QUESTA LETTERA INFORMATIVA TI VIENE INVIATA CON I TESTI A COLORI

QUESTE PAGINE A COLORI SI POSSONO TRASFORMARE IN MODO AUTONOMO IN UNA LETTURA IN BIANCO E NERO

LEGGI LA SEMPLICE PROCEDURA DA SEGUIRE NELLE NOTE ALLA FINE DELLA LETTERA

PER UNA MIGLIORE LETTURA SI CONSIGLIA LA STAMPA DEI TESTI SU CARTA

QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN CIRIACO E DEL BEATO GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona

e del grande Pontefice il Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti

Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.

Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.

(Is.40,28)

UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE

IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

LA STANCHEZZA DI MARIA

Cari figli, oggi il Signore mi ha permesso di dirvi nuovamente che vivete in un tempo di grazia. Non siete coscienti, figlioli, che Dio vi dona una grande opportunità per convertirvi e vivere nella pace e nell’amore. Voi siete così ciechi e legati alle cose della terra e pensate alla vita terrena. Dio mi ha mandato per guidarvi verso la vita eterna. Io, figlioli, non sono stanca, anche se vedo i vostri cuori appesantiti e stanchi di tutto ciò che è grazia e dono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

(La Regina della Pace a Mediugorie, 25 ottobre 2006)

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

 

L’AMORE DI CRISTO CI SPINGE

MEDITAZIONI DOPO IL IV CONVEGNO ECCLESIALE DI VERONA (16-20 ottobre 2006)

… e dopo il processo a Verona ad Adel Smith (24 ottobre 2006)…

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose (LEONE XIII: Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).

 

IN PREPARAZIONE DEL 712° ANNIVERSARIO DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH DA TERSATTO IN ITALIA

(10 dicembre 1294 - 10 dicembre 2006)

 

IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO

(Mc.1,15)

E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI ITALIANI”

CHE AVRA’ LUOGO A LORETO ALL’INIZIO DI SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

 

LETTERA INFORMATIVA n°74

LA VOCE

www.lavocecattolica.it

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito

(Gv. 3,8)

La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,

e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

 

ANCONA

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

Giovedì, 26 ottobre 2006

Domenica, 26 ottobre 2012 dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

25 MARZO 2006: 2012° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO

Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)

Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30

 

Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm  è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).

 

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

Telefono 071.83552 – Cellulare 339.6424332 - Facsimile 071.83552 o 178.4413104 – Conto Corrente Postale 13117056

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Sito Internet: www.lavocecattolica.it

TOTUS TUUS EGO SUM

SALMO 8

O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi; tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna; gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.

 

“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”

(Prov.25,25)

SE SARETE  QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!...

Giovanni Paolo II, Roma: XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)

 

DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

E IL VERBO SI FECE CARNE

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

TUTTI LA’ SONO NATI

“Il di Maria fu, in qualche modo, anche un detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)(Giovanni Paolo II,  per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).

«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani… (Leone XIII)

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

LETTURA BIBLICA

 (Dalla Lettera di San Paolo apostolo agli Efesini: 3,2-12)

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro beneficio: come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero di cui sopra vi ho scritto brevemente. Dalla lettura di ciò che ho scritto potete ben capire la mia comprensione del mistero di Cristo. Questo mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che i Gentili cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del vangelo, del quale sono divenuto ministro per il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù dell'efficacia della sua potenza. A me, che sono l'infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di far risplendere agli occhi di tutti qual è l'adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell'universo, perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, il quale ci dá  il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in lui.

 

L’APOSTOLO SAN PAOLO

NELL’INSEGNAMENTO DI BENEDETTO XVI

(Udienza Generale, Mercoledì 25 ottobre 2006)

 

Cari fratelli e sorelle,

            abbiamo concluso le nostre riflessioni sui dodici Apostoli chiamati direttamente da Gesù durante la sua vita terrena. Oggi iniziamo ad avvicinare le figure di altri personaggi importanti della Chiesa primitiva. Anch’essi hanno speso la loro vita per il Signore, per il Vangelo e per la Chiesa. Si tratta di uomini e anche di donne, che, come scrive Luca nel Libro degli Atti, «hanno votato la loro vita al nome del Signore nostro Gesù Cristo» (15,26).

            Il primo di questi, chiamato dal Signore stesso, dal Risorto, ad essere anch’egli un vero Apostolo, è senza dubbio Paolo di Tarso. Egli brilla come stella di prima grandezza nella storia della Chiesa, e non solo di quella delle origini. San Giovanni Crisostomo lo esalta come personaggio superiore addirittura a molti angeli e arcangeli (cfr Panegirico 7,3). Dante Alighieri nella Divina Commedia, ispirandosi al racconto di Luca negli Atti (cfr 9,15), lo definisce semplicemente «vaso di elezione» (Inf. 2,28), che significa: strumento prescelto da Dio. Altri lo hanno chiamato il "tredicesimo Apostolo" – e realmente egli insiste molto di essere un vero Apostolo, essendo stato chiamato dal Risorto -, o addirittura "il primo dopo l'Unico". Certo, dopo Gesù, egli è il personaggio delle origini su cui siamo maggiormente informati. Infatti, possediamo non solo il racconto che ne fa Luca negli Atti degli Apostoli, ma anche un gruppo di Lettere che provengono direttamente dalla sua mano e che senza intermediari ce ne rivelano la personalità e il pensiero. Luca ci informa che il suo nome originario era Saulo (cfr At 7,58; 8,1 ecc.), anzi in ebraico Saul (cfr At 9,14.17; 22,7.13; 26,14), come il re Saul (cfr At 13,21), ed era un giudeo della diaspora, essendo la città di Tarso situata tra l’Anatolia e la Siria. Ben presto era andato a Gerusalemme per studiare a fondo la Legge mosaica ai piedi del grande Rabbì Gamaliele (cfr At 22,3). Aveva imparato anche un mestiere manuale e ruvido, la lavorazione di tende (cfr At 18,3), che in seguito gli avrebbe permesso di provvedere personalmente al proprio sostentamento senza gravare sulle Chiese (cfr At 20,34; 1^Cor 4,12; 2^Cor 12,13-14).

            Fu decisivo per lui conoscere la comunità di coloro che si professavano discepoli di Gesù. Da loro era venuto a sapere di una nuova fede, - un nuovo "cammino", come si diceva - che poneva al proprio centro non tanto la Legge di Dio, quanto piuttosto la persona di Gesù, crocifisso e risorto, a cui veniva ormai collegata la remissione dei peccati. Come giudeo zelante, egli riteneva questo messaggio inaccettabile, anzi scandaloso, e si sentì perciò in dovere di perseguitare i seguaci di Cristo anche fuori di Gerusalemme. Fu proprio sulla strada di Damasco, agli inizi degli anni ’30, che Saulo, secondo le sue parole, venne «ghermito da Cristo» (Fil 3,12). Mentre Luca racconta il fatto con dovizia di dettagli, - di come la luce del Risorto lo ha toccato e ha cambiato fondamentalmente tutta la sua vita – egli nelle sue Lettere va diritto all’essenziale e parla non solo di visione (cfr 1 Cor 9,1), ma di illuminazione (cfr 2 Cor 4,6) e soprattutto di rivelazione e di vocazione nell’incontro con il Risorto (cfr Gal 1,15-16). Infatti, si definirà esplicitamente «apostolo per vocazione» (cfr Rm 1,1; 1 Cor 1,1) o «apostolo per volontà di Dio» (2 Cor 1,1; Ef 1,1; Col 1,1), come a sottolineare che la sua conversione era non il risultato di uno sviluppo di pensieri, di riflessioni, ma il frutto di un intervento divino, di un’imprevedibile grazia divina. Da allora in poi, tutto ciò che prima costituiva per lui un valore divenne paradossalmente, secondo le sue parole, perdita e spazzatura (cfr Fil 3,7-10). E da quel momento tutte le sue energie furono poste al servizio esclusivo di Gesù Cristo e del suo Vangelo. Ormai la sua l'esistenza sarà quella di un Apostolo desideroso di «farsi tutto a tutti» (1^Cor 9,22) senza riserve.

            Di qui deriva per noi una lezione molto importante: ciò che conta è porre al centro della propria vita Gesù Cristo, sicché la nostra identità sia contrassegnata essenzialmente dall’incontro, dalla comunione con Cristo e con la sua Parola. Alla sua luce ogni altro valore viene recuperato e insieme purificato da eventuali scorie. Un’altra fondamentale lezione offerta da Paolo è il respiro universale che caratterizza il suo apostolato. Sentendo acuto il problema dell'accesso dei Gentili, cioè dei pagani, a Dio, che in Gesù Cristo crocifisso e risorto offre la salvezza a tutti gli uomini senza eccezioni, dedicò se stesso a rendere noto questo Vangelo, letteralmente «buona notizia», cioè annuncio di grazia destinato a riconciliare l'uomo con Dio, con se stesso e con gli altri. Dal primo momento egli aveva capito che questa è una realtà che non concerneva solo i giudei o un certo gruppo di uomini, ma che aveva un valore universale e concerneva tutti, perché Dio è il Dio di tutti. Punto di partenza per i suoi viaggi fu la Chiesa di Antiochia di Siria, dove per la prima volta il Vangelo venne annunciato ai Greci e dove venne anche coniato il nome di «cristiani» (cfr At 11, 20.26), cioè di credenti Cristo. Di là egli puntò prima su Cipro e poi a più riprese sulle regioni dell'Asia Minore (Pisidia, Licaonia, Galazia), poi su quelle dell’Europa (Macedonia, Grecia). Più rilevanti furono le città di Efeso, Filippi, Tessalonica, Corinto, senza tuttavia dimenticare Beréa, Atene e Mileto.

            Nell’apostolato di Paolo non mancarono difficoltà, che egli affrontò con coraggio per amore di Cristo. Egli stesso ricorda di aver agito «nelle fatiche… nelle prigionie… nelle percosse… spesso in pericolo di morte...: tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio...; viaggi innumerevoli, pericoli dai fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da falsi fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità; e oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese» (2 Cor 11,23-28). Da un passaggio della Lettera ai Romani (cfr 15, 24.28) traspare il suo proposito di spingersi fino alla Spagna, alle estremità dell'Occidente, per annunciare il Vangelo dappertutto, fino ai confini della terra allora conosciuta. Come non ammirare un uomo così? Come non ringraziare il Signore per averci dato un Apostolo di questa statura? E’ chiaro che non gli sarebbe stato possibile affrontare situazioni tanto difficili e a volte disperate, se non ci fosse stata una ragione di valore assoluto, di fronte alla quale nessun limite poteva ritenersi invalicabile. Per Paolo, questa ragione, lo sappiamo, è Gesù Cristo, di cui egli scrive: «L'amore di Cristo ci spinge... perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro» (2 Cor 5,14-15), per noi, per tutti.

            Di fatto, l’Apostolo renderà la suprema testimonianza del sangue sotto l'imperatore Nerone qui a Roma, dove conserviamo e veneriamo le sue spoglie mortali. Così scrisse di lui Clemente Romano, mio predecessore su questa Sede Apostolica negli ultimi anni del secolo I°: «Per la gelosia e la discordia Paolo fu obbligato a mostrarci come si consegue il premio della pazienza... Dopo aver predicato la giustizia a tutto il mondo, e dopo essere giunto fino agli estremi confini dell'Occidente, sostenne il martirio davanti ai governanti; così partì da questo mondo e raggiunse il luogo santo, divenuto con ciò il più grande modello di perseveranza» (Ai Corinzi 5). Il Signore ci aiuti a mettere in pratica l’esortazione lasciataci dall’Apostolo nelle sue Lettere: «Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo» (1^Cor 11,1).

 

DA VERONA

I MUSULMANI CONTINUANO LA CONQUISTA DELL’ITALIA

FRA L’INCOSCIENZA E LA CECITA’ DEI CATTOLICI

Cari figli, oggi il Signore mi ha permesso di dirvi nuovamente che vivete in un tempo di grazia. Non siete coscienti, figlioli, che Dio vi dona una grande opportunità per convertirvi e vivere nella pace e nell’amore. Voi siete così ciechi e legati alle cose della terra e pensate alla vita terrena. Dio mi ha mandato per guidarvi verso la vita eterna. Io, figlioli, non sono stanca, anche se vedo i vostri cuori appesantiti e stanchi di tutto ciò che è grazia e dono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

(La Regina della Pace a Mediugorie, 25 ottobre 2006)

 

L’INTERVISTA del Card. BIFFI, Arcivescovo Emerito di Bologna, rilasciata il 10 maggio 1997:

Una casa non si può costruire dicendo che deve essere tutta aperta. Ci vogliono le mura, poi si fa l’apertura. Un’Europa così non ha prospettiva. O si sveglia l’anima cristiana o l’Europa sarà musulmana. Perché i musulmani da noi vengono con una intransigenza di principio e hanno di fronte soltanto il “vietato vietare”.

