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QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN CIRIACO E DEL BEATO GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona

e del grande Pontefice il Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti

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PER LA DIFESA E LA PROPAGAZIONE DELLA FEDE CRISTIANA

Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto

www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm

 

Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.

Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.

(Is.40,28)

UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE

IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

MARIA IMMACOLATA REGINA DELLA STORIA

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

 

 

IL CONCEPIMENTO DI MARIA E DI GESU’

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

NEL 712° ANNIVERSARIO DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA

DA TERSATTO IN TERRITORIO ITALIANO (10 DICEMBRE 1294-10 DICEMBRE 2006)

ANCONA E LE MARCHE, TERRA DI MARIA

La Chiesa si ridurrà di dimensioni, bisognerà ricominciare da capo. Ma da questa prova uscirà una Chiesa che avrà tratto una grande forza dal processo di semplificazione che avrà attraversato, dalla rinnovata capacità di guardare dentro di sé. Perché gli abitanti di un mondo rigorosamente pianificato si sentiranno indicibilmente soli... E riscopriranno la piccola comunità dei credenti come qualcosa di completamente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta che hanno sempre segretamente cercato (Card. Ratzinger ora Benedetto XVI).

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose (LEONE XIII: Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).

 

NEL 712° ANNIVERSARIO DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH DA TERSATTO IN ITALIA

(10 dicembre 1294 - 10 dicembre 2006)

 

(1° novembre-10 dicembre 2006)

il tempo dell’apostasia totale lauretana

 

IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO

(Mc.1,15)

E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI ITALIANI”

CHE AVRA’ LUOGO A LORETO ALL’INIZIO DI SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

 

LETTERA INFORMATIVA n°79

LA VOCE

www.lavocecattolica.it

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito

(Gv. 3,8)

La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,

e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

 

ANCONA

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

Giovedì, 7 dicembre 2006

Domenica, 8 dicembre 2012 dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

25 MARZO 2006: 2012° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO

Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)

Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30

 

Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm  è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).

 

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

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TOTUS TUUS EGO SUM

SALMO 13

Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? Fino a quando nell'anima mia proverò affanni, tristezza nel cuore ogni momento? Fino a quando su di me trionferà il nemico? Guarda, rispondimi, Signore mio Dio, conserva la luce ai miei occhi, perché non mi sorprenda il sonno della morte, perché il mio nemico non dica: «L'ho vinto!» e non esultino i miei avversari quando vacillo. Nella tua misericordia ho confidato. Gioisca il mio cuore nella tua salvezza e canti al Signore, che mi ha beneficato.

 

“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”

(Prov.25,25)

SE SARETE  QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!...

Giovanni Paolo II, Roma: XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)

 

DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

E IL VERBO SI FECE CARNE

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

TUTTI LA’ SONO NATI

“Il di Maria fu, in qualche modo, anche un detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)(Giovanni Paolo II,  per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).

«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani… (Leone XIII)

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

LETTURA BIBLICA

 (Dal Vangelo secondo Luca, 19,41-44)

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.

 

 

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):

 

LA STORIA DELLA SANTA CASA

INCISA SUL RIVESTIMENTO MARMOREO

PER VOLERE DEL SOMMO PONTEFICE CLEMENTE VIII

All’interno del Santuario di Loreto, sul rivestimento marmoreo della Santa Casa (lato Nord-Est) si può leggere incisa la sottostante iscrizione di Papa Clemente VIII,  che “definisce” con tale attestazione e con la sua autorità apostolica sia l’autenticità della reliquia nazaretana che l’autenticità della miracolosità della traslazione angelica. In tal modo Clemente VIII HA VOLUTO CONSACRARE con UN PRONUNCIAMENTO MAGISTERIALE SOLENNE il Santuario della Santa Casa e “la  verità” della sua origine.

 

Ospite cristiano che qui venisti o per devozione o per voto, ammira la Santa Casa Loretana venerabile in tutto il mondo per i misteri divini e per i miracoli. Qui nacque Maria SS. Madre di Dio, qui fu salutata dall’Angelo, qui s’incarnò l’eterno Verbo di Dio. Questa gli Angeli trasferirono dalla Palestina, la prima volta in Dalmazia, a Tersatto, nell’anno 1291 sotto il pontificato di Nicolò IV. Tre anni dopo, nel principio del Pontificato di Bonifacio VIII, fu trasportata nel Piceno, vicino alla città di Recanati, in una selva, per lo stesso ministero angelico, ove, nello spazio di un anno, cambiato posto tre volte, qui ultimamente fissò la sede già da 300 anni. Da quel tempo commossi i popoli vicini di sì stupenda novità ed in seguito per la fama dei miracoli largamente divulgata, questa Santa Casa ebbe grande venerazione presso tutte le genti, le cui mura senza fondamenta, dopo tanti secoli, rimangono stabili e intere. Fu cinta da marmoreo ornato da Clemente VII l’anno 1534. Clemente VIII P.M. ordinò che in questo marmo fosse descritta una breve storia dell’ammirabile Traslazione l’anno 1595. Antonio M. Gallo Cardinale, Vescovo di Osimo e Protettore di Santa Casa, la fece eseguire. Tu, o pio pellegrino, venera con devoto affetto la Regina degli Angeli e la Madre delle grazie, affinché per i suoi meriti e preghiere, dal Figliolo dolcissimo, autore della vita, ti ottenga perdono delle tue colpe, la santità corporale e le gioie della eternità.

 

COMUNICAZIONE PUBBLICA

del Prof. Giorgio Nicolini

 

            Avendo richiesto un’Udienza all’Arcivescovo di Loreto, prima della celebrazione della Solenne “TRASLAZIONE MIRACOLOSA” del 10 dicembre 2006, ho ottenuto di poter avere un’Udienza solo con il suo Vicario, il Padre Stefano Vita, nella mattinata di martedì 5 dicembre 2006.

            Al Padre Stefano Vita ho ampiamente illustrato l’OBBLIGO MORALE GRAVE da parte del Vescovo di Loreto di TORNARE AD OBBEDIRE alle disposizioni liturgiche stabilite, da secoli e secoli, dalla Santa Chiesa Cattolica, circa la celebrazione delle “Traslazioni MIRACOLOSE” della Santa Casa di Nazareth sino a Loreto.

            Le spiegazioni e le motivazioni di tali obblighi morali le ho illustrate “a voce”al Padre Stefano Vita, al quale tuttavia ho lasciato un “PRO-MEMORIA”, scritto a mano poco prima dell’Udienza, da consegnare all’Arcivescovo di Loreto Mons. Gianni Danzi, insieme ad altre documentazioni.

            Di seguito pubblico il PRO-MEMORIA, molto sintetico (per mancanza di tempo), ma spiegato “a voce” al Padre Stefano Vita nei suoi riferimenti ai princìpi della Teologia Morale, come anche in riferimento all’insegnamento di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Patrono dei moralisti, e all’insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica, riguardo agli obblighi di coscienza nell’obbedire alle disposizioni Liturgiche volute dalla Chiesa.

Prof. Giorgio Nicolini

 

IL TESTO DEL “PROMEMORIA” SCRITTO A MANO

CONSEGNATO AL PADRE STEFANO VITA

PER LA CONSEGNA ALL’ARCIVESCOVO DI LORETO MONS. GIANNI DANZI

 

Loreto, martedì 5/12/2006

ore 10.30

*1) Non celebrare nella Basilica Pontificia Lauretana la Traslazione “MIRACOLOSA” come disposto dalla Chiesa, da secoli e secoli, E’ PECCATO MORTALE! di DISOBBEDIENZA alla Chiesa! di SCANDALO!

*2) Contraddire e negare - nelle omelie delle Sante Messe - i pronunciamenti del Magistero della Chiesa, che HA APPROVATO IN OGNI FORMA POSSIBILE “la verità” delle Traslazioni Miracolose, E’ SACRILEGIO! (GRAVISSIMO PECCATO MORTALE! di DISOBBEDIENZA! di SCANDALO! di MENZOGNA CONTRO LA VERITA’!).

*3) Non permettere ai fedeli di conoscere i pronunciamenti secolari della Chiesa e non rendere loro possibile di poter avere i libri che ne trattano E’ PECCATO MORTALE! CONTRO I DOVERI GRAVI DI UN PASTORE DI FAR CONOSCERE LA VERITA’ E DI NON INGANNARE I FEDELI.

*4) Lasciare nella Basilica Pontificia Lauretana libri e scritti che vanno contro i pronunciamenti del Magistero della Chiesa sulla “verità” delle “Miracolose Traslazioni” della Santa Casa di Nazareth a Loreto E’ PECCATO MORTALE:

            - contro la VERITA’ delle TRASLAZIONI MIRACOLOSE (pronunciamenti magisteriali ininterrotti e definitivi);

            - contro la LITURGIA DISPOSTA DALLA CHIESA (della Traslazione “MIRACOLOSA”!);

            - contro la proclamazione a PATRONA degli AVIATORI (perché la Santa Casa è stato riconosciuto dal Magistero che “ha volato” veramente “miracolosamente”;

            Andare contro i pronunciamenti del Magistero è peccato mortale contro l’Ottavo Comandamento che obbliga a NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA! specie in quei libri lasciati nella Basilica Lauretana e che sono pieni di DOCUMENTI FALSI E FALSIFICATI.

*5) Non procedere all’ACCERTAMENTO CANONICO degli scritti falsi e falsificati denunciati E’ PECCATO MORTALE DI OMISSIONE SUI DOVERI DEL PROPRIO UFFICIO! ED E’ APPROVARE LA MENZOGNA!

 

Prof. GIORGIO NICOLINI

Cell.339.6424332 – Tel. 071.83552

SI INVIA QUESTO PRO-MEMORIA AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI E ALLE CONGREGAZIONI COMPETENTI PER LE VALUTAZIONI MORALI SOPRAINDICATE.

FIRMA PER RICEVUTA

Padre STEFANO VITA

 

L’invio è stato eseguito mediante Facsimile, nella stessa data del 5/12/2006

- al Segretario del Santo Padre, Mons. Georg;

- alla Segreteria di Stato Vaticana;

- a Mons. Angelo Comastri, Vicario del Santo Padre;

- al Card. Francis Arinze, Prefetto Sacra Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti;

- al Card. William Levada, Prefetto Congregazione per la Dottrina della Fede;

- al Card. Giovanni Battista Re, Prefetto Congregazione per i Vescovi;

- al Card. Raffaele Martino, Presidente Pontificio Consiglio “Giustizia e Pace”;

- alla Conferenza Episcopale Italiana;

- a Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo-Metropolita di Ancona.

 

Tutte le ampie trattazioni e documentazioni inerenti gli argomenti sopra esposti

sono leggibili e prelevabili collegandosi ai numeri de LA VOCE CATTOLICA

scritti dal 17 febbraio 2005 al 30 novembre 2006,

all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm diviso in

www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.2005-2006.htm

www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.2006-2007.htm

Leggi in particolare www.lavocecattolica.it/lettera30novembre2006.htm

 

ANCONA E LE MARCHE

TERRA DI MARIA – TERRA DI GESU’ CRISTO

 

DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II 
DURANTE LA VISITA AD ANCONA

Porto di Ancona, 8 settembre 1979

 

1. Prima del ritorno a Roma, dopo le profonde emozioni spirituali di questa singolare giornata trascorsa presso il venerato Santuario di Loreto, ho desiderato fare una sosta di preghiera in questa illustre Città, capoluogo della Regione Marchigiana. Nel ringraziare per le nobili parole a me rivolte, porgo il mio cordiale saluto a quanti sono presenti a questo rito vespertino – Monsignor Arcivescovo di Ancona, il Signor Sindaco e le altre Autorità civili ed ecclesiastiche, i Sacerdoti, i Religiosi, i Fedeli –; e intendo altresì allargare la mente e il cuore a tutta la gente picena, che sapevo già in segreta attesa di un mio pellegrinaggio e che, fin da quando esso è stato ufficialmente annunciato, non ha mancato di manifestarmi, in forme diverse e tanto affettuose, la propria gioiosa soddisfazione. E debbo aggiungere che l’ospitale accoglienza, ricevuta quest’oggi, ha confermato in pieno questi nobili sentimenti. Il mio saluto, pertanto, miei cari Figli e Fratelli, s’ispira alla più viva riconoscenza e, poiché conosco bene ed apprezzo le qualità morali che vi individuano, direi quasi, nell’ambito della popolazione italiana, vorrei accompagnarlo con una breve parola che sia per voi non solo un ricordo dell’incontro, ma anche un segno di incoraggiamento e di stima. 

