(Genesi 1,1-2)

In principio Dio creò il cielo e la terra.

Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso

e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

L’ETERNITA’ DI DIO

UN GIORNO SENZA TEMPO, UN GIORNO PRIMA DEL TEMPO

INIZIO 2013° ANNO

DAL “CONCEPIMENTO” DI GESU’ CRISTO, FIGLIO DI DIO,

IN MARIA VERGINE, “MADRE DI TUTTI I VIVENTI”

QUESTA LETTERA INFORMATIVA TI VIENE INVIATA CON I TESTI A COLORI

QUESTE PAGINE A COLORI SI POSSONO TRASFORMARE IN MODO AUTONOMO IN UNA LETTURA IN BIANCO E NERO

LEGGI LA SEMPLICE PROCEDURA DA SEGUIRE NELLE NOTE ALLA FINE DELLA LETTERA

* PER UNA MIGLIORE LETTURA SI CONSIGLIA LA STAMPA DEI TESTI SU CARTA *

QUESTA LETTERA INFORMATIVA E’ POSTA SOTTO LA PROTEZIONE DI SAN GIUSEPPE, PATRONO DELLA CHIESA,

di San CIRIACO e del Beato GABRIELE FERRETTI, Patroni di Ancona

e del grande Pontefice il Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), discendente del Beato Gabriele Ferretti

Vi hanno tempi che più che in altri è opportuno di parlare e francamente, coraggiosamente e con tutta libertà.

E allora bisogna dire la verità, la verità intera, piena, senza tergiversazioni.

Non tolleriamo mai gli smozzicamenti della verità, i mezzi termini, gli accomodamenti.

Verità dolce, ma intatta, inviolata.

(Beato Pio IX)

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era LA LUCE degli uomini; LA LUCE splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta (Gv.1,1-5)

ISCRIVITI ALL’ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”

PER LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA

E PER L’ESERCIZIO DELLA CARITA’

Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto

www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm

 

Visita il nuovo Sito Internet: www.operadellavita.it

 

Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra.

Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.

(Is.40,28)

UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI: GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-ANCONA-MEDIUGORIE

IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

MARIA IMMACOLATA REGINA DELLA STORIA

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

«Figlio dell'uomo, io ti mando agli Israeliti, a un popolo di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri hanno peccato contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: Dice il Signore Dio. Ascoltino o non ascoltino… (Ez.2,3-5).

Egli da principio creò l'uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere. Se vuoi, osserverai i comandamenti; l'essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere. Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua; là dove vuoi stenderai la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la sapienza del Signore, egli è onnipotente e vede tutto. I suoi occhi su coloro che lo temono, egli conosce ogni azione degli uomini. Egli non ha comandato a nessuno di essere empio e non ha dato a nessuno il permesso di peccare (Sir.15,14-20).

“La famiglia, fondata sul matrimonio, è un'istituzione naturale insostituibile ed elemento fondamentale del bene comune di ogni società. Chi distrugge questo tessuto fondamentale dell’umana convivenza, non rispettandone l’identità e stravolgendone i compiti, causa una ferita profonda alla società e provoca danni spesso irreparabili” (Giovanni Paolo II, 20 novembre 2004).

 

LA DISSACRAZIONE LAURETANA DELLA SANTA CASA E DEI LUOGHI DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI

LA DISTRUZIONE DELLA SANTA CASA PREPARA LA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA E DELLA VITA

DIO E’ VITA! UNICO CREATORE DI VITA!

“MARIA, MADRE DI TUTTI I VIVENTI”

www.operadellavita.it

LA VITA CONTRO L’ANTI-VITA

OMBRE MINACCIOSE CONTINUANO AD ADDENSARSI ALL’ORIZZONTE DELL’UMANITA’

(Benedetto XVI)

La Chiesa si ridurrà di dimensioni, bisognerà ricominciare da capo. Ma da questa prova uscirà una Chiesa che avrà tratto una grande forza dal processo di semplificazione che avrà attraversato, dalla rinnovata capacità di guardare dentro di sé. Perché gli abitanti di un mondo rigorosamente pianificato si sentiranno indicibilmente soli... E riscopriranno la piccola comunità dei credenti come qualcosa di completamente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta che hanno sempre segretamente cercato (Card. Ratzinger ora Benedetto XVI).

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani…

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose (LEONE XIII: Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894).

 

IN PREPARAZIONE DEL 713° ANNIVERSARIO DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH DA TERSATTO IN ITALIA

(10 dicembre 1294 - 10 dicembre 2007)

 

IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO

(Mc.1,15)

E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell'empio e del peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene (1^Pt.5,17-19)

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

IN PREPARAZIONE AL GRANDE EVENTO DEL PELLEGRINAGGIO-INCONTRO “AGORA’ DEI GIOVANI ITALIANI”

CHE AVRA’ LUOGO A LORETO ALL’INIZIO DI SETTEMBRE 2007 CON LA PRESENZA DEL PAPA

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;

tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

 

LETTERA INFORMATIVA n°84

LA VOCE

www.lavocecattolica.it

Il vento soffia dove vuole e ne senti LA VOCE, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito

(Gv. 3,8)

La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,

e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

 

 

ANCONA

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI

Giovedì, 1° marzo 2007 = Passaggio anno 2012-2013

UN GIORNO NON DATATO, SENZA TEMPO, CONSACRATO ALL’ETERNITA’ DI DIO

PASSAGGIO DAL 2012° AL 2013° ANNO “REALE”

DAL CONCEPIMENTO DI GESU’ CRISTO, FIGLIO DI DIO, IN MARIA VERGINE

 

Passaggio Anno 2012 – 2013

Lunedì, 26 febbraio 2007 = Giovedì, 28 febbraio 2012

Martedì, 27 febbraio 2007 = Venerdì, 29 febbraio 2012

Mercoledì, 28 febbraio 2007 = Sabato, 30 febbraio 2012 – FINE ANNO 2012

 

Giovedì, 1° marzo 2007 = 365° giorno dell’anno = GIORNO “ATEMPORALE”

UN GIORNO NON DATATO, SENZA TEMPO, CONSACRATO ALL’ETERNITA’ DI DIO

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita… (Gv.1,1-4)

 

VENERDI’, 2 MARZO 2007 = DOMENICA, 1° MARZO 2013

INIZIO ANNO 2013

dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine, Madre di tutti i viventi

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

 25 MARZO 2007: 2013° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO

Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)

Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30

 

Carissimo amico e carissima amica, questa LETTERA INFORMATIVA denominata "LA VOCE CATTOLICA”", i cui testi sono pubblicati in modo permanente all’indirizzo Internet diretto www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm  è un umile mezzo di informazione - simile a un Giornale Informatico - pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che talvolta si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù infatti disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato perciò dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del Bene e della Verità in una società offuscata dalle tenebre del male. Gesù insegnava: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32). San Giuseppe Moscati scriveva: “Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Poiché sta scritto: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).

 

A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia

Telefono 071.83552 – Cellulare 339.6424332 - Facsimile 071.83552 – Conto Corrente Postale 13117056

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it - Siti Internet: www.lavocecattolica.it www.telemaria.it

TOTUS TUUS EGO SUM

SALMO 18

I cieli narrano la gloria di Dio, e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia. Non è linguaggio e non sono parole, di cui non si oda il suono. Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola. Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale, esulta come prode che percorre la via. Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiunge l'altro estremo: nulla si sottrae al suo calore. La legge del Signore è perfetta, rinfranca l'anima; la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi. Il timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti, più preziosi dell'oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante. Anche il tuo servo in essi è istruito, per chi li osserva è grande il profitto. Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalle colpe che non vedo. Anche dall'orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere; allora sarò irreprensibile, sarò puro dal grande peccato. Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore. Signore, mia rupe e mio redentore.

 

“Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano”

(Prov.25,25)

SE SARETE  QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO!...

Giovanni Paolo II, Roma: XV Giornata Mondiale dei Giovani (15-20 agosto 2000)

 

DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

E IL VERBO SI FECE CARNE

NEL GREMBO DI MARIA

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

TUTTI LA’ SONO NATI

“Il di Maria fu, in qualche modo, anche un detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)(Giovanni Paolo II,  per il VII Centenario della Miracolosa Traslazione).

«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)

LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA

HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli italiani… (Leone XIII)

Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".

(Giovanni Paolo II, discorso al Parlamento Italiano, 14 novembre 2002)

LETTURA BIBLICA

 (Osea 5,1-6  ; 7,11-16; 6,1-6)

Ascoltate questo, o sacerdoti, state attenti, gente d'Israele, o casa del re, porgete l'orecchio, poiché contro di voi si fa il giudizio. Voi foste infatti un laccio in Mizpà, una rete tesa sul Tabor e una fossa profonda a Sittìm; ma io sarò una frusta per tutti costoro. Io conosco Efraim e non mi è ignoto Israele. Ti sei prostituito, Efraim! Si è contaminato Israele. Non dispongono le loro opere per far ritorno al loro Dio, poiché uno spirito di prostituzione è fra loro e non conoscono il Signore. L'arroganza d'Israele testimonia contro di lui, Israele ed Efraim cadranno per le loro colpe e Giuda soccomberà con loro. Con i loro greggi e i loro armenti andranno in cerca del Signore, ma non lo troveranno: egli si è allontanato da loro. Sono stati sleali verso il Signore… (…) Efraim è come un'ingenua colomba, priva d'intelligenza; ora chiamano l'Egitto, ora invece l'Assiria. Dovunque si rivolgeranno stenderò la mia rete contro di loro e li abbatterò come gli uccelli dell'aria, li punirò nelle loro assemblee. (…) Li volevo salvare, ma essi hanno proferito menzogne contro di me. Non gridano a me con il loro cuore quando gridano sui loro giacigli. (…) Eppure io ho rafforzato il loro braccio, ma essi hanno tramato il male contro di me. Si sono rivolti ma non a colui che è in alto, sono stati come un arco fallace. (…) «Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà. Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare e noi vivremo alla sua presenza. Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l'aurora. Verrà a noi come la pioggia di autunno, come la pioggia di primavera, che feconda la terra». Che dovrò fare per te, Efraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all'alba svanisce. Per questo li ho colpiti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti.

 

NON E’ LA LIBERTA’ CHE CI FA VERI, MA E’ LA VERITA’ CHE CI FA LIBERI

Ispirandomi, ma senza potermi paragonare a Giovanni il Battista, dico: “Voce di uno che grida nel deserto”. Io penso ed affermo: non è la libertà che ci fa veri, ma è la verità che ci fa liberi. Siamo letteralmente invasi dai travisamenti e dalle menzogne: i cattolici in larga parte non se ne avvedono, quando addirittura non rifiutano di avvedersene. Se io vengo percosso sulla guancia destra, la perfezione evangelica mi propone di offrire la sinistra. Ma se si attenta alla verità, la stessa perfezione evangelica mi fa obbligo di adoperarmi a ristabilirla: perché, dove si estingue il rispetto della verità, comincia a precludersi per l'uomo ogni via di salvezza (Card. G. Biffi).

 

IL PICCOLO “RESTO”

Il Cardinale Biffi presenta l’anticristo secondo il filosofo russo Solovev

Nelle riflessioni quaresimali al Papa e alla Curia Romana

CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 28 febbraio 2007 (Cfr. www.zenit.org ).

            Nel corso degli Esercizi spirituali al Pontefice e alla Curia Romana, martedì 27 febbraio, il Cardinale Giacomo Biffi ha riflettuto su “L’ammonimento profetico di Vladimir S. Solovev”.

            Facendo riferimento in particolare all’opera del filosofo russo “I tre dialoghi e il racconto dell'anticristo”, l’Arcivescovo emerito di Bologna ha ricordato che “l’anticristo si presenta come pacifista, ecologista ed ecumenista. Convocherà un Concilio ecumenico e cercherà il consenso di tutte le confessioni cristiane concedendo qualcosa ad ognuno. Le masse lo seguiranno, tranne dei piccoli gruppetti di cattolici, ortodossi e protestanti”.

            Secondo la sintesi del discorso del porporato offerto dalla “Radio Vaticana”, il Cardinale Biffi avrebbe spiegato che “l’insegnamento lasciatoci dal grande filosofo russo è che il Cristianesimo non può essere ridotto ad un insieme di valori. Al centro dell’essere cristiani c’è infatti l’incontro personale con Gesù Cristo”.

            “Verranno giorni in cui nella cristianità si tenterà di risolvere il fatto salvifico in una mera serie di valori”, ha scritto nella sua ultima opera nell’anno 1900 il filosofo russo Vladimir Solovev, che con grande acume aveva profetizzato le tragedie del XX secolo.

            Nel “racconto breve dell’Anticristo” Solovev scrive che “Incalzati dall’anticristo, quel piccolo gruppetto di cattolici, ortodossi e protestanti risponderanno all’anticristo: Tu ci dai tutto, tranne ciò che ci interessa, Gesù Cristo. Per il Cardinale Biffi questo racconto è un ammonimento. “Oggi, infatti, corriamo il rischio di avere un Cristianesimo che mette tra parentesi Gesù con la sua Croce e Risurrezione”.

            L’Arcivescovo emerito di Bologna ha spiegato che se i cristiani si “limitassero a parlare di valori condivisibili saremmo ben più accettabili nelle trasmissioni televisive come nei salotti. Ma così avremmo rinunciato a Gesù, alla realtà sconvolgente della Risurrezione”. Per il Cardinale Biffi è questo il “pericolo che i cristiani corrono nei nostri tempi”, perché “il Figlio di Dio, non è traducibile in una serie di buoni progetti omologabili con la mentalità mondana dominante”.

            “Tuttavia - ha precisato il porporato - tutto ciò non significa una condanna dei valori, che tuttavia vanno sottoposti ad un attento discernimento. Ci sono, infatti, valori assoluti come il bene, il vero, il bello. Chi li percepisce e li ama, ama anche Cristo, anche se non lo sa, perché Lui è la verità, la bellezza, la giustizia”.

            Il Predicatore degli Esercizi spirituali per la Quaresima di quest'anno ha quindi precisato che “ci sono valori relativi come la solidarietà, l’amore per la pace e il rispetto per la natura. Se questi si assolutizzano, sradicandosi o perfino contrapponendosi all’annuncio del fatto salvifico, allora questi valori diventano istigazioni all’idolatria e ostacoli sulla strada della Salvezza”.

            In conclusione, il Cardinale Biffi ha affermato che “se il cristiano per aprirsi al mondo e dialogare con tutti, stempera il fatto salvifico, preclude la sua connessione personale con Gesù e si ritrova dalla parte dell’anticristo”.

            Sull’anticristo e sul romanzo di Solovev, il Cardinale Biffi aveva già svolto una dettagliata relazione il 4 marzo del 2000 in una conferenza organizzata dal centro Culturale E. Manfredini e dalla Fondazione Russia Cristiana. Il testo del suo intervento è stato poi riportato per intero nel libro “Pinocchio, Peppone, l’Anticristo” (Cantagalli 2005).

            In quell’intervento Ricordando le parole profetiche del filosofo russo, il Cardinale di Bologna aveva detto: “Soprattutto è stupefacente la perspicacia con cui (Solovev) descrive la grande crisi che colpirà il cristianesimo negli ultimi decenni del Novecento, crisi che Soloviev vede come l'Anticristo che riesce a influenzare e a condizionare un pò tutti, quasi emblema, ipostatizzazione della religiosità confusa e ambigua di questi nostri anni”.

            “L'Anticristo – proseguiva – sarà 'convinto spiritualista', un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato e attivo”. E ancora, ironizzava il Cardinale Biffi, quell'Anticristo sarà “anche un esperto esegeta: la sua cultura biblica gli propizierà addirittura una laurea honoris causa a Tubinga. Soprattutto, si dimostrerà un eccellente ecumenista, capace di dialogare con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza".

www.zenit.org ZI07022803

 

DAGLI INSEGNAMENTI DI PAOLO VI

(Domenica, 15 novembre 1970)

Forse sono questi i giorni preannunciati da Cristo:

PER IL DILAGARE DELL’INIQUITA’ L’AMORE DI MOLTI SI RAFFREDDERA’

(Mt.24,12)

 

“Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:

«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace”

(Lc.19,41-42)

 

LA DISAPPROVAZIONE DIVINA

NELLA CADUTA DEL GOVERNO DI PRODI

PROPRIO NEL GIORNO DELLE CENERI, ALL’INIZIO DELLA QUARESIMA

 

Dalla Lettera di San Paolo ai Romani

(1,18-32)

In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.