 

Pier Paolo Pasolini come Oriana Fallaci? Anzi, di più: Pasolini come un precursore della Fallaci? Non è una provocazione, come parrà alla cultura ufficiale e a quella di Sinistra che hanno realizzato per anni una curiosa rimozione. Infatti, proprio lo scrittore e regista friulano (uno dei simboli della Sinistra intellettuale e cinematografica) è l'autore dell'unica (che io sappia) opera teatrale che racconti la tragedia delle popolazioni italiane per secoli massacrate da scorribande musulmane o ridotte in schiavitù, straziate e minacciate di invasione. I musulmani (nelle loro diverse componenti: arabi, turchi e altro ancora) da quattordici secoli tentano di invadere con gli eserciti l'Europa. Sono arrivati fino ai Pirenei (a Occidente), fino a Vienna (a Oriente) e in Sicilia (a Sud), divorandosi Bisanzio e i Balcani (e la Spagna che hanno dominato per quattrocento anni). Per secoli le coste italiane sono state teatro delle razzie islamiche. Non solo la Puglia, ma perfino Roma. Il Friuli poi, terra di confine, ha subìto specialmente nel XV secolo atrocità e devastazioni che sono rimaste nella memoria popolare e nella storia. I musulmani come i nazisti: Pasolini scrive un dramma teatrale di fortissimo impatto emotivo, "I Turcs tal Friul" (I turchi in Friuli), nel 1944, nei mesi dell'occupazione nazista che ricorda ai friulani l'orrore vissuto 500 anni prima. E anche questa equiparazione, che diventerà tipicamente fallaciana, fra oppressione nazista e oppressione musulmana, dovrebbe far rabbrividire la sinistra politically correct. Così come la conseguente analogia operata da Pasolini fra la Resistenza all'occupante nazista e la Resistenza all'invasore islamico. Ma curiosamente a Sinistra sembra non si sia colto questo "fallacismo" ante-litteram di Pasolini. (…)

(di ANTONIO SOCCI, parte di articolo tratto dal quotidiano LIBERO)

  

LE “VERITA’” DEL PROCESSO AD ADEL SMITH

IL PROCESSO INTENTATO DA ADEL SMITH AD ORIANA FALLACI

E COSA E’ AVVENUTO A VERONA IL 24 OTTOBRE 2006 NEL PROCESSO AD ADEL SMITH

 

Cari figli, oggi il Signore mi ha permesso di dirvi nuovamente che vivete in un tempo di grazia. Non siete coscienti, figlioli, che Dio vi dona una grande opportunità per convertirvi e vivere nella pace e nell’amore. Voi siete così ciechi e legati alle cose della terra e pensate alla vita terrena. Dio mi ha mandato per guidarvi verso la vita eterna. Io, figlioli, non sono stanca, anche se vedo i vostri cuori appesantiti e stanchi di tutto ciò che è grazia e dono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

(La Regina della Pace a Mediugorie, 25 ottobre 2006)

 

Per dovere di conoscenza, comunico quanto è avvenuto nel processo ad Adel Smith, per “il vilipendio della Religione Cattolica”, in cui ero il denunciante e la parte offesa.

Prof. Giorgio Nicolini

 

Per leggere le documentazioni precedenti collegarsi all’indirizzo Internet diretto

www.lavocecattolica.it/lettera19ottobre2006.htm

 

oriana fallaci processa il processo e l’accusatore adel smith

Cfr. indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/lettera21settembre2006.htm

 

Su Il Foglio del 28 maggio è presente una lunga intervista di Christian Rocca ad Oriana Fallaci, che rappresenta in sostanza uno sfogo della scrittrice contro il processo che le era stato intentato, in seguito alla denuncia contro di lei sporta da Adel Smith per vilipendio della religione islamica. Riporto di seguito alcuni stralci dell'intervista, che è possibile leggere anche in Rete, ricercandola nell'archivio del quotidiano.

 

Intervista alla scrittrice di Christian Rocca.

Oriana Fallaci processa il processo di Bergamo e l'accusatore Adel Smith.

In Tribunale non andrà manco morta. Io sarò condannata.

Solidarietà da tutto il mondo per il clamoroso rinvio a giudizio.

 

Nuova York.

            Questo processo non è contro di me dice Oriana Fallaci. Non è neanche il processo di un giudice in cerca di pubblicità, di un signore che esce dal suo minuscolo cosmo di provincia e finalmente vede il suo nome pubblicato sui giornali. E' un processo che mira a creare un Caso, il Caso Fallaci. Cioè un processo che mira a condannare una persona nota per poterne condannare altre. Io sarò condannata. E in certo senso, paradossalmente, sarà un bene. Una cosa che gioverà a chiarire le cose, a dimostrare che stiamo perdendo la libertà. Perché la mia condanna non si limiterà a soddisfare la vanità di certi magistrati, ossia i magistrati che incapaci di separare la Legge dalle loro scelte ideologiche o partitiche vorrebbero sostituirsi al potere politico. Ed aprirà un varco che a cuor leggero consentirà di condannare per reato d'opinione coloro che, contrariamente ai magistrati, hanno il diritto e il dovere di prendere pubblica posizione. Giornalisti, scrittori, intellettuali, cittadini che rifiutano il Politically Correct e osano andare controcorrente. Sa, non è la prima volta che vengo usata per aprire un varco: servire da esempio, accendere la miccia. Successe anche quando denunciai la verità sull'assassinio di Pasolini. Per non rivelare i nomi, non mettere a rischio la vita dei testimoni, mi appellai all'articolo Numero Uno dello Statuto dei Giornalisti. L'articolo che vieta di fornire le fonti di informazione quando a fornirle si rischia di rovinare qualcuno o addirittura di condurlo al cimitero. Eppure mi condannarono lo stesso. E nei giorni seguenti altri giornalisti vennero incriminati per lo stesso motivo. Uno, addirittura sbattuto in prigione.

            Nello studio nuovayorchese di Oriana Fallaci il telefono, un telefono bizzarramente rosso vermiglio, squilla tutto il pomeriggio. Il segretario la chiama dal suo ufficio della 57esima strada per informarla che la Associated Press, la Reuters e la Cbc canadese vorrebbero un suo commento sul processo di Bergamo. Martedì pomeriggio, dopo la querela di un cittadino musulmano noto alle cronache per aver vilipeso la religione cristiana e aver minacciato la Fallaci con un libretto che chiede ai musulmani di applicare su di lei il castigo di Allah, il giudice Armando Grasso l'ha rinviata a giudizio per vilipendio alla religione islamica. La notizia del rinvio a giudizio ha fatto il giro del mondo. E il telefono rosso vermiglio non tace un momento. Giornali e agenzie di stampa la cercano. Il New York Times ne ha già scritto, così come il Washington Post. Il Wall Street Journal insiste per intervistarla. Su Internet trovi siti che esprimono sdegno per il reato d'opinione e vogliono organizzarsi per darle una mano. Oriana Fallaci non lo sa. Non vuole neanche sapere che cosa sta succedendo al di fuori della sua casa traboccante di libri. (...)

            Non capisce, non vuole capire, che una grande scrittrice processata per aver espresso la sua opinione in un libro non è una notizia da poco. La cosa più strana, tuttavia, non è questa. E' che non si cura nemmeno di informare i suoi tormentatori che a provocare questo processo è proprio il musulmano che nel 2002 chiedeva di eliminarla in nome di Allah. Perché? Perché quel signor Nessuno non conta nulla. Conta il processo. Al processo non andrà manco morta, dice categorica. No, non li degnerò della mia presenza. Questa è una causa inaccettabile, inammissibile, imperdonabile. Perché questa è una giustizia che condanna la vittima e assolve il carnefice. Che anzi al carnefice permette di portare in giudizio la vittima. Se la sentenza dirà che La Forza della Ragione costituisce reato, il ridicolo cadrà sull'intero sistema giudiziario. Forse, in fondo al cuore, Oriana Fallaci a Bergamo ci andrebbe. Ma solo per stare in tribunale tre secondi, per dare un'occhiata al musulmano che mi fa processare per vilipendio alla religione islamica e che infinite volte ha oltraggiato nel modo più sconcio la religione cristiana. Il musulmano che con una denuncia ha indotto il giudice bergamasco a processare la Fallaci è infatti Adel Smith, colui che divenne noto per aver definito il crocefisso un cadaverino ignudo che spaventa i bambini e per averlo staccato dall'aula della scuola abruzzese cui è iscritto suo figlio nonché dalla corsia dell'ospedale dell'Aquila dov'era ricoverata sua madre, poi d'averlo gettato giù dalla finestra. E' anche colui che, senza giri di parole, nel denigratorio libretto scrisse perché la Fallaci doveva esser punita in nome dell'Islam e secondo le leggi dell'Islam. “Donna! non dovevi dire bugie. Non ci sto! Non posso accettarle né, quindi, tacere. Avrai la lezione che ti meriti. Una forte sberla. Ma non una sberla di quelle che meriti per davvero, bensì uno schiaffo morale che ti farà, forse, tornare a piangere ancora. Preparati a una forte e giusta punizione: essere messa a nudo. Denudata. Spogliata. Non del tuo abbigliamento come, forse, avresti desiderato (e dico desiderato visto che di te vien detto che hai l'utero nel cervello). Non mi interessa. Ma denudata della tua forza, di quella tua tenue forza che trai dalle tue spregevoli menzogne. Preparati! Sto per smascherarti. Preparati! Sto per infliggerti una punizione. Te la meriti, eccome. Donna! Brutta o bella che tu sia, preparati dunque adesso al castigo umano. Quello divino, ben più abbondante e doloroso, lo avrai dopo, a suo tempo. Questa è una promessa”.

            Nel denigratorio libretto, l'uomo del cadaverino ha scritto che la Fallaci è una picchiatella assatanata, appena fuggita, senza più la camicia di forza, da un manicomio criminale del Ku Klux Klan. Nonché una bestia selvaggia ferita a morte, traballante e ubriaca di un profondo dolore inesplorato, arcano, stantio, mai dimenticato. (...)

            (...) Sebbene un preciso articolo del Codice Penale condanni la diffamazione dei defunti, se la prese anche col padre di Oriana: Edoardo Fallaci, noto liberal-socialista di Giustizia e Libertà, eroe della Resistenza torturato dai fascisti, poi candidato alla Costituente. Però l'uomo del cadaverino descrive Edoardo come un padre che brutalmente batte la figlia. Nonché come un cattolico nevrotico, degno figlio dell'Inquisizione. Nonché un violento, un sadico, spietato. Nonché un padre incapace di trasmettere affetto alle figlie. Sia per le offese a lei che per quelle al padre, sia per istigazione all'omicidio, la Fallaci ha chiesto in sede civile danni per tre milioni di euro. L'udienza è fissata per il prossimo anno.

            Nel frattempo, però, ci sarà il processo di Bergamo. Il giudice sostiene che alcune frasi de La Forza della Ragione sono inequivocabilmente offensive nei confronti dell'Islam e di coloro che praticano quel credo religioso. Una ad una, la Fallaci le rilegge con me. La prima di quelle contestate dal giudice dice: Afflitti da atavica mancanza di fierezza, gli italiani non si offendono quando gli immigrati (…) buttano i loro crocefissi dalla finestra di un ospedale. E lei replica: Non capisco se questa frase è tolta da La Rabbia e L'Orgoglio o da La Forza della Ragione. Deve essere incompleta, sintetizzata. Però mi piace lo stesso. La ripeto, e continuerò a ripeterla finché avrò un filo di fiato cioè fino alla morte. (...) Ho letto tutti e tre i libri della trilogia della Fallaci. Benché non sia d'accordo con molte delle tesi sostenute dalla scrittrice, ritengo che, in una società democratica e rispettosa della libertà di pensiero e di espressione dei singoli individui, debba esserci posto e rispetto anche per i libri scomodi di Oriana Fallaci.

            Dice bene secondo me la scrittrice: non conta la persona che l'ha denunciata, conta il processo. Non m'intendo di diritto, quindi non sono in grado di valutare quanto sia giuridicamente fondato il rinvio a giudizio disposto dal giudice. In ogni caso a me questo sembra un processo alla libertà di pensiero e di espressione, prima e più che un processo per vilipendio di una religione. L'articolo 21 della nostra Costituzione inizia così: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. (...) Non sempre è possibile conciliare il rispetto di questo fondamentale principio con l'esigenza oggi dominante del politically correct. Tra le due esigenze in conflitto, mi sembra di gran lunga più importante garantire il rispetto della libertà di pensiero e di espressione di ogni individuo.

            Le violente accuse personali contro la Fallaci contenute nel libello di Adel Smith mi sembrano, quelle sì, una vera manifestazione di intolleranza.

            Non voglio entrare nel merito dell'analisi delle frasi, estrapolate dai libri della Fallaci, che l'accusa le ha contestato come offensive per la religione islamica. Il punto secondo me non sta nel decidere se e quanto esse siano offensive. Il punto sta nel rischio di condannare, insieme con i libri della Fallaci, anche la libertà di espressione che è a fondamento della nostra Costituzione. (…)

            Proprio perché le religioni sono assolute nei loro princìpi e nelle loro condanne, è lo Stato che deve farsi garante della libertà di ciascuno di pensare e di scrivere ciò che gli pare in materia di religione. Ho paura di una società che proclama di continuo grandi princìpi e difende a parole i diritti di tutti, ma che, nella pratica, finisce con il restringere sempre più il campo delle libertà individuali.

