Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce,
ma non sai di dove viene e dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito
(Gv.3,8)

 


Ancona
Mercoled
ì, 11 maggio 2005

Sabato, 9 maggio 2012
(Una proposta di un Calendario Universale a partire dal Concepimento "reale" di Cristo)


Carissimo amico e carissima amica, questo Giornale Informatico "LA VOCE" http://www.lavocecattolica.it/lettere%20informative.htm  è un umile mezzo d'informazione e quindi è un semplice strumento di comunicazione sociale, pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che in molti casi si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15) e "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt.10,8). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del bene in una società offuscata dalle tenebre del male.

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IL PECCATO MORTALE DI GENOCIDIO

DI QUANTI VOTERANNO "Sì"

AL REFERENDUM sulla Fecondazione Artificiale

E IL PECCATO DI SCANDALO DEI CATTOLICI

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Da "AVVENIRE" dell'11 maggio 2005:

Bufera dentro Alleanza Nazionale per i tre "Sì" di Fini

"Mi recherò a votare - ha detto il vicepremier di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini - anche se considero l'astensione pienamente legittima E voterò no solo all'eterologa".

NON UCCIDERE!

Bisogna ricordare ai Cattolici del "Sì"

e ad ogni altro uomo

I SEVERI AMMONIMENTI

DELLA PAROLA DI DIO:

Egli da principio creò l'uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere. Se vuoi, osserverai i comandamenti; l'essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere. Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua; là dove vuoi stenderai la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la sapienza del Signore, egli è onnipotente e vede tutto. I suoi occhi su coloro che lo temono, egli conosce ogni azione degli uomini. Egli non ha comandato a nessuno di essere empio e non ha dato a nessuno il permesso di peccare" (Sir.15,11-20).

"FIGLIO DELL'UOMO, TUTTE LE PAROLE CHE TI DICO ACCOGLILE NEL CUORE E ASCOLTALE CON GLI ORECCHI: POI VA' (...) DAI FIGLI DEL TUO POPOLO, E PARLA LORO. DIRAI: COSI' DICE IL SIGNORE, ASCOLTINO O NON ASCOLTINO... SE IO DICO AL MALVAGIO: TU MORIRAI E TU NON LO AVVERTI E NON PARLI PERCHE’ IL MALVAGIO DESISTA DALLA SUA CONDOTTA PERVERSA E VIVA, EGLI, IL MALVAGIO, MORIRÀ PER LA SUA INIQUITÀ, MA DELLA SUA MORTE IO DOMANDERÒ CONTO A TE. MA SE TU AMMONISCI IL MALVAGIO ED EGLI NON SI ALLONTANA DALLA SUA MALVAGITÀ E DALLA SUA PERVERSA CONDOTTA, EGLI MORIRA’ PER IL SUO PECCATO, MA TU TI SARAI SALVATO. COSI’, SE IL GIUSTO SI ALLONTANA DALLA SUA GIUSTIZIA E COMMETTE L'INIQUITA', IO PORRO' UN OSTACOLO DAVANTI A LUI ED EGLI MORIRA’... SE TU INVECE AVRAI AVVERTITO IL GIUSTO DI NON PECCARE ED EGLI NON PECCHERA’, EGLI VIVRA’, PERCHE' E' STATO AVVERTITO E TU TI SARAI SALVATO" (Ez.3,10-11.18-21).

ASCOLTATE, O RE, E CERCATE DI COMPRENDERE, IMPARATE, GOVERNANTI DI TUTTA LA TERRA. PORGETE L'ORECCHIO, VOI CHE DOMINATE LE MOLTITUDINI E SIETE ORGOGLIOSI PER IL GRAN NUMERO DEI VOSTRI POPOLI. LA VOSTRA SOVRANITA’ PROVIENE DAL SIGNORE; LA VOSTRA POTENZA DALL'ALTISSIMO, IL QUALE ESAMINERA’ LE VOSTRE OPERE E SCRUTERA’ I VOSTRI PROPOSITI; POICHÉ, PUR ESSENDO MINISTRI DEL SUO REGNO, NON AVETE GOVERNATO RETTAMENTE, NE' AVETE OSSERVATO LA LEGGE NE' VI SIETE COMPORTATI SECONDO IL VOLERE DI DIO. (...) L'INFERIORE E’ MERITEVOLE DI PIETÀ, MA I POTENTI SARANNO ESAMINATI CON RIGORE. IL SIGNORE DI TUTTI NON SI RITIRA DAVANTI A NESSUNO, NON HA SOGGEZIONE DELLA GRANDEZZA, PERCHE' EGLI HA CREATO IL PICCOLO E IL GRANDE E SI CURA UGUALMENTE DI TUTTI. MA SUI POTENTI SOVRASTA UN'INDAGINE RIGOROSA. PERTANTO A VOI, O SOVRANI, SONO DIRETTE LE MIE PAROLE, PERCHE' IMPARIATE LA SAPIENZA E NON ABBIATE A CADERE" (Sap.6,1-9).


