Una nuova ORA DI RELIGIONE

NEL RICORDO COMMEMORATIVO

DEI BEATI PIO IX E GABRIELE DEI CONTI FERRETTI DI ANCONA

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

LETTERA INFORMATIVA n°48

LA VOCE

www.lavocecattolica.it

Giornale Informatico Gratuito di Ispirazione Cattolica

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito

(Gv. 3,8)

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                                 (Paolo VI, 25 dicembre 1975)

 

Ancona

Giovedì, 9 febbraio 2006

Domenica, 10 febbraio 2012

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dal Concepimento "reale" di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

Nato ebreo a Betlemme, nell’anno 6 prima dell’anno 0, al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO IL 9 APRILE DELL’ANNO 30 - GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO.

Il popolo ebraico lo ha atteso da secoli, ogni uomo, più o meno consapevolmente, lo cerca da sempre

Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE”", i cui testi sono pubblicati all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15) e "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt.10,8). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio” [Biglietto scritto da San Giuseppe Moscati, il 17 ottobre 1922]. Poiché sta scritto nella Parola di Dio: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28). Così anche Gesù insegnava:  “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32).

 

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

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TOTUS TUUS EGO SUM

 

DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

LETTURA BIBLICA DEL GIORNO

DAL PRIMO LIBRO DEI RE (11,4-13)

Quando Salomone fu vecchio, le sue donne l'attirarono verso dei stranieri e il suo cuore non restò più tutto con il Signore suo Dio come il cuore di Davide suo padre. Salomone seguì Astàrte, dea di quelli di Sidòne, e Milcom, obbrobrio degli Ammoniti. Salomone commise quanto è male agli occhi del Signore e non fu fedele al Signore come lo era stato Davide suo padre. Salomone costruì un'altura in onore di Camos, obbrobrio dei Moabiti, sul monte che è di fronte a Gerusalemme, e anche in onore di Milcom, obbrobrio degli Ammoniti. Allo stesso modo fece per tutte le sue donne straniere, che offrivano incenso e sacrifici ai loro dei. Il Signore, perciò, si sdegnò con Salomone, perché aveva distolto il cuore dal Signore Dio d'Israele, che gli era apparso due volte e gli aveva comandato di non seguire altri dei, ma Salomone non osservò quanto gli aveva comandato il Signore. Allora disse a Salomone: «Poiché ti sei comportato così e non hai osservato la mia alleanza né i decreti che ti avevo impartiti, ti strapperò via il regno e lo consegnerò a un tuo suddito. Tuttavia non farò ciò durante la tua vita per amore di Davide tuo padre; lo strapperò dalla mano di tuo figlio. Ma non tutto il regno gli strapperò; una tribù la darò a tuo figlio per amore di Davide mio servo e per amore di Gerusalemme, città da me eletta».

 

E IL VERBO SI FECE CARNE

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

TUTTI LA’ SONO NATI

“Il di Maria fu, in qualche modo, anche un detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)” (Giovanni Paolo II,  per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).

ROMA - XV GIORNATA MONDIALE DEI GIOVANI (15-20 AGOSTO 2000)

SE SARETE  QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!

La Santa Casa di Loreto

è il luogo che accolse la Santa Famiglia di Nazaret.

Scrive Giovanni Paolo II: “Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: “Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.

GIOVANNI PAOLO II

NEL PORTO DI ANCONA

8 SETTEMBRE 1979

            Tra le caratteristiche che vi distinguono, “Fratelli del mite, del forte Piceno” (come suona l’inizio di un vostro inno eucaristico), emerge il fervore della vita religiosa. Questa trova, sì, in Loreto il suo ideale centro propulsore per il costante invito che offre a meditare e ad adorare l’augusto mistero del Verbo Incarnato, ma si esprime e si manifesta in tutte le contrade della Regione, dagli Appennini all’Adriatico, nella coerenza, nella serietà, nell’esemplarità di un autentico costume cristiano. Si tratta, evidentemente, di un’eredità preziosa che è doveroso non soltanto conservare e tutelare – come si richiede per ogni patrimonio ricevuto dagli avi – ma anche sviluppare e promuovere, perché possa esser trasmessa con sicuro profitto alle nuove generazioni. 

            Analizzando una tale spiritualità, è facile rilevare l’importanza che in essa assume la pietà mariana. Ora a me sembra che, nel vostro caso, debba avere più chiara conferma la nota espressione “ad Iesum per Mariam”. Il culto da voi tributato alla Madonna di Loreto, il vincolo d’amore che a lei vi unisce come a vostra celeste Patrona, le invocazioni che tanto spesso a lei rivolgete nelle Chiese e nelle case, le stesse forme di folclore religioso mariano (come l’accensione dei mille e mille fuochi sui vostri bei colli, alla vigilia della festa del 10 dicembre): ebbene, tutto questo deve avviarvi e condurvi ad una sequela generosa e puntuale del suo Figlio divino. Con la concretezza del vostro comportamento, voi dovete dimostrare quanto sia profondamente vero ciò che il Concilio Vaticano II, nel suo autorevole magistero, ha riproposto all’attenzione di tutto il Popolo di Dio: che “il salutare influsso della Beata Vergine sugli uomini... come nasce dal beneplacito di Dio e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo... non impedisce affatto l’immediato contatto dei credenti con Cristo, ma anzi lo facilita” (Lumen Gentium, 60). Voi dovete dimostrare quanto la profonda e tenera devozione mariana, tanto in onore in seno alle vostre famiglie, tenga desta tra voi la coscienza ecclesiale e rafforzi il senso, anzi la certezza dell’appartenenza a Cristo, unico nostro Capo e Signore. 

            Questo vuol essere, dunque, il primo e principale ricordo della mia visita: se le Marche possono a buon diritto essere chiamate “Terra Mariae”, al tempo stesso e proprio in corrispondenza a questo titolo devono essere “Terra Domini Iesu Christi”.

            Nel corso dei secoli la vostra Regione è stata collegata con la Sede Apostolica. Anche da questo punto di vista, mi è possibile ravvisare una seconda qualità, che definisce ancor meglio la vostra fede cristiana, nel senso – intendo dire – di una fedeltà a tutta prova alla Chiesa di Cristo e di un particolare attaccamento alla persona e alla missione del suo Vicario in terra. Quanti uomini insigni per virtù e per sapere hanno dato, nelle varie età, le Marche alla Chiesa? Tra i molti Santi desidero nominare Santa Maria Goretti, di cui ho visitato recentemente la tomba a Nettuno.

            E chi non ricorda poi le figure dei non pochi Pontefici Romani che, nati in questa terra benedetta, servirono egregiamente la Chiesa? Tra i tanti nomi, che mi salgono facilmente alle labbra, ne farò soltanto due: anzitutto, quello di Sisto V, un Papa assai benemerito della vostra Regione e segnatamente della Città di Loreto, come di Roma e della cristianità; poi, per l’età più recente, quello di Pio IX, nato nella vicina Città di Senigallia e tuttora ricordato per l’indefessa opera di Pastore, svolta durante il suo lungo e sofferto servizio pontificale. È proprio a questi “precedenti” storici, a quest’alta tradizione, a questi vostri conterranei che voi dovete riguardare non già per un vano sentimento campanilistico, ma per un doveroso riferimento nella vostra vita spirituale e morale, per un più sicuro orientamento nel corrispondere alle intrinseche esigenze della fede cattolica. 