 

il cristiano è chiamato a mobilitarsi

per far fronte ai molteplici attacchi a cui è esposto il diritto alla vita

(Benedetto XVI, 24 febbraio 2007)

 

PREGHIERA DI UN BAMBINO CHE STA PER ESSERE UCCISO CON L’ABORTO
O Dio,Vieni a salvarmi,

Signore,vieni presto in mio aiuto.
Siano confusi e arrossiscano quanti attentano alla mia vita.
Siano respinti e sconfitti quanti vogliono la mia morte.
Con  vergogna siano umiliati quelli che dicono che non sono vivo.
Gioia e grande allegria per quelli che cercano di salvarmi.
Ma io sono impaurito e infelice, vieni presto, mio Dio;
tu sei mio aiuto e mio salvatore;
Signore, non tardare.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli.
Amen.

 

DIO E’ VITA! CREATORE DI VITA!

Dal libro della Genesi

In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno. Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne: Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno. Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto giorno. Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. (Gen.1,1-31;2,1-4a).

 

LA “VENUTA ALL’ESISTENZA” DI OGNI UOMO

FIN DALL’ISTANTE DEL “CONCEPIMENTO”

UN VALORE UNIVERSALE COMUNE A TUTTA L’UMANITA’

 

Pur tra difficoltà e incertezze, ogni uomo sinceramente aperto alla verità e al bene, con la luce della ragione e non senza il segreto influsso della grazia, può arrivare a riconoscere nella legge naturale scritta nel cuore (cfr. Rom.2,14-15) il valore sacro della vita umana dal primo inizio fino al suo termine, e ad affermare il diritto di ogni essere umano a vedere sommamente rispettato questo suo bene primario. Sul riconoscimento di tale diritto si fonda l'umana convivenza e la stessa comunità politica. Questo diritto devono, in modo particolare, difendere e promuovere i credenti in Cristo, consapevoli della meravigliosa verità ricordata dal Concilio Vaticano II: «Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo». In questo evento di salvezza, infatti, si rivela all'umanità non solo l'amore sconfinato di Dio che «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv.3,16), ma anche il valore incomparabile di ogni persona umana. E la Chiesa, scrutando assiduamente il mistero della Redenzione, coglie questo valore con sempre rinnovato stupore e si sente chiamata ad annunciare agli uomini di tutti i tempi questo «vangelo», fonte di speranza invincibile e di gioia vera per ogni epoca della storia. Il Vangelo dell'amore di Dio per l'uomo, il Vangelo della dignità della persona e il Vangelo della vita sono un unico e indivisibile Vangelo.

(Giovanni Paolo II, Enc. Evangelium Vitae, n.2)

 

LA PROPOSTA DI RIFORMA DELL’ANNO

E DI UN CALENDARIO UNIVERSALE PER L’USO INTERNAZIONALE

PER UNA MAGGIORE VALORIZZAZIONE DELLA VITA UMANA

SIN DALL’ISTANTE DEL CONCEPIMENTO

 

Al Segretario Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite

ALL’ATTENZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE DELL’ONU E DELL’ASSEMBLEA GENERALE DELL’ONU

Palazzo di Vetro - New York City (U.S.A.)

unicri.rome@unicri.it

LA PROPOSTA DI UN CALENDARIO UNIVERSALE PER L’USO INTERNAZIONALE

CHE PUO’ ANCHE COESISTERE CON I CALENDARI TRADIZIONALI DI CIASCUN POPOLO E RELIGIONE

CALCOLATO A PARTIRE DAL PROBABILISSIMO ANNO “REALE”

DEL CONCEPIMENTO DI GESU’ CRISTO, FIGLIO DI DIO, IN MARIA VERGINE

NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

IN “PRE-VISIONE” DELLA “UNIFICAZIONE” DELL’UMANITA’

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

           

            Più di una volta è stata avanzata la proposta di creare un Calendario che potesse essere adottato comunemente da tutti i popoli e che ovviasse sia alle discrepanze esistenti tra i diversi Calendari, sia agli inconvenienti dovuti al differente loro inizio ed alla durata dei mesi.

            La presente proposta prevede innanzittutto che “l’anno di partenza” per il calcolo (cioè, l’inizio dell’anno) sia quello in cui avvenne il “reale” “Concepimento” di Cristo, per l’opera dello Spirito Santo, in Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth a Loreto, essendo quello il reale momento dell’Incarnazione del Figlio di Dio e della sua entrata nel tempo e nella storia. Gesù Cristo, infatti, “è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili (…). Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. Egli è (…) il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli” (Col.1,15-20).

                Secondo gli studi più recenti Gesù sarebbe nato nel 748 dalla “fondazione di Roma”, cioè nell’anno 6 prima dell’anno 0, al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto, e - secondo recentissime scoperte - all’incirca proprio un 25 dicembre.

            Il “Concepimento” “miracoloso” di Gesù Cristo in Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth, “miracolosamente” trasportata da Dio “in vari luoghi”, sino a Loreto, sarebbe avvenuto perciò nove mesi prima, cioè all’incirca il 25 marzo di 2013 anni fa.

            Sarebbe quindi assai conveniente – per una maggiore valorizzazione della “VITA UMANA” fin dall’istante del “concepimento” - fare iniziare l’ANNO “MONDIALE” dal 1° Marzo (come già si usava al tempo dei Romani), in concomitanza con il periodo che diede inizio all’esistenza umana di Gesù Cristo in Maria Vergine, cioè dal tempo dell’Incarnazione (o “concepimento” nel grembo di Maria Vergine), e quindi a partire dal tempo dell’entrata “reale” e “visibile” di Dio nel tempo e nella storia dell’umanità, in quel periodo che San Paolo definì come proprio la pienezza del tempo: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge…” (Gal.4,4).

            Infatti Gesù Cristo è Dio: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto “di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini…” (Gv.1,1-4).

            Inoltre, il mese di Marzo corrisponde anche con l’avvio della primavera, cioè con l’inizio dello sbocciare della vita dopo la notte e il freddo invernale, che ben richiama l’inizio della “creazione”: “In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno” (Genesi 1,1-5).

            Questa riforma del Calendario, che viene qui proposta, peraltro già avanzata da altri anni fa, prevede che l’anno debba essere costituito da 364 giorni, suddivisi in 4 trimestri di 91 giorni ciascuno e in 12 mesi, di cui 8 di 30 giorni (il 2° e il 3° di ogni trimestre) e 4 di 31 giorni (il 1° di ogni trimestre). Le settimane sarebbero 52, di 7 giorni ciascuna (52x7=364).

            Il primo mese di ciascun trimestre inizierebbe sempre con una Domenica e gli altri due mesi rispettivamente con un Mercoledì e un Venerdì. In questo modo in ogni anno si ripeterebbero le stesse date negli stessi giorni della settimana.

            Alla fine di Febbraio, cioè alla fine dell’anno, andrebbe però aggiunto un giorno (il 365°), NON DATATO, FESTIVO, e alla fine di Agosto, ogni 4 anni, il giorno aggiuntivo degli anni bisestili, sempre non datato e festivo. Tali giorni, comunque, potrebbero avere un nome specifico, diverso però dai nomi dei sette giorni della settimana.

            Il giorno NON DATATO e FESTIVO potrebbe assai convenientemente essere dedicato ALL’ETERNITA’ DI DIO, AL “GIORNO” ETERNO, SENZA TEMPO, in cui Dio ESISTE DA SEMPRE, commemorando – dal punto di vista religioso – anche questo attributo di Dio, che “ha creato” “il tempo” per gli esseri da Lui creati “dal nulla”, ma che nel suo ESSERE E’ ETERNO, esistente da sempre e “al di fuori del tempo”, secondo come Egli Stesso rivelò a Mosè sul Monte Sinai: “Mosè disse a Dio: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi». Dio aggiunse a Mosè: «… Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione” (Es.3,13-15).

            Eppure assai poco è ricordato, anche nella stessa Liturgia della Chiesa, questo attributo di Dio: cioè, la sua ETERNITA’ e “atemporalità”.

            L’eternità è una durata senza principio e senza fine, senza prima e senza dopo: è un continuo presente. L’essenza dell’eternità è l’assoluta mancanza di successione. L’eternità è il possesso intero, perfetto e simultaneo di una vita interminabile.

            Dall’eternità di Dio va distinta “l’eternità” degli spiriti creati (angeli e uomini), che hanno bensì un principio, ma non una fine, perché una volta “creati” “dal nulla” essi non cesseranno in eterno di esistere.

            In Dio non c'è né passato, né futuro. La Parola di Dio dichiara: “DA SEMPRE E PER SEMPRE TU SEI, DIO” (Sal.90,2). Queste parole rivelano chiaramente l’eternità di Dio. Come esseri umani abbiamo molte difficoltà nel definire l’eternità, perché essa non è solo un tempo senza fine. Il tempo stesso, infatti, ebbe inizio con la creazione, ed è quindi parte dell’ordine creato (cfr. Gen.1,1 e Gv.1,1). Dio, però, esisteva eternamente già prima che cominciasse il tempo. Il tempo non può influire in alcun modo su di Lui. Sia Mosè che Pietro avevano affermato che per Lui un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno solo (cfr. Sal.90,4; 2^Pt.3,8). Dio non è soggetto al tempo. San Giovanni parla di Lui come “Colui che è, che era e che viene” (Ap.1,4), e San Paolo di Gesù disse: “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre” (Ebr.13,8).

            Dio non vive nella dimensione “tempo”, perché il tempo non è che parte della realtà creata, mentre Dio permea tutto il tempo e tutta la storia. Il tempo e la storia prendono il loro significato da Dio e dalla Sua presenza in essi. Proprio perché Dio è eterno, Egli è anche immutabile. La creazione muta costantemente e non c'è tempo o stagione che sia uguale ad un’altra. Dio, però, “è” eternamente. Egli non cambia (cfr. Num.23,19; 1^Sam.15,29; Mal.3,6; Gc.1,17), e rimane costantemente e per sempre lo stesso (cfr. Sal.102,25-27; Ebr.1,11-12).

            Proprio per riflettere maggiormente su questa “verità” sarebbe, perciò, assai opportuna, nella stessa Liturgia della Chiesa, istituire una festività che celebri e faccia meditare più specificatamente su questo attributo di Dio: cioè, la sua ETERNITA’ .

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

LA STORIA DEL CALENDARIO

            La parola “calendario” deriva dal fatto che in Roma antica, ai primi di ogni mese (che in latino si chiamavano “kalendae”), il Pontefice Massimo convocava il popolo di Roma (“calende” deriva a sua volta da “calare” = “convocare”) per comunicargli come erano stati stabiliti nel mese i giorni festivi e lavorativi. E poiché i Greci non avevano le calende, fu coniata l’espressione “alle calende greche”, per dire “mai”.

            Il “calendario” è il sistema di divisione del tempo, fatto in base al moto apparente del sole e a quello reale della luna, per cui viene chiamato anche “lunario”.

            Il moto del sole ha formato due misure: il “giorno”, basato sul succedersi del e della notte (dovuto al movimento di rotazione della Terra attorno al suo asse) e l’“anno”, basato sul periodico ripetersi delle quattro stagioni (dovute al movimento di rivoluzione della Terra attorno al Sole.

            Il moto della luna ha fornito altre due misure: il “mese”, dato che una lunazione si compie in 29 giorni e la “settimana”, fondata sul succedersi delle quattro fasi lunari.

 

IL CALENDARIO ROMANO

            Il Calendario Romano, sotto Romolo, era costituito di 10 mesi (4 di 31 giorni e 6 di 30), per complessivi 304 giorni. Numa Pompilio lo portò a 12 mesi, corrispondenti a 355 giorni.

           I nomi dei mesi erano quelli attuali, ad eccezione di gennaio e febbraio, che non esistevano, poiché l'anno veniva fatto iniziare a Marzo, dedicato al dio Marte, il quale, prima di diventare il dio della guerra, rappresentava il Sole vivificante.

           Il mese di Luglio veniva chiamato Quintilis, cioè “quinto mese”: fu cambiato in Julius successivamente, dal tribuno Marco Antonio, in onore di Giulio Cesare (che era nato in quel mese).

           Anche il mese di agosto inizialmente non si chiamava così: il suo nome era Sextilis, cioè “sesto mese”. Fu Cesare Augusto che successivamente ne cambiò il nome in Augustus, a motivo del fatto che in quel mese riportò tre vittorie e mise fine alle guerre civili.

           E' ovvio che i mesi da settembre in poi sono così chiamati perché inizialmente erano il settimo, l'ottavo, il nono e il decimo mese dell'anno. Quindi, gennaio e febbraio – aggiunti successivamente - divennero l’undicesimo e il dodicesimo mese dell’anno.

            I mesi di Gennaio e Febbraio sarebbero stati aggiunti da Numa Pompilio (secondo re di Roma), che avrebbe così portato l'anno a 355 giorni (equivalente press’a poco a un periodo di 12 mesi lunari o lunazioni, detto anche anno lunare, che è di 354 giorni, 8 ore, 48 minuti e 26 secondi).

           Tuttavia la differenza di circa dieci giorni e mezzo fra l'anno solare e quello di Numa Pompilio provocò in breve tempo un notevole distacco tra l'andamento delle stagioni e quello dell'anno civile, per cui si tentò di rimediare aggiungendo, ogni due anni, un tredicesimo mese che avrebbe dovuto essere, alternativamente, di 22 e di 23 giorni.

            Giulio Cesare, nel suo terzo consolato (46 a.C.), aiutato dall’astronomo egiziano Sosigene, stabilì l’anno della durata di 365 giorni, allo scopo di armonizzare il calendario civile con quello astronomico; e, per eliminare ogni differenza ancora esistente, istituì l’“anno bisestile” (l’anno nel quale, ogni 4 anni, viene aggiunto il 29° giorno al mese di febbraio: questo giorno aggiunto è il “bis-sexto”, cioè il “secondo sesto mese”), il giorno prima delle calende di Marzo).

           Nel 325 al Concilio di Nicea fu rilevato che l'equinozio di primavera invece di cadere il 25 marzo, come era al tempo di Cesare, era anticipato al 21 marzo per l'imprecisione intrinseca nel calendario giuliano, che è basato su una durata media dell'anno di 365 giorni e 6 ore, dodici minuti più del vero. La Chiesa allora si limitò a registrare tale slittamento senza effettuare alcuna correzione al calendario. Ma già nel 700 il venerabile Beda proponeva di riformare il calendario per correggere questo errore, che stava provocando un continuo anticipo dell'equinozio, e nei secoli successivi vi furono analoghe proposte di riforma.

            Non se ne fece comunque nulla fino al 1582 quando l'equinozio di primavera era ormai slittato all'11 marzo; dopo molti studi la commissione presieduta dal cardinale Guglielmo Sirleto approvò il progetto del calabrese Luigi Giglio che consisteva nel saltare 10 giorni in modo da riportare l'equinozio al 21 marzo; l'operazione ebbe luogo il 4 ottobre del 1582; il giorno dopo fu il 15 ottobre!

            Questo CALENDARIO GREGORIANO è oggi adottato in quasi tutto il mondo civile. Tuttavia nemmeno il Calendario Gregoriano è perfetto: ma il divario con la realtà è praticamente trascurabile, perché raggiunge un giorno durante 3500 anni.

           Il mondo occidentale (e non solo occidentale) usa oggi normalmente l’era cristiana per numerare gli anni.

           Storicamente il primo ad usare tale numerazione fu il monaco Dionigi il Piccolo che intorno all'anno 525 calcolò che Gesù Cristo fosse nato il 25 Dicembre dell’anno 754 “ab Urbe Condita”, cioè nel 754 dalla “fondazione di Roma”, e ritenne che gli anni dovessero essere contati da questo evento, fondamentale per la religione cristiana, e non più dalla fondazione di Roma come si usava allora.

           La cronologia di Dionigi non ebbe un successo immediato; solo nel 700 il venerabile Beda si pronunciò a suo favore e gli anglosassoni iniziarono a usarla dall'VIII secolo; dal IX secolo cominciò ad essere usata dalla Chiesa di Roma, e solo dal 965 ufficialmente dalla cancelleria pontificia (papa Giovanni XIII).

