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RIGUARDO ALLA “QUESTIONE LAURETANA”

L’APOSTASIA DALLA “VERITA’ STORICA”

DELLA “MIRACOLOSA” TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea…” (Mt.8,15-17).

 “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,

non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”

(del Beato Giovanni Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

 

 

LETTERE APERTE

CON IL DIRETTORE DI “AVVENIRE”

Dott. DINO BOFFO

 

LETTERA INVIATA AL DIRETTORE DI “AVVENIRE”

PER UNA PRECISAZIONE RIGUARDO AD UN ARTICOLO

SULLA GROTTA E LA CASA DI MARIA A NAZARETH

(in “AVVENIRE”, del 18 dicembre 2005, pag.3)

 

----- Original Message -----

From: giorgio.nicolini@poste.it

To: lettere@avvenire.it

Sent: Tuesday, December 20, 2005 3:23 PM

Subject: L'articolo di Marina Corradi sulla Casa di Maria a Nazareth

              (Avvenire, 18 dicembre 2005, pag.3)

Ancona, 20 dicembre 2005

 Caro Direttore,

            vorrei segnalarLe una “imprecisione” riportata nel servizio dalla Terra Santa di Marina Corradi (pubblicato in “Avvenire” del 18 dicembre scorso, pag.3), relativo all’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria, nella Casa di Nazareth. L’inviata di “Avvenire”, nel suo interessante articolo, riferisce che sulla pietra, nella” grotta dell’Annunciazione, sta scritto “Verbum caro hic factum est”, e scrive testualmente: “Quella grotta larga due metri per due, in cui a stento si sta in piedi, era la casa di Maria”.

            Vorrei con questa lettera precisarLe che tale informazione non è esatta, perché la Casa di Maria - ove avvenne l’Annunciazione -  non era la grotta ancora esistente a Nazareth, ma era un’autentica stanza “in muratura”, che si trovava in realtà “davanti” alla grotta, la quale era solo un semplice ripostiglio della “vera” Casa. L’autentica Santa Casa di Nazareth, ove avvenne l’Annunciazione, si trova attualmente “nel” Santuario di Loreto, da oltre 700 anni, come tutti sappiamo.

            Così come tutti i Papi precedenti, anche l’attuale Sommo Pontefice Benedetto XVI, nella preghiera inviata all’Arcivescovo di Loreto proprio il 9 dicembre scorso, per la Festa Liturgica della “Miracolosa Traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto (celebrata da sette secoli), ha scritto “espressamente”, “ripetutamente” e “inequivocabilmente” tale “verità” della presenza a Loreto della Santa Casa di Nazareth.

            Nella preghiera, da recitarsi nel Santuario di Loreto, il Santo Padre scrive, infatti, tra l’altro: Santa Maria, Madre di Dio, ti salutiamo nella tua casa. Qui l’arcangelo Gabriele ti ha annunciato che dovevi diventare la Madre del Redentore; che in te il Figlio eterno del Padre, per la potenza dello Spirito Santo, voleva farsi uomo. Qui dal profondo del tuo cuore hai detto: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,38). Così in te il Verbo si è fatto carne (Gv.1,14)… Dopo la prima visita al tempio con il Dodicenne siete tornati in questa casa a Nazaret, e qui per molti anni hai sperimentato quello che Luca riassume nelle parole: “... e stava loro sottomesso” (Lc.2,51).     

L’intera preghiera di Benedetto XVI è leggibile all’indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

            Essendo uno studioso della Santa Casa di Loreto, oltre ad un libro specifico già pubblicato sull’argomento, dal titolo LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO, ho anche aperto una sezione nel mio Sito Internet www.lavocecattolica.it dedicata interamente alla Santa Casa di Nazareth a Loreto, ove queste informazioni possono essere più ampiamente approfondite, con “prove” storiche, archeologiche e scientifiche, oltre alle ininterrotte e secolari “approvazioni” dei Papi, riguardo alla “questione lauretana”.

            Qui preciso soltanto, a correzione dell’involontaria imprecisione di Marina Corradi, che, essendo la città di Nazareth costruita sul pendio di una collina, tutte le case erano comunicanti con le grotte che si aprivano sul fianco della medesima. L’abitazione della Madre di Dio non faceva eccezione a questa regola: sorgeva infatti dinanzi ad una grotta e faceva un sol corpo con essa. A Nazareth attualmente sono rimaste “la grotta” e “le fondamenta” della Casa “in muratura” dell’Annunciazione, mentre a Loreto è venerata l’autentica Casa “in muratura”, senza fondamenta”, che stava a Nazareth davanti alla grotta. Detto più semplicemente: a Nazareth ci sono solo “le fondamenta” della Casa di Maria, mentre a Loreto c’è la Casa di Maria “senza le fondamenta”.