 

7 febbraio

COMMEMORAZIONE LITURGICA DEL BEATO PIO IX

(discendente dei Conti Ferretti di Ancona)

Beatificato il 3 settembre 2000

Nella storia, ogni tanto, fanno la loro comparsa straordinarie persone: straordinarie perché dotate di qualità non comuni e perché evidentemente chiamate a compiti altrettanto non comuni. Persone carismatiche, con doni proporzionati alla missione loro assegnata. Persone, quindi, della divina Provvidenza.

Chi potrebbe mai dubitare che il Pontefice Karol Wojtyla sia una di tali persone? La sua statura morale, la ricchezza carismatica che lo distingue e la coerenza con la quale ad essa corrisponde non lasciano dubbi sul compito divinamente affidatogli, non solo di “pascere la Chiesa di Dio” (At 20,28), ma di traghettarne la barca tra i marosi del tempo, il più felicemente possibile, dall’uno all’altro millennio.

Si è stati testimoni di questo passaggio: la figura del vecchio e malandato Pilota ha giganteggiato dinanzi al mondo intero e si è consegnata alla storia come protagonista assoluto del passaggio stesso.

E’ una figura che, per analogie storiche ma non personali, ne evoca un’altra, anch’essa protagonista al di sopra di altri: quella di Pio IX. Vistosamente diverso da Giovanni Paolo II per temperamento e per altre qualità naturali, non meno di lui ricco di grazia e di destino, proprio da lui, dal vecchio e malandato papa polacco, ha ricevuto l’aureola della santità ufficiale

Anche Pio IX ebbe dalla divina Provvidenza un compito immane da svolgere e doni proporzionati a quel compito: in tempi anche più procellosi dei nostri, resistendo alla furia delle onde in rivolta e vincendola, traghettò egli pure il naviglio di Pietro da un’epoca ad un’altra.

Il confronto tra i due Pontefici mette in evidenza difficoltà di pilotaggio incomparabilmente maggiori nel caso di Pio IX rispetto a quello di Giovanni Paolo II: questi è passato da un millennio all’altro, certo non senza avvertire l’urto di forze avverse (comunismo, secolarismo e la strisciante “inimica vis” che mai demorde); l’altro, sotto i colpi del liberalismo massonico ed anticlericale, portò la Chiesa da un mondo ad un altro salvando tutto il patrimonio della tradizione cattolica, rifiutando nettamente ogni attentato ad essa, ma con essa componendo, nei limiti del possibile, i valori del moderno e del nuovo. Non è né un caso, né un’esagerazione il fatto che l’ultima biografia del grande Pontefice porti come titolo: “Pio IX; Papa moderno”.

Fu, il suo, un pontificato epocale. Una mentalità, una cultura stava consumando i suoi guizzi residui; egli non le permise di travolgere il patrimonio affidato alla sua tutela. Nasceva e s’imponeva una diversa visione delle cose e dinanzi ad essa tremò, ma senza mai capitolare. Alla visione incentrata in Dio e nella sua rivelazione tentava di sostituirsi quella incentrata nell’uomo, nella sua ragione, nella sua libertà e nei suoi diritti. Martire della prima, fu il primo papa che seppe saggiamente aprirsi alla seconda. Gli altri hanno continuato la sua strada.

Le condizioni socio-politiche d’allora misero spesso le due mentalità in irriducibile contrasto, quasi che l’una volesse sostituirsi all’altra non solo come diversa nella sua genesi e nel suo orientamento, ma come alternativa, ed alternativa diametralmente opposta. Per divina disposizione, a Pio IX toccò in sorte di fronteggiare questa enorme contrapposizione, ma anche d'assumerne alcuni elementi di sicuro valore (per es.: sul piano delle istituzioni sociali) e d’impedire che la scomposta affermazione di altri elementi ridondasse a danno di quel patrimonio, per la cui salvaguardia era al timone della Chiesa.

Di questo Pontefice, che chiamare “grande” è poco, non ripercorrerò la lunga vicenda né mi soffermerò su di essa con intenti biografici. L’interesse biografico è già stato ampiamente soddisfatto ed “ogni lingua” (Rm.14,11; Ef.2,11) ha tessuto le lodi di papa Mastai Ferretti. Intere biblioteche, infatti, o parti di esse, sono intitolate al suo nome.

Qui l’interesse è volto, in perfetta continuità con l’evento della sua beatificazione, al perché di esso, cioè alla santità di cui l’evento stesso testimonia non senza provocarne l’approfondimento e l’analisi. S’intende, in altri termini, rispondere, sia pur brevemente, alla domanda che ognuno potrebbe porsi: perché beato? che senso ha per la Chiesa e per il mondo questa beatificazione?

Ovviamente si dovrà procedere con ordine in mezzo alle non poche difficoltà di lettura del passato e interpretazione di esso.

Per la prosecuzione della lettura di questa vita del Beato Pio IX collegarsi all’indirizzo Internet

www.lavocecattolica.it/lavoce.an.it/indice%20religione/Beato%20Pio%20IX.htm

 

 

BRUNERO GHERARDINI

 

UNA DOMANDA FREQUENTE:   PERCHE’ A TERSATTO?... PERCHE’ AD ANCONA?... PERCHE’ A LORETO?...

 

PERCHE’ A MEDIUGORIE APPARE LA “REGINA DELLA PACE”?...

 

LA DIVINA E PROVVIDENZIALE “PREPARAZIONE” NEI SECOLI

DEL PROFETIZZATO “TRIONFO” DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

 

LEONE XIII

(Lettera “Felix Lauretana Cives”, 23 gennaio 1894)

“…Dio volle a tal punto esaltare l’invocato nome di Maria

da dare compimento, in questo luogo (Loreto),

a quella famosa profezia: «Tutte le generazioni mi chiameranno beata»”…

 

Nazareth-Tersatto-Ancona-LORETO: la Casa Nazaretana del “Concepimento Immacolato di Maria” viene dagli “angeli” miracolosamente trasportata “in vari luoghi” “prescelti” e infine collocata stabilmente a Loreto.

LOURDES: Maria rivela a Santa Bernadetta e conferma il suo “privilegio”: “Io sono l’Immacolata Concezione”, che avvenne nella Santa Casa di Nazareth.

FATIMA: Maria rivela ai tre santi pastorelli che Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al suo Cuore “Immacolato” per pervenire al compimento del suo predetto “trionfo” futuro.

UNA DOMANDA FREQUENTE:   PERCHE’ A TERSATTO?... PERCHE’ AD ANCONA?... PERCHE’ A LORETO?...

PERCHE’ A MEDIUGORIE APPARE LA “REGINA DELLA PACE”?...