 

2. Tra le caratteristiche che vi distinguono, “Fratelli del mite, del forte Piceno” (come suona l’inizio di un vostro inno eucaristico), emerge il fervore della vita religiosa. Questa trova, sì, in Loreto il suo ideale centro propulsore per il costante invito che offre a meditare e ad adorare l’augusto mistero del Verbo Incarnato, ma si esprime e si manifesta in tutte le contrade della Regione, dagli Appennini all’Adriatico, nella coerenza, nella serietà, nell’esemplarità di un autentico costume cristiano. Si tratta, evidentemente, di un’eredità preziosa che è doveroso non soltanto conservare e tutelare – come si richiede per ogni patrimonio ricevuto dagli avi – ma anche sviluppare e promuovere, perché possa esser trasmessa con sicuro profitto alle nuove generazioni. 

            Analizzando una tale spiritualità, è facile rilevare l’importanza che in essa assume la pietà mariana. Ora a me sembra che, nel vostro caso, debba avere più chiara conferma la nota espressione “ad Iesum per Mariam”. Il culto da voi tributato alla Madonna di Loreto, il vincolo d’amore che a lei vi unisce come a vostra celeste Patrona, le invocazioni che tanto spesso a lei rivolgete nelle Chiese e nelle case, le stesse forme di folclore religioso mariano (come l’accensione dei mille e mille fuochi sui vostri bei colli, alla vigilia della festa del 10 dicembre): ebbene, tutto questo deve avviarvi e condurvi ad una sequela generosa e puntuale del suo Figlio divino. Con la concretezza del vostro comportamento, voi dovete dimostrare quanto sia profondamente vero ciò che il Concilio Vaticano II, nel suo autorevole magistero, ha riproposto all’attenzione di tutto il Popolo di Dio: che “il salutare influsso della Beata Vergine sugli uomini... come nasce dal beneplacito di Dio e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo... non impedisce affatto l’immediato contatto dei credenti con Cristo, ma anzi lo facilita” (Lumen Gentium, 60). Voi dovete dimostrare quanto la profonda e tenera devozione mariana, tanto in onore in seno alle vostre famiglie, tenga desta tra voi la coscienza ecclesiale e rafforzi il senso, anzi la certezza dell’appartenenza a Cristo, unico nostro Capo e Signore. 

         Questo vuol essere, dunque, il primo e principale ricordo della mia visita: se le Marche possono a buon diritto essere chiamate “Terra Mariae”, al tempo stesso e proprio in corrispondenza a questo titolo devono essere “Terra Domini Iesu Christi”. 

(Giovanni Paolo II ad Ancona, 8 settembre 1979)

 

LA “VENUTA” “MIRACOLOSA” a Loreto DELLA SANTA CASA DI NAZARETH

ove MARIA fu “concepita” “IMMACOLATA” nel grembo di Sant’Anna

SECONDO L’INSEGNAMENTO DEL GRANDE PONTEFICE BEATO PIO IX

Bolla “Inter omnia” del 26 agosto 1852

LA GRANDEZZA INCOMPARABILE DEL SANTUARIO DI LORETO

 

“Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto. Consacrata dai divini misteri, illustrata dai miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall’affluenza dei popoli, stende ampiamente per la Chiesa Universale la gloria del suo nome, e forma ben giustamente l’oggetto di culto per tutte le nazioni e per tutte le razze umane. (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia. Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio (Beato Pio IX, Bolla “Inter omnia” del 26 agosto 1852).

 

UNA DOMANDA FREQUENTE:   PERCHE’ A TERSATTO?... PERCHE’ AD ANCONA?... PERCHE’ A LORETO?...

 

LA DIVINA E PROVVIDENZIALE “PREPARAZIONE” NEI SECOLI

DEL PROFETIZZATO “TRIONFO” DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

 

LEONE XIII

(Lettera “Felix Lauretana Cives”, 23 gennaio 1894)

“…Dio volle a tal punto esaltare l’invocato nome di Maria

da dare compimento, in questo luogo (Loreto),

a quella famosa profezia: «Tutte le generazioni mi chiameranno beata»”…

 

Nazareth-Tersatto-Ancona-LORETO:

la Casa Nazaretana del “Concepimento Immacolato di Maria” viene dagli “angeli” miracolosamente trasportata “in vari luoghi” “prescelti” e infine collocata stabilmente a Loreto.

LOURDES: Maria rivela a Santa Bernadetta e conferma il suo “privilegio”: “Io sono l’Immacolata Concezione”, che avvenne nella Santa Casa di Nazareth.

FATIMA: Maria rivela ai tre santi pastorelli che Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al suo Cuore “Immacolato” per pervenire al compimento del suo predetto “trionfo” futuro.

UNA DOMANDA FREQUENTE:   PERCHE’ A TERSATTO?... PERCHE’ AD ANCONA?... PERCHE’ A LORETO?...

Tersatto/LORETO-Ancona-MEDIUGORIE: Maria sta portando a compimento il futuro “trionfo” del suo Cuore Immacolato, “concepito” “Immacolato” nella Santa Casa di Nazareth (che ha “sostato” a Tersatto, Ancona e Loreto, luoghi da cui oggi “si deve” “necessariamente” passare o partire per andare a Mediugorie… perché?...).

 

… UN’ALTRA DOMANDA …

Perché  proprio il Beato PIO IX

(Giovanni Maria Mastai Ferretti, discendente della nobile famiglia dei Conti Ferretti di Ancona)

HA PROCLAMATO IL DOGMA DELL’IMMACOLATA?...

essendo egli (nato a Senigallia) di origine “anconitana”

ed avendo avuto come “ascendente di famiglia” e speciale “intercessore” e “protettore” presso Dio,  per lui e per la Chiesa,

il nobile Conte Gabriele Ferretti, l’anconitano e divenuto poi grande francescano  e Beato GABRIELE FERRETTI,

- Compatrono di Ancona, denominato L’ANGELO DI ANCONA -

cui appariva frequentemente proprio L’IMMACOLATA nel bosco di Capodimonte soprastante la città di Ancona?...

Nella verità del dogma “comunione dei santi”, chi può aver guidato il Beato Pio IX – dal Paradiso – anche nella proclamazione del dogma dell’Immacolata,

se non il suo grande ascendente il Beato Gabriele Ferretti, cui “appariva” sempre l’IMMACOLATA?...

in vista di eventi futuri da Tersatto/Loreto-Ancona-Mediugorie?... e per il “trionfo finale” del Cuore Immacolato di Maria?...

E’ una ipotesi di studio…

cfr. Sito Internet: www.lavocecattolica.it/gabrieleferretti.htm

 

Perché TERSATTO, LORETO, ANCONA, MEDIUGORIE

sono”proprio” tutte località “colleganti”  l’Occidente  e l’Oriente Europeo?...

 

“Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate… E disse loro: «Non capite ancora?»”

(Mc.8,18.21)

 

Beato PIO IX

Il 25 gennaio 1872 il Sommo Pontefice Beato Pio IX così diceva ai fedeli di tutte le nazioni riuniti intorno a lui: “La società è stata chiusa come in un labirinto da cui non potrà uscire senza la mano di Dio”. Nel giugno 1871 diceva ai giovani romani del Circolo San Pietro: “Poiché niente possiamo aspettarci dagli uomini, poniamo sempre la nostra speranza in Dio, il cui Cuore si prepara, mi sembra, a compiere, nel momento da lui scelto, un gran prodigio che riempirà il mondo di stupore”.

 

Messaggio da Mediugorie del 25 agosto 1991

“Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera, adesso come mai prima, quando il mio piano ha cominciato a realizzarsi. Satana è forte e desidera bloccare i progetti della pace e della gioia e farvi pensare che mio Figlio non sia forte nelle sue decisioni. Perciò vi invito, cari figli, a pregare e digiunare ancora più fortemente. Vi invito alla rinuncia durante nove giorni, affinché con il vostro aiuto sia realizzato tutto quello che voglio realizzare attraverso i segreti che ho iniziato a Fatima. Vi invito, cari figli, a comprendere l’importanza della mia venuta e la serietà della situazione. Desidero salvare tutte le anime e presentarle a Dio. Perciò preghiamo affinché tutto quello che ho cominciato sia realizzato completamente. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

 

LA SANTA CASA DI LORETO E’ IL LUOGO

DEL CONCEPIMENTO IMMACOLATO DI MARIA

E DEL CONCEPIMENTO MIRACOLOSO DI GESU’ IN MARIA

profetizzato sin dalle origini della creazione dell’uomo, subito dopo il Peccato Originale

“Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe:

questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno»

(Gen.3,15)

 

LA SANTA CASA DI LORETO

NEL MAGISTERO DI GIOVANNI PAOLO II

 

Dimora del Verbo Incarnato

La Santa Casa di Nazareth è il luogo dell'Incarnazione. Scriveva Giovanni Paolo II nella Lettera per il VII Centenario della “Miracolosa” Traslazione: “E' sempre con profonda commozione che, entrando nel venerato sacello, si leggono le parole poste sopra l'altare: Hic Verbum caro factum est: Qui il Verbo si è fatto carne. L'incarnazione, che si ricopre dentro codeste sacre mura, riacquista di colpo il suo genuino significato biblico; non si tratta di una mera dottrina sull'unione tra il divino e l'umano, ma, piuttosto, di un avvenimento accaduto in un punto preciso del tempo e dello spazio, come mettono meravigliosamente in luce le parole dell'Apostolo: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4). Maria è la Donna, è, per così dire, lo “spazio” fisico e spirituale insieme, in cui è avvenuta l'Incarnazione. Ma anche la Casa in cui Ella visse costituisce un richiamo quasi plastico a tale concretezza” (n.3).

 

“Cenacolo” dello Spirito Santo

La Vergine Maria nella sua Casa di Nazareth ha concepito il Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo (Lc.1,13). Così sviluppa questo aspetto Giovanni Paolo II nella Lettera per il VII Centenario: “Un aspetto che deve essere tenuto particolarmente vivo nel Santuario lauretano è quello che riguarda il ruolo dello Spirito Santo negli inizi della salvezza. Grazie ad esso, se da una parte l'Incarnazione annuncia il mistero pasquale, dall'altra prelude già alla Pentecoste. Parlando della fine del secondo millennio, nella mia Enciclica Dominum et vivificantem scrivevo: “La Chiesa non può prepararsi ad esso in nessun altro modo, se non nello Spirito Santo... Ciò che nella pienezza del tempo si è compiuto per opera dello Spirito Santo, solo per opera sua ora può emergere alla memoria della Chiesa” (n.51). E dove si potrebbe parlare con più efficacia del ruolo dello Spirito Santo,  datore di vita , se non nel Santuario lauretano, che ricorda il momento e il luogo in cui Egli compì la suprema delle sue operazioni “vivificanti” dando vita, nel seno di Maria, all'umanità del Salvatore?"(n.6).

 

Tabernacolo della Santissima Trinità

Nell'annuncio dell'angelo a Maria sono chiamate in causa le tre Persone della Santissima Trinità: Dio Padre ("l'Altissimo"), Dio Figlio e Dio Spirito Santo. Disse Giovanni Paolo II nell'omelia pronunciata a Loreto il 10 dicembre 1994: “Le pareti della sua Casa [di Maria] udirono le parole dell'angelico saluto ed il successivo annuncio del progetto divino. Le pareti naturalmente non odono, perché non hanno vita, nondimeno sono testimoni di ciò che viene detto, testimoni di ciò che avvenne al loro interno [...] Udirono che l'Angelo, rassicurando la Vergine di Nazaret, disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato figlio dell'Altissimo(Lc.1,30-32). E quando Maria domandò: “Come è possibile? Non conosco uomo” (1,34), il messaggero celeste spiegò: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su di te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio” (1,35)”. E più avanti annota: “La Casa di Nazaret divenne un particolare luogo di quell'invio di cui scrive l'Apostolo: “Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna perché ricevessimo l'adozione a figli” (Gal.4 4-5). Gli inizi umani di questo invio del Figlio da parte del Padre ebbero luogo nella Casa di Nazaret, la quale per ciò stesso merita il nome di santuario più grande. Ma l'apostolo, riferendosi all'adozione a figli, continua; “E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: “Abba padre” (Gal.4,6). Dunque, non soltanto l'invio del Figlio, ma anche dello Spirito Santo ha nella Casetta di Nazaret il suo posto privilegiato. In questo luogo ha inizio l'opera divina della salvezza, trovandovi quasi la sua nuova dimensione”.