            Anche nei secoli passati molti si ponevano la questione di come potessero venerarsi in due luoghi diversi, a Nazareth e a Loreto, la stessa abitazione della Vergine. In realtà si tratta non di due presunte abitazioni, ma di due distinte parti di una sola abitazione, e cioè “la grotta” e “la Casa”. La grotta è quella ancora venerata a Nazareth (di cui riferisce nell’articolo Marina Corradi), mentre la Santa Casa (cioè, le “tre Pareti” antistanti la grotta) – come sappiamo dalla “tradizione” e dai secolari “pronunciamenti” dei Sommi Pontefici – fu “miracolosamente” portata “in vari luoghi”, e infine a Loreto, che all’epoca non esisteva.

            In proposito, così scriveva il grande Pontefice Beato Pio IX, nella Bolla “Inter Omnia”, del 26 agosto 1852, riguardo alle “fondamenta” rimaste a Nazareth e alla “traslazione miracolosa” della Casa: A Loreto si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia”.

            Nel mio studio sopra indicato, in proposito, dimostro con innumerevoli documentazioni che la Santa Casa fu portata “miracolosamente” in almeno “cinque” luoghi diversi, tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (in Dalmazia), ad Ancona, e in altri due luoghi diversi della zona recanatese, prima di venire “posata” definitivamente su “una pubblica strada”, sulla collina ove tutt’oggi ancora si trova. Dalla fine del XIII secolo sorse poi tutt’attorno alla Santa Casa la maestosa Basilica e la stessa cittadina di Loreto, come “una nuova Nazareth”, come ebbe a scrivere – con una felice e suggestiva espressione – il Papa Leone XIII, nella Lettera Enciclica “Felix Lauretana Cives”, del 1894, nella circostanza del VI Centenario della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto.

            Il Beato Pio IX, nella Bolla sopra citata, scriveva ancora: “Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio”.

            RingraziandoLa se vorrà indicare ai lettori del “nostro” quotidiano le sopraindicate precisazioni, e rendendomi disponibile per ogni altro eventuale approfondimento, anche “a voce”, per telefono, Le esprimo la mia sincera gratitudine per l’importantissimo e qualificato servizio che il quotidiano svolge per una corretta informazione di tutti noi cattolici e colgo l’occasione per inviare a Lei e a tutta la Redazione e collaboratori i più cordiali auguri di un Santo Natale e l’augurio di una ancor più ampia diffusione del nostro quotidiano per il nuovo Anno. Con la più viva cordialità.

Prof. GIORGIO NICOLINI

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it

Sito Internet sulla Santa Casa:  www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

LA LETTERA INVIATA AL DIRETTORE DI “AVVENIRE” Dott. DINO BOFFO

è leggibile all’indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/22dicembre2005.htm

 

 

LA LETTERA DELL’AVV. PROF. FRANCESCO DAL POZZO D’ANNONE

Al Direttore di “AVVENIRE” - Dott. Dino Boffo

lettere@avvenire.it

Piazza Carbonari, 3 - 20125 MILANO - Facsimile  02.6780502

 

e p.c., al Prof. Giorgio Nicolini

From: dal pozzo.francesco@tin.it

To: giorgio.nicolini@poste.it

Sent: Thursday, December 29, 2005 6:35 PM

Subject: Lettera ad "Avvenire"

OGGETTO: segnalazione d’errore o incompletezza, via “Posta Elettronica”, del Prof. Giorgio Nicolini, in data 20 dicembre, circa l’articolo di Marina Corradi sulla Santa Casa di Nazareth, del 18 u.s.

Firenze, 29 dicembre 2005

Caro Direttore,

            al corrente com’ero, e pure minimamente compartecipe, della “questione lauretana” di cui all’oggetto, e illustratataLe dal Prof. Giorgio Nicolini con “e-mail” del 20 u.s., mi pare di non aver trovato di ciò alcuna traccia sul periodico da Ella diretto, cui sono abbonato e che pertanto particolarmente apprezzo.

A me parrebbe molto opportuno, e, per lo spirito di verità che sempre ha animato il Suo lavoro, persino doveroso che di tale segnalazione correttiva, e comunque assai garbata, il Suo giornale desse il risalto che merita, dato che dietro di essa ci stanno anni e anni di studi, di fatto un’intera umana esistenza, e da ultimo, ad abundantiam, anche l’autorevole avallo di un illustre studioso, il Prof. Emanuele Mor di Genova.