Tersatto/LORETO-Ancona-MEDIUGORIE: Maria sta portando a compimento il futuro “trionfo” del suo Cuore Immacolato, “concepito” “Immacolato” nella Santa Casa di Nazareth (che ha “sostato” a Tersatto, Ancona e Loreto, luoghi da cui oggi “si deve” “necessariamente” passare o partire per andare a Mediugorie… perché?...).

PERCHE’ A MEDIUGORIE APPARE LA “REGINA DELLA PACE”?...

 

… UN’ALTRA DOMANDA …

Perché  proprio il Beato PIO IX

(Giovanni Maria Mastai Ferretti, discendente della nobile famiglia dei Conti Ferretti di Ancona)

HA PROCLAMATO IL DOGMA DELL’IMMACOLATA?...

essendo egli (nato a Senigallia) di origine “anconitana”

ed avendo avuto come “ascendente di famiglia” e speciale “intercessore” e “protettore” presso Dio,  per lui e per la Chiesa,

il nobile Conte Gabriele Ferretti, l’anconitano e divenuto poi grande francescano  e Beato GABRIELE FERRETTI,

- Compatrono di Ancona, denominato L’ANGELO DI ANCONA -

cui appariva frequentemente proprio L’IMMACOLATA nel bosco di Capodimonte soprastante la città di Ancona?...

Nella verità del dogma “comunione dei santi”, chi può aver guidato il Beato Pio IX – dal Paradiso – anche nella proclamazione del dogma dell’Immacolata,

se non il suo grande ascendente il Beato Gabriele Ferretti, cui “appariva” sempre l’IMMACOLATA?...

in vista di eventi futuri da Tersatto/Loreto-Ancona-Mediugorie?... e per il “trionfo finale” del Cuore Immacolato di Maria?...

E’ una ipotesi di studio…

Cfr. Sito Internet: www.lavocecattolica.it/gabrieleferretti.htm

 

Perché TERSATTO, LORETO, ANCONA, MEDIUGORIE

sono”proprio” tutte località “colleganti”  l’Occidente  e l’Oriente Europeo?...

PERCHE’ A MEDIUGORIE APPARE LA “REGINA DELLA PACE”?...

“Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate… E disse loro: «Non capite ancora?»”

(Mc.8,18.21)

 

Beato PIO IX

Il 25 gennaio 1872 il Sommo Pontefice Beato Pio IX così diceva ai fedeli di tutte le nazioni riuniti intorno a lui: “La società è stata chiusa come in un labirinto da cui non potrà uscire senza la mano di Dio”. Nel giugno 1871 diceva ai giovani romani del Circolo San Pietro: “Poiché niente possiamo aspettarci dagli uomini, poniamo sempre la nostra speranza in Dio, il cui Cuore si prepara, mi sembra, a compiere, nel momento da lui scelto, un gran prodigio che riempirà il mondo di stupore”.

 

 

… RIESUMANDO VECCHI ARTICOLI…

 

 

FUNZIONE FORMATRICE DELLA SCUOLA

 

VIVIAMO IN UNA SOCIETA’ DI TIPO “URBANO-INDUSTRIALE” (nel 1969)

UN ARTICOLO DI GIORGIO NICOLINI SUL QUOTIDIANO DELLE MARCHE “VOCE ADRIATICA” DELL’11 MARZO 1969

VIVIAMO IN UNA SOCIETA’ DI TIPO “INFORMATICO-GLOBALIZZANTE” (nel 2000)

La cultura è patrimonio di tutti e non più di una ristretta “élite”.

La scuola deve promuovere capacità creative e costruttive,

così che quando il giovane ne sarà uscito possa trasferire l’insegnamento ricevuto nelle varie occasioni che la società presenta.

 

Mentre agli inizi del secolo prevaleva in Italia la “società contadina” (la quale imponeva all’individuo una selezione per la vita sociale, in quanto il mestiere di ognuno era già pre-determinato ancor prima della nascita, dovendo ciascun individuo proseguire il lavoro dei genitori e nella quale la funzione formatrice della scuola consisteva nella conservazione dei modelli di vita tradizionali e conservatori di questa società), attualmente stiamo vivendo in una società di tipo “urbano-industriale”, caratterizzata dalla movibilità delle strutture, dalla rapidità con cui tutto avviene. In questa società c’è la tendenza a garantire a tutti la partecipazione ad uno stesso lavoro, in quanto l’uomo vale per quello che sa fare e al valore della selezione, propria della società contadina, si è sostituito quello della efficienza.

La cultura, nella società “urbano-industriale”, è patrimonio di tutti e non più di una ristretta “élite”. La funzione della scuola, in tale società, è quella di promuovere capacità creative e costruttive, così che quando il giovane sarà uscito dalla scuola possa trasferire l’insegnamento ricevuto (e da egli sviluppato autonomamente) nelle varie occasioni che la società in continua trasformazione presenta.

            Attualmente non è ancora scomparsa del tutto la vecchia società di tipo “contadino”, mentre a sua volta non si è ancora pienamente affermata la nuova società di tipo “urbano-industriale”. Tale stato di cose porta l’uomo moderno a degli squilibri psichici e a degli stati d’angoscia, che lo rendono incerto e titubante nell’operare delle scelte.

L’educazione che la scuola impartisce, opera, agisce e si riferisce a soggetti che dovranno esplicare la loro attività nel mondo un domani. Ora personalmente dubito che la Scuola Italiana, così com’è ora impostata, concorra ad una vera formazione dell’individuo, sì che appena il giovane ha terminato gli studi possa proseguire e sviluppare nel lavoro l’insegnamento ricevuto.

Primo obiettivo della scuola, infatti, non dovrebbe essere quello di trasmettere delle notizie (come ancora si usa largamente), ma quello di promuovere nell’alunno quel processo di identità personale e di integrazione, che consenta poi a questi, una volta inserito nella società, di esserne parte attiva e operante.

La Scuola dovrebbe sviluppare le caratteristiche di ciascuno, cioè la propria reale identità, che esige, bisogna che gradualmente acquisti consapevolezza delle proprie effettive possibilità e dei propri limiti, in modo tale che i giovani possano formarsi un concetto realistico di se stessi, di quello che realmente sono.

A cosa serve, infatti, allo studente conoscere una infinità di nozioni scientifiche, storiche, geografiche, letterarie, ecc., se poi egli stesso non conosce chi realmente è, qual è la sua personalità, quali le proprie attitudini, i propri pensieri?

Uscendo dalla scuola il giovane ancora oggi ha idee scarse e confuse sul proprio essere e neppure è in grado di operare nel mondo del lavoro una scelta, che sia il più strettamente consona alle proprie effettive capacità e disposizioni naturali.

L’attuale è una situazione paradossale, in quanto la Scuola, che si autodefinisce “magistra vitae”, in realtà non è in grado di saper incanalare nella società il giovane che proviene da essa, perché non ha saputo promuovere appunto questo processo di identità personale.

A questo processo non si può disgiungere l’altro altrettanto importante della integrazione. Cioè la scuola dovrebbe far sì che il giovane integri la parte fisica, psichica, morale e sociale di modo che tutto concorra alla formazione, a sollecitare determinate capacità.