            Si ritiene oggi, da studi più accurati, che i calcoli di Dionigi fossero sbagliati, visto che secondo la cronologia moderna Erode il grande sarebbe morto nel 750 di Roma, cosa evidentemente incompatibile con il racconto evangelico della strage degli innocenti. La data di nascita di Gesù andrebbe quindi retrodatata all'anno 748 di Roma, cioè circa al 6 avanti Cristo (cfr. Mt.2,16).

            Per questo motivo in questo anno 2007 saremmo in realtà probabilissimamente nell’anno 2013 dal “Concepimento” “miracoloso” di Gesù Cristo in Maria Vergine.

            Non creerebbe sicuramente alcun problema di “date storiche” fissare dall’ONU un “giorno mondiale” di “comune inizio” di questo CALENDARIO UNIVERSALE INTERNAZIONALE, partendo – invece che dalla “nascita” – dal “concepimento” di Gesù Cristo in Maria Vergine, mantenendo tutte le date storiche passate inalterate e mantenendo anche, per ogni popolo e religione, il proprio specifico calendario, senza alterarne le tradizioni locali e nazionali. Così come anche avvenne nel 1582, quando si passò dal 4 ottobre 1582, al 15 ottobre 1582, saltando totalmente i giorni dal 5 al 14 ottobre, senza modificare le date storiche precedenti. Così come potrebbe essere quest’oggi, Venerdì 2 marzo 2007, che potrebbe essere “istantaneamente” modificato nella Domenica 1° Marzo 2013, inizio dell’anno 2013 “dal concepimento” di Cristo, senza modificare nessuna delle date storiche passate.

            In tal modo si valorizzerebbe al massimo, a livello mondiale, il valore della vita umana “sin dal concepimento”.

Lunedì, 26 febbraio 2007 = Giovedì, 28 febbraio 2012

Martedì, 27 febbraio 2007 = Venerdì, 29 febbraio 2012

Mercoledì, 28 febbraio 2007 = Sabato, 30 febbraio 2012 – FINE ANNO 2012

 

Giovedì, 1° marzo 2007 = 365° giorno dell’anno = GIORNO “ATEMPORALE”

UN GIORNO NON DATATO, SENZA TEMPO, CONSACRATO ALL’ETERNITA’ DI DIO

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita… (Gv.1,1-4)

 

VENERDI’, 2 MARZO 2007 = DOMENICA, 1° MARZO 2013

INIZIO ANNO 2013

dal “concepimento” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine, Madre di tutti i viventi

Una proposta di un "Calendario Universale" a partire dall’anno “reale” del Concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in Maria Vergine

 25 MARZO 2007: 2013° ANNIVERSARIO DELL’INCARNAZIONE DEL FIGLIO DI DIO

GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO

Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)

Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30

 

PER CONSULTARE UN CALENDARIO PERPETUO COLLEGARSI ALL’INDIRIZZO INTERNET

www.liceofoscarini.it/didattic/astronomia/astro/calendario.phtml

 

MATTUTINO di Gianfranco Ravasi, in AVVENIRE del 2 settembre 2000

Le nuove opinioni sono sempre sospette e di solito incontrano opposizioni per nessun altro motivo se non perché non sono ancora comuni. Trovo questa citazione del filosofo inglese John Locke (1632-1704) – che riporta alla mente di molti gli anni di studio nelle scuole medie superiori – all’inizio di un articolo di una rivista americana. La sua è una considerazione a doppio profilo. Ci sono, infatti, persone così raggrinzite in se stesse e nelle loro idee da temere ogni novità. E questo vale in tutti i campi, anche in quello ecclesiale. Don Mazzolari ammoniva: “Guai a chi ha paura della novità, di trovare un mezzo di apostolato più rispondente e più vivo! Santo quel cuore che serve le cause di Dio con audacia! Abbiate questa santa audacia che è espressione di fede!”. Il gretto tradizionalismo non fa mai un buon servizio né alla Tradizione autentica né alla purezza della fede. Ma al buon Locke bisogna obiettare che tutte le opinioni, comprese le nuove, non possono essere accolte acriticamente, senza un vaglio e una verifica. E qui mi viene in mente – cito a senso – una battuta di un altro pensatore, l’antico Seneca, che osservava realisticamente come sia naturale che suscitino più interesse le cose nuove che non le cose grandi. Il vecchio Qohelet, sapiente biblico piuttosto pessimistico, notava che “non c’è nulla di nuovo sotto il sole” e aveva ragione anche se non del tutto, perché Isaia suggeriva di non ricordare più le cose passate, di non pensare più alle cose antiche “perché io, il Signore, faccio una cosa nuova” (43,18-19).

PASSATO E FUTURO CAMMINANO INSIEME NEL NOSTRO PRESENTE

 dal MATTUTINO di Gianfranco Ravasi, in AVVENIRE del 2 settembre 2000

 

GESU’ DI NAZARETH E’ DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO

Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth, a Loreto, circa il 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6 a.C)

Nato ebreo a Betlemme, circa il 25 dicembre dell’anno 748 di Roma (6 a.C.), al tempo del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto.

Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell’anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.

RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL’ANNO 30

 

LA TABELLA CRONOLOGICA DELLA VITA DI GESU’ CRISTO

(assai probabile)

·        CONCEPIMENTO DI GESU’ IN MARIA VERGINE: circa il 25 marzo dell’anno 748 di Roma, il 6 a.C.

·        NASCITA DI GESU’: circa il 25 dicembre dell’anno 748 di Roma, il 6 a.C.

·        INIZIO DEL MINISTERO DI GIOVANNI IL BATTISTA: circa all’inizio dell’anno 28 d.C. (cfr. Lc.2,1-3).

·        BATTESIMO E INIZIO DELLA VITA PUBBLICA DI GESU’: poco tempo dopo l’inizio della predicazione del Battista; Gesù all’inizio della predicazione aveva circa 33 anni di età (cfr. Lc.3,23).

·        PRIMA PASQUA DELLA VITA PUBBLICA DI GESU’: marzo-aprile dell’anno 28; età di Gesù: 33-34 anni.

·        SECONDA PASQUA DI GESU’: marzo-aprile dell’anno 29; età di Gesù: 34-35 anni.

·        TERZA PASQUA E MORTE DI GESU’: venerdì 7 aprile dell’anno 30, il giorno 14 del mese ebraico di Nisan; età di Gesù: circa 35 anni.

·        RISURREZIONE DI GESU’: domenica 9 aprile dell’anno 30.

 

DISCORSO DI BENEDETTO XVI
AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA

Lunedì, 27 febbraio 2006

 

            San Luca nel raccontare l'incontro della Madre di Gesù, che lo aveva concepito nel suo seno verginale solo da pochi giorni, con la madre di Giovanni Battista, già al sesto mese di gravidanza, testimonia la presenza attiva, sebbene nascosta, dei due bambini: “Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo” (Lc.1,41). Sant’Ambrogio commenta: “Elisabetta percepì l'arrivo di Maria, lui (Giovanni) l'arrivo del Signore; la donna l'arrivo della donna, il bambino l'arrivo del bambino” (Comm. in Luc., 2,19.22-26). (…).

            I Libri Sacri intendono mostrare l'amore di Dio verso ciascun essere umano ancor prima del suo prender forma nel seno della madre. “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu venissi alla luce, ti avevo consacrato” (Ger.1,5), dice Dio al profeta Geremia. E il Salmista riconosce con gratitudine: “Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo” (Sal.139,13-14). Sono parole, queste, che acquistano tutta la loro ricchezza di significato quando si pensa che Dio interviene direttamente nella creazione dell’anima di ogni nuovo essere umano.

            L'amore di Dio non fa differenza fra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre, e il bambino, o il giovane, o l'uomo maturo o l'anziano. Non fa differenza perché in ognuno di essi vede l'impronta della propria immagine e somiglianza (Gen.1,26). Non fa differenza perché in tutti ravvisa riflesso il volto del suo Figlio Unigenito, in cui “ci ha scelti prima della creazione del mondo, ... predestinandoci a essere suoi figli adottivi ... secondo il beneplacito della sua volontà” (Ef.1,4-6). Questo amore sconfinato e quasi incomprensibile di Dio per l'uomo rivela fino a che punto la persona umana sia degna di essere amata in se stessa, indipendentemente da qualsiasi altra considerazione - intelligenza, bellezza, salute, giovinezza, integrità e così via.

            In definitiva, la vita umana è sempre un bene, poiché “essa è nel mondo manifestazione di Dio, segno della sua presenza, orma della sua gloria” (cfr. Evangelium vitae, 34). All'uomo, infatti, è donata un'altissima dignità, che ha le sue radici nell'intimo legame che lo unisce al suo Creatore: nell'uomo, in ogni uomo, in qualunque stadio o condizione della sua vita, risplende un riflesso della stessa realtà di Dio. Per questo il Magistero della Chiesa ha costantemente proclamato il carattere sacro e inviolabile di ogni vita umana, dal suo concepimento sino alla sua fine naturale (cfr. Evangelium vitae, 57). Questo giudizio morale vale già agli inizi della vita di un embrione, prima ancora che si sia impiantato nel seno materno, che lo custodirà e nutrirà per nove mesi fino al momento della nascita: “La vita umana è sacra e inviolabile in ogni momento della sua esistenza, anche in quello iniziale che precede la nascita” (cfr. Evangelium vitae, 61). (…)

            L'uomo rimarrà sempre un enigma profondo e impenetrabile. Già nel secolo IV, San Cirillo di Gerusalemme presentava ai catecumeni che si preparavano a ricevere il battesimo la seguente riflessione: “Chi è colui che ha predisposto le cavità dell'utero alla procreazione dei figli? Chi ha animato in esso il feto inanimato? Chi ci ha provvisto di nervi e di ossa circondandoci, poi, di pelle e di carne (cfr. Gb.10,11) e, non appena il bambino è nato, fa uscire dal seno abbondanza di latte? In qual modo il bambino, crescendo, diventa adolescente, da adolescente si muta in giovane, successivamente in uomo e infine in vecchio, senza che nessuno riesca a cogliere il giorno preciso nel quale si verifichi il mutamento?” E concludeva: “Stai vedendo, o uomo, l'artefice; stai vedendo il sapiente Creatore” (Catechesi battesimale, 9,15-16).

            All'inizio del terzo millennio, rimangono ancora valide queste considerazioni che si rivolgono, non tanto al fenomeno fisico o fisiologico, quanto al suo significato antropologico e metafisico. Abbiamo enormemente migliorato le nostre conoscenze e identificato meglio i limiti della nostra ignoranza; ma per l'intelligenza umana sembra sia diventato troppo arduo rendersi conto che, guardando il creato, ci si incontra con l'impronta del Creatore. In realtà, chi ama la verità, (…), dovrebbe percepire che la ricerca su temi così profondi ci pone nella condizione di vedere e anche quasi di toccare la mano di Dio.

 

IL TESTO INTERO E’ LEGGIBILE ALL’INDIRIZZO INTERNET

www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/february/documents/hf_ben-xvi_spe_20060227_embrione-umano_it.html

LIBRERIA EDITRICE VATICANA

 

Dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Dotato di un’anima spirituale ed immortale, la persona umana è la sola creatura che Dio abbia voluta per se stessa. Fin dal suo concepimento è destinata alla beatitudine eterna” (C.C.C. n.1703). Nell’Enciclica “Evangelium Vitae” (n.2) Giovanni Paolo II ha insegnato: L'uomo è chiamato a una pienezza di vita che va ben oltre le dimensioni della sua esistenza terrena, poiché consiste nella partecipazione alla vita stessa di Dio. L'altezza di questa vocazione soprannaturale rivela la grandezza e la preziosità della vita umana anche nella sua fase temporale. La vita nel tempo, infatti, è condizione basilare, momento iniziale e parte integrante dell'intero e unitario processo dell'esistenza umana. Un processo che, inaspettatamente e immeritatamente, viene illuminato dalla promessa e rinnovato dal dono della vita divina, che raggiungerà il suo pieno compimento nell'eternità (cfr. 1^Gv.3,1-2). Nello stesso tempo, proprio questa chiamata soprannaturale sottolinea la relatività della vita terrena dell'uomo e della donna. Essa, in verità, non è realtà «ultima», ma «penultima»; è comunque realtà sacra che ci viene affidata perché la custodiamo con senso di responsabilità e la portiamo a perfezione nell'amore e nel dono di noi stessi a Dio e ai fratelli.

 

 

DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA GENERALE

DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA

Sala Clementina - Sabato, 24 febbraio 2007

Cari fratelli e sorelle,

            è per me una vera gioia ricevere in questa Udienza così affollata i Membri della Pontificia Accademia per la Vita, riuniti in occasione della XIII Assemblea Generale; e quanti hanno inteso partecipare al Congresso che ha per tema: "La coscienza cristiana a sostegno del diritto alla vita". Saluto il Cardinale Javier Lozano Barragán, gli Arcivescovi e Vescovi presenti, i confratelli sacerdoti, i relatori del Congresso e tutti voi, convenuti da diversi Paesi. Saluto in particolare il Vescovo Elio Sgreccia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che ringrazio per le amabili parole rivoltemi, e per il lavoro a cui attende insieme con il Vice-Presidente, il Cancelliere e i membri del Consiglio Direttivo, per attuare i compiti delicati e vasti della Pontificia Accademia.

            Il tema che avete posto all’attenzione dei partecipanti, e pertanto anche della comunità ecclesiale e dell’opinione pubblica, è di grande rilevanza: la coscienza cristiana, infatti, ha una interna necessità di alimentarsi e rafforzarsi con le motivazioni molteplici e profonde che militano a favore del diritto alla vita. E’ un diritto che esige di essere sostenuto da tutti, perché è il diritto fondamentale in ordine agli altri diritti umani. Lo afferma con forza l’Enciclica Evangelium vitae: "Pur tra difficoltà e incertezze, ogni uomo sinceramente aperto alla verità e al bene, con la luce della ragione e non senza il segreto influsso della grazia, può arrivare a riconoscere nella legge naturale scritta nel cuore (cfr Rm 2, 14-15) il valore sacro della vita umana dal primo inizio fino al suo termine, e ad affermare il diritto di ogni essere umano a vedere sommamente rispettato questo suo bene primario. Sul riconoscimento di tale diritto si fonda l'umana convivenza e la stessa comunità politica" (n. 2). La medesima Enciclica ricorda che "questo diritto devono in modo particolare difendere e promuovere i credenti in Cristo, consapevoli della meravigliosa verità, ricordata dal Concilio Vaticano II: ‘con l’Incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo’ (Gaudium et spes, 22). In questo evento di salvezza, infatti, si rivela all’umanità, non solo l’amore sconfinato di Dio, che ‘ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito(Gv 3,16), ma anche il valore incomparabile di ogni persona umana" (ibid.)

            Continuamente, perciò, il cristiano è chiamato a mobilitarsi per far fronte ai molteplici attacchi a cui è esposto il diritto alla vita. In ciò egli sa di poter contare su motivazioni che hanno profonde radici nella legge naturale e che possono quindi essere condivise da ogni persona di retta coscienza. In questa prospettiva, soprattutto dopo la pubblicazione dell’Enciclica Evangelium vitae, molto è stato fatto perché i contenuti di tali motivazioni potessero essere meglio conosciuti nella comunità cristiana e nella società civile, ma bisogna ammettere che gli attacchi al diritto alla vita in tutto il mondo si sono estesi e moltiplicati, assumendo anche nuove forme. Sono sempre più forti le pressioni per la legalizzazione dell’aborto nei Paesi dell’America Latina e nei Paesi in via di sviluppo, anche con il ricorso alla liberalizzazione delle nuove forme di aborto chimico sotto il pretesto della salute riproduttiva: si incrementano le politiche del controllo demografico, nonostante che siano ormai riconosciute come perniciose anche sul piano economico e sociale.

            Nello stesso tempo, nei Paesi più sviluppati cresce l’interesse per la ricerca biotecnologica più raffinata, per instaurare sottili ed estese metodiche di eugenismo fino alla ricerca ossessiva del "figlio perfetto", con la diffusione della procreazione artificiale e di varie forme di diagnosi tendenti ad assicurarne la selezione. Una nuova ondata di eugenetica discriminatoria trova consensi in nome del presunto benessere degli individui e, specie nel mondo economicamente progredito, si promuovono leggi per legalizzare l’eutanasia. Tutto questo avviene mentre, su un altro versante, si moltiplicano le spinte per la legalizzazione di convivenze alternative al matrimonio e chiuse alla procreazione naturale. In queste situazioni la coscienza, talora sopraffatta dai mezzi di pressione collettiva, non dimostra sufficiente vigilanza circa la gravità dei problemi in gioco, e il potere dei più forti indebolisce e sembra paralizzare anche le persone di buona volontà.

