avrà tratto una grande forza dal processo di semplificazione che avrà attraversato, dalla rinnovata capacità di guardare dentro di sé. Perché gli abitanti di un mondo rigorosamente pianificato si sentiranno indicibilmente soli... E riscopriranno la piccola comunità dei credenti come qualcosa di completamente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta che hanno sempre segretamente cercato (Card. Ratzinger ora Benedetto XVI).
Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore,
senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine”
(Qoèlet 3,11)
Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…
Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose (LEONE XIII: Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).
IN PREPARAZIONE DEL 713° ANNIVERSARIO DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH DA TERSATTO IN ITALIA
(10 dicembre 1294 - 10 dicembre 2007)
IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO
(Mc.1,15)
E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)
IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO
GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI
IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI EUROPEI”
CHE AVRA’ LUOGO A LORETO L’1-2 SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
SALMO 24
Del Signore è la terra e quanto contiene, l'universo e i suoi abitanti. E' lui che l'ha fondata sui mari, e sui fiumi l'ha stabilita. Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna, chi non giura a danno del suo prossimo. Otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia. Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”
(Prov.25,25)
SE SARETE QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!...
Giovanni Paolo II, Roma: XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)
“ECCOMI… avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,26-38)
“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv.1,14)
DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
E IL VERBO
“il più bello tra i figli dell'uomo” (Sal.44/45,3)
Si fece carne
NEL GREMBO DI MARIA
NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
TUTTI LA’ SONO NATI
“Il sì di Maria fu, in qualche modo, anche un sì detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)” (Giovanni Paolo II, per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).
«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)
LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA
HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)
Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani… (Leone XIII)
Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".
(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)
Scrisse Giovanni Paolo II: “Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: “Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.
LETTURA BIBLICA
Dagli Atti degli Apostoli (9,1-20)
In quei giorni, Saulo, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda. Ora c'era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, và sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. Inoltre ha l'autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore disse: «Và, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo». E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono. Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio.
ANCON DORICA CIVITAS FIDEI
Venerdì, 27 aprile 2007
INAUGURAZIONE DEL CENTRO CARITATIVO SS.ma ANNUNZIATA
dedicato a Giovanni Paolo II - in Via Podesti, 12 - ANCONA
da parte del Sen. FRANCO MARINI, Presidente del Senato
Il nuovo Centro Caritativo SS.ma Annunziata di Ancona
dedicato a Giovanni Paolo II
intende essere un segno e una risposta alle tante antiche e nuove povertà
BREVE STORIA
Lungo l’attuale Via Podesti di Ancona, quasi all’inizio, si trova la Chiesa di Santa Maria Annunziata, che era parte del complesso che raccoglieva “gli esposti”, i bambini abbandonati dalle loro madri. Questo centro di accoglienza ed assistenza era stato fondato nel sec. XIII dalla Società dei Conciapelli ed amministrato dalla Confraternita di San Girolamo.
In questa Chiesa, dedicata alla SS.ma Annunziata, e rievocante il concepimento in Maria Vergine di Gesù dopo l’annuncio dell’Arcangelo San Gabriele, le madri anconitane che avevano concepito un bambino venivano ad offrire alla Vergine Annunziata “il frutto del loro grembo”, per averne la protezione durante la gravidanza fino alla nascita del loro bambino; mentre altre madri in difficoltà “offrivano” anonimatamente alla struttura ospedaliera della Vergine Annunziata i loro bambini appena nati (“gli esposti”), per non ucciderli e affidarli così alle cure di famiglie che li avrebbero adottati.
Messaggio della Regina della Pace del 25 aprile 2007
Cari figli, anche oggi vi invito di nuovo alla conversione. Aprite i vostri cuori. Questo è tempo di grazia, finché io sono con voi: sfruttatelo. Dite: ”Questo è il tempo per la mia anima”. Io sono con voi e vi amo di un amore incommensurabile. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
LE CARENZE DELLA GIORNATA DELLA FAMIGLIA
DEL 12 MAGGIO 2007 A ROMA
1
IN ITALIA BISOGNA PARLARE IN ITALIANO PER CAPIRCI MEGLIO
L’INUTILE UTILIZZO DELL’INGLESE
CHE COSTRINGE CHI NON LO CONOSCE
(SPECIE LE PERSONE ANZIANE)
A TROVARE UN VOCABOLARIO “INGLESE-ITALIANO”
PER CAPIRE IL SIGNIFICATO ITALIANO DELLE PAROLE “FAMILY DAY”
2
PIU’ FAMIGLIA PIU’ VITA
ADOTTARE LO SLOGAN “PIU’ FAMIGLIA” SENZA AGGIUNGERE “PIU’ VITA”
E’ UNO SNATURAMENTO
PERCHE’ MANIFESTARE PER IL VALORE DELLA FAMIGLIA
SENZA ABBINARE IL VALORE INSCINDIBILE DELLA VITA CHE DA ESSA DERIVA
E’ OSCURARE E DIVIDERE IL FINE ESSENZIALE DELLA STESSA VITA CONIUGALE
BEN SPECIFICATA NELL’ENCICLICA “HUMANAE VITAE” DI PAOLO VI:
IL FINE UNITIVO DEVE ESSERE INSCINDIBILMENTE UNITO AL FINE PROCREATIVO
APPUNTI SCOLASTICI PER STUDENTI
DEL PROF. GIORGIO NICOLINI
IL FINE DELLA CREAZIONE DELL’UOMO E DELLA DONNA:
IL MATRIMONIO
Dio, nel creare l’essere umano, lo distinse sin dall’inizio in “maschio” e “femmina”: “DIO CREO’ L’UOMO A SUA IMMAGINE; A IMMAGINE DI DIO LO CREO’; MASCHIO E FEMMINA LI CREO’” (Gen.1,27).
La differenziazione sessuale, dunque, è stata voluta da Dio, ed è stata donata alla persona umana. Poiché la sessualità è un dono di Dio all’essere umano, questi la deve esercitare in aderenza alla Volontà di Dio, cioè alle leggi da Lui date, affinché realizzi in modo autentico il suo vero bene.
Ora, la natura umana, globalmente intesa, è nello stesso tempo corporale e spirituale. In forza della sua unione sostanziale con un’anima spirituale il corpo umano non può essere valutato alla stessa stregua del corpo degli animali, ma è parte costitutiva della persona che attraverso di esso si manifesta e si esprime. La corporeità, perciò, nella quale s’iscrive la sessualità, è il modo specifico di esistere e di operare dello spirito umano. La sessualità, perciò, non riguarda solo il corpo, ma è un valore proprio dell’intera persona (nelle sue componenti fisiche, psichiche e spirituali), così che ogni atto che investe la sfera della sessualità è sempre anche atto proprio della persona.
Perché Dio ha voluto che il genere umano si componesse di “maschi” e di “femmine”? Perché da essi derivasse la vita e il reciproco completamento. La sessualità ha perciò un carattere sacro, perché ha una funzione che si innesta nella partecipazione all’amore creativo di Dio.
Si vive allora la sessualità in modo veramente umano solo quando essa è una espressione d’amore che possegga inscindibilmente due componenti fondamentali:
- la componente unitiva (volere il bene dell’altro),
- la componente procreativa (voler donare la vita ad altri).
Vediamo più specificatamente, dalla stessa Parola di Dio, gli scopi per i quali Dio creò gli esseri umani “maschio” e “femmina” (cfr. Gen.1,30/2,7.18.22.24.28).
* IL SIGNORE DIO PLASMO’ L’UOMO CON POLVERE DEL SUOLO E SOFFIO’ NELLE SUE NARICI UN ALITO DI VITA E L’UOMO DIVENNE UN ESSERE VIVENTE” (Gen.2,7).
* E IL SIGNORE DIO DISSE: “NON E’ BENE CHE L’UOMO SIA SOLO: GLI VOGLIO FARE UN AIUTO CHE GLI SIA SIMILE” (Gen.2,18).
* IL SIGNORE DIO PLASMO’ (...) UNA DONNA E LA CONDUSSE ALL’UOMO (Gen.2,22).
* DIO VIDE QUANTO AVEVA FATTO, ED ECCO, ERA COSA MOLTO BUONA
(Gen.1,31).
* DIO LI BENEDISSE E DISSE LORO: “SIATE FECONDI E MOLTIPLICATEVI, RIEMPITE LA TERRA” (Gen.1,28).
* PER QUESTO L’UOMO ABBANDONERA’ SUO PADRE E SUA MADRE E SI UNIRA’ A SUA MOGLIE E I DUE SARANNO UNA SOLA CARNE” (Gen.2,24).
Analizzando la Parola di Dio, vediamo come la sessualità viene presentata come cosa buona, benedetta da Dio e data da Lui per un’integrazione reciproca tra l’uomo e la donna, che si realizza mediante:
- la compagnia (NON E’ BENE CHE L’UOMO SIA SOLO);
- l’aiuto (GLI VOGLIO FARE UN AIUTO CHE GLI SIA SIMILE);
- la procreazione (SIATE FECONDI E MOLTIPLICATEVI).
La sessualità, perciò, fin dalle origini della Creazione, è strettamente collegata con il matrimonio, visto come un patto indissolubile di amore voluto da Dio: “PER QUESTO L’UOMO ABBANDONERÀ’ SUO PADRE E SUA MADRE E SI UNIRA’ A SUA MOGLIE E I DUE SARANNO UNA SOLA CARNE” (Gen.2,24).
Citando questo passo Gesù - rispondendo ad alcuni che gli chiedevano: “E’ LECITO AD UN UOMO RIPUDIARE LA PROPRIA MOGLIE PER QUALSIASI MOTIVO?” (Mt.19,3) - dirà: “NON AVETE LETTO CHE IL CREATORE DA PRINCIPIO LI CREO’ MASCHIO E FEMMINA E DISSE: PER QUESTO L’UOMO LASCERA’ SUO PADRE E SUA MADRE E SI UNIRA’ A SUA MOGLIE E I DUE SARANNO UNA CARNE SOLA? COSI’ CHE NON SONO PIU’ DUE, MA UNA CARNE SOLA. QUELLO DUNQUE CHE DIO HA CONGIUNTO, L’UOMO NON LO SEPARI” (Mt.19,4-6), condannando così il divorzio.
CARATTERISTICHE DELL’ AMORE CONIUGALE
Alla luce del racconto biblico appaiono chiaramente le note e le esigenze caratteristiche dell’amore coniugale, di cui è somma importanza avere un’idea esatta.
1) E’ prima di tutto un amore pienamente umano, vale a dire sensibile e spirituale. Non è quindi semplice trasporto di istinto e di sentimento, ma anche e principalmente è atto della volontà libera, destinato non solo a mantenersi, ma anche ad accrescersi mediante le gioie e i dolori della vita quotidiana; così che gli sposi diventino un cuor solo e un’anima sola, e raggiungano insieme la loro perfezione umana.
2) E’ poi un amore totale, vale a dire una forma tutta speciale di amicizia personale, in cui gli sposi generosamente condividono ogni cosa, senza indebite riserve o calcoli egoistici. Chi ama davvero il proprio consorte, non lo ama soltanto per quanto riceve da lui, ma per se stesso, lieto di poterlo arricchire del dono di sé.
3) E’ pure un amore fedele ed esclusivo fino alla morte. Così infatti lo concepiscono lo sposo e la sposa nel giorno in cui assumono liberamente e in piena consapevolezza l’impegno del vincolo matrimoniale. Fedeltà che può talvolta essere difficile, ma che sia sempre possibile, nobile e meritoria è innegabile. L’esempio di tanti sposi lungo i secoli dimostra chiaramente che essa è consentanea alla natura del matrimonio e fonte di una intima e duratura felicità.
4) E’ infine un amore fecondo, che non si esaurisce tutto nella comunione dei coniugi, ma è destinato a continuarsi, suscitando nuove vite. Il matrimonio e l’amore comiugale sono ordinati per loro natura alla procreazione ed educazione della prole. I figli infatti sono il preziosissimo dono del matrimonio e contribuiscono moltissimo al bene degli stessi genitori.
Siccome il patto d’amore che unisce marito e moglie interessa l’intera società, che da esso attende di essere continuamente integrata mediante la nascita e la crescita di nuove creature, non può essere considerato un fatto esclusivamente personale e privato dei due coniugi. Per questa ragione la famiglia, fondata sull’amore, si costituisce con il matrimonio, che è un atto pubblico attraverso il quale l’autorità, sia religiosa che civile, rende pubblica e legittima l’unione coniugale.
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
IN OCCASIONE DELLA XIV ASSEMBLEA PLENARIA
DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA
4 giugno 1999
Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
Illustri Membri del Pontificio Consiglio per la Famiglia,
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. E' motivo di grande gioia per me ricevervi in occasione della quattordicesima Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia e dell'Incontro di riflessione sul tema "Paternità di Dio e Paternità nella Famiglia", di così rilevante importanza teologica e pastorale. Vi saluto tutti con affetto e, in modo particolare, saluto coloro che partecipano per la prima volta ad un incontro convocato dal vostro Dicastero. Ringrazio il Presidente, il Signor Cardinale Alfonso López Trujillo, per le gentili parole che mi ha rivolto a nome di tutti.