Attualmente invece il giovane è sballottato, tra una materia d’insegnamento e l’altra, senza che queste abbiano un sincronismo tra loro. Ogni insegnante svolge la sua materia unilateralmente e pretende che lo studente si applichi in “particolar modo” alla sua, perché la ritiene la più importante e la base di tutte le altre.

L’insegnamento, cioè, è essenzialmente basato in un “tutto” disunito, disarmonico, che, invece di contribuire a formare integralmente tutte le componenti fisiche e spirituali del giovane, crea in lui degli scompensi e delle incertezze, deleterii alla sua formazione.

Solo attuando questo processo di identità e di integrazione dell’Io personale la Scuola potrà veramente divenire un Istituto Sociale, nel quale l’individuo si forma compiutamente e dal quale esce veramente maturo e pronto ad affrontare la vita con coraggio e determinazione, senza palesare incertezze e tentennamenti nella scelta del proprio avvenire.                                    

Giorgio Nicolini

dal QUOTIDIANO DELLE MARCHE  “VOCE ADRIATICA” dell’11 marzo 1969 - Pagina “MARCHE GIOVANI”                 

 

UNA NUOVA ORA DI RELIGIONE

 

Gent.mo Sig.

Ministro della Pubblica Istruzione TULLIO DE MAURO - ROMA

                                                    e, per conoscenza:

                                                                    CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA -  ROMA

Ancona, 1° settembre 2000

Gent.le Sig. MINISTRO,

      mi permetto di inviarLe – mediante “Posta Elettronica” e come “Lettera aperta” - il testo di un articolo da me composto e consegnato a un responsabile del quotidiano “CORRIERE ADRIATICO” di Ancona, ma ancora non pubblicato, credo per motivi di spazio.

            L’articolo riguarda, come leggerà, “L’AUSPICIO DI UNA NUOVA INTESA TRA STATO ITALIANO E CHIESA CATTOLICA RIGUARDO ALL’ORA DI RELIGIONE NELLE SCUOLE”, cogliendo l’occasione della beatificazione del Papa Pio IX.

            Le idee che sono esposte in quell’articolo sono maturate in me in questi ultimi anni, durante i quali ho insegnato “RELIGIONE CATTOLICA” nelle Scuole Medie Superiori. Tuttavia le potrei far risalire al periodo della mia adolescenza, quando frequentavo l’ISTITUTO MAGISTRALE di Ancona, ove conseguii la maturità. In tale Istituto erano state sempre previste due ore di “Religione” settimanali, per il motivo di dover preparare i futuri maestri che avrebbero dovuto a loro volta insegnare “Religione” nelle Scuole Elementari.

Grazie a questa esperienza avuta durante la mia adolescenza nel frequentare l’ISTITUTO MAGISTRALE, ho potuto con più facilità rendermi conto della grande “differenza” che sussiste tra lo svolgere due ore settimanali di “Religione” e lo svolgere un’ora sola settimanale di “Religione”, come avviene in tutte le altre scuole.

Avendo conseguito il “Bacellierato” in Sacra Teologia, presso la “Pontificia Università Lateranense”, ho, infatti, potuto dedicarmi per circa dieci anni all’insegnamento della “Religione Cattolica” nelle Scuole Superiori (dopo che nella mia adolescenza-giovinezza e in anni più recenti mi ero dedicato ad attività giornalistiche e ad altre attività nel campo dell’utilizzo dei mass-media). Ho così potuto sperimentare come per ottenere un produttivo utilizzo delle mie energie fisiche e spirituali nell’opera didattica di un numero ingente di alunni ed alunne ho sempre dovuto rifiutare nomine superiori alle 10 ore settimanali, giostrandomi sempre (a seconda della disponibilità delle ore) tra le 6 ore e le 10 ore per nomina annuale. Ciò ha comportato, come ben comprenderà, un sacrificio sulla corresponsione dello stipendio. Ciò tuttavia – per me – è stato abbondantemente ripagato dalla gratificazione ricevuta attraverso una risposta molto elevata nella attiva partecipazione di alunni e alunne alle lezioni svolte, seppure molto condizionate dalla enorme ristrettezza del tempo a disposizione.

Posso citare, in proposito, l’esperienza avuta di una corale partecipazione a Concorsi Scolastici, indetti dal “Movimento per la Vita”, che hanno permesso, in due anni, di rendere possibile la vincita – nell’Istituto Tecnico Femminile nel quale insegnavo – di un “viaggio-premio” di quattro giorni al Parlamento Europeo di Strasburgo: di 6 alunne in un anno (da me personalmente accompagnate), e di altre 8/10 nell’anno successivo (di cui, però, poté partire una sola).

I temi trattati in quei due Concorsi Scolastici riguardavano “LA MERAVIGLIA DELLA VITA UMANA” e “LA FAMIGLIA GIUSTA”. Data la ricchezza sorprendente di quei lavori di tutte le mie classi decisi di raccoglierli in due grossi volumi fotocopiati, che ancora conservo, e che ancor ora costituiscono anche per me come una “fonte” limpida e sempre rigeneratrice di giovanile entusiasmo, di acute trattazioni, rivelanti una ricchezza interiore inaspettata.

Da tutto quanto sopra espostole della mia esperienza di studente e di professore, signor Ministro, è nato l’articolo che Le allego e che offro alla Sua riflessione.

Con viva cordialità.

Prof. GIORGIO NICOLINI – Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA

Posta Elettronica:: giorgio.nicolini@poste.it

 

L’AUSPICIO DI UNA “NUOVA INTESA”

TRA STATO ITALIANO E CHIESA CATTOLICA

RIGUARDO ALL’ORA DI RELIGIONE NELLE SCUOLE

 

Nella società multietnica e multiculturale che, nel Terzo Millennio Cristiano, in Italia si va sempre più delineando ritengo che lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica, di comune intesa e nel rispetto dei rispettivi ambiti, possano svolgere un ruolo fondamentale per aggregare le diverse componenti della società e convogliarle verso una proficua collaborazione volta alla realizzazione del bene comune e ad un sempre maggiore reciproco arricchimento culturale, che permetta il raggiungimento di un vero progresso sia nei settori della cultura, come in quello dell’inserimento nel mondo del lavoro, come anche nei campi della politica familiare, dell’istruzione, della sanità e, quindi, per il raggiungimento di un “vero” benessere sociale, sia  materiale che spirituale.

E’ indubbio che in tale prospettiva il ruolo della Scuola sia fondamentale e persino determinante, essendo essa come “la cerniera” che collega “la venuta all’esistenza” di ogni essere umano con il suo progressivo inserimento sociale, contribuendo in maniera determinante alla maturazione, allo sviluppo e alla valorizzazione - del bambino prima e del giovane poi - delle enormi potenzialità (fisiche, psichiche e spirituali) del futuro “protagonista” della vita sociale.

