Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.

Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.

(Is.40,28)

SANTA MARIA GORETTI

MARTIRE DELLA PUREZZA

“TESTIMONE” CONTRO IL MENZOGNERO E IMPURO “CODICE DA VINCI”

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

LETTERA INFORMATIVA n°62

                                                 LA VOCE       

www.lavocecattolica.it

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito

(Gv. 3,8)

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                                 (Paolo VI, 25 dicembre 1975)

 

Ancona

Giovedì, 6 luglio 2006

Domenica, 5 luglio 2012 dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

25 MARZO 2006: 2012° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO

Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth a Loreto

intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)

Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30

 

Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio” (17 ottobre 1922). Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

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TOTUS TUUS EGO SUM

 

LETTURA BIBLICA DEL GIORNO

DAL LIBRO DEL PROFETA AMOS (7,10-17)

In quei giorni, Amasia, sacerdote di Betel, mandò a dire a Geroboàmo re di Israele: «Amos congiura contro di te in mezzo alla casa di Israele; il paese non può sopportare le sue parole, poiché così dice Amos: Di spada morirà Geroboàmo e Israele sarà condotto in esilio lontano dal suo paese». Amasia disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritirati verso il paese di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno». Amos rispose ad Amasia: «Non ero profeta, né figlio di profeta; ero un pastore e raccoglitore di sicomori; Il Signore mi prese di dietro al bestiame e il Signore mi disse: Và, profetizza al mio popolo Israele. Ora ascolta la parola del Signore: Tu dici: Non profetizzare contro Israele, né predicare contro la casa di Isacco. Ebbene, dice il Signore: Tua moglie si prostituirà nella città, i tuoi figli e le tue figlie cadranno di spada, la tua terra sarà spartita con la corda, tu morirai in terra immonda e Israele sarà deportato in esilio lontano dalla sua terra».

 

“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”

(Prov.25,25)

DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

E IL VERBO SI FECE CARNE

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

TUTTI LA’ SONO NATI

“Il di Maria fu, in qualche modo, anche un detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)” (Giovanni Paolo II,  per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).

SE SARETE  QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!

ROMA - XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)

 “La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                       (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

 

PERCHE’ NON POSSIAMO NON DIRCI “LAURETANI”…

ALCIDE DE GASPERI A LORETO NEL 1948

"Di fronte a questo monumento di così alta importanza, la parola umana viene meno. Un impegno solenne però dobbiamo prendere davanti a queste gloriose vestigia della cristianità, l'impegno di difendere le nostre tradizioni religiose che in queste venerande costruzioni si rivelano e si perpetuano. Esse si alimentano del Vangelo e ci fanno sentire tutti fratelli".

 

DALL’8 SETTEMBRE 1998 LA PREGHIERA QUOTIDIANA PER L’ITALIA NELLA SANTA CASA DI LORETO

L’8 settembre 1998 si inaugurò nella SANTA CASA di Loreto “la preghiera quotidiana per l'Italia”, dopo che già nel 1994 Giovanni Paolo II vi aveva fatto iniziare la GRANDE PREGHIERA PER L’ITALIA.

Per la circostanza, il “santo” Pontefice Giovanni Paolo II scrisse al Card. Ruini, che presiedette l’avvio di quella Preghiera Quotidiana per l’Italia: “La Grande Preghiera per l'Italia iniziò nel 1994, quando la costante sollecitudine che nutro per la diletta Nazione italiana, mi spinse ad invitare a far salire incessantemente a Dio una preghiera nella Chiesa (cfr. At.12,5) al fine d'ottenere la grazia della CONVERSIONE dei cuori, condizione indispensabile per costruire una convivenza più giusta e solidale. (...). La nuova provvidenziale iniziativa, che riprendendo quell'invito è divenuta la Preghiera Quotidiana per l'Italia, prolunga l'invocazione di pace (…), volgendo lo sguardo con rinnovato e filiale amore a Colei che in ogni contrada della Penisola è venerata quale rifugio sicuro nei pericoli e Madre benevola verso le suppliche di quanti sono nella prova. (...). La Lampada dell'Italia, che ogni giorno brillerà nella Casa Santa, luogo che richiama il mistero del Verbo fatto carne, sarà simbolo del costante affidamento alla Madre del Signore da parte della comunità italiana. Essa ricorderà allo stesso tempo che è compito dei cristiani, essere vigilanti con le lanterne accese (cfr. Mt.25,1-13) e perseveranti nella preghiera e nella fedeltà al Vangelo per illuminare con la fiaccola della Verità e dell'amore di Cristo le varie realtà sociali, politiche, culturali ed economiche dell'esistenza”

 

 

IL MARTIRIO DI SANTA MARIA GORETTI

PER CUSTODIRE LA PUREZZA

“TESTIMONIANZA”

CONTRO L’IMPURO “CODICE DA VINCI” DI DAN BROWN

E CONTRO L’IMPURO “CODICE DA VINCI” LAURETANO

 

I SANTI, FEDELI DISCEPOLI DI GESU’, HANNO DATO LA VITA PER CUSTODIRE LA LORO PUREZZA.

COME SI PUO’ PENSARE CHE LA PUREZZA INFINITA DI GESU’, SALVATORE DEGLI UOMINI,

E LA PUREZZA IMMACOLATA DI MARIA, SEMPRE VERGINE

POSSANO ESSERSI CONTAMINATI CON QUALCHE FORMA DI SENSUALITA’

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH?...

 

BEATI I PURI DI CUORE

BEATI I POVERI IN SPIRITO

 

SANTA MARIA GORETTI

MARTIRE DELLA PUREZZA

 

“DIO HA SCELTO CIO’ CHE NEL MONDO E’ STOLTO PER CONFONDERE I SAPIENTI, DIO HA SCELTO CIO’ CHE NEL MONDO E’ DEBOLE PER CONFONDERE I FORTI, DIO HA SCELTO CIO’ CHE NEL MONDO E’ IGNOBILE E DISPREZZATO E CIO’ CHE E’ NULLA PER RIDURRE A NULLA LE COSE CHE SONO, PERCHE’ NESSUN UOMO POSSA GLORIARSI DAVANTI A DIO” (1^Cor.1,27-29).

 

Dio ha scelto e ha glorificato una semplice contadinella, di origine povera. L'ha glorificata con la potenza del suo Spirito... Carissimi fratelli e sorelle! Guardate Maria Goretti; guardate il Cielo che essa ha raggiunto con l'osservanza eroica dei Comandamenti e dove essa si trova nella gloria dei santi... È diventata letizia per la Chiesa ed una fonte di speranza per noi ", diceva Papa Giovanni Paolo II, il 29 settembre 1991.

