LETTERA INVIATA ALL’EX-PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
OSCAR LUIGI SCALFARO
IN DATA 8 SETTEMBRE 1998
RIGUARDO AD ALCUNE GRAVI QUESTIONI ETICHE

SULLA MORALITA’ PUBBLICA

E IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE

 

Sito Internet: www.lavocecattolica.it/lettera.presidente.repubblica.html
 
 
Gent.mo e stim.mo

Sig. Presidente della Repubblica

OSCAR LUIGI SCALFARO                                   

Palazzo del Quirinale

00187 – ROMA

 

Prof. GIORGIO NICOLINI

 

Ancona, 8 settembre 1998

 

Mi permetto di disturbarLa con questa lettera, signor Presidente Scalfaro, poiché so che è impossibile poter parlare con Lei direttamente, al Quirinale.

Così, infatti, mi era stato consigliato di fare (come attestante la fotocopia acclusa davanti al presente scritto) dal Capo del Cerimoniale Dott. Sandro Gori, con una lettera inviatami il 23 dicembre 1996, in risposta ad una mia richiesta di udienza personale con Lei, che tentai di avere. Il Dott. Gori mi scriveva: "... qualora Lei ritenesse di mettere per iscritto quanto avrebbe avuto in animo di esporre a voce, la Sua richiesta verrebbe esaminata con la dovuta considerazione".

Pertanto Le invio, signor Presidente, il presente scritto, attraverso il quale voglio innanzitutto esprimerLe la mia umile e grata riconoscenza per quanto ha detto al “meeting” dell'Azione Cattolica del 5 settembre scorso, e cioè per le parole del Suo severo e forte monito, ripreso da Cristo stesso: "Oggi i bambini sono diventati mercato per le cose più turpi... GUAI a coloro che se ne rendono responsabili. Sarebbe meglio, per loro, che si mettessero una macina al collo…" (così leggo da "AVVENIRE" del 6/9/1998, pag.9; ma forse l'espressione è stata riportata male, perché il Vangelo dice, per l'esattezza, che “SAREBBE MEGLIO PER LUI CHE GLI FOSSE APPESA AL COLLO UNA MACINA…, E FOSSE GETTATO NEGLI ABISSI DEL MARE” (Mt.18,6).

Io Le scrivo, signor Presidente, da semplice e umile cittadino, sapendo di non avere nessuna autorità come anche di non avere quasi nessuna dimestichezza con questioni legate a leggi e procedimenti penali. Mi permetto soltanto di farLe pervenire (insieme ad alcune altre cose) il riporto dal “computer” del testo di una lettera (che Le aggiungo di seguito a questo foglio iniziale) che mi sono sentito in dovere di scrivere il 29 agosto scorso direttamente al Direttore Responsabile del settimanale "L'Espresso", uno dei tanti giornali purtroppo infarciti di immotivata e gratuita pornografia, che, penetrando - anche ingannevolmente - nelle case di migliaia di famiglie, corrompono, oltre che gli adulti (responsabili per conto proprio di quanto fanno pervenire liberamente in casa), anche i bambini innocenti e indifesi.

Questo avviene, naturalmente, come Lei ben sa, anche e in modo assai più grave e devastante tramite la televisione, che è ormai quasi impossibile poter accendere "serenamente", tanto che io non l'accendo quasi più, se non per vedere rare volte qualche programma culturale o scientifico (e con prudenza!) o religioso ben selezionati, e il telegiornale, quest'ultimo per lo più videoregistrato, in modo da interromperlo o saltarlo con il telecomando quando anche in esso non raramente viene presentata ancora la pornografia o comunque l'indecenza, ammantate da pseudo-servizi informativi o da futili vacuità.

Io mi rivolgo umilmente e direttamente a Lei, signor Presidente della Repubblica, prima di tutto come libero cittadino dello Stato Italiano, e poi anche come credente in Dio, per chiederLe se Lei può fare “qualcosa di più”, oltre ai sacrosanti e lodevoli moniti evangelici, per "DIFENDERE" I BAMBINI, come anche gli adolescenti, i giovani, e anche gli adulti!, dal punto di vista giuridico e legale, contro l’immoralità che dilaga dappertutto.