Proprio in questi giorni, del resto, tutti tali studi, con la ricca documentazione probatoria che nel tempo li ha corroborati, hanno ora trovato pure l’implicita ma inequivoca conferma nella preghiera che il Santo Padre ha inviata a Loreto per la Festa della Traslazione del 10 dicembre, dove più volte la Santa Casa di Loreto viene appunto citata come quella medesima che fu luogo dell’Annunciazione e del verginale concepimento della nostra Madre del Cielo.

Se di tale documento Ella non fosse in possesso, e lo gradisse, Glielo potrei fare avere nel suo testo integrale: pare infatti che nella lettura ufficiale datane, vi siano state omissioni che potrebbero aver contribuito ad una non perfetta chiarezza…

Fiducioso nella Sua attenzione, mi abbia con viva cordialità!    

Prof. Avv. Francesco Dal Pozzo D’Annone

Posta Elettronica: dalpozzo.francesco@tin.it

Via Vecchia Bolognese, 321 – 50010 FIRENZE

Facsimile 055.400707

 

 

LA RISPOSTA DEL DIRETTORE DI “AVVENIRE”

ALL’AVV. PROF. FRANCESCO DAL POZZO D’ANNONE

 

Milano, febbraio 2006

Gent.mo Prof.
Francesco Dal Pozzo D’Annone
Via Vecchia Bolognese, 321 - 50130 Firenze

 

Gentile Amico,

            grazie della sua lettera di qualche settimana fa a proposito della questione della casa dell’Annunciazione, sollevata dal prof. Nicolini a seguito dell’editoriale di Marina Corradi del 18 dicembre scorso. Apprezzo molto che lei abbia posto rilievo su questa pagina fondamentale dell’evento cristiano - l’annuncio dell’Angelo alla Vergine Maria, appunto - ed anche su coloro che si prodigano con studi rigorosi a comparare i luoghi del Vangelo con quanto oggi di essi rimane. Ritengo tuttavia importante evidenziare che l’editoriale della collega Corradi non aveva alcuna pretesa di dimostrare la veridicità storica dei luoghi sacri della nostra fede, od accertare eventuali leggende ad essi collegati.

            L’intento piuttosto era quello di cercar di interpretare e ancor più amare il contesto umano e vitale nel quale Dio ha preparato l’incarnazione di Suo Figlio. So, da chi è stato a Nazareth, quanto la rivisitazione di quei luoghi (la casa di Maria non sono solo le mura ma la terra, l’ambiente in cui è vissuta) faccia bene alla fede. E per il credente, lei mi insegna, non sono le dissertazioni storiche o le indagini scientifiche (che pur sono d’ausilio) a rafforzare le ragioni della fede in Gesù Cristo e nel suo mistero.

            Ecco perché al momento non ho ritenuto di dover con ordine di priorità dare un seguito alla questione lauretana. Certo, può darsi che si  presenti l’occasione di parlarne ancora. Per ora direi che lo spazio ed il tempo non ce lo consentono: del resto in un quotidiano (anche nelle pagine relative alla vita ecclesiale e alla cultura) a giocare il ruolo di protagonista è l’attualità, che sempre incalza e sempre interroga, anche il credente.

            Confido nella sua comprensione ed amicizia. Con cordialità.

Dino Boffo

Direttore del quotidiano cattolico “AVVENIRE”

 

LA RISPOSTA DEL PROF. GIORGIO NICOLINI

AL DIRETTORE DI “AVVENIRE” - Dott. DINO BOFFO

lettere@avvenire.it

Ancona, 9 marzo 2006

Gent.mo Direttore di AVVENIRE

Dott. Dino Boffo

            confidando anche nella mia cordiale amicizia e comprensione, peraltro a Lei già nota e constatata in un paio di colloqui telefonici diretti, mentre La ringrazio della risposta da Lei inviata all’Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo D’Annone - che dallo stesso mi è stata fatta pervenire via Facsimile - riguardo alle mie garbate note “correttive” all’articolo di Marina Corradi (pubblicato in “Avvenire” del 18 dicembre, pag.3), Le faccio rispettosamente presente, però, che la Sua lettera di risposta al Prof. Dal Pozzo esula dal contenuto specifico del testo da me inviatoLe, che voleva essere sì “correttivo” ma insieme voleva essere anche “un ampliamento” della “vera storia” della “vera abitazione” nazaretana di Maria, presente ora “integralmente” a Loreto, e ove Maria ricevette l’annuncio angelico e ove perciò avvenne l’Incarnazione in lei del Figlio di Dio.