Casa dell'avvento

Disse Giovanni Paolo II nell'omelia del 10 dicembre 1994: “La casa di Nazaret fu anche testimone della divina maternità che maturava nella Vergine. L'Avvento è per la Chiesa un periodo di attesa del Santo Natale: essa ha la consapevolezza di unirsi così, in modo particolare, con Maria. Infatti, in attesa della nascita di Gesù è innanzitutto Lei. Tutti gli altri, perfino un uomo a Lei così vicino come Giuseppe, sono soltanto dei testimoni, in un certo senso, esterni di quanto in Lei si va operando. Maria Santissima si può dire - è la sola a fare l'immediata esperienza della maternità che in Lei matura. Occorre ricordare a questo proposito la tradizione liturgica della festa “Virginis pariturae” , cioè della Vergine che si prepara a partorire il Figlio di Dio. Proprio la Casa di Nazaret fu testimone di quell'attesa e di quella preparazione. Che cosa significhi prepararsi alla venuta al mondo di un figlio lo sanno bene le donne in attesa. Che cosa abbia significato prepararsi a dare alla luce il Figlio di Dio lo sa unicamente Lei, Maria di Nazaret”(n.4).

 

La Casa di tutti i figli adottivi di Dio

Nella Lettera per il VII Centenario Giovanni Paolo II scrisse: "Il si di Maria fu, in qualche modo, anche un si detto a noi. Concependo il Capo, ella “concepiva”, cioè alla lettera, “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente , anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)". Particolarmente efficaci sono le parole dell'omelia pronunciate da Giovanni Paolo II a Palermo il 23 novembre 1995, in occasione del III Convegno della Chiesa in Italia: “La Casa del Figlio dell'uomo, in un certo senso, passa attraverso quella casa. La storia dell'intera umanità in quella casa riannoda le sue fila. La Chiesa che è in Italia, alla quale la Provvidenza ha legato il santuario della Santa Casa di Nazaret, ritrova lì una viva memoria del mistero dell'Incarnazione, grazie al quale ogni uomo è chiamato alla dignità di figlio di Dio".

 

La “Casa comune” dei giovani

La Casa di Nazaret ha accolto Gesù, che ivi ha trascorso l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza. Essa è punto privilegiato di riferimento per i giovani cristiani. In occasione del Pellegrinaggio dei Giovani d'Europa, Giovanni Paolo II, nel messaggio del 9 settembre 1995, aveva detto loro: "Da Loreto questa sera abbiamo compiuto un singolare pellegrinaggio dall'Atlantico agli Urali, in ogni angolo del Continente, dovunque si trovano giovani in cerca di una “casa comune”. A tutti dico: ecco la vostra Casa, la Casa di Cristo e di Maria, la Casa di Dio e dell'uomo! Giovani d'Europa in marcia verso il 2000, entrate in questa Casa per ricostruire insieme un mondo diverso, un mondo in cui regni la civiltà dell'amore! Voi siete nella primavera della vita, e vi scoprite alberi in fiore, chiamati a diventare carichi di frutti". Ai giovani universitari romani, il 12 dicembre 1995, in San Pietro, Giovanni Paolo II disse: "Pensiamo alla casa. Dappertutto la casa natale ha per ciascuno, e specialmente per ognuno di voi, cari giovani, un'importanza unica. La casa è un grande bene per l'uomo. E' l'ambiente di vita e di amore. E' in un certo senso la nostra “Loreto umana”. Cari giovani, vi invito a riflettere su questa realtà [...] per ricostruire nel vostro cuore l'immagine della casa paterna".

 

La Casa del di Maria e del delle persone consacrate

Questo aspetto è stato messo in evidenza da Giovanni Paolo II nei suoi vari interventi mariano-lauretani, in special modo nella Lettera per il VII Centenario Lauretano. Scrisse il Pontefice: "Il secondo momento del mistero dell'Incarnazione è, come accennavo sopra, il momento del “fiat”, cioè della fede: “Allora Maria disse: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,38). E' certamente riferendosi a questo momento che Elisabetta, di lì a poco, proclama Maria “beata” per aver creduto (cf. Lc 1, 45). Il Concilio Vaticano II ci insegna a vedere nella fede, più ancora che nei suoi privilegi, la vera grandezza della Madre di Dio. Ella fu la prima credente della nuova alleanza, colei che “avanzò nella peregrinazione della fede (Lumen gentium, 58). Grazie alla sua fede, Maria come dice Sant’Agostino concepì il Cristo “nella sua mente, prima ancora che nel suo corpo(Sermo 215, 4, PL 38, 1074)" (n. 5). La Santa Casa è anche la Casa del si per molte persone chiamate da Dio alla vita consacrata. Prosegue il papa nella citata Lettera: "Non si contano le anime di semplici fedeli e di santi canonizzati dalla Chiesa che tra le pareti del sacello lauretano hanno avuto la loro “annunciazione”, cioè la rivelazione del progetto di Dio sulla loro vita, e, sulla scia di Maria, hanno pronunciato il loro “fiat” e il loro “eccomi” definitivo a Dio" (n.5). Più oltre il pontefice osserva: "La Santa Casa ricorda in pari modo anche la grandezza della vocazione alla vita consacrata e alla verginità  per il Regno, la quale ebbe qui la gloriosa inaugurazione nella persona di Maria, Vergine e Madre" (n.8). Nel messaggio alle claustrali, rilasciato da Giovanni Paolo II in Santa Casa il 10 settembre 1995, si legge:
"La Santa Casa, il Santuario in cui ci troviamo, ci richiama la fondamentale importanza che ha avuto per la salvezza del genere umano il 'si' di Maria alla chiamata del Signore. Che cos'altro è la vita claustrale se non il continuo rinnovamento di un 'si' che apre le porte del proprio essere all'accoglienza del Salvatore? Voi pronunciate questo 'si' nel quotidiano assenso all'opera divina e nell'assidua contemplazione dei misteri della salvezza.
In questo modo, senza mettervi materialmente in cammino, voi vivete un vostro spirituale pellegrinaggio, che trae dal mistero compiutosi nella Santa Casa la sua ispirazione e il suo orientamento".

 

Santuario della riconciliazione

A Loreto giungono innumerevoli pellegrini per riconciliarsi con Dio e con i fratelli nel sacramento della confessione, sperimentando la dolcezza ineffabile del perdono e della grazia. Si legge nella Lettera per il VII Centenario Lauretano:
"La Santa Casa di Loreto, dove ancora risuona, per così dire, il saluto: “Ave, piena di grazia”, è dunque un luogo privilegiato, non solo per meditare sulla grazia, ma anche per riceverla, incrementarla, ritrovarla, se persa, mediante i sacramenti. Sopratutto il sacramento della riconciliazione, che ha avuto sempre un posto così rilevante nella vita di codesto santuario" (n.4). Più avanti il papa aggiunge che i santuari, "particolarmente quello di Loreto", debbono essere "luoghi dell'essenziale, luoghi dove si va per ottenere la “grazia” prima ancora che “le grazie”" (n.7).

 

Prima chiesa domestica della storia

La Santa Casa di Loreto fa riferimento di sé, in primo luogo, al mistero dell' Incarnazione, perché li è avvenuto l'annuncio  angelico a Maria. E' considerata anche, però, luogo che accolse la Santa Famiglia. A Nazaret viene indicata, quale abitazione della Santa Famiglia, la "Casa di Giuseppe", situata a poche decine di metri dal santuario dell'Annunciazione. E' certo comunque che la Santa Famiglia abbia abitato nell'una e nell'altra Casa, almeno saltuariamente. Scrive Giovanni Paolo II nella Lettera per il VII Centenario Lauretano: "Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all'esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l'educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia" (n.8). Nell'Angelus recitato in Piazza San Pietro il 10 dicembre 1995, giorno della solenne chiusura del VII Centenario a Loreto, Giovanni Paolo II si è rivolto al numeroso uditorio con queste illuminanti parole: "Mi reco in spirituale pellegrinaggio alla Santa Casa, dove la Vergine Santa passò gran parte della sua vita. Là Ella svolse la sua straordinaria missione, vivendo “la vita comune a tutti, piena di sollecitudine familiare e di lavoro” (Apostolicam Actuositatem, 4). Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l'arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divinità carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell'amore". Nell'omelia di Palermo del 23 novembre 1995 Giovanni Paolo II ha ribadito:
"Quello lauretano è un Santuario mirabile. In esso è inscritta la trentennale esperienza di condivisione che Gesù fece con Maria e Giuseppe. Attraverso questo mistero umano e divino, nella casa di Nazaret è come inscritta la storia di tutti gli uomini, poiché ogni uomo è legato ad una “casa”, dove nasce, lavora, riposa, incontra gli altri. La storia di ogni uomo è segnata in modo particolare da una casa: la casa della sua infanzia, dei suoi primi passi nella vita. Ed è eloquente ed importante per tutti che quest'Uomo unico e singolare, che è il Figlio unigenito di Dio, abbia pure voluto legare la sua storia ad una casa, la casa di Nazaret. Secondo il racconto evangelico, adolescenza e giovinezza, cioè della sua misteriosa maturazione umana".

Nel magistero di Giovanni Paolo II il precedente motivo trova un suggestivo approfondimento nell'omelia pronunciata a Loreto il 10 settembre 1995, davanti a quattrocentomila giovani: “Gesù prese dimora in lei [Maria] come in un tempio spirituale preparato dal Padre per opera dello Spirito Santo. E' grazie a Maria che la casa di Nazaret è diventata un simbolo così straordinario, essendo lo spazio in cui, dopo il ritorno dall'Egitto, si è sviluppata l'umana vicenda del Verbo Incarnato; il luogo in cui Cristo "cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc2,52). Il Signore lasciò quella casa a trent'anni, per indicare a tutti la casa del Padre celeste, sempre spalancata, dal sorgere al tramonto del sole, per accogliere ogni uomo e donna, chiamati ad essere membri del popolo di Dio, fratelli e sorelle di Cristo, come voi che siete giunti da tante parti del continente europeo. La Casa di Nazaret si inquadra nel mistero della Incarnazione. Si potrebbe dire che in essa è stato annunciato il vangelo dell'infanzia e della giovinezza del Figlio dell'uomo, e questo ci parla in modo particolarmente efficace, evidenziando la nostra fede e il nostro cristianesimo rimandano a una casa concreta, nella quale si è compiuto il mistero dell'Incarnazione"(n.2).
Agli universitari romani, riuniti in San Pietro il 12 dicembre 1995, Giovanni Paolo II disse nell'omelia che, durante il Pellegrinaggio dei giovani d'Europa a Loreto: "Il nostro comune pensiero era rivolto verso la Casa della Santa Famiglia, come verso una singolare icona dei trent'anni di vita domestica del Salvatore del mondo. La Casa dove Gesù è cresciuto in sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini, dove fu obbediente a Giuseppe e Maria".

 

Luogo del lavoro santificato

E' questo un tema riproposto mirabilmente da Giovanni Paolo II nella Lettera del VII Centenario con queste parole:
"Nessuna considerazione teorica potrà mai esaltare la dignità del lavoro umano quanto il semplice fatto che il Figlio di Dio ha lavorato a Nazaret ed ha voluto  essere chiamato “figlio del falegname” (cfr. Mt.13,55). Il lavoratore cristiano che ripensa la sua vocazione all'ombra della Santa Casa scopre anche un'altra importante verità: che il lavoro non solo nobilita l'uomo e lo rende partecipe dell'opera creatrice di Dio, ma può essere altresì un'autentica via per realizzare la propria fondamentale vocazione alla santità (cfr. Laborem exercens, 24-27)".