In tale prospettiva è perciò quanto mai auspicabile una feconda intesa tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica, che in Italia ha la sua Sede e alla quale sono volti gli occhi di tanti uomini di ogni parte del mondo, affinché la reciproca collaborazione, rispettosa dei rispettivi ambiti, possa contribuire al vero progresso materiale e spirituale dei suoi cittadini, e costituisca esempio e stimolo per ogni altra Nazione della terra.

Penso, pertanto, che all’alba del Nuovo Millennio Cristiano che sta per iniziare, sia quanto mai urgente e necessaria “una Nuova Intesa” tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica che ne valorizzi i rispettivi ruoli e, fedeli al motto “libera Chiesa in libero Stato”, concorra alla realizzazione del possibile maggiore bene comune.

Essendo la Scuola, come detto sopra, come “la cerniera” tra “la venuta all’esistenza” di ogni essere umano e il suo progressivo e definitivo “inserimento” nella vita sociale adulta, mi sembrerebbe quanto mai necessario che il primo “punto d’incontro” e di “feconda collaborazione” parta proprio da quella che è, forse, nella Scuola, “l’ora” maggiormente aperta al dialogo e all’arricchimento culturale reciproco, cioè “l’Ora di Religione”.

Avendo personalmente una lunga e vasta esperienza di insegnamento dell’Ora di Religione Cattolica nelle Scuole Superiori, ho colto spesso il bisogno di un tempo più esteso a tale materia per far maturare più fruttuosamente l’arricchimento culturale che essa può offrire agli alunni “avvalentesi” e offrire “opportunità” anche a quelli “non avvalentesi”.

Così, nella circostanza della beatificazione del Papa Pio IX (3 settembre 2000, n.d.r.), che rievoca tanti eventi risorgimentali e che, nato a Senigallia, è tutto “marchigiano”, e persino “anconitano” come “ascendenza” - discendendo egli dai Conti Ferretti di Ancona, la cui maggiore gloria è costituita dalla figura quasi sconosciuta eppure luminosissima del francescano Beato GABRIELE FERRETTI, Compatrono di Ancona (con San Ciriaco), e il cui corpo incorrotto è esposto alla venerazione presso la Chiesa di San Giovanni Battista a Capodimonte – ho pensato di proporre al quotidiano “Corriere Adriatico” di Ancona – che gentilmente ospita questo scritto – “l’idea” di una “Nuova Intesa” tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica, che permetta il definitivo superamento di ogni antico conflitto e costituisca “apertura” di “orizzonti nuovi” per l’inizio del Terzo Millennio Cristiano ormai imminente.

La Scuola è il vitale “punto d’incontro” di tale prospettiva e una nuova disciplina dell’Ora di Religione sarebbe come “la cellula primordiale”, feconda di sviluppi nuovi e inattesi.

 

In concreto, come Professore di Religione Cattolica, suggerirei di “riformare” l’”Ora di Religione Cattolica” in “due ore” di “Religione” (“generica” la prima, gestita e programmata autonomamente dallo Stato, e “cattolica” la seconda, gestita e programmata autonomamente dalla Chiesa Cattolica, in accordo consensuale con lo Stato).

Gli insegnanti potrebbero essere due, oppure potrebbe essere “unico, nominato congiuntamente dalla Chiesa Cattolica e dallo Stato Italiano e “assunto” dallo Stato – “in ruolo” – come insegnante di entrambe le discipline: “RELIGIONE” (comprendente l’illustrazione culturale di tutte le confessioni religiose, sia quelle cristiane - compresa la Religione Cattolica - sia quelle non cristiane e ove possono essere collocati i “non avvalentesi” o quanti professano altre confessioni cristiane e non cristiane) e “RELIGIONE CATTOLICA” (“facoltativa”, illustrante la “Religione Cattolica” e il ruolo della Chiesa Cattolica nella storia d’Italia e del mondo e nel confronto con tutte le altre religioni; essa resterebbe sempre aperta a tutti - credenti e non credenti, cristiani e non cristiani -, ma resterebbe specificamente confessionale, gestita, programmata e persino finanziata dalla Chiesa Cattolica, attraverso il reperimento dei fondi tratti dall’Otto per Mille che, per questo nuovo scopo, potrebbe essere aumentato al Dieci per Mille, cioè all’Uno per Cento).

Le ore di insegnamento settimanale potrebbero essere 16 (sedici), così equamente suddivise: 8 ore per l’insegnamento della “Religione” a nome dello Stato, e 8 ore di insegnamento della “Religione Cattolica” a nome della stessa Chiesa Cattolica, che dando la nomina allo specifico insegnante conserva il diritto di ritirarla, qualora gravi e giustificati motivi (come “mancanze” nell’ortodossia e nella moralità, e “non correggibili”) lo giustifichino. Ciò “non annullerebbe” “il ruolo” dell’insegnante nominato congiuntamente dalla Chiesa Cattolica e dallo Stato Italiano. L’insegnante, infatti, continuerebbe ugualmente ad insegnare “RELIGIONE”, cioè quella “generica” insegnata a nome dello Stato, senza potere però più insegnare l’ora confessionale di “RELIGIONE CATTOLICA”, rimpiazzato eventualmente e provvisoriamente  da una nuova nomina da parte del Vescovo con un insegnante a “part-time” (8 ore), non di ruolo. L’insegnante precedente, cui fosse stata ritirata la nomina da parte del Vescovo ad insegnare la Religione Cattolica, potrebbe completare le ore del “ruolo” acquisito inizialmente con la “nomina congiunta Chiesa-Stato”, con l’impiego in altre 8 ore di altre materie (ad es.: un Laureato in Lettere, potrebbe essere impiegato in 8 ore di “RELIGIONE”, quella a nome dello Stato, e in 8 ore di insegnamento di “LETTERE”).

Una tale ipotesi renderebbe ovviamente necessaria  “la revisione” anche delle ore di insegnamento “in ruolo” di tutte le altre materie, che potrebbero essere abbassate a 16 (sedici) ore per tutte le materie. Ciò è in realtà una esigenza molto sentita nel mondo della Scuola, risultando le attuali 18 ore settimanali eccessivamente onerose per la mole di impegni che esse comportano. E le attuali 18 ore settimanali dell’Ora di Religione è, ancor più, un carico davvero enorme, corrispondendo esse (unica materia) alla gestione di 18 distinte classi, con oneri ed impegni che, me lo si conceda di dirlo francamente, talvolta è davvero… disumano.

Credo che le idee sopra riportate, adeguatamente approfondite e migliorate, possano costituire “un punto di partenza” davvero utile e forse persino determinante per il risolvimento di tanti “nodi” - sia nella gestione dell’Ora di Religione come di tanti altri problemi della Scuola - ed apra un orizzonte più “leggero”, più “aperto”, più “fecondo” per il miglioramento della Scuola, per la migliore educazione dei bambini, degli adolescenti e dei giovani e possa così far aprire il Nuovo Millennio  con la luminosità  e la freschezza  di quello che chiamerei  “il sorriso dei bambini”,  “il sorriso degli adolescenti”, “il sorriso dei giovani”:  speranza di vita per la Nuova Umanità.