            Il Santo Padre pronunciava queste parole al termine del centenario della nascita di Santa Maria Goretti. Essa nacque il 16 ottobre 1890 a Corinaldo, in provincia di Ancona, in una famiglia povera di beni terrestri, ma ricca di fede e di virtù: ogni giorno, preghiere in comune e Rosario; la domenica, Messa e Santa Comunione. Maria è la terza dei sette figli di Luigi Goretti e di Assunta Carlini. Fin dal giorno dopo la nascita, viene battezzata e consacrata alla Santa Vergine. Il sacramento della Cresima le sarà dato all'età di sei anni.

            Dopo la nascita del quarto figlio, Luigi Goretti, troppo povero per sostentarsi nel suo paese d'origine, emigra con la famiglia verso le vaste pianure, ancora malsane a quell'epoca, della campagna romana. Si stabilisce a Le Ferriere di Conca, al servizio del Conte Mazzoleni. Lì, Maria non tarda a rivelare un'intelligenza ed un giudizio precoce. Non le si potrà mai rimproverare un capriccio, una disubbidienza o una bugia. È veramente l'angelo della famiglia.

Dopo solo un anno di lavoro spossante, Luigi è colpito da una malattia che lo porta via in dieci giorni. Un lungo calvario comincia per Assunta ed i suoi figli. Maria piange spesso la morte del padre ed approfitta della minima occasione per inginocchiarsi davanti al cancello del cimitero: il suo papà è forse in Purgatorio, e siccome non ha i mezzi per far dire Messe per il riposo della sua anima, si sforza di supplire con preghiere.

Non si deve pensare che questa bambina pratichi la bontà naturalmente. I suoi progressi straordinari sono il frutto della preghiera. Sua madre dirà che il Rosario le era diventato in un certo modo necessario, e, infatti, essa lo porta sempre avvolto intorno al polso. Attinge dalla contemplazione del crocifisso un intenso amore per Dio ed un profondo orrore per il peccato.

 

“VOGLIO GESU’”

Maria anela al giorno in cui riceverà la Santa Eucaristia. Secondo l'uso di allora, deve aspettare fino all'età di undici anni. "Mamma, chiede un giorno, quando farò la Comunione?… Voglio Gesù”. Le risponde la madre: “Come puoi farla? Non sai il Catechismo, non sai leggere, non abbiamo soldi per comprarti il vestito, le scarpe, il velo e non abbiamo un istante di libertà”. “Mamma – replica Maria - allora non farò mai la Prima Comunione! ed io non voglio più essere senza Gesù!”. “Ma cosa vuoi che faccia? – risponde la madre - Non posso vederti andare a comunicarti come una piccola ignorante". Ma finalmente Maria trova modo di prepararsi con una persona dei dintorni. Tutto il paese poi l’aiuta per farle avere i vestiti da comunicanda. Riceve l'Eucaristia il 29 maggio 1902.

Il fatto di aver ricevuto il Pane degli Angeli aumenta in Maria l'amore per la purezza, e le fa prendere la risoluzione di conservare a qualsiasi prezzo quest'angelica virtù. Un giorno, dopo aver sentito uno scambio di parole disoneste fra un ragazzo ed una delle sue compagne, dice indignata a sua madre: "Mamma, come parla male quella ragazza!”. “Fa' ben attenzione a non partecipare mai a simili conversazioni”, l’ammonisce la madre. “Non posso neanche pensarci, mamma; piuttosto che farlo, preferirei..." e la parola "morire" le rimane sulle labbra. Un mese dopo, la voce del suo sangue finirà la frase...

Entrando al servizio del Conte Mazzoleni, Luigi Goretti si è associato con Giovanni Serenelli e suo figlio Alessandro. Le due famiglie hanno appartamenti separati, ma una cucina in comune. Luigi non ha tardato a rimpiangere la sua unione con Giovanni Serenelli, persona talmente diversa dai suoi, bevitore e senza ritegno nelle parole. Dopo la sua morte, Assunta ed i suoi figli sono caduti sotto il giogo dispotico dei Serenelli. Maria, che ha capito la situazione, si sforza di sostenere sua madre: "Coraggio, mamma, non aver paura, stiamo diventando grandi. Basta che Nostro Signore ci dia la salute. La Provvidenza ci aiuterà. Lotteremo, lotteremo!".

Sempre nei campi, dopo la morte di suo marito, la Signora Goretti non ha il tempo di occuparsi né della casa, né dell'istruzione religiosa dei più piccoli. Maria si occupa di tutto, per quel tanto che può. Non si siede a tavola se non dopo aver servito tutti e prende per sé solo i resti. La sua disponibilità si estende anche ai Serenelli. Dal canto suo, Giovanni, la cui moglie è deceduta all'ospedale psichiatrico di Ancona, si occupa ben poco del figlio Alessandro, solido marcantonio di diciannove anni, sboccato, vizioso, che si diverte a tappezzare la sua stanza di immagini oscene ed a leggere libri cattivi. Sul letto di morte, Luigi Goretti aveva presentito il pericolo che rappresentava per i suoi figli la compagnia dei Serenelli, ed aveva ripetuto più volte alla moglie: “Assunta, torna a Corinaldo!".  Purtroppo, Assunta è piena di debiti e vincolata da un contratto di affitto di fondo rustico.

 

UN GIGLIO IMMACOLATO

Al contatto dei Goretti, qualche sentimento religioso si è risvegliato in Alessandro. Si associa talvolta al Rosario che essi recitano in famiglia; nei giorni festivi, assiste alla Messa; si confessa perfino, di tanto in tanto. Il che non gli impedisce di fare proposte disoneste all'innocente Maria che, all'inizio, non capisce. Poi, intuendo la perversità del giovane, la ragazza sta in guardia e respinge le lusinghe tanto quanto le minacce. Supplica sua madre di non lasciarla più sola in casa, ma non osa esporre chiaramente alla madre i motivi del suo spavento, perché Alessandro l'ha avvertita: "Se riveli qualcosa a tua madre, ti ammazzo".

            Il suo unico ricorso è la preghiera. La vigilia della sua morte, Maria chiede ancora, piangendo, a sua madre, di non lasciarla sola. Non ottenendo altre spiegazioni, la Signora Goretti crede che si tratti di un capriccio e non dà importanza alla supplica reiterata.

Il 5 luglio, si battono le fave sull'aia, ad una quarantina di metri dalla casa d'abitazione. Alessandro conduce un carro tirato da buoi e lo fa girare e rigirare sulle fave stese sul suolo. Verso le tre del pomeriggio, mentre Maria è sola in casa, Alessandro domanda: "Assunta, le dispiacerebbe guidare per un istante i buoi al posto mio?". Senza nessun sospetto, la donna accetta. Maria, seduta sulla soglia della cucina, rammenda una camicia che Alessandro le ha dato dopo la colazione, sorvegliando nello stesso tempo la sorellina, Teresina, che dorme accanto a lei.