 

Oasi degli infermi

Da sempre la Santa Casa di Loreto è stata mèta di pellegrini malati, che hanno invocato dalla Vergine protezione e guarigione. Dal 1936 vi confluiscono i "treni bianchi" organizzati dall'Unitalsi e da consimili associazioni. Giovanni Paolo II, nel discorso ai malati, tenuto nella basilica di Loreto il 10 dicembre 1994, disse: "Pensando alla Casa di Nazaret, dove Gesù crebbe e si fortificò (cfr Lc2,40), mi piace ritenere che, proprio all'interno della Santa Famiglia, egli abbia appreso dall'esempio di Giuseppe e Maria, nella concretezza del quotidiano, l'attenzione alle persone in difficoltà. Conoscendo l'altruismo della Vergine, accorsa in aiuto della cugina Elisabetta dopo l'annuncio dell'Angelo (cfr Lc.1,39-56), e pronta a intervenire in favore dei novelli sposi in difficoltà a Cana di Galilea (cfr Gv 2,1-11), non si fa fatica ad immaginarla al capezzale degli ammalati di Nazaret, avendo accanto a sé il figlio Gesù". (…) "Loreto ci fa pensare a Nazaret e Nazaret rappresenta ogni casa, ogni famiglia cristiana. In queste famiglie voi ammalati avete un compito insostituibile: essere con la preghiera e con la testimonianza una fonte inesauribile di pace e di unità".

La Casa della vedovanza santificata

Su questo aspetto inedito ma altamente  significativo si soffermò Giovanni Paolo II nel suo discorso rivolto alle vedove di Sarajevo, nella basilica di Loreto, il 10 dicembre 1994: "Il pensiero va, in questo momento, alla Famiglia di Nazaret. Grande è il suo fascino! In essa si rispecchia ogni situazione familiare, anche la vostra. Maria Santissima, infatti, per quanto possiamo intuire leggendo i Vangeli, ha conosciuto la condizione di vedovanza: del suo sposo San Giuseppe, dopo l'episodio di Gesù dodicenne nel Tempio, non si fa più parola. Si offre così alla nostra meditazione l'esperienza di fede di Maria che, privata del marito, rimane con Gesù, lo accompagna con la sua preghiera, lo segue nella sua missione, fino alla passione e al Calvario, dove, ai piedi della Croce, è associata al mistero della sua morte redentrice. Maria è nello stesso tempo la Madre di Gesù e la sua più fedele discepola. Oggi Maria vuole in qualche modo comunicare a voi questa esperienza di discepola di Cristo anche nella difficile condizione della vedovanza. La vostra situazione, carissime sorelle, alla luce della fede è un patrimonio inestimabile per la Chiesa, per la sua vita e per la sua missione nel mondo".

 

La Casa in cammino…

Una strofa dell'inno del VII Centenario Lauretano dice: "E' la Casa del cammino / da Oriente ad Occidente / essa è segno della gente / pellegrina verso il ciel". Così la Casa lauretana diventa segno di protezione per emigrati ed esuli, che cambiano patria, come la dimora mariana di Nazaret. In special modo, la Madonna di Loreto è Patrona universale dei viaggiatori in aereo, come l’ha proclamata Benedetto XV nel 1920, come ricordò anche Giovanni Paolo II nella Lettera per il VII Centenario quando scrisse che “la Vergine Lauretana viene ovunque invocata dai viaggiatori in aereo, in un abbraccio di pace che unisce idealmente tutti i continenti"(n.2). La tradizione lauretana del trasporto “miracoloso” della Casa dalla Palestina in Italia rappresenta bene anche il cammino del vangelo da Oriente a Occidente, concretizzatosi in San Paolo che, mosso dallo Spirito Santo, dopo la visione, in sogno, di un macedone implorante aiuto, raggiunge l'Europa (cfr. At 16,6-19

 

L’APOSTASIA LAURETANA TOTALE

 

SE AVESSI COMPRESO ANCHE TU…

NON LASCERANNO IN TE PIETRA SU PIETRA…

DOPO ANNI E ANNI DI APPELLI SEMPRE INASCOLTATI DALLE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE RESPONSABILI, DI CONFRONTI CRITICI SEMPRE IMPEDITI, DI RICHIESTE DI UDIENZE MAI CONCESSE, DI APPELLI PRIVATI E PUBBLICI A GIORNALI E RADIO CATTOLICHE LASCIATI SEMPRE SENZA RISPOSTA… DOPO LA RICHIESTA UFFICIALE DI UN PROCEDIMENTO CANONICO, CHE PERO’ NON E’ STATO MAI AVVIATO, PER “IL DELITTO DI FALSO” OPERATO CON GLI SCRITTI DEL PADRE SANTARELLI E DA ALTRI AUTORI... DOPO LIBRI E ARTICOLI A PROFUSIONE SCRITTI E DIFFUSI OVUNQUE (cfr. www.lavocecattolica.it/santacasa.htm) E DALLE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE RESPONSABILI SEMPRE IGNORATI OD OSCURATI, QUANDO NON APERTAMENTE OSTACOLATI… DOPO L’INVIO DI LETTERE DI OGNI GENERE, ANCHE CON AVVOCATO, E DOPO TELEFONATE E FAX SENZA NUMERO A SACERDOTI, VESCOVI, CARDINALI, CONGREGAZIONI VATICANE… DOPO LA INGENTE QUANTITA’ DI DOCUMENTAZIONI STORICHE, ARCHEOLOGICHE E SCIENTIFICHE INVIATE IN OGNI DOVE, MA DA “TUTTI” (DA AUTORITA’ ECCLESIASTICHE E ANCHE DAI “MASS-MEDIA” CATTOLICI come AVVENIRE e RADIO MARIA) PRESI IN NESSUNA CONSIDERAZIONE O TRASCURATI PER VILE OMERTA’… DOPO CHE DA ANNI LA LITURGIA DELLA “MIRACOLOSA” TRASLAZIONE VIENE SACRILEGAMENTE OMESSA E TRAVISATA E INFINE NEGATA… DOPO I PRONUNCIAMENTI SOLENNI DEI PAPI FATTI PER SETTE SECOLI, MA CHE NELL’ULTIMO TRENTENNIO SONO STATI NASCOSTI O MANIPOLATI E NEGATI… DOPO LA PREGHIERA “CHIARIFICATRICE” DI BENEDETTO XVI INVIATA AL VESCOVO DI LORETO PER UN MIO APPELLO FATTO AL SANTO PADRE NEL DICEMBRE 2005, MA CHE E’ ANCORA DEL TUTTO OCCULTATA E SCONOSCIUTA NELLA STESSA BASILICA LAURETANA, OVE SI CONTINUANO A PROPAGARE SCRITTI “FALSI”, “FALSIFICATI”  E “DISSACRATORI”…

            DOPO TANTI ANNI DI COLPEVOLI OMISSIONI E TALVOLTA DI CONSAPEVOLI TRADIMENTI…

ECCO ORA IL RISULTATO FINALE RAGGIUNTO:

L’APOSTASIA TOTALE SULLA SANTA CASA,

L’ABOMINIO DELLA DESOLAZIONE CHE HA DEVASTATO TUTTO

NEL TEMPIO SACRO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO…

MA E’ VICINO IL GIUDIZIO DI DIO…

Prof. GIORGIO NICOLINI

40 giorni

(1° novembre 2006-10 dicembre 2006)

il tempo dell’apostasia totale lauretana

 

IL TRADIMENTO DI PADRE FLORIANO GRIMALDI

Archeologo e Archivista della Basilica Lauretana

UN TEMPO ESPERTO SOSTENITORE

DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA

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L’APOSTASIA NATA DALLA BASILICA LAURETANA

NEL NEGARE LA MIRACOLOSITA’ DELLA TRASLAZIONE

E NEL NEGARE LA PRESENZA DELL’INTERA SANTA CASA DI NAZARETH

E’ ORA DIVENUTA L’APOSTASIA TOTALE

CHE NEGA RADICALMENTE CHE A LORETO

VI SIA LA SANTA CASA DI NAZARETH

 

Dal quotidiano “Corriere Adriatico” del 25 novembre 2006

LORETO - Incidente diplomatico di non poco conto tra Comune, Fondazione Carilo, Cassa di Risparmio di Loreto da una parte e Diocesi di Loreto dall’altra. Il fatto è accaduto alla presentazione del libro edito da Franco Maria Ricci per la collana “Gran tour” pubblicato qualche mese fa. “Loreto e la Santa Casa” si intitola il libro nel quale ci sono diversi contenuti di studiosi, esperti e teologi su Loreto e il suo fortissimo legame con la religione. Il “casus belli” durante la presentazione che si è tenuta nel Palazzo Apostolico è stato il contributo di padre Floriano Grimaldi, archivista per 50 anni della Diocesi loretana il quale argomenta sul fatto che la Santa Casa possa essere una chiesetta costruita tra 1000 e 1100 e solo per tradizione sia stata identificata con la casa di Nazareth. Monsignor Danzi non si è fatto pregare per portare il parere riconosciuto dalla Chiesa cattolica: “La Santa Casa è reliquia storica della costruzione di Nazareth dove hanno vissuto San Giuseppe, la Madonna e Gesù”. Danzi ha sottolineato il concetto “come rappresentante del Santo Padre a Loreto” dimostrandosi molto dispiaciuto che non sia stato fatto riferimento “né agli studi scientifici che dimostrano come alcune pietre provengano proprio dal Medio Oriente, né all’autorità della Chiesa Cattolica che su Loreto si è espressa più volte”. In sala c’è stato anche del clamore a supporto della voce di monsignor Danzi mentre un tangibile imbarazzo si è palesato tra editori e finanziatori dell’opera. Sull’argomento è intervenuta anche Forza Italia che “appoggia pienamente la ferma dichiarazione del Vescovo della città Mariana - spiega Emiliano Pigliacampo a nome della Casa delle Libertà - condividendo la preoccupazione per il dilagante relativismo che colpisce il mondo cristiano. Un'ulteriore considerazione ci sentiamo in dovere di farla perchè quando si adoperano risorse pubbliche per stampare e divulgare notizie così provocatorie nei confronti di milioni di fedeli e nocive alla stessa Loreto gli amministratori di istituzioni pubbliche dovrebbero avere una particolare attenzione e maggior senso di responsabilità”.

 

Dal “Corriere Adriatico” del 27 novembre 2006

LORETO - Nessun incidente diplomatico tra il Comune e la Santa Casa. Tiene a precisarlo il sindaco Moreno Pieroni intervenendo sulle polemiche seguite alla presentazione del libro edito da Franco Maria Ricci per la collana Gran tour intitolato “Loreto e la Santa Casa”. Aveva suscitato imbarazzi il contributo di padre Floriano Grimaldi, archivista per 50 anni della Diocesi loretana, secondo il quale la Santa Casa potrebbe essere una chiesetta costruita tra 1000 e 1100 e solo per tradizione è stata identificata con la casa di Nazareth. “Monsignor Danzi - scrive il sindaco - ha tutte le ragioni del mondo ad aver preso le distanze da quanto scritto nel libro edito dalla Franco Maria Ricci e curato da Padre Floriano. Quest'ultimo, pur essendo considerato uno degli archivisti più illustri, non credo sia depositario della verità assoluta circa la provenienza delle pietre della Santa Casa”. Pieroni ricorda che “molti studi e trattati sostengono l'esatto contrario e confermano che esse arrivino proprio dalla Palestina e da Nazareth, una tesi avallata da documenti e più volte circostanziata”. Il sindaco replica poi al capogruppo consiliare di Forza Italia Emiliano Pigliacampo, che ha cercato “di mettere zizzania tra Comune e la Delegazione Pontificia. In questo modo ha infatti solo rischiato di danneggiare l'immagine della città, visto che i rapporti tra le due Istituzioni sono e continueranno ad essere ottimi e imprescindibili”.

 

Che cosa sosteneva il Padre Floriano Grimaldi nel 1979 in una intervista a Renzo Allegri, ove confermava da archeologo l’autenticità della Santa Casa e la miracolosità della Traslazione.

           

Al tempo della prima visita di Giovanni Paolo II a Loreto, conobbi padre Floriano Grimaldi, storico e archeologo, studioso della Santa Casa di Loreto. “Tra il 1962 e il 1965 ho eseguito io stesso”, mi disse “una serie di scavi archeologici sotto la Casa di Loreto, che hanno pienamente confermato i risultati già noti dalla tradizione. Si è ancora una volta constatato che la costruzione poggia sul terreno, senza fondamenta. I primi interventi delle autorità civili e religiose per conservare questa costruzione risalgono all' inizio del 1300, cioè pochi anni dopo che la casa era apparsa a Loreto. Sotto ciascuna delle pareti fu costruita, dall'esterno, una sottomurazione per dare loro stabilità. Alcuni anni dopo, poiché l'azione di logoramen­to progrediva, l'edificio fu interamente consolidato con un robusto muro, costruito tutto intorno e per l'intera altezza, ma a una certa distanza dalle pareti della Santa Casa. Questo modo di procedere dimostra che la devozione era rivolta non all'immagine sacra conservata nella casa, ma alla casa stessa. Come ho detto, sono in corso altre ricerche assai complicate come analisi geologiche e micropaleontologiche sulle pietre della casa. Quelle finora compiute hanno dato risultati positivi.  Tuttavia non sono solo gli studi scientifici a dare la certezza di trovarci di fronte a un fenomeno soprannaturale. Ci sono altri elementi da prendere in considerazione, come il giudizio della Chiesa, dei Papi e i prodigi”.