            Debbo con stupore e sincero dolore, constatare ancora una volta che – mentre alla “vera tradizione lauretana” approvata dal Magistero Solenne e plurisecolare dei Sommi Pontefici viene negato ogni spazio nel Suo giornale – è stato però pubblicato ancora una volta un nuovo articolo (con “ampio spazio”, in “Avvenire” del 3 marzo 2006, pag.17), che rinnova ed approfondisce quella che è una autentica “apostasia” e “mistificazione” della “vera storia” della “vera Casa di Nazareth” di Maria, a Loreto.

            Tale articolo, a firma di Vincenzo Varagona, è stato certamente fatto “in totale buona fede” dallo stesso autore. Anzi, in proposito, l’8 marzo scorso ho potuto scambiare qualche riflessione con lui anche per telefono. Tuttavia, parlandoLe con molta franchezza e usando lo stile con il quale già Ella mi conosce, mi sembra di poter affermare che la Sua presa di posizione – espressa nella lettera scritta al Prof. Dal Pozzo - sia assai poco imparziale e che, nel giustificare il mancato accoglimento della mia Lettera “correttiva”, sostiene nel contempo che l’articolo di Marina Corradi “non aveva alcuna pretesa di dimostrare la veridicità storica dei luoghi sacri della nostra fede, od accertare eventuali leggende ad essi collegati”.

            Ovviamente ognuno è libero di pensarla come crede, tuttavia Lei è il Direttore di un “quotidiano cattolico”, espressione diretta anche della Conferenza Episcopale Italiana, e che influenza in modo determinante “l’opinione” stessa dei Cattolici italiani. Per tale motivo, mi sembra che non sia “appropriato”, da parte Sua, classificare sbrigativamente come “leggende” anche le vicende relative alla “traslazione miracolosa” della Santa Casa di Nazareth a Loreto.

            Spero perciò mi perdonerà se mi permetto di esprimere un mio giudizio “fraterno” di avere Lei una “superficiale” competenza storica, archeologica e scientifica, nonché anche “canonica”, sulla “questione lauretana”. Sicuramente Lei non conosce tutti gli studi e i pronunciamenti plurisecolari della Chiesa, fatti attraverso il Magistero Solenne dei Sommi Pontefici; né, probabilmente, Lei ha avuto modo di approfondire anche le unanimi “approvazioni” (e persino “rivelazioni soprannaturali”) dei Santi (come, ad esempio, alcuni “Dottori della Chiesa”: San Pietro Canisio, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Santa Teresa del Bambin Gesù, e tanti altri…). I Santi, come sappiamo (oltre ad avere una competenza specifica e “autorevole” se sono stati dichiarati “Dottori della Chiesa”), sanno cogliere “con immediatezza intuitiva” “il soprannaturale”, là ove anche la scienza e la razionalità spesso annaspa o arriva molto in ritardo.

            A proposito, poi, dei pronunciamenti dei Sommi Pontefici, vorrei anche che si comprendesse meglio come un Santo possa abbandonarsi senza pregiudizio al suo entusiasmo ed esprimere liberamente il suo pensiero per ciò che riguarda i fatti soprannaturali, senz’altro rischio che quello di essere giudicato un po’ pazzo dal volgo che non lo comprende, sia pure della divina e mirabile pazzia di un San Francesco d’Assisi, ma un Pontefice non può che imporre a sé e agli altri il più severo riserbo e il più maturo controllo su tutto quanto riguarda le cose divine: perciò e per altri motivi superiori il suo giudizio acquista la massima autorità.

            Se esistesse, perciò, un documento pontificio di data lontana o vicina, che dichiarasse “leggendario” e privo di fondamento storico il fatto della “Traslazione Miracolosa” della Santa Casa di Nazareth a Loreto la questione sarebbe finita. Ma tale documento NON ESISTE. Al contrario sin dagli inizi delle vicende lauretane, i Vescovi locali competenti (Fiume, Ancona, Recanati, Macerata, Napoli…) e tutti i Sommi Pontefici – da Niccolò IV (1292) sino a Giovanni Paolo II (2005) – hanno affermato “in modo ININTERROTTO” l’autenticità della Santa Casa di Nazareth, presente a Loreto, come anche l’autenticità della MIRACOLOSITA’ della traslazione.