Articolo di Michele Diodati pubblicato il 31/5/2005 alle ore 16,46.

 

 

LE “VERITA’” DEL PROCESSO AD ADEL SMITH

di GIORGIO NICOLINI

  

            Essendo il diretto interessato, volevo dare delle informazioni più dettagliate sul processo contro Adel Smith celebrato a Verona il 24 ottobre scorso.

            Il processo era stato avviato per una mia "denuncia-querela" presentata ad Ancona, ove risiedo, per le frasi pronunciate da Adel Smith in più occasioni, secondo il quale "la Chiesa è un'associazione a delinquere", il Card. Biffi “è un miserabile” e "il Papa è il capo di questa associazione a delinquere"; quindi, per deduzione, noi cattolici saremmo dei "delinquenti"... Quelle frasi e altre violavano degli articoli del Codice Penale, sia a riguardo del vilipendio della "religione Cattolica", sia a riguardo della "diffamazione".

La denuncia l'avevo presentata dietro invito del mio amico Dott. Arrigo Muscio di Brescia, Presidente dell’”Associazione Genitori Cattolici” di quella città, ed era stata accettata dalla Procura della Repubblica di Verona, convocandomi poi al processo (difeso dall'avv. AVANZI, di Verona), che, dopo due precedenti rinvii, venne celebrato il 16 marzo 2003.

            L'Avv. AVANZI mi aveva informato che, in realtà, dal fascicolo in suo possesso, prelevato a mio nome, le denunce presentate contro Adel Smith vennero fatte anche da altri cittadini, compreso Arrigo Muscio. Ma, stranamente, né Arrigo Muscio né gli altri denuncianti furono convocati, nonostante fossero “parte offesa”. Io - che ero molto lontano da Verona – venni invece “stranamente” “scelto” come “l'unico” convocato per testimoniare contro Adel Smith.

            Allora avvisai il Dott. Arrigo Muscio, che si presentò ugualmente il 16 marzo 2003 all'Udienza del Tribunale di Verona (con il suo avvocato, l’avv. Sartori). Di norma, infatti, tutti i denuncianti avrebbero dovuto essere stati convocati a Verona per il processo, in qualità di “parti offese” e con la possibilità di costituirsi “parti civili”: ma ciò stranamente non è stato fatto... e ciò ha, di fatto, "agevolato" indubitabilmente Adel Smith, il quale si è trovato di fronte meno legali di “parte civile”.

            Il  processo – su richiesta di Adel Smith – venne poi “canalizzato” sul binario della Corte Costituzionale, dal momento che  il Giudice accolse l'istanza del difensore di Smith e del Pubblico Ministero riguardo ad una presunta "illegittimità" dell'art. 403, per maggior penalizzazione nei confronti delle offese arrecate alla Religione Cattolica.

            In realtà, però, c'era anche il reato di "diffamazione" (la definizione di "delinquenti" a tutti i cattolici del mondo): ma su questo punto nessuno procedette, nonostante l’espressa richiesta presente nella mia “denuncia-querela” ed in quella del Dott. Muscio.

            Così Adel Smith non subì in quel frangente nessuna condanna e l'art. 403, che punisce le offese contro la Religione Cattolica, divenne il vero "processato" dalla Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sull’incostituzionalità della norma in oggetto, come poi realmente fu dichiarato.

            Il Dott. Arrigo Muscio era uno dei "denuncianti" che doveva essere convocato come me (ma ciò non avvenne), e la sua imprevista presenza fece mettere in luce le "contraddizioni" del processo. Nella circostanza, con il suo Avvocato, Muscio richiese anche di "costituirsi parte civile", per richiedere "i danni materiali e morali" per essere stato definito (io, lui e tutti noi cattolici) "dei delinquenti". Ma la sua richiesta venne rifiutata, contro ogni logica "legale". 

            Giustamente Arrigo Muscio, abbandonando l'aula per protesta per l'assenza del Crocifisso, presente invece nelle altre aule in base ad una disposizione del Ministero, ha detto che proprio quel simbolo è l'emblema di un "giudizio ingiusto" patito da un innocente e monito per tutti i "giudizi ingiusti" della storia.

            “Me ne vado – ha detto Muscio – ricordando tuttavia anche il monito del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, primo magistrato italiano, in qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, che ha difeso in più di un’occasione il valore del crocifisso”.

            Nel frattempo Adel Smith aveva denunciato Oriana Fallaci per “offese alla religione musulmana”, seppure, in realtà, non ravvisabili nel libro LA FORZA DELLA RAGIONE. La Fallaci venne ugualmente rimandata in giudizio, ma il 15 settembre scorso, nella celebrazione della Madonna Addolorata, è deceduta.

            Cfr. documentazione all’indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/lettera21settembre2006.htm

 

 

IL NUOVO PROCESSO DI VERONA AD ADEL SMITH

 

… E se pregassimo che Adel Smith ritorni alla Fede Cristiana, nella quale è stato battezzato?...

 

DIFENDIAMO LA RELIGIONE CRISTIANA,

IL SANTO PADRE E LA CHIESA CATTOLICA

ANCHE DAVANTI AI TRIBUNALI

Il Card. Francis Arinze, Prefetto della “Congregazione per il Culto Divino”, aveva dichiarato: “Esistono mezzi legali per far rispettare i diritti fondamentali. Quelli che bestemmiano Cristo, devono rispettare il nostro credo religioso; devono rispettare il nostro fondatore, Gesù Cristo” (Avvenire, 7/5/2006, p.26).

Un umile “richiamo”

VESCOVI, SACERDOTI, LAICI “CATTOLICI”

NON SIETE RIMASTI A VERONA DOPO IL CONVEGNO

PER DIFENDERE IL CROCIFISSO, IL PAPA E LA NOSTRA RELIGIONE

ANCHE DAVANTI AL TRIBUNALE DI VERONA?...

VERONA, 24 OTTOBRE 2006 – RIPRESA DEL PROCESSO AD ADEL SMITH

 

La lettera, apparsa con il titolo “Prete amareggiato” sul quotidiano “Libero” dell’1 ottobre 2006, firmata “don Nino Origgi, Varese”: "Ho atteso vari giorni prima di scrivere, nell’attesa di vedere le varie associazioni cattoliche prendere posizione di fronte agli attacchi forsennati contro il Papa. Tranne il movimento di Cl, tutti gli altri si sono segnalati per il loro silenzio. Dove sono Aci, Acli, Scout, Focolarini, Rinnovamento dello Spirito, Pax Cristi, Francescani, Comboniani, Preti di frontiera, religiosi sempre pronti a fare marce per la pace a braccetto dei sostenitori di un’ideologia che nel mondo ha prodotto milioni di morti?".

Don Nino Origgi

 

L’UDIENZA DEL 24 OTTOBRE A VERONA NEL PROCESSO AD ADEL SMITH

Leggi le documentazioni nella precedente Lettera Informativa

www.lavocecattolica.it/lettera21settembre2006.htm

 

LA COMPARIZIONE DELLE PARTI

 

N.2062/03 R.G. TRIBUNALE

N. 11676/02 N.R.

TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI VERONA - SEZIONE PENALE

Verona, 28 febbraio 2006

Il Presidente della sezione penale, visti gli atti del processo a carico di SMITH ADEL, nato ad Alessandria d’Egitto (Egitto ) il 9 marzo 1960, residente ad Ofena (AQ), Largo San Pietro n.1; domicilio dichiarato; assistito dall’Avv. Ugo Fanuzzi, con studio in Pozzuoli-Napoli, via Napoli n.71; IMPUTATO del reato di cui all’art.403 co.1 e 2 C.P. per avere, durante un dibattito in una trasmissione televisiva sull’emittente privata “Telenuovo”, offeso la religione dello Stato mediante vilipendio di chi la professa, definendo la Chiesa Cattolica “una grande associazione a delinquere” e mediante vilipendio del Cardinale Biffi (Vescovo della Curia di Bologna) definito “miserabile” e del Sommo Pontefice indicato come “capo di questa istituzione che io definisco associazione a delinquere”. In Verona l’8 novembre 2002.

Persona offesa: NICOL1NI GIORGIO, nato ad Ancona il 18.1.1951, ivi residente via Maggini n.230; assistito dall’Avv. Nicola Avanzi del Foro di Verona.

Letta la sentenza emessa in data 18 aprile 2005 dalla Corte Costituzionale; letta l’ordinanza in data 28.9.2005 con la quale la Corte Suprema di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso proposto dall’imputato (rimessione ex artt.45 e ss. C.P.P.); ritenuto necessario fissare la data dell’udienza dibattimentale per la trattazione del processo; viste la tabelle dell’ufficio;

FISSA

l’udienza del giorno 22 SETTEMBRE 2006 ore 9.00, per la comparizione delle parti dinanzi al Tribunale di Verona in composizione Monocratica, giudice Federica Baccaglini, aula delle udienze penali secondo piano, via dello Zappatore n.1 (ex Caserma Mastino), Verona. Manda alla cancelleria per la comunicazione del presente decreto al P.M. e la notificazione all’imputato, persona offesa e difensori.

Verona, 27 febbraio 2006

Il Presidente della Sezione Penale

 

 

LA COMUNICAZIONE DEL RIMANDO DELL’UDIENZA AL 24 OTTOBRE 2006

 

---------- Initial Header -----------

From     : …(…)@virgilio.it

To         : giorgio.nicolini@libero.it

Date      : Fri, 29 Sep 2006 08:13:26 +0100 (GMT+01:00)

Subject  : Proc. Pen. 11672/02 R.G.N.R.

            Come anticipatoLe telefonicamente, La informo che l'udienza del 22 settembre u.s. non tenutasi a causa dell'astensione degli avvocati dalle udienze, è stata rinviata al 24 ottobre 2006 ore 9.00.

            I  migliori saluti.

Avv. Nicola Avanzi

 

 

LA COMUNICAZIONE VIA POSTA ELETTRONICA ALL’AVV. NICOLA AVANZI

DI QUANTO RICHIEDEVO

 

----- Original Message -----

From: giorgio.nicolini@poste.it

To: (omissis)…@virgilio.it

Sent: Sunday, October 22, 2006 11:43 PM

Subject: ALL'ATTENZIONE DELL'AVV. AVANZI - Carteggio riguardo al processo ad Adel Smith

 

Ancona, 22 ottobre 2006

 

Gent.mo Avv. Avanzi,

    ringraziandoLa per le telefonate, Le trasmetto in allegato vari carteggi relativi al processo ad Adel Smith, per l'Udienza di martedì prossimo 24 ottobre, per la Sua opportuna conoscenza e valutazione in merito.

    Riguardo a quanto mi aveva detto per telefono circa il motivo per il quale nel processo ad Oriana Fallaci era stato concesso ad Adel Smith di costituirsi parte civile, vorrei farLe presente che, da quanto letto, non mi risulta che nel libro della Fallaci LA FORZA DELLA RAGIONE ci fosse alcun riferimento personale ad Adel Smith. Appare perciò molto incongruente che la stessa richiesta non fu concessa a me, tramite Lei, e al Dott. Arrigo Muscio. Se ci fosse la possibilità, sarebbe perciò opportuno che nell'Udienza del 24 p.v. sia fatta conoscere nel processo tale incongruenza, per l'amore della verità.

    A causa di un errato intervento chirurgico - che dovrà essere ripetuto - ho molte difficoltà a viaggiare e a salire a Verona per dopodomani. Tuttavia partirò ugualmente domattina e conto senz'altro di essere presente all'Udienza. Nel caso comunque di una mia assenza La pregherei di far rilevare nel processo quanto sopra precisato.

    RingraziandoLa del Suo prezioso aiuto, La saluto con viva cordialità, sperando di poterLa ringraziare "di persona" dopodomani, a Verona.

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

 

CIO’ CHE E’ ACCADUTO A VERONA IL 24 OTTOBRE 2006

NEL PROCESSO AD ADEL SMITH

Cronaca del Prof. Nicolini, parte offesa nel processo

                L’assenza del Crocifisso in aula, poi, per quanto possa apparire marginale e secondaria e volta forse ad evitare l’esposto pretestuoso del Sig. Smith al riguardo, rivela tuttavia una inadempienza che non fa certo onore a chi è deputato a far rispettare le leggi e a giudicare se tale rispetto è stato adempiuto. Se infatti la presenza del Crocifisso nelle aule giudiziarie è “obbligatorio” per disposizione ministeriale, “tutti” sono obbligati a rispettare tali disposizioni, finché non siano modificate per legge.   …(…omissis…)…

Tale “testimonianza” e tale “rispetto delle leggi” da parte soprattutto di chi è deputato ad adempirle e a farle adempire dagli altri è “mancata” in maniera eclatante nel caso dell’aula giudiziaria priva di Crocifisso ove si è svolto il processo ad Adel Smith. Può sembrare una questione irrilevante, ma io ricordo quanto insegna Nostro Signore Gesù Cristo nel Vangelo: “Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto” (Lc.16,10). Così anche afferma San Paolo, espertissimo di legge, essendone lui stesso “maestro”: “Ora, se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi sicuro sulla legge, (…)  e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò che è meglio, e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre, educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi nella legge l'espressione della sapienza e della verità... ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? (…) Tu che ti glori della legge, offendi Dio trasgredendo la legge?” (Rom.2,17-24).