Il tema della paternità, da voi scelto per l'attuale Plenaria, fa riferimento al terzo anno di preparazione al Grande Giubileo, dedicato appunto al Padre del Signore nostro Gesù Cristo. E' un tema su cui mette conto riflettere, dal momento che oggi la figura del padre nell'ambito della famiglia rischia di essere sempre più latente o addirittura assente. Alla luce della paternità di Dio, "da cui ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome" (Ef 3,45), la paternità e la maternità umane acquistano tutto il loro senso, la loro dignità e grandezza. "La paternità e maternità umane, pur essendo biologicamente simili a quelle di altri esseri in natura, hanno in sé in modo essenziale ed esclusivo una «somiglianza» con Dio, sulla quale si fonda la famiglia, intesa come comunità di vita umana, come comunità di persone unite nell'amore (communio personarum)" (Gratissimam sane, 6).
2. Sentiamo ancora viva nell'animo l'eco della recente celebrazione della Pentecoste, che ci porta a proclamare con speranza l'affermazione di san Paolo: "Tutti quelli infatti che sono figli di Dio sono guidati dallo Spirito di Dio" (Rm 8, 14).
Lo Spirito Santo, come è l'anima della Chiesa (cfr Lumen Gentium, 7), così deve esserlo anche della famiglia, piccola chiesa domestica. Deve essere per ogni nucleo familiare interiore principio di vitalità e di energia, che mantiene sempre ardente la fiamma dell'amore coniugale nella reciproca donazione dei coniugi.
E' lo Spirito Santo che ci conduce al Padre celeste e fa sorgere dai nostri cuori la preghiera fiduciosa e giubilante: "Abbà, Padre!" (Rm 8, 15; Gal 4,6). La famiglia cristiana è chiamata a distinguersi quale ambito di preghiera condivisa, in cui con la libertà di figli ci si rivolge a Dio chiamandolo con l'affettuoso appellativo di "Padre nostro!". Lo Spirito Santo ci aiuta a scoprire il volto del Padre come modello perfetto della paternità nella famiglia.
Da qualche tempo si stanno reiterando gli attacchi contro l'istituzione familiare. Si tratta di attentati tanto più pericolosi ed insidiosi in quanto disconoscono il valore insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio. Si giunge a proporre false alternative ad essa e se ne sollecita il riconoscimento legislativo. Ma quando le leggi, che dovrebbero essere al servizio della famiglia, bene fondamentale per la società, si rivolgono contro di essa, acquistano un'allarmante capacità distruttiva.
Così in alcuni Paesi si vogliono imporre alla società le cosiddette "unioni di fatto", rafforzate da una serie di effetti legali che erodono il senso stesso dell'istituzione familiare. Le "unioni di fatto" sono caratterizzate dalla precarietà e dall'assenza di un impegno irreversibile, che generi diritti e doveri e rispetti la dignità dell'uomo e della donna. Si vuole dare, invece, valore giuridico ad una volontà lontana da ogni forma di vincolo definitivo. Con tali premesse, come si può sperare in una procreazione veramente responsabile, che non si limiti a dare la vita, ma comprenda anche quella formazione ed educazione che solo la famiglia può garantire in tutte le sue dimensioni? Simili impostazioni finiscono per porre in grave pericolo il senso della paternità umana, della paternità nella famiglia. Ciò accade in vari modi quando le famiglie non sono ben costituite.
3. Quando la Chiesa espone la verità sul matrimonio e la famiglia non lo fa solo in base ai dati della Rivelazione, ma anche tenendo conto dei postulati del diritto naturale, che stanno a fondamento del vero bene della società stessa e dei suoi membri. Infatti, non è insignificante per i bambini nascere ed essere educati in un focolare costituito da genitori uniti in un'alleanza fedele.
E' ben possibile immaginare altre forme di relazione e di convivenza tra i sessi, ma nessuna di esse costituisce, nonostante il contrario parere di alcuni, un'autentica alternativa giuridica al matrimonio, quanto piuttosto un suo depotenziamento. Nelle cosiddette "unioni di fatto" si registra una più o meno grave carenza di impegno reciproco, un paradossale desiderio di mantenere intatta l'autonomia della propria volontà all'interno di un rapporto che pur dovrebbe essere relazionale. Ciò che nelle convivenze non matrimoniali manca è, insomma, l'apertura fiduciosa a un futuro da vivere insieme, che spetta all'amore attivare e fondare e che è specifico compito del diritto garantire. Manca, in altre parole, proprio il diritto, non nella sua dimensione estrinseca di mero insieme di norme, ma nella sua più autentica dimensione antropologica di garanzia della coesistenza umana e della sua dignità.
Inoltre, quando le "unioni di fatto" rivendicano il diritto all'adozione, mostrano chiaramente di ignorare il bene superiore del bambino e le condizioni minime a lui dovute per un'adeguata formazione. Le "unioni di fatto" tra omosessuali, poi, costituiscono una deplorevole distorsione di ciò che dovrebbe essere la comunione di amore e di vita tra un uomo e una donna, in una reciproca donazione aperta alla vita.
4. Oggi, soprattutto nelle nazioni economicamente più ricche, si diffonde, da una parte, la paura di essere genitori e, dall'altra, la non curanza per il diritto che hanno i figli di essere concepiti nel contesto di una donazione umana totale, presupposto indispensabile per la loro crescita serena ed armoniosa.
Viene così affermato un presunto diritto alla paternità-maternità ad ogni costo, di cui si cerca l'attuazione attraverso mediazioni di carattere tecnico, che comportano una serie di manipolazioni non moralmente lecite.
Un'ulteriore caratteristica del contesto culturale in cui viviamo è la propensione di non pochi genitori a rinunciare al loro ruolo per assumere quello di semplici amici dei figli, astenendosi da richiami e correzioni, anche quando ciò sarebbe necessario per educare nella verità, pur con ogni affetto e tenerezza. E' opportuno, quindi, sottolineare che l'educazione dei figli è un dovere sacro ed un compito solidale dei genitori, sia del padre che della madre: esige il calore, la vicinanza, il dialogo, l'esempio. I genitori sono chiamati a rappresentare nel focolare domestico il Padre buono dei cieli, l'unico modello perfetto a cui ispirarsi.
Paternità e maternità, per volere di Dio stesso, si pongono in un rapporto di intima partecipazione al suo potere creatore ed hanno, di conseguenza, un'intrinseca relazione reciproca. Ho scritto, al riguardo, nella Lettera alle Famiglie: "La maternità implica la paternità e, reciprocamente, la paternità implica la maternità: è questo il frutto della dualità elargita dal Creatore all'essere umano sin dal principio" (Gratissimam sane, 7).
E' anche per questo motivo che il rapporto tra l'uomo e la donna costituisce il fulcro dei legami sociali: esso, mentre è la sorgente di nuovi esseri umani, collega strettamente tra loro i coniugi, divenuti una sola carne e, per mezzo di essi, le rispettive famiglie.
5. Carissimi Fratelli e Sorelle, mentre vi ringrazio per l'impegno con cui lavorate a difesa della famiglia e dei suoi diritti, vi assicuro il mio costante ricordo nella preghiera. Iddio renda fecondi gli sforzi di quanti, in ogni parte del mondo, si dedicano a questa causa. Faccia sì che la famiglia, baluardo a tutela della stessa umanità, possa resistere ad ogni attacco.
Con tali sentimenti, mi è gradito, in questa occasione, rinnovare un caldo invito alle famiglie, perché partecipino al Terzo Incontro Mondiale con le Famiglie, che si terrà a Roma, nel contesto del Grande Giubileo del 2000. Questo invito lo dirigo altresì alle associazioni e ai movimenti, specialmente a quelli pro vita e pro-familia.
Alla luce del mistero di Nazaret approfondiremo insieme la paternità e la maternità sotto l'ottica del tema che ho scelto per l'occasione: "I figli, primavera della famiglia e della società". Grande e nobile è la missione dei padri e delle madri, chiamati, mediante un atto di amore, a collaborare col Padre celeste alla nascita di nuovi esseri umani, figli di Dio.
La Madonna, Madre della Vita e Regina della Famiglia, renda ogni focolare domestico, ad immagine della Famiglia di Nazaret, luogo di pace e di amore.
Vi sia di conforto anche la mia benedizione, che volentieri imparto a voi qui presenti ed a quanti nel mondo intero hanno a cuore le sorti della famiglia.
Le nuove opinioni sono sempre sospette e di solito incontrano opposizioni per nessun altro motivo se non perché non sono ancora comuni.
Trovo questa citazione del filosofo inglese John Locke (1632-1704) – che riporta alla mente di molti gli anni di studio nelle scuole medie superiori – all’inizio di un articolo di una rivista americana. La sua è una considerazione a doppio profilo. Ci sono, infatti, persone così raggrinzite in se stesse e nelle loro idee da temere ogni novità. E questo vale in tutti i campi, anche in quello ecclesiale. Don Mazzolari ammoniva: “Guai a chi ha paura della novità, di trovare un mezzo di apostolato più rispondente e più vivo! Santo quel cuore che serve le cause di Dio con audacia! Abbiate questa santa audacia che è espressione di fede!”.
Il gretto tradizionalismo non fa mai un buon servizio né alla Tradizione autentica né alla purezza della fede. Ma al buon Locke bisogna obiettare che tutte le opinioni, comprese le nuove, non possono essere accolte acriticamente, senza un vaglio e una verifica. E qui mi viene in mente – cito a senso – una battuta di un altro pensatore, l’antico Seneca, che osservava realisticamente come sia naturale che suscitino più interesse le cose nuove che non le cose grandi. Il vecchio Qohelet, sapiente biblico piuttosto pessimistico, notava che “non c’è nulla di nuovo sotto il sole” e aveva ragione anche se non del tutto, perché Isaia suggeriva di non ricordare più le cose passate, di non pensare più alle cose antiche “perché io, il Signore, faccio una cosa nuova” (43,18-19).
PASSATO E FUTURO CAMMINANO INSIEME NEL NOSTRO PRESENTE
dal MATTUTINO di Gianfranco Ravasi, in AVVENIRE del 2 settembre 2000
I cristiani non si distinguono dagli altri uomini, né per territorio, né per lingua, né per vestito. Essi non abitano città loro proprie, non usano un linguaggio particolare, né conducono uno speciale genere di vita. La loro dottrina non è conquista di genio irrequieto di uomini ingannatori; né professano, come fanno alcuni, un sistema filosofico umano. Abitando in città greche o barbare, come a ciascuno è toccato in sorte, ed adattandosi agli usi del paese nel vestito, nel cibo e in tutto il resto del vivere, dànno esempio di una loro forma di vita sociale meravigliosa, e che, a confessione di tutti, ha dell’incredibile. Abitano la loro rispettiva patria, ma come gente straniera; partecipano a tutti i doveri dei cittadini, e sopportano tutti gli oneri degli stranieri. Ogni terra straniera è patria per loro, e ogni patria è terra straniera. Si sposano come tutti gli altri ed hanno figli, ma non espongono i neonati. Hanno comune la mensa, ma non il letto. Vivono nella carne, ma non secondo la carne (cfr. 2^Cor.10,3; Rom.8,12-13). Passano la loro vita sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma con il loro tenore di vita superano le leggi. Amano tutti, e da tutti sono perseguitati. Non sono conosciuti e sono condannati; si dà loro la morte, ed essi ne ricevono vita. Sono mendichi, e fanno ricchi molti (cfr. 2^Cor.6,9-10); sono privi di tutto, e di tutto abbondano. Sono disprezzati, e nel disprezzo trovano gloria; si fa oltraggio alla loro fama, e si aggiunge testimonianza alla loro innocenza. Sono ingiuriati, e benedicono (cfr. 1^Cor.4,13); si insolentisce contro di loro, ed essi trattano con riverenza. Fanno del bene, e sono puniti come dei malfattori; e puniti, godono, quasi si dia loro la vita. I Giudei fanno loro guerra come razza straniera e gli Elleni li perseguitano; ma coloro che li odiano non sanno dire il motivo del loro odio. Per dirla in una parola, i Cristiani sono nel mondo ciò che l’anima è nel corpo. L’anima è diffusa in tutte le parti del corpo: anche i Cristiani sono disseminati nelle città del mondo. L’anima abita nel corpo, ma non proviene dal corpo: anche i Cristiani abitano nel mondo, ma non provengono dal mondo. L’anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile; anche i Cristiani si sa che sono nel mondo; ma la loro pietà rimane invisibile. La carne odia l’anima e le fa guerra, senza averne ricevuto ingiuria, ma solo perché le proibisce di godere dei piaceri: anche il mondo odia i Cristiani, che non gli hanno fatto alcun torto, solo perché essi si oppongono ai piaceri. L’anima ama la carne, che l’odia, e le membra: anche i Cristiani amano coloro che li odiano. L’anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo: anche i Cristiani sono trattenuti nel mondo come in una prigione, ma essi stessi sostengono il mondo. L’anima immortale abita in una tenda mortale: anche i Cristiani dimorano come pellegrini tra le cose che si corrompono, in attesa dell’incorruttibilità dei cieli. Maltrattata nei cibi e nelle bevande, l’anima si fa migliore: anche i Cristiani, puniti, si moltiplicano di giorno in giorno. Tanto alto è il posto che a essi assegnò Dio, né è loro lecito abbandonarlo.
Carta Fondamentale:
“ECCOMI… avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,26-38)
“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv.1,14)
Religione: CATTOLICA
Lingua: ITALIANA
Moneta: LIRA Internazionale (£. 1,00 = 0,50 euro)
Costituzione
Preambolo: IO SONO IL SIGNORE DIO TUO
1) Non avrai altro Dio fuori di me.
2) Non nominare il nome di Dio invano.
3) Ricordati di santificare le feste.
4) Onora il padre e la madre.
5) Non uccidere.
6) Non commettere atti impuri.
7) Non rubare.
8) Non dire falsa testimonianza.
9) Non desiderare la donna o l’uomo di altri.
10) Non desiderare la roba di altri.