            Lo stesso attuale Sommo Pontefice Benedetto XVI, dietro una mia “richiesta urgente di intervento” per la celebrazione Liturgica del 10 dicembre scorso, ha fatto pervenire al Vescovo di Loreto una relativa “inequivoca” e bellissima preghiera da recitarsi nel Santuario: ma purtroppo nel Santuario essa viene quasi del tutto “trascurata” e persino “occultata”. Non mi risulta che sia mai stata pubblicata neppure in “Avvenire”. Tale preghiera, ed un mio commento ad essa, la può leggere all’indirizzo del mio Sito Internet

www.lavocecattolica.it/preghiera.benedetto.XVI.htm

            Il massimo “oppositore” e “mistificatore” lauretano fu Ulisse Chevalier, un canonico francese di un secolo fa (cfr. www.lavocecattolica.it/8dicembre2005.htm), e sconcertatamente proprio a lui si appoggiano il “moderno” Padre Giuseppe Santarelli (Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”), nonché lo stesso nuovo Vescovo Lauretano Mons. Danzi (cfr. Lettera leggibile all’indirizzo www.lavocecattolica.it/vescovo.loreto.htm). Scriveva il Padre Bartolomeo Bechis (in “Il Santuario di Loreto”, 1957, pag.170), a riguardo dell’opera di Ulisse Chevalier: “Nessun Papa – affermiamo una volta ancora – disse o scrisse mai una sola parola che possa essere interpretata contro la sette volte secolare e mai interrotta tradizione lauretana, e in tutti i documenti Pontifici ad essa relativi questo “primo e più grande Santuario Mariano del mondo” è lodato e magnificato perché è per i Papi davvero la Santa Casa nella quale il Verbo si è fatto carne, come han voluto fosse messo, a caratteri d’oro, sul marmo dell’Altare: “HIC VERBUM CARO FACTUM EST”. E noi ci domandiano, fin d’ora – prosegue il Padre Bechis -, con che pudore, scrittori che osano dirsi cattolici, ostentino poi tanta noncuranza, per non dire disprezzo, per l’unanime affermazione della Suprema Autorità della Chiesa di Cristo, i cui limiti non sta certo a noi definire, e che può certamente contare – anche per gli altri atti che non riguardano il depositum fidei – su di una speciale assistenza dello Spirito Santo; come questi autori, basandosi su argomenti, solo e sempre negativi e su documenti monchi, e interpretati con frasi isolate e quasi sempre in mala fede, giungano a tanta superba improntitudine di affermare con Gean Cuitton che nessun uomo accorto può più sostenere l’autenticità della Santa Casa e, con Henri Leclerq, che il libro dello Chevalier su Loreto è un’opera definitiva, e che d’ora in poi si è dispensati di leggere le produzioni letterarie, che senza dubbio continueranno a presentare la difesa di una leggenda in nome della storia”.

            Vorrei qui anche precisare, gentile Direttore, che mercoledì 8 marzo u.s., avendolo ricercato presso la Redazione di AVVENIRE, mi ha telefonato lo stesso Vincenzo Varagona, autore dell’articolo sopra riportato. Ho avuto ben chiaro – dalla telefonata - che egli pensasse di fare opera meritoria di illustrazione di una nuova importantissima scoperta archeologica, riguardante cioè l’autenticità dell’Altare degli Apostoli, presente nella Santa Casa di Loreto. Tale dato è sempre stato affermato dalla “tradizione lauretana” ed ora gli studi degli stessi Monelli e Santarelli li avallano - meritoriamente - in modo indiscutibile. Ma la conseguenza che ne discende non è - come si vuole far credere - che allora è vero che la Santa Casa è formata di “pietre” ivi portate (e poi riassemblate) dalla famiglia De Angelis, durante l’epoca delle Crociate. Tale “conferma archeologica” è invece una ulteriore “prova” della “verità” di quanto sempre riportato dalla “tradizione”: che, cioè, gli angeli (quelli del Cielo!...) non solo trasportarono le tre Sante Pareti (“integre”!) dell’abitazione di Maria, che erano poste davanti alla Grotta rimasta a Nazareth, ma insieme alle tre Sante Pareti essi trasportarono “miracolosamente” anche l’Altare degli Apostoli, su cui – secondo un’altra “tradizione” (non dimostrabile) – vi sarebbe stata celebrata anche la Prima Santa Messa dal “primo” degli Apostoli: San Pietro.

            Quindi, in realtà, lo studio del Monelli e del Santarelli, riportato da Varagona, conferma ancora di più “la straordinarietà” del “miracolo della traslazione”, approvato mille e mille volte dalle Supreme Autorità della Chiesa: la straordinarietà, cioè, che anche l’Altare degli Apostoli fu trasportato “miracolosamente” “in vari luoghi”, insieme alle Tre Pareti, dagli “angeli del Cielo”…

            Di ciò tratto ampiamente nel mio libro “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”, che Lei, nel negare la pubblicazione in AVVENIRE del mio articolo inviatoLe in dicembre, non si è però mai premurato di procurarsi e di documentarsene. In esso vi sono attestazioni e documentazioni storiche e archeologiche del tutto inedite, per lo più ancora sconosciute, e riferentesi anche alle “approvazioni canoniche” degli “eventi miracolosi” fatte anche dai Vescovi del XIII-XIV secolo, contemporanei, e quindi “testimoni diretti” dei fatti “miracolosi” accaduti.