Insegna anche il Concilio Ecumenico Vaticano II: “Tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l'aborto, l'eutanasia e lo stesso suicidio volontario, TUTTO CIÒ CHE VIOLA L'INTEGRITÀ' DELLA PERSONA UMANA... (...); tutte queste cose, e altre simili, sono certamente VERGOGNOSE. Mentre GUASTANO LA CIVILTÀ UMANA, disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli che le subiscono e ledono grandemente l'onore del Creatore” ("Gaudium et Spes", n.27).


Dal Catechismo della Chiesa Cattolica

IL BAMBINO "FIN DAL CONCEPIMENTO" E' UN ESSERE UMANO

2274 - L'embrione, poiché fin dal concepimento deve essere trattato come una persona, dovrà essere difeso nella sua integrità, curato e guarito, per quanto è possibile, come ogni altro essere umano. [Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, III]. La diagnosi prenatale è moralmente lecita, se “rispetta la vita e l'integrità dell'embrione e del feto umano ed è orientata alla sua salvaguardia o alla sua guarigione individuale... Ma essa è gravemente in contrasto con la legge morale quando contempla l'eventualità, in dipendenza dai risultati, di provocare un aborto: una diagnosi... non deve equivalere a una sentenza di morte” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, III].

2275  - “Si devono ritenere leciti gli interventi sull'embrione umano a patto che rispettino la vita e l'integrità dell'embrione, non comportino per lui rischi sproporzionati, ma siano finalizzati alla sua guarigione, al miglioramento delle sue condizioni di salute o alla sua sopravvivenza individuale” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, III]. - “E' immorale produrre embrioni umani destinati a essere sfruttati come "materiale biologico" disponibile” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, III]. - “Alcuni tentativi d' intervento sul patrimonio cromosomico o genetico non sono terapeutici, ma mirano alla produzione di esseri umani selezionati secondo il sesso o altre qualità prestabilite. Queste manipolazioni sono contrarie alla dignità personale dell'essere umano, alla sua integrità e alla sua identità” unica, irrepetibile [Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, III].

IL PECCATO DI SCANDALO

2284 - Lo scandalo è l'atteggiamento o il comportamento che induce altri a compiere il male. Chi scandalizza si fa tentatore del suo prossimo. Attenta alla virtù e alla rettitudine; può trascinare il proprio fratello nella morte spirituale. Lo scandalo costituisce una colpa grave se chi lo provoca con azione o omissione induce deliberatamente altri in una grave mancanza.

2285 - Lo scandalo assume una gravità particolare a motivo dell'autorità di coloro che lo causano o della debolezza di coloro che lo subiscono. Ha ispirato a nostro Signore questa maledizione: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli. . ., sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare”( Mt 18,6 ) [Cf 1Cor 8,10-13 ]. Lo scandalo è grave quando a provocarlo sono coloro che, per natura o per funzione, sono tenuti ad insegnare e ad educare gli altri. Gesù lo rimprovera agli scribi e ai farisei: li paragona a lupi rapaci in veste di pecore [Cf Mt 7,15 ].

2286 - Lo scandalo può essere provocato dalla legge o dalle istituzioni, dalla moda o dall'opinione pubblica. Così, si rendono colpevoli di scandalo coloro che promuovono leggi o strutture sociali che portano alla degradazione dei costumi e alla corruzione della vita religiosa, o a “condizioni sociali che, volontariamente o no, rendono difficile e praticamente impossibile un comportamento cristiano conforme ai comandamenti” [Pio XII, discorso del 1 giugno 1941]. Analogamente avviene per i capi di imprese i quali danno regolamenti che inducono alla frode, per i maestri che “esasperano” i loro allievi o per coloro che, manipolando l'opinione pubblica, la sviano dai valori morali.