 

 

LETTERA INVIATA AL DIRETTORE DEL SETTIMANALE "L’ESPRESSO"

Ancona, 29 agosto 1998

Gent. Sig. Direttore del settimanale "L’ESPRESSO"

CLAUDIO RINALDI - Via Po, 12 - 00198 ROMA

 

Mi rivolgo cortesemente a Lei, chiedendo scusa del disturbo, per chiedere a Lei direttamente di comunicare all'Ufficio competente del Suo giornale la cancellazione dei miei dati personali dai Loro Archivi elettronici e la cessazione dell'invio al mio nominativo di ogni forma di pubblicità invitante all'abbonamento al Suo settimanale.

I miei dati sono stati probabilmente ricavati dall'elenco telefonico di Ancona e, circa tre mesi fa, mi era stata fatta pervenire la proposta di ricevere il Loro settimanale "in prova gratuita". Poiché non avevo ancora avuto occasione di conoscere il Loro giornale avevo (ingenuamente) spedito "la conferma" dell'invio gratuito dell'"ESPRESSO" al mio indirizzo, per un mese. Dopo averlo conosciuto, però, ho inviato una cartolina con la quale chiedevo la cessazione dell'invio del settimanale. Poiché il settimanale continuava però ad arrivarmi lo stesso, anche dopo aver spedito la cartolina di richiesta di cessazione ed oltre il mese di prova propostomi, ho poi telefonato direttamente e personalmente all'Ufficio Abbonamenti perché fosse interrotto l'invio del Loro settimanale al mio nominativo. L'interlocutrice al telefono mi aveva assicurato che avrebbero interrotto l'invio del settimanale, come poi è avvenuto.

Ora, però, mi è ugualmente giunta una nuova proposta di abbonamento, con la relativa specifica pubblicità.

Poiché già nella precedente cartolina inviata avevo scritto le motivazioni del mio rifiuto a proseguire la lettura del Loro settimanale, mi vedo ora costretto a scriverLe direttamente, signor Direttore, chiedendoLe di far rispettare la mia volontà: che cioè non mi venga più inviata alcun altra proposta né di lettura temporanea né di abbonamento e neppure nessun altra forma di pubblicità, come anche Le chiedo che - a norma di legge - i miei dati siano cancellati dai Loro Archivi elettronici.

Il motivo - già scritto, come detto, nella cartolina inviata in precedenza - lo riferisco rispettosamente e doverosamente anche a Lei, signor Direttore: il Suo settimanale - peraltro pregevole per la grafica e per i tanti e approfonditi servizi di attualità - è infarcito anche di inaccettabile e gratuita pornografia: dalle copertine, alle pagine di pubblicità, a "certi" servizi giornalistici, alle videocassette offerte con il giornale.

Non Le sembra, signor Direttore, di svilire in tal modo profondamente il Suo pur rispettabile giornale? Non comprende gli "scandali" che provoca la pornografia, specie quando arriva nelle case e nelle famiglie ove ci sono anche dei bambini che sono indifesi di fronte ad essa, senza parlare delle copertine stesse, esposte anche in edicola, "alla vista" di tutti, come ho potuto rilevare casualmente solo ultimamente? (dico, del Suo giornale).

Le sembra "giusto" che un giornale, pur “laico” nei suoi princìpi, non tenga conto del rispetto dovuto a chi ha una sensibilità diversa e che deve sempre in ogni dove vedersi “aggredito” impunemente - contro le leggi che pur ci sono - dall'indecenza gratuita? come c'è anche nell'ultima pubblicità inviatami, oggetto della mia presente rinnovata richiesta di cancellazione dei miei dati personali dai Loro Archivi?

Non ha anche Lei, signor Direttore, “una Coscienza” - anche se laica - alla quale deve e dovrà rispondere degli scandali dati o permessi?

Io sono un privato cittadino. Non mi sarebbe dispiaciuto abbonarmi al Suo giornale (che, come ho detto sopra, è pure ricco di pregevoli servizi, anche se talvolta opinabili, ma comunque approfonditi ed utili). Ma oggettivamente Lei e la Sua Redazione me lo rendete impossibile. Io infatti non voglio che entri nella mia casa la pornografia (non la faccio entrare neanche dalla televisione!), né intendo finanziare alcun giornale che in modo diretto o indiretto, per fini più o meno giustificabili, si fa diffusore della pornografia.