Codice Civile di regolamentazione
* L’AMORE che
- - è paziente,
- - è benigno,
- - non è invidioso,
- - non si vanta,
- - non si gonfia,
- - non manca di rispetto,
- - non cerca il suo interesse,
- - non si adira,
- - non tiene conto del male ricevuto,
- - non gode dell’ingiustizia,
- - si compiace della verità,
- - tutto copre,
- - tutto crede,
- - tutto spera,
- - tutto sopporta. (cfr. 1^Cor.13,4-7)
Impegno quotidiano
AMERAI IL SIGNORE DIO TUO
CON TUTTO IL TUO CUORE, CON TUTTA LA TUA ANIMA
CON TUTTA LA TUA MENTE E CON TUTTE LE TUE FORZE
E IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO
(Mt.22,37-40)
MASSIME PER UNA CIVILTA’ DELL’AMORE
GENTILEZZA nel parlare crea fiducia.
GENTILEZZA nel donare crea amore.
SALUTA affabilmente gli umili, quelli che si sentono abbandonati o messi da parte.
SORRIDI nella monotonia del dovere quotidiano, per non rattristare chi ti vive accanto.
PARLA con dolcezza agli impazienti e agli importuni.
TACI quando ti accorgi che qualcuno ha sbagliato, per non ferirlo con l’umiliazione.
STRINGI cordialmente la mano a chi è nella preoccupazione o nella tristezza.
GUARDA con affetto chi nasconde un dolore e forse è più nervoso del solito.
RICONOSCI umilmente il tuo torto e chiedi perdono se hai offeso qualcuno.
RENDI un servizio a chi ti è sottoposto.
IL CRISTIANO SI IMPEGNA AD UNA CONDOTTA ESEMPLARE soprattutto sulle strade, guidando la propria auto con diligenza, con pazienza, con prudenza e cortesia, per amore di Cristo che ci ha redenti, in riparazione delle offese che egli riceve dagli utenti della strada e per evitare al prossimo ogni disagio.
FA’ TUTTO IN MODO CHE DIO, NEL TUO FRATELLO, SIA SEMPRE CONTENTO DI TE.
Il “ribaltone” di Benedetto XVI
Il Papa festeggia i due anni di pontificato e rivolta la Curia come un calzino: fra le vittime illustri Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, attuale arciprete di San Paolo fuori le Mura
Città del Vaticano, 17 aprile 2007 - Benedetto XVI compie due anni di pontificato e fa la rivoluzione in Vaticano. Sono addirittura 43 le poltrone che Ratzinger intende cambiare, rivoltando la Curia come un calzino. Fra le vittime illustri della purga c'è anche il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, cugino di Luca, presidente della Fiat, della Confindustria e della Ferrari. Secondo il quotidiano Italia Oggi, che nel numero oggi in edicola rivela tutti i dettagli del ribaltone, Montezemolo lascerà l'incarico di arciprete della Basilica Pontificia di San Paolo fuori le Mura: potrebbe succedergli il cerimoniere pontificio, monsignor Piero Marini, qualora non andasse in una diocesi italiana.
Sotto tiro c'è anche l'attuale direttore dell'Osservatore Romano, Mario Agnes, che però dovrebbe restare in sella sino alla fine dell'anno. Cambierà subito, invece, il responsabile della congregazione per la dottrina delle fede, carica attualmente ricoperta dal cardinale William Levada, in odore di nomina ad arcivescovo di New York. Fra i candidati alla successione ci sono il cardinale Schoenborn, cardinale di Vienna; monsignor Rino Fisichella, rettore della Lateranense; il vescovo di Chieti e Vasto, Bruno Forte.
DENUNCIA E APPELLO A TUTTA LA CHIESA
PER RICHIEDERE UN INTERVENTO AUTORITATIVO IMPROCRASTINABILE
NELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA
PER RIMUOVERE I RESPONSABILI DELL’APOSTASIA LAURETANA
PRIMA DELL’AGORA’ DEI GIOVANI DELL’1-2 SETTEMBRE 2007 A LORETO
LA VERITA’
DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA
del Prof. Giorgio Nicolini
In vista dell’incontro del Santo Padre Benedetto XVI con l’Agorà dei giovani d’Italia e d’Europa il prossimo 1-2 settembre a Loreto, torna di particolare attualità la “questione lauretana”, riguardo alla “verità” delle “Miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth sino a Loreto. Tale problema è perciò di particolare attualità, perché concerne “la verità” della presenza a Loreto della “vera” Santa Casa di Nazareth, cioè della reliquia del luogo dell’Annunciazione e dell’Incarnazione del Figlio di Dio in Maria Vergine. Tale reliquia è di fondamentale importanza per la cristianità di ogni tempo, perché si riferisce ed attesta la “radice” stessa della nostra Fede.
E’ tanto importante, quella reliquia, che Nostro Signore stesso e la sua Madre Santissima ebbero cura di preservarla “miracolosamente” da certissima distruzione, in seguito alla conquista musulmana di quelle regioni, allorquando, sul finire del XIII secolo, e precisamente nel 1291, la Santa Casa “sparì” (letteralmente) dal luogo ove si trovava a Nazareth, adiacente ad una grotta, per ricomparire in Dalmazia, a Tersatto, ove rimase dal 10 maggio 1291 al 10 dicembre 1294, per poi arrivare in Italia.
Come ho ampiamente documentato e dimostrato nel mio libro “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”, storicamente sono accertate “almeno” “cinque” “traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth, tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (nell’ex-Jugoslavia), ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta”); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano (o Monte Prodo) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica.
A questo riguardo devo far presente che risultano oggi ormai dimenticate o persino occultate o contraddette, nella Chiesa stessa, tutte le innumerevoli ed esaustive "prove" storiche, archeologiche e scientifiche, che hanno sempre confermato "la verità" della "tradizione lauretana", come attestato, ad esempio, dallo storico e archeologo Padre Floriano Grimaldi, studioso della Santa Casa, il quale in una intervista del 1979 disse fra l'altro: "Tra il 1962 e il 1965 ho eseguito io stesso una serie di scavi archeologici sotto la Casa di Loreto, che hanno pienamente confermato i risultati già noti dalla tradizione. (...) Sono in corso altre ricerche assai complicate come analisi geologiche e micropaleontologiche sulle pietre della Casa. Quelle finora compiute hanno dato risultati positivi. Tuttavia non sono solo gli studi scientifici a dare la certezza di trovarci di fronte a un fenomeno soprannaturale. Ci sono altri elementi da prendere in considerazione, come il giudizio della Chiesa, dei Papi e i prodigi".
Infatti, in aggiunta alle "prove scientifiche" inconfutabili, abbiamo persino l'avallo di rivelazioni private di tanti Santi e Sante, come Santa Caterina da Bologna e la Beata Anna Caterina Emmerich, e anche di un numero incalcolabile di miracoli divini. Ma soprattutto abbiamo l'approvazione solenne della Santa Chiesa Cattolica, che sull'autenticità della Santa Casa e sulla verità storica delle "Miracolose" traslazioni si è pronunciata innumerevoli volte, soprattutto con i pronunciamenti solenni dei Romani Pontefici, i quali hanno così su ciò impegnato tutta la loro Autorità Apostolica.
Certamente, non siamo di fronte a "dogmi di fede", e tuttavia non bisogna dimenticare che tali innumerevoli e secolari pronunciamenti dei Sommi Pontefici - sullo specifico caso della Santa Casa di Loreto - costituiscono "approvazione ufficiale della Chiesa" di "un evento miracoloso" quale "mai" in tutta la Storia della Chiesa è stato fatto per nessun altro "miracolo".
Inoltre, riguardo al riconoscimento della "verità storica" dell'evento miracoloso della traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, esso è l'unico caso nella Storia della Chiesa di una approvazione ecclesiastica, da parte dei Sommi Pontefici, dichiarata e ripetuta "continuativamente", "solennemente", "inequivocabilmente", in tanti documenti e dichiarazioni ufficiali di ogni genere, dalle origini del Santuario fino ad oggi, per sette secoli. Anche per tale motivo, perciò, nessun altro miracolo approvato dalla Chiesa (e quindi "autentico", se approvato!) è paragonabile all'approvazione che è stata fatta riguardo al "miracolo" della "traslazione della Santa Casa di Nazareth", riconosciuta sempre operata "per il ministero angelico": e quindi vero!...
Tali pronunciamenti pontifici impegnano certamente solo "la fede umana" e non quella "teologale", ma obbligano ugualmente ad una "riverente obbedienza", costituendo essi parte del "magistero ordinario" e anche del "magistero solenne" dei Sommi Pontefici, anche se non sono espressi "ex-cathedra".
Per tali motivi – come approfonditamente esposto nei miei studi, prelevabili anche nel Sito Internet www.lavocecattolica.it/santacasa.htm - non si può ritenere legittimo, per un "vero" cattolico, discostarsi da tali pronunciamenti sino al punto di persino negarli, giudicando così che "tutti" i Sommi Pontefici abbiano sbagliato nell'autenticare un fatto soprannaturale di così universale rilevanza.
Parlando poi degli studi storici, archeologici e scientifici fatti a tale riguardo, non è fuor di luogo ricordare come l'analisi chimica della malta, nei punti dove attualmente tiene unite le pietre, presenta caratteristiche chimiche particolari, proprie della zona di Nazareth, con una omogeneità della tessitura muraria, che esclude ogni possibilità di "smontaggio" e "rimontaggio" delle pietre delle Pareti della Santa Casa. Infatti la malta che tiene unite le pietre è uniforme in tutti i punti e risulta costituita da solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna secondo una tecnica dell'epoca, nota in Palestina 2000 anni fa, ma mai impiegata in Italia. Quindi, la Santa Casa non fu mai "scomposta" in blocchi o in pietre, come ultimamente certi pseudostudiosi hanno cercato di far credere, ma è giunta a Loreto - dopo altre precedenti "traslazioni miracolose" - con le pietre già "murate" con la stessa malta usata oltre 2000 anni fa a Nazareth, e così come ancor oggi si presenta.
La collocazione finale, poi, su una pubblica strada a Loreto, dove ancor oggi si trova, è del pari umanamente impossibile, come hanno attestato tutti gli archeologi ed architetti che nei secoli hanno esaminato il sottosuolo della Santa Casa e la strada pubblica su cui "si è posata".
L'architetto Giuseppe Sacconi (1854-1905), ad esempio, dichiarò di aver constatato che "la Santa Casa sta, parte appoggiata sopra l'estremità di un'antica strada e parte sospesa sopra il fosso attiguo". Disse inoltre che, senza entrare in questioni storiche o religiose, bisognava ammettere che la Santa Casa non poteva essere stata fabbricata, come è, nel posto ove si trova ("Annali Santa Casa", anno 1925, n.1). Un singolare dato da rilevare, in proposito, a dimostrazione che le tre Sante Pareti "si posarono" sulla strada, e non che vi furono ricostruite, è la singolarità di un cespuglio spinoso che si trovava sul bordo della strada al momento dell'impatto e che vi è rimasto imprigionato.
Un altro insigne architetto, poi, Federico Mannucci (1848-1935), incaricato dal Sommo Pontefice Benedetto XV di esaminare le fondamenta della Santa Casa, in occasione del rinnovo del pavimento, dopo l'incendio scoppiatovi nel 1921, scrive e asserisce perentoriamente, nella sua "Relazione" del 1923, che "è assurdo solo pensare" che il sacello possa essere stato trasportato "con mezzi meccanici" (F. Mannucci, "Annali della Santa Casa", 1923, 9-11), e rivelò che "è sorprendente e straordinario il fatto che l'edificio della Santa Casa, pur non avendo alcun fondamento, situato sopra un terreno di nessuna consistenza e disciolto e sovraccaricato, seppure parzialmente, del peso della volta costruitavi in luogo del tetto, si conservi inalterato, senza il minimo cedimento e senza una benché minima lesione sui muri" (Federico Mannucci, "Annali della Santa Casa", 1932, 290).
Quindi, se l'intera Santa Casa di Nazareth non possono averla trasportata gli uomini, non può essere stata trasportata altrimenti che miracolosamente, per opera della Onnipotenza Divina, mediante "il ministero angelico", come testimoniato e tramandato dalla "tradizione", approvata da tutti i Sommi Pontefici, e ora anche da Benedetto XVI. Infatti anche l'attuale Sommo Pontefice si è collocato sulla medesima linea delle reiterate constatazioni scientifiche, mediante una inequivoca preghiera che – dopo un mio appello personale - ha fatto pervenire nel dicembre del 2005 al Vescovo di Loreto.
Torna qui opportuno ricordare il monito di Leone XIII, nella Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894, scritta in occasione del VI Centenario della Miracolosa Traslazione della Santa Casa: “Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose”.
Prof. GIORGIO NICOLINI
Per ulteriori approfondimenti sulla “verità” delle “Miracolose traslazioni” si può richiedere al Prof. Nicolini l’invio di testi specifici spediti come allegati nella propria Posta Elettronica, da comunicare all’indirizzo giorgio.nicolini@poste.it o telefonando al 071.83552 o cell. 339.64242332 o facs. 071.83552. E’ disponibile anche un DVD con le spiegazioni del Prof. Nicolini delle “Miracolose traslazioni” esposte sui luoghi stessi ove sono avvenute.
non sono in gioco solo le “Sante Pietre”
ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica
E LA SALVEZZA ETERNA DELLE ANIME
“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):
Se il vescovo non parlerà, chi ha sbagliato morirà della sua colpa, e il vescovo sarà degno di pena perché non ha ammonito chi sbagliava (Sant’Ambrogio)
E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)
Nuova Iork, Le Torri Gemelle, 11 settembre 2001
In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc.13,1-5).