"Maria!”, grida Alessandro. “Cosa vuoi?”. “Voglio che tu mi segua”. “Perché?”. “Seguimi!”. “Dimmi quel che vuoi, altrimenti non ti seguo”. Davanti a tanta resistenza, il ragazzo la prende violentemente per un braccio e la trascina nella cucina, di cui sbarra la porta. La bambina grida, ma la sua voce non giunge all’esterno. Non riuscendo a far cedere la sua vittima, Alessandro la imbavaglia e brandisce un pugnale. Maria trema ma non cede. Furente, il ragazzo prova a strapparle con violenza i vestiti. Maria si libera dal bavaglio e grida: "Non farlo... È un peccato... Andrai all'inferno". Poco preoccupato del giudizio di Dio, il disgraziato alza l'arma: "Se non vuoi, ti ammazzo". Davanti alla sua resistenza, la trafigge di colpi. La bambina grida: "Dio mio! Mamma!" e cade a terra. Credendola morta, l'assassino butta il coltello ed apre la porta per fuggire, quando la sente gemere ancora. Torna sui suoi passi, raccoglie l'arma e la trafigge di nuovo da parte a parte, poi sale nella sua stanza e vi si barrica.

Maria ha ricevuto quattordici ferite gravi; è svenuta. Ritornando in sé, chiama il Signor Serenelli: "Giovanni! Alessandro mi ha ammazzata… Venga…”. Quasi contemporaneamente, Teresina, svegliata dal rumore, lancia un grido stridente, che la Signora Goretti sente. Spaventata, dice al giovane figlio Mariano: “Va’ subito a cercare Maria; dille che Teresina la chiama”. In quel momento, Giovanni sale per le scale e, vedendo l’orribile spettacolo che si presenta ai suoi occhi, esclama: “Assunta, e anche tu Mario, venite!”. Mario Cimarelli, un operaio della fattoria, sale i gradini a quattro a quattro. La mamma arriva a sua volta: "Mamma!”, geme Maria. “Che cosa è successo?”. “E’ stato Alessandro, che mi ha voluto del male!". Si chiamano il medico ed i carabinieri, che arrivano appena in tempo per impedire che i vicini, sovreccitati, mettano a morte Alessandro con un linciaggio.

 

NON UNA GOCCIA D’ACQUA!

Dopo un percorso lungo e molto penoso in ambulanza, si arriva all'ospedale, verso le ore venti. I medici si stupiscono che la bambina non sia morta a seguito delle ferite: sono stati colpiti il pericardio, il cuore, il polmone sinistro, il diaframma, l'intestino. Vedendola persa, chiamano il cappellano. Maria si confessa, perfettamente lucida. Poi, i medici le prodigano cure per due ore, senza anestesia. Maria non si lamenta. Non smette di pregare e di offrire le sue sofferenze alla Santissima Vergine, Madre del dolore.

Si concede a sua madre di rimanere al suo capezzale. Maria trova la forza di consolarla: "Mamma, cara mamma, ora sto bene!... Come stanno i fratellini e le sorelline?". Maria è divorata dalla sete: “Mamma, dammi una goccia d'acqua”. “Mia povera Maria, il dottore non vuole, ti farebbe ancora più male". Stupita, Maria continua: "È mai possibile che non possa avere una goccia d'acqua!". Lancia uno sguardo a Gesù sulla Croce che, anche lui, aveva detto: "Ho sete!", e si rassegna.

Il cappellano dell'ospedale la assiste paternamente. Al momento di darle la Santa Comunione, la interroga: "Maria, perdoni di tutto cuore al tuo assassino?". Essa reprime una repulsione istintiva, poi risponde: "Sì, gli perdono per amore di Gesù... e voglio che venga anche lui con me in Paradiso... Lo voglio accanto a me... Che Dio gli perdoni, perché io gli ho già perdonato...". È con questi sentimenti, quelli di Cristo stesso sul Calvario, che riceve l'Eucaristia e l'Estrema Unzione, serena, tranquilla, umile nell'eroismo della sua vittoria. La fine si avvicina. La si sente chiamare: “Papà”. Finalmente, dopo un ultimo appello a Maria, entra nella gioia immensa del Paradiso. È il 6 luglio 1902: sono le tre del pomeriggio.

 

“PERDETE IL VOSTRO TEMPO, MONSIGNORE”

Tre mesi dopo il dramma, ha luogo il processo di Alessandro. Dietro il consiglio del suo avvocato, confessa: "Mi piaceva. L'ho spinta al male due volte e non ho potuto ricavarne nulla. Per dispetto, ho preparato il pugnale di cui mi sono servito". Viene condannato a trent'anni di carcere. Finge di non rimpiangere affatto il suo crimine. Talvolta, lo si sente gridare: "Allegro, Serenelli, ancora ventinove anni e sei mesi e tornerai alla vita civile!". Ma Maria, non lo dimentica.

Qualche anno dopo, Monsignor Blandini, vescovo della diocesi in cui si trova la prigione, ha l'ispirazione di visitare l'assassino per portarlo a pentirsi. "Perdete il vostro tempo, Monsignore, afferma il secondino, è un duro!”. Alessandro riceve il vescovo borbottando. Ma, al ricordo di Maria, del suo perdono eroico, della sua bontà, dalla misericordia infinita di Dio si lascia toccare dalla grazia. Quando il prelato se ne va, piange nella solitudine della sua prigione, con grande stupore dei secondini.

            Una notte, Maria gli appare in sogno, vestita di bianco, nei giardini fioriti del Paradiso. Sconvolto, Alessandro scrive a Monsignor Blandini: "Rimpiango tanto più il mio crimine, perché sono conscio di aver tolto la vita ad una povera ragazza innocente che, fino all'ultimo momento, ha voluto salvare il suo onore, sacrificandosi, piuttosto che cedere alla mia volontà criminale. Domando pubblicamente perdono a Dio ed alla povera famiglia, per il grande crimine commesso. Voglio sperare che otterrò anch'io il perdono, come tanti altri su questa terra". Il suo pentimento sincero e la buona condotta in prigione gli valgono di essere liberato quattro anni prima del termine della pena. Trova allora un posto di giardiniere in un convento di Cappuccini, a Macerata, e vi si mostra esemplare. E’ ammesso al Terz'Ordine di San Francesco.

Grazie alle sue buone disposizioni, Alessandro è chiamato a testimoniare al Processo di Beatificazione di Maria. È qualcosa di molto delicato e di molto penoso per lui. Ma confessa: "Devo riparare e fare tutto quel che posso per la sua glorificazione. Il male è tutto dalla mia parte. Mi sono lasciato andare alla passione brutale. Ella è una santa. Una vera martire. È una fra le prime in Paradiso, dopo quel che ha dovuto soffrire per causa mia".