2287 - Chi usa i poteri di cui dispone in modo tale da spingere ad agire male, si rende colpevole di scandalo e responsabile del male che, direttamente o indirettamente, ha favorito. “E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono” ( Lc 17,1 ).


IL GRAVE "AVVERTIMENTO" e "AMMONIMENTO"

DEL "SANTO" PONTEFICE

GIOVANNI PAOLO II

(nel 1999)

Alla fine del secondo millennio, l'umanità si trova a una sorta di crocevia. In quanto Pastori responsabili della vita della Chiesa, dobbiamo meditare profondamente sui segni di una nuova crisi spirituale i cui pericoli sono evidenti non solo a livello personale, ma anche a livello della stessa civiltà (cfr. "Evangelium Vitae", n.68), Se la crisi si approfondirà, l'utilitarismo ridurrà sempre più gli esseri umani a oggetti da manipolare. Se la verità morale rivelata nella dignità della persona umana non disciplina e non orienta le energie esplosive della tecnologia, a questo secolo di lacrime potrebbe seguire UNA NUOVA ERA DI BARBARIE, piuttosto che una primavera di speranza (cfr. Discorso alle Nazioni Unite, 5 ottobre 1995, n.18).


L'INSEGNAMENTO DI BENEDETTO XVI

La libertà di uccidere non è una vera libertà,

ma è una tirannia che riduce l’essere umano in schiavitù

(Omelia pronunciata nel corso della celebrazione eucaristica tenutasi sabato pomeriggio 7 maggio nella Basilica di San Giovanni in Laterano, in occasione dell’insediamento sulla Cattedra del Vescovo di Roma)

    Questa potestà di insegnamento spaventa tanti uomini dentro e fuori della Chiesa. Si chiedono se essa non minacci la libertà di coscienza, se non sia una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero. Non è così. Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso assoluto, un mandato per servire. La potestà di insegnare, nella Chiesa, comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede. Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo

    Lo fece Papa Giovanni Paolo II, quando, davanti a tutti i tentativi, apparentemente benevoli verso l’uomo, di fronte alle errate interpretazioni della libertà, sottolineò in modo inequivocabile l’inviolabilità dell’essere umano, l’inviolabilità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. La libertà di uccidere non è una vera libertà, ma è una tirannia che riduce l’essere umano in schiavitù. Il Papa è consapevole di essere, nelle sue grandi decisioni, legato alla grande comunità della fede di tutti i tempi, alle interpretazioni vincolanti cresciute lungo il cammino pellegrinante della Chiesa. Così, il suo potere non sta al di sopra, ma è al servizio della Parola di Dio, e su di lui incombe la responsabilità di far sì che questa Parola continui a rimanere presente nella sua grandezza e a risuonare nella sua purezza, così che non venga fatta a pezzi dai continui cambiamenti delle mode.


 

Dalla Dichiarazione Dogmatica del Concilio di Trento

Decreto "Sulla giustificazione", sess. VI, cap. XV:

 

Bisogna poi affermare contro alcune persone dall'ingegno scaltro, che "con un parlare solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei semplici" (Rom.16,18), che si perde la Grazia ricevuta della giustificazione non soltanto con il peccato contro la Fede, per cui si perde la Fede stessa, ma anche con qualsiasi altro peccato mortale, benché non si perda la Fede; (e questo si afferma) per difendere la dottrina della Legge Divina, la quale non solo esclude dal Regno di Dio gli increduli, ma anche i credenti, che sono "immorali", "idolatri", "adulteri", "effeminati", "sodomiti", "ladri", "avari", "ubriaconi", "maldicenti", "rapaci" (1^Cor.6,9-10), e tutti gli altri, che commettono peccati mortali, dai quali con l'aiuto della Grazia Divina possono astenersi e per i quali si separano dalla Grazia di Dio.