GIOVANNI PAOLO II
(Roma, sabato 8 dicembre 2001)
NUBI OSCURE SI ADDENSANO ALL’ORIZZONTE DEL MONDO
Nubi oscure si addensano all’orizzonte del mondo. L’umanità, che ha salutato con speranza l’aurora del terzo millennio, sente ora incombere su di sé la minaccia di nuovi, sconvolgenti conflitti. E’ a rischio la pace nel mondo.
IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! Non disprezzare! Accogli la nostra umile fiducia e il nostro affidamento! Oh, quanto ci fa male tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione! Quanto ci fa male che l’invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell’accoglienza, come doveva! Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col.1,24). Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’Eterno Amore! Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr. Gv.2,5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo (Giovanni Paolo II, dall’Atto di Affidamento e Consacrazione alla Vergine, a Fatima, il 13 maggio 1982).
“Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate…” (Mc.8,18)
LA STORIA DELLA SANTA CASA
INCISA SUL RIVESTIMENTO MARMOREO
PER VOLERE DEL SOMMO PONTEFICE CLEMENTE VIII
All’interno del Santuario di Loreto, sul rivestimento marmoreo della Santa Casa (lato Nord-Est) si può leggere incisa la sottostante iscrizione del 1595 di Papa Clemente VIII, che “definisce” con tale attestazione e con la sua autorità apostolica sia l’autenticità della “reliquia nazaretana” che l’autenticità della “miracolosità” della traslazione angelica.
Ospite cristiano che qui venisti o per devozione o per voto, ammira la Santa Casa Loretana venerabile in tutto il mondo per i misteri divini e per i miracoli. Qui nacque Maria SS. Madre di Dio, qui fu salutata dall’Angelo, qui s’incarnò l’eterno Verbo di Dio. Questa gli Angeli trasferirono dalla Palestina, la prima volta in Dalmazia, a Tersatto, nell’anno 1291 sotto il pontificato di Nicolò IV. Tre anni dopo, nel principio del Pontificato di Bonifacio VIII, fu trasportata nel Piceno, vicino alla città di Recanati, in una selva, per lo stesso ministero angelico, ove, nello spazio di un anno, cambiato posto tre volte, qui ultimamente fissò la sede già da 300 anni. Da quel tempo commossi i popoli vicini di sì stupenda novità ed in seguito per la fama dei miracoli largamente divulgata, questa Santa Casa ebbe grande venerazione presso tutte le genti, le cui mura senza fondamenta, dopo tanti secoli, rimangono stabili e intere. Fu cinta da marmoreo ornato da Clemente VII l’anno 1534. Clemente VIII P.M. ordinò che in questo marmo fosse descritta una breve storia dell’ammirabile Traslazione l’anno 1595. Antonio M. Gallo Cardinale, Vescovo di Osimo e Protettore di Santa Casa, la fece eseguire. Tu, o pio pellegrino, venera con devoto affetto la Regina degli Angeli e la Madre delle grazie, affinché per i suoi meriti e preghiere, dal Figliolo dolcissimo, autore della vita, ti ottenga perdono delle tue colpe, la sanità corporale e le gioie della eternità.
SANT’AGOSTINO E LA SUA TESTIMONIANZA
SULLA RELIQUIA DEL SASSO DI SANTO STEFANO IN ANCONA
* ANCON DORICA CIVITAS FIDEI *
ANCONA: CITTA’ DELLA FEDE – CITTA’ DELLA VITA
CROCEVIA DELLA DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO
SIN DALL’EPOCA APOSTOLICA
INSIEME A ROMA
«Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete» (Gv.21,6)
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI:
GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE
IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
MARIA IMMACOLATA REGINA DELLA STORIA
Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".
(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)
Siamo uomini e donne di un'epoca straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni. L'umanità possiede oggi strumenti di inaudita potenza: può fare di questo mondo un giardino o ridurlo a un ammasso di macerie. Oggi, come mai nel passato, l'umanità è a un "bivio"... (della "vita" e della "morte")... (Giovanni Paolo II, 8 ottobre 2000)
(Gv.13,34)
IL SASSO DI SANTO STEFANO
Una straordinaria reliquia in Ancona, risalente a circa il 30-35 d.C., prima della composizione dei Vangeli
Tratto dal libro del Prof. Giorgio Nicolini
“LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”
Ancona fu tra le primissime città al mondo a ricevere l’annuncio della fede cristiana, proprio “immediatamente” “dopo” la stessa Morte in Croce e Risurrezione di Cristo. Da Ancona poi si diffuse il cristianesimo, a motivo soprattutto di una “miracolosa reliquia” (tutt’oggi esistente) di un “sasso che colpì il protomartire Santo Stefano” (cfr. At.7,54-60) e che fu portato in Ancona da un marinaio ebreo (circa il 30-35 d.C., prima ancora della composizione dei Vangeli) ed ivi lasciato in obbedienza ad “una rivelazione divina ricevuta” e che veniva conservato in un Santuario risalente all’epoca costantiniana e divenuto celebre in tutto il Mediterraneo per i miracoli che vi avvenivano.
La documentazione più antica sulla presenza di un Santuario di Santo Stefano in Ancona è fornita da Sant’Agostino ed appartiene alle omelie che egli recitò nella Cattedrale di Ippona, nella prima metà del secolo V. E’ importantissima non solo sotto l’aspetto religioso, ma anche nei riguardi della vita civica di Ancona, perché attesta che la città era conosciuta, in quei tempi, per tutto il Mediterraneo.
Nell’Opera Omnia di Sant’Agostino è riportata una relazione compilata da un certo Paolo, che aveva peregrinato per i Santuari più famosi del tempo per impetrare la sua guarigione e quella dei suoi fratelli e sorelle. Egli ricorda, in tale relazione, che dopo essere stato a San Lorenzo presso Ravenna, dove guarì il maggiore tra i fratelli, diresse i suoi passi in Ancona, che era illustre per i miracoli al di sopra degli altri luoghi di culto: “…Sed ut de ceteris celeberrimis sanctorum locis taceam, etiam ad Anconam, Italiae civitatem ubi per gloriosissimum Martyrem Stephanum multa miracula Dominus operatur, eadem circuitione perveni”.
Dopo la lettura della relazione, nella Cattedrale di Ippona, Sant’Agostino tiene la sua omelia e, dopo aver ammonito i genitori a non maledire i figli - Paolo ed i suoi fratelli, infatti, si erano ammalati dopo essere stati maledetti dalla madre - spiega i motivi della notorietà del Santuario di Ancona, indicando anche come esso ebbe origine. Questo il testo (in una traduzione dal latino).
“Sanno molti quanti miracoli avvengono in questa città (Ancona) per l’intercessione del beatissimo Stefano. Ma ascoltate ciò che vi farà stupire: colà vi era una memoria antica ed ancora vi è (ed ancor oggi, nel 2007!) . Ma se, per caso, mi si dice: se ancora il corpo (di Santo Stefano) non era stato trovato, come poteva esservi una memoria? Ne mancherebbe il motivo. Ma ciò che la fama ci ha fatto conoscere, non lo tacerò alla vostra carità. Quando lapidavano Santo Stefano (cfr. Atti 7,54-60), vi erano intorno anche innocenti e soprattutto quelli che già credevano in Cristo: dicono che un sasso lo colpì su un gomito e, rimbalzando, cadde davanti ad un certo uomo pio. Questi lo prese e lo conservò. Costui era un navigante e quando a causa dei suoi viaggi toccò il porto di Ancona, gli fu rivelato che ivi doveva lasciare il sasso. Egli obbedì alla rivelazione e fece quanto gli era stato ordinato: da quel momento cominciò ad esservi la Memoria di Santo Stefano e si diceva che vi era un braccio di Santo Stefano, non conoscendosi esattamente di ciò che si trattava”.
In Ancona, dunque, vi fu portato “il sasso” che colpì il braccio di Santo Stefano (ed è perciò tutt’oggi una testimonianza “inequivocabile” – antecedente alla stessa composizione dei Vangeli - della “verità” dell’esistenza “storica” e della “morte” e “risurrezione” di Gesù Cristo, in Palestina!…). Per “volontà e rivelazione divina” fu lasciato in Ancona, ove vi fu costruito un Santuario divenuto “illustre per i miracoli al di sopra degli altri luoghi di culto”; … da essere conosciuto anche in Africa! e da farvi confluire pellegrini da tutto il Mediterraneo… Non per nulla nello stemma comunale del Comune di Ancona è riportato ancora oggi: “Ancon dorica civitas fidei”, “Ancona dorica città della fede”!
Tratto dal libro del Prof. Giorgio Nicolini
“LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”
Una prima digressione. In me sorge anche un interrogativo “misterioso”: perché la Santa Casa “ha sostato” sulla collina di Posatora “proprio” per “nove mesi”?… Forse per “richiamare” “qualcosa”?… Forse “persino” come un simbolico e spirituale riferimento al nome e alla topografia di Ancona, abitata dagli uomini dai più antichi tempi della preistoria, e che - secondo Dionigi d’Alicarnasso - furono addirittura i primi abitanti d’Italia? Reperti archeologici ed umani ritrovati nel 1962 sul Monte Conero, retrostante Ancona, sembrerebbero infatti datare la presenza dell’uomo su questi luoghi a decine di migliaia di anni fa (nel libro che ne tratta si parla di più di 100.000 anni fa: cfr. F. Burattini, Guida del Monte Conero, Aniballi, Ancona, 1985, p.29).
La parola “Ankon” deriva inoltre dai naviganti greci che, veleggiando lungo la costa, indicavano con quel termine, che poi servì di denominazione al centro abitato, un sicuro luogo di approdo (“quasi” “un grembo materno”). Esuli siracusani, che colonizzarono la città verso il 390 a.C., fissarono poi in modo definitivo quel nome, che vuol dire “gomito”, poiché l’insenatura del promontorio su cui sorge Ancona ha proprio la forma di “un braccio ripiegato a gomito”.
Poiché negli eventi predisposti dalla Provvidenza Divina nulla avviene senza un motivo, sembra, perciò, “quasi”, di dover interpretare che “il fatto temporale” della “sosta” “per nove mesi” della Santa Casa dell’Incarnazione del Figlio di Dio sulla collina di Posatora, prospiciente proprio il porto di Ancona, volesse come “richiamare” e “valorizzare” – in quell’epoca come ancor oggi - proprio “la vita umana maternamente protetta” come “quel braccio ripiegato a gomito” (cioè, “ankon”), che ben simboleggia e richiama “una madre” - come lo fu anche la Vergine Maria - che “accoglie” e “custodisce” “la vita umana” nel suo grembo, “per nove mesi”. Così infatti ben rappresenta la topografia di “Ankon” (cioè, “Gomito”, come si dovrebbe chiamare “Ancona” in lingua italiana!), con “l’accogliente” porto, e che sembra come voler “accogliere” la stessa collina di Posatora - su cui si è “posata” per nove mesi la Santa Casa - così come una madre “accoglie per nove mesi nel suo grembo” “la vita” dell’uomo!…
* ANCON DORICA CIVITAS FIDEI *
ANCONA: CITTA’ DELLA FEDE – CITTA’ DELLA VITA
CROCEVIA DELLA DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO SIN DALL’EPOCA APOSTOLICA
INSIEME A ROMA
«Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete» (Gv.21,6)
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE
IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Il completamento dello studio è pubblicato nel libro del Prof. Nicolini, dal titolo
“LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”.
LA STOLTEZZA DELL’ABBANDONO DELLA “VERITA’” DELLA SANTA CASA E DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI
LE GRAVI CONSEGUENZE DELL’APOSTASIA LAURETANA
L’OFFUSCAMENTO E L’OCCULTAMENTO DELLA VERITA’ DELL’INCARNAZIONE
NELLA CULTURA E NELLA SOCIETA’ OCCIDENTALE SEMPRE PIU’ MULTIETNICA E MULTIRELIGIOSA
non sono in gioco solo le “Sante Pietre”
ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica
“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):
RECITIAMO QUESTA NUOVA “VIA CRUCIS” IN RIPARAZIONE DELLA DISSACRAZIONE AVVENUTA DELLA STORIA E DEL CULTO DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO E PER IL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELL’AUTENTICITA’ DELLA PRESENZA A LORETO DELLA “SANTA CASA” E DELL’AUTENTICITA’ DELLE SUE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”.
IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO
GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI
LA VIA CRUCIS DEL BEATO PIETRO VIGNE
Libero adattamento composto dal Prof. Giorgio Nicolini sui testi del Beato Pietro Vigne
Meditazioni per ogni giorno del mese, nelle quali si troveranno molteplici motivi assai convincenti per amare Dio, bellissimi esempi di tutte le virtù, ragioni convincenti che ci spingono ad impegnarci in esse, mezzi per acquistarle e infine molti modi, facili ed utili, di metterle in pratica.
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
In nome di Gesù Cristo, ti preghiamo, Padre, di concederci
- il dono del timore che ci impedisca di offenderti;
- il dono della pietà che ci permetta di amarti come Padre nostro;
- il dono della scienza che ci aiuti ad elevarci dalle cose visibili a quelle invisibili, a te che ne sei il Creatore;
- il dono del consiglio per non fare nulla senza prima conoscere la tua Volontà;
- il dono della fortezza per resistere alle tentazioni che si oppongono alla nostra salvezza;
- il dono dell’intelletto per essere illuminati sui misteri che tu ci proponi;
- il dono della sapienza che ci faccia comprendere e gustare ciò che è divino e ci faccia porre le nostre delizie nel tuo amore sino alla fine dei nostri giorni.