            Per questo è ancor più necessario l’appello alla coscienza e, in particolare, alla coscienza cristiana. "La coscienza, come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto. In tutto quello che dice e fa, l’uomo ha il dovere di seguire ciò che sa essere giusto e retto" (n. 1778). Da questa definizione emerge che la coscienza morale, per essere in grado di guidare rettamente la condotta umana, deve anzitutto basarsi sul solido fondamento della verità, deve cioè essere illuminata per riconoscere il vero valore delle azioni e la consistenza dei criteri di valutazione, così da sapere distinguere il bene dal male, anche laddove l’ambiente sociale, il pluralismo culturale e gli interessi sovrapposti non aiutino a ciò.

            La formazione di una coscienza vera, perché fondata sulla verità, e retta, perché determinata a seguirne i dettami, senza contraddizioni, senza tradimenti e senza compromessi, è oggi un’impresa difficile e delicata, ma imprescindibile. Ed è un’impresa ostacolata, purtroppo, da diversi fattori. Anzitutto, nell’attuale fase della secolarizzazione chiamata post-moderna e segnata da discutibili forme di tolleranza, non solo cresce il rifiuto della tradizione cristiana, ma si diffida anche della capacità della ragione di percepire la verità ci si allontana dal gusto della riflessione. Addirittura, secondo alcuni, la coscienza individuale, per essere libera, dovrebbe disfarsi sia dei riferimenti alle tradizioni, sia di quelli basati sulla ragione. Così la coscienza, che è atto della ragione mirante alla verità delle cose, cessa di essere luce e diventa un semplice sfondo su cui la società dei media getta le immagini e gli impulsi più contraddittori.

            Occorre rieducare al desiderio della conoscenza della verità autentica, alla difesa della propria libertà di scelta di fronte ai comportamenti di massa e alle lusinghe della propaganda, per nutrire la passione della bellezza morale e della chiarezza della coscienza. Questo è compito delicato dei genitori e degli educatori che li affiancano; ed è compito della comunità cristiana nei confronti dei suoi fedeli. Per quanto concerne la coscienza cristiana, la sua crescita e il suo nutrimento, non ci si può accontentare di un fugace contatto con le principali verità di fede nell’infanzia, ma occorre un cammino che accompagni le varie tappe della vita, dischiudendo la mente ed il cuore ad accogliere i fondamentali doveri su cui poggia l’esistenza sia del singolo che della comunità. Solo così sarà possibile avviare i giovani a comprendere i valori della vita, dell’amore, del matrimonio, della famiglia. Solo così si potrà portarli ad apprezzare la bellezza e la santità dell’amore, la gioia e la responsabilità di essere genitori e collaboratori di Dio nel dare la vita. In mancanza di una formazione continua e qualificata, diventa ancor più problematica la capacità di giudizio nei problemi posti dalla biomedicina in materia di sessualità, di vita nascente, di procreazione, come anche nel modo di trattare e curare i pazienti e le fasce deboli della società.

            E’ certamente necessario parlare dei criteri morali che riguardano questi temi con professionisti, medici e giuristi, per impegnarli ad elaborare un competente giudizio di coscienza, e, nel caso, anche una coraggiosa obiezione di coscienza, ma una pari urgenza insorge a livello di base, per le famiglie e le comunità parrocchiali, nel processo di formazione della gioventù e degli adulti. Sotto questo aspetto, accanto alla formazione cristiana, finalizzata alla conoscenza della Persona di Cristo, della sua Parola e dei Sacramenti, nell’itinerario di fede dei fanciulli e degli adolescenti occorre unire coerentemente il discorso sui valori morali che riguardano la corporeità, la sessualità, l’amore umano, la procreazione, il rispetto per la vita in tutti i momenti, denunciando nel contempo con validi e precisi motivi, i comportamenti contrari a questi valori primari. In questo specifico campo l’opera dei sacerdoti dovrà essere opportunamente coadiuvata dall’impegno di laici educatori, anche specialisti, dediti al compito di guidare le realtà ecclesiali con la loro scienza illuminata dalla fede. Prego, pertanto, il Signore perché mandi fra voi, cari fratelli e sorelle, e fra quanti si dedicano alla scienza, alla medicina, al diritto, alla politica, dei testimoni forniti di coscienza vera e retta, per difendere e promuovere lo "splendore della verità" a sostegno del dono e del mistero della vita. Confido nel vostro aiuto, carissimi professionisti, filosofi, teologi, scienziati e medici. In una società talora chiassosa e violenta, con la vostra qualificazione culturale, con l’insegnamento e con l’esempio, potete contribuire a risvegliare in molti cuori la voce eloquente e chiara della coscienza.

            "L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio nel suo cuore - ci ha insegnato il Concilio Vaticano II -; ubbidire ad essa è la dignità stessa dell’uomo e, secondo questa, egli sarà giudicato" (Gaudium et spes, 16). Il Concilio ha offerto sapienti indirizzi perché "i laici imparino a distinguere accuratamente diritti e doveri che spettano loro in quanto membri della Chiesa da quelli che competono loro in quanto membri della società umana" e "perché imparino ad armonizzarli fra loro, ricordando che in ogni cosa temporale, devono lasciarsi guidare dalla coscienza cristiana, perché nessuna attività umana, nemmeno temporale, può sottrarsi a Dio" (Lumen gentium, 36). Per questa stessa ragione il Concilio esorta i laici credenti ad accogliere "quanto i pastori decidono come maestri e capi della Chiesa" e, d’altro canto, raccomanda "che i pastori riconoscano e promuovano la dignità e responsabilità dei laici nella Chiesa, si servano volentieri del loro prudente consiglio" e conclude che "da tali rapporti familiari tra laici e pastori si devono attendere molti vantaggi nella Chiesa" (Lumen gentium, 38).

            Quando è in gioco il valore della vita umana, questa armonia tra funzione magisteriale e impegno laicale diventa singolarmente importante: la vita è il primo dei beni ricevuti da Dio ed è fondamento di tutti gli altri; garantire il diritto alla vita a tutti e in maniera uguale per tutti è dovere dal cui assolvimento dipende il futuro dell’umanità. Emerge anche da questa angolatura l’importanza di questo vostro incontro di studio. Ne affido i lavori ed i risultati all’intercessione della Vergine Maria, che la tradizione cristiana saluta come la vera "Madre di tutti i viventi". Sia Lei ad assistervi e a guidarvi! A suggello di questo auspicio, desidero impartire a tutti voi, ai vostri familiari e collaboratori l’Apostolica Benedizione.

Benedetto XVI

 

LA DISSACRANTE DISTRUZIONE LAURETANA

DELLA SANTA CASA DI NAZARETH

E DELLA VERITA’ DELLE “MIRACOLOSE” TRASLAZIONI

 

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

E LA SALVEZZA ETERNA DELLE ANIME

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):

 

DENUNCIA E APPELLO A TUTTA LA CHIESA

PER RICHIEDERE UN INTERVENTO AUTORITATIVO IMPROCRASTINABILE

NELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA

PER RIMUOVERE I RESPONSABILI DELL’APOSTASIA LAURETANA

PRIMA DELL’AGORA’ DEI GIOVANI DELL’1-2 SETTEMBRE 2007 A LORETO

- AL SEGRETARIO DEL SANTO PADRE, Mons. Georg Genswein: Facs. 06.69885518

- alla Segreteria di Stato Vaticana: Facs. 06.69885378

- a Mons. Angelo Comastri, Vicario del Santo Padre: Facs. 06.69885518

- al Card. William Levada, Prefetto Congregazione per la Dottrina della Fede: Facs. 06.69883409

- al Card. Francis Arinze, Prefetto Sacra Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti: Facs. 06.69883499

- al Card. Giovanni Battista Re, Prefetto Congregazione per i Vescovi: Facs. 06.69885303

- al Card. Raffaele Martino, Presidente Pontificio Consiglio “Giustizia e Pace”: Facs. 06.69887205

- ALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA: Facs. 06.6623037

ALLA CONFERENZA EPISCOPALE MARCHIGIANA

- a Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo-Metropolita di Ancona: Facs. 071.2075003

- al Vescovo di Macerata: Facs. 0733.263386

- al Vescovo di Pesaro: Facs. 0721.32422

- al Vescovo di Fano: Facs. 0721.825595

- al Vescovo di Senigallia: Facs. 071.60094

- al Vescovo di Jesi: Facs. 0731.223541

- al Vescovo di Fabriano: Facs. 0732.22142

- al Vescovo di Camerino: Facs. 0734.2209240

- al Vescovo di Fermo: Facs. 0734.2209243

al Vescovo di San Benedetto del Tronto: Facs. 0735.581855

- al Vescovo di Ascoli Piceno: Facs. 0736.245504

e, p.c.: - a Mons. Gianni Danzi, Vescovo di Loreto: 071.9747216

 

non si addice a un vescovo tacere ciò che pensa… Perché in un vescovo non c’è nulla di così rischioso davanti a Dio e di così vergognoso davanti agli uomini quanto il non proclamare apertamente il proprio pensiero (Sant’Ambrogio)

 

“Chi sa fare il bene e non lo compie, commette peccato” (Gc.4,17)

 

IL MONITO DI SANTA CATERINA DA SIENA

AVETE TACIUTO ABBASTANZA ED E’ ORA DI FINIRLA DI STARE ZITTI.

IO DICO CHE A FORZA DI SILENZI IL MONDO E’ MARCITO.

(Santa Caterina da Siena alle autorità ecclesiastiche)

 

La Santa scrive al Papa Urbano VI: «Padre santissimo . . cognoscete la grande necessità, che è a voi e alla santa Chiesa di conservare questo popolo (di Firenze) alla obbedienza e reverenza della Santità Vostra, perocché qui è il capo e il principio della nostra fede» (Lettera 170, ed. cit., III, 75). Ai Cardinali, poi, a molti Vescovi e sacerdoti, essa rivolge pressanti esortazioni, né risparmia forti rimproveri, sempre però in tutta umiltà e rispetto per la loro dignità di ministri del Sangue di Cristo. Né Caterina poteva dimenticare di essere figlia di un Ordine religioso, e tra i più gloriosi ed attivi nella Chiesa. Essa, quindi, nutre stima singolare per quelle che chiama le «sante religioni», che considera quasi vincolo di unione tra il Corpo mistico, costituito dai rappresentanti di Cristo (secondo una qualificazione sua propria), ed il corpo universale della religione cristiana, cioè i semplici fedeli. Esige dai religiosi fedeltà alla loro eccelsa vocazione, attraverso l’esercizio generoso delle virtù e l’osservanza delle rispettive regole. Non ultimi, nella sua materna sollecitudine, sono i laici, a cui indirizza vivaci e numerose lettere, volendoli pronti nella pratica delle virtù cristiane e dei doveri del proprio stato, animati da ardente carità per Iddio e per il prossimo, poiché anch’essi sono membra vive del Corpo mistico; ora, dice la Santa, «ella (cioè la Chiesa) è fondata in amore, ed è esso amore» (Lettera 103, a cura di G. Gigli). Come poi non ricordare l’opera intensa, svolta dalla Santa per la riforma della Chiesa? È principalmente ai sacri Pastori che essa rivolge le sue esortazioni, disgustata di santo sdegno per l’ignavia di non pochi di loro, fremente per il loro silenzio, mentre il gregge loro affidato andava disperso ed in rovina. «Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue, scrive ad un alto prelato. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo» (Lettera 16 al card. di Ostia, a cura di L. Ferretti, I, 85).

 

Dal libro “Il Cardinale coraggioso: Colombo, il Sessantotto e l’aborto” – Dalla vita di Sant’Ambrogio - Presentazione del Card. Dionigi Tettamanzi

L’imperatore avanza lungo la navata centrale della chiesa in vesti dimesse, simbolo del suo stato di pubblico penitente. Si avvicina all’altare dove ad attenderlo c’è il Vescovo della Città. E’ il Natale del 390. Piange Teodosio, virile generale spagnolo che ha assunto la guida dell’Impero Romano dal 379. Piange Ambrogio, Vescovo di Milano, che ha intimato a Teodosio di chiedere pubblicamente perdono a Dio e al popolo. Qualche mese prima, a Tessalonica, un alto ufficiale è stato assassinato. Avuta la notizia, l’imperatore Teodosio ordina una rappresaglia contro la popolazione inerme dei tessalonicesi. Ambrogio segue con trepidazione l’intera vicenda, e non manca di far sentire la sua voce. Dapprima ammonisce affinché sia evitato il delitto. Quando il fatto deplorevole è accaduto, propone la strada della penitenza. Egli scrive in una lettera privata a Teodosio: “Se il vescovo non parlerà, chi ha sbagliato morirà della sua colpa, e il vescovo sarà degno di pena perché non ha ammonito chi sbagliava”. E ancora: “Non si addice a un imperatore negare la libertà di parola né si addice a un vescovo tacere ciò che pensa… Perché in un vescovo non c’è nulla di così rischioso davanti a Dio e di così vergognoso davanti agli uomini quanto il non proclamare apertamente il proprio pensiero” (Cfr. Gribaudi Editore, 2002, Milano, pag.111).

 

 

Se il vescovo non parlerà, chi ha sbagliato morirà della sua colpa, e il vescovo sarà degno di pena perché non ha ammonito chi sbagliava (Sant’Ambrogio)

 

DA PARTE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI

AI CIRCA 10.000 AMICI

CHE NEL MONDO RICEVONO QUESTA LETTERA INFORMATIVA “LA VOCE CATTOLICA”

E A TUTTA LA CHIESA

DENUNCIO L’INIDONEITA’ E INDEGNITA’

DEL VESCOVO DI LORETO MONS. GIANNI DANZI

IN VISTA DELL’AGORA’ DEI GIOVANI A LORETO

LE GRAVI RESPONSABILITA’ DELLE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE

NELL’OMETTERE DI INTERVENIRE A FAR CESSARE L’APOSTASIA LAURETANA

LA DISTRUZIONE DELLA VERITA’ SULLA SANTA CASA

PORTA ALLA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA E DELLA VITA PROPRIO FRA I GIOVANI

 

Ancona, 1° Marzo 2007

    DOPO LA DECISIONE VATICANA - DURANTE IL PERIODO NATALIZIO - DEL TRASFERIMENTO DEL VESCOVO DI LORETO MONS. GIANNI DANZI PER LE AZIONI CALUNNIOSE E ILLEGALI COMPIUTE CONTRO IL PROF. NICOLINI (Cfr. www.lavocecattolica.it/lettera21dicembre2006.htm ), E DOPO CHE LO STESSO SUCCESSIVAMENTE VENIVA ANCORA INOPINATAMENTE “RICONFERMATO” DALLE STESSE AUTORITA’ VATICANE, NONOSTANTE LA PERPETUAZIONE DELL’APOSTASIA LAURETANA, MEDIANTE L’AUTORIZZAZIONE ALLA PUBBLICAZIONE DI NUOVE “MENZOGNE STORICHE” SULLA SANTA CASA, HO FATTO LA SCORSA SETTIMANA UNA ULTERIORE E CARITATEVOLE RICHIESTA ALLO STESSO MONS. GIANNI DANZI DI UNA UDIENZA PERSONALE PER UN CHIARIMENTO E SUPERAMENTO DEFINITIVO DELLA “QUESTIONE LAURETANA” ED EVITARE ANCHE EVENTUALI AZIONI LEGALI NEI SUOI RIGUARDI.

    IN DATA ODIERNA, 1° MARZO 2007, HO RICEVUTO TELEFONICAMENTE – TRAMITE UN PORTAVOCE - L’ENNESIMO E DEFINITIVO RIFIUTO DAL VESCOVO DI LORETO A QUALUNQUE INCONTRO FUTURO PER LA CHIARIFICAZIONE E LA CESSAZIONE DELLE “FALSITA’” PROPAGATE DALLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA.