Mi sono, anzi, sentito anche in dovere di chiedere scusa al mio “postino” per averlo “costretto” - con il mio assenso a farmi pervenire il settimanale in prova - a “vedere” le copertine indecenti del Suo settimanale, e a “consegnarmi” la rivista nella buca postale. Il postino, per niente insensibile, di rimando mi ha risposto con espressione rammaricata: “Purtroppo devo consegnare di tutto!”. Anche i postini dovrebbero essere "rispettati" nella loro sensibilità e nella loro coscienza nel non vedersi costretti a vedere e a consegnare quanto loro ripugna! Se fossero tolte le copertine indecenti, visibili da tutti, almeno questa "ingiustizia" sarebbe loro risparmiata! (poi dei "contenuti interni" ne risponderà chi stampa e chi compra).

Non so se oso troppo, signor Direttore, ma mi permetto rispettosamente di darLe un consiglio "da sincero amico" (mi passi l'espressione): "ripulisca" il Suo giornale dalla pornografia (che è del tutto immotivata, specie in un giornale "serio"). Il Suo settimanale verrà più apprezzato, e diventerà meritevole nel contribuire anche a portare qualcosa di pulito, di positivo e di costruttivo nella società.

Talvolta può "costare" essere coerenti con la propria coscienza, ma Le assicuro che "ci si guadagna di più": ci si guadagna l'impagabile "pace della propria coscienza", che a nessuno è preclusa, solo che lo si voglia.

Con la più viva cordialità. 

                GIORGIO NICOLINI

Ancona

 

 

Lei, Signor Presidente Scalfaro, il 28 maggio 1992, davanti alle Camere Riunite, nel discorso programmatico per il Suo insediamento, dopo l’elezione a Presidente della Repubblica, disse, tra le altre cose: “Sono uno dei pochissimi rimasti in Parlamento di quei 555 che prepararono e votarono la Carta Costituzionale. Carta che, nella parte della proclamazione dei diritti dell’uomo, è quanto di più alto e più completo potesse essere scritto a fondamento della vita operosa di tutto il popolo italiano. Io ebbi la ventura di votarla, la carta...”.

Io, signor Presidente Scalfaro, La ringrazio dal più profondo del cuore per quanto fece quando io neppure esistevo, neppure nel grembo di mia madre: perché mi ha dato modo (Lei e tutti gli altri 554 "costituenti") di venire all'esistenza e di nascere in una Nazione dotata di una Carta Costituzionale che era ed è "quanto di più alto e più completo potesse essere scritto a fondamento della vita...". Così, infatti, ho trovato “preparato” un “ambiente sociale” che “ha protetto” la mia “infanzia” e la mia “adolescenza”, permettendomi una crescita umana e spirituale progressivamente migliore.

Per questo, allora, molto preoccupato e triste - come Lei e come tantissimi altri - dal presente stato sociale della Nazione, a causa della dilagante pornografia e dal libertinaggio sfacciato - che nuocciono grandemente allo sviluppo umano e spirituale soprattutto dei bambini, degli adolescenti e dei giovani -, mi rivolgo fiduciosamente a Lei, supremo garante della Costituzione, della quale conosce a fondo “la lettera” e “lo spirito”, proprio per avere Lei stesso contribuito a prepararla e a votarla, per chiederLe, come ho scritto sopra, se Lei può fare anche qualcosa di più, per far rispettare la legalità e la Costituzione.

Perché, ad esempio, non vengono applicate le leggi, che pur ci sono, a tutela del "buon costume"? Non dice, infatti, la Costituzione ancora in vigore (al n.21): Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al BUON COSTUME. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni"?

Ci sono queste leggi e questi "provvedimenti adeguati"? Perché nessuna autorità preposta alla loro osservanza, che io sappia, si fa carico di farle applicare "in modo rigoroso"? Non è una grave omissione dell'ufficio loro affidato?

Quando ero adolescente ricordo che c'erano dei magistrati che facevano anche "sequestrare" e "interdire" (con mio compiacimento), su tutto il territorio nazionale, le pubblicazioni contrarie al "buon costume". La legge costituzionale, e le relative leggi applicative, non sono rimaste sempre le stesse? Sono forse diventate anacronistiche o inapplicabili? e perché?...