 

Ancona, 1° settembre 2000

Prof. GIORGIO NICOLINI

Via Maggini, 230 - 60127  ANCONA - Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.2801766 o Cell. 338.2892353). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.         Prof. Giorgio Nicolini   -   giorgio.nicolini@poste.it

 

RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”

“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).

 “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,

non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”

(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

     

LETTERA INVIATA

DAL PROF. AVV. FRANCESCO DAL POZZO

ALLA CONFERENZA EPISCOPALE MARCHIGIANA

 

Firenze, 7 febbraio 2006

Celebrazione Liturgica del Beato Pio IX

A Sua Ecc.za Rev.ma

Mons. LUIGI CONTI – Vescovo di Macerata

e agli Ecc.mi Vescovi e Arcivescovi delle Marche

Piazza San Vincenzo Maria Strambi, 3 – MACERATA

 

OGGETTO: Richiesta di audizione del Prof. Giorgio Nicolini

 

Ecc.za Rev.ma,

Ecc.ze Rev.me delle Marche,

 

            Per incarico del Prof. Giorgio Nicolini, di Ancona, sono a trasmetterLe i documenti allegati:

1)                              1) Lettera del 18/12/2005 al Santo Padre, e comunicazione della Segreteria di Stato Vaticana.

2)                              2) I pronunciamenti pontifici sulle “miracolose” traslazioni della Santa Casa di Nazareth a Loreto.

3)                              3) Appello e protesta per la diffusione via “Radio Maria” delle “falsità” diffuse dalla Basilica Lauretana.

4)                              4) Le mistificazioni lauretane e la verità sul “metodo” dell’ultimo libro del Padre Santarelli.

            Il Prof. Nicolini mi aveva anche, recentemente comunicato il seguente messaggio:

In data 18 gennaio 2006, intorno alle ore 11.00, per adempiere agli opportuni provvedimenti del caso, ho consegnato a tutti i Vescovi della Conferenza Episcopale Marchigiana, riuniti a Loreto in Assemblea Ordinaria, un’ampia documentazione, in 58 pagine, relativa all’abbandono da parte della Basilica Pontifica di Loreto, della “verità” delle “Traslazioni Miracolose” della Santa Casa di Nazareth, in contrasto aperto con tutti i pronunciamenti dei Sommi Pontefici e delle Congregazioni Vaticane competenti, e dell’abbandono arbitrario della relativa celebrazione liturgica della “Miracolosa Traslazione” del 10 dicembre, non più celebrata secondo come disposto dalla Santa Chiesa Cattolica. Nella documentazione era esposto anche il problema grave della pubblicazione e diffusione in Basilica di stampe (libri e opuscoli), contenenti documentazioni “false” o “falsificate”, che ingannano i pellegrini sulla “verità” dell’autenticità della Santa Casa e delle sue miracolose traslazioni, operate dalla Onnipotenza Divina.

            Sempre per conto del Prof. Giorgio Nicolini inoltre, mentre con questa porto a conoscenza dell’intera Conferenza Episcopale Marchigiana le documentazioni sopra indicate, sono a presentare formale richiesta a che al medesimo sia concesso di illustrare, alle Vostre Ecc.ze Rev.me, le “denunce” dallo stesso già presentate più volte.

            Il Prof. Nicolini formula l’anzidetta richiesta in adempimento e obbedienza di quanto previsto dal Codice di Diritto Canonico, e in particolare del Can.212, (§.3): “In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, (i fedeli) hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai Sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l’utilità comune...”.

            Confido nella benevola accoglienza di quanto ora richiesto, e invio il mio deferente ossequio.

Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone

Via Vecchia Bolognese, 321 – 50130 FIRENZE

Posta Elettronica: dalpozzo.francesco@tin.it

 

 

RISPOSTA DELLA SEGRETERIA DI STATO VATICANA

ALLA LETTERA-APPELLO DELL’AVV. PROF. FRANCESCO DAL POZZO D’ANNONE

INVIATA AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

PER INCARICO DEL PROF. NICOLINI GIORGIO

Leggibile all’indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/lettera2febbraio2006.htm

 

Segreteria di Stato

Prima Sezione – Affari Generali

 

La Segreteria di Stato porge distinti ossequi al Signor Francesco Dal Pozzo D’Annone e si pregia di significare che la lettera e i relativi allegati sono regolarmente pervenuti a destinazione.

Dal Vaticano, 26 gennaio 2006.

Segreteria di Stato

 

L’originale è leggibile all’indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/segreteria.vaticana.htm

 

 

 

 

 

UNA TESTIMONIANZA

Ricordo del IV Anniversario della Preghiera di Effusione nello Spirito Santo.


            Si avvicina il mio IV Anniversario della Preghiera di Effusione nello Spirito Santo.

            Con la mia parrocchia il 21 agosto sono stato in pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Loreto in Loreto. All’inizio ero incerto se, per vari miei problemi, andare o no. Ma, la cosa strana è che, mentre continuavo a dibattermi sul mia dilemma, il cuore mi diceva che dovevo andare. Era come se sentissi che dovevo andare a Loreto per ricevere un dono per il mio prossimo IV “compleanno” e, poi, giorni prima avevo espresso un certo desiderio a Gesù…!

            Tra l’altro, sono mezzo marchigiano da parte di mio padre e una rimpatriata non guasta mai. Beh!, a quel punto, come non potevo andare? Così ho aderito al pellegrinaggio.

            Devo dire che abbiamo passato veramente una bella giornata. Don Alberto, parroco di Capannori, ha celebrato la Santa Messa dall’altare maggiore e, prima di fare ritorno a Capannori, siamo stati ricevuti in udienza privata da S.E.Rev. Mons. Angelo Comastri.

            A pranzo, come al solito ho mangiato poco, ma in compenso quanto ho parlato, meglio ancora, quanto ho chiacchierato! Come avranno fatto a sopportarmi coloro che mi sedevano vicino?

            Ho potuto sostare tra le Sacre Mura conservate in quel Santuario in un momento in cui c’erano pochi visitatori, con grande tranquillità e serenità. Mi sembrava di essere presente come spettatore nei vari quadretti familiari della Sacra Famiglia: Giuseppe e Maria che osservano il loro bambino fare i primi passi da solo, spesso appoggiandosi di tanto in tanto a quelle pareti con le sue manine. Chissà quante volte Gesù le ha sfiorate, anche in età adulta?

            Se, per guarire, bastava toccare solamente la sua tunica, perché non sperare in una guarigione toccando quei sacri mattoncini? Tra quelle mura, quante pagine di Vangelo non scritte si possono rivivere! Ma, soprattutto si avverte la figura di Maria cuore di quel Focolare. A pieni polmoni, si respirano la sua umiltà, i suoi silenzi, le sue trepidazioni, la sua dedizione completa a Dio espressa con il suo «Fiat».

            Sostare in quel luogo ti fa cogliere quella che è la spiritualità di Maria a cui ogni cristiano dovrebbe fare riferimento come modello di completo abbandono nelle mani del Signore.

