La Voce Cattolica

   Ancona, 12 dicembre 2006

Apparizione della Vergine di Guadalupe

 

 

DENUNCIA PER LE OFFESE TELEVISIVE

CONTRO IL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

 

PROCURA DELLA REPUBBLICA

c/o IL TRIBUNALE DI PARMA

Ill.mo Signor Procuratore,

    la sottoscritta Tatiana Ivanovskaia, residente in Colorno Via Du Tillot 65, in proprio e quale vice-presidente dell’Associazione “LUCE DI CRISTO” (www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm) con sede in Parma Via Verdi 3, espone i seguenti fatti.

    Nei mesi di ottobre/novembre 2006, nel corso delle puntate della trasmissione televisiva “Crozza Italia” in onda dall’emittente La7, il signor Maurizio Crozza, nato a Genova il 5 dicembre 1959, interpretava alcune gag su Papa Ratzinger (Benedetto XVI), attualmente disponibili e rivedibili sul sito internet YouTube. 

    Le caricature del signor Crozza, dopo la messa in onda, hanno suscitato vive e fervide reazioni e proteste dal mondo cattolico cristiano in quanto percepibili dai fedeli credenti solo come imitazioni svillaneggianti e sbeffeggianti la figura del Papa.

Detta percezione è stata tale, e non poteva essere diversamente, in quanto le gag sono risultate un maldestro tentativo di fare satira da parte del signor Crozza, il quale, con riferimento all’accaduto, ha detto: "… Io voglio poter sorridere di qualsiasi cosa riguardi gli esseri umani. Tutti gli esseri umani, incluse le loro debolezze. La satira è l’esasperazione, l’iperbole di tutte le debolezze. Siamo tutti uomini. Tutti fallibili. Con la gag sul Papa volevo umanizzare il personaggio. Ricordare che non esistono idoli terreni" (doc.1).

    Ora non v’è chi non veda nell’affermazione del signor Crozza l’ignoranza del dogma dell’infallibilità papale (o pontificia) e la contestuale presunzione di conoscere tutto ciò, Papa compreso, su cui satireggiare.

    Sempre che trattasi di satira!

    Infatti, prendendo spunto dal vocabolario Treccani, la satira è descritta come l’attività di “rappresentare o descrivere (persone, situazioni, difetti, ecc.) in modo da rilevarne, spesso in maniera caricaturale, gli aspetti negativi”.

    La satira è vera satira, per sua natura – e per come la intendiamo noi nell’accezione più corrente –, quando si accanisce contro il potere, contro chi detiene il potere politico ed economico, e comunque contro chi ha un peso rilevante nella formazione delle coscienze e dei comportamenti.

    Sul punto risulta concorde anche il comico Corrado Guzzanti, il quale ad una precisa domanda, risponde: "... Lo sfottò è indolore, è Striscia la notizia, o tutte quelle trasmissioni che si limitano ad ironizzare sulla calvizie di un determinato politico. La satira è più studiata, più profonda, e ha come principale obiettivo quello di andare contro il potere. Senza sconti". (doc.); altresì ad un’altra domanda, relativa all’esistenza di una satira annacquata, risponde: "Più che annacquata non esiste più. O per lo meno non in tv, tranne Maurizio Crozza …" (doc.2).     

    Ora, proprio partendo da quanto appena riportato, non v’è chi non veda nelle caricature del signor Crozza una mancanza di stigmatizzazione di particolari e specifiche tematiche papali o difetti riferiti alla sua persona reale, e, quindi, di vera satira, ma bensì lo sbeffeggiamento, l’irrisione e lo svillaneggiamento della persona del Sommo Pontefice che lo vedono protagonista di "sketch" con tematiche e contenuti  inventati, asettici ed addirittura irriverenti (durante una caricatura, il papa interpretato dal Crozza, durante l’Angelus, proferisce le seguenti parole: "Fratelli e sorelle. 16 ottobre giorno molto importante di commemorazione di elezione di Giovanni Paolo II Papa Woytila che comunque ricordo che è morto … è morto… Rammaricato …" e sembra che il Crozza accenni un gesto scaramantico con la mano sinistra).   