 

            Cfr. www.lavocecattolica.it/lettera19ottobre2006.htm

            Nel caso storico che stiamo vivendo in Europa noi ci troviamo in una condizione nella quale l’islamismo, in generale, così come nei secoli passati, non solo “non è aperto” alla verità del Vangelo e alla Fede Cristiana, ma, al contrario, cerca di combatterla e di farla scomparire dalla nostra Civiltà Europea.

            Consideri, al riguardo, come tutte le regioni dell’Asia Minore e dell’Africa Settentrionale erano alle origini le più fiorenti comunità cristiane: oggi esse sono del tutto scomparse dopo le invasioni musulmane, che hanno “forzatamente” – con la violenza -  fatto “apostatare” quelle comunità cristiane dalla vera fede.

            Tale intento si ripete ancora oggi, con l’islamismo che penetra all’interno delle nostre ormai “ex” Civiltà Cristiane dell’Europa, per sradicarle e distruggerle. Non Le dice niente la battaglia contro i Crocifissi, per toglierli dalle scuole, dagli ospedali, dai tribunali, ecc., e persino la battaglia contro i presepi (!) nelle scuole, e contro tutti i simboli religiosi cristiani in Italia e in Europa?... o non insegna nulla il terrorismo islamico?...

            E’ un nostro dovere di veri cattolici conoscere la realtà, analizzarla con oggettività e prendere coraggiosamente posizione davanti ad essa. Questa realtà ci mostra che, per via delle sue convinzioni filosofiche e religiose, l’Islam radicale ha un’ansia di dominio e una determinazione distruttiva ai danni del mondo cristiano. Mentre le Nazioni Occidentali accolgono immense masse musulmane, le concedono di costruire moschee, rispettano le loro usanze, nel mondo islamico accade sempre più il contrario.

            Questa funesta realtà, ben diversa dai sorridenti quadri dipinti dai seguaci della “coesistenza pacifica”, è stata espressa con esattezza da un profondo conoscitore del problema, Mons. Giuseppe Germano Bernardini, vescovo di Izmir, nella Turchia, che avvertì nel II Sinodo europeo: Durante un incontro ufficiale sul dialogo islamico-cristiano, un autorevole personaggio musulmano, rivolgendosi ai partecipanti cristiani, disse ad un certo punto con calma e sicurezza: “Grazie alle vostre leggi democratiche v’invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo”. C’è da crederci, perché il dominio è già cominciato con i petrodollari, usati non per creare lavoro nei Paesi poveri del Nord-Africa o del Medio Oriente, ma per costruire moschee e centri culturali nei Paesi cristiani dell’immigrazione islamica, compresa Roma, centro della Cristianità. Come non vedere in tutto questo un chiaro programma di espansione e di riconquista? (…) Termino con un’esortazione che mi è suggerita dall’esperienza: non si conceda mai ai musulmani una chiesa cattolica per il loro culto, perché questo ai loro occhi è la prova più certa della nostra apostasia”.

            E di “apostasia silenziosa” dei cristiani più volte ha parlato il “santo” Pontefice Giovanni Paolo II. Dopo il Concilio Vaticano II il mondo cattolico, infatti, ha subìto gli effetti di una crisi interna; una crisi che Paolo VI qualificò come processo di “autodemolizione” della Chiesa e di penetrazione del “fumo di Satana nel tempio di Dio”; una crisi che Giovanni Paolo II continuò a riconoscere con parole come queste: “Bisogna ammettere realisticamente, e con profonda e sofferta sensibilità, che i cristiani di oggi, in gran parte, si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi. Si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnate; si sono propalate vere e proprie eresie in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni; si è manomessa la Liturgia. Immersi nel relativismo intellettuale e morale, e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico senza dogmi definiti e senza morale oggettiva” (discorso del 6 febbraio 1981 ai religiosi e sacerdoti partecipanti al I Congresso Nazionale Italiano sul tema Le missioni al popolo per gli anni Ottanta; cfr. “L’Osservatore Romano”, 7-2-1981).

CONCLUSIONE

dopo l’Udienza di Verona del 24 ottobre 2006

nel processo ad Adel Smith

 

            Tornano qui davvero opportune le Parole ammonitrici della Sacra Scrittura: "Non farai deviare il giudizio del povero, che si rivolge a te nel suo processo" (Es.23,6).  E anche Gesù disse con severità: "Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio!» (Gv.7,24).

            Rivolgendosi ai “potenti” la Parola di Dio, nel libro della Sapienza, “avverte”: "La vostra sovranità proviene dal Signore; la vostra potenza dall'Altissimo, il quale esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi; poiché, pur essendo ministri del suo regno, non avete governato rettamente, né avete osservato la legge né vi siete comportati secondo il volere di Dio. Con terrore e rapidamente egli si ergerà contro di voi poiché un giudizio severo si compie contro coloro che stanno in alto. L'inferiore è meritevole di pietà, ma i potenti saranno esaminati con rigore. Il Signore di tutti non si ritira davanti a nessuno, non ha soggezione della grandezza, perché egli ha creato il piccolo e il grande e si cura ugualmente di tutti. Ma sui potenti sovrasta un'indagine rigorosa" (Sap. 6,3-8).

            Ma il Signore, con la sua Parola Divina, conforta tutti noi, “credenti” in Lui, perché: “Il Signore Dio ci vede dall'alto e in tutta verità ci dá conforto, precisamente come dichiarò Mosè nel canto della protesta: Egli si muoverà a compassione dei suoi servi” (2^Mac.7,6).

     Infatti sta scritto: "Il Signore sta assiso in eterno; erige per il giudizio il suo trono: giudicherà il mondo con giustizia, con rettitudine deciderà le cause dei popoli. Il Signore sarà un riparo per l'oppresso, in tempo di angoscia un rifugio sicuro. Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, perché non abbandoni chi ti cerca, Signore" (Salmo 9,8-11).

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

dal quotidiano L'ARENA di Verona, del 25 ottobre 2006 

LA STANCHEZZA DI MARIA

Cari figli, oggi il Signore mi ha permesso di dirvi nuovamente che vivete in un tempo di grazia. Non siete coscienti, figlioli, che Dio vi dona una grande opportunità per convertirvi e vivere nella pace e nell’amore. Voi siete così ciechi e legati alle cose della terra e pensate alla vita terrena. Dio mi ha mandato per guidarvi verso la vita eterna. Io, figlioli, non sono stanca, anche se vedo i vostri cuori appesantiti e stanchi di tutto ciò che è grazia e dono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

(La Regina della Pace a Mediugorie, 25 ottobre 2006)

 

VERONA-PARMA-ANCONA-LORETO-MEDIUGORIE

UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE

IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

“LUX AB ORIENTE”

 

SUPERARE LE DIVISIONI PUNTANDO SULL'UNITA IN CRISTO

 

CITTA' DEL VATICANO, 27 OTT. 2006 (VIS). Benedetto XVI ha ricevuto oggi i partecipanti alla riunione delle "Christian World Communions" (Comunioni Cristiane Mondiali) che approfondiscono in questi giorni il tema: "Prospettive dell'Unità Cristiana".

            "Per decadi la Conferenza dei Segretari delle Comunioni Cristiane Mondiali - ha detto il Papa - ha dato vita ad un forum per contatti fruttuosi tra le varie comunità ecclesiali. Questo ha dato la possibilità ai suoi rappresentanti di creare la fiducia reciproca, necessaria per porre la ricchezza delle diverse tradizioni cristiane al servizio della nostra missione comune".

            “Tutti noi sappiamo - ha continuato il Papa - che il mondo ha bisogno oggi di una nuova evangelizzazione, una coscienza rinnovata da parte dei cristiani per la speranza che è in loro. Ma coloro che proclamano che Gesù Cristo è il Signore sono tragicamente divisi e non possono  sempre dare una testimonianza unificata e comune. Qui sta l'enorme responsabilità per tutti noi”.

            Il Papa ha mostrato il suo apprezzamento per il tema della riunione che "si focalizza su una questione ecumenica fondamentale" e ha affermato che "i dialoghi teologici delle Comunioni Cristiane Mondiali sono stati caratterizzati dall'impegno di muoversi oltre le cose che dividono, verso l'unità in Cristo che cerchiamo. Per quanto difficile possa essere il cammino, non dobbiamo mai perdere di vista l'obiettivo finale: la piena e visibile comunione in Cristo e nella Chiesa".

            “Quando il progresso è lento, ci potremmo sentire scoraggiati, ma la posta in gioco è troppo alta per tornar indietro. Al contrario, vi sono buone ragioni per andar avanti, come il mio predecessore Papa Giovanni Paolo II ha indicato nella sua Enciclica UT UNUM SINT (...) quando parla della fratellanza riscoperta e più solidarietà nel servizio dell'umanità”.

            “L'Apostolo ci assicura che 'lo Spirito ci aiuta nella nostra debolezza' - conclude il Santo Padre. Benché ci siano molti ostacoli da superare, crediamo fermamente che lo Spirito Santo è sempre presente e ci condurrà sul cammino giusto”.

 

1-2 NOVEMBRE 2006

COMMEMORAZIONE DEI SANTI NON NATI

 

Leggi la proposta liturgica collegandoti all’indirizzo Internet:

www.lavocecattolica.it/memoria.liturgica.htm

RIGUARDO ALLA SORTE ETERNA

DELLE ANIME DEI BAMBINI MORTI SENZA IL BATTESIMO SACRAMENTALE

BAMBINI MORTI NEL GREMBO MATERNO PER ABORTO SPONTANEO O VOLONTARIO

O SOPPRESSI DOPO LA FECONDAZIONE ARTIFICIALE

 

“Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo,

prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato”

(Ger.5,1)

 

Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno.

(Sal.139,13-16)

           

Sei tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.

Al mio nascere tu mi hai raccolto, dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio…

A te la mia lode senza fine.

(Sal.22,10-11; 71,6)

 

MEDITAZIONI DA PROPORRE DOPO IL IV CONVEGNO ECCLESIALE DI VERONA

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…

 

IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO

(Mc.1,15)

E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)

 

Nuova York, Le Torri Gemelle, 11 settembre 2001

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc.13,1-5).

 

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! Non disprezzare! Accogli la nostra umile fiducia e il nostro affidamento! Oh, quanto ci fa male tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione! Quanto ci fa male che l’invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell’accoglienza, come doveva! Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col.1,24). Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’Eterno Amore! Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr. Gv.2,5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo. (Giovanni Paolo II, dall’Atto di Affidamento e Consacrazione alla Vergine, a Fatima, il 13 maggio 1982)

 

MEDITAZIONI DA PROPORRE DOPO IL IV CONVEGNO ECCLESIALE DI VERONA

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…

 

IN DIFESA DELLA NOSTRA FEDE cristiana

PERCHE’ NON POSSIAMO NON DIRCI “LAURETANI”…

POTREMMO ANCOR OGGI ESSERE “CRISTIANI” SE NON CI FOSSE STATA LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO?...

Potremo nel futuro rimanere “cristiani” se non ci sarà più la Santa Casa di Nazareth a Loreto?...

 

Natanaele: “DA NAZARETH PUO’ MAI VENIRE QUALCOSA DI BUONO?...” (Gv.1,46)

Natanaele è poi divenuto l’Apostolo San Bartolomeo. Egli ricevette da Gesù il più bel elogio:

“Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità(Gv.1,47)

Chissà quante volte San Bartolomeo (Natanaele) avrà meditato nella sua vita all’errore inconsapevole di quella obiezione scettica rivolta a Filippo: “Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?”…

Invece, da Nazareth è “venuto” “tutto il bene” per l’Umanità:

* da Nazareth è “venuta” all’esistenza la Vergine Maria, “concepita” Immacolata nella Santa Casa di Nazareth;

* da Nazareth è “venuta” alla luce la Vergine Maria, essendo ella nata nella stessa Santa Casa in cui fu concepita Immacolata;

* da Nazareth è “venuto” all’esistenza Gesù Cristo, il Figlio di Dio, Salvatore degli uomini, incarnatosi per opera dello Spirito Santo nel seno verginale di Maria nella Santa Casa di Nazareth;

* la Santa Casa di Nazareth è “venuta”, infine, a Loreto, dopo varie “traslazioni miracolose” operate dagli angeli del Cielo, dopo essere stata “divelta dalle fondamenta” a Nazareth (secondo l’espressione usata dal Beato Pio IX), e così poter continuare dall’Europa e dall’Italia - quale “reliquia miracolosa” e luogo dell’Incarnazione - l’opera di salvezza di Maria e di Gesù per la Chiesa e per l’Umanità.