 


Dal Catechismo della Chiesa Cattolica:

1855 - Il peccato mortale distrugge la carità nel cuore dell'uomo a causa di una violazione grave della legge di Dio; distoglie l'uomo da Dio, che è il suo fine ultimo e la sua beatitudine, preferendo a lui un bene inferiore.

1856 - Il peccato mortale, in quanto colpisce in noi il principio vitale che è la carità, richiede una nuova iniziativa della misericordia di Dio e una conversione del cuore, che normalmente si realizza nel sacramento della Riconciliazione. Quando la volontà si orienta verso una cosa di per sé contraria alla carità, dalla quale siamo ordinati al fine ultimo, il peccato, per il suo stesso oggetto, ha di che essere mortale... tanto se è contro l'amore di Dio, come la bestemmia, lo spergiuro ecc., quanto se è contro l'amore del prossimo, come l'omicidio, l'adulterio, ecc... [San Tommaso d'Aquino, Summa Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I-II, 88, 2].

1857 - Perché un peccato sia mortale si richiede che concorrano tre condizioni: “E' peccato mortale quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza e deliberato consenso” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 17].

1858 - La materia grave è precisata dai Dieci comandamenti, secondo la risposta di Gesù al giovane ricco: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre” ( Mc 10,19 ). La gravità dei peccati è più o meno grande: un omicidio è più grave di un furto.

1859 - Perché il peccato sia mortale deve anche essere commesso con piena consapevolezza e totale consenso. Presuppone la conoscenza del carattere peccaminoso dell'atto, della sua opposizione alla Legge di Dio. Implica inoltre un consenso sufficientemente libero perché sia una scelta personale. L'ignoranza simulata e la durezza del cuore [Cf Mc 3,5-6; Lc 16,19-31] non diminuiscono il carattere volontario del peccato ma, anzi, lo accrescono.


Concilio Ecumenico Vaticano II

Costituzione Dogmatica "Lumen Gentium", n.14

 

"Il Santo Concilio insegna che questa Chiesa pellegrinante è necessaria alla Salvezza... Perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa Cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare... Non si salva però anche se incorporato alla Chiesa, colui che, non perseverando nella carità, rimane sì in seno alla Chiesa col "corpo", ma non col "cuore". Si ricordino bene tutti i figli della Chiesa che la loro privilegiata condizione non va ascritta ai loro meriti, ma ad una speciale Grazia di Cristo; per cui, se non vi corrispondono col pensiero, con le parole e con le opere, non solo non si salveranno, ma anzi SARANNO PIU' SEVERAMENTE CONDANNATI" (cfr. Lc.12,48; Mt.5,19-20; 7,21-22; 25,41-46; Gc.2,14).

 


 

Dalla LETTERA APERTA scritta dal Prof. Nicolini in data 8 settembre 1998

AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA OSCAR LUIGI SCALFARO

prelevabile nel sito www.lavocecattolica.it all'indirizzo Internet: 

 

http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/lettera%20a%20Scalfaro.html

 

(.........)

Perché dai politici e dagli studiosi si continua ipocritamente a discutere "sul momento" della "umanizzazione" del "concepito", quando  è a tutti "evidentissimo" che, anche ove mancasse ogni prova scientifica al riguardo (e ce ne sono invece ormai esaustive!), non è lecito e legittimo per nessuno intervenire nel dubbio: poiché se quel “concepito” è veramente “un essere umano” (come lo è!), lo si uccide!... Nel dubbio, infatti, non è lecito agire ad alcuno...

Ne si può invocare il principio di "un male minore", personale o sociale, perché anche "un solo bambino" "soppresso" è però portatore di un "diritto personale" "assoluto" ed "inviolabile":   “IL DIRITTO PRIMIGENIO ALLA VITA”, antecedente ad ogni altro uomo e allo Stato (che è solo un'organizzazione sociale), e sul quale (diritto primigenio) nessun altro può sindacare o decidere, neppure il padre o la madre stessa, e neppure il soggetto stesso.

 ( .......... )

Lo Stato, e neppure il popolo con i "referendum", non possono legittimamente e lecitamente legiferare su “un diritto assoluto, primigenio ed innato all'essere umano vivente”, diritto che per natura propria precede lo stesso Stato e l'organizzazione politica della società. Né lo Stato né alcun altro uomo può stabilire dei giorni, delle settimane o dei mesi su quando avviene l'umanizzazione di un "concepito", dopo del quale non è più "legale" sopprimerlo (e prima di esso invece sì). Anche solo nel dubbio non si può assolutamente intervenire.