    A QUESTO PUNTO DENUNCIO ALL’INTERA CHIESA L’INSOSTENIBILITA’ E LA SCANDALOSITA’ DELLA PERMANENZA A LORETO DI UN VESCOVO CHE RIFIUTA DI ADEMPIERE AI SUOI DOVERI PASTORALI – CANONICAMENTE OBBLIGANTI – E CONTINUA A PERPETUARE ED AUTORIZZARE NUOVE E PIU’ SOFISTIFICATE MENZOGNE, MEDIANTE FALSIFICATI STUDI “STORICO-ARCHEOLOGICI”, COME STA ATTUANDO CON L’AUTORIZZAZIONE ALLA PUBBLICAZIONE DI ARTICOLI CHE STRAVOLGONO E FALSIFICANO ANCHE LA STORIA DELLA CHIESETTA DELLA BANDERUOLA, PER NEGARE CHE IVI SIA STATA PORTATA “MIRACOLOSAMENTE” LA SANTA CASA DI NAZARETH E QUINDI PER NEGARE CHE A LORETO VI SIA L’AUTENTICA “SANTA CASA DI NAZARETH”.

    CON QUALE PUDORE LA CHIESA ITALIANA POTRA’ PRESENTARSI DAVANTI ALLE DECINE DI MIGLIAIA DI GIOVANI CHE CERCANO SINCERAMENTE LA VERITA’ – E CHE CONFLUIRANNO PROPRIO NELLA ZONA DELLA “BANDERUOLA” PER L’AGORA’ DEI GIOVANI DEL PROSSIMO SETTEMBRE – SE A SETTEMBRE CI SARANNO ANCORA NELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA GLI SCRITTI PIENI DI MENZOGNE INVENTATE DAL PADRE GIUSEPPE SANTARELLI (Direttore della “CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA”), E DA ALTRI AUTORI, MENTRE NEL CONTEMPO SI IMPEDISCE DI RENDERE DISPONIBILI AI FEDELI E ALLE NUOVE GENERAZIONI I “VERI” PRONUNCIAMENTI DELLA CHIESA SULLA VERITA’ DELLA SANTA CASA, CON I RELATIVI “VERI” STUDI STORICI, ARCHEOLOGICI E SCIENTIFICI?...

    COME SI POTRA’ CHIEDERE ALLE MIGLIAIA DI GIOVANI CHE VERRANNO A LORETO L’OBBEDIENZA E LA CREDIBILITA’ AGLI INSEGNAMENTI DELLA CHIESA, QUANDO LA CHIESA STESSA LASCIA CHE AL SUO INTERNO VESCOVI E SACERDOTI DISOBBEDISCANO CONTINUAMENTE E IMPUNEMENTE ALLE DIRETTIVE DEI SOMMI PONTEFICI E DELL’ATTUALE SANTO PADRE BENEDETTO XVI, CONTINUANDO AD OCCULTARE E FALSIFICARE I SECOLARI E “DEFINITIVI” PRONUNCIAMENTI DELLA CHIESA A RIGUARDO DELLA VERITA’ DELLA SANTA CASA E DELLE SUE “MIRACOLOSE” TRASLAZIONI, OSCURANDO COSI’ GRAVEMENTE LA “VERITA’” DELL’INCARNAZIONE, AVVENUTA IN QUELLA UNICA E STRAORDINARIA “RELIQUIA” DELLA SANTA CASA DI NAZARETH?...

    COME E’ CONCEPIBILE CHE IL LUOGO PIU’ SACRO DELL’INTERO UNIVERSO, OVE IL FIGLIO DI DIO SI E’ INCARNATO PER FAR CONOSCERE AGLI UOMINI “LA VERITA’”, SIA INFESTATO DA MENZOGNE, DISSACRAZIONI, DISOBBEDIENZE AI PRONUNCIAMENTI E ALLE VOLONTA’ DEI PAPI, FALSIFICAZIONI STORICHE DIABOLICHE?...

    DA QUESTA UMILE “VOCE CATTOLICA”, D’ORA INNANZI, OLTRE ALLA PUBBLICAZIONE E ALL’APPROFONDIMENTO DELLE “VERE” DOCUMENTAZIONI STORICHE, ARCHEOLOGICHE E SCIENTIFICHE – SEMPRE LEGGIBILI ALL’INDIRIZZO INTERNET www.lavocecattolica.it/santacasa.htm -, NON CESSERA’ QUESTA DENUNCIA PUBBLICA, RICHIAMANDO E RIMPROVERANDO CON LA MASSIMA SEVERITA’ LE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE RESPONSABILI PERCHE’ ADEMPIANO AI LORO GRAVI DOVERI: E CIO’ FINCHE’ QUESTI NON SARANNO ADEMPIUTI E RICORDANDO LORO LE SEVERE PAROLE DI SAN PAOLO:Tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male (2^Cor.5,10), SAPENDO CHE DIO SENZA RIGUARDI PERSONALI GIUDICA CIASCUNO SECONDO LE SUE OPERE” (1^Pt.1,17).

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

E LA SALVEZZA ETERNA DELLE ANIME

Prof. Giorgio Nicolini

 

L’AGORA’ DEI GIOVANI

E LA TESTIMONIANZA DELLA VERITA’

 

COME SI POTRA’ DARE AI GIOVANI CHE ARRIVERANNO A LORETO L’1-2 SETTEMBRE 2007

UNA TESTIMONIANZA DI VERITA’, E DELLA VERITA’ DELL’INCARNAZIONE,

MANTENENDO NELLA BASILICA PONTIFICIA LAURETANA I LIBRI E GLI SCRITTI PIENI DI MENZOGNE

DEL PADRE GIUSEPPE SANTARELLI (Direttore della CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA) E DI ALTRI AUTORI

E IL MANTENIMENTO DI UN VESCOVO CHE NE APPOGGIA LE MENZOGNE, APPROVANDONE DI NUOVE,

E AVENDO COMPIUTO ANCHE AZIONI IMMORALI E ILLEGALI CONTRO IL PROF. NICOLINI,

AL QUALE NEGA OGNI COLLOQUIO

E IMPEDENDOGLI IN OGNI MODO DI FAR CONOSCERE LA VERITA’ INSEGNATA DALLA CHIESA CATTOLICA?...

PERCHE’ TANTA OSTINAZIONE NELLA MENZOGNA?...

FORSE LA RISPOSTA SI TROVA NEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI  (Atti 19,24-41)?...

 

L’AMORE DEL DENARO

Un tale, chiamato Demetrio, argentiere, che fabbricava tempietti di Artèmide in argento e procurava in tal modo non poco guadagno agli artigiani, li radunò insieme agli altri che si occupavano di cose del genere e disse: «Cittadini, voi sapete che da questa industria proviene il nostro benessere; ora potete osservare e sentire come questo Paolo ha convinto e sviato una massa di gente, non solo di Efeso, ma si può dire di tutta l'Asia, affermando che non sono dèi quelli fabbricati da mani d'uomo. Non soltanto c'è il pericolo che la nostra categoria cada in discredito, ma anche che il santuario della grande dea Artèmide non venga stimato più nulla e venga distrutta la grandezza di colei che l'Asia e il mondo intero adorano». All'udire ciò s'infiammarono d'ira e si misero a gridare: «Grande è l'Artèmide degli Efesini!». Tutta la città fu in subbuglio e tutti si precipitarono in massa nel teatro, trascinando con sé Gaio e Aristarco macèdoni, compagni di viaggio di Paolo. Paolo voleva presentarsi alla folla, ma i discepoli non glielo permisero. Anche alcuni dei capi della provincia, che gli erano amici, mandarono a pregarlo di non avventurarsi nel teatro. Intanto, chi gridava una cosa, chi un'altra; l'assemblea era confusa e i più non sapevano il motivo per cui erano accorsi. Alcuni della folla fecero intervenire un certo Alessandro, che i Giudei avevano spinto avanti, ed egli, fatto cenno con la mano, voleva tenere un discorso di difesa davanti al popolo. Appena s'accorsero che era Giudeo, si misero tutti a gridare in coro per quasi due ore: «Grande è l'Artèmide degli Efesini!». Alla fine il cancelliere riuscì a calmare la folla e disse: «Cittadini di Efeso, chi fra gli uomini non sa che la città di Efeso è custode del tempio della grande Artèmide e della sua statua caduta dal cielo? Poiché questi fatti sono incontestabili, è necessario che stiate calmi e non compiate gesti inconsulti. Voi avete condotto qui questi uomini che non hanno profanato il tempio, né hanno bestemmiato la nostra dea. Perciò se Demetrio e gli artigiani che sono con lui hanno delle ragioni da far valere contro qualcuno, ci sono per questo i tribunali e vi sono i proconsoli: si citino in giudizio l'un l'altro. Se poi desiderate qualche altra cosa, si deciderà nell'assemblea ordinaria. C'è il rischio di essere accusati di sedizione per l'accaduto di oggi, non essendoci alcun motivo per cui possiamo giustificare questo assembramento». E con queste parole sciolse l'assemblea.

 

La bella preghiera del Papa

per l’Agorà dei giovani italiani a Loreto

nel prossimo settembre

Benedetto XVI ha voluto comporre personalmente la preghiera per l’Agorà dei giovani italiani, il percorso pastorale triennale promosso dalla Cei per “rendere i giovani sempre più protagonisti della propria missione” che l’1 e 2 settembre 2007 avrà il suo primo momento nell’incontro con il Papa a Loreto. Sono stati proprio i ragazzi a chiedere al Pontefice una speciale intenzione per il loro cammino e lui, accogliendone la richiesta, ha fatto pervenire alla Conferenza Episcopale Italiana il testo della preghiera. “Con Maria, in dialogo con Gesù” è il titolo della preghiera che è stata letta per la prima volta mercoledì 14 febbraio nel corso dell’Udienza concessa ai Vescovi della Regione Ecclesiastica delle Marche (che ospiterà il raduno giovanile del prossimo settembre) in occasione della visita “ad limina apostolorum”.


CON MARIA, IN DIALOGO CON GESÙ

Maria, Madre del sì, tu hai ascoltato Gesù
e conosci il timbro della sua voce e il battito del suo cuore.
Stella del mattino, parlaci di Lui
e raccontaci il tuo cammino per seguirlo nella via della fede.
Maria, che a Nazareth hai abitato con Gesù,
imprimi nella nostra vita i tuoi sentimenti,
la tua docilità, il tuo silenzio che ascolta
e fa fiorire la Parola in scelte di vera libertà.
Maria, parlaci di Gesù, perchè la freschezza della nostra fede
brilli nei nostri occhi e scaldi il cuore di chi ci incontra,
come Tu hai fatto visitando Elisabetta
che nella sua vecchiaia ha gioito con te per il dono della vita.
Maria, Vergine del Magnificat,
aiutaci a portare la gioia nel mondo e, come a Cana,
spingi ogni giovane, impegnato nel servizio ai fratelli,
a fare solo quello che Gesù dirà.
Maria, poni il tuo sguardo sull’Agorà dei giovani,
perché sia il terreno fecondo della Chiesa italiana.
Prega perchè Gesù, morto e risorto, rinasca in noi
e ci trasformi in una notte piena di luce, piena di Lui.
Maria, Madonna di Loreto, porta del cielo,
aiutaci a levare in alto lo sguardo.
Vogliamo vedere Gesù. Parlare con Lui.
Annunciare a tutti il Suo amore
.

Benedetto XVI

 

«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)

 

 

GIOVANNI PAOLO II

(Roma, sabato 8 dicembre 2001)

NUBI OSCURE SI ADDENSANO ALL’ORIZZONTE DEL MONDO

Nubi oscure si addensano all’orizzonte del mondo. L’umanità, che ha salutato con speranza l’aurora del terzo millennio, sente ora incombere su di sé la minaccia di nuovi, sconvolgenti conflitti. E’ a rischio la pace nel mondo.

 

Nuova Iork, Le Torri Gemelle, 11 settembre 2001

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc.13,1-5).

 

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! Non disprezzare! Accogli la nostra umile fiducia e il nostro affidamento! Oh, quanto ci fa male tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione! Quanto ci fa male che l’invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell’accoglienza, come doveva! Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all’opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col.1,24). Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell’Eterno Amore! Siano benedetti coloro che, giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr. Gv.2,5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo. (Giovanni Paolo II, dall’Atto di Affidamento e Consacrazione alla Vergine, a Fatima, il 13 maggio 1982)

 

LA STOLTEZZA DELL’ABBANDONO DELLA “VERITA’” DELLA SANTA CASA E DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI

LE GRAVI CONSEGUENZE DELL’APOSTASIA LAURETANA

L’OFFUSCAMENTO E L’OCCULTAMENTO DELLA VERITA’ DELL’INCARNAZIONE

NELLA CULTURA E NELLA SOCIETA’ OCCIDENTALE SEMPRE PIU’ MULTIETNICA E MULTIRELIGIOSA

non sono in gioco solo le “Sante Pietre”

ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica

 

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,3-5):

 

RECITIAMO QUESTA NUOVA “VIA CRUCIS” IN RIPARAZIONE DELLA DISSACRAZIONE AVVENUTA DELLA STORIA E DEL CULTO DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO E PER IL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELL’AUTENTICITA’ DELLA PRESENZA A LORETO DELLA “SANTA CASA” E DELL’AUTENTICITA’ DELLE SUE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”.

 

IL PIU’ BEL LIBRO CHE DIO CI HA DATO

GESU’ CHE SOFFRE E MUORE IN CROCE PER NOI

LA VIA CRUCIS DEL BEATO PIETRO VIGNE

Libero adattamento composto dal Prof. Giorgio Nicolini sui testi del Beato Pietro Vigne

Meditazioni per ogni giorno del mese, nelle quali si troveranno molteplici motivi assai convincenti per amare Dio, bellissimi esempi di tutte le virtù, ragioni convincenti che ci spingono ad impegnarci in esse, mezzi per acquistarle e infine molti modi, facili ed utili, di metterle in pratica.

 

 

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

 

In nome di Gesù Cristo, ti preghiamo, Padre, di concederci

- il dono del timore che ci impedisca di offenderti;

- il dono della pietà che ci permetta di amarti come Padre nostro;

- il dono della scienza che ci aiuti ad elevarci dalle cose visibili a quelle invisibili, a te che ne sei il Creatore;

- il dono del consiglio per non fare nulla senza prima conoscere la tua Volontà;

- il dono della fortezza per resistere alle tentazioni che si oppongono alla nostra salvezza;

- il dono dell’intelletto per essere illuminati sui misteri che tu ci proponi;

- il dono della sapienza che ci faccia comprendere e gustare ciò che è divino e ci faccia porre le nostre delizie nel tuo amore sino alla fine dei nostri giorni.

 

STAZIONE XIX

PILATO SI LASCIA PERSUADERE DAI GIUDEI

E CONDANNA INGIUSTAMENTE GESU’ ALLA INFAMANTE MORTE DI CROCE

 

PREGHIERA

            O Gesù, legato e condotto come un criminale dinnanzi al tribunale di Pilato per essere condannato alla morte di croce, facci la grazia che, imitando te, accettiamo con gioia la morte unendoci alla tua, al fine di riceverne come frutto le gioie di una vita eterna.

MEDITAZIONI

            Pilato pretende giustificarsi del suo delitto gettando la colpa su coloro che lo avevano indotto a pronunziare l’ingiusta sentenza; per questo si lava le mani. Gesù non oppone resistenza all’ingiusta sentenza pronunziata contro di lui.

            Pilato, possedeva dentro di sé quella luce naturale che chiamiamo “coscienza”, emanazione della legge eterna di Dio, per discernere ciò che è bene e ciò che è male, legge che ci è stata data da Dio come guida della volontà e che ci mostra la vita dell’eterna felicità.

            Se Pilato avesse seguito la guida della ragione e della giustizia e non si fosse fatto oscurare dalla vanità personale e dal timore di perdere il suo incarico giudicando equamente nostro Signore, avrebbe certamente ricevuto da Dio in altra maniera i beni e il successo che aveva paura di perdere e ne avrebbe  ricevuto sicuramente il centuplo. Ma, ahimé, questo povero pagano accecato dalla superbia e alla ricerca del proprio interesse, si lasciò facilmente vincere: un male immaginario gli causò una paura più grande del male reale e assai evidente che compiva allora e di cui era abbastanza cosciente per i lumi della ragione. (…)

            Un pagano come Pilato, non potendo essere completamente scusato, è degno di compassione. Ma un cristiano, mio Dio, così bene istruito sulla vacuità dei beni e della stima degli uomini e che possiede la fede per illuminarlo, chi potrebbe scusarlo? Allorché egli preferisce gli onori mondani, i beni perituri e i piaceri momentanei alla Salvezza Eterna dell'anima, non è forse assai più colpevole di Pilato che non era dotato dei lumi della fede e che Dio non aveva istruito mediante l'esempio di  tanti santi che hanno preferito perdere ogni cosa piuttosto che offendere Dio? E tuttavia lo si vede, questo cristiano, come un disgraziato Pilato, allontanarsi da ogni giustizia, a gran disonore della religione cristiana, commettere enormi delitti per non perdere l'amicizia di un uomo importante, o gli onori che gli derivano da una certa  carica  o qualche misero vantaggio temporale. (…).