    E, proprio, perché la satira di Crozza non è stata “vera”, le sue caricature erano percepibili e percepite dai fedeli – a differenza di altre interpretazioni televisive che non hanno scatenato proteste - come ludibrio della figura papale. Infatti il fedele sente sbeffeggiata la persona del Sommo Pontefice in quanto fatta muovere, insieme a dei cardinali chierichetti, all’interno di "sketch"  privi di qualsivoglia contenuto satirico per come già sopra riferito, e, peraltro, irriverenti ed irrispettosi della figura papale.

    Questo percepire, da parte del credente cristiano e cattolico, le caricature come scimmiottamento e scherno della figura del Papa, pertanto, è scaturito per il motivo che la mancanza di contenuti nelle gag del signor Crozza non ha reso percepibile l’esercizio di quel diritto di satira e di critica, che costituisce estrinsecazione della libertà di manifestazione del pensiero, ma che, comunque, troverebbe un limite nel rispetto dovuto al sentimento religioso dei fedeli.  

    Limite che, con riferimento ai fatti per cui è querela, è stato percepito come superato anche nel mondo politico, il quale ha reagito e tuonato contro la “satira” di Crozza poiché offensiva del sentimento religioso (doc.3).  

    Tra l’altro i già riferiti motivi, per i quali la “pseudo satira” del signor Crozza è caduta nella ridicolizzazione della figura più amata dal mondo cattolico, risultano ben esposti nelle parole del signor Carlo Cardia, il quale, nell’articolo intitolato “A proposito di satira – Testimonianza quale risposta all’invenzione” e pubblicato su Avvenire del 17 novembre 2006, così scriveva: "… Ciò che è accaduto in questi giorni, però presenta una originalità. Per la prima volta la figura del pontefice viene bersagliata da alcune trasmissioni televisive e radiofoniche che prescindono del tutto dalla sua figura reale, si inventano un simulacro per irridere alla persona, alla istituzione, a tutti coloro che in essa si riconoscono. Per la prima volta l’offesa è recata a freddo, prescindendo da qualsiasi contenuto, da qualsiasi contrasto sia pure ipotetico. Non c’è il clima di scontro che pure in altre epoche c’è stato. Non c’è il potere che suggerisce la satira. Non c’è la base per una satira. C’è solo l’invenzione e l’irrisione"... (doc.4) e nelle parole di Umberto Folena, il quale, nell’articolo intitolato “Prendiamo ad esempio Maurizio Crozza su La 7 – Il diritto dei telespettatori? Non è l’assillo dei comici” e pubblicato su Avvenire del 11 novembre 2006, scriveva: "… Nel siparietto di Crozza, Benedetto XVI sarebbe un personaggio isterico spalleggiato da due cardinal-chierichetti, preoccupato di avere buone battute da recitare, fuori di giri, le dita gonfie di anelloni, dalle movenze da burattino. Che cosa c’entra con il Papa reale? Nulla. Se la satira può consistere nell’ingigantire un difetto o un tic per stigmatizzarlo, l’operazione è fallita …". (doc.5)

    Comunque, sebbene il signor Crozza abbia voluto – a suo dire - umanizzare il papa, egli non avrebbe dovuto dimenticare che, per i cattolici cristiani, il Papa è il Vicario di Cristo, il  rappresentante di Dio sulla terra, è colui che si trova all’apice di una gerarchia che da venti secoli guida i fedeli credenti. E’ il successore di Pietro al quale il Cristo diceva : “E io ti dico che sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell’inferno non prevarranno su di essa. Ti darò le chiavi del regno dei cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16, 18).

    Alla luce di quanto finora spiegato, le rappresentazioni inscenate dal signor Crozza non possono di certo ritenersi satiriche in quanto da esse non è trasparsa alcuna manifestazione del pensiero (di cui la satira ne è l’estrinsecazione), ma solo lo scimmiottamento della persona del Papa,  e che, come tali, hanno arrecato un’offesa al sentimento religioso dei cristiani cattolici.