            Una cosa è certa: la spiritualità di Maria è una cosa, la spiritualità mariana che alcuni vogliono imporre è tutt’altra cosa.

            A Loreto si respira la vera Maria …

            E, chi ha problemi familiari, di lavoro, di salute, momenti di crisi di fede… senza andare troppo lontano, vada a sostare tra quelle Sacre Pareti: a Giuseppe e a Maria, Gesù non potrà dir di no...

            Il lunedì successivo ho ripreso lavoro. Di solito, quando si rientra al lavoro dopo le ferie (le mie di pochi giorni) si è un pò flosci e, spesso, anche un pò con la luna di traverso … Stranamente, mi sentivo in forze e pieno di gioiosa serenità … in pace con me stesso e con il mondo intero!

            Già dal primo mattino, canticchiavo tutto felice un motivo che mi veniva dal cuore, non so se con parole spontanee o di antica e dimenticata memoria, chissà?: “O Bella Signora, come batte il tuo cuore…”.

            Per di più, ho cominciato a rivedere tanti momenti della mia vita, fin da bambino quando frequentavo il catechismo. Ero un tipetto strano: tonto per certi aspetti (in confronto ai miei coetanei) e, forse, troppo avanti sotto altri... Ricordo che ero un pò oggetto di burla da parte dei miei coetanei, perché, quando sentivo una parolaccia o notavo atteggiamenti poco belli per chi si preparava alla Prima Comunione, li reguardivo sempre con un: “Fate piangere la Madonnina, la mamma di Gesù!”.

            E, se non bastasse, ce ne era anche per la catechista che insisteva con quel suo “non bisogna disturbare Dio che è troppo occupato a segnare sul suo libro d’oro i peccati dell’uomo!”. Quanto mi dava noia quel ritornello che non serviva altro che a educare a non nominare invano il Suo Nome… Ma, allora, quel Padre Nostro che avevo dovuto imparare a memoria e non senza fatica? Anche lui non aveva un po’ di tempo per me? No, quel Dio non lo accettavo proprio!

            Le Confessioni poi! Non capivo proprio che cosa volesse sapere il parroco quando mi chiedeva se avevo pensieri cattivi e facevo cose altrettanto brutte e quante volte a settimana, una due tre o più? Forse per i miei otto anni ero un pò indietro? Ai miei tentennanti “sì” e “ni”, si passava alla domanda fatidica se leggevo l’Intrepido?!!!? No, leggo il Monello e mi beccavo un bel bravo! Che tortellino ero! Ma, non sta scritto che bisogna essere come... fanciulli?

            Tra l’altro, da casa mia alla parrocchia c’erano 2 km tondi tondi e me li facevo a piedi, sia all’andata che al ritorno. Onestamente, il Catechismo mi pesava non poco: 4 km a piedi per poi sentirmi dire che Dio non aveva tempo per me?

            Ci fu un momento, avevo undici anni circa se ricordo bene, in cui mi capitò tra le mani una mia foto di quando avevo pochi mesi. Mamma mia che testa avevo, che zucca! Avevo un cranio allungato proprio a forma di zucca come il personaggio di una serie di fumetti: un “extra-terrestre” mandato, non ricordo bene con quali intenti, a spiare l’umanità. Non mi convinsi di essere un “extra-terrestre” anch’io?!?

            In fondo, non mi ero sempre sentito un diverso che non capiva il modo di fare di quanti incontravo? Vedevo troppa cattiveria e tanta in effetti ne ho subìta. Fu allora che, per difendermi da eventuali future «delusioni», iniziai a osservare e studiare il comportamento delle persone che incontravo: il loro modo di parlare, di gesticolare, lo sguardo, la postura, il modo di porsi… peggio di uno psicologo! Tutt’oggi uso questa forma di prevenzione, in particolar modo sul lavoro: quando dico questo è uno che non paga, ci indovino sempre.

            Riprendiamo il filo dei ricordi.

            Per di più, per colpa un pò mia, ci fu un violento contrasto tra mia madre e la mia nonna paterna che viveva con noi, con la conseguenza che se ne andò. Lei era quella che si adoperava per farmi crescere da buon cristiano. La domenica mi portava sempre alla Messa in Cattedrale e questo ricordo sarà molto importante al momento del mio ritorno alla Chiesa.

            Gli anni passavano e mi allontanavo sempre più dalla Chiesa, il mondo si faceva sempre più seducente! Con i primi soldi guadagnati comprai una macchinetta, vestivo bene e, poi, diciamola tutta… ero assai belloccio!!! Fu proprio in quel primo periodo di spensieratezza che commisi il grande sbaglio: le sedute spiritiche. Lì iniziò veramente la caduta libera…

            In più, la morte assurda di mio fratello Paolo di appena quattordici anni. (…) Tra l’altro, le sue spoglie non dovevano avere pace nemmeno durante il funerale…

            Seguirono anni bui in cui ogni cosa andava sempre male, dal lavoro agli affetti, litigi e divisioni anche in famiglia…

            Non dimenticherò mai, non lo voglio, le mie esperienze con le «presenze». In modo particolare la presenza malefica della «signora dai capelli rossi», dal 1976 al 1996. Le altre si limitavano a fare sentire la loro presenza e, a parte i rumori più o meno forti che producevano, non è che disturbassero più di tanto...

            Vissi il tutto nella più profonda solitudine, tutto chiuso in me stesso e con tanto rancore.
Ringrazio Dio per l’Angelo Custode al quale mi affidò al momento del dono della vita: mi ha salvato tante volte! Ringrazio Dio che non ha mai permesso che nel mio cervello frullassero tentazioni di trovare conforto nell’alcool o nella droga o, tanto peggio, di risolvere il tutto con un gesto estremo.

            Tutto questo, molti anni dopo, me lo confermerà un Padre francescano dotato di grandi carismi. Mi disse anche: “La tua vita è stata una continua scuola affinché, oggi, tu possa portare aiuto a molti fratelli”.

            Della Chiesa, «naturalmente», non ne volevo proprio sentirne parlare: per me Dio non esisteva, era soltanto la «grande menzogna» che faceva comodo a qualcuno. E, guai a chi veniva a parlarmi dell’amore di Dio e baggianate connesse. Senza contare che erano i Testimoni di Geova gli unici che tentavano di “convertirmi” … a loro. Quanto mi divertivo alle loro spalle, che spasso…!

            Cattolici che mi parlassero di questo amore? Chi l’ha mai incontrati? L’unico fu un mio ritrovato carissimo amico, ma con lui fui «tenero»: amicizia a parte, non mancava molto perché si realizzasse il progetto che Dio aveva su di me, la mia conversione, il mio tornare a essere un … «tortellino».

            Dall’incontro che ebbi con il Padre francescano, di cui scrivo più sopra (alle ore 9,00 del mattino a Firenze … ero proprio disperato!) ne uscii trasformato: mi sembrava di essere leggero come una libellula e, per diverso tempo, sul viso avevo un sorriso a 360 gradi che, tanto è vero, in casa mia non riuscivano a capire cosa mi fosse capitato! Ai miei famigliari non ho mai dato spiegazioni.