DA NAZARETH PERCIO’ E’ “VENUTA” LA SALVEZZA

E TUTTO CIO’ CHE DI BUONO DIO VOLEVA DONARE ALL’UMANITA’

Si potrebbe dire anche oggi, per chi sente parlare della Santa Casa di Loreto con scetticismo: “VIENI E VEDI” (Gv.1,46), e riascoltare fra quelle “Sante Pareti” le parole dell’angelo a Maria: “RALLEGRATI…”.

dal Sito Internet: www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

 

IN PREPARAZIONE DEL 712° ANNIVERSARIO DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH DA TERSATTO IN ITALIA

(10 dicembre 1294 - 10 dicembre 2006)

 

LA VERITA’ DELLE “MIRACOLOSE” TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LE CINQUE TRASLAZIONI “MIRACOLOSE” STORICAMENTE DOCUMENTATE

Da questo numero, in ogni mese, illustrerò sinteticamente le principali documentazioni storiche che comprovano la “veridicità storica” di “almeno” cinque “traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth, avvenute tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (nell’ex-Jugoslavia), ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta”); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano (o Monte Prodo) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica.

Prof. Giorgio Nicolini

 

LA PRIMA TRASLAZIONE MIRACOLOSA DI TERSATTO

 

            Il Beato Pio IX, il grande Pontefice nativo dell’anconitano e “miracolato” nella stessa Santa Casa di Loreto, a riguardo di essa scrisse memorabili parole. Celebre, in proposito, fu la sua Bolla “Inter Omnia”, del 26 agosto 1852, nella quale così solennemente dichiara: “Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto… (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata molto lontano, oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia”.

Come ogni altro Pontefice che ne ha trattato, il Beato IX identificò a Tersatto, in Dalmazia, oggi quartiere di Fiume, il primo luogo in cui “sostò” nel 1291 la Santa Casa di Nazareth durante le sue molteplici “miracolose” traslazioni.

Riguardo alle documentazioni su tali fatti accaduti, esistevano degli scritti e testimonianze composti dai contemporanei a tali eventi miracolosi, che oggi purtroppo in gran parte sono andati perduti, soprattutto a causa di incendi che hanno distrutto gli archivi storici di Tersatto e di Recanati. Ma esistono scritti e testimonianze posteriori che rimandano a quei documenti dell’epoca, visti e riportati da altri. Esiste, soprattutto, “la tradizione orale” ininterrotta, tramandata dai testimoni oculari dell’epoca, ed esistono ancor oggi diverse chiese e lapidi che ricordano gli eventi accaduti in quegli anni della fine del XIII secolo.

Le chiese, in modo particolare, ancor più dei “documenti scritti”, sono le più inoppugnabili “prove” della verità dei fatti che esse intendono celebrare, perché se esse sono state edificate e consacrate per ricordare gli “eventi miracolosi” delle traslazioni della Santa Casa di Nazareth ciò è stato possibile perché così hanno voluto i Vescovi dell’epoca, costituendo esse perciò una “approvazione ecclesiastica” inconfutabile da parte dei “testimoni oculari” più autorevoli: i Vescovi stessi dell’epoca, di varie località.

A Tersatto, ove esiste tutta una tradizione locale esattamente parallela a quella di Loreto, c’è un Santuario, risalente al XIII-XIV secolo, che ricorda proprio la sosta della Santa Casa in quel luogo per circa tre anni e mezzo. Anche una lapide, ancor oggi esistente, riporta questo fatto “storico”, essendovi scritto in essa: “Venne la Casa della Beata Vergine Maria da Nazarette a Tersatto l’anno 1291 allì 10 di maggio et si partì allì 10 di dicembre 1294”.

Anche nel “Rosarium” di Santa Caterina da Bologna (1413-1463), un testo redatto dalla santa nel 1440, viene riportato “per rivelazione soprannaturale del Signore” la vicenda storica delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth. Santa Caterina da Bologna in quel testo mostra di colloquiare direttamente con Gesù, apparsogli “per grazia”; ella infatti scrive: “In questo giorno (il 25 marzo 1440), tu, o Signore, hai rivelato a me, apparendomi per grazia… ”. Poi, dopo aver riportato “la rivelazione” che fra quelle Sacre Pareti di Loreto la Vergine Maria fu “concepita” Immacolata ed ivi “nacque”, descrive sinteticamente le varie successioni del “trasporto angelico” della Santa Casa di Nazareth, secondo come “rivelatogli” da Gesù durante l’apparizione: “Alla fine questa dimora, consacrata prima dai tuoi apostoli che vi hanno celebrato i divini misteri con miracoli, per l’idolatria di quella gente fu trasportata in Dalmazia da uno stuolo di angeli. Quindi, per le stesse e per altre ragioni, portarono questa degnissima chiesa in vari luoghi. Finalmente, portata dai santi angeli, fu collocata stabilmente a Loreto e posta nella provincia d’Italia e nelle terre della Santa Chiesa” (“Rosarium”, I Mist. Gaud., vv.73 ss.- Da una traduzione del testo latino pubblicata in “Messaggio della Santa Casa”, 2001, n.7, p.211).

            Qui riporto, a riguardo della “verità  storica” della “prima” traslazione miracolosa di Tersatto, la seguente narrazione storica, come riportato dagli antichi scritti.

            Califà re d’Egitto, nel 1291, essendosi reso padrone della Galilea con la strage di 25.000 cristiani e con la schiavitù di altri 200.000, rovesciò il regno cristiano, profanando i Luoghi Santi e chiudendo ogni accesso ad essi. Ma il Signore, per salvare la Casa della sua amata Madre, operò uno dei più inauditi miracoli. Nella notte del 9-10 maggio 1291, per mano degli angeli, staccatala dalle fondamenta – come anche scritto dal Beato Pio IX nella Bolla sopra riportata -, fece trasportare la Santa Casa di Nazareth per lunghissimi tratti di aria e di mare verso le spiagge della Dalmazia. A Nazareth, rimasero soltanto le fondamenta della Santa Casa, tutt’oggi esistenti.

            Allo spuntare dell’alba del 10 maggio 1291, sulla collina di Tersatto, non lontano da Fiume (l’odierna Rijeka), alcuni boscaioli trovarono una piccola casa che non avevano mai visto prima in quel luogo. Il fatto impressionò molto perché su quella collina che scende verso il mare non esistevano né capanne né tanto meno case. La piccola costruzione, “posata” sul terreno, aveva una lunghezza di m.9,52, una larghezza di m.4,10 e un’altezza (all’interno) di m.4,30. Di fronte all’entrata c’era un altare di pietra e, al di sopra, sul muro, una Croce greca. Su questa la figura del Cristo e un’iscrizione: “Gesù di Nazareth, Re dei Giudei”. Sull’altare vi era una statua in legno della Madonna con il Bambino in braccio: la mano destra di Gesù era levata per benedire. Oltre l’altare, un focolare nero di fumo, che ne comprovava un lungo uso. Non lontano da questo atrio, un armadio scavato nel muro e degli utensili da tavola.

            Conosciuto il fatto miracoloso, vennero fedeli e curiosi da ogni parte a vedere il misterioso prodigio. Anche il parroco di Tersatto, don Alessandro Giorgevich, venne informato del fatto, ma, molto ammalato, non poté muoversi. Gli apparve allora la Madonna che gli attestò essere quella la sua Casa di Nazareth dove nacque, dove avvenne l’Annuncio dell’Arcangelo Gabriele e dove visse con Gesù. Quale sigillo dell’Apparizione, don Alessandro venne improvvisamente guarito dalla sua infermità.

            Nicolò Frangipane, signore della città, volle accertarsi del fatto e mandò una delegazione in Palestina con l’incarico di constatare se realmente la Santa Casa non esistesse più in Nazareth. Tra i delegati si trovarono il Parroco stesso, Don Alessandro e tre notabili, di cui abbiamo i nomi di due di essi: Sismondo Orsich e Giovanni Gregoruschi. La delegazione, giunta a Nazareth, constatò effettivamente l’assenza della Santa Casa a Nazareth, ove erano rimaste solo le fondamenta, che combaciavano perfettamente con le misure della perimetrazione delle tre Sante Pareti giunte a Tersatto. Inoltre non trovarono nessuna differenza di qualità e natura fra le pietre ivi rimaste e quelle che erano giunte a Tersatto.

            Questi quattro distinti personaggi trascrissero ogni cosa e testimoniarono il tutto con solenne giuramento; e la loro deposizione, autenticata con tutte le forme volute dalla legge, fu riposta a perpetua memoria negli archivi pubblici di Tersatto.

            Il Frangipane, riservandosi di onorare convenientemente il sacro edificio, vi fece costruire attorno un muro di cinta; ma, dopo poco più di tre anni dalla sua venuta, la Casetta misteriosamente scomparve, così come era arrivata. Sul luogo ove la Santa Casa era rimasta dal 10 maggio 1291 al 10 dicembre 1294, i Frangipane fecero costruire, prima una Cappella commemorativa, e poi la Chiesa che anche oggi esiste. La struttura architettonica è una sintesi storica: una piccola Cappella, avente le stesse dimensioni della Santa Casa, fu il punto di partenza; poi fu costruito dinanzi a questa una prima navata, che più tardi fu prolungata e quindi una navata laterale, che comunica con l’altra, mediante larghe aperture.

            Questa è in breve la storia della dimora fatta dalla Santa Casa a Tersatto. Non esistono, come detto, documenti del tempo, perché il 5 marzo 1629, un incendio distrusse gli archivi di Tersatto, come nella sua “Historia Tersattana”, racconta il Glavinich, il quale lamenta la perdita degli “Annali Francescani”, della relazione e dell’itinerario del Parroco di Tersatto, che, per ordine, del Conte Nicolò Frangipane, aveva accompagnato i Delegati che si recarono in Terra Santa.

            Si salvarono appena alcune carte che lo stesso Glavinich aveva tolte dall’Archivio di Tersatto per un lavoro che stava facendo. Ma anch’esse andarono perdute, durante la grande guerra del 1915. Nell’intento di voler salvare alcuni documenti dell’Archivio di Tersatto, furono consegnate a una persona, che le dimenticò in treno.

            Ma i documenti relativi alla sosta a Tersatto della Santa Casa, se più non esistono, esistettero un giorno. Girolamo Angelita, archivista di Recanati, dichiara che al suo tempo, e cioè nei primi anni del 1500, fu mandata a Recanati una schedula (forse un estratto) degli Annali di Fiume, nella quale era narrata la storia della dimora della Santa Casa a Tersatto, così come risultava dai documenti ancora esistenti nell’Archivio di Tersatto. La città di Recanati ne informò il Papa Leone X, il quale poi in un documento pontificio ufficiale e solenne dichiarò che la suddetta storia era comprovata da testimoni degni di fede,  scrivendo in un “Breve”: “… E’ provato da testimoni degni di fede che la Santa Vergine, dopo aver trasportato per l’onnipotenza divina, la sua immagine e la propria casa da Nazareth in Dalmazia, quindi nella foresta di Recanati e nel campo di due fratelli, la fece deporre per il ministero degli Angeli, sulla pubblica via, ove trovasi tuttora e dove l’Altissimo, per i meriti della Santissima Vergine, continua a operare miracoli” (Leone X, “Breve” del 1° giugno del 1515. Arch. Vat. Vol. 1924; 232 IX Reg. 70 – f. 74).

            Oltre alla fonte diretta citata dall’Angelita, abbiamo alcuni altri importanti documenti, anche pontifici, i quali, pur non essendo coevi al fatto, lo suppongono e indirettamente lo provano, come ad esempio l’invio nel 1367, ai Tersattesi, da parte del Papa Beato Urbano V, di una immagine della Vergine Lauretana, “per calmare il loro dolore”  per aver perduto la stessa Santa Casa.

            Gli abitanti di Tersatto, infatti, hanno sempre ritenuto vero il miracolo della traslazione della Santa Casa e il fatto della sua dimora in quella Città e non protestarono mai contro la notizia della scomparsa e della conseguente apparizione della medesima in terra italiana. Anzi, sappiamo dal Padre Riera e dal Torsellini che ai loro tempi i pellegrinaggi di Dalmati a Loreto erano numerosissimi e che dall’Illiria venivano alla Santa Casa le folle a pregare la Beata Vergine, perché ritornasse ad abitare fra loro.

            Il Padre Raffaele Riera, gesuita e penitenziere a Loreto, in alcune pagine scritte in una sua opera, descrisse questi pellegrinaggi e l’impressione che egli ne ebbe. Nel 1559, trovandosi nella Basilica ad ascoltare le confessioni, egli vide entrare un pellegrinaggio di Dalmati, composto di circa 500 persone, che invocavano piangendo la misericordia divina, sul ritmo dello Stabat Mater e del Dies Irae. Il Trombelli ne pubblicò il testo che è il seguente: “O Maria, sei venuta qui insieme con la tua Casa, per essere nella tua qualità di Madre di Cristo, dispensatrice di grazia; Nazareth fu il tuo luogo di nascita, ma Tersatto fu per te il primo porto quando venivi in questa terra. Trasportasti qui anche la Casa, ma qui sei rimasta, o Regina della clemenza. Ci rallegriamo di essere stimati degni di godere la tua presenza”.

            L’impressione provata dal Riera alla vista di un pellegrinaggio così pio, che con tanto affetto e fiducia parlava alla Vergine, fu molto grande. Egli confessa che si ritirò dalla chiesa, perché temeva che il Signore, ascoltando la preghiera di quei pellegrini, facesse nuovamente trasportare la Santa Casa nella loro terra.