A Natale del 1937, si reca a Corinaldo - dove Assunta Goretti si è ritirata con i suoi figli -, unicamente per riparare e chiedere il perdono alla madre della vittima. Non appena è davanti a lei, chiede piangendo: "Assunta, mi perdona?”. “Maria ti ha perdonato, non dovrei perdonare anch'io?", balbetta questa. Nel giorno di Natale, gli abitanti di Corinaldo sono non poco stupiti e commossi di veder avvicinarsi alla Tavola Eucaristica, l'uno accanto all’altra, Alessandro e Assunta.

 

“GUARDATELA!”

L'influenza di Maria Goretti, canonizzata come martire da Papa Pio XII, il 26 giugno 1950, continua ai nostri giorni. Papa Giovanni Paolo II la propone come modello ai giovani: "La nostra vocazione alla santità, che è la vocazione di chiunque sia battezzato, è incoraggiata dall'esempio della giovane martire. Guardatela, soprattutto voi adolescenti, voi giovani. Siate, come lei, capaci di difendere la purezza del cuore e del corpo; sforzatevi di lottare contro il male e il peccato, alimentando la vostra comunione con il Signore attraverso la preghiera, l'esercizio quotidiano della mortificazione e la scrupolosa osservanza dei comandamenti" (29 settembre 1991).

La totale osservanza dei comandamenti è un frutto dell'amore. "L'amore di Dio e l'amore del prossimo sono inseparabili da1l'osservanza dei comandamenti dell'A1leanza", ricordava il Papa nella sua Enciclica Veritatis Splendor (6 agosto 1993, n.76). “DA QUESTO SAPPIAMO D’AVERLO CONOSCIUTO, dice San Giovanni: SE OSSERVIAMO I SUOI COMANDAMENTI. CHI DICE: “LO CONOSCO” E NON OSSERVA I SUOI COMANDAMENTI, E’ BUGIARDO E LA VERITA’ NON E’ IN LUI… PERCHE’ IN QUESTO CONSISTE L’AMORE DI DIO: NELL’OSSERVARE I SUOI COMANDAMENTI” (1^Gv.2,3-4; 5,3).

E’ sempre possibile osservare i Comandamenti, con il soccorso della grazia divina. "Dio non comanda cose impossibili, ma comandando, ti invita a fare quello che puoi e a domandare quel che non puoi e ti aiuta affinché tu possa. I SUOI COMANDAMENTI NON SONO GRAVOSI (1^Gv.5,3), “IL MIO GIOGO INFATTI E’ DOLCE E IL MIO CARICO LEGGERO” (Mt.11,30)" (Concilio di Trento, VI sessione, cap.11).

La virtù della speranza viene offerta senza posa all'uomo. È nella Croce di Gesù, nel dono dello Spirito Santo e nei Sacramenti (specialmente quelli della Penitenza e dell’Eucaristia), che egli trova la forza di essere fedele al suo Creatore, anche nelle più gravi difficoltà (cfr. Veritatis Splendor, n.103).

La realtà e la potenza del soccorso divino si manifestano in un modo particolarmente tangibile nei martiri. Elevandoli agli onori degli altari, "la Chiesa ha canonizzato la loro testimonianza e dichiarato vero il loro giudizio, secondo cui l'amore di Dio implica obbligatoriamente il rispetto dei comandamenti, anche nelle circostanze più gravi, ed il rifiuto di trasgredirli, anche nell'intenzione di salvare la propria vita" (cfr. Veritatis Splendor, n.9).

Certamente, poche persone sono chiamate a subire il martirio del sangue. Ma, "di fronte alle numerose difficoltà che la fedeltà all'ordine morale può far affrontare, anche nelle circostanze più ordinarie, ogni cristiano è chiamato, con la grazia di Dio implorata nella preghiera, ad un impegno talvolta eroico, sostenuto dalla virtù della forza attraverso cui - come insegna San Gregorio Magno - può arrivare fino ad "amare le difficoltà di questo mondo in vista delle ricompense eterne” (Id., n.93).

Così, il Papa non teme di dire ai giovani: “Non abbiate paura di andare controcorrente, di respingere gli idoli del mondo”. E spiega: “Con il peccato, ci si distoglie da Dio, nostro unico bene, e si sceglie di schierarsi dalla parte degli “idoli” che ci conducono alla morte ed alla condanna eterna, all'inferno". Maria Goretti “ci incoraggia a sperimentare la gioia dei poveri che sanno rinunciare a tutto, pur di non perdere l'unica cosa necessaria: l'amicizia di Dio… Cari giovani, ascoltate la voce di Cristo che chiama anche voi sulla strada angusta della santità" (29 settembre 1991).

Santa Maria Goretti ci ricorda che la "strada angusta della santità" passa attraverso la fedeltà alla virtù della castità. Ai nostri giorni, la castità è spesso schernita e disprezzata. Il Cardinale Lòpez Trujillo scrive: "Per certi, che si trovano negli ambienti in cui si offende e si discredita la castità, vivere castamente può esigere una lotta dura, talvolta eroica. Ad ogni modo, con la grazia di Cristo, che nasce dal suo amore di Sposo per la Chiesa, tutti possono vivere in modo casto, anche se si trovano in condizioni poco favorevoli" (Verità e significato della sessualità umana, Consiglio Pontificio per la Famiglia, 8 dicembre 1995, n.19).

 

UN LUNGO E LENTO MARTIRIO

La preservazione della castità implica che siano rifiutati certi pensieri, parole ed opere peccaminose, come pure che siano evitate le occasioni di peccare. "Che l'infanzia ridente e la giovinezza ardente apprendano a non lasciarsi andare perdutamente alle gioie effimere e vane della voluttà, né ai piaceri di vizi inebrianti che distruggono l'innocenza tranquilla, ingenerano una cupa tristezza, indeboliscono, presto o tardi, le forze dell'anima e del corpo", ammoniva Papa Pio XII, in occasione della canonizzazione di Santa Maria Goretti.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda: "O l'uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice" (C.C.C., n.2339). Pertanto, è necessario seguire una regola di vita che "richiede forza, una costante attenzione, nonché una coraggiosa rinuncia alle seduzioni del mondo. Dobbiamo far prova di una vigilanza incessante, da cui non dobbiamo distoglierci per nessuna ragione... fino al termine del nostro percorso terreno. Si tratta di una lotta contro se stessi che possiamo assimilare ad un lento e lungo martirio. Il Vangelo ci esorta chiaramente a tale lotta: “IL REGNO DEI CIELI SOFFRE VIOLENZA E I VIOLENTI SE NE IMPADRONISCONO” (Mt,11,12) (Giovanni Paolo II, id ).