    Le rappresentazioni di pseudo satira e la conseguente offesa, possono essere ricondotte, alle fattispecie criminose di vilipendio di cui agli articoli 402 e 403 c.p., secondo la giurisprudenza costante che così si è espressa: "La condotta di vilipendio della religione dello Stato incriminata dall’art. 402 c.p. consiste nella pubblica espressione, con discorsi, scritti e figurazioni di scherno, dileggio o ingiurioso disprezzo, nei confronti delle verità di fede affermate dalla religione cattolica e dei simboli e delle persone da essa venerati. L’antigiuridicità del fatto non viene meno se la manifestazione obiettivamente vilipendiosa sia finalizzata a suscitare il riso o il divertimento delle persone in uno spettacolo teatrale, né può essere giustificata come espressione di dissenso della fede e dal culto praticati nella Chiesa Cattolica, giacchè il diritto di esprimere al riguardo opinioni dissacratorie o miscredenti trova limite nel rispetto dovuto al sentimento religioso dei credenti" (Cass. pen. 7 novembre 1980; Tribunale di Roma 22 dicembre 1997)  e  "Per la configurabilità dei reati di cui agli art. 402, 403 e 404 c.p. è sufficiente che le manifestazioni oltraggiose nei confronti della religione, delle persone che la rappresentano e la professano e delle cose oggetto di culto, siano tali da esporre al ludibrio, allo scherno ed al disprezzo, senza che sia necessario il fine specifico di vilipendere la stessa" (Tribunale Roma 7 luglio 1979).   

     Tutto ciò premesso, la signora Tatiana Ivanovskaia, in qualità di appartenente alla Chiesa Cattolica, Apostolica e Romana e di vice-presidente dell’Associazione “LUCE DI CRISTO", con il presente atto propone

DENUNCIA-QUERELA

nei confronti di Maurizio Crozza, nato a Genova il 5 dicembre 1959, ed il legale rappresentante de La7, rete televisiva che ha mandato in onda la trasmissione Crozza Italia e specificamente le rappresentazioni per cui è querela, e di tutti coloro che risultino responsabili in qualità di concorrenti, per le ipotesi di reato che la S.V. Ill.ma vorrà ravvisare nei fatti sopra indicati; chiede la punizione del colpevole alle pene di legge e si riserva di costituirsi parte civile per il risarcimento dei danni tutti subiti.

    Ai sensi dell’art. 101 c.p.p., la signora Ivanovskaia, nelle prefate qualità, nomina proprio difensore di fiducia, conferendogli ogni più ampio potere del caso e di legge, ivi compreso quello di depositare la presente denuncia querela, l’avv. Dino Pennacchietti con studio in Parma P.le Boito 1 bis;

* chiede, altresì, ai sensi dell’art. 408, 2° co. c.p.p., di essere informata nella denegata ipotesi di richiesta di archiviazione;

* chiede, ad ogni buon fine, ai sensi e per gli effetti dell’art. 406, 3° comma c.p.p., di essere informata su eventuali richieste di proroga;

* si oppone, fin da ora, all’emissione di decreto penale di condanna e chiede che, ai sensi dell’art. 459, 4° c.p.p., venga data comunicazione per il caso di eventuale emissione di decreto penale di condanna.

    Si producono:

doc.1)  dichiarazione Crozza; doc.2) dichiarazioni Corrado Guzzanti; doc.3) articolo il Giornale.it; doc.4) articolo Carlo Cardia; doc.5) articolo Umberto Folena.

Parma, lì 12.12.06

                                                                              Tatiana Ivanovskaia

 

Per autentica

Avv. Dino Pennacchietti

 

Associazione "LUCE DI CRISTO" - www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm

Cell. 340.7190085 - Cell. 339.6424332 - Facs. 071.83552 - Posta Elettronica: lucedicristo@tiscali.it

ATTENDERE IL CARICAMENTO DELLE IMMAGINI

Hit Counter

 visitatori

dal 12 dicembre 2006

 

PER SOSTENERE IL SIT0 INTERNET 
E RICHIEDERE MATERIALE DIDATTICO

 

TRADUTTORE INTERNAZIONALE

 CALENDARIO PERPETUO

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO

sabato, 16 dicembre 2006 12.58

 

 

 

 

Prof. Giorgio Nicolini - Tel. 071.83552 - Cell. 339.6424332 - Facsimile 071.83552 - Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Sito Internet: www.lavocecattolica.it

Conto Corrente Postale 13117056