            Il vincolo che legò Tersatto a Loreto fu sempre forte e costante; infatti, non solo per diversi secoli i pellegrini vennero in gran numero a Loreto, ma molte famiglie si trasferirono qui dalla Dalmazia e ancor oggi si trovano nel contado e nella Città cognomi slavi italianizzati.

            Fino al tempo di Paolo III esistette a Loreto una Confraternita, detta degli Schiavoni, per il suffragio dei defunti Dalmati e nel 1575 Gregorio XIII vi istituì il Collegio Illirico per l’educazione gratuita di trenta chierici delle Diocesi della Dalmazia, assegnandogli l’edificio posto a fianco della Basilica, nel quale prima si trovava l’Ospedale dei Pellegrini e affidandone la direzione ai Padri della Compagnia di Gesù.

            Anche Giovanni Paolo II attestò questo singolare legame tra Loreto e Tersatto, nel Lettera inviata a Mons. Pasquale Macchi, arcivescovo di Loreto, il 15 agosto 1993: “La Vergine Lauretana dall’alto del suo colle benedica e soccorra tutti i popoli, in particolare quelli sull’altra sponda dell’Adriatico, dove è così viva la tradizione lauretana…”.

            Nel prossimo numero si illustrerà la successiva “traslazione miracolosa” del 1295 in Ancona, località Posatora, ove – secondo le documentazioni storiche – rimase per nove mesi, prima di pervenire nella zona recanatese.

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

LA STOLTEZZA DELL’ABBANDONO DELLA “VERITA’” DELLA SANTA CASA E DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI

LE GRAVI CONSEGUENZE DELL’APOSTASIA LAURETANA

L’OFFUSCAMENTO E L’OCCULTAMENTO DELLA VERITA’ DELL’INCARNAZIONE

NELLA CULTURA E NELLA SOCIETA’ OCCIDENTALE SEMPRE PIU’ MULTIETNICA E MULTIRELIGIOSA

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

 

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):

 

RECITIAMO QUESTA NUOVA “VIA CRUCIS” IN RIPARAZIONE DELLA DISSACRAZIONE AVVENUTA DELLA STORIA E DEL CULTO DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO E PER IL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELL’AUTENTICITA’ DELLA PRESENZA A LORETO DELLA “SANTA CASA” E DELL’AUTENTICITA’ DELLE SUE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”.

 

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

LA VIA CRUCIS DEL BEATO PIETRO VIGNE

Libero adattamento composto dal Prof. Giorgio Nicolini sui testi del Beato Pietro Vigne

Meditazioni per ogni giorno del mese, nelle quali si troveranno molteplici motivi assai convincenti per amare Dio, bellissimi esempi di tutte le virtù, ragioni convincenti che ci spingono ad impegnarci in esse, mezzi per acquistarle e infine molti modi, facili ed utili, di metterle in pratica.

 

 

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

 

In nome di Gesù Cristo, ti preghiamo, Padre, di concederci

STAZIONE VIII

LA CADUTA DI GESU’ NELL’ACQUA

 

PREGHIERA

            O Signore Gesù, fà che la tua caduta nel torrente Cedron ci meriti la grazia di perseverare nella virtù allorché saremo costretti a conversare con il torrente di questo mondo.

 

MEDITAZIONE

            V’è una tradizione antica in Gerusalemme, secondo la quale nostro Signore, legato, immobilizzato dai Giudei e poi trascinato con violenza e tumulto durante la notte, attraverso la vallata di Giosafat, per essere condotto nella casa di Anna, cadde nell’attraversare il torrente Cedron, ingrossato per le piogge della stagione; sulla roccia avrebbe lasciato delle impronte che si possono ancor oggi vedere. I malvagi Giudei gli fecero prendere la strada più lunga per poter più facilmente, mediante la difficoltà del cammino, esercitare la loro crudeltà.

            Il torrente in cui Gesù cadde rappresenta il mondo. Il mondo passa con la rapidità di un torrente: “I miei fratelli mi hanno deluso come un torrente, sono dileguati come i torrenti delle valli” (Gb.6,15). “Non amate né il mondo, né le cose del mondo! – ci avverte San Giovanni - Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; (…) E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!” (1^Gv.2,15-17).

            Se riflettiamo su coloro che vivono da mondani, notiamo subito che il loro spirito è sempre in preda a mille preoccupazioni, a mille inquietudini; la loro memoria è piena di sciocchezze e di futilità; il loro cuore si attacca sempre alle cose instabili o agli affari temporali: si tratta infatti di un cuore pieno di fango come l’acqua di un torrente in piena.

            I mondani parlano sempre: sono soltanto critiche, sarcasmi, scherzi, nient’altro che rumore o mormorìo. “Ah! – dice il profeta Isaia - il rumore di popoli immensi, rumore come il mugghio dei mari, fragore di nazioni come lo scroscio di acque che scorrono veementi. Le nazioni fanno fragore come il fragore di molte acque, ma il Signore le minaccia, esse fuggono lontano; come pula sono disperse sui monti dal vento” (Is.17,12-13). (…)

            Il torrente Cedron scorre in un paese cattivo; San Giovanni ci dice che il mondo intero è immerso nella malizia: “(…) tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1^Gv.5,19).  E San Giacomo avverte: “Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio” (Gc.4,4). 

            Non soltanto i mondani trascorrono i loro giorni vivendo nel peccato, nel delitto, nella durezza di cuore, il che è figurato nel torrente – come è stato già detto – che scorre tra le pietre e le rocce; ma presto o tardi trascina nella sua corrente di sventura tutti coloro che ad esso si attaccano. Molto difficilmente un’anima virtuosa, capace come un buon terreno di portare il suo frutto, di compiere cioè opere di bene, potrà rimanere ferma nelle sue buone disposizioni. La prolungata frequentazione del mondo fa perdere insensibilmente, senza che ce ne accorgiamo, tutto ciò che abbiamo ricevuto dal Cielo per rimanere saldi nella virtù. (…).

            Un cristiano ha per definizione rinunziato a Satana e alle sue pompe, cioè alle vanità mondane e a quelle occupazioni in cui molti si trovano immersi per  trascorrere gradevolmente e con onore questa vita così breve; e tuttavia, se si conforma al mondo e alle sue  vanità manca di parola non a un uomo ma a Dio. Si può ben dirgli che la sua condizione di cristiano l'obbliga a vivere ben altrimenti: che la legge della grazia molto più efficace per la nostra salvezza che non l'antica  legge d'Israele, esige maggior fedeltà nel mantenere le  promesse che abbiamo fatto a Dio e maggior  perfezione nell'osservarle. 

            Leggiamo nella lettera agli Ebrei: “Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. Di quanto maggior castigo allora pensate che sarà ritenuto degno chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue dell'alleanza dal quale è stato un giorno santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia?” (Eb.10,28-29)

            Ma tutte queste considerazioni non producono effetto in una persona che è come annegata e trascinata dal torrente di questo mondo. Si fanno promesse a un  uomo importante e si mantiene la parola; si cerca di  essergli fedele perché si temono la sua potenza e le sue minacce. E si fanno promesse solenni a un Dio  onnipotente, che minaccia in modo spaventoso, come  dice l'Apostolo: “E' terribile cadere nelle mani del Dio vivente!” (Eb.10,31), e tuttavia non se ne fa caso.

            In tal modo, né le minacce né le promesse producono effetto nello spirito del cristiano che vive secondo le  massime del mondo, abituato come è a quegli onori vani che crede di conseguire nel poco tempo che gli  resta da vivere. E' dunque necessario, mi sembra, che gli si faccia conoscere il suo errore dandogli la certezza  che mai un uomo sarà perfettamente soddisfatto in questo mondo.

            E’ ben certo che il nostro cuore non potrà mai trovare piena soddisfazione in questo mondo, che per l'uomo è soltanto un luogo di esilio e una triste valle di afflizione. Non c'è altri che Dio capace di contentarci, lui che ci ha tratto dal nulla.

 

INVOCAZIONI

            Ah! Signore, quale felicità per noi se potessimo seguire le tue virtù e dire come Giobbe: “Alle sue orme si è attaccato il mio piede, al suo cammino mi sono attenuto e non ho deviato” (Gb.23,11).

            Ma, ahimé, sarà molto difficile per noi farlo se non ci staccheremo da questo mondo maledetto, pieno di tanti pericoli, sventure, maldicenze e accecamento; infine tante insidie e occasioni di perderti che il demonio ci tende continuamente per condurci alla rovina.

            Beati, mille volte beati coloro che, fuggendolo, vanno a respirare l’aria dolce e salubre di una santa Comunità. E’ qui, Signore, che si vive con maggiore purezza, raramente si cade nel peccato, più facilmente si procede nella virtù, lontani dal pericolo di perdersi, in cui facilmente ci si rialza se cadiamo, in cui si riceve la grazia come rugiada abbondante, in cui si muore con la fiducia di essere perdonati, in cui le anime dopo la morte, trovandosi in Purgatorio, possono ricevere l’aiuto dei confratelli, in cui infine, si lavora alla conquista di una ricompensa eterna, tanto più grande quanto più intenso sarà stato il nostro amore e la nostra fedeltà nell’osservare la santa Regola. (…)

            Ah, Signore, di quali delizie si gode in questa specie di porti sicuri da cui si scorgono tanti naufragi delle persone che vivono nel mondo! In questo Paradiso terrestre si possono mangiare a volontà i frutti della vita, cioè il sacrificio della Messa, le Comunioni e tutti gli aiuti spirituali che vi abbondano; tutto ivi concorre a condurre quelle anime sante all’amore divino, alla santità; là ancora si fa l’importante tirocinio di quell’amore eterno a cui siamo tutti chiamati, perché siamo stati creati per amare Dio.

            Seguendo la Regola le persone religiose si avviano verso la patria celeste attraverso tutte le loro azioni, allo stesso modo di coloro che viaggiano dolcemente lungo il fiume, si avvicinano al loro paese senza neppure accorgersene, qualsiasi cosa facciano sulla nave in cui vivono serenamente in pace.

            Se si conoscessero tutti questi vantaggi, quante anime, o mio Dio, entrerebbero in queste sante Arche di Noè. In quanti farebbero questa scelta, senza lasciarsi trattenere dai consigli di un parente, di un amico, o di qualche cattivo direttore spirituale, imprudente e cieco; questi, pieni degli interessi del mondo, non respirano che la sua aria malsana e danno consigli cattivi come cattivo è il loro cuore.

 

PROPOSITI

Per coloro che si trovano impegnati nel mondo o nelle difficoltà del matrimonio.

Signore, se io non posso avere la fortuna di consacrarti i miei beni, i miei piaceri, il mio cuore e tutta la mia vita con i voti di povertà, castità e obbedienza in una casa religiosa, e se io non posso darti interamente il frutto dell’albero dell’anima mia, fà che almeno ne conservi lo spirito, fuggendo, per quanto sta in me, il mondo e le sue attrattive, anelando solo al luogo del mio gaudio eterno, accettando in spirito di penitenza le afflizioni e le pene che ho abbracciato forse inconsapevolmente e senza retta intenzione allorché ho scelto lo stato secolare in cui mi trovo.

 

Gesù a Santa Faustina Kowalska


“Desidero che i miei Sacerdoti annunzino questa mia grande misericordia per le anime peccatrici. Il peccatore non tema di avvicinarsi a Me. Anche se l’anima fosse come un cadavere in piena putrefazione, se umanamente non ci fosse più rimedio, non è così davanti a Dio. Le fiamme della misericordia mi consumano, desidero effonderla sulle anime degli uomini. Io sono tutto amore e misericordia. Un’anima che ha fiducia in Me è felice, perché Io stesso mi prendo cura di lei. Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abiezione, mai esaurirà la mia misericordia, poiché più vi si attinge più aumenta. Figlia mia, non cessare di annunziare la mia misericordia, facendo questo darai refrigerio al mio Cuore consumato da fiamme di compassione per i peccatori. Quanto dolorosamente mi ferisce la mancanza di fiducia nella mia bontà! Per punire ho tutta l’eternità, adesso invece prolungo il tempo della misericordia per loro. Anche se i suoi peccati fossero neri come la notte, rivolgendosi alla mia misericordia, il peccatore mi glorifica e onora la mia Passione. Nell’ora della sua morte Io lo difenderò come la stessa mia gloria. Quando un’anima esalta la mia bontà, Satana trema davanti ad essa e fugge fin nel profondo dell’inferno. Il mio cuore soffre perché anche le anime consacrate ignorano la mia Misericordia e mi trattano con diffidenza. Quanto mi feriscono! Se non credete alle Mie parole, credete almeno alle Mie piaghe!”