Per creare un clima favorevole alla castità, è importante praticare la modestia ed il pudore nel parlare, nell'agire e nel vestirsi. Attraverso queste virtù, la persona viene rispettata ed amata per se stessa, invece di essere guardata e trattata come oggetto di piacere. Così, i genitori veglieranno a che certe mode non violino la soglia di casa, in particolare attraverso un cattivo uso dei mass-media. I bambini e gli adolescenti saranno incoraggiati a stimare ed a praticare la padronanza di sé ed il ritegno, a vivere con ordine, a fare sacrifici personali con uno spirito d'amore per Dio e di generosità per gli altri, senza soffocare i sentimenti e le inclinazioni, ma canalizzandoli verso una vita virtuosa (cfr. Consiglio Pontificio per la Famiglia, id., nn.56-58).

Seguendo l'esempio di Santa Maria Goretti, i giovani scopriranno "il valore della verità che libera l'uomo dalla schiavitù delle realtà materiali", e potranno "assaporare il gusto della bellezza autentica e del bene che vince il male" (Giovanni Paolo II, id ).

 

Santa Maria Goretti, ottienici da Dio, attraverso l'intercessione della Santissima Vergine e di San Giuseppe, la forza soprannaturale che ti ha fatto preferire la morte al peccato, affinché seguiamo le tue tracce luminose con gioia, con energia e con ardore !

 

 Biografia composta dai monaci dell’Abbazia Saint-Joseph de Clairval

21150 Flavigny-sur-Ozerain (Francia)

www.clairval.com

 

DIFENDIAMO LA NOSTRA FEDE E LA CHIESA CATTOLICA

DAVANTI AI TRIBUNALI

Il Card. Francis Arinze, Prefetto della “Congregazione per il Culto Divino”, ha dichiarato: “Esistono mezzi legali per far rispettare i diritti fondamentali. Quelli che bestemmiano Cristo, devono rispettare il nostro credo religioso; devono rispettare il nostro fondatore, Gesù Cristo” (Avvenire, 7/5/2006, p.26).

 

DENUNCIA-QUERELA

DEL PROF. AVV. DAL POZZO FRANCESCO

CONTRO “IL CODICE DA VINCI” (LIBRO E FILM)

nel giorno commemorativo di Santa Maria Goretti

martire della purezza

           

            Pochi hanno notato come IL CODICE DA VINCI, nella sua opera nefasta contro la Fede Cristiana, nega radicalmente in modo indegno anche l'infinita purezza di Gesù e della stessa Vergine Maria, che ha concepito per opera dello Spirito Santo e non per opera umana.

            Se una fanciulla povera e semplice come Maria Goretti ha dato persino la vita – per Gesù - per non mancare contro la purezza, come si può pensare che Gesù stesso, che è Dio, e la Vergine Maria, che è l'Immacolata e la Sempre Vergine, non abbiano vissuto in modo sconfinato la loro purezza?... In ciò, si potrebbe dire, "il Codice da Vinci" è più blasfemo della stessa negazione della Divinità di Gesù.

            Affidando a Santa Maria Goretti, martire della purezza, l'esito di questa seconda “denuncia-querela”, si è voluto soprattutto sottolineare questo aspetto poco notato della dissacrazione delle "persone umane" di Gesù e di Maria fatta dal "Codice da Vinci". E certamente Santa Maria Goretti, sarà preziosa Patrona nel far ripristinare anche "questo aspetto santo" delle figure umane di Gesù e di Maria.

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

 

I TESTI ORIGINALI DEPOSITATI E TIMBRATI

POSSONO ESSERE LETTI ALL’INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/denuncia.querela2.htm

 

INVENZIONI ANTICRISTIANE, SPACCIATE PER STORIA,

DATE IN PASTO AI NEMICI DELLA CHIESA E AGLI IGNORANTI

Le falsità del Codice da Vinci di Dan Brown

(“Codice” anti-cattolico)

e del “Codice da Vinci Lauretano” del Padre Santarelli

(del falso “trasporto umano” della Santa Casa di Nazareth da parte dei principi Angeli dell’Epiro)

(“Codice” anti-lauretano)

... e ciò che c’è dietro questi romanzi

di “impuri matrimoni e omicidi”…

(la riduzione del cattolicesimo  e della “miracolosità” della traslazione da “fatto” a “mito”)

 

VERBALE DELLA DENUNCIA-QUERELA

 

REGIONE CARABINIERI TOSCANA

Stazione di Firenze Rifredi

50141 Via Vittorio Locchi, 82 / e-mail STFI241150@carabinieri.it

Telefono 055431339 - Fax 055410186

 

OGGETTO:   Verbale di ratifica di denuncia-querela presentata per iscritto da:

                        DAL POZZO Francesco, nato a Bologna il 26/11/1944, residente a Firenze in via Bolognese n.321,

                        vedovo, pensionato, telefono 055400707, identificato mediante Passaporto Ordinario n.C288031,

                         rilasciato dalla Questura di Firenze il 18/05/2004.-

CONTRO:

                        DAN BROWN, da identificare, autore del libro intitolato “IL CODICE DA VINCI” e altri.

 

L’anno 2006, addì 06 del mese di luglio, in Firenze nell’ufficio del Comando Stazione Carabinieri di Firenze-Rifredi, Via Vittorio Locchi nr.82, alle ore 19.10----// I sottoscritti Ufficiali/Agenti di P.C. Mar. Ca Giovanni BASSI e Car. Claudio PARAFIORITI, entrambi effettivi al Reparto in intestazione, danno atto che è qui presente DAL POZZO Francesco, in rubrica meglio generalizzato, il quale dichiara di confermare in ogni sua parte quanto esposto nella denuncia -querela qui depositata per iscritto, nei confronti di DAN BROWN e altri, autore del libro IL CODICE DA VINCI, chiedendo espressamente la punizione del suddetto per i reati di cui all’art. 403, 404, 406 e 595 c.p. e per tutti quei reati, che dovessero essere ravvisati nell’esposizione dei fatti di cui all’allegato atto ----//---

La denuncia-querela in itinere consta nr. 2 (due) pagine dattiloscritte e nr. 7 documenti allegati. ----//----

A.D.R. Non ho altro da aggiungere a quanto sopra ed in fede mi sottoscrivo.----//-----

Fatto, letto, confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra.------//----

Prof. Avv. FRANCESCO DAL POZZO

IL COMANDANTE INT.

(Mar. Ca. Giovanni BASSI)

IL TESTO DELLA DENUNCIA

 

Firenze, giovedì  6 luglio 2006

Santa Maria Goretti

 

AL SIGNOR PROCURATORE DELLA REPUBBLICA

PRESSO IL TRIBUNALE DI FIRENZE

 

Il sottoscritto, nato a Bologna, il 26 novembre 1944, residente a Firenze, in Via Vecchia Bolognese n.321, presenta denuncia-querela contro DAN BROWN, autore del libro IL CODICE DA VINCI, correntemente in vendita nelle librerie di Firenze e di tutta Italia, nonché contro il legale rappresentante della Sony-Columbia Corporation, produttrice e distributrice del film omonimo IL CODICE DA VINCI, tratto dal libro di Dan Brown, per offese alla Religione Cattolica ai sensi dell’art. 403 C.P., e per diffamazione di ogni credente cattolico, in specie se della “Prelatura della Santa Croce e Opus Dei”, ai sensi dell’art.595 C.P., secondo quanto per esso affermato dalla Suprema Corte: “Le persone giuridiche e gli enti collettivi possono assumere la qualità di soggetti passivi dei delitti contro l’onore e non è preclusa la configurabilità di una concorrente offesa all’onore o alla reputazione delle singole persone che dell’ente fanno parte…” (Cass. Pen. Sez. V, 22 marzo 1988, n. 3756).