IL “CODICE DA VINCI” LAURETANO

            In questa mia Lettera, signor Direttore Dino Boffo, voglio riferire anche a Lei con molta franchezza, e assumendomi tutta la responsabilità di quanto scrivo, ciò che ho già detto telefonicamente anche a Vincenzo Varagona: che, cioè, l’opera principale del Padre Giuseppe Santarelli “LA SANTA DI LORETO” (dalla prima all’ultima edizione) è infarcita di “fantasie personali” senza alcuna consistenza storica e purtroppo è anche impregnata di falsità e falsificazioni documentali molto gravi e molto sofisticate.

         Tale libro - che dette origine alla falsa ipotesi del “trasporto umano” ad opera della famiglia De Angelis dell’Epiro (che nel mio libro dimostro del tutto “FALSO”) - ha operato una “devastazione incalcolabile” della “verità” riguardo alla Storia Lauretana, ed è paragonabile nell’effetto prodotto (relativamente alla “questione lauretana”) alla devastazione dissacrante della figura di Gesù Cristo fatta nelle coscienze degli stessi cattolici dal “Codice da Vinci”. Con la differenza che quest’ultimo è palesemente “sacrilego” e rigettato e combattuto dalla Chiesa, mentre il primo (cioè il libro del Padre Santarelli) porta persino “l’imprimatur” ecclesiale di Vescovi che non ebbero modo di valutare con sufficiente competenza la sofisticatissima elaborazione pseudo-storica del Padre Santarelli. Con il risultato – ottenuto! - di aver fatto abbandonare quasi all’intera Chiesa “la verità” sia dell’autenticità della Santa Casa di Nazareth presente a Loreto (che sarebbe solo un riassemblaggio di “pietre” portate da Nazareth) che l’autenticità della “miracolosità” della traslazione.

      Riguardo a tale “effetto dissacrante” della storia lauretana, l’articolo di Varagona – sopra riportato - pubblicato in “Avvenire” il 3 marzo u.s., costituisce una ulteriore “amplificazione dissacrante”, al di là delle riconosciute “buone intenzioni” dell’autore. Varagona non si è neppure accorto della “gravità” di quanto scritto alla fine dell’articolo: La tradizione vorrebbe la Santa Casa portata in Illiria e poi a Loreto dagli angeli: questa ipotesi, che ha comunque rafforzato il culto mariano nei secoli, ha lasciato poi il posto a una tesi storica, secondo cui alcune pietre furono portate via mare dalla famiglia De Angelis, in epoca crociata”.

      Scrissi, in proposito, all’amato Mons. Comastri, nella lettera di denuncia del 1° novembre 2004:

“Se (…) nella realtà storica la “traslazione miracolosa” non c’è mai stata, e quindi - per deduzione - asserirlo è una “falsità”, allora bisogna anche dire per conseguenza logica che: tutta la Tradizione tramandata dai testimoni oculari è una colossale e universale mistificazione; tutte le testimonianze “giurate” degli avi sono spergiuri e menzogne; tutti gli studi storici, archeologici e architettonici sarebbero assurdamente “falsi” (pur essendo “scientificamente” “veri”!); tutte le “rivelazioni divine” dichiarate dai Santi sono blasfeme menzogne; tutte “le approvazioni” secolari della “Chiesa ufficiale” sono state un errore e un inganno storico macroscopico e riprovevole (che giustamente potrebbero far tacciare la Chiesa come una colossale mistificatrice a riguardo della “questione lauretana”); e infine l’approvazione liturgica della “traslazione miracolosa” è stato un errore ancor più gigantesco della Chiesa da dover rinnegare al più presto e definitivamente, da obbligare in coscienza a richiederne immediatamente la soppressione, sostituendola con una semplice “memoria del trasporto umano delle sante pietre”, e chiedendone anche “il perdono” - cioè, anche di tale “errore” della “miracolosità” dichiarata e celebrata, oltre a quelli già richiesti dal Papa nel Giubileo del 2000 - sia a tutti i cristiani di ogni epoca come a tutti gli altri uomini, per averli “ingannati” per tanti secoli, pur fosse tutto avvenuto e senza alcun dubbio “in totale buona fede”… Ecc.za, mi perdoni, ma “queste” sono le sole deduzioni logiche inevitabili e incontestabili che ne derivano di conseguenza se si rifiuta (dai “cristiani”!) e si ritiene “falsa” la “verità storica” della “miracolosità” della “Traslazione” della Santa Casa di Nazareth “in vari luoghi” e infine a Loreto!…

            Però di tutto questo che “denuncio” presso le Autorità Ecclesiastiche, ripetutamente interpellate da me da anni, non è stato dato inizio ancora a nessuna “indagine canonica” (cfr. Can. 1389, 1391 del C.D.C.), eccetto che – recentemente – dalla “Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti”, da parte del Card. Arinze, e da parte anche dell’amatissimo “Pastore Supremo” e “dolce Cristo in terra”, Benedetto XVI, che però è “inascoltato”, “disobbedito” anche presso “i responsabili” della Basilica Lauretana.