 

ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE, ECCO ORA IL GIORNO DELLA SALVEZZA

E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2^Cor.6,1-2)

Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me;  per questo mi ha consacrato con l'unzione,  e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,  per proclamare ai prigionieri la liberazione  e ai ciechi la vista;  per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. (Lc.4,16-19)

LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

MA LA CHIESA ANCORA NON LO VUOLE COMPRENDERE

UN ANNO DI GRAZIA LAURETANO

Venerdì, 8 settembre 2006 – Sabato, 8 settembre 2007

 

AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI UN UMILE CONSIGLIO

PER DARE MAGGIORE RISONANZA AL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELLE TRASLAZIONI MIRACOLOSE

UN PELLEGRINAGGIO PAPALE SUI LUOGHI DELLE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI” STORICAMENTE DOCUMENTATE (8-10 dicembre 2006)

1)       A TERSATTO ove rimase per circa 3 anni e mezzo (10.5.1291-10.12.1294)

2)     Ad ANCONA (loc. POSATORA), ove rimase per nove mesi (nel 1295).

3)      Nella Selva della signora LORETA (Loc. BANDERUOLA), ove rimase per circa 8 mesi (dalla fine del 1295).

4)     Sul campo dei due fratelli di nome Antici, ove rimase per circa 4 mesi, dal 10 agosto 1296(presso il Palazzo Apostolico Lauretano).

5)      Sulla pubblica strada, cioè nel SANTUARIO LAURETANO ove ancor ora si trova, forse dal 2 dicembre 1296.

 

LEONE XIII

(Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose.

 

UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE

www.lavocecattolica.it/unavoce.htm

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.        Prof. Giorgio Nicolini   -   giorgio.nicolini@poste.it

 

RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”

“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).

 “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,

non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”

(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc.1,26-38)

 

 L’APOSTASIA LAURETANA

 

La corrispondenza con il Vescovo di Loreto è leggibile all'indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/corrispondenze.vescovo.loreto.htm

 

Il 28 marzo 2006 l’Agenzia Internazionale ZENIT ha pubblicato una intervista al Prof. Giorgio Nicolini

con gli ultimi aggiornamenti sugli studi riguardo alla “verità” delle  “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth

Leggibile all’indirizzo Internet

www.lavocecattolica.it/intervista.zenit.htm

 

LA PROTEZIONE DEL PAPA DALL’ENORME QUANTITA’ DI POSTA

E la telefonata del prof. nicolini a mons. georg,

segretario del santo padre

 

L’articolo, con una intervista a Mons. Georg,

 Segretario del Santo Padre Benedetto XVI

 

Il suo compito principale - ha spiegato - è di proteggere il papa “dall’enorme quantità di posta, documenti, lettere, affinché egli possa fare ciò che realmente lo interessa con la dovuta tranquillità”. Ecco il racconto di alcuni particolari di una giornata tipo all’appartamento pontificio alla “Terza Loggia” in Vaticano: “La giornata del papa inizia con la Messa alle sette di mattina, poi c’è la preghiera del breviario, segue un periodo di contemplazione, il silenzio davanti al Signore. Dopo facciamo colazione insieme, quindi comincio il lavoro del giorno preparando la corrispondenza. Poi ho uno scambio di opinioni con il Santo Padre, di seguito lo accompagno alla ‘Seconda Loggia’ per le udienze private di mezzogiorno. Quindi pranziamo insieme, dopo il pasto facciamo una piccola passeggiata prima del riposo. Durante il pomeriggio mi occupo nuovamente della corrispondenza, porto al Santo Padre ciò che è più importante e ha bisogno della sua firma". Quanto al rapporto quotidiano con il Pontefice, don Georg spiega: “Cerco di dimostrarmi degno della sua fiducia: dopo un anno e tre mesi è cresciuta la capacità di lavorare insieme”. Il sacerdote spiega che, pur essendosi abituato alla “febbre della ribalta” che circonda inevitabilmente il Papa, rispondendo alla domanda, “le capita ancora di emozionarsi quando si trova davanti al Santo Padre?”: “Naturalmente a volte succede. Però è anche vero che il fatto di incontrarsi e di stare insieme quotidianamente facilita una certa ‘familiarità’, che riduce l’emozione. Ma naturalmente so chi è il Santo Padre e quindi so anche comportarmi in modo confacente. Ci sono però sempre situazioni in cui il cuore batte un po’ più forte del solito”.

 

Commento del Prof. Giorgio Nicolini

 

Tale articolo ha destato in me e nell’Avv. Dal Pozzo il “sospetto” che la copiosa corrispondenza inviata al Santo Padre, sulla “questione lauretana” e su una richiesta urgente di una Udienza privata, non fosse regolarmente consegnata al Santo Padre, perché non ritenuta “importante” per il Santo Padre da Mons. Georg. Allora ho inviato altre documentazioni allo stesso Segretario del Santo Padre - conosciuto personalmente in Vaticano in un breve incontro del 23 febbraio 2005 insieme all’ex-Card. Ratzinger – facendogli la seguente rispettosa richiesta in frontespizio:

 

RIGUARDO ALLA PROTEZIONE DEL PAPA DALL’ENORME QUANTITA’ DI POSTA

DA PARTE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI

AL SEGRETARIO DEL SANTO PADRE MONS. GEORG GANSWEIN

CON PREGHIERA DI CONSEGNARE AL SANTO PADRE

TUTTE LE DOCUMENTAZIONI INVIATE SULLA “QUESTIONE LAURETANA”

E DI NON DECIDERE AUTONOMAMENTE CIO’ CHE INTERESSA AL SANTO PADRE

MA DI LASCIARLO DECIDERE AL SANTO PADRE CIO’ CHE GLI INTERESSA

A RIGUARDO DELLA QUANTITA’ DI POSTA, LETTERE E DOCUMENTI

INVIATI DAL PROF. GIORGIO NICOLINI

 

            Dopo avere fatto “un giro di telefonate” a varie Congregazioni Vaticane per conoscere l’esito dei miei settimanali invii di voluminose documentazioni – via Facsimile e Postale - da consegnare al Santo Padre e constatato che non mi veniva confermato la consegna al Santo Padre di quanto inviato, il 30 settembre u.s., ho telefonato direttamente al Segretario Mons. Georg, con il quale ho potuto parlare in modo sintetico ma ampio sulla “questione lauretana”, per circa un quarto d’ora, informandolo anche dell’avvio presso il mio Vescovo della procedura canonica per “il delitto di falso” sulla “questione lauretana” e ricevendo da lui utili indicazioni al riguardo. Mons. Georg ha mostrato di conoscere parte del materiale documentativo che avevo inviato io e l’Avv. Dal Pozzo direttamente al Santo Padre, ma non ho avuto la certezza che da lui tale materiale documentativo sia stato anche consegnato al Santo Padre.

            La conversazione telefonica con Mons. Georg, molto franca e cordiale, si è interrotta d’improvviso da parte di Mons. Georg di fronte alla mia rinnovata richiesta di una Udienza Privata con il Santo Padre, al fine di potergli illustrare direttamente l’apostasia lauretana e anche l’utilizzo pretestuoso che viene fatto nella Basilica Pontifica Lauretana di un suo involontario errore storico in una omelia tenuta a Loreto l’8 settembre 1991.

            Dopo il lungo colloquio, Mons. Georg, alla mia richiesta finale di una Udienza Privata con il Santo Padre, ha interrotto improvvisamente e frettolosamente la comunicazione telefonica con le parole: “Non è possibile. Buona sera”, anche se poi era mattino.

            Faccio conoscere pertanto alla Chiesa l’impossibilità di poter comunicare direttamente con il Santo Padre, né so ancora se a lui è stata mai consegnata l’abbondante documentazione che invio continuamente, né so se il Santo Padre conosce anche la mia richiesta “ufficiale” di una Udienza Privata “urgente” con lui.

            Altre Autorità Ecclesiastiche ancora interpellate – anche su indicazione di Mons. Georg - hanno però di nuovo “eluso” le proprie “responsabilità”. Ma le Leggi Ecclesiastiche, nel Codice di Diritto Canonico, sono chiare e ineludibili e quindi “gravemente obbliganti” nella coscienza di chi può intervenire e omette di farlo, e che ne avrà ogni responsabilità davanti a Dio.

            Nella Chiesa si è chiesto “perdono” a tutti di tutto, anche di colpe non proprie. Ma ancora non si è mai chiesto perdono a Dio e alla Vergine Maria dei “rifiuti” agli interventi misericordiosi e miracolosi di Dio e della Madre di Dio nella storia della Chiesa per la salvezza della stessa Chiesa e dell’Umanità, ma che dagli stessi membri della Chiesa sono stati o “trascurati” o “abbandonati”, come è anche il caso delle “Miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth, sino a Loreto. QUANTE GRAZIE IMMENSE DI DIO E DELLA VERGINE MARIA CHE VENGONO IMPEDITE E OSTACOLANO L’AIUTO DIVINO OFFERTO PER LA SALVEZZA DELLE ANIME!!!... QUANTE GRAVI COLPE VERSO DIO E LA VERGINE MARIA!!!... QUANTO BENE STOLTAMENTE DISPERSO, COSCIENTEMENTE O INCOSCIENTEMENTE!!!...

            Lascio comunque ogni giudizio a Dio, e a chi legge.

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

DALLA LETTERA DI SAN PAOLO AI ROMANI

(Rom.1,8-15)

Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché la fama della vostra fede si espande in tutto il mondo. Quel Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che io mi ricordo sempre di voi, chiedendo sempre nelle mie preghiere che per volontà di Dio mi si apra una strada per venire fino a voi. Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io. Non voglio pertanto che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire fino a voi - ma finora ne sono stato impedito - per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra gli altri Gentili. Poiché sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso i dotti come verso gli ignoranti: sono quindi pronto, per quanto sta in me, a predicare il vangelo anche a voi di Roma.

 

 

L’APPELLO A MONS. ANGELO COMASTRI

ANCORA SENZA UNA RISPOSTA

 

Firenze, 22 febbraio 2006

Cattedra di San Pietro

A Sua Ecc.za Rev.ma

Mons. ANGELO COMASTRI

Presidente della Fabbrica di San Pietro - Vicario del Santo Padre per lo Stato della Città del Vaticano

CITTA’ DEL VATICANO – Fax 06.69885518

 

OGGETTO: La storia e il culto della Santa Casa a Loreto.

Con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”

 

Ecc.za Rev.ma Mons. Angelo Comastri,

            per conto del Prof. Giorgio Nicolini, di Ancona, sono a trasmetterLe, per la Sua opportuna conoscenza, la Lettera da me inviata al Sommo Pontefice Benedetto XVI, in data 14 febbraio 2006 e quella inviata in data 20 febbraio 2006 a Mons. Gianni Danzi, Arcivescovo-Delegato Pontificio presso il Santuario di Loreto, dove Ella in precedenza aveva già svolto per circa un decennio il Suo ministero pastorale, con unanime apprezzamento di tutti i fedeli e di tutta la Chiesa.

            Nei prossimi giorni Le farò pervenire tutte le documentazioni già spedite al Santo Padre, e citate tra gli allegati della Lettera inviata al Santo Padre a mezzo di plico, con Raccomandata A.R.

            Il Prof. Nicolini, anche per mio tramite, Le rinnova la sua profonda gratitudine per il rapporto cordiale e confidenziale che ebbe con lui negli anni del suo episcopato a Loreto; e mi chiede, in particolare, di reinviarLe, in ricordo di quel periodo, negli allegati, anche alcune vostre corrispondenze, a Sua Ecc.za già note, tra cui una Lettera del 18 gennaio 2003, con la quale il mio mandante in particolare ebbe a scriverLe:

            Ecc.za Rev.ma e stim.ma, so di averLe recato disturbo tante volte, “talvolta in modo opportuno, talvolta in modo inopportuno” (2^Tm.4,2). Con questo breve scritto voglio soltanto confermarLe il mio deferente ossequio e l’altissima stima ed affetto che ho verso di Lei, per la Sua profonda spiritualità e il sostegno che arreca anche a me con l’ascolto non infrequente della forza persuasiva della Sua parola chiara ed incisiva, da tutti ammirata. Se ho cercato talvolta il Suo consiglio o mi sono rivolto a Lei per qualche intervento è perché davvero non vi è chi sappia dare consigli né si sa più a chi potersi rivolgere - e in che modo - per essere difesi, perché  spesso “il gregge del Signore è ormai come pecore senza pastore”.

            Lei avrà letto e ricorderà le celebri e gravi parole pronunciate da Paolo VI, “il fumo di  Satana è entrato nel Tempio di Dio”, come anche quanto egli disse già nel 1970: “Una delle impressioni raccolte dai vari avvenimenti, che caratterizzano la vita della Chiesa in questi ultimi tempi, riguarda il duplice aspetto drammatico in cui tale vita si svolge, il quale aspetto sembra definito dalle sempre vere parole di San Paolo: “BATTAGLIE ALL’ESTERNO, TIMORI AL DI DENTRO” (2^Cor.7,5)… La Chiesa resiste, soffre, lotta, come può. Sopravvive perché Dio l’assiste, e perché alcuni suoi figli sono forti; ma forse sono questi i giorni preannunciati da Cristo: “PER IL DILAGARE DELL’INIQUITA’, L’AMORE DI MOLTI SI RAFFREDDERA’” (Mt.24,12) (discorso del 15 novembre 1970) … (omissis) …

            La Chiesa allora (cioè le anime umili, fedeli a Dio e alla sua Grazia) “resiste”, “soffre”, “lotta”: “come può…”, e “sopravvive (in chi ci riesce) perché Dio l’assiste, e perché alcuni suoi figli sono forti”. Mi perdoni l’accostamento, Ecc.za Rev.ma: ma in Lei vedo uno di quegli “alcuni” figli forti della Chiesa, che danno sostegno e conforto a chi “resiste”, “soffre”, “lotta” e “sopravvive” “come può”.      … (omissis) …

                        A tale lettera Ella si premurò di rispondere al Prof. Nicolini con paterna familiarità e amabilità, di Suo pugno, in data 26 gennaio 2003: “Caro Giorgio, ti ringrazio per il tuo scritto, che è pieno di fede e di amore al Signore Gesù e alla sua Santa Chiesa. Concordo pienamente con quanto mi scrivi e vedo ogni giorno il compiersi delle parole di Gesù: “per il dilagare dell’iniquità, l’amore di molti si raffredderà”. Ma nonostante tutto anche questo è tempo di Santi. Madre Teresa l’ha dimostrato splendidamente. Ti auguro di essere un uomo, nel quale si vede risplendere tutta la luce del Santo Battesimo. Ti benedico”.