STAZIONE XXIII
IL COMPIANTO SU GESU’
PREGHIERA
O Gesù, così battuto e sfigurato, tutta Gerusalemme piangeva su di te nel vederti salire al Calvario in quello stato miserevole; concedici la grazia di piangere sui nostri peccati con una sincera e costante contrizione di cuore, poiché essi sono la causa dei tuoi dolori e sfigurano ai tuoi occhi l’anima nostra.
MEDITAZIONE
E’ scritto nel Vangelo: “Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?»” (Lc.23, 27-31).
Gesù rimprovera la folla di uomini e donne che lo seguivano piangendo, per l’imperfezione del loro pianto e della loro tristezza. Insegna loro quale doveva essere l'oggetto del loro dolore, precisando che dovevano piangere sui propri peccati e su quelli dei loro figli.
Gesù propone loro tre forti motivi per un dolore più perfetto e più utile alla salvezza dell’anima e cioè: le maledizioni eterne che i dannati proferiranno contro coloro che li misero al mondo senza averli aiutati ad ottenere la salvezza; il desiderio che avranno un giorno di cadere nel nulla piuttosto che udire la loro condanna eterna; le sofferenze che egli era costretto a sopportare per i peccati del mondo. Cercava di far comprendere questo attraverso la figura del legno verde che lo rappresentava: se il Padre suo non risparmiava la sua Persona sacra e prediletta, assolutamente necessaria per produrre frutti di bene, così bella per l’altezza delle sue virtù figurate nelle foglie dell'albero e che si era fatta carico di soddisfare la sua giustizia per tutti i peccati del mondo, quanto gravi dovevano essere i castighi preparati per i peccatori! Questi erano rappresentati dal legno morto, perché privi della grazia che dà la vita all’anima unendola a Dio: essi, infatti, non producono frutto perché non sono uniti a Dio, all’albero cioè che li fa produrre, non hanno bellezza alcuna perché il peccato, privandoli della qualità di figli di Dio, li priva anche di tutte le belle virtù, dei doni dello Spirito Santo e di quella carità che li rende così graditi a Dio e a tutta la corte celeste.
La grazia della contrizione
L’uomo peccatore non potrà mai ricevere da Dio grazia più eccellente di quella che consiste nell’affliggersi sinceramente d’averlo offeso e nella promessa sincera di cambiare vita.
Ugualmente, non vi è comandamento più vincolante e indispensabile di un pentimento vero per le colpe commesse. Questo dolore e questo rincrescimento di aver fatto dispiacere a Dio disubbidendo alla sua Legge è talmente necessario che il Sacramento della Penitenza non sarebbe più un Sacramento ma un enorme delitto se mancasse tale sincera contrizione del cuore, anche se si fossero dichiarati esattamente i propri peccati e si fosse ricevuta l’assoluzione; in mancanza di questo dolore, infatti, non vi sarebbero che vane parole, incapaci di produrre effetto.
Cerchiamo di spiegare ordinatamente quanto detto.
Quando parliamo di contrizione dobbiamo intendere la contrizione in generale, che comprende la contrizione perfetta e la contrizione imperfetta. La prima è quella prodotta da un santo amore di Dio; la seconda è quella prodotta anche dal timore dei castighi di Dio e di perderlo eternamente. (…)
La contrizione è di un valore infinito: essa ci fa acquistare il possesso eterno di Dio e il godimento di gioie ineffabili che non avranno mai fine; essa ci fa pagare un debito che supera tutto quello che lo spirito umano può immaginare di più arduo e pesante da pagare, cioè le orribili ed eterne pene dell’inferno da cui la contrizione ci libera. E’ dunque evidente che si tratti della cosa più eccellente e di maggior valore che vi sia nella vita pur santa di un cristiano. (…)
Se uno volesse conoscere l’eccellenza e il valore della contrizione io risponderei: ditemi quanto vale il possesso eterno di Dio, quanto vale il godimento perenne dei beni più grandi, dei piaceri più desiderati, degli onori più insigni che, una volta posseduti, non conosceranno interruzione o termine. Ditemi ancora come giudicate le terribili pene che si soffrono eternamente in luoghi pieni di fuoco e di fiamme e che si esprimerebbero meglio con incessanti lacrime che mediante le parole più eloquenti.
Se mi farete capire tutto questo, io vi risponderò che la contrizione vale altrettanto, poiché con essa si comprano gli uni e si pagano gli altri: tutto a prezzo della stessa moneta.
Un solo atto di contrizione assume dunque un valore infinito, supera tutto ciò che gli spiriti più eminenti potrebbero immaginare. Occorrerebbe un’eternità per spiegare solo in parte l’eccellenza della contrizione.
INVOCAZIONI
Ah, mio Dio, che cosa potrei fare per ottenere questa contrizione? Quand’anche mi applicassi con tutte le mie forze e per tutta la vita per ottenerla, non avrò certo perduto il mio tempo, anche se l’avessi una sola volta; anche se dessi quanto ho al mondo per averla, potrò mai pagarla abbastanza? Quand’anche affrontassi tutte le sofferenze ed i martirii, non basterebbero ad acquistare un bene di tale portata. Tutti i beni dell’universo non basterebbero a pagare un solo atto di contrizione. Tutte le opere di mortificazione, tutte le azioni più sante di un cristiano, tutte le sue preghiere messe insieme, tutte le grazie e le virtù naturali e soprannaturali, non valgono per un peccatore una piccola parte di un solo atto di contrizione, dal momento che per tal mezzo egli è giustificato davanti a Dio. In tal modo, se uno venisse a morire con la contrizione egli avrebbe tutto: senza di essa non avrebbe niente in quel supremo istante; anche se avessimo fatto tutti i miracoli dei Santi, tutte le penitenze dei Religiosi, anche se avessimo avuto il dono della profezia, la fede degli Apostoli e la scienza di tutti i Dottori: tutto questo, ripeto, non sarebbe nulla. Infine, saremmo perduti eternamente se, trovandoci in peccato mortale, morissimo senza sentire una sincera contrizione di aver offeso Dio o senza il suo amore. (…). Con un atto di contrizione, invece, siamo sicuri di possederlo eternamente se veniamo a morire in quell’istante. (…).
La contrizione è un puro dono di Dio e fra tutti i doni che ci concede per la nostra salvezza è il più eccellente, il più essenziale e necessario: ne consegue che bisogna adoperarsi con tutte le forze per ottenerla.
Il nostro cuore dovrebbe anelare continuamente, se fosse possibile, al felice momento in cui ne sarà penetrato: per questo bisognerebbe chiederla a Dio ogni mattina senza dimenticarlo ed anche durante la giornata di tanto in tanto e la sera prima di coricarci; ma in modo particolare quando partecipiamo all’adorabile sacrificio della Santa Messa, ripeteremo a Dio con grande devozione: “Io non sono degno, o Signore, che tu ascolti la mia preghiera, perché io sono un povero peccatore che ti ha offeso tante volte; ma tu guarda il tuo caro Figlio, oggetto delle tue compiacenze: per amor suo io ti prego con tutte le forze dell’anima mia di concedermi una contrizione perfetta che renda puro e gradito ai tuoi occhi me, che il peccato aveva reso orribile e deforme; per mezzo del sacrificio della sua croce io posso sperarla dalla tua misericordia… Con Lui, in Lui e per mezzo di Lui io mi rivolgo a te con una grande speranza di essere esaudito in questa incomparabile preghiera: per essa aspiro a ricevere l’immenso favore della giustificazione dell’anima mia attraverso quella contrizione che ti domando. Come vorrei, o mio Dio, che tutte le gocce del mio sangue, tutti i sospiri del mio cuore, tutti i palpiti delle mie arterie fossero altrettante voci eloquenti e ardenti desideri che ti inducano ad accordarmi una vera compunzione di cuore, un sincero pentimento e una profonda afflizione per averti tante volte offeso durante la vita. Amen!”.
PROPOSITI
Non abbiamo ricevuto da Dio comandamento più indispensabile che ci obbliga più strettamente come quello di fare penitenza, cioè di avere una perfetta contrizione se siamo in stato di peccato. E’ un comandamento indispensabile per la salvezza. (…). Pertanto, assolutamente parlando, è impossibile che un uomo in peccato possa sfuggire alla dannazione eterna e conseguire il Paradiso senza questa contrizione, o al di fuori della confessione senza l’amore di Dio. Se siamo nell’impossibilità di digiunare, di ricevere l’assoluzione, di fare la Comunione, di restituire i beni male acquistati, supposto che si tratti di una vera impossibilità, questa ci scusa presso Dio, che può perdonarci tale inadempienza dei suoi Comandamenti, ma a patto che si abbia la contrizione. (…).
Se siamo in peccato mortale, nulla ci può obbligare più strettamente del comandamento della vera contrizione: né legge divina, né legge naturale, né legge ecclesiastica, né l’obbligo di ricevere il Sacramento. Il Battesimo non è assolutamente necessario ad un pagano, poiché mediante il desiderio di riceverlo o attraverso il martirio egli riceverebbe la stessa grazia che gli conferirebbe il battesimo con l’acqua. L’impossibilità scusa dunque coloro che non osservano queste leggi; mai però e in nessun caso possiamo fare a meno della contrizione in generale o dell’amore di Dio che è il suo equivalente, se vogliamo che Dio ci perdoni. “Oracolo del Signore. Su chi volgerò lo sguardo? Sull'umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi teme la mia parola” (Is.66,2).
Dalla Lettera di San Paolo ai Romani (12,1-2)
Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
CELEBRAZIONE DELLA PENITENZA
CON I GIOVANI DELLA
DIOCESI DI ROMA
IN PREPARAZIONE ALLA XXII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
Giovedì, 29 marzo 2007
Cari amici,
ci incontriamo questa sera, in prossimità della XXII Giornata Mondiale della Gioventù, che ha per tema, come sapete, il comandamento nuovo lasciatoci da Gesù nella notte in cui fu tradito: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv.13,34). Saluto cordialmente tutti voi che siete venuti dalle varie parrocchie di Roma. Saluto il Cardinale Vicario, i Vescovi Ausiliari, i sacerdoti presenti, con un pensiero speciale per i confessori che tra poco saranno a vostra disposizione. L’odierno appuntamento, come già ha anticipato la vostra Portavoce, che ringrazio per le parole rivoltemi a vostro nome all’inizio della celebrazione, assume un profondo ed alto significato. È, infatti, un incontro attorno alla Croce, una celebrazione della misericordia di Dio che nel Sacramento della confessione ognuno di voi potrà sperimentare personalmente.
Nel cuore di ogni uomo, mendicante di amore, c’è sete di amore. Il mio amato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, scriveva già nella sua prima Enciclica Redemptor hominis: “L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa pienamente” (n.10). Ancor più il cristiano non può vivere senza amore. Anzi, se non incontra l’amore vero non può dirsi nemmeno pienamente cristiano, perché, come ho rilevato nell’Enciclica Deus caritas est, “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (n.1).
L’amore di Dio per noi, iniziato con la creazione, si è fatto visibile nel mistero della Croce, in quella kenosi di Dio, in quello svuotamento ed umiliante abbassamento del Figlio di Dio che abbiamo sentito proclamare dall’apostolo Paolo nella prima Lettura, nel magnifico inno a Cristo della Lettera ai Filippesi. Sì, la Croce rivela la pienezza dell’amore di Dio per noi. Un amore crocifisso, che non si ferma allo scandalo del Venerdì Santo, ma culmina nella gioia della Risurrezione e Ascensione al cielo e nel dono dello Spirito Santo, Spirito dell’amore per mezzo del quale, anche questa sera, saranno rimessi i peccati e concessi il perdono e la pace.
L’amore di Dio per l’uomo, che si esprime in pienezza sulla Croce, è descrivibile con il termine agape, ossia “amore oblativo che cerca esclusivamente il bene dell’altro”, ma pure con il termine eros. Infatti, mentre è amore che offre all’uomo tutto ciò che Dio è, come ho osservato nel Messaggio per questa Quaresima, è anche un amore dove il “cuore stesso di Dio, l’Onnipotente, attende il ‘sì’ delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa”.
Purtroppo “fin dalle sue origini l’umanità, sedotta dalle menzogne del Maligno, si è chiusa all’amore di Dio, nell’illusione di una impossibile autosufficienza (cfr Gn 3,1-7)”. Ma nel sacrificio della Croce Dio continua a riproporre il suo amore, la sua passione per l’uomo, quella forza che, come si esprime lo Pseudo Dionigi, “non permette all’amante di rimanere in se stesso, ma lo spinge a unirsi all’amato” (De divinis nominibus, IV, 13; PG 3, 712), venendo a “mendicare” l’amore della sua creatura.
Questa sera, accostandovi al Sacramento della confessione, potrete fare l’esperienza del “dono gratuito che Dio ci fa della sua vita, infusa nella nostra anima dallo Spirito Santo per guarirla dal peccato e santificarla” (CCC, 1999) affinché, uniti a Cristo, diventiamo creature nuove (cfr 2 Cor 5,17-18).
Cari giovani della Diocesi di Roma, con il Battesimo voi siete già nati a vita nuova in virtù della grazia di Dio. Poiché però questa vita nuova non ha soppresso la debolezza della natura umana, né l’inclinazione al peccato, ci è data l’opportunità di accostarci al Sacramento della confessione. Ogni volta che lo fate con fede e devozione, l’amore e la misericordia di Dio muovono il vostro cuore, dopo un attento esame di coscienza, verso il ministro di Cristo. A lui, e così a Cristo stesso, esprimete il dolore per i peccati commessi, con il fermo proposito di non peccare più in avvenire e con la disponibilità ad accogliere con gioia gli atti di penitenza che egli vi indica per riparare il danno causato dal peccato.