( ......... )

    Scriveva il Card. Ratzinger nell'Istruzione su "Il rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione", del 22 febbraio 1987: “Difendendo l'uomo contro gli eccessi del suo stesso potere, la Chiesa di Dio gli ricorda i titoli della sua vera nobiltà; solo in tal modo si potrà assicurare all'umanità di domani la possibilità di vivere e di amare in quella dignità e libertà che derivano dal rispetto della verità... Alla luce della verità sul dono della vita umana e dei princìpi morali che ne conseguono, CIASCUNO E' INVITATO AD AGIRE, NELL'AMBITO DELLA RESPONSABILITA’ CHE GLI E' PROPRIA, come il buon samaritano e a RICONOSCERE anche IL PIU’ PICCOLO tra i figli degli uomini come suo prossimo (cfr. Lc.10,29-37): “La parola di Cristo trova qui una risonanza nuova e particolare: "CIO’ CHE AVRETE FATTO AL PIU’ PICCOLO DEI MIEI FRATELLI LO AVRETE FATTO A ME" (Mt.25,40).

 

 

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica:

1929 - La giustizia sociale non si può ottenere se non nel rispetto della dignità trascendente dell'uomo. La persona rappresenta il fine ultimo della società, la quale è ad essa ordinata: La difesa e la promozione della dignità della persona umana ci sono state affidate dal Creatore; di essa sono rigorosamente e responsabilmente debitori gli uomini e le donne in ogni congiuntura della storia [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 47].

1930 - Il rispetto della persona umana implica il rispetto dei diritti che scaturiscono dalla sua dignità di creatura. Questi diritti sono anteriori alla società e ad essa si impongono. Essi sono il fondamento della legittimità morale di ogni autorità: una società che li irrida o rifiuti di riconoscerli nella propria legislazione positiva, mina la propria legittimità morale [Cf Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris, 65]. Se manca tale rispetto, un'autorità non può che appoggiarsi sulla forza o sulla violenza per ottenere l'obbedienza dei propri sudditi. E' compito della Chiesa richiamare alla memoria degli uomini di buona volontà questi diritti e distinguerli dalle rivendicazioni abusive o false.


 

DALL'INSEGNAMENTO DI GIOVANNI PAOLO II

LA BATTAGLIA FINALE DI SATANA

Nell’omelia tenuta a Denver, il 15 agosto 1993, per la II Giornata Mondiale della Gioventù: Questo mondo meraviglioso - tanto amato dal Padre che ha mandato il suo unico Figlio per la sua salvezza (cfr. Gv.3,17) - è il teatro di un'interminabile battaglia che viene combattuta per la nostra dignità e identità quali esseri liberi, spirituali. Questa lotta riecheggia il combattimento apocalittico descritto nella Prima Lettura di questa Messa (cfr. Ap.12). La morte lotta contro la Vita: una "cultura della morte" cerca di imporsi al nostro desiderio di vivere, e di vivere pienamente. Vi sono alcuni che respingono la luce della vita, preferendo "le opere infruttuose delle tenebre" (Ef.5,11). La loro messe è l'ingiustizia, la discriminazione, lo sfruttamento, l'inganno, la violenza. In ogni età, un metro del loro apparente successo è la morte degli innocenti. Nel nostro secolo, come mai prima nella storia, la "cultura della morte" ha assunto una forma sociale e istituzionale di legalità per giustificare il crimine più orrendo contro l'umanità: il genocidio, "soluzioni finali", "pulizie etniche", e il massiccio "togliere la vita agli esseri umani prima ancora della loro nascita, o anche prima che siano arrivati al naturale traguardo della morte" (Dominum vivificantem, 57). La Lettura odierna dal Libro dell'Apocalisse presenta la Donna circondata da forze ostili. La natura assoluta del loro attacco è simboleggiata nell'oggetto della loro intenzione malvagia: il Bambino, il simbolo di nuova vita. Il "drago" (Ap.12,3), il "principe di questo mondo" (Gv.12,31) e il "padre della menzogna" (Gv.8,44), cerca incessantemente di sradicare dai cuori umani il senso di gratitudine e di rispetto per l'originale, straordinario e fondamentale dono di Dio: la stessa vita umana. Oggi questa battaglia è diventata sempre più diretta (cfr. Sito Internet: http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/INDEXMOVIMENTO.htm ).