            Sentii il desiderio di conoscere il «mio» parroco, ma non sapevo come presentarmi ed ero molto diffidente verso i preti, perché il mio cuore era ancora ferito dai ricordi.

            Il parroco di Capannori lo incrociavo spesso in bicicletta e, sinceramente, aveva un’aria «buona», forse potevo fidarmi di lui. Allora, decisi di fermarlo per strada alla prima occasione, ma, nemmeno a farlo apposta, non lo incrociai più! Che dovevo fare? Bussare alla sua porta o magari telefonargli? Sembra facile, eh? Passarono diversi giorni (assai!) e decisi di telefonargli. Ma, non fu facile! Componevo il numero della parrocchia, ma, quando sentivo il trillo dall’altra parte del filo, tiravo giù la cornetta! Ma, che fine aveva fatto il duro Lanfranco che non aveva mai avuto paura di nessuno tranne di una persona, purtroppo e che era ben capace di incutere timore?!?

            E’ da notare che, nel frattempo, la domenica mattina partivo sempre con l’intenzione di andare alla Messa in San Martino, ma quando arrivavo all’ultimo gradino del porticato… mi stoppavo.

            Mille voci mi assalivano: “ma, dove vai fasullo?”, “ma, non ti vergogni nemmeno un pò ad andare alla Messa?”, “ma, non ti vergogni di entrare in un luogo santo?”, “ma, non lo vedi che ti stanno guardando tutti, che ti hanno riconosciuto?”, “vedrai che ti butteranno fuori di chiesa, peccatore!”.

            Tutte le volte era questa storia e non entravo mai in Cattedrale. Finché, una domenica, il satanasso commise un grave errore … cavoli suoi! Dall’alto del porticato si staccò una grossa crosta di escrementi di piccione che mi colpì proprio sulla sommità del capo ! E, no, questo poi no !!! Guardando verso l’alto e gridando: “Ora te la faccio vedere io. Se guerra deve essere guerra sia!”.

            Mi posi veramente all’attenzione dei presenti, e di gente ce n’era e quanta! Da quella mattina, e che mattina!, non ho più perso una Messa domenicale, salvo qualche eccezione per motivi di forza maggiore.

            Finalmente riuscii a telefonare al parroco di Capannori. Sinceramente la cosa fu un pò buffa per via della mia esitazione dovuta a un po’ di «timore». Quando il parroco rispose con quel suo “Sì?...”, con il poco fiato che mi era rimasto, tutto strozzato esordii con un: “Sono un suo parrocchiano: non mi conosce e ho bisogno di aiuto”.

            Dall’altra parte ci fu un attimo di silenzio: il solito che cerca la chiesa quando ha un bisogno materiale? Lo Spirito Santo mi illuminò e subito aggiunsi: “Cerco la luce, voglio uscire dal buio!”.

            Quando la prima volta il mio parroco mi aprì la porta, non gli diedi il tempo di dire nulla; lo anticipai con un: “Telefonate e vi sarà aperto, sono Lanfranco!”.

            Fu un incontro bellissimo e, tutt‘oggi, questo rapporto continua.!

            Così, dieci anni fa, iniziò il mio nuovo cammino nella Chiesa. Seguirà la scoperta del Movimento Neo Pentecostale Cattolico che, con qualche difficoltà all’inizio, mi vedrà inserito nel gruppo (omissis) di Lucca, dove riceverò la Preghiera di Effusione nello Spirito Santo il giorno 8 ottobre 2000.

            Avrei ancora tantissime cose da scrivere, ma dovrei scrivere un libro e non un semplice biglietto …

            Posso riassumere il tutto affermando che al Signore, sempre pronto a prendermi per mano e a rialzarmi, darò più occasioni di manifestarmi tutta la Sua pazienza e misericordia. Nonostante le mie buone intenzioni, confido che sia così anche per il futuro. Ma, devo anche testimoniare che, in più di un’occasione, il Signore Gesù mi ha fatto dono della potenza del Suo Nome, anche nello scontro finale con la «signora dai capelli rossi».

            Ma, con Loreto i miei ricordi cosa hanno a che fare? Mah?...

            Volevo scrivere a riguardo del pellegrinaggio a Loreto e, invece, ho riassunto la mia vita con ricordi che avevo messo nel dimenticatoio …

            Beh!, a questo punto potrei anche affermare che, a quanti dimenticano il proprio cammino, una sosta tra le Sacre Pareti» male non fa! Anzi ...

            Comunque, questa è la mia testimonianza e rendo lode e grazie a COLUI CHE E’.

 

Lanfranco (messaggio firmato)

08/10/2004

 

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

 

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 gennaio 2005, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

"Cari figli, anche oggi vi invito ad essere portatori del Vangelo nelle vostre famiglie. Non dimenticate, figlioli, di leggere la Sacra Scrittura. Mettetela in un luogo visibile e testimoniate con la vostra vita che credete e vivete la Parola di Dio. Io vi sono vicino con il mio amore e intercedo davanti a mio Figlio per ognuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

 

PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA

LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI

www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm

www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE

E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti

(Martin Luther King)

 

AVVERTENZE

Questo messaggio viene inviato a modo di "CORRISPONDENZA PERSONALE", per mezzo della Posta Elettronica, ad indirizzi presenti nella mia Rubrica Privata. Tali indirizzi presenti nella mia Rubrica privata sono stati registrati o per richieste esplicite di iscrizione o per contatti personali avuti o per segnalazione di altri in quanto persone interessate o da elenchi e servizi di pubblico dominio o pubblicati in Internet e talvolta risultano registrati anche per errore, a causa di messaggi prodotti da “virus informatici” che ne hanno generato automaticamente ed erroneamente l’iscrizione, come talvolta mi è stato segnalato. In ottemperanza della Legge 175 del 31/12/1996, in ogni momento è possibile modificare o cancellare gli indirizzi presenti nella mia Rubrica Privata. Nel caso le comunicazioni inviate a modo di “LETTERA INFORMATIVA”, sotto il titolo "LA VOCE", non fossero di tuo interesse, o ti fossero pervenute per errore, sarà possibile la cancellazione del tuo indirizzo informandomi telefonicamente o mediante un messaggio di Posta Elettronica a giorgio.nicolini@poste.it specificando l'indirizzo o gli indirizzi di Posta Elettronica da rimuovere, e avente come oggetto del messaggio "RIMUOVETEMI". Mi sarebbe gradito conoscere anche la motivazione dell'eventuale richiesta di "rimozione", per avere modo, se gradito, di chiarire meglio - a livello individuale - i contenuti di quanto ti viene inviato mediante la Posta Elettronica e che non fossero da te condivisi. Mi scuso, in ogni caso, dell'eventuale disturbo arrecato e ringrazio per la tua gentile attenzione. Mi scuso anche con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza troppo elevata. Per risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono (Tel. 071.2801766 o Cell. 338.2892353), per poterne parlare direttamente “a voce”. Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.

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Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)

 

 

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