Sperimentate così il “perdono dei peccati; la riconciliazione con la Chiesa; il ricupero, se perduto, dello stato di grazia; la remissione della pena eterna meritata a causa dei peccati mortali e, almeno in parte, delle pene temporali che sono conseguenza del peccato; la pace e la serenità della coscienza, e la consolazione dello spirito; l’accrescimento delle forze spirituali per il combattimento cristiano di ogni giorno” (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, 310). Con il lavacro penitenziale di questo Sacramento, siamo riammessi nella piena comunione con Dio e con la Chiesa, compagnia affidabile perché “sacramento universale di salvezza” (Lumen gentium, 48).
Nella seconda parte del comandamento nuovo il Signore dice: “Amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Certamente Egli attende che ci lasciamo attrarre dal suo amore e ne sperimentiamo tutta la grandezza e bellezza, ma non basta! Cristo ci attira a sé per unirsi a ciascuno di noi, affinché, a nostra volta, impariamo ad amare i fratelli con lo stesso suo amore, come Lui ci ha amati. Oggi, come sempre, c’è tanto bisogno di una rinnovata capacità di amare i fratelli. Uscendo da questa celebrazione, con i cuori ricolmi dell’esperienza dell’amore di Dio, siate preparati ad “osare” l’amore nelle vostre famiglie, nei rapporti con i vostri amici e anche con chi vi ha offeso. Siate preparati ad incidere con una testimonianza autenticamente cristiana negli ambienti di studio e di lavoro, ad impegnarvi nelle comunità parrocchiali, nei gruppi, nei movimenti, nelle associazioni e in ogni ambito della società.
Voi, giovani fidanzati, vivete il fidanzamento nell’amore vero, che comporta sempre il reciproco rispetto, casto e responsabile. Se il Signore chiama alcuni di voi, cari giovani amici di Roma, ad una vita di particolare consacrazione siate pronti a rispondere con un “sì” generoso e senza compromessi. Donandovi a Dio e ai fratelli, sperimenterete la gioia di chi non si ripiega su se stesso in un egoismo troppo spesso asfissiante. Ma tutto ciò, certamente, ha un prezzo, quel prezzo che Cristo per primo ha pagato e che ogni suo discepolo, anche se in modo ben inferiore rispetto al Maestro, deve anch’egli pagare: il prezzo del sacrificio e dell’abnegazione, della fedeltà e della perseveranza senza le quali non c’è e non ci può essere vero amore, pienamente libero e sorgente di gioia.
Cari ragazzi e ragazze, il mondo aspetta questo vostro contributo per l’edificazione della “civiltà dell’amore”. “L’orizzonte dell’amore è davvero sconfinato: è il mondo intero!” (Messaggio per la XXII Giornata Mondiale della Gioventù). I sacerdoti che vi seguono ed i vostri educatori sono certi che, con la grazia di Dio ed il costante soccorso della sua divina misericordia, riuscirete ad essere all’altezza dell’arduo compito al quale il Signore vi chiama. Non perdetevi d’animo ed abbiate sempre fiducia in Cristo e nella sua Chiesa! Il Papa vi è vicino e vi assicura un ricordo quotidiano nella preghiera, affidandovi particolarmente alla Vergine Maria, Madre di misericordia, perché vi accompagni e vi sostenga sempre. Amen!
IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI EUROPEI”
CHE AVRA’ LUOGO A LORETO ALL’INIZIO DI SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA
ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE, ECCO ORA IL GIORNO DELLA SALVEZZA
E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2^Cor.6,1-2)
Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. (Lc.4,16-19)
LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
UN ANNO DI GRAZIA LAURETANO
Venerdì, 8 settembre 2006 – Sabato, 8 settembre 2007
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della Divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen.
AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI UN UMILE CONSIGLIO
PER DARE MAGGIORE RISONANZA AL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELLE TRASLAZIONI MIRACOLOSE
UN PELLEGRINAGGIO PAPALE
SUI LUOGHI DELLE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI” STORICAMENTE DOCUMENTATE
30-31 agosto 2007/1-2…8 settembre 2007
* A TERSATTO ove rimase per circa 3 anni e mezzo (10.5.1291-10.12.1294)
* Ad ANCONA (loc. POSATORA), ove rimase per nove mesi (nel 1295).
* Nella Selva della signora LORETA (Loc. BANDERUOLA), ove rimase per circa 8 mesi (dalla fine del 1295).
* Sul campo dei due fratelli di nome Antici, ove rimase per circa 4 mesi, dal 10 agosto 1296(presso il Palazzo Apostolico Lauretano).
* Sulla pubblica strada, cioè nel SANTUARIO LAURETANO ove ancor ora si trova, forse dal 2 dicembre 1296.
Ho pensato che questi angeli possono volare
perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto
(Benedetto XVI: Roma, 5 marzo 2007, a conclusione degli Esercizi Spirituali)
LEONE XIII
(Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894)
Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose.
GIOVANNI PAOLO II AI GIOVANI
Viviamo tempi di rapidi e profondi mutamenti. Ci si chiede spesso, guardando con apprensione gli eventi. “Dove andare?” e “Con chi andare?”. Serpeggia in diversi vostri coetanei la paura dell’ignoto e dell’avvenire. Si è tentati di cedere, di adagiarsi nel dubbio e nello scoraggiamento, quasi stanchi di vivere e di continuare a lottare per la verità e per il bene. Alzati!”. Ecco il primo fermo invito del Signore… “Alzati!”, ripete Gesù suscitando in chi l’ascolta una meravigliosa forza spirituale. Giovani che mi ascoltate, sì, egli vi invita a mettervi in piedi… Perché? Che cosa significa “alzarsi”? Significa, prima di tutto, uscire dal guscio di una condizione che tiene bloccati, per acquisire la piena misura dell’essere uomini e donne, secondo il progetto divino. Significa reagire alla tentazione di chiudersi nella logica del proprio tornaconto personale, che conduce sempre più lontano dalla vera identità, sino a rendere la persona irriconoscibile, dimentica completamente del “nome”. Di quale nome? Il nome che portiamo tutti, che porta ciascuno di noi: figlio di Dio. Questo nome è profondamente scolpito nei nostri cuori; è scolpito da Gesù attraverso tutto il suo Vangelo, il suo essere con noi attraverso le sue opere e le sue parole e soprattutto attraverso la sua Croce e la sua Risurrezione. Quel nome: figlio di Dio, figli e figlie di Dio. Alzarsi vuol dire mettersi in cammino, un cammino di ricerca e di liberazione, di lotta al proprio egoismo e di apertura ai fratelli. Tutti possono compiere quest’itinerario di conversione e di rinnovamento. Esso si attua innanzitutto nel fondo della coscienza di ognuno. Come racconta San Luca, nella stupenda parabola del Padre misericordioso, il figlio prodigo “rientrò in se stesso e disse: … Mi alzerò…” (Lc.15,17-18). Ogni credente è chiamato a percorrere questo stesso sentiero: alzarsi in se stesso, interiormente, alzarsi dal peccato, alzarsi dall’egoismo, alzarsi dagli errori e dirigersi senza indugio verso Dio e verso il prossimo.
Carissimi giovani,… l’Italia, il mondo intero hanno bisogno di una rinnovata giovinezza dello spirito; hanno bisogno di una umanità giovane nel cuore e nelle intenzioni. Ecco, voi giovani siete una realtà emblematica, perché questo alzarsi palpita nei vostri cuori. Voi dovete essere questa nuova umanità, ricca di promesse e di speranze. Vi chiederete: Come può avvenire questo? Colui che dice “Alzatevi!” non vi dà solo un comando. Egli stesso – possiamo dire – vi prende per mano, vi sta vicino, cammina insieme con voi, fa tutta la strada con voi, dà se stesso per i fratelli, fino alla fine. Non si limita a dare un comando. No, no. Prende per mano. Che cosa è il Vangelo, che cosa è la Croce: è questo prendere per mano ciascuno di noi… Prendere per mano efficacemente, non soltanto comandare. Dare la possibilità, donare se stesso. Donando se stesso dare la forza all’uomo peccatore, all’uomo debole, all’uomo che sempre ha bisogno di conversione…. Ecco la prospettiva dell’edificazione di un’altra civiltà, di una nuova civiltà: la civiltà dell’amore. Siamo qui per dare una realtà, iniziale ma oggettiva, a questo grande progetto della civiltà dell’amore. Questa è la civiltà di Gesù, questa è la civiltà della Chiesa, questa è la civiltà cristiana vera, questa è la vostra civiltà. Voi aspirate a questa civiltà, non ad un’altra: la civiltà dell’amore.
(Giovanni Paolo II, discorso ai giovani)
Si tratta di lavorare e collaborare perché sulla terra, che la Provvidenza ha destinato ad essere l'abitazione degli uomini, la casa di famiglia, simbolo dell'unità e dell'amore, vinca tutto ciò che minaccia questa unità e l'amore tra gli uomini... Perché questa casa familiare diventi l'espressione delle aspirazioni degli uomini, dei popoli, delle nazioni, dell'umanità, malgrado tutto ciò che le è contrario... la casa della propria cultura, della propria storia; la casa di tutti e la casa di ciascuno... Poiché nella nostra difficile epoca, ed anche nei tempi che vengono, può salvare l'uomo soltanto il vero grande AMORE! Senza amore, senza il vero grande Amore, non c'è la casa per l'uomo sulla terra... O madre della Casa Nazaretana, questo mio e nostro pellegrinaggio, che è una grande comune PREGHIERA PER LA CASA dell'uomo della nostra epoca: per la casa, che prepara i figli di tutta la terra all'ETERNA CASA DEL PADRE NEL CIELO. Ecco l'ispirazione che trovo qui, a Loreto.
Giovanni Paolo II - Loreto, 8 settembre 1979
DALLA RADIO VATICANA
Cfr. indirizzo Internet:
http://www.radiovaticana.org/radiogiornale/ore14/2007/aprile/07_04_19.htm#ban_ki_moon
All’indomani del primo incontro tra Benedetto XVI e il nuovo segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon,
il cardinale Martino auspica, ai nostri microfoni, la visita del Papa al Palazzo di Vetro
Ripristinare la “fiducia nel multilateralismo” e rafforzare “il dialogo tra le culture”: questo, in sintesi, il contenuto dell’incontro tra Benedetto XVI e il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, avvenuto ieri sera in Vaticano. Ban Ki-moon, informa una nota della Sala Stampa della Santa Sede, ha voluto incontrare il Santo Padre nel quadro dei suoi primi viaggi effettuati in Africa, Europa e Medio Oriente, a pochi mesi dalla presa di possesso della carica. L’incontro ha offerto anche l’occasione al segretario generale di rivolgere al Papa un invito ufficiale a visitare la sede delle Nazioni Unite. Il colloquio tra Benedetto XVI e Ban Ki-moon ha voluto, inoltre, sottolineare “l’apprezzamento della Santa Sede per il ruolo centrale svolto dall’Organizzazione nel mantenere la pace nel mondo e promuovere lo sviluppo dei popoli”.
Sul significato di questo incontro di ieri, Alessandro Gisotti ha intervistato il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, e per 16 anni Osservatore Permanente della Santa Sede all’ONU di New York:
R. – Devo dire che ieri ho avuto anche io il piacere di vedere il mio vecchio amico Ban Ki-Moon. L’appoggio della Santa Sede e in particolare dei Papi alle Nazioni Unite risale fin dalla sua fondazione. E perché i Papi hanno creduto e credono tutt’ora all’ONU? Paolo VI disse: “E’ l’unica via che deve percorrere la civiltà moderna per una intesa tra tutti i popoli”. Ma, allo stesso tempo si aggiunge all’appoggio anche il pungolo alla riforma, perché un Organismo come l’ONU deve mantenersi al passo con i tempi.
D. – Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha invitato Benedetto XVI a visitare l’ONU. In considerazione anche di quanta eco hanno avuto il discorso di Paolo VI che lei citava, così come le due visite di Giovanni Paolo II nel ’79 e nel ’95. quali aspettative ci possono essere per una visita di Papa Benedetto XVI?
R. – Proprio ieri Ban Ki-moon mi ha detto che ha invitato il Santo Padre e da quello che mi ha anticipato, al suo ritorno a New York farà l’invito ufficiale. Quindi deve aver capito che il Papa non ha detto “no”! Ci auguriamo che lo faccia. Naturalmente Papa Benedetto XVI ci darà davvero una lezione in internazionalismo il giorno che andrà sul podio dell’ONU.
D. - Lei conosce da molti anni Ban Ki-moon: che personalità è, in vista del ruolo così importante e significativo che ora si trova a svolgere?
R. – Bisogna entrare, anzitutto, nel modo di essere degli orientali, perché altrimenti si possono avere false impressioni. Io che lo conosco bene posso dire, però, che dietro alla sua gentilezza, alla sua timidezza, che a volte è riservatezza, c’è una persona solida, una persona che farà benissimo e che non bisogna giudicare dai primi 100 giorni di governo.
Nell’incontro tra il Papa e Ban Ki-moon - informa ancora la Sala Stampa vaticana - si è evocato il contributo che la Chiesa Cattolica e la Santa Sede “possono dare, a partire dalla loro identità e con i mezzi loro propri, all’azione delle Nazioni Unite per la soluzione dei conflitti in atto e il raggiungimento dell’intesa tra le Nazioni”.