            Pilato condanna a morte il Figlio di Dio e crede di scusarsene addossandone la colpa ai Giudei. (…) Pilato appoggia le sue scuse sulla violenza che subiva dai Giudei, perché condannasse a morte il Salvatore: pretende di scaricare su di essi la sua colpa. Si tratta qui di un giudice che vuol essere ritenuto giusto e commette ingiustizia; somministra il veleno e non vuole che uno ne muoia; accende il fuoco e non vuole  che bruci. Egli dice infatti: io condanno, è vero, quest'uomo innocente a morire, cosa di per sé ingiusta, ma voglio che voi ne siate i colpevoli e ne subiate la pena: perciò me ne lavo le mani. O Signore, quali meschini ragionamenti, quale aberrazione! Questo miserabile vuol commettere il peccato e vuole che altri ne portino la pena; si fa giudice del suo stesso peccato e pretende che Dio adotterà la sua folle persuasione di non considerarlo come criminale.

            Questa è purtroppo la triste condizione di molti  cristiani;  essi dicono: è vero, ho fatto del male, ma vi sono stato costretto; quel tale o quella tale ne sono stati la causa: senza di essi non l'avrei fatto; mi hanno persino assicurato che l'avrebbero preso sulla loro coscienza: ad essi dunque si deve imputare la colpa. Ho  commesso quel furto, ho lavorato la domenica, ho  tralasciato la Santa Messa: ma mi hanno indotto a ciò mio padre o il mio padrone: essi ne sono responsabili davanti a Dio. Quanto a me l'ho fatto con dispiacere, sarei caduto in disgrazia se non l'avessi fatto; perciò me ne lavo le mani. O abominevole copia del perfido Pilato! (…) Ora dice Dio: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri” (Is.55.8-9). E’ quanto ci dice il nostro sovrano Giudice attraverso il profeta Isaia.

            Tu sei pertanto, o Signore, il solo Giudice delle nostre azioni, delle nostre parole e pensieri, come pure di tutte le nostre omissioni. Ci giudicherai indipendentemente da ogni nostra inutile e stolta scusa; ci punirai malgrado tutti i nostri capziosi ragionamenti… Non terrai conto di ciò che potremo dire per ribaltare la nostra colpa sugli altri; nessuno potrà sottrarsi al tuo supremo potere, tanto meno avanzare la domanda: perché agisci in questo modo? “Chi ha diretto lo spirito del Signore e come suo consigliere gli ha dato suggerimenti? A chi ha chiesto consiglio, perché lo istruisse e gli insegnasse il sentiero della giustizia e lo ammaestrasse nella scienza e gli rivelasse la via della prudenza? Ecco, le nazioni sono come una goccia da un secchio, contano come il pulviscolo sulla bilancia… Tutte le nazioni sono come un nulla davanti a lui, come niente e vanità sono da lui ritenute” (Is.40,13-15.17).

INVOCAZIONI

            O amabile Redentore! Caricato di tutti i peccati degli uomini e perciò reo di morte, tu consideravi il nostro misero stato; per noi hai accettato serenamente la sentenza pronunciata contro di te senza cercare difesa alcuna contro il torto che ti veniva fatto, senza allegare ragioni per annullarne l’esecuzione.

            Quale motivo di confusione per noi, o mio Dio! Che l'innocente accetti la morte senza resistere e che il criminale la rifiuti  ricorrendo ad ogni mezzo, non solo per evitarla, ma per allontanarne persino il pensiero!  Infatti, difficilmente accettiamo di pensare alla morte,  noi che abbiamo meritato la morte eterna. Ma tu vuoi liberarcene, o Signore, purché, distogliendo il nostro amore da questa vita terrena, aspiriamo e agiamo per ottenere quella che non avrà mai fine. Così dovremmo accettare volentieri la morte temporale, poiché meritiamo pene assai più gravi; ma noi invece la fuggiamo, ci opponiamo agli ordini della tua giustizia e della tua provvidenza. E' vero che l'orrore della morte è un fatto naturale, non colpevole e che non si può imputare a colpa ciò che esula dalla nostra volontà, tuttavia quando questo orrore e questo tipo di resistenza arrivano al punto di scuoterci di dosso, se fosse possibile, il decreto generale e irrevocabile della morte, cercando i mezzi più svariati per liberarsene, mi sembra allora, o mio Dio, che in un'anima sì fatta non vi sia un gran desiderio di giungere a vederti, a possederti, né una forte inclinazione per la Patria Eterna. (…).

            Ahimé, Signore, e chi, conoscendo la tua bontà e la tua  grande tenerezza per noi non ti desidererebbe? E chi, dopo tanti affanni, tanti pericoli e sofferenze, non sarebbe felice di riposare presso di te? O Signore - esclamavano tutti i Santi nel loro ardente anelito di contemplarti -, “Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! L'anima mia languisce e brama gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente… Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi!” (Sal.84,1-5).

            E’ il caso di stupirsi quando questi Santi prendevano a detestare santamente il loro corpo, che era come una muraglia che lo tratteneva nella prigione di questo mondo? Ci si può meravigliare se qualche volta li si vedeva cantare di gioia allorché cadevano in disfacimento o morivano in mezzo ai tormenti, sapendo che stavano per raggiungere l’oggetto del loro desiderio? Ci si può stupire che maltrattassero duramente la loro carne, che una volta soddisfatta li aveva messi in pericolo di perdere la deliziosa dimora dell'eternità? Non ci si può neppure stupire se pregavano incessantemente per ottenere la forza  e la grazia di perseverare nella purezza e nella via sicura della salvezza.

            I Santi castigavano e domavano le loro passioni, questi  crudeli nemici dell'anima, essi si staccavano da tutti quei legami affettivi che potevano avere per alcune persone che attiravano i loro affetti a discapito di quell'amore spirituale che invece riservavano solo per te, mio Dio! Infatti, né il bene, né il male, né la salute, né la malattia, né la perdita dei parenti, né la perdita delle ricchezze, né i dolori e le afflizioni potevano separarli dalla tua grazia e dalla perfetta sottomissione ai tuoi Santi Comandamenti.

            Non si vide mai questi Santi ricorrere a tante cure, a tante misure di sicurezza per rimanere nella prigione del corpo. E dove si trovarono mai quelli che amassero tanto la mollezza e i piaceri materiali come fa la maggior parte dei cristiani del nostro tempo?

 

PROPOSITI

            O Signore, per i meriti del tuo caro figlio Gesù, che accettò con piacere ogni tuo comando nel momento in cui Pilato lo condannava a morte, concedici la grazia di avere in vita e in morte i suoi stessi sentimenti e di praticare le sue virtù quando ci troveremo nella malattia. (…)

            Facci dunque la grazia, o mio Dio, che al momento della morte, o meglio, durante tutta la nostra vita, abbiamo un vero distacco da tutte le cose che dovremo lasciare per sempre e che in tal modo usiamo dei beni di cui disponiamo per acquistare il Cielo attraverso le opere di carità, dopo aver provveduto alle nostre necessità personali.

            Concedici anche la grazia di convincerci fermamente, soprattutto durante la malattia, che nulla avviene, nel bene come nel male, senza che tu lo voglia, e che pertanto le prove che ci arriveranno saranno da te preordinate come effetto, o della tua giustizia in punizione dei nostri peccati, o della tua bontà per offrirci il modo di scontare le colpe del passato, per purificarci nel presente e farci meritare per l’avvenire un più alto grado di gloria: questa, infatti, sarà proporzionata al grado di amore con cui avremo sopportato i dolori di questa vita.

            Quale santa morte, o Signore, non potremo fare mettendo in pratica quanto abbiamo detto sinora! Con quale gioia ascolteremo la sentenza che ci obbligherà a lasciare questa misera vita. (…)  Quando saremo agonizzanti nel nostro letto, ci considereremo come vittime sull’altare, pronte a salire con la fiamma del nostro amore verso Colui al quale la morte ci offrirebbe come sacrificio. In questo modo, noi attenderemo gioiosamente di vedere Colui che ci aspetta per riempirci di gaudio eterno; anzi, attenderemo con impazienza quel colpo mortale che deve darci non la morte, ma la vita eterna.

 

 

Gesù a Santa Faustina Kowalska


“Desidero che i miei Sacerdoti annunzino questa mia grande misericordia per le anime peccatrici. Il peccatore non tema di avvicinarsi a Me. Anche se l’anima fosse come un cadavere in piena putrefazione, se umanamente non ci fosse più rimedio, non è così davanti a Dio. Le fiamme della misericordia mi consumano, desidero effonderla sulle anime degli uomini. Io sono tutto amore e misericordia. Un’anima che ha fiducia in Me è felice, perché Io stesso mi prendo cura di lei. Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abiezione, mai esaurirà la mia misericordia, poiché più vi si attinge più aumenta. Figlia mia, non cessare di annunziare la mia misericordia, facendo questo darai refrigerio al mio Cuore consumato da fiamme di compassione per i peccatori. Quanto dolorosamente mi ferisce la mancanza di fiducia nella mia bontà! Per punire ho tutta l’eternità, adesso invece prolungo il tempo della misericordia per loro. Anche se i suoi peccati fossero neri come la notte, rivolgendosi alla mia misericordia, il peccatore mi glorifica e onora la mia Passione. Nell’ora della sua morte Io lo difenderò come la stessa mia gloria. Quando un’anima esalta la mia bontà, Satana trema davanti ad essa e fugge fin nel profondo dell’inferno. Il mio cuore soffre perché anche le anime consacrate ignorano la mia Misericordia e mi trattano con diffidenza. Quanto mi feriscono! Se non credete alle Mie parole, credete almeno alle Mie piaghe!”

 

ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE, ECCO ORA IL GIORNO DELLA SALVEZZA

E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2^Cor.6,1-2)

Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me;  per questo mi ha consacrato con l'unzione,  e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,  per proclamare ai prigionieri la liberazione  e ai ciechi la vista;  per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. (Lc.4,16-19)

LA SALVEZZA PASSA PER LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

UN ANNO DI GRAZIA LAURETANO

Venerdì, 8 settembre 2006 – Sabato, 8 settembre 2007

AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI UN UMILE CONSIGLIO

PER DARE MAGGIORE RISONANZA AL RIPRISTINO DELLA VERITA’ DELLE TRASLAZIONI MIRACOLOSE

UN PELLEGRINAGGIO PAPALE

SUI LUOGHI DELLE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI” STORICAMENTE DOCUMENTATE

* A TERSATTO ove rimase per circa 3 anni e mezzo (10.5.1291-10.12.1294)

* Ad ANCONA (loc. POSATORA), ove rimase per nove mesi (nel 1295).

* Nella Selva della signora LORETA (Loc. BANDERUOLA), ove rimase per circa 8 mesi (dalla fine del 1295).

* Sul campo dei due fratelli di nome Antici, ove rimase per circa 4 mesi, dal 10 agosto 1296(presso il Palazzo Apostolico Lauretano).

* Sulla pubblica strada, cioè nel SANTUARIO LAURETANO ove ancor ora si trova, forse dal 2 dicembre 1296.

 

LEONE XIII

(Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894)

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanìtà perduta con il Padre e rinnova tutte le cose.

 

UNA VOCE PER MILLE CHIAMATE

www.lavocecattolica.it/unavoce.htm

 

+ CORRISPONDENZE CON “LA VOCE” *

 

Mi scuso con quanti mi scrivono e a cui non posso rispondere in tempi brevi a causa dell’impossibilità di gestire una corrispondenza talvolta troppo elevata. Per richieste di risposte urgenti si prega di utilizzare il telefono, per poter rispondere e parlare direttamente “a voce” (Tel. 071.83552 o Cell. 339.6424332). Ringrazio quanti mi hanno già scritto, a cui cercherò di rispondere appena possibile.        Prof. Giorgio Nicolini   -   giorgio.nicolini@poste.it

 

RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”

“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt,18,15-17).

 “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,

non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”

(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc.1,26-38)

 

 L’APOSTASIA LAURETANA

 

La corrispondenza con il Vescovo di Loreto è leggibile all'indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/corrispondenze.vescovo.loreto.htm

 

Il 28 marzo 2006 l’Agenzia Internazionale ZENIT ha pubblicato una intervista al Prof. Giorgio Nicolini con gli ultimi aggiornamenti sugli studi riguardo alla “verità” delle  “miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth.

Leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/intervista.zenit.htm

 

----- Original Message -----

From: Padre Stefano Bertolini Spina

To: giorgio.nicolini@poste.it

Sent: Sunday, April 23, 2006 1:34 AM

Subject: Il ministero angelico di Loreto

 

Egr. Dott. Nicolini,

            sono un sacerdote della Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri di (…omissis…). Per caso ho “incontrato” il suo Sito Internet (www.lavocecattolica.it ) cercando materiale per una Via Crucis da tenere nella Parrocchia che reggo insieme ad un confratello, qui a (…omissis…).

            Le scrivo per ringraziarla vivamente di quanto ella scrive sulla traslazione angelica della Santa Casa di Loreto, e comprendo tutte le sue difficoltà. Anche io, fino a quando non ho letto i suoi scritti e non ho riflettuto un poco, credevo nel trasporto via mare ad opera dei Crociati.

            Purtroppo - come lei ben sa - il morbo del razionalismo modernista si è impossessato anche di vasti strati della Chiesa, non ultimo - anzi soprattutto! - proprio del clero e dei pastori. Anche io, come tanti altri sacerdoti - tenga presente che sono nato nel 1960 e quindi appartengo già alla generazione “post-conciliare” - ho ricevuto una formazione teologica intrisa di illuminismo, per cui i miracoli sono dei “teologumeni” privi di fondamento storico.

            In realtà le cose stanno proprio come dice lei: c'è forse qualcosa di impossibile a Dio? Negando le possibilità dell'intervento divino soprannaturale, finiamo per negare l'essenza stessa della religione e infine per affermare che Dio non è onnipotente! Tanto vale allora essere onesti e definirsi atei.

            Da diversi anni ormai - e grazie a Dio e alla Madonna! - mi sono ampiamente ricreduto, anche se restano in me - a causa appunto della formazione ricevuta - alcune incrostazioni di “razionalismo” che mi sforzo, con l'aiuto di Dio, di superare, per abbracciare una più piena ed autentica dimensione di fede. Così ho preso ad insegnare in questo modo ai miei fedeli, e ho trovato insieme a loro la via di Cristo.

            Grazie anche a lei per il contributo che ha dato a questa mia maturazione: è vero “nulla è impossibile a Dio!”. Proceda con fermezza su questa strada, non si scoraggi per le incomprensioni che le derivano anche e proprio da chi dovrebbe difendere la fede (ho letto la risposta che le ha dato l'attuale Arcivescovo di Loreto!) e non si rende conto che non sono in gioco solo le “Sante Pietre”, ma anche il fondamento stesso della nostra Religione Cattolica: in realtà il discorso è ben più ampio del problema di Loreto e inerisce il senso stesso della fede vera e della religiosità autentica.

            Che il Signore e la Madonna benedicano e sostengano il suo prezioso lavoro!

            Di tutto cuore un abbraccio in Cristo.

 Padre Stefano Bertolini Spina

 

 

LA RISPOSTA

Ancona, 14 settembre 2006

Caro Padre Stefano,

            La ringrazio di quanto mi ha scritto. Lei ha perfettamente compreso cosa c’è “in gioco” e “il perché” della mia lotta per difendere “la verità” della reale presenza a Loreto della Santa Casa di Nazareth e “la verità” delle “miracolose traslazioni” con cui essa è stata portata fin lì, proprio per “il miracoloso ministero angelico”.