 

40 giorni

(1° novembre 2006-10 dicembre 2006)

il tempo dell’apostasia totale lauretana

 

DAL LIBRO

“LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE

DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”

del Prof. Giorgio Nicolini

 

LE RIVELAZIONI DELLA BEATA EMMERICK

SULLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA SANTA CASA

E IL RITROVAMENTO DELLA CASA DI MARIA AD EFESO

SE SI ACCETTA E SI E’ REALMENTE CONSTATATO CHE LE VISIONI MISTICHE DELLA BEATA ANNA CATERINA EMMERICH HANNO FATTO RITROVARE LA CASA DI MARIA AD EFESO,  OVE SI E’ RECATO IL PAPA BENEDETTO XVI, NON SONO PERCIO’ VERE ANCHE LE SUE “VISIONI” DELLE “TRASLAZIONI MIRACOLOSE” DELLA SANTA CASA DI NAZARETH SINO A LORETO, AD OPERA DI SETTE ANGELI?... E COME HA FATTO A DESCRIVERE LA CASA DI EFESO E LA SANTA CASA DI LORETO IN MODO COSI’ MINUZIOSO SENZA AVERLE MAI VISTE SE LE SUE RIVELAZIONI NON FOSSERO AUTENTICHE E QUINDI SE NON FOSSERO AUTENTICHE – NELLA REALTA’ STORICA - ANCHE LE MIRACOLOSE TRASLAZIONI?...     Prof. GIORGIO NICOLINI

… (omissis) …

A conferma, ancora, della “veridicità storica” delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa vi sono, poi, anche altri Santi che hanno dato la stessa importantissima testimonianza, sempre “per rivelazione soprannaturale”: come, ad esempio, la mistica tedesca Beata Anna Caterina Emmerich (1774-1824), che con le sue “descrizioni minuziose”, e tutte - nel riscontro - corrispondenti al vero, di “luoghi” in cui mai si era recata, fece ritrovare (dopo secoli di dimenticanza) anche la casa di Efeso ove la Vergine Maria trascorse gli ultimi anni di vita e ove morì e fu assunta in Cielo in anima e corpo.

Anche lei costituì un autentico “miracolo vivente” per la gente a lei contemporanea, poiché, costretta dalla malattia all’immobilità, dal 1813 in poi si alimentò fino alla morte, per undici anni, della sola Comunione Eucaristica. Può un essere umano vivere senza nutrirsi per undici anni, vivendo della sola Comunione Eucaristica? Ed era anche “stigmatizzata”, come San Pio da Pietrelcina. Può “la scienza” spiegare “questi” “miracoli”?…

Nel caso della Beata Caterina Emmerich si può dire che, ancora di più che della rivelazione di Santa Caterina da Bologna, l’autenticità e veridicità delle sue “rivelazioni” e “visioni” avute (oltre che dal riscontro oggettivo fatto nella realtà), sono state avallate in modo straordinario proprio da Dio stesso, con il “miracolo vivente” della sua “sussistenza miracolosa” mediante il solo “nutrimento” della sola Comunione con Gesù Eucaristia. Non può perciò ella aver ingannato nessuno, se Dio stesso ne comprovava la veridicità di quanto affermava con il “miracolo vivente” che la sua vita stessa costituiva presso i suoi contemporanei.

In proposito, Gesù stesso dice nel Vangelo (e ciò forse non vale anche per i suoi Santi?…): “Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere…  (Gv.10,37-38). E anche “Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace (Gv.5,31-32). E ancora: “Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza; chi però ne accetta la testimonianza, certifica che Dio è veritiero (Gv.3,32-33).

A riguardo della Santa Casa di Loreto, la Beata Caterina Emmerich - per anni immobile nel letto - la descrive con esattezza, pur senza averla mai vista, dichiarando che ivi avvenne l’Annunciazione dell’Angelo a Maria; e afferma anch’ella che la Santa Casa fu portata via da Nazareth proprio dagli “angeli” (quelli “veri”, quelli “spirituali”), e proprio “in volo”, e affermando risolutamente (e testualmente): Le pareti della Santa Casa di Loreto sono assolutamente le stesse di Nazareth (cfr. “Le Rivelazioni di Caterina Emmerick”, ed. Cantagalli, Siena, 1968, I°, p.140). 

Questa è la descrizione del “trasporto angelico” della Santa Casa come ha avuto “in visione” – e più volte! - la Beata: Ho visto spesso, in visione, la traslazione della Santa Casa di Loreto. (…) Ho visto la Santa Casa trasportata sopra il mare da sette angeli. Non aveva alcun fondamento (…). Tre angeli la tenevano da una parte e tre dall’altra; il settimo si librava di fronte: una lunga scia di luce sopra di lui (…)” (Beata Anna Caterina Emmerich, “Vita di Gesù Cristo e rivelazioni bibliche”, cap. IV, par.2°). La Beata Caterina Emmerich, nel testo sopra riportato, “rivela” persino il numero degli angeli deputati da Dio a questo “miracoloso trasporto”: esattamente sette angeli.

… (omissis)…

Per quanto mi riguarda - checché se ne dica e se ne pensi da chicchessia - a me basta già solo “la testimonianza” e “le rivelazioni” di Santa Caterina da Bologna e, in aggiunta, “le visioni” e “le rivelazioni” ancor più esplicite e dettagliate della Beata Anna Caterina Emmerich (ma anche di altri Santi!…), per “accettare” il fatto della “veridicità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto e “rifiutare” ogni altra interpretazione riguardo “al modo” di tale traslazione. Tutto ciò che non collima con tali “rivelazioni” (che sono però, ovviamente, solo di “fede umana” e non di “fede divina”) per me è comunque sicuramente “sbagliato” e “falso” già “alla radice”, anche se asserito in “buona fede” (ma talvolta - da certi autori - anche in “mala fede”, contro ogni più ovvia “evidenza” “documentale”!). E ciò perché se una realtà è “vera” in un modo (perché è stata così “rivelata” da Dio ai suoi Santi), non può essere vero il suo contrario. Né la scienza potrà mai contraddirla in alcun modo: al contrario, non potrà che avallarla!… E così è anche riguardo alla “veridicità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Tersatto (in Dalmazia), poi “in vari luoghi” (e quindi non solo a Tersatto e a Loreto) e, infine, a Loreto.

… (omissis)…

Prof. GIORGIO NICOLINI

Cfr. indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/la.miracolosa.traslazione.html

 

Le profezie della Beata Anna Caterina Emmerich

Sui ultimi due secoli dELLA STORIA DELLA CHIESA

 

            "Vidi anche il rapporto tra i due papi... Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità... Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e private della loro libertà. Vidi molte chiese che venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue. Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente. Ma tutto ciò non durò a lungo". (13 maggio 1820)

            "Vidi ancora una volta che la Chiesa di Pietro era minata da un piano elaborato dalla setta segreta, mentre le bufere la stavano danneggiando. Ma vidi anche che l’aiuto sarebbe arrivato quando le afflizioni avrebbero raggiunto il loro culmine. Vidi di nuovo la Beata Vergine ascendere sulla Chiesa e stendere il suo manto su di essa. Vidi un Papa che era mite e al tempo stesso molto fermo... Vidi un grande rinnovamento e la Chiesa che si librava in alto nel cielo".

            "Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola... Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto... C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda, così come la nuova chiesa eterodossa di Roma, che sembra dello stesso tipo...". (12 settembre 1820)

            "Ho visto di nuovo la strana grande chiesa che veniva costruita là [a Roma]. Non c’era niente di santo in essa. Ho visto questo proprio come ho visto un movimento guidato da ecclesiastici a cui contribuivano angeli, santi ed altri cristiani. Ma là [nella strana chiesa] tutto il lavoro veniva fatto meccanicamente. Tutto veniva fatto secondo la ragione umana... Ho visto ogni genere di persone, cose, dottrine ed opinioni.

            C’era qualcosa di orgoglioso, presuntuoso e violento in tutto ciò, ed essi sembravano avere molto successo. Io non vedevo un solo angelo o un santo che aiutasse nel lavoro. Ma sullo sfondo, in lontananza, vidi la sede di un popolo crudele armato di lance, e vidi una figura che rideva, che disse: "Costruitela pure quanto più solida potete; tanto noi la butteremo a terra"". (12 settembre 1820)

            "Ebbi una visione del santo Imperatore Enrico. Lo vidi di notte, da solo, in ginocchio ai piedi dell’altare principale in una grande e bellissima chiesa... e vidi la Beata Vergine venire giù da sola. Ella stese sull’altare un panno rosso coperto con lino bianco, vi pose un libro intarsiato con pietre preziose e accese le candele e la lampada perpetua... Allora venne il Salvatore in persona vestito con l’abito sacerdotale... La Messa era breve. Il Vangelo di San Giovanni non veniva letto alla fine. Quando la Messa fu terminata, Maria si diresse verso Enrico e stese la sua mano destra verso di lui dicendo che questo era in riconoscimento della sua purezza. Allora lo esortò a non avere esitazioni. Dopo di ciò vidi un angelo, esso toccò il tendine della sua anca, come Giacobbe. Enrico provava grande dolore, e dal quel giorno camminò zoppicando...". (12 luglio 1820)

            "Vedo altri martiri, non ora ma in futuro... Vidi le sette segrete minare spietatamente la grande Chiesa. Vicino ad esse vidi una bestia orribile che saliva dal mare... In tutto il mondo le persone buone e devote, e specialmente il clero, erano vessate, oppresse e messe in prigione. Ebbi la sensazione che sarebbero diventate martiri un giorno.

            Quando la Chiesa per la maggior parte era stata distrutta e quando solo i santuari e gli altari erano ancora in piedi, vidi entrare nella Chiesa i devastatori con la Bestia. Là essi incontrarono una donna di nobile contegno che sembrava portare nel suo grembo un bambino, perché camminava lentamente. A questa vista i nemici erano terrorizzati e la Bestia non riusciva a fare neanche un altro passo in avanti. Essa proiettò il suo collo verso la Donna come per divorarla, ma la Donna si voltò e si prostrò [in segno di sottomissione a Dio; N.d.R.], con la testa che toccava il suolo.

            Allora vidi la Bestia che fuggiva di nuovo verso il mare, e i nemici stavano scappando nella più grande confusione... Poi vidi, in grande lontananza, grandiose legioni che si avvicinavano. Davanti a tutti vidi un uomo su un cavallo bianco. I prigionieri venivano liberati e si univano a loro. Tutti i nemici venivano inseguiti. Allora, vidi che la Chiesa veniva prontamente ricostruita, ed era magnifica più di prima". (Agosto-ottobre 1820)

            "Vedo il Santo Padre in grande angoscia. Egli vive in un palazzo diverso da quello di prima e vi ammette solo un numero limitato di amici a lui vicini. Temo che il Santo Padre soffrirà molte altre prove prima di morire. Vedo che la falsa chiesa delle tenebre sta facendo progressi, e vedo la tremenda influenza che essa ha sulla gente. Il Santo Padre e la Chiesa sono veramente in una così grande afflizione che bisognerebbe implorare Dio giorno e notte". (10 agosto 1820)

            "La scorsa notte sono stata condotta a Roma dove il Santo Padre, immerso nel suo dolore, è ancora nascosto per evitare le incombenze pericolose. Egli è molto debole ed esausto per i dolori, le preoccupazioni e le preghiere. Ora può fidarsi solo di poche persone; è principalmente per questa ragione che deve nascondersi. Ma ha ancora con sé un anziano sacerdote di grande semplicità e devozione. Egli è suo amico, e per la sua semplicità non pensavano valesse la pena toglierlo di mezzo.