Il comparente ha infatti dovuto prender atto della gravissima, programmata e ben orchestrata diffamazione della Religione Cristiana in generale e della Chiesa Cattolica, in specie, sotto quel titolo perpetrata e perseguita, come negli ultimi mesi si è visto su tantissimi giornali e riviste di diffusione nazionale, e della quale ecco la telegrafica sintesi:

Ne Il Codice da Vinci si narra che il Santo Graal sia non la coppa che raccolse il Sangue di Cristo, ma una persona, Maria Maddalena, da cui Gesù Cristo avrebbe avuto figli. Gesù non sarebbe mai stato Dio, era anzi un femminista che avrebbe affidato il primato papale non a San Pietro, bensì alla Maddalena. Dan Brown scrive (pag.9, edizione 2003) che "tutte le descrizioni [...] di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà". Elabora una leggenda nera contro la Chiesa, e in specie dell’OPUS DEI, che avrebbero assassinato i discendenti carnali di Gesù Cristo, bruciato streghe, ammesso a bella posta solo quattro Vangeli, innocui, e così scientemente escluso gli altri, dandoli per eretici. Accredita, inoltre, quella pseudo-storica fantasia, che alcuni discendenti di Gesù Cristo siano stati i primi regnanti sui Franchi, e che avrebbero anche fondato una società segreta, il Priorato di Sion, di cui avrebbe fatto parte anche Leonardo da Vinci e che sarebbe pure all’origine della Massoneria.

Su tutto ciò il Card. Francis Arinze, Prefetto della “Congregazione per il Culto Divino”, ha detto: “Esistono mezzi legali per far rispettare i diritti fondamentali. Quelli che bestemmiano Cristo, devono rispettare il nostro credo religioso; devono rispettare il nostro fondatore, Gesù Cristo” (Avvenire, 7/5/2006, p.26).

            Il Vescovo Mons. Javier Echevarrìa, poi, per trent’anni segretario del fondatore dell’OPUS DEI, San Josè Maria Escrivá de Balaguer, e suo secondo successore, ha dichiarato in una intervista: “Quel fantasioso signore (Dan Brown) ci ha guadagnato – e non soltanto in dollari – alla pari dei tanti che ci aggrediscono: secondo l’insegnamento del nostro Padre, preghiamo con lo stesso fervore per chi ci loda e per chi ci diffama… Ciò che mi addolora sono i deliri grotteschi su Nostro Signore e sulla nostra Santa Madre Chiesa. Dicano quel che vogliono dell'Opera, ma non bestemmino la fede… Attaccano noi perché sono noti il nostro attaccamento al Papa, la nostra fedeltà alla Chiesa, il nostro rigore per l'ortodossia della fede. Attaccano noi per attaccare queste realtà: noi non saremo che la creatura ipocrita di una Chiesa Cattolica che non può dare altro che frutti avvelenati. E poi perché, quando non si crede più al diavolo, quello vero, se ne cercano altri immaginari. La perdita della fede porta sempre alla superstizione”.

Di tale gravissima, programmata e diffusa diffamazione della Religione e della Chiesa Cattolica, e in specie dell’OPUS DEI, riporto in allegato, per una più dettagliata denuncia:

1) l’intervista (in fotocopia), di 1 (una) pagina, rilasciata da Mons. Angelo Amato, Segretario della “Congregazione per la Dottrina della Fede”;

2) l’intervista (in fotocopie), di 2 (due) pagine), rilasciata da Mons. Javier Echevarrìa, Prelato dell’OPUS DEI;

3) un dossier (in fotocopie), di 12 (dodici) pagine, pubblicato nel n°53 (maggio 2006) del mensile IL TIMONE, dal titolo “LE FALSITA’ DEL CODICE DA VINCI” (pp.35-46 della rivista);

4) un “dossier” (in fotocopie), di 14 (quattordici) pagine, dal titolo “FALSITA’ E IMBROGLI DEL CODICE DA VINCI”, edito dall’Associazione “Fede, Cultura e Società” di Foggia, visionabile e scaricabile anche dal Sito Internet www.fedeecultura.it e leggibile anche nel Sito Internet www.lavocecattolica.it, ove vengono pubblicati in modo ampio e documentato la “vera” storia, la “vera” Fede e la “vera” morale Cattolica.

5) un sondaggio (in fotocopie), di 2 (due) pagine, che mostra quanto “il Codice da Vinci” alteri le convinzioni dell’opinione pubblica, minando la fiducia nelle affermazioni della Chiesa Cattolica.

            Tale libro e film IL CODICE DA VINCI, perciò, sono pieni di errori storici, di falsità e di diffamazioni nei riguardi della Religione e della Chiesa Cattolica, e in particolare della “Prelatura della Santa Croce e Opus Dei”.

            Già il Tribunale di Roma aveva decretato che il reato di vilipendio, per quanto riguarda la Religione Cattolica, “consiste nella pubblica espressione, con discorsi, scritti e figurazioni di scherno, dileggio o ingiurioso disprezzo, nei confronti delle verità di fede affermate dalla religione cattolica e dei simboli e delle persone da essa venerati. L’antigiuridicità del fatto non viene meno se la manifestazione obiettivamente vilipendiosa sia finalizzata a suscitare il riso o il divertimento delle persone, né può essere giustificata come espressione del dissenso dalla fede e dal culto praticati nella Chiesa Cattolica, giacché il diritto di esprimere al riguardo opinioni dissacratorie o miscredenti trova limite nel rispetto dovuto al sentimento religioso dei credenti” (Trib. Roma, 22.12.1997).