 

DALL'INSEGNAMENTO DI BENEDETTO XVI

LA VITTORIA DI DIO CONTRO L'IRROMPERE VEEMENTE DI SATANA

11 maggio 2005

 Riprendendo il ciclo di catechesi di Giovanni Paolo II sui Salmi e i Cantici, Papa Benedetto XVI ha commentato per l'Udienza Generale di oggi 11 maggio, tenutasi in Piazza San Pietro, con la partecipazione di 17.000 persone, il Cantico dell'Apocalisse (15, 3-4) "Inno di adorazione e di lode".

"La storia non è in mano a potenze oscure, al caso o alle sole scelte umane. Sullo scatenarsi di energie malvagie, sull'irrompere veemente di Satana, sull'emergere di tanti flagelli e mali, si eleva il Signore, arbitro supremo della vicenda storica. Egli la conduce sapientemente verso l'alba dei nuovi cieli e della nuova terra, cantati nella parte finale del libro sotto l'immagine della nuova Gerusalemme".         (...) 

"A intonare il Cantico che ora mediteremo sono i giusti della storia, i vincitori della Bestia satanica, coloro che attraverso l'apparente sconfitta del martirio sono in realtà costruttori del mondo nuovo, con Dio artefice supremo. (...) Si vuole, quindi, riaffermare che Dio non è indifferente alle vicende umane, ma in esse penetra realizzando la sue "vie", ossia i suoi progetti e le sue "opere" "efficaci".

"Questo intervento divino ha uno scopo ben preciso: essere un segno che invita alla conversione tutti i popoli della terra. Le nazioni devono imparare a "leggere" nella storia un messaggio di Dio. L'avventura dell'umanità non è confusa e senza significato, né è votata senza appello alla prevaricazione dei prepotenti e dei perversi".

"Esiste la possibilità di riconoscere l'agire divino nascosto nella storia" e "aprirsi così al timore del nome del Signore". Nel linguaggio biblico, infatti, questo "timore" non coincide con la paura, ma è il riconoscimento del mistero della trascendenza divina. (...) Grazie al timore del Signore non si ha paura del male che imperversa nella storia e si riprende con vigore il cammino della vita, come dichiarava il profeta Isaia: 'Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: 'Coraggio! Non temete!".

"L'inno finisce con la previsione di una processione universale di popoli che si presenteranno davanti al Signore della storia, svelato attraverso i suoi "giusti giudizi". Essi si prostreranno in adorazione. E l'unico Signore e Salvatore sembra loro ripetere le parole pronunziate l'ultima sera della sua vita terrena: "Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!".



L'indefettibile Profezia di Maria a Fatima

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA'


Archivio degli altri messaggi "LA VOCE"

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A cura del Prof. GIORGIO NICOLINI

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LETTERA DI "DENUNCIA"

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LA VERIDICITA' STORICA

DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE

DELLA SANTA CASA DI NAZARETH

A LORETO

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Un nuovo libro del Prof. Giorgio Nicolini trattante

LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

Libro di 100 pagine di robusta carta patinata, tutte a colori e tutte illustrate, con elegante grafica adatta anche per bambini, illustrante - con prove documentali del tutto inedite – la verità storica delle “cinque traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth avvenute “in vari luoghi” e infine sul colle di Loreto: “traslazioni miracolose” avvenute tra il 1291 e il 1296, “approvate” “ufficialmente” nella loro “veridicità storica” da tanti Papi, per sette secoli. Il libro contiene anche il testo della “benedizione” di Giovanni Paolo II, spedita in data 11 gennaio 2005 all’autore del libro dal “santo” Pontefice. Per favorirne la diffusione popolare si offre tale libro a soli 3,25 euro la copia.

Per richieste scrivere al Prof. Giorgio Nicolini: giorgio.nicolini@poste.it - Cell. 338.2892353

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