            Ma quest’uomo riceve molte grazie da Dio. Vede e si rende conto di molte cose che riferisce fedelmente al Santo Padre. Mi veniva chiesto di informarlo, mentre stava pregando, sui traditori e gli operatori di iniquità che facevano parte delle alte gerarchie dei servi che vivevano accanto a lui, così che egli potesse avvedersene".

            "Non so in che modo la scorsa notte sono stata portata a Roma, ma mi sono trovata vicino alla chiesa di Santa Maria Maggiore, e ho visto tanta povera gente che era molto afflitta e preoccupata perché il Papa non si vedeva da nessuna parte, e anche per via dell’inquietudine e delle voci allarmanti in città.

            La gente sembrava non aspettarsi che le porte della chiesa si aprissero; essi volevano solo pregare fuori. Una spinta interiore li aveva condotti là. Ma io mi trovavo nella chiesa e aprii le porte. Essi entrarono, sorpresi e spaventati perché le porte si erano aperte. Mi sembrò che fossi dietro la porta e che loro non potessero vedermi. Non c’era alcun ufficio aperto nella chiesa, ma le lampade del Santuario erano accese. La gente pregava tranquillamente.

            Poi vidi un'apparizione della Madre di Dio, che disse che la tribolazione sarebbe stata molto grande. Aggiunse che queste persone devono pregare ferventemente... Devono pregare soprattutto perché la chiesa delle tenebre abbandoni Roma". (25 agosto 1820)

            "Vidi la Chiesa di San Pietro: era stata distrutta ad eccezione del Santuario e dell’Altare principale. San Michele venne giù nella chiesa, vestito della sua armatura, e fece una pausa, minacciando con la spada un certo numero di indegni pastori che volevano entrare. Quella parte della Chiesa che era stata distrutta venne prontamente recintata… così che l’ufficio divino potesse essere celebrato come si deve. Allora, da ogni parte del mondo vennero sacerdoti e laici che ricostruirono i muri di pietra, poiché i distruttori non erano stati capaci di spostare le pesanti pietre di fondazione". (10 settembre 1820)

            "Vidi cose deplorevoli: stavano giocando d’azzardo, bevendo e parlando in chiesa; stavano anche corteggiando le donne. Ogni sorta di abomini venivano perpetrati là. I sacerdoti permettevano tutto e dicevano la Messa con molta irriverenza. Vidi che pochi di loro erano ancora pii, e solo pochi avevano una sana visione delle cose. Vidi anche degli ebrei che si trovavano sotto il portico della chiesa. Tutte queste cose mi diedero tanta tristezza". (27 settembre 1820)

            "La Chiesa si trova in grande pericolo. Dobbiamo pregare affinché il Papa non lasci Roma; ne risulterebbero innumerevoli mali se lo facesse. Ora stanno pretendendo qualcosa da lui. La dottrina protestante e quella dei greci scismatici devono diffondersi dappertutto. Ora vedo che in questo luogo la Chiesa viene minata in maniera così astuta che rimangono a mala pena un centinaio di sacerdoti che non siano stati ingannati. Tutti loro lavorano alla distruzione, persino il clero. Si avvicina una grande devastazione". (1 ottobre 1820)

            "Quando vidi la Chiesa di San Pietro in rovina, e il modo in cui tanti membri del clero erano essi stessi impegnati in quest’opera di distruzione - nessuno di loro desiderava farlo apertamente davanti agli altri -, ero talmente dispiaciuta che chiamai Gesù con tutta la mia forza, implorando la Sua misericordia. Allora vidi davanti a me lo Sposo Celeste ed Egli mi parlò per lungo tempo...

            Egli disse, fra le altre cose, che questo trasferimento della Chiesa da un luogo ad un altro significava che essa sarebbe sembrata in completo declino. Ma sarebbe risorta. Anche se rimanesse un solo cattolico, la Chiesa vincerebbe di nuovo perché non si fonda sui consigli e sull’intelligenza umani. Mi fece anche vedere che non era rimasto quasi nessun cristiano, nell’antico significato della parola". (4 ottobre 1820)

            "Mentre attraversavo Roma con San Francesco e altri santi, vedemmo un grande palazzo avvolto dalle fiamme, da cima a fondo. Avevo tanta paura che gli occupanti potessero morire bruciati perché nessuno si faceva avanti per spegnere il fuoco. Tuttavia, mentre ci avvicinavamo il fuoco diminuì e noi vedemmo un edificio annerito. Attraversammo un gran numero di magnifiche stanze, e finalmente raggiungemmo il Papa. Era seduto al buio e addormentato su una grande poltrona. Era molto ammalato e debole; non riusciva più a camminare.

            Gli ecclesiastici nella cerchia interna sembravano insinceri e privi di zelo; non mi piacevano. Parlai al Papa dei vescovi che presto dovevano essere nominati. Gli dissi anche che non doveva lasciare Roma. Se l’avesse fatto sarebbe stato il caos. Egli pensava che il male fosse inevitabile e che doveva partire per salvare molte cose... Era molto propenso a lasciare Roma, e veniva esortato insistentemente a farlo...

            La Chiesa è completamente isolata ed è come se fosse completamente deserta. Sembra che tutti stiano scappando. Dappertutto vedo grande miseria, odio, tradimento, rancore, confusione e una totale cecità. O città! O città! Cosa ti minaccia? La tempesta sta arrivando; sii vigile!". (7 ottobre 1820)

            "Ho anche visto le varie regioni della terra. La mia Guida [Gesù] nominò l’Europa e, indicando una regione piccola e sabbiosa, espresse queste sorprendenti parole: "Ecco la Prussia, il nemico". Poi mi mostrò un altro luogo, a nord, e disse: "questa è Moskva, la terra di Mosca, che porta molti mali". (1820-1821)

            "Fra le cose più strane che vidi, vi erano delle lunghe processioni di vescovi. Mi vennero fatti conoscere i loro pensieri e le loro parole attraverso immagini che uscivano dalle loro bocche. Le loro colpe verso la religione venivano mostrate attraverso delle deformità esterne. Alcuni avevano solo un corpo, con una nube scura al posto della testa. Altri avevano solo una testa, i loro corpi e i cuori erano come densi vapori. Alcuni erano zoppi; altri erano paralitici; altri ancora dormivano oppure barcollavano". (1 giugno 1820)

            "Quelli che vidi credo che fossero quasi tutti i vescovi del mondo, ma solo un piccolo numero era perfettamente retto. Vidi anche il Santo Padre - assorto nella preghiera e timoroso di Dio. Non c’era niente che lasciasse a desiderare nella sua apparenza, ma era indebolito dall’età avanzata e da molte sofferenze. La testa pendeva da una parte all’altra, e cadeva sul petto come se si stesse addormentando. Egli aveva spesso svenimenti e sembrava che stesse morendo. Ma quando pregava era spesso confortato da apparizioni dal Cielo. In quel momento la sua testa era dritta, ma non appena la faceva cadere sul petto vedevo un certo numero di persone che guardavano rapidamente a destra e a sinistra, cioè in direzione del mondo.

            Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione. In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre". (1820)

            "Vedo molti ecclesiastici che sono stati scomunicati e che non sembrano curarsene, e tantomeno sembrano averne coscienza. Eppure, essi vengono scomunicati quando cooperano (sic) con imprese, entrano in associazioni e abbracciano opinioni su cui è stato lanciato un anatema. Si può vedere come Dio ratifichi i decreti, gli ordini e le interdizioni emanate dal Capo della Chiesa e li mantenga in vigore anche se gli uomini non mostrano interesse per essi, li rifiutano o se ne burlano". (1820-1821)

            "Vidi molto chiaramente gli errori, le aberrazioni e gli innumerevoli peccati degli uomini. Vidi la follia e la malvagità delle loro azioni, contro ogni verità e ogni ragione. Fra questi c’erano dei sacerdoti e io con piacere sopportavo le mie sofferenze affinché essi potessero ritornare ad un animo migliore". (22 marzo 1820)

            "Ho avuto un’altra visione della grande tribolazione. Mi sembrava che si pretendesse dal clero una concessione che non poteva essere accordata. Vidi molti sacerdoti anziani, specialmente uno, che piangevano amaramente. Anche alcuni più giovani stavano piangendo. Ma altri, e i tiepidi erano fra questi, facevano senza alcuna obiezione ciò che gli veniva chiesto. Era come se la gente si stesse dividendo in due fazioni". (12 aprile 1820)

            "Vidi un nuovo Papa che sarà molto rigoroso. Egli si alienerà i vescovi freddi e tiepidi. Non è un romano, ma è italiano. Proviene da un luogo che non è lontano da Roma, e credo che venga da una famiglia devota e di sangue reale. Ma per qualche tempo dovranno esserci ancora molte lotte e agitazioni". (27 gennaio 1822)

            "Verranno tempi molto cattivi, nei quali i non cattolici svieranno molte persone. Ne risulterà una grande confusione. Vidi anche la battaglia. I nemici erano molto più numerosi, ma il piccolo esercito di fedeli ne abbatté file intere [di soldati nemici]. Durante la battaglia, la Madonna si trovava in piedi su una collina, e indossava un’armatura. Era una guerra terribile. Alla fine, solo pochi combattenti per la giusta causa erano sopravvissuti, ma la vittoria era la loro". (22 ottobre 1822)

            "Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Così doveva essere la nuova Chiesa... Ma Dio aveva altri progetti". (22 aprile 1823)

            "Vorrei che fosse qui il tempo in cui regnerà il Papa vestito di rosso. Vedo gli apostoli, non quelli del passato ma gli apostoli degli ultimi tempi e mi sembra che il Papa sia fra loro."

            "Nel centro dell’inferno ho visto un abisso buio e dall’aspetto orribile e dentro di esso era stato gettato Lucifero, dopo essere stato assicurato saldamente a delle catene… Dio stesso aveva decretato questo; e mi è stato anche detto, se ricordo bene, che egli verrà liberato per un certo periodo cinquanta o sessanta anni prima dell’anno di Cristo 2000. Mi vennero indicate le date di molti altri eventi che non riesco a ricordare; ma un certo numero di demoni dovranno essere liberati molto prima di Lucifero, in modo che tentino gli uomini e servano come strumenti della vendetta divina."

            "Un uomo dal viso pallido fluttuava lentamente al di sopra della terra e, sciogliendo i drappi che avvolgevano la sua spada, li gettò sulle città addormentate, che vennero legate da questi. Questa figura gettò la pestilenza sulla Russia, l’Italia e la Spagna. Attorno a Berlino vi era un fiocco rosso e da lì venne in Westfalia. Ora la spada dell’uomo era sguainata, strisce rosse come il sangue pendevano dall’impugnatura e il sangue che grondava da questa cadeva sulla Westfalia".

            "Gli ebrei ritorneranno in Palestina e diverranno cristiani verso la fine del mondo."

 

Nota: La visione della Beata Emmerich della chiesa di San Pietro in rovine è da intendersi certamente in senso figurato, l’immagine della distruzione delle mura di San Pietro rappresenta gli attacchi alla Fede e la decadenza della Chiesa che avranno luogo prima del suo più grande trionfo durante l’Era di Pace. Tuttavia, basandoci sulle numerose profezie che parlano di una futura distruzione di Roma, non si può escludere che anche il Vaticano in quest’occasione subirà pesanti danni materiali e devastazioni.

A cura di Profezie per il Terzo Millennio - giugno 2003

 

LA STOLTEZZA DELL’ABBANDONO DELLA “VERITA’” DELLA SANTA CASA E DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI

LE GRAVI CONSEGUENZE DELL’APOSTASIA LAURETANA

L’OFFUSCAMENTO E L’OCCULTAMENTO DELLA VERITA’ DELL’INCARNAZIONE

NELLA CULTURA E NELLA SOCIETA’ OCCIDENTALE SEMPRE PIU’ MULTIETNICA E MULTIRELIGIOSA

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

 

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):

 

RECITIAMO QUESTA NUOVA “VIA CRUCIS” IN RIPARAZIONE DELLA DISSACRAZIONE AVVENUTA DELLA STORIA E DEL CULTO DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO E PER IL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELL’AUTENTICITA’ DELLA PRESENZA A LORETO DELLA “SANTA CASA” E DELL’AUTENTICITA’ DELLE SUE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”.