            In particolare, il libro e il film IL CODICE DA VINCI:

a)      sono gravemente menzogneri e offensivi riguardo alla “vera” Fede Cristiana in generale e alla “vera” storia della Chiesa Cattolica in specie, e in particolare della “Prelatura della Santa Croce e Opus Dei”;

b)      offendono e ingiuriano gravemente Gesù Cristo, il Figlio di Dio, “realmente” e “storicamente” incarnatosi per opera dello Spirito Santo nel seno purissimo della Vergine Maria, nella Santa Casa di Nazareth, ora venerata a Loreto (Ancona), ove vi è stata trasportata “miracolosamente” per “l’onnipotenza divina” (Beato Pio IX), dopo precedenti “traslazioni miracolose” avvenute “in vari luoghi”, tra il 1291 e il 1296, come documentato e dimostrato ampiamente - dal punto di vista storico, archeologico e scientifico – anche nel libro (allegato 6, di 100 pagine) del Prof. Giorgio Nicolini dal titolo LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO” e ben sintetizzato nell’intervista (allegato 7, di 4 pagine) dello stesso autore rilasciata all’Agenzia Internazionale ZENIT il 28.04.2006 e ancor più approfondito nella sezione apposita del Sito Internet www.lavocecattolica.it/santacasa.htm;

c)         offendono e ingiuriano gravemente il “Corpo Mistico di Cristo”: la Chiesa infatti viene chiamata il “Corpo Mistico” di Cristo, in quanto Egli ne è il Capo e la Chiesa ne è il Corpo, espressi con i simbolismi sponsali,  di “Sposo” della Chiesa da parte di Gesù e di “Sposa” di Gesù da parte della Chiesa, cioè di tutti gli uomini che si sono uniti a Lui, attraverso la Chiesa, mediante il Battesimo ricevuto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, per la remissione dei peccati (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn.787-796: “Ecco il Cristo totale, capo e corpo, uno solo formato da molti. [...] Sia il capo a parlare, o siano le membra, è sempre Cristo che parla: parla nella persona del capo [« ex persona capitis »], parla nella persona del corpo ["ex persona corporis"]. Che cosa, infatti, sta scritto? "Saranno due in una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa" (Ef 5,31-32). E Cristo stesso nel Vangelo: "Non sono più due, ma una carne sola" (Mt 19,6). Difatti, come ben sapete, queste persone sono sì due, ma poi diventano una sola nell'unione sponsale. [...] Dice di essere "sposo" in  in quanto capo, e "sposa" in quanto corpo”;

d)      offendono e ingiuriano gravemente le migliaia e milioni di santi, di martiri, di missionari e di quanti si sono prodigati e si prodigano per il benessere fisico e spirituale del prossimo mediante l’assistenza medica, scolastica, sociale, spirituale (tali membri della Chiesa sono considerati dal Codice da Vinci “un’associazione a delinquere”);

e)      offendono e ingiuriano gravemente tutte le gerarchie ecclesiastiche che compongono la Chiesa Cattolica, in specie la “Prelatura della Santa Croce e Opus Dei”;

f)        offendono ed ingiuriano gravemente tutti gli onesti cittadini Cattolici sparsi nel mondo che appartengono alla Chiesa Cattolica, i quali non compongono di certo un’associazione a delinquere;

g)      offendono ed ingiuriano gravemente il Papa stesso, successore di San Pietro, il capo degli Apostoli, e il Vicario di Cristo e Pastore Supremo della Santa Chiesa Cattolica, da Santa Caterina da Siena (Patrona d’Italia e d’Europa) chiamato “il dolce Cristo in terra”.

Tutto ciò premesso, in qualità di “cattolico” e di “cittadino italiano”, il comparente CHIEDE che codesta Autorità Giudiziaria persegua ad ogni effetto di legge DAN BROWN, autore del libro “Il Codice da Vinci”, ed il legale rappresentante della SONY-COLUMBIA CORPORATION, produttrice e distributrice del film omonimo, nonché quanti altri risultino responsabili dell’omonimo film da quel libro ricavato, e ciò ai sensi e per gli effetti degli art. 403, 404 e 406  e 595 del C.P., salvo eventuali altre norme che fossero qui non richiamate.

Il comparente inoltre CHIEDE di essere avvisato ai sensi dell’art. 408 C.P.P. nel caso di richiesta di archiviazione.

Distinti saluti.

Prof. Avv. FRANCESCO DAL POZZO

 

 

I TESTI ORIGINALI DEPOSITATI E TIMBRATI

POSSONO ESSERE LETTI ALL’INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/denuncia.querela2.htm

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.2801766 o Cell. 338.2892353). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.         Prof. Giorgio Nicolini   -   giorgio.nicolini@poste.it

 

RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”

“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).

 “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,

non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”

(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc.1,26-38)

 

 L’APOSTASIA LAURETANA

 

 

La corrispondenza con il Vescovo di Loreto è leggibile all'indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/corrispondenze.vescovo.loreto.htm

 

Il 28 marzo 2006 l’Agenzia Internazionale ZENIT ha pubblicato una intervista al Prof. Giorgio Nicolini

con gli ultimi aggiornamenti sugli studi riguardo alla “verità” delle  “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth

Leggibile all’indirizzo Internet

www.lavocecattolica.it/intervista.zenit.htm

 

NEL 1° ANNIVERSARIO DELL’ELEZIONE DI BENEDETTO XVI

DOPO AVER PREGATO NELLA SANTA CASA PER IL SANTO PADRE

GLI HO INVIATO I SOTTOSTANTI BREVI MESSAGGI E UNA VIVA PREGHIERA

 

                                                                         Loreto, 19/04/2006

Al Santo Padre Benedetto XVI

nel 1° Anniversario della Elezione a Sommo Pontefice,

con un grato ricordo nella Santa Casa di Nazareth,

portata a Loreto dagli Angeli del Cielo, “miracolosamente”,

affinché CONFERMI i fratelli nella VERITA’

col suo ministero petrino MITE e FORTE.

               Giorgio Nicolini

 

                                                                         Loreto, 19/04/2006

Al “dolce Cristo” in terra MITE e FORTE

perché faccia cessare l’apostasia lauretana.

Con filiale affetto.

               Giorgio Nicolini

 

 

L’ARCIVESCOVO DI ANCONA

MONS. EDOARDO MENICHELLI

QUALE METROPOLITA SOTTO CUI RICADE GIURIDICAMENTE LA DIOCESI DI LORETO

SCRIVE AL PROF. GIORGIO NICOLINI PER RENDERSI DISPONIBILE

AD ESAMINARE LE DENUNCE SULLE FALSITA’

PROPAGATE DALLA BASILICA LAURETANA

RIGUARDO AD UN FALSO TRASPORTO UMANO DELLA SANTA CASA DI NAZARETH

 

Mons. Edoardo Menichelli

Arcivescovo Metropolita di Ancona- Osimo

Prot. n.241/06

Ancona, 26 aprile 2006

 

Egregio Signor Avvocato,

            voglia scusarmi per il ritardo di questa mia risposta, ma non Le sarà difficile comprendere che gli impegni pasquali di un Vescovo non consentono troppi margini per compiti non immediatamente pastorali.

            Ho letto con la dovuta attenzione quello che mi ha inviato in relazione al Suo assistito Prof. Nicolini.

            Come già nel passato, anche per il futuro è mia intenzione assicurare di ricevere e ascoltare il Suo assistito prestando il servizio pastorale che mi è richiesto.

            La ringrazio per quanto ha voluto comunicarmi e La ossequio distintamente.