            Tra le altre corrispondenze allegate, vi è anche un carteggio relativo al processo ad Adel Smith e la difesa dei valori cristiani (che ebbe il mio mandante a diretto protagonista); in seguito il Prof. Nicolini Le indirizzò una lunga lettera, in data 1° novembre 2004, concernente la questione della “Miracolosa” traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, e che faceva seguito a delle precedenti “segnalazioni”, rimaste peraltro senza riscontro.

            A quest’ultima Ella invece così rispose: “Gent.mo Prof. Nicolini, la ringrazio per il materiale inviatomi circa la questione lauretana della traslazione della Santa Casa, che leggerò con attenzione, data la rilevanza del fatto. Quanto ad un possibile incontro, sarà mia premura chiamarla, anticipandole che sarà possibile dopo le feste natalizie e prima della festa dell’Epifania”. Purtroppo tale incontro non poté mai aver luogo, per i motivi a Lei noti, ed anche perché nel frattempo aveva Ella mutato la Sua destinazione di Loreto per quella di Roma, colà chiamato dal Santo Padre.

            Con il presente scritto il Prof. Nicolini mi incarica di chiederLe d’interporre, se possibile, i Suoi buoni uffici affinché la “questione lauretana” possa trovare al più presto la sua definitiva soluzione: il che si rende oggi quanto mai urgente, in considerazione dell’obiettiva gravità dello stato di cose in atto, in conseguenza delle improvvide, fuorvianti prese di posizione del Suo successore a Loreto, Mons. Gianni Danzi, come potrà trovare meglio illustrato nelle importanti documentazioni che Le farò pervenire, relative al carteggio di questi anni, avente appunto ad oggetto la “verità storica” delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth, oggi a Loreto.

            Pare infatti al mio mandante, e anche a chi scrive, che una eventuale ulteriore dilazione della più autorevole, ufficiale e perciò risolutiva conferma, a tale riguardo, sarebbe inevitabilmente destinata ad avere effetti assai deleteri per la vita spirituale dei singoli e dell’intera Chiesa, così come anche per l’opinione pubblica, già largamente sorpresa e scandalizzata da quanto a Loreto da tanti anni sta avvenendo, con i veri “falsi” ivi propalati e l’abbandono stesso, di fatto, del culto della “Miracolosa” traslazione della Santa Casa di Nazareth.

            Per tutto questo il Prof. Nicolini mi manda a pregarLa affinché Ella faccia quanto possibile, presso il Santo Padre, al fine di ogni necessario chiarimento, se del caso suggerendo, da conoscitore qual è dell’ambiente lauretano, le più opportune misure affinché “la verità” circa l’autenticità della Santa Casa di Nazareth a Loreto, come anche la “veridicità storica” delle sue “miracolose traslazioni”, possa venire ristabilito, in modo “definitivo” e senza più dubbi, in conformità ai plurisecolari “pronunciamenti” e insegnamenti dei Romani Pontefici.

            Certo di una positiva considerazione di questo “appello”, il Prof. Giorgio Nicolini Le rinnova per mio tramite il Suo filiale affetto, grato anche per le preghiere che Ella a suo tempo gli assicurò per la sua amatissima mamma, dal Signore chiamata a Sé l’11 luglio dello scorso anno.

            Per un eventuale contatto diretto con il Prof. Nicolini comunico qui di seguito, per Sua maggior comodità, i Suoi recapiti: Via Maggini, 230 – 60127 Ancona – Tel. 071.83552 - Cell. 339.6424332 – Facsimile 178.4413104 – Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it – Sito Internet: www.lavocecattolica.it

            Voglia gradire, anche da parte mia, il più deferente saluto.

 

Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone

ALLEGATI alcune corrispondenze con il Prof. Nicolini:

1) Lettera del Prof. Nicolini del 18 gennaio 2003        –   2) Risposta di Mons. Comastri del 26 gennaio 2003.

3) Lettera del Prof. Nicolini del 30 marzo                   –   4) Risposta di Mons. Comastri dell’8 aprile 2004.

5) Lettera del Prof. Nicolini del 1° novembre 2004      –  6) Risposta di Mons. Comastri dell’8 novembre 2004.

 

ALTRI ALLEGATI:

* Tutti i documenti indicati nella Lettera scritta al Santo Padre, in data 14 febbraio 2006.

* Lettera al Card. Francis Arinze del 17 febbraio 2006.

* Lettera a Mons. Gianni Danzi, Arcivescovo di Loreto, del 20 febbraio 2006.

 

LA QUANTITA’ DELLA POSTA ELETTRONICA

 

----- Original Message -----

From: info@lucina...

To: LA VOCE Cattolica

Sent: Monday, October 16, 2006 7:53 PM

Subject: Re: IL VITTORIOSO ROSARIO LAURETANO

 

Gentile Prof. Nicolini,

            capisco il suo zelo, ma se continua a mandare tutte queste mail forse rischia di perdere adepti. ..

            Buon proseguimento.

            L.L.

 

----- Original Message -----

From: Giorgio Nicolini

To: info@lucina... (…)

Sent: Tuesday, October 17, 2006 1:59 AM

Subject: Un giornale informatico

Ancona, 17 ottobre 2006

Gent.ma Lucina L.,

    La ringrazio del Suo messaggio. Tuttavia i miei invii, che giungono a molte migliaia di utenti, sono come un Giornale Informatico, che si può conservare nel proprio Archivio Elettronico, e da cui ognuno può trovarci e trarci ciò che ritiene utile od opportuno per sé, ed anche leggerlo quando ritiene meglio e ne ha il tempo.

    A me costa un impegno “a tempo pieno”, molto sacrificio e spendendo molto (è un giornale che lo paga chi lo invia e non chi lo riceve...), tuttavia il grave momento storico rende necessario questo zelo.

    Spero, comunque, che tra gli adepti che perdo (pochissimi...) non ci sia Lei. Spero quindi in un Buon Proseguimento di lettura da parte Sua.

    Con la più viva cordialità e l'augurio di ogni bene.

 Prof. GIORGIO NICOLINI

 

LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA

PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”

Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                       (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

                               

PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

 

            Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.

            Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.

            Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.

            Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.

            Amen.

 

Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro

La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

 

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 ottobre 2006, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

Cari figli, oggi il Signore mi ha permesso di dirvi nuovamente che vivete in un tempo di grazia. Non siete coscienti, figlioli, che Dio vi dona una grande opportunità per convertirvi e vivere nella pace e nell’amore. Voi siete così ciechi e legati alle cose della terra e pensate alla vita terrena. Dio mi ha mandato per guidarvi verso la vita eterna. Io, figlioli, non sono stanca, anche se vedo i vostri cuori appesantiti e stanchi di tutto ciò che è grazia e dono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

(La Regina della Pace a Mediugorie, 25 ottobre 2006)

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

SANTA GIANNA BERETTA MOLLA

Come conservare la purezza?

Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.

La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...

La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.

È libero colui che è capace di resistere, di lottare.

 

PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA

LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI

www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm

www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE

E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti

(Martin Luther King)

 

SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI

AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET

Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)

 

Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet

www.lavocecattolica.it

www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm

www.lavocecattolica.it/lettera26ottobre2006.htm

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

ATTENDERE IL CARICAMENTO DELLE IMMAGINI

Hit Counter

 visitatori

dal 26 ottobre 2006

 

PER SOSTENERE IL SIT0 INTERNET 
E RICHIEDERE MATERIALE DIDATTICO

 

TRADUTTORE INTERNAZIONALE

 CALENDARIO PERPETUO

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO

mercoledì, 22 novembre 2006 16.27

 

 

 

 

Prof. Giorgio Nicolini - Tel. 071.83552 - Cell. 339.6424332 - Facsimile 071.83552 o 178.4413104 - Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Sito Internet: www.lavocecattolica.it

Conto Corrente Postale 13117056

 

Per POTER continuare a ricevere questo servizio nella libertà

OFFRI 1 EURO AL MESE

(12 euro all’anno)

PER SOSTENERE ANCHE TU LE NOTEVOLI SPESE INFORMATICHE DI QUESTA LETTERA INFORMATIVA CHE TI GIUNGE GRATUITAMENTE

QUESTA LETTERA INFORMATIVA “la voce CATTOLICA” TI VIENE INVIATA IN MODO DEL TUTTO GRATUITO

SE TUTTAVIA VUOI SOSTENERE QUESTA INIZIATIVA CULTURALE E SPIRITUALE E perche’ possa continuare

PUOI SOSTENERLA CON UNA LIBERA OFFERTA O RICHIEDENDO DEL MATERIALE DIDATTICO

 

PUOI UTILIZZARE IL CONTO CORRENTE POSTALE n°13117056

MAGGIORI DELUCIDAZIONI COLLEGANDOTI ALL’INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/materiale.didattico.htm

 

QUESTA LETTERA INFORMATIVA TI VIENE INVIATA CON I TESTI A COLORI

QUESTE PAGINE A COLORI TUTTAVIA SI POSSONO TRASFORMARE IN MODO AUTONOMO IN UNA LETTURA IN BIANCO E NERO

LEGGI NELLA CORRISPONDENZA SOTTOSTANTE LA SEMPLICE PROCEDURA DA SEGUIRE

Gentilissimo Prof. Nicolini, ho appena letto con piacere l'allegato. Ma che fatica! E' proprio necessario formattare con tutti quei colori e sfondi il testo? Scusandomi per la franchezza, forse eccessiva, credo che una maggiore sobrietà dell'impaginazione faciliterebbe la lettura. Cordialmente saluto. Alessio.

LA RISPOSTA SULL’UTILIZZO DEI COLORI E COME TRASFORMARE TUTTI I TESTI IN BIANCO E NERO

Caro Alessio, l'utilizzo dei diversi colori nelle parole del testo hanno lo scopo di COSTRINGERE A FERMARE L'ATTENZIONE su quella parola o su quel concetto che voglio evidenziare maggiormente, anche se costa fatica a chi legge. Ma proprio quella fatica fa fissare meglio una parola od un concetto. Altrimenti chi legge scorre con superficialità e non si ferma su punti molto importanti. Ogni parola che scrivo infatti è stata "misurata" e quando la evidenzio di più e "colpisce" l'occhio (cioè, lo disturba), colpiscono in quel modo anche l'intelligenza e si fissano meglio. Certe parole vogliono anche essere "una pietra" per coloro cui sono dirette "in prima persona", e che non vogliono vedere né sentire. Si dice che in Internet le parole ingrandite hanno lo stesso significato di uno che alza il tono della voce per farsi sentire con più forza. Per questo le uso. Almeno questo è il mio intento. Tuttavia tengo in considerazione il tuo invito alla sobrietà.

Vorrei comunque ricordarti, in ogni caso, che il testo che invio è in formato "Word" perché uno lo possa liberamente trasformare.      Se tu, infatti, fai delle semplicissime variazioni in modo autonomo, puoi avere il testo nel modo che vuoi tu, totalmente in bianco e nero. Basta andare su "Modifica", fare "Seleziona tutto", poi cliccare sul pulsante destro del "mouse", facendo comparire varie voci tra cui "Carattere". Cliccando su "Carattere" e poi sui colori dei caratteri il "Nero", il testo ti diventerà in pochi attimi in bianco e nero. Così pure se vuoi togliere totalmente tutti gli sfondi, basta andare su "Formato" e togliere ogni sfondo, con un paio di manovre.

Hai ragione, basterebbe modificare il formato prima di iniziare a leggere… A volte non ci si pensa, a volte fa fatica. Grazie comunque per tutto quello che scrivi; fa piacere vedere che c'è chi si impegna oggigiorno, con i più svariati mezzi, per promuovere la fede in Dio. E fa piacere anche leggere cose che altrimenti non si conoscerebbero. Una preghiera. Alessio.

 

Se venisse un altro Giona, crederemmo? Le nostre città crederebbero? Oggi ancora, per le grandi città, per le Nìnive moderne, Dio cerca dei messaggeri della penitenza. Abbiamo il coraggio, la fede profonda, la credibilità necessarie per toccare i cuori e aprire le porte alla conversione?  Card. Joseph Ratzinger