 

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

LA VIA CRUCIS DEL BEATO PIETRO VIGNE

Libero adattamento composto dal Prof. Giorgio Nicolini sui testi del Beato Pietro Vigne

Meditazioni per ogni giorno del mese, nelle quali si troveranno molteplici motivi assai convincenti per amare Dio, bellissimi esempi di tutte le virtù, ragioni convincenti che ci spingono ad impegnarci in esse, mezzi per acquistarle e infine molti modi, facili ed utili, di metterle in pratica.

 

 

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

 

In nome di Gesù Cristo, ti preghiamo, Padre, di concederci

- il dono del timore che ci impedisca di offenderti;

- il dono della pietà che ci permetta di amarti come Padre nostro;

- il dono della scienza che ci aiuti ad elevarci dalle cose visibili a quelle invisibili, a te che ne sei il Creatore;

- il dono del consiglio per non fare nulla senza prima conoscere la tua Volontà;

- il dono della fortezza per resistere alle tentazioni che si oppongono alla nostra salvezza;

- il dono dell’intelletto per essere illuminati sui misteri che tu ci proponi;

- il dono della sapienza che ci faccia comprendere e gustare ciò che è divino e ci faccia porre le nostre delizie nel tuo amore sino alla fine dei nostri giorni.

 

STAZIONE XIII

GESÙ PRESENTATO A PILATO

 

PREGHIERA

O Gesù, tu sei il più umile degli uomini! Hai voluto presentarti dinanzi a Pilato come un povero criminale! Facci la grazia che né la vergogna, né la vanità ci impediscano mai di comparire come poveri peccatori davanti a quelli che ci sono mandati come giudici nel tribunale della confessione, tribunale o ministero infinitamente più elevato per santità di quello dinanzi al quale volesti essere condotto.

 

MEDITAZIONE

 1 O Gesù, vero esempio di perfetta umiltà! Tu hai accettato di comparire davanti a Pilato, giudice della città di Gerusalemme, come un malfattore, pur essendo il Dio di santità; e noi miserabili, non osiamo apparire come colpevoli, sebbene pieni di peccati, neppure dinnanzi ad un sacerdote nel segreto inviolabile della confessione!

            Ti sei umiliato dinnanzi un tuo suddito, dinnanzi a una povera creatura, e noi non vogliamo umiliarci dinanzi a un confessore rivestito della tua autorità divina. Davanti una folla innumerevole, tu appari come peccatore e noi non vogliamo apparire tali dinanzi ad una sola persona. Hai voluto, o Signore, subire questa confusione per essere poi condannato a morte, e noi la rifiutiamo pur sapendo che potremo ricevere una vita spirituale e in seguito la vita eterna. Così, mentre la confusione doveva essere per te assai nociva, per noi risulterebbe assai vantaggiosa; ma nonostante tutto ciò, il nostro orgoglio ci impedisce di imitarti. (…)

            E’ possibile, dunque, che alcuni cristiani, consapevoli dell’enormità della colpa di nascondere, di non confessare sinceramente i propri peccati nel Sacramento della Penitenza, vivano tuttavia dopo averla commessa, in una grande sicurezza come se non dovessero essere riprovati per sempre da Dio?

            Anania e Saffira, per aver mentito a un apostolo, caddero all’istante morti e stecchiti (cfr. At.5,1-11); e un cristiano che nella confessione mentisse a Dio in una materia assai più importante, perché profana un Sacramento, non dovrebbe temere un castigo proporzionato nella sua severità all’enormità della profanazione, poiché egli disprezza il perdono che Dio gli avrebbe certamente accordato per i peccati se li avesse confessati sinceramente?

            Anche se si rivelassero a un confessore tante piaghe mortali, quando se ne nascondesse anche una sola e non si rimediasse confessandola, questa sola colpa darebbe la morte all’anima nostra. A che servirebbero tante scuse e dissimulazioni, dal momento che da questa sola colpa deriva la morte spirituale?

            O mio Dio! Noi dovremmo essere convinti di quattro cose: che tu vedi ogni cosa; che la confusione che ci immaginiamo di avere nell’aprirci sinceramente a un confessore è vera illusione e pura follia; che la confessione sincera di una colpa intenerisce il giudice più rigoroso; che la confessione priva di sincerità è un fantasma di confessione. Quando invece dichiariamo sinceramente le nostre colpe, senza cercare scuse, acquistiamo l’amicizia di Dio, mentre tutti i Santi si rallegrano per la nostra conversione e noi ci assicuriamo la felicità eterna.

            Non siamo dunque tanto sciagurati da nascondere nel tribunale della penitenza il male che abbiamo commesso! (…) Fà che io possa dire come David: “Ti ho manifestato il mio peccato, non ho tenuto nascosto il mio errore. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie colpe» e tu hai rimesso la malizia del mio peccato” (Sal.32,5). (…)

 

 2 “Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Uscì dunque Pilato verso di loro” (cfr. Gv.18,28-29)

            O Signore, quale mostruosa follia quella dei Giudei, che per delicatezza di coscienza non vollero entrare in casa di un pagano e al tempo stesso non si facevano scrupolo di accusare un innocente di mille delitti; temere di sporcarsi entrando in una casa, mentre fanno entrare mille abominazioni nell’anima loro, sporcando il cuore e la bocca con tante maldicenze, calunnie e maledizioni proferite contro il Salvatore; badano solo a non sporcare il loro corpo con l’avvicinarsi alla dimora di un misero Governatore. Essi si lordano le mani nel sangue di un Agnello spirituale e divino e non vogliono mangiare, senza essere puri, l’Agnello pasquale che non era altro che un animale che forniva la carne per i loro banchetti.

            Ed ecco in figura la condotta riprovevole di tanti cristiani. Quanti non oserebbero recarsi in chiesa per assistere al sacro Banchetto, al Sacrificio del Corpo di Gesù Cristo, con un viso sudicio o un corpo sgradevole a vedersi e tuttavia non hanno orrore di andarvi con un’anima piena di enormi peccati, rendendosi così orribili agli occhi di Dio, degli angeli e dei santi!

            Nessuno oserebbe mai avvicinarsi alla tavola della Santa Comunione senza aver indossato un abito pulito, biancheria linda, senza cioè il decoro che la propria condizione comporta; si temerebbe di essere disprezzati da tutti e venir meno alla propria reputazione. E tuttavia, si vedono dei corpi puliti, decorosi, che rivestono un’anima piena di peccati; sono maschere di virtù, fantasmi di cristiani che si avvicinano sfrontatamente e imprudentemente alla sacra mensa per ricevervi la propria condanna non discernendo il Corpo del Signore: commettono una orribile empietà contro il Corpo e il Sangue di Dio e rinnovano i delitti dei Giudei (cfr.  1^Cor.11,17-34).

            Si ruba, suo malgrado, il suo Corpo sacro per metterlo in una specie di orrida prigione, in un’anima cioè da cui Egli aborre, poiché appartiene al demonio. Lo si tratta indegnamente, lo si dileggia come fecero i suoi nemici.

            O Signore, quale orribile delitto il non prestare attenzione alla santità infinita del tuo Corpo adorabile allorché lo riceviamo; mentre teniamo tanta cura nel decoro di un corpo mortale come il nostro…

            E’ già molto, mio Dio, se gettiamo lo sguardo su quei peccati che sono la causa di tanti abominevoli sacrilegi, come le cattive abitudini che si portano alla comunione senza averle estirpate in precedenza; quelle occasioni nocive che non si vogliono tralasciare malgrado tutte le promesse fatte in confessione; quelle inimicizie e divisioni con il prossimo che non ci permettono di unirci spiritualmente nella comunione con Gesù Cristo, Capo della Chiesa, essendo noi divisi dai suoi membri che sono i fedeli. Diventa dunque una separazione sacrilega dal suo Corpo mistico, poiché non è una comune-unione.

 

PROPOSITI

            Adottiamo ogni mezzo ed ogni cura per purificare l’anima anziché il corpo, il quale deve essere mantenuto in un decoro cristiano e non diventare oggetto di tante sollecitudini e attenzioni come fa la maggior parte degli uomini.

            Mio Dio, donaci la grazia di piacere a te sforzandoci di conseguire una purezza e una santità interiore; infondi nel nostro spirito un senso profondo della tua grandezza infinita e della tua terribile divinità; che il nostro cuore adori ed ami te solo e brami solo riceverti degnamente. (…)

            E in quale riposo, in quale pace potrei trovarmi, o Signore, se non fossi a te gradito? Tutti i re dell’universo riuscirebbero a nascondermi dalla tua collera? Tutta la loro potenza e i loro inganni potrebbero mai sottrarmi dal tuo furore? O potrebbero aprirmi il paradiso? No, no, mio Dio, no! Tu sei la mia unica speranza, se ti avrò dalla mia parte, non avrò bisogno di nessuno; ma se mi sei contrario sarò perduto senza rimedio.

 

 

Gesù a Santa Faustina Kowalska


“Desidero che i miei Sacerdoti annunzino questa mia grande misericordia per le anime peccatrici. Il peccatore non tema di avvicinarsi a Me. Anche se l’anima fosse come un cadavere in piena putrefazione, se umanamente non ci fosse più rimedio, non è così davanti a Dio. Le fiamme della misericordia mi consumano, desidero effonderla sulle anime degli uomini. Io sono tutto amore e misericordia. Un’anima che ha fiducia in Me è felice, perché Io stesso mi prendo cura di lei. Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abiezione, mai esaurirà la mia misericordia, poiché più vi si attinge più aumenta. Figlia mia, non cessare di annunziare la mia misericordia, facendo questo darai refrigerio al mio Cuore consumato da fiamme di compassione per i peccatori. Quanto dolorosamente mi ferisce la mancanza di fiducia nella mia bontà! Per punire ho tutta l’eternità, adesso invece prolungo il tempo della misericordia per loro. Anche se i suoi peccati fossero neri come la notte, rivolgendosi alla mia misericordia, il peccatore mi glorifica e onora la mia Passione. Nell’ora della sua morte Io lo difenderò come la stessa mia gloria. Quando un’anima esalta la mia bontà, Satana trema davanti ad essa e fugge fin nel profondo dell’inferno. Il mio cuore soffre perché anche le anime consacrate ignorano la mia Misericordia e mi trattano con diffidenza. Quanto mi feriscono! Se non credete alle Mie parole, credete almeno alle Mie piaghe!”

 

ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE, ECCO ORA IL GIORNO DELLA SALVEZZA

E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2^Cor.6,1-2)

Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me;  per questo mi ha consacrato con l'unzione,  e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,  per proclamare ai prigionieri la liberazione  e ai ciechi la vista;  per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. (Lc.4,16-19)

LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

MA LA CHIESA ANCORA NON LO VUOLE COMPRENDERE

UN ANNO DI GRAZIA LAURETANO

Venerdì, 8 settembre 2006 – Sabato, 8 settembre 2007

 

LEONE XIII

(Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose.

 

 

L’AFFIDAMENTO ALLA VERGINE LAURETANA

PER LA “MIRACOLOSA” TRASLAZIONE DELLA SUA SANTA CASA NAZARETANA

IN HOC SIGNO VINCES!...

 

 

ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”

PER LA DIFESA E LA PROPAGAZIONE DELLA FEDE CRISTIANA

Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto

www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm

 

FINALITA’ DELL’ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”

           

            Gesù Cristo ha detto: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv.8,12).

            Su queste parole del Vangelo è nata l’Associazione “onlus” denominata “LUCE DI CRISTO”.

            L’Associazione non ha fini di lucro, è libera, indipendente, apolitica, ed ha lo scopo di intervenire in qualsiasi evento pubblico, culturale, politico, storico, artistico e religioso, nella luce ed a difesa e propagazione della Fede Cristiana.

            Nella prospettiva del profetizzato “trionfo del Cuore Immacolato di Maria”, l’Associazione “LUCE DI CRISTO” è nata ed è stata posta sotto il patrocinio dell’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto, con cui - quale “reliquia miracolosa” e “luogo dell’Incarnazione” – la Vergine Maria ha operato nei due millenni passati la propagazione e la difesa della cristianità: prima in Oriente, da Nazareth, e poi in Occidente, da Loreto.

            L'Associazione intende unire, con un'unica azione comune, singole persone e anche associazioni già costituite, che sentono la necessità di rispondere all’appello del Santo Padre per una “nuova evangelizzazione” dell’Europa, al fine di ripristinarne le Radici Cristiane. Infatti solo stando uniti possono sperarsi frutti molto più abbondanti che non se i singoli operassero separatamente.