            + Edoardo Menichelli

 

IN ATTESA DELLA CONVOCAZIONE

 

COMUNICAZIONE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI

ALLA CHIESA E ALL’OPINIONE PUBBLICA

 

IN DATA 05.07.2006 MI SONO PERVENUTI DUE PACCHI DALLA “CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE”, CON LA RESTITUZIONE DI CIRCA UN CENTINAIO DI PAGINE TRASMESSE A QUEL DICASTERO VATICANO - VIA FACSIMILE 06.69883409 – RIGUARDANTI LE DENUNCE SULLE "FALSIFICAZIONI" DELLA “QUESTIONE LAURETANA” E LE DENUNCE E LE PROCEDURE GIUDIZIARIE AVVIATE CONTRO “IL CODICE DA VINCI” DI DAN BROWN.

 

 

Il primo pacco restituito era accompagnato dal seguente messaggio:

La Congregazione per la Dottrina della Fede trasmette per competenza gli uniti fogli. Il plico viene restituito al mittente perché non è di competenza di questo Dicastero. Con preghiera di non effettuare altri invii. Roma, 27.06.2006. Timbro: “CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI” (non firmato da alcun componente della “Congregazione per la Dottrina della Fede)

 

Il secondo pacco restituito era accompagnato dal seguente messaggio:

La Congregazione per la Dottrina della Fede trasmette gli uniti fogli. Documentazione non di competenza di codesto Dicastero. Si restituisce e si prega di non ripetere altri invii. Roma, 01.07.2006. Timbro: “CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI” (non firmato da alcun componente della “Congregazione per la Dottrina della Fede)

 

DOMANDA:

A CHI COMPETE DIFENDERE LA FEDE?...

A QUALE DICASTERO VATICANO BISOGNA SPEDIRE

IL MATERIALE DOCUMENTATIVO

PER LA DIFESA DELLA FEDE CATTOLICA?...

AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

VIENE FATTO PERVENIRE E CONOSCERE

TUTTO IL MATERIALE DOCUMENTATIVO INVIATO

SULLE DENUNCE

contro il falso e impuro “Codice da Vinci” di Dan Brown

e contro il falso e impuro “Codice da Vinci” Lauretano del Padre Santarelli?...

Prof. GIORGIO NICOLINI

Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia
Tel. 071.83552 - Cell. 339.6424332 - Facsimile 071.83552 o 178.4413104
Conto Corrente Postale 13117056 - Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Sito Internet: www.lavocecattolica.it

 

IL MONITO DI SANTA CATERINA DA SIENA

AVETE TACIUTO ABBASTANZA ED E’ ORA DI FINIRLA DI STARE ZITTI.

IO DICO CHE A FORZA DI SILENZI IL MONDO E’ MARCITO.

(Santa Caterina da Siena alle autorità ecclesiastiche)

 

La Santa scrive al Papa Urbano VI: «Padre santissimo . . cognoscete la grande necessità, che è a voi e alla santa Chiesa di conservare questo popolo (di Firenze) alla obbedienza e reverenza della Santità Vostra, perocché qui è il capo e il principio della nostra fede» (Lettera 170, ed. cit., III, 75). Ai Cardinali, poi, a molti Vescovi e sacerdoti, essa rivolge pressanti esortazioni, né risparmia forti rimproveri, sempre però in tutta umiltà e rispetto per la loro dignità di ministri del Sangue di Cristo. Né Caterina poteva dimenticare di essere figlia di un Ordine religioso, e tra i più gloriosi ed attivi nella Chiesa. Essa, quindi, nutre stima singolare per quelle che chiama le «sante religioni», che considera quasi vincolo di unione tra il Corpo mistico, costituito dai rappresentanti di Cristo (secondo una qualificazione sua propria), ed il corpo universale della religione cristiana, cioè i semplici fedeli. Esige dai religiosi fedeltà alla loro eccelsa vocazione, attraverso l’esercizio generoso delle virtù e l’osservanza delle rispettive regole. Non ultimi, nella sua materna sollecitudine, sono i laici, a cui indirizza vivaci e numerose lettere, volendoli pronti nella pratica delle virtù cristiane e dei doveri del proprio stato, animati da ardente carità per Iddio e per il prossimo, poiché anch’essi sono membra vive del Corpo mistico; ora, dice la Santa, «ella (cioè la Chiesa) è fondata in amore, ed è esso amore» (Lettera 103, a cura di G. Gigli). Come poi non ricordare l’opera intensa, svolta dalla Santa per la riforma della Chiesa? È principalmente ai sacri Pastori che essa rivolge le sue esortazioni, disgustata di santo sdegno per l’ignavia di non pochi di loro, fremente per il loro silenzio, mentre il gregge loro affidato andava disperso ed in rovina. «Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue, scrive ad un alto prelato. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo» (Lettera 16 al card. di Ostia, a cura di L. Ferretti, I, 85).

 

LETTURA BIBLICA DEL GIORNO

DAL LIBRO DEL PROFETA AMOS (7,10-17)

In quei giorni, Amasia, sacerdote di Betel, mandò a dire a Geroboàmo re di Israele: «Amos congiura contro di te in mezzo alla casa di Israele; il paese non può sopportare le sue parole, poiché così dice Amos: Di spada morirà Geroboàmo e Israele sarà condotto in esilio lontano dal suo paese». Amasia disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritirati verso il paese di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno». Amos rispose ad Amasia: «Non ero profeta, né figlio di profeta; ero un pastore e raccoglitore di sicomori; Il Signore mi prese di dietro al bestiame e il Signore mi disse: Và, profetizza al mio popolo Israele. Ora ascolta la parola del Signore: Tu dici: Non profetizzare contro Israele, né predicare contro la casa di Isacco. Ebbene, dice il Signore: Tua moglie si prostituirà nella città, i tuoi figli e le tue figlie cadranno di spada, la tua terra sarà spartita con la corda, tu morirai in terra immonda e Israele sarà deportato in esilio lontano dalla sua terra».

 

 

LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA

PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”

Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                       (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

                               

PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

 

            Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.

            Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.

            Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.

            Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.

            Amen.

 

Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro

La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

 

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 giugno 2006, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

“Cari figli, con grande gioia nel mio cuore vi ringrazio per tutte le preghiere che avete offerto per le mie intenzioni, in questi giorni. Sappiate, figlioli, non vi pentirete nè voi, nè i vostri figli. Dio vi ricompenserà con grandi grazie e meriterete la vita eterna. Io vi sono vicino e ringrazio tutti coloro che, durante questi anni, hanno accettato i miei messaggi, li hanno trasformati in vita e hanno deciso per la santità e la pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

SANTA GIANNA BERETTA MOLLA

Come conservare la purezza?

Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.

La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...

La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.

È libero colui che è capace di resistere, di lottare.

 

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IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE

E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET

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NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti

(Martin Luther King)

 

SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI

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Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)

 

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ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

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