La “sordità” però da Loreto è quasi totale: anzi – dopo la mia ultima “denuncia canonica” per il delitto di falso consegnata al Vescovo di Ancona - non avendo più altri argomenti da opporre, da Loreto mi sono giunte anche pretestuose “intimidazioni”. Ma in una lettera privata, dell’1 settembre u.s., scritta al mio Vescovo di Ancona Mons. Edoardo Menichelli, a cui ho consegnato il 24 agosto u.s. la mia “denuncia canonica” per “il delitto di falso”, gli ho anche aggiunto, tra le altre cose: “… non tacerò per “la questione lauretana” finché non si sarà pervenuti nella Chiesa al “ristabilimento solenne ed inequivocabile” della “verità”, percorrendo con tutte le mie forze tutti i sentieri che la Provvidenza Divina mi aprirà, come ha fatto sino ad oggi, qualunque sacrificio costasse, perché – a riguardo della Santa Casa - si tratta di un Progetto Divino e di un Bene Immenso che riguarda l’intera Storia della Chiesa e dell’Umanità, e perciò riguarda la Salvezza Eterna delle anime, per le quali Gesù ha dato tutto il suo Sangue sulla Croce”.

Tutto ciò mi costa, oltre a sacrifici personali immensi e a un dispendio di mezzi, anche ingiuste e pretestuose emarginazioni nella Chiesa, anche lavorative ed economiche, e anche da parte di coloro che dovrebbero essere i collaboratori in questo sforzo “a difesa della verità”, sia da parte di autorità ecclesiastiche locali e nazionali, come anche da parte di giornali e strumenti mass-mediatici cattolici. Per essere più esplicito, riguardo a questi ultimi, parlo in modo particolare anche del quotidiano “Avvenire” e di “Radio Maria”, del pur bravissimo e amatissimo Padre Livio, come anche di altri. Li può giustificare davanti a Dio solo una supposta e sperata “non conoscenza” e “non competenza” sulla “questione lauretana”: ma fino a quando si può parlare ancora di “ignoranza”?... Dopo tutto quanto ho scritto e fatto sino ad oggi, per anni, si può parlare ancora di “buona fede” da parte di tutti?... (cfr. anche il Sito Internet all’indirizzo www.lavocecattolica.it/santacasa.htm).

Qui Le voglio comunque aggiungere che nel 1994, nella circostanza del VII Centenario della Miracolosa Traslazione, “qualcuno” (un alto esponente ecclesiastico!) si presentò in Vaticano al Santo Padre Giovanni Paolo II, consegnandogli sul tavolo del suo studio una lettera, con l’intimazione (!) di non andare a Loreto per l’inizio di quel Centenario e di non parlare più della “miracolosa traslazione”. Ma Giovanni Paolo II non se ne spaventò e – pur tra innumerevoli insidie - andò ugualmente a Loreto per l’inaugurazione di quel Centenario. Persino i Papi li si cerca di “intimidire”!... E a che scopo?... Chi manovra “occultamente” ogni cosa?...

Chissà se il Santo Padre Benedetto XVI conosce questi e tanti altri “particolari”?... Chissà se “il filtro” alla sua corrispondenza gli fa regolarmente pervenire le mie lettere e documentazioni ormai settimanali?... Chissà se non sarà pure lui oggetto di “pressioni occulte” come Giovanni Paolo II?... Ci parlai personalmente, anche se fuggevolmente, quando era il Card. Ratzinger, il 23 febbraio 2005, in Vaticano, poco prima di essere eletto Sommo Pontefice, venendo anche poi a sapere che egli “era entusiasta” di quanto gli scrivevo quando era Prefetto della “Congregazione per la Dottrina della Fede”. Da allora “il filtro vaticano” non mi ha reso più possibile di poterlo “contattare” personalmente, nonostante rassicurazioni avute (ma “non firmate”) dell’arrivo a destinazione delle corrispondenze: ciò anche a causa di una generalizzata omertà e ignavia di varie interposte Autorità Ecclesiastiche responsabili.

            Il Santo Padre Benedetto XVI era comunque già intervenuto sulla “questione lauretana” - dietro una mia urgente richiesta - per la celebrazione Liturgica della “Miracolosa” traslazione del 10 dicembre dello scorso anno, facendo pervenire al Vescovo di Loreto una relativa “inequivoca” e bellissima preghiera da recitarsi nel Santuario. Tale preghiera, ed un mio commento ad essa, la si può leggere all’indirizzo del mio Sito Internet

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedettoXVI.htm).

            In questa preghiera il Sommo Pontefice Benedetto XVI – così come tutti i suoi Predecessori – “riconosce” anche lui espressamente, ripetutamente e inequivocabilmente che le Sante Pareti, venerate nel Santuario di Loreto, sono proprio la “Santa Casa” di Nazareth, di Maria, di Giuseppe e di Gesù. Egli infatti, tra l’altro, scrive nella preghiera: “Santa Maria, Madre di Dio, ti salutiamo nella tua casaqui hai vissuto… qui hai pregato con Lui… qui avete letto insieme le Sacre Scritture… siete tornati in questa casa a Nazarethqui per molti anni hai sperimentato…”. La Santa Casa di Loreto, quindi, viene ancora “confermato” – dal nuovo Pontefice – che è proprio “la Casa di Maria”, quella che “proprio” “era” a Nazareth.

            Perciò, anche nel “pronunciamento” di Benedetto XVI, a Loreto non ci sono delle semplici “sante pietre” portate dagli uomini e “riassemblate” e “ricostruite” a Loreto dagli uomini (come sostengono irrazionalmente certi “studiosi”, andando contro gli stessi rilievi scientifici): perché, altrimenti, il Santo Padre non identificherebbe la Santa Casa di Loreto con quella che era “proprio” e “realmente” a Nazareth, ove avvenne l’annuncio dell’angelo a Maria e l’Incarnazione in lei del Figlio di Dio, e ove Maria, Giuseppe e Gesù hanno vissuto “per molti anni”…

            Nella Basilica Pontificia Lauretana, tuttavia, si continua a proporre e a insegnare l’opposto e la preghiera del Santo Padre viene del tutto occultata. Anzi, si è stampata un’altra preghiera (anonima) ove si sconfessano subliminalmente le affermazioni del Papa, mentre si continua nell'arbitrio dell'affermazione di un trasporto umano, utilizzando e abusando “ad arte” anche un involontario errore storico dell’ex-Card. Ratzinger, in una omelia che pronunciò a Loreto nel 1991. 

Questi e altri retroscena non molto edificanti li “manifesterò” a suo tempo, permettendolo il Signore, Giusto Giudice, e la Vergine Immacolata Lauretana.

Alla fine, in ogni caso, caro Padre Stefano, IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA TRIONFERA’, anche a Loreto.

Prof. GIORGIO NICOLINI

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it

 

 

LA LETTERA DELL’AVV. PROF. DAL POZZO FRANCESCO

ALLA DIREZIONE DI www.mariatv.it ed alle Autorità Ecclesiastiche

 

Spett. Direzione MARIA-TV sas – www.mariatv.it

Gent. Sig. CORRADO VADA

Corso Langhe, 47 - 12051 – ALBA (Cuneo)

Posta Elettronica: info@mariatv.it

Tel. 0173.33662 – 0173.590240 – 0173.590241 – Cell. 335.5803028

e, per conoscenza,

- al Segretario del Santo Padre, Mons. Georg Genswein;

- alla Segreteria di Stato Vaticana;

- a Mons. Angelo Comastri, Vicario del Santo Padre;

- al Card. Francis Arinze, Prefetto Sacra Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti;

- al Card. William Levada, Prefetto Congregazione per la Dottrina della Fede;

- al Card. Giovanni Battista Re, Prefetto Congregazione per i Vescovi;

- al Card. Raffaele Martino, Presidente Pontificio Consiglio “Giustizia e Pace”;

- alla Conferenza Episcopale Italiana;

- a Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo-Metropolita di Ancona.

 

Firenze, 18 dicembre 2006

San Malachia, profeta

 

            Scrivo in nome e per conto del Prof. Giorgio Nicolini, di Ancona, in riferimento al Vostro messaggio di Posta Elettronica del 12 c.m. con il quale avete informato il medesimo delle pressioni ricevute per l'intervento scritto di Padre Marcello Montanari, redattore del periodico “Il Santuario di Loreto”, e subito dopo, per via telefonica ed evidentemente in modo concertato, dello stesso Vescovo di Loreto, Mons. Gianni Danzi, in ordine alla rimozione del Sito www.lavocecattolica.it dal Vostro sito www.mariatv.it.

            A prescindere dal merito di ogni soggiacente questione, e in specie di quanto dal Prof. Nicolini è stato scritto e documentato, ormai da molti anni a questa parte, in ordine alla “verità storica” della “Miracolosa” Traslazione della Santa Casa di Nazareth e quindi della vera origine del Santuario Lauretano, si tratta, con l'anzidetta iniziativa che è stata posta in essere dai suddetti ecclesiastici, di una operazione di inequivoco stampo repressivo e drasticamente lesiva di diritti costituzionalmente garantiti, quale appunto quello della libertà di informazione e di stampa, come recita l’art.21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” (art. 21, Costituzione Italiana).

            La libertà di espressione di cui parla la Costituzione ovviamente non è realisticamente prospettabile se non in un quadro pluralistico, e per ciò stesso democratico, dell'informazione nel suo complesso!

            Nel tono non meno che per le parole usate - quello e queste ben indovinabili per quel che ne avete riferito, e poi ne é  risultato, tali interventi sono dunque stati oltraggiosi e perciò gravemente quanto ingiustamente lesivi della professionale serietà e onorabilità del mio Assistito, per il che egli - com’è naturale - si riserva ogni opportuna azione a propria tutela in ogni competente sede, sia ecclesiastica, che in ambito civile e penale.

Ciò premesso, non sarà di troppo qui ricordare che nonostante i ripetuti appelli - espressi in ogni forma possibile - con cui da anni il Prof. Nicolini va chiedendo alle Autorità Ecclesiastiche di mettere pubblicamente alla prova le sue documentazioni e relative conclusioni circa il Santuario Lauretano, mai egli si è visto seriamente confutare dai suoi contraddittori, i quali in effetti non han dato segni di vita al di fuori di qualche peregrina spiritosaggine o, come appunto nel presente caso, di vere intimidazioni e minacce, e comunque sempre cercando di poter occultare per quanto possibile i suoi studi e la loro pubblicizzazione. Così ancora si è verificato – in una forma ancora più grave - nel caso della vostra emittente www.mariatv.it

            A vostro riguardo il Prof. Nicolini mi ha anche riferito che la richiesta di una collaborazione con voi è stata avanzata direttamente dalla vostra Direzione, ed egli ben volentieri si era predisposto ad offrirsi in questo campo, per il quale ha una competenza specifica, con servizi televisivi appropriati, e predisponendo già a tale scopo – nonostante le sue non buone condizioni di salute e povertà di risorse – ogni mezzo utile per avviare tale collaborazione con la vostra emittente televisiva mediante il “web”. Appare perciò ancor più lesiva, al mio Assistito, l’improvvisa Vostra ingiustificata revoca della collaborazione a suo tempo richiestagli, e per di più a seguito di un intervento esterno di inequivoco stampo repressivo - come sopra scritto - e dunque drasticamente lesivo di diritti costituzionalmente garantiti, quale appunto quello della libertà d'informazione e stampa.

D’altra parte, non si vede come dagli attuali “responsabili” del Santuario Pontificio Lauretano possano venir messi all’indice rilievi e conclusioni, quali quelli per i quali il mio Assistito ha impegnato una vita di studio e di ricerche, e che sono assolutamente conformi alla plurisecolare tradizione del più autorevole ed anche solenne Magistero Pontificio ed Ecclesiale, per il quale soltanto in effetti poté giustificarsi – tra l’altro – l’elezione della Santa Casa Lauretana (e quindi la Vergine Immacolata in essa venerata) a “Patrona degli Aviatori”.

Tutto ciò che quei “responsabili” lauretani hanno saputo fare, invece, è stato il combattere allo stremo, per ridurre al silenzio, quella “voce scomoda”, isolandola con il mezzo della ridicolizzazione, quando non “demonizzandola”; senza punto prender atto, però, che ad oggi quella “voce” è - guarda il caso! - la sola che osa mantenersi bene in linea con l’anzidetto Magistero, nel ricordare una verità la cui negazione è oggi di fatto parte logicamente correlata e integrante della stessa “apostasia” - per nulla “silenziosa”! - di cui la nostra Civiltà Cristiana soffre in tante sue regioni, e in specie in questa nostra Europa, fino al punto di sconfessare clamorosamente - come sappiamo - le sue più profonde e vere radici! 

            Al di là di quanto fin qui richiamato, ed oggettivamente verificabile, sta poi il fatto, parimenti oggettivo, che mai da quei “responsabili” sono state ritenute degne della neppur mènoma attenzione le richieste del mio Assistito per il pronunciamento di un giudizio canonico, morale e disciplinare, sullo stravolgimento di senso che ormai da anni le celebrazioni lauretane, specie in loco, patiscono, vedendo la Traslazione “Miracolosa” della Santa Casa - che oggi lì ancor si trova (ma... per quanto tempo ancora?) -, ridotta al rango di un suo “trasporto” del tutto umano, anche se ciò contrasta con ogni rilievo storico, archeologico, architettonico e insomma scientifico appena serio, come il Prof. Nicolini ha esposto a lungo e in dettaglio, in piena sintonia con quanto anche da altri rilevato. Ad esempio il Prof. Emanuele Mor, già Docente di Elettrochimica all’Università di Genova, il quale così ebbe in particolare e fra l’altro a esprimersi: Le prove scientifiche sopra ricordate vengono ignorate per incompetenza o volutamente trascurate. Un fatto è comunque evidente: due secoli dalla proclamazione dei diritti dell’uomo, del vecchio Adamo che ha ribattuto il suo “Sì” a Satana e il suo “No” a Dio, hanno consentito la diffusione capillare di questi princìpi ad ogni ceto e livello sociale (illuminismo, razionalismo, modernismo, emancipazione dal dogma e dai tabù…). Secondo tali princìpi, tutto ciò che non può essere spiegato dalla mente umana non può essere vero, non è che favola da raccontare ai pargoli. Se Dio interviene in qualche miracolo, è sempre, se mai, nell’ordine del razionale. Gli stessi grandi miracoli del Vangelo vengono taciuti, sminuiti, non creduti se non si spiegano razionalmente. Gli studiosi della “questione lauretana”, ritenendo razionalmente impossibile che una casa venga traslata in modo soprannaturale, come la montagna del Vangelo, preferiscono la tesi del trasporto materiale, anche se manca ogni documentazione al riguardo. Non è forse la peggiore forma di apostasia e un comportamento opposto a quello che Gesù vorrebbe da noi, limitare col nostro razionalismo le possibilità di Dio? L’orgoglio dell’uomo decaduto nel suo nuovo attacco a Dio non ammette che il soprannaturale vada oltre quello che egli giudica possibile! E’ un peccato mostruoso nei riguardi della divinità! Signore, perdona! Spirito di Verità illuminaci!” (cfr. www.lavocecattolica.it/prof.mor.htm).

            La richiesta di un giudizio canonico, per esser decisa, in qualunque senso, presupponeva quanto meno una disamina minimamente seria e imparziale delle obiezioni e confutazioni del Prof. Nicolini, e quindi delle prove documentali e scientifiche che le corroborano. Far passare invece il Prof. Nicolini come tutt’al più un bene intenzionato, ma un po’ “fissato” e fors’anche “fuor di testa”, come si dice, è trucco che a prima vista  mostra “la corda”, a copertura, qui, d’interessi che, dato quel che si è passato, è anche lecito supporre non troppo limpidi, e ancor a tutt’oggi comunque oscuri nelle loro effettive motivazioni e finalità, ma i cui effetti comunque come ognun vede sono di sostanziale e totale dissacrazione delle vere, soprannaturali origini del Santuario Lauretano.

            Questa sciagurata vicenda ecclesiastica, naturalmente, non potrà finire qui, e il mio Assistito (in questa, che per lui, è una vera odissea) si riserva di portare quanto appena avvenuto alla conoscenza del Santo Padre, nella fiducia che il pieno ripristino della verità su quel Santuario Pontificio, che “merita il nome di santuario più grande” della cristianità (Giovanni Paolo II, 1994), non potrà tardare molto, avvicinandosi il settembre p.v., allorché il successore di Pietro andrà proprio a Loreto per il programmato incontro con i giovani d’Italia e dell’Europa.

            Per concludere, perciò, penso che potrebbe solo far onore alla Vostra Redazione rispettare gli impegni assunti con il mio Assistito, quanto meno fino a prova contraria, come si dice, e così dimostrare quella “lealtà” che non può non contraddistinguere chiunque sopra ogni altra cosa davvero cerchi e ami “la verità”.