            Qui, per concludere, mi permetta di ripetere anche a Lei, Dott. Boffo, quanto già scrissi all’amatissimo Mons. Comastri nella lettera di “denuncia” del 1° novembre 2004 sopra indicata (cfr. indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/lettera.mons.comastri.htm):

            “... O crediamo alla Chiesa e ci incanaliamo su quanto essa ci propone a credere e a venerare (anche se, in questo caso, in una obbedienza che implica solo una “fede umana” e non una “fede dogmatica”, ma sempre “riverente” “obbedienza” deve essere!…) od ogni riferimento “sicuro” circa “la verità” perde ogni consistenza, ogni serietà, ogni autorevolezza, ogni credibilità: con danno spirituale incalcolabile alle anime ed i tanti gravi rischi che ne derivano per la Salvezza Eterna di tante di loro, perché “si fa rendere più difficile e dolorosa” o persino “si può far vanificare” l’opera redentrice di Cristo, invece di collaborare con il Signore per “incrementarla” ed “estenderla”!

            E’ questo l’assillo che mi addolora, che mi fa soffrire, che mi fa provare amarezza e sdegno, che non mi lascia inerte e mi fa protestare, mi fa scrivere, mi fa impegnare al di là delle stesse forze e possibilità umane per cercare di far capire, di convincere, mi fa chiedere “Udienze” (purtroppo quasi sempre “ovunque” “rifiutate” dai Pastori!…): ma ciò che soprattutto mi spinge in tutto questo è il pensiero del dolore di Cristo! il pensiero del dolore di Maria! il pensiero del dolore delle anime (a me personalmente tante volte “attestato” da tante persone!)! è il pensiero della “confusione” e dello “smarrimento” che si genera nelle menti, soprattutto delle persone semplici e indifese, e al conseguente grave detrimento spirituale che ne deriva per loro e per la loro salvezza!…

            Ed è anche la consapevolezza “viva” di dover contrastare - con tutte le forze possibili e senza risparmio alcuno di mezzi (anche di quelli economici, da ridurmi spesso nella vita alla povertà assoluta, fino all’indigenza) - quel “fumo di Satana”, del quale il Servo di Dio Paolo VI asseriva drammaticamente essere penetrato inaspettatamente da “fessure” all’interno della stessa Chiesa, dopo l’ultimo Concilio, e, nel nostro caso, all’interno della stessa “veridicità storica” della Traslazione “miracolosa” della Santa Casa di Nazareth, da “dissacrarne” anche la storia e perciò la venerazione, come ebbe ad “attestare” nel 1988 anche lo stesso Mons. Loris Capovilla, suo predecessore, nel “prendere atto” delle “reazioni” di tantissimi fedeli alla prima pubblicazione del Padre Giuseppe Santarelli fatta nel 1984 (purtroppo “autorizzata” dallo stesso Mons. Capovilla).

Mi perdoni “la franchezza” – Ecc.za amatissima – ma io “sento” “vivo” nell’intimo quanto asseriva il Salmista: Mi divora lo zelo della tua casa, perché (…) dimenticano le tue parole (Sal.119,139). Eppure ne aveva già scritto (sulla verità della “miracolosa traslazione”) proprio “un santo”, il Beato Giovanni Spagnuoli (detto il Mantovano), nel 1479, che testimoniò e trascrisse i “documenti” allora in suo possesso e risalenti alle origini del Santuario, perché restassero “a perpetua memoria”, motivando la sua preoccupazione e il suo intento scrivendo testualmente: “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni, non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”.

Allora non posso non sentire anch’io nel mio spirito “l’eco” delle parole di San Paolo: Consapevoli dunque del timore del Signore, noi cerchiamo di convincere gli uomini; per quanto invece riguarda Dio, gli siamo ben noti. E spero di esserlo anche davanti alle vostre coscienze. Non ricominciamo a raccomandarci a voi, ma è solo…, perché abbiate di che rispondere a coloro il cui vanto è esteriore e non nel cuore. Se infatti siamo stati fuori di senno, era per Dio; se siamo assennati, è per voi. Poiché l’amore del Cristo ci spinge  (2^Cor.5,11-14).