            Qualcuno, al solo ascoltare l'espressione «difesa della Fede», potrebbe sentire una specie di ripulsa, pensando di tornare ai tempi passati, fatti talvolta di lotte religiose. Non si tratta di questo: si tratta semplicemente di essere realisti. Se ci sono uomini e gruppi che sistematicamente, con mezzi molto potenti, attaccano la Fede Cristiana, in pubblico e in privato, cercando di sradicarla dal cuore della gente, è logico e doveroso che un vero cristiano debba adoperarsi per difenderla e per propagarla, così come ci ha insegnato Gesù: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt.5,14-15).

            Se Cristo oggi ci domandasse, come all’Apostolo Pietro: “Mi ami tu?(Gv.21,15), voi cosa rispondereste?... Perciò, se il vostro cuore batte con quello di Cristo e le vostre convinzioni corrispondono alle nostre, UNIAMOCI, per diventare UNA VOCE FORTE nel difendere le nostre Radici Cristiane e tornare a propagare la nostra Fede, intervenendo con convinzione in qualsiasi evento pubblico, usando a tale scopo tutti i mezzi possibili. In tale modo si offrirà al nostro Salvatore Gesù Cristo un altro contributo, anche se piccolo e umile, per il perseguimento della Salvezza Eterna delle anime di tanti uomini.

            Perciò dopo aver letto questo messaggio di presentazione, se vorrete comunicare con l’Associazione “LUCE DI CRISTO” per avere ulteriori chiarimenti, o per associarvi, contattateci al cellulare 340.7190085 o al cellulare 339.6424332. Telefono e fax dell’Associazione è il numero 071.83552. La Posta Elettronica è lucedicristo@tiscali.it

            Ogni altra informazione utile per aderire all’Associazione la trovi nel Sito Internet www.lavocecattolica.it

LUCE E GRAZIA CONCEDI, O SIGNORE,

A QUANTI PER CERCARE TE VERRANNO A NOI.

 

UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE

www.lavocecattolica.it/unavoce.htm

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.        Prof. Giorgio Nicolini   -   giorgio.nicolini@poste.it

 

RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”

“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).

 “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,

non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”

(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc.1,26-38)

 

 L’APOSTASIA LAURETANA

 

La corrispondenza con il Vescovo di Loreto è leggibile all'indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/corrispondenze.vescovo.loreto.htm

 

Il 28 marzo 2006 l’Agenzia Internazionale ZENIT ha pubblicato una intervista al Prof. Giorgio Nicolini con gli ultimi aggiornamenti sugli studi riguardo alla “verità” delle  “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth.

Leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/intervista.zenit.htm

 

40 giorni

(1° novembre 2006-10 dicembre 2006)

 

LA consegna di una lettera all’arcivescovo di ancona

nell’udienza del 31 ottobre 2006

 

Ecc.za Rev.ma Mons. EDOARDO MENICHELLI

Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo

Piazza del Senato, 7 - 60121 ANCONA

Ancona, martedì 31 ottobre 2006

Vigilia Solennità di Tutti i Santi

Ecc.za Rev.ma,

            nell’odierna Udienza benevolmente concessami consegno e sottopongo alla Sua attenzione una mia precedente corrispondenza consegnata al Suo predecessore Mons. Franco Festorazzi, tra il 4 maggio 1999 e il 4 maggio 2000, entro le solennità del nostro Santo Patrono San Ciriaco.

… (omissis) …

            In proposito, a riguardo della “questione lauretana”, entro la suddetta data del 10 dicembre 2006 (40 giorni da oggi), La prego vivamente di voler provvedere - per quanto sta in Lei - ad impedire una ulteriore sacrilega dissacrazione lauretana, adempiendo con la massima sollecitudine tutto quanto è previsto dal Codice di Diritto Canonico (can.1391), affinché la prossima solennità del 10 dicembre sia celebrata a Loreto in fedele obbedienza alle disposizioni liturgiche della Santa Chiesa, che da sempre, secoli e secoli, ha inteso e intende celebrare solo e soltanto la Traslazione “Miracolosa” della Santa Casa di Nazareth.

            A tale scopo, poiché lo stesso Santo Padre Benedetto XVI, nell’Angelus di domenica scorsa 29 ottobre, ha ufficialmente fatto conoscere che sarà presente a Loreto il prossimo 1-2 settembre 2007, per l’incontro “Agorà” con tutti i Giovani d’Italia, La supplico vivamente, quale “mio” Pastore, di adempiere al grave dovere di richiedere “ufficialmente” una Udienza con lo stesso Santo Padre e, se necessario, di accompagnarmi ad essa. Ciò al fine di rendere possibile al Santo Padre Benedetto XVI di poter ricevere una sicura e inequivoca illustrazione - dal punto di vista storico, archeologico e scientifico, e in un modo ampio e particolareggiato -, della “verità” delle “Miracolose” traslazioni della Santa Casa di Nazareth sino a Loreto ed insieme offrirgli la dimostrazione delle “falsificazioni storiche” operate negli ultimi trent’anni dalla stessa Basilica Pontificia Lauretana, a riguardo di un mai esistito trasporto di “sante pietre” da parte dei Crociati.

            Non esito a ritenere e ribadire che il ripristino della “verità” sulla Santa Casa di Nazareth a Loreto sia una grave obbligazione morale, che se ancora misconosciuta, anche nel prossimo 10 dicembre e in prospettiva del prossimo incontro dei giovani con il Papa nel settembre del prossimo anno, farà ricadere sulla Chiesa un ancor più grave giudizio divino. Che ci si creda o no, non invano la Vergine Immacolata, dall’altra sponda dell’Adriatico, lo scorso 25 ottobre ha espresso il suo materno ma severo rimprovero: “Cari figli, oggi il Signore mi ha permesso di dirvi nuovamente che vivete in un tempo di grazia. Non siete coscienti, figlioli, che Dio vi dona una grande opportunità per convertirvi e vivere nella pace e nell’amore. Voi siete così ciechi e legati alle cose della terra e pensate alla vita terrena. Dio mi ha mandato per guidarvi verso la vita eterna. Io, figlioli, non sono stanca, anche se vedo i vostri cuori appesantiti e stanchi di tutto ciò che è grazia e dono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata” (La Regina della Pace a Mediugorie, 25 ottobre 2006).

            Non permettiamo, Ecc.za Rev.ma, che il Signore non permetta più di farci sapere che viviamo ancora in un tempo di grazia, né che si giunga al punto in cui la Vergine Immacolata si stancherà di dircelo, perché sarà cessato il tempo di grazia.             Nell’affidamento al Beato Gabriele Ferretti, Compatrono della nostra città, che la Vergine Immacolata gratificava delle sue celesti apparizioni sul colle di Capodimonte e la cui solennità del 550° santo “transito” si celebrerà il prossimo 12 novembre nella Chiesa di San Giovanni Battista di Capodimonte,  La saluto con umile deferenza.

 

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA

PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”

Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                       (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

                               

PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

 

            Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.

            Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.

            Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.

            Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.

            Amen.

 

Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro

La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

 

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 novembre 2006, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

Cari figli, anche oggi vi invito: pregate, pregate, pregate. Figlioli, quando pregate siete vicini a Dio ed Egli vi dona il desiderio d’eternità. Questo è il tempo in cui potete parlare di più di Dio e fare di più per Dio. Per questo non opponete resistenza, ma lasciate, figlioli, che Egli vi guidi, vi cambi ed entri nella vostra vita. Non dimenticate che siete pellegrini sulla strada verso l’eternità. Perciò, figlioli, permettete che Dio vi guidi come un pastore guida il suo gregge. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 (La Regina della Pace a Mediugorie, 25 novembre 2006)

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

SANTA GIANNA BERETTA MOLLA

Come conservare la purezza?

Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.

La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...

La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.

È libero colui che è capace di resistere, di lottare.

 

PER CONTRIBUIRE A RIPRISTINARE LE RADICI CRISTIANE IN EUROPA

LEGGI E FAI CONOSCERE I SITI INTERNET SOTTOINDICATI

www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm

www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE

E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti

(Martin Luther King)

 

SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI

AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET

Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)

 

Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet

www.lavocecattolica.it

www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm

www.lavocecattolica.it/lettera7dicembre2006.htm

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE E GLI HO MESSO CHIAVISTELLO E PORTE E HO DETTO:

FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE.

(Gb.38,10)

 

Nazareth-loreto-lourdes-fatima-mediugorie

Nella Santa Casa di Nazareth Maria è stata concepita “Immacolata” nel grembo di Sant’Anna e Dio, per preservare dalla distruzione quella Casa benedetta, l’ha fatta trasportare miracolosamente in “vari luoghi”, da Nazareth a Tersatto e sino a Loreto. A Lourdes Maria ha “confermato” di essere l’Immacolata Concezione, avvenuta nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. A Fatima Maria ha chiesto la consacrazione al suo Cuore “Immacolato” ed ha preannunciato il futuro trionfo del suo Cuore Immacolato. A Mediugorie Maria sta ora portando a compimento il trionfo del suo Cuore Immacolato, con di fronte a sé, collegati dall’altra parte del Mare Adriatico, Ancona-Loreto con la Santa Casa di Nazareth ove proprio il suo essere spirituale (la sua anima, il suo cuore) fu concepito “Immacolato”.

 

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LEGGI NELLA CORRISPONDENZA SOTTOSTANTE LA SEMPLICE PROCEDURA DA SEGUIRE

Gentilissimo Prof. Nicolini, ho appena letto con piacere l'allegato. Ma che fatica! E' proprio necessario formattare con tutti quei colori e sfondi il testo? Scusandomi per la franchezza, forse eccessiva, credo che una maggiore sobrietà dell'impaginazione faciliterebbe la lettura. Cordialmente saluto. Alessio.

LA RISPOSTA SULL’UTILIZZO DEI COLORI E COME TRASFORMARE TUTTI I TESTI IN BIANCO E NERO

Caro Alessio, l'utilizzo dei diversi colori nelle parole del testo hanno lo scopo di COSTRINGERE A FERMARE L'ATTENZIONE su quella parola o su quel concetto che voglio evidenziare maggiormente, anche se costa fatica a chi legge. Ma proprio quella fatica fa fissare meglio una parola od un concetto. Altrimenti chi legge scorre con superficialità e non si ferma su punti molto importanti. Ogni parola che scrivo infatti è stata "misurata" e quando la evidenzio di più e "colpisce" l'occhio (cioè, lo disturba), colpiscono in quel modo anche l'intelligenza e si fissano meglio. Certe parole vogliono anche essere "una pietra" per coloro cui sono dirette "in prima persona", e che non vogliono vedere né sentire. Si dice che in Internet le parole ingrandite hanno lo stesso significato di uno che alza il tono della voce per farsi sentire con più forza. Per questo le uso. Almeno questo è il mio intento. Tuttavia tengo in considerazione il tuo invito alla sobrietà.

Vorrei comunque ricordarti, in ogni caso, che il testo che invio è in formato "Word" perché uno lo possa liberamente trasformare.      Se tu, infatti, fai delle semplicissime variazioni in modo autonomo, puoi avere il testo nel modo che vuoi tu, totalmente in bianco e nero. Basta andare su "Modifica", fare "Seleziona tutto", poi cliccare sul pulsante destro del "mouse", facendo comparire varie voci tra cui "Carattere". Cliccando su "Carattere" e poi sui colori dei caratteri il "Nero", il testo ti diventerà in pochi attimi in bianco e nero. Così pure se vuoi togliere totalmente tutti gli sfondi, basta andare su "Formato" e togliere ogni sfondo, con un paio di manovre.

Hai ragione, basterebbe modificare il formato prima di iniziare a leggere… A volte non ci si pensa, a volte fa fatica. Grazie comunque per tutto quello che scrivi; fa piacere vedere che c'è chi si impegna oggigiorno, con i più svariati mezzi, per promuovere la fede in Dio. E fa piacere anche leggere cose che altrimenti non si conoscerebbero. Una preghiera. Alessio.

 

Se venisse un altro Giona, crederemmo? Le nostre città crederebbero? Oggi ancora, per le grandi città, per le Nìnive moderne, Dio cerca dei messaggeri della penitenza. Abbiamo il coraggio, la fede profonda, la credibilità necessarie per toccare i cuori e aprire le porte alla conversione?  Card. Joseph Ratzinger

 

 

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