Sul rinnovato apprezzamento della Santa Sede per il multilateralismo, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione del prof. Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore:
R. – Non c’è dubbio che ci sia una tradizione di attenzione al multilateralismo da parte della Santa Sede che si è progressivamente centrata nel tempo. Direi che in questo momento c’è un ritorno, in qualche modo, di prospettiva per questo multilateralismo legato da un lato alla crisi della politica estera americana, dall’altro al fatto che non c’è più Kofi Annan. Ban Ki-moon è sicuramente un personaggio dal profilo meno evidente, rispetto al suo predecessore, però questa è una buona notizia perché mi pare che consenta quel lavoro discreto alle Nazioni Unite che proprio la personalità eccessivamente presenzialista di Kofi aveva impedito.
D. – Ban Ki-moon ha invitato Benedetto XVI alle Nazioni Unite. Qualora il Pontefice accettasse, quale incidenza potrebbe avere – al di là dell’aspetto pastorale?
R. – Io credo che sia un test importante per due ragioni. La prima è che le Nazioni Unite sono in una forte crisi di legittimazione, data dal fatto che vengono denunciate sempre di più come una Organizzazione tutto sommato espressione della cultura politica occidentale uscita trionfante dalla seconda guerra mondiale. Dall’altra parte, questo Papa parlerà come capo della cattolicità in una stagione storica in cui la questione dei rapporti tra religioni è ben diversa da quella che si presentava ai tempi di Paolo VI e anche di Giovanni Paolo II.
IL SOGNO DELL’OTTAVA CHIESA
Dalla "Lettera alla Chiesa di Dio che è in Ancona e Osimo" di Mons. Edoardo Menichelli
NON HO SMARRITO LA DIMENSIONE DEL SOGNO
Siamo tutti immersi dentro una sovrabbondanza di “parole ecclesiali” che non sempre riescono a fare sintesi tra i piani di Dio e le risposte umane perché frequentemente impastate di estetismi verbali e tecnicismi progettuali da... marketing aziendale. Il Signore ci restituisca la capacità di... sognare, di nutrirci di passioni ideali, di soffrire l’inquietudine dello scarto tra i suoi disegni e le nostre realizzazioni.
Vi confesso che non ho mai smarrito la dimensione del sogno, che in definitiva è la dimensione che non ci appiattisce nell’abitudine, nella “routine”, nella ripetitività, nella pigrizia, nelle stanchezze psicologiche, nei comodi rifugi mentali.
In questa chiave ho riletto l’Apocalisse e le lettere alle sette Chiese. L’apostolo Giovanni in ogni Chiesa rileva peccati, incongruenze, omissioni, disaffezioni, cadute etiche. In sintesi: apostoli “finti”, rarefazione del primo amore, paura delle prove e delle tribolazioni, tradimenti della Parola, cedimenti agli “idoli”, mancanza di vigore nell’annuncio, rivoltante tiepidezza, smisurati orgogli.
Pur sapendo che l’itinerario di ogni credente e di ogni Chiesa, è sempre in bilico tra fedeltà e infedeltà, e non ipotizzando ingenui e disincarnati “angelismi”, sogno la mia e nostra Arcidiocesi di Ancona come... l’Ottava Chiesa, quella che Dio stesso sogna. (...).
Vi chiedo di condividere questo mio sogno affinché diventi un sogno robusto alimentato dalle energie e dall’impegno di tutti e da tutti partecipato. E nessuno dica: “Io non c’entro”, magari “nascosto” o “consolato” dentro la buca confortevole delle proprie personali, parziali e gratificanti visioni. Riprendere lo stupore di essere servi e figli della Chiesa sposa amata da Cristo Signore.
dalla "Lettera alla Chiesa di Dio che è in Ancona e Osimo"
+ Mons. Edoardo Menichelli
Cfr. Internet: www.operadellavita.it/sogno.htm
UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE
+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *
Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile. Prof. Giorgio Nicolini - giorgio.nicolini@poste.it
La difesa della NOSTRA fede cristiana
LA GUERRA CONTRO LA VITA
DI FRONTE AI PROGETTI CONTRO LA VITA E LA FAMIGLIA
E DI LEGALIZZAZIONE DELL’EUTANASIA
COMPRENDONO ORA I CATTOLICI ITALIANI IL LORO GRAVE PECCATO
NELL’AVERE DISOBBEDITO ALLA CHIESA
VOTANDO CANDIDATI CHE – PER POCHE MIGLIAIA DI VOTI -
HANNO POTUTO COSTITUIRE UN GOVERNO ANTI-CRISTIANO?
Cfr. Sito Internet: www.lavocecattolica.it/lettera6aprile2006.htm
LA VITTORIA DELLE “SINISTRE” ALLE ELEZIONI ITALIANE
----- Original Message -----
From: franchina ester
Sent: Saturday, September 30, 2006 3:38 PM
Subject: Re: IL SASSO DI SANTO STEFANO
Stimatissimo Professore,
troppe persone e (personaggi!!!) della Chiesa nelle ultime elezioni hanno votato la Sinistra!
Eppure, non era necessario né intelligenza, né troppa luce per poter capire... Compresi dei Vescovi che consigliavano Prodi... Forse per l'immagine di famiglia?!... questo sarebbe purtroppo davvero grave, poiché se fosse così davvero, cioè che fosse stato per l’immagine di famiglia unita, rivelerebbe però, dietro, una ristrettezza di mente… molto e molto ristretta… con tanti esempi diversi davanti….
Ed ora?!...
Con stima.
FRANCHINA ESTER
Biella
LA RISPOSTA
----- Original Message -----
From: Giorgio Nicolini
To: franchina ester
Sent: Sunday, October 01, 2006 1:12 AM
Subject: Il giudizio morale sulle elezioni
Ancona, 1° ottobre 2006
Gent.ma Franchina,
La ringrazio del messaggio e della stima.
Nel periodo precedente alle elezioni la Chiesa aveva dato con chiarezza “il giudizio morale”, attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede, Mons. Amato (portavoce del Papa), e il Card. Ruini, giudicando “immorale” (cioè, essere “un peccato grave”) votare candidati (anche cattolici) che appartenessero alla coalizione di sinistra, come avevo anche spiegato nel mio Giornale Informatico, indicato nel collegamento Internet: www.lavocecattolica.it/lettera6aprile2006.htm
In realtà la Sinistra ha vinto le elezioni per poche migliaia di voti, proprio a causa di alcuni Vescovi e molti sacerdoti che hanno scritto e insegnato il contrario di quanto aveva insegnato la Chiesa. Più che di ristrettezza mentale, c'è da considerare che qui ci troviamo in una vera “mancanza di coscienza” in tanti ecclesiastici, che non sanno più discernere ciò che è peccato e ciò che non lo è, e non lo sanno più insegnare ai loro fedeli.
Ora?... Ora dobbiamo riparare, pregando e offrendo le nostre sofferenze per la conversione dei peccatori, anche ecclesiastici, secondo come ci aveva chiesto la Vergine Immacolata a Fatima.
Un cordiale saluto e l'augurio di una Santa Domenica.
Prof. GIORGIO NICOLINI
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LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA
PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”
Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA
Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.
Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.
Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.
Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.
Amen.
ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”
PER LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA
E PER L’ESERCIZIO DELLA CARITA’
Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto
Sede: PARMA - Via Verdi, n.3 – Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332 - Cell. 340.7190085 - Cell. 338.8702045
Sedi Distaccate: ANCONA - Via Maggini, 230 – Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332
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LA CHIESA E' UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA
LE FINALITA' DELL'ASSOCIAZIONE "LUCE DI CRISTO"
LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA E L'ESERCIZIO DELLA CARITA'
LETTURA LITURGICA E PROGRAMMATICA DELL'ASSOCIAZIONE (del 28 dicembre 2006, Santi Innocenti)
Dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo (1^Gv.1,5-10;2,1-2)
Carissimi, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: DIO E' LUCE e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Gesù Cristo ha detto: "IO SONO LA LUCE DEL MONDO; CHI SEGUE ME, NON CAMMINERA' NELLE TENEBRE, MA AVRA' LA LUCE DELLA VITA" (Gv.8,12). Su queste parole del Vangelo è nata l’Associazione denominata “LUCE DI CRISTO”. L’Associazione non ha fini di lucro, è libera, indipendente, apolitica, ed ha lo scopo di perseguire finalità di solidarietà sociale verso i bambini non nati, l’infanzia abbandonata, gli anziani e chiunque versi in stato di disagio, di povertà e di bisogno. Per la realizzazione dei propri scopi sociali l’Associazione si avvale di ogni strumento legittimo e lecito e si propone, in particolare, di procedere ad adozioni a distanza, di prestare assistenza presso i centri infantili e per anziani, di acquistare generi di prima necessità, indumenti, e tutto quanto, secondo la necessità del momento, occorra a soddisfare le esigenze di chi si trovi in stato di bisogno. Inoltre l’Associazione si propone lo scopo di organizzare, partecipare e intervenire in qualsiasi evento pubblico (culturale, politico, storico, artistico e religioso) ai fini della difesa, divulgazione e sensibilizzazione sui temi della Carità e della Fede e Morale Cristiana (cfr. 1^Cor,13,1-3; Gc.2,14-26).
Nella prospettiva del profetizzato “trionfo del Cuore Immacolato di Maria”, l’Associazione "Luce di Cristo" è nata ed è stata posta sotto il patrocinio dell’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto, con cui - quale “reliquia miracolosa” e “luogo dell’Incarnazione” - la Vergine Maria ha operato nei due millenni passati la propagazione e la difesa della cristianità: prima in Oriente, da Nazareth, e poi in Occidente, da Loreto.
L'Associazione intende unire, con un'unica azione comune, singole persone e anche associazioni già costituite, che sentono la necessità di rispondere all’appello del Santo Padre per una “nuova evangelizzazione” dell’Europa, al fine di ripristinarne le Radici Cristiane. Infatti solo stando uniti possono sperarsi frutti molto più abbondanti che non se i singoli operassero separatamente.
Qualcuno, al solo ascoltare l'espressione «difesa della Fede», potrebbe sentire una specie di ripulsa, pensando di tornare ai tempi passati, fatti talvolta di lotte religiose. Non si tratta di questo: si tratta semplicemente di essere realisti. Se ci sono uomini e gruppi che sistematicamente, con mezzi molto potenti, attaccano la Fede e la Morale Cristiana, in pubblico e in privato, cercando di sradicarle dal cuore della gente, è logico e doveroso che un vero cristiano debba adoperarsi per difenderle e per diffonderle, così come ci ha insegnato Gesù: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt.5,14-15).
Se Cristo oggi ci domandasse, come all’Apostolo Pietro: “Mi ami tu?” (Gv.21,15), voi cosa rispondereste?... Perciò, se il vostro cuore batte con quello di Cristo e le vostre convinzioni corrispondono alle nostre, UNIAMOCI, per diventare UNA VOCE FORTE nel difendere le nostre Radici Cristiane e tornare a diffondere la nostra Fede, intervenendo con convinzione in qualsiasi evento pubblico e privato, usando doverosamente, a tale scopo, tutti i mezzi possibili, legittimi e leciti. In tale modo si offrirà al nostro Salvatore Gesù Cristo un contributo, anche se piccolo e umile, per il perseguimento della Salvezza Eterna delle anime di tanti uomini.
Perciò dopo aver letto questo messaggio di presentazione, se vorrete comunicare con l’Associazione “LUCE DI CRISTO” per associarvi, od avere ulteriori chiarimenti, contattateci al numero 071.83552 o al cellulare 339.6424332 o 340.7190085 o 338.8702045. Facsimile dell’Associazione è il numero 071.83552; la Posta Elettronica è: lucedicristo@lavocecattolica.it Il Conto Corrente Postale per le offerte e l’adesione all’Associazione è il n°78026101. Ogni altra informazione utile per aderire all’Associazione la trovi nel Sito Internet www.lavocecattolica.it o all'indirizzo diretto www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm
LA CHIESA E' UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA
(Catechismo Chiesa Cattolica, n.811-870.)
La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,
e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana
(Paolo VI, 25 dicembre 1975)
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine (1^Cor.13,4-8)
LUCE E GRAZIA CONCEDI, O SIGNORE, A QUANTI PER CERCARE TE VERRANNO A NOI
PER INFORMAZIONI E ADESIONI ALL'ASSOCIAZIONE "LUCE DI CRISTO"
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Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro
La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.
IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO
«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male… Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. … Allora Noè edificò un altare al Signore … e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno» (Gen.6,5.12; 8,20-22).
LA VITA CONTRO L’ANTI-VITA
OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’
(Benedetto XVI)
PROFEZIE
San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".
(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)
esortiamo PURE voi, figli carissimi,
a cercare quei “segni dei tempi”
che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.
Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,
anzi ella stessa l’atteso prodigio
Messaggio da Mediugorie del 25 aprile 2007, di Maria “Regina della Pace”
(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)
Cari figli, Cari figli, anche oggi vi invito di nuovo alla conversione. Aprite i vostri cuori. Questo è tempo di grazia, finché io sono con voi: sfruttatelo. Dite: ”Questo è il tempo per la mia anima”. Io sono con voi e vi amo di un amore incommensurabile. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
SANTA GIANNA BERETTA MOLLA
Come conservare la purezza?
Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.
La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...
La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.
È libero colui che è capace di resistere, di lottare.
PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA
LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI
IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE
E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET
NON OPPORSI AD UN ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO
NON DIFENDERE LA VERITA’ VUOL DIRE SOPPRIMERLA
(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)
non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti
(Martin Luther King)
SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI
AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET
Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)
Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet
www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm
www.lavocecattolica.it/lettera27aprile2007.htm
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’
Nazareth-loreto-lourdes-fatima-mediugorie
Nella Santa Casa di Nazareth Maria è stata concepita “Immacolata” nel grembo di Sant’Anna e Dio, per preservare dalla distruzione quella Casa benedetta, l’ha fatta trasportare miracolosamente in “vari luoghi”, da Nazareth a Tersatto e sino a Loreto. A Lourdes Maria ha “confermato” di essere l’Immacolata Concezione, avvenuta nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. A Fatima Maria ha chiesto la consacrazione al suo Cuore “Immacolato” ed ha preannunciato il futuro trionfo del suo Cuore Immacolato. A Mediugorie Maria sta ora portando a compimento il trionfo del suo Cuore Immacolato, con di fronte a sé, collegati dall’altra parte del Mare Adriatico, Ancona-Loreto con la Santa Casa di Nazareth ove proprio il suo essere spirituale (la sua anima, il suo cuore) fu concepito “Immacolato”.
Scrisse Giovanni Paolo II: “Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: “Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.
Se venisse un altro Giona, crederemmo? Le nostre città crederebbero? Oggi ancora, per le grandi città, per le Nìnive moderne, Dio cerca dei messaggeri della penitenza. Abbiamo il coraggio, la fede profonda, la credibilità necessarie per toccare i cuori e aprire le porte alla conversione? Card. Joseph Ratzinger
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«Figlio dell'uomo, io ti mando agli Israeliti, a un popolo di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri hanno peccato contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: Dice il Signore Dio. Ascoltino o non ascoltino… (Ez.2,3-5).
Egli da principio creò l'uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere. Se vuoi, osserverai i comandamenti; l'essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere. Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua; là dove vuoi stenderai la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la sapienza del Signore, egli è onnipotente e vede tutto. I suoi occhi su coloro che lo temono, egli conosce ogni azione degli uomini. Egli non ha comandato a nessuno di essere empio e non ha dato a nessuno il permesso di peccare (Sir.15,14-20).
IL BEATO GABRIELE FERRETTI
Un santo Patrono per i Giovani che devono fare una scelta di vita
550° anniversario del santo “transito” del Beato Gabriele Ferretti, Compatrono di Ancona: 12 novembre 2006-12 novembre 2007
OGGETTO: Petizione popolare per far dichiarare il Beato GABRIELE FERRETTI, Compatrono di Ancona, come il “PATRONO DEI GIOVANI CHE DEVONO FARE UNA SCELTA DI VITA”.
Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio». Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna» (Mc.10,17-31)
Via Astagno 72 – ANCONA – Cell. 328.7310192
550° anniversario del santo “transito” del Beato Gabriele Ferretti
12 novembre 2006-12 novembre 2007
Ecc.za Rev.ma, con il presente scritto mi associo alla petizione perché il Beato GABRIELE FERRETTI, Compatrono di Ancona, venga proposto e dichiarato, nella Diocesi di Ancona, come “IL PATRONO DEI GIOVANI CHE DEVONO FARE UNA SCELTA DI VITA”, perché, contrariamente a quanto fece il giovane del Vangelo (cfr. Mc.10,17), egli lasciò le sue grandi ricchezze e seguì Gesù nella povertà e nell’umiltà, divenendo così esempio e stimolo per tutti “i giovani” che “devono fare una scelta di vita” per seguire Gesù nella rinuncia ai beni terreni, sia per una scelta di vita religiosa, che sacerdotale o matrimoniale.
Firma ……….……………………..……………………
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Nome ……………………………………..…………………..……………………..… Età .……..…….…….……..
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Telefono ……………………………………..…………….…………………………………….……….….…………
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FOTOCOPIA QUESTA PETIZIONE E DIFFONDILA PERCHE’ SIA FIRMATA DA ALTRI E SPEDISCILA FIRMATA ALL’ARCIVESCOVO DI ANCONA - Mons. EDOARDO MENICHELLI - Piazza del Senato, 7 - 60121 Ancona - Tel. 071.55733 (ab.) – 071.2085820 (uff.) - Facsimile 071.2075003 - Posta Elettronica: curia@diocesi.ancona.it
Petizione promossa dal Sito Internet www.lavocecattolica.it – Per informazioni: Tel. 071.83552 – Cell. 339.6424332 - La vita del Beato Gabriele Ferretti, denominato “L’ANGELO DI ANCONA”, è pubblicata nel Sito Internet www.lavocecattolica.it e può essere ricevuta anche nella propria Posta Elettronica, come allegato, richiedendolo all’indirizzo giorgio.nicolini@poste.it o telefonando al 071.83552 o al 339.6424332, a cui può essere richiesto anche il DVD o la videocassetta sulla vita del Beato.
LA VERIDICITA' STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
Libro di 100 pagine di robusta carta patinata, tutte a colori e tutte illustrate, con elegante grafica adatta anche per bambini, illustrante - con prove documentali del tutto inedite - la verità storica delle “cinque traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth avvenute “in vari luoghi” e infine sul colle di Loreto: “traslazioni miracolose” avvenute tra il 1291 e il 1296, “approvate” “ufficialmente” nella loro “veridicità storica” da tanti Papi, per sette secoli. Il libro contiene anche il testo della “benedizione” di Giovanni Paolo II, spedita in data 11 gennaio 2005 all’autore del libro dal “santo” Pontefice - E' disponibile anche la videocassetta o il DVD: “LA VERITA' DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI”, esposte dal Prof. Giorgio Nicolini sui luoghi stessi ove sono avvenute, "... affinché per l'incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni, non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso..." (Beato Giovanni Battista Spagnoli - detto "il Mantovano" - sulla "miracolosa traslazione")
Per ricevere il libro o il DVD sulle "MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH" bisogna farne richiesta al Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 - 60127 ANCONA - Italia – Telefono 071.83552 – Cellulare 339.6424332 - Facsimile: 071.83552 - Codice Fiscale: NCL GRG 51A18 A271P - Partita IVA: 02231420429 - Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it – Siti della Rete Internet: www.lavocecattolica.it – www.operadellavita.it – www.telemaria.it - Per le richieste del libro o del DVD per corrispondenza, a mezzo Pacco Postale, si può dare la propria offerta mediante un versamento da farsi nei Conti Correnti sotto indicati intestati a: Nicolini Giorgio – Via Maggini, 230 – 60127 Ancona
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Paese IT – Cifra Rapida 79 – CIN Z – Cod. ABI 07601 – CAB 02600
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PER RICEVERE PIU’ CELERMENTE I PACCHI si consiglia di fare le proprie richieste mediante Lettera inviata con Posta Prioritaria al Prof. GIORGIO NICOLINI (Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA), allegando un ASSEGNO BANCARIO intestato a GIORGIO NICOLINI e con la dicitura NON TRASFERIBILE. Nella causale dei Versamenti bisogna indicare il NUMERO delle copie richieste, il proprio NOME e COGNOME e l’INDIRIZZO DOMICILIARE ove spedire il pacco con i libri o altro materiale didattico richiesto e aggiungendo agli importi sotto proposti un CONTRIBUTO FISSO di 10,00 euro quale contributo per il lavoro di imballo e le spese di spedizione dei pacchi (che saranno inviati entro 30 giorni dal versamento). Per l’invio di PACCHI CELERI (entro 10 gg. dal versamento dell’importo) la spesa del lavoro di imballo e spedizione è di 15,00 euro. Non si effettuano spedizioni in contrassegno. Per le spedizioni all'ESTERO la tariffa è da concordare.
LIBRI E ALTRO MATERIALE DIDATTICO DISPONIBILE PRESSO IL PROF. GIORGIO NICOLINI
I PREZZI SOTTOSTANTI SONO INDICATI A MODO DI LIBERA OFFERTA PER SOSTENERE LE SPESE E LA DIFFUSIONE GRATUITA
del materiale didattico proposto e dei servizi di apostolato offerti attraverso Internet
ciascuno può variare LIBERAMENTE l'offerta a seconda delle proprie possibilità
1) Libro: LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO (euro 10,00)
2) Videocassetta o DVD: LA VERITA’ DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA (esposte dal Prof. Nicolini sui luoghi stessi ove sono avvenute) (60 minuti) (euro 10,00)
3) Videocassetta o DVD: LA VITA DI SANTA GIANNA BERETTA MOLLA (la vita della Santa raccontata dal Vescovo Mons. Serafino Spreafico, che ha portato a compimento la causa di canonizzazione e amico di famiglia della Santa) (120 minuti) (euro 10,00)
4) Libro: I MISTERI DEL SANTO ROSARIO MEDITATI ALLA LUCE DEGLI INSEGNAMENTI DI SAN PIO DA PIETRELCINA (con Prefazione di Mons. Angelo Comastri; autori: Mons. Serafino Spreafico, Prof. Giorgio Nicolini, Don Paolo Medici) (euro 10,00)
5) Libro: L’ANGELO DI ANCONA (la vita del Beato Gabriele Ferretti, ascendente del Papa Beato Pio IX e Compatrono di Ancona) (euro 10,00)
6) Videocassetta o DVD: LA VITA DEL BEATO GABRIELE FERRETTI (ascendente del Papa Beato Pio IX e Compatrono di Ancona) (60 minuti) (euro 10,00)
7) Libro o audiocassetta: VI SCRIVERO’ DAL PARADISO (vita della Serva di Dio Santina Campana) (euro 10,00)
8) DVD: IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE (90 minuti), diviso per nuclei tematici, contenente il filmato IL GRIDO SILENZIOSO (euro 10,00) – Per ricevere questo DVD e diffonderlo gratuitamente leggi le istruzioni all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/proposta.htm
9) Videocassetta: IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE (90 minuti), contenente anche il filmato IL GRIDO SILENZIOSO (euro 10,00) - Per ricevere questo DVD e diffonderlo gratuitamente leggi le istruzioni all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/proposta.htm
10) DVD o CD-ROM: contenente il filmato IL GRIDO SILENZIOSO e tutti i testi pubblicati nel Sito del "Movimento con Cristo per la Vita" - Cfr. www.operadellavita.it (euro 10,00)
11) DVD contenente tutti i testi pubblicati nel Sito Internet www.operadellavita.it (euro 10,00)
12) DVD contenente tutti i testi pubblicati nel Sito Internet www.lavocecattolica.it (euro 10,00)
13) DVD contenente tutti i testi pubblicati nel Sito Internet www.telemaria.it (euro 10,00)
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QUESTE PAGINE A COLORI TUTTAVIA SI POSSONO TRASFORMARE IN MODO AUTONOMO IN UNA LETTURA IN BIANCO E NERO
LEGGI NELLA CORRISPONDENZA SOTTOSTANTE LA SEMPLICE PROCEDURA DA SEGUIRE
Gentilissimo Prof. Nicolini, ho appena letto con piacere l'allegato. Ma che fatica! E' proprio necessario formattare con tutti quei colori e sfondi il testo? Scusandomi per la franchezza, forse eccessiva, credo che una maggiore sobrietà dell'impaginazione faciliterebbe la lettura. Cordialmente saluto. Alessio.
LA RISPOSTA SULL’UTILIZZO DEI COLORI E COME TRASFORMARE TUTTI I TESTI IN BIANCO E NERO
Caro Alessio, l'utilizzo dei diversi colori nelle parole del testo hanno lo scopo di COSTRINGERE A FERMARE L'ATTENZIONE su quella parola o su quel concetto che voglio evidenziare maggiormente, anche se costa fatica a chi legge. Ma proprio quella fatica fa fissare meglio una parola od un concetto. Altrimenti chi legge scorre con superficialità e non si ferma su punti molto importanti. Ogni parola che scrivo infatti è stata "misurata" e quando la evidenzio di più e "colpisce" l'occhio (cioè, lo disturba), colpiscono in quel modo anche l'intelligenza e si fissano meglio. Certe parole vogliono anche essere "una pietra" per coloro cui sono dirette "in prima persona", e che non vogliono vedere né sentire. Si dice che in Internet le parole ingrandite hanno lo stesso significato di uno che alza il tono della voce per farsi sentire con più forza. Per questo le uso. Almeno questo è il mio intento. Tuttavia tengo in considerazione il tuo invito alla sobrietà. Vorrei comunque ricordarti, in ogni caso, che il testo che invio è in formato "Word" perché uno lo possa liberamente trasformare. Se tu, infatti, fai delle semplicissime variazioni in modo autonomo, puoi avere il testo nel modo che vuoi tu, totalmente in bianco e nero. Basta andare su "Modifica", fare "Seleziona tutto", poi cliccare sul pulsante destro del "mouse", facendo comparire varie voci tra cui "Carattere". Cliccando su "Carattere" e poi sui colori dei caratteri il "Nero", il testo ti diventerà in pochi attimi in bianco e nero. Così pure se vuoi togliere totalmente tutti gli sfondi, basta andare su "Formato" e togliere ogni sfondo, con un paio di manovre.
Hai ragione, basterebbe modificare il formato prima di iniziare a leggere… A volte non ci si pensa, a volte fa fatica. Grazie comunque per tutto quello che scrivi; fa piacere vedere che c'è chi si impegna oggigiorno, con i più svariati mezzi, per promuovere la fede in Dio. E fa piacere anche leggere cose che altrimenti non si conoscerebbero. Una preghiera. Alessio.
ATTENDERE IL CARICAMENTO DELLE IMMAGINI
visitatori
dal 27 aprile 2007
Prof.
Giorgio Nicolini - Tel. 071.83552 - Cell. 339.6424332 - Facs. 071.83552 - Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Sito Internet: www.lavocecattolica.itConto Corrente Postale 13117056