Avv. Prof. FRANCESCO DAL POZZO

Via Vecchia Bolognese, 321 - 50010 FIRENZE

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LORETO

BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA

PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”

Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana”

                                                                       (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

                               

PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

 

            Cuore Misericordioso di Gesù, per l’intercessione della Vergine Immacolata Lauretana, invocata come “Aiuto dei Cristiani”, ti rivolgiamo il grido della nostra speranza e della nostra implorazione più amorosa: salva la Tua Italia, salva la Tua Roma, salva la nostra Patria, salva la Tua Europa, in quest’ora di confusione, di errore, di orrore, di sbandamento e di decadimento.

            Tu sai tutto: conosci le rovine morali e spirituali, conosci il disordine civile e religioso, la disgregazione sociale, conosci il dramma e la tragedia delle Nazioni e dei Popoli di questo Continente, che fu Tuo, che è Tuo. Fa’ che non crolli questo baluardo della Tua Fede. Riaccendi, rianima, risuscita, consolida, o Cuore di Salvezza e di Redenzione, la coscienza più fedele, tutte le energie più buone, le forze più sane, le volontà più sante, contro tutte le forze del male.

            Schiaccia il Serpente, annienta il Maligno. Non cedergli le anime dei buoni e dei giusti, non permettergli la perdita dei cuori redenti dal Tuo Amore Appassionato, la sconfitta delle forze del bene. Non cedergli le conquiste della Tua Carità e del Tuo Sangue, dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi Martiri, dei Tuoi Santi, della Tua Chiesa. Non lasciargli il trionfo in questa Terra di benedizione, in questo Continente sacro al Tuo Cuore e al Tuo Amore.

            Te ne supplichiamo, per la Bontà Materna della Mamma Celeste, Immacolata Sposa dello Spirito Santo, cui nulla rifiuti, e che hai posto Guida, Regina e Condottiera della Tua Chiesa e della Tua Società d’Amore.

            Amen.

 

         ASSOCIAZIONE “LUCE DI CRISTO”

PER LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA

E PER L’ESERCIZIO DELLA CARITA’

Patrona: L’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto

  Sede: PARMA - Via Verdi, n.3 – Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332 - Cell. 340.7190085 - Cell. 338.8702045

  Sedi Distaccate: ANCONA - Via Maggini, 230 – Tel./Facs. 071.83552 – Cell. 339.6424332

                         FIRENZE - Via Vecchia Bolognese, 321 – Tel./Facs. 055.400707 – Cell. 349.2101400

Posta Elettronica: lucedicristo@lavocecattolica.it  –  Sito Internet: www.lavocecattolica.it

Codice Fiscale 92139970344 – Conto Corrente Postale 78026101

 

LA CHIESA E' UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA

LE FINALITA' DELL'ASSOCIAZIONE "LUCE DI CRISTO"

LA DIFESA E LA DIFFUSIONE DELLA FEDE CRISTIANA E L'ESERCIZIO DELLA CARITA'

LETTURA LITURGICA E PROGRAMMATICA DELL'ASSOCIAZIONE (del 28 dicembre 2006, Santi Innocenti)

Dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo (1^Gv.1,5-10;2,1-2)

Carissimi, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: DIO E' LUCE e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

        Gesù Cristo ha detto: "IO SONO LA LUCE DEL MONDO; CHI SEGUE ME, NON CAMMINERA' NELLE TENEBRE, MA AVRA' LA LUCE DELLA VITA" (Gv.8,12). Su queste parole del Vangelo è nata l’Associazione denominata “LUCE DI CRISTO”. L’Associazione non ha fini di lucro, è libera, indipendente, apolitica, ed ha lo scopo di perseguire finalità di solidarietà sociale verso i bambini non nati, l’infanzia abbandonata, gli anziani e chiunque versi in stato di disagio, di povertà e di bisogno. Per la realizzazione dei propri scopi sociali l’Associazione si avvale di ogni strumento legittimo e lecito e si propone, in particolare, di procedere ad adozioni a distanza, di prestare assistenza presso i centri infantili e per anziani, di acquistare generi di prima necessità, indumenti, e tutto quanto, secondo la necessità del momento, occorra a soddisfare le esigenze di chi si trovi in stato di bisogno. Inoltre l’Associazione si propone lo scopo di organizzare, partecipare e intervenire in qualsiasi evento pubblico (culturale, politico, storico, artistico e religioso) ai fini della difesa, divulgazione e sensibilizzazione sui temi della Carità e della Fede e Morale Cristiana (cfr. 1^Cor,13,1-3; Gc.2,14-26).

        Nella prospettiva del profetizzato “trionfo del Cuore Immacolato di Maria”, l’Associazione "Luce di Cristo" è nata ed è stata posta sotto il patrocinio dell’Immacolata Madre di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto, con cui - quale “reliquia miracolosa” e “luogo dell’Incarnazione” - la Vergine Maria ha operato nei due millenni passati la propagazione e la difesa della cristianità: prima in Oriente, da Nazareth, e poi in Occidente, da Loreto.

        L'Associazione intende unire, con un'unica azione comune, singole persone e anche associazioni già costituite, che sentono la necessità di rispondere all’appello del Santo Padre per una “nuova evangelizzazione” dell’Europa, al fine di ripristinarne le Radici Cristiane. Infatti solo stando uniti possono sperarsi frutti molto più abbondanti che non se i singoli operassero separatamente.

        Qualcuno, al solo ascoltare l'espressione «difesa della Fede», potrebbe sentire una specie di ripulsa, pensando di tornare ai tempi passati, fatti talvolta di lotte religiose. Non si tratta di questo: si tratta semplicemente di essere realisti. Se ci sono uomini e gruppi che sistematicamente, con mezzi molto potenti, attaccano la Fede e la Morale Cristiana, in pubblico e in privato, cercando di sradicarle dal cuore della gente, è logico e doveroso che un vero cristiano debba adoperarsi per difenderle e per diffonderle, così come ci ha insegnato Gesù: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt.5,14-15).

        Se Cristo oggi ci domandasse, come all’Apostolo Pietro: “Mi ami tu?” (Gv.21,15), voi cosa rispondereste?... Perciò, se il vostro cuore batte con quello di Cristo e le vostre convinzioni corrispondono alle nostre, UNIAMOCI, per diventare UNA VOCE FORTE nel difendere le nostre Radici Cristiane e tornare a diffondere la nostra Fede, intervenendo con convinzione in qualsiasi evento pubblico e privato, usando doverosamente, a tale scopo, tutti i mezzi possibili, legittimi e leciti. In tale modo si offrirà al nostro Salvatore Gesù Cristo un contributo, anche se piccolo e umile, per il perseguimento della Salvezza Eterna delle anime di tanti uomini.

        Perciò dopo aver letto questo messaggio di presentazione, se vorrete comunicare con l’Associazione “LUCE DI CRISTO” per associarvi, od avere ulteriori chiarimenti, contattateci al numero 071.83552 o al cellulare 339.6424332 o 340.7190085 o 338.8702045. Facsimile dell’Associazione è il numero 071.83552; la Posta Elettronica è: lucedicristo@lavocecattolica.it  Il Conto Corrente Postale per le offerte e l’adesione all’Associazione è il n°78026101. Ogni altra informazione utile per aderire all’Associazione la trovi nel Sito Internet www.lavocecattolica.it o all'indirizzo diretto www.lavocecattolica.it/lucedicristo.htm

 

LA CHIESA E' UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA

(Catechismo Chiesa Cattolica, n.811-870.)

La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,

e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana

(Paolo VI, 25 dicembre 1975)

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine (1^Cor.13,4-8)

LUCE E GRAZIA CONCEDI, O SIGNORE, A QUANTI PER CERCARE TE VERRANNO A NOI

PER INFORMAZIONI E ADESIONI ALL'ASSOCIAZIONE "LUCE DI CRISTO"

Codice Fiscale 92139970344 - Conto Corrente Postale n°78026101

* Sede di PARMA: Via Verdi, 3 - 43100 PARMA - Cell. 340.7190085 (Tatiana) - Cell. 338.8702045 (Fiorenzo)         

* Sede di ANCONA: Via Maggini, 230 - 60127 ANCONA  - (Prof. Giorgio Nicolini) - Tel./Facs. 071.83552 - Cell. 339.6424332

* Sede di FIRENZE: Via Vecchia Bolognese, 321 - 50010 FIRENZE  - (Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo) - Tel./Facs. 055.400707

 www.lavocecattolica.it

 

Omelia di Benedetto XVI del 2 ottobre 2005 nella Basilica di San Pietro

La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (Ap.2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: "Aiutaci a convertirci!". Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore, perché possiamo portare frutti buoni!”.

IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DALLA CONVERSIONE DEL MONDO

«Il futuro del mondo dipende dalla conversione del mondo» ha detto la Madonna a Fatima. In verità, siamo tutti responsabili. «Ogni peccato è un atto di guerra», diceva lo statista spagnolo Donoso Cortes. «Il peccato turba l’ordine naturale. Quando l’uomo si ribella a Dio, la natura si ribella all’uomo e lotta per Dio» (Sap.5,20). E’ questa la causa delle calamità naturali. Tolstoj diceva: «E’ assurdo che una guerra sia prodotta da alcuni uomini; sarebbe lo stesso che dire che una montagna viene spaccata da due colpi di piccone. La guerra è prodotta dai peccati dei popoli». L’umanità è una grande famiglia di cui Dio è Padre. Nessuno vive solo per sé, ma influisce su tutti. Quando la sproporzione fra i buoni e i cattivi oltrepassa ogni limite, Dio abbandona i governanti ai loro insani pensieri. Si scatenano feroci le lotte e sopravviene la desolazione. Al contrario l’offerta a Dio della fatica e sofferenza quotidiana, la paziente accettazione delle prove della vita, lo sforzo per osservare i Comandamenti di Dio, per perdonare le offese, producono inestimabili frutti di pace, di amore per tutte le famiglie e per l’intera Umanità.

 

PROFEZIE

San Luigi Orione fin dal 1921 profetizzava: "Il tempo viene ed è suo. Io sento appressarsi una grande giornata, la giornata di Dio!... Cristo viene ed è vicino: Cristo si avanza. Il secolo XIX è stato il secolo delle unità politiche, delle unità nazionali, ma io vedo un'altra grande unità: la più grande unità morale si va formando, nessuno la fermerà. Io vedo l'umanità che si va unificando in Cristo: non ci sarà che un corpo, che uno spirito, che una Fede. Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma. Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene: sento Cristo che si avanza. Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo: non sono gli uomini che la preparano, ma la Mano di Dio".

 

(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)

esortiamo PURE voi, figli carissimi,

a cercare quei “segni dei tempi”

che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.

Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,

anzi ella stessa l’atteso prodigio

 

Messaggio da Mediugorie del 25 febbraio 2007, di Maria “Regina della Pace”

(“l’atteso prodigio” profetizzato da Paolo VI)

Cari figli, aprite il vostro cuore alla misericordia di Dio in questo tempo quaresimale. Il Padre celeste desidera liberare dalla schiavitù del peccato ciascuno di voi. Perciò, figlioli, fate buon uso di questo tempo e attraverso l’incontro con Dio nella confessione lasciate il peccato e decidetevi per la santità. Fate questo per amore di Gesù che ha redento tutti voi con il suo Sangue, affinché siate felici e in pace. Non dimenticate, figlioli: la vostra libertà è la vostra debolezza, perciò seguite i miei messaggi con serietà. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

 (La Regina della Pace a Mediugorie, 25 febbraio 2007)

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

SANTA GIANNA BERETTA MOLLA

Come conservare la purezza?

Circondando il nostro corpo con la siepe del sacrificio.

La purezza è una “virtù-riassunto”, vale a dire un insieme di virtù...

La purezza diventa bellezza, quindi anche forza e libertà.

È libero colui che è capace di resistere, di lottare.

 

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IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE

E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

NON OPPORSI AD UN ERRORE  VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA’  VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San FELICE III – anni 483-492)

non temo la cattiveria dei malvagi, temo piuttosto il silenzio dei giusti

(Martin Luther King)

 

SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE DI QUESTI TESTI

AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET

Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)

 

Questi testi e quelli precedenti sono pubblicati in modo permanente e prelevabili agli indirizzi Internet

www.lavocecattolica.it

www.lavocecattolica.it/giornale.informatico.htm

www.lavocecattolica.it/lettera2marzo2007.htm

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’

 

 

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LEGGI NELLA CORRISPONDENZA SOTTOSTANTE LA SEMPLICE PROCEDURA DA SEGUIRE

Gentilissimo Prof. Nicolini, ho appena letto con piacere l'allegato. Ma che fatica! E' proprio necessario formattare con tutti quei colori e sfondi il testo? Scusandomi per la franchezza, forse eccessiva, credo che una maggiore sobrietà dell'impaginazione faciliterebbe la lettura. Cordialmente saluto. Alessio.

LA RISPOSTA SULL’UTILIZZO DEI COLORI E COME TRASFORMARE TUTTI I TESTI IN BIANCO E NERO

Caro Alessio, l'utilizzo dei diversi colori nelle parole del testo hanno lo scopo di COSTRINGERE A FERMARE L'ATTENZIONE su quella parola o su quel concetto che voglio evidenziare maggiormente, anche se costa fatica a chi legge. Ma proprio quella fatica fa fissare meglio una parola od un concetto. Altrimenti chi legge scorre con superficialità e non si ferma su punti molto importanti. Ogni parola che scrivo infatti è stata "misurata" e quando la evidenzio di più e "colpisce" l'occhio (cioè, lo disturba), colpiscono in quel modo anche l'intelligenza e si fissano meglio. Certe parole vogliono anche essere "una pietra" per coloro cui sono dirette "in prima persona", e che non vogliono vedere né sentire. Si dice che in Internet le parole ingrandite hanno lo stesso significato di uno che alza il tono della voce per farsi sentire con più forza. Per questo le uso. Almeno questo è il mio intento. Tuttavia tengo in considerazione il tuo invito alla sobrietà.

Vorrei comunque ricordarti, in ogni caso, che il testo che invio è in formato "Word" perché uno lo possa liberamente trasformare.      Se tu, infatti, fai delle semplicissime variazioni in modo autonomo, puoi avere il testo nel modo che vuoi tu, totalmente in bianco e nero. Basta andare su "Modifica", fare "Seleziona tutto", poi cliccare sul pulsante destro del "mouse", facendo comparire varie voci tra cui "Carattere". Cliccando su "Carattere" e poi sui colori dei caratteri il "Nero", il testo ti diventerà in pochi attimi in bianco e nero. Così pure se vuoi togliere totalmente tutti gli sfondi, basta andare su "Formato" e togliere ogni sfondo, con un paio di manovre.

Hai ragione, basterebbe modificare il formato prima di iniziare a leggere… A volte non ci si pensa, a volte fa fatica. Grazie comunque per tutto quello che scrivi; fa piacere vedere che c'è chi si impegna oggigiorno, con i più svariati mezzi, per promuovere la fede in Dio. E fa piacere anche leggere cose che altrimenti non si conoscerebbero. Una preghiera. Alessio.

 

Se venisse un altro Giona, crederemmo? Le nostre città crederebbero? Oggi ancora, per le grandi città, per le Nìnive moderne, Dio cerca dei messaggeri della penitenza. Abbiamo il coraggio, la fede profonda, la credibilità necessarie per toccare i cuori e aprire le porte alla conversione?  Card. Joseph Ratzinger

 

Nazareth-loreto-lourdes-fatima-mediugorie

Nella Santa Casa di Nazareth Maria è stata concepita “Immacolata” nel grembo di Sant’Anna e Dio, per preservare dalla distruzione quella Casa benedetta, l’ha fatta trasportare miracolosamente in “vari luoghi”, da Nazareth a Tersatto e sino a Loreto. A Lourdes Maria ha “confermato” di essere l’Immacolata Concezione, avvenuta nella Santa Casa di Nazareth a Loreto. A Fatima Maria ha chiesto la consacrazione al suo Cuore “Immacolato” ed ha preannunciato il futuro trionfo del suo Cuore Immacolato. A Mediugorie Maria sta ora portando a compimento il trionfo del suo Cuore Immacolato, con di fronte a sé, collegati dall’altra parte del Mare Adriatico, Ancona-Loreto con la Santa Casa di Nazareth ove proprio il suo essere spirituale (la sua anima, il suo cuore) fu concepito “Immacolato”.

 

La Santa Casa di Loreto

 

è il luogo che accolse la Santa Famiglia di Nazareth

Scrisse Giovanni Paolo II: Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”. Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.

 

www.operadellavita.it