Ecc.za amatissima: “la verità” è “verità”!… “la verità” impegna “la coscienza”!… Anche nella “questione lauretana” non ci sono delle vie intermedie: o “è vero” che la Santa Casa è stata “trasportata miracolosamente” da Dio ad opera degli Angeli o “non è vero”!… Ma se “è vero” (come è vero!), bisogna dire che “è vero”!… qualunque sia la reazione e l’opinione degli uomini, che risponderanno per se stessi davanti a Dio della loro accettazione o del loro rifiuto, a seconda della loro “buona fede” o della loro “mala fede”, secondo come sta scritto: “Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore (1^Gv.4,6).

E se si è nel dubbio sui fatti accaduti tanti secoli fa bisogna attenersi a ciò che dice la Chiesa al riguardo e non contraddirla!… o quantomeno bisogna “tacere”!… Altrimenti “si rischia” di tradire e “di fatto” si tradisce “la verità”!… perché “si misconosce” UN’OPERA “MIRACOLOSA” “VERA” di Dio, di Gesù, di Maria e degli Angeli Santi!…

In tal modo si diventa anche “ingrati” (cfr. C.C.C. n.2094) e si arreca “rammarico” e “dolore” a Dio, a Gesù, a Maria e agli Angeli Santi, perché non si attribuisce loro quanto hanno voluto “realmente”, misericordiosamente e “miracolosamente” attuare per il bene e la salvezza degli uomini!… (cfr. Gen.6,6: “Il Signore si pentì di aver fatto (…) e se ne addolorò in cuor suo”).

Infine, si fanno “deviare” le menti dei credenti e non credenti, generando “confusione” e “smarrimento”, ed anche provocando LA PRIVAZIONE A TANTI UOMINI DELLE TANTE GRAZIE CHE DIO, proprio attraverso “IL SEGNO” e “il richiamo” di un tale “evento miracoloso (come di tanti altri analoghi), VOLEVA FOSSERO CONCESSE, al fine proprio di far maggiormente incrementare la Fede negli uomini e poter così attuare nella storia l’opera di salvezza di Cristo in un modo più penetrante, più efficace e più esteso.

Ci si rende perciò - in una parola - “responsabili”, sì, “RESPONSABILI” di NON AVER DETTO LA VERITA’ su “un evento miracoloso” che è stato “REALMENTE” COMPIUTO DA DIO e “comprovato” “ufficialmente” dalla Suprema Autorità della Chiesa, che è “sempre” e “davvero” assistita dallo Spirito Santo, anche quando non parla “ex-cathedra!

 

Gentile Direttore di AVVENIRE

Dott. DINO BOFFO,

         mi permetta di concludere, ancora, con le parole di Maria dette ai bambini di Fatima con la tristezza e tenerezza profonda del suo Cuore Immacolato, che fu “concepito” “immacolato” proprio fra quelle Sacre Mura Lauretane: NON OFFENDANO PIU’ NOSTRO SIGNORE, CHE E’ GIA’ MOLTO OFFESO! … anche nella negazione della “verità” sulla “questione lauretana”!...

         Distintamente.

Prof. GIORGIO NICOLINI

Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA

Tel. 071.2801766 – Cell. 338.2892353 – Facsimile 178.4413104

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.itSito Internet: www.lavocecattolica.it

 

 

Parole profetiche di San Pio da Pietrelcina

Particolarmente importanti e profetiche le espressioni di Padre Pio da Pietrelcina che, in un pubblico ammonimento ai suoi figli spirituali nel 1963 diceva: «Causa l'ingiustizia dilagante e l'abuso di potere, siamo giunti al compromesso col materialismo ateo, negatore dei diritti di Dio. Questo è il castigo preannunciato a Fatima... Tutti i sacerdoti che sostengono la possibilità di un dialogo coi negatori di Dio e coi poteri luciferini del mondo, sono ammattiti, hanno perduto la fede, non credono più nel Vangelo! Così facendo tradiscono la parola di Dio, perché Cristo venne a portare sulla terra perpetua alleanza solamente agli uomini di cuore, ma non si alleò cogli uomini assetati di potere e di dominio sui fratelli... Il gregge è disperso quando i pastori si alleano con i nemici della Verità di Cristo. Tutte le forme di potere fatte sorde al volere dell'autorità del cuore di Dio sono lupi rapaci che rinnovano la passione di Cristo e fanno versare lacrime alla Madonna...» (da “Avvenire” del 19 agosto 1978)

 

 

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