Non ci sono comunque anche oggi forme uguali o simili, cioè - come dice la Costituzione - "provvedimenti adeguati", per "prevenire" e "reprimere" le "violazioni" al divieto di pubblicazioni, di spettacoli e di tutte le altre manifestazioni contrarie al "buon costume"? Se i provvedimenti che già ci sono non sono più "adeguati", bisognerà - come richiede la Costituzione stessa - assumerne di nuovi che siano efficacemente "adeguati"!

E' forse a taluni facile e comodo "giustificarsi" pretestuosamente affermando che è cambiato il "comune senso del pudore" nonché il senso del "buon costume". In verità, per definizione stessa, almeno quest'ultimo fa riferimento ad un "oggettivo" "costume" "buono". E' forse, o potrà mai diventare, "un costume buono" la pubblica indecenza e la pornografia? E se quest'ultime sono "oggettivamente" “un costume cattivo”, possono essere tollerate anche se fosse cambiato il "comune senso del pudore"?

Il "comune senso del pudore" è una catalogazione opinabile. Infatti esso può anche essere "degenerato" ed essere diventato "un costume cattivo", e quindi oggettivamente negativo e non giustificabile. Semmai, al contrario, il "comune senso del pudore" si deve provvedere - con "provvedimenti adeguati" - a "ri-educarlo" e "ri-stabilirlo" nel popolo, perché torni al "livello" di un "costume buono", come prescrive la Costituzione.

Perché allora la stampa e la televisione (e ogni altro strumento “mass-mediatico”) possono oggi impunemente "aggredire" "tutti", "piccoli" e "grandi", credenti e non credenti, cristiani e non cristiani, con la violenza, l'indecenza e la pornografia, e quasi nessuno interviene più a far rispettare i diritti violati anche degli altri liberi e semplici cittadini, che anche soffrono per questo stato di cose e vorrebbero pur sentirsi "tutelati" da "qualcuno" o da "qualcosa"?

Mi rivolgo direttamente a Lei, signor Presidente Scalfaro, perché Lei è il Primo Cittadino d'Italia, garante del rispetto della Costituzione e delle leggi che governano il vivere civile di questa Nazione, e garante dei diritti anche dell'“ultimo” dei cittadini, tra i quali mi ci sento anch'io.

Io Le invio la copia della lettera che avevo scritto il 29 agosto scorso al signor Claudio Rinaldi, Direttore Responsabile del settimanale "L’Espresso", perché quanto Lei ha detto il 5 settembre scorso, ricordando a tutti gli italiani (e non solo) le severissime parole di Cristo, mi ha fatto riflettere meglio e più profondamente sulle gravissime responsabilità dei “mass-media” e anche sul fatto che la mia lettera inviata al Direttore dell'"Espresso", scritta peraltro con molta carità e rispetto, non avrà sicuramente alcun effetto pratico, e comunque ci sono responsabilità così gravi dello stesso giornale per quanto già pubblicato fino ad ora (per quel poco che ho potuto fuggevolmente verificare di recente), che mi sono chiesto - dopo il Suo intervento del 5 settembre scorso - se "il privato silenzio" o "la sola diretta protesta ad un qualunque responsabile della stampa" ("sordo" già - perché "sicuro" dell'impunità - agli stessi enunciati delle leggi da rispettare) non possa diventare, alla fine, una comoda, vile e colpevole omissione di presa di responsabilità verso chi è più indifeso e incapace di tutelarsi anche da un punto di vista prettamente psicologico, come lo è ovviamente, ad esempio, della totalità dei bambini.

Allora io invio direttamente a Lei, signor Presidente, anche la fotocopia di quella lettera scritta privatamente al Direttore dell'"Espresso", perché ne faccia tutto quello che la Sua coscienza di Primo Cittadino d'Italia (oltre che della Sua Coscienza umana e cristiana), preposto alla "tutela" dei diritti di "tutti", possa ritenere "utile" od "opportuno". Io sono infatti quasi del tutto sicuro che una mia qualunque "privata" "denuncia" delle violazioni da parte di chicchessia delle leggi del "buon costume" e del "comune senso del pudore", rimarrebbe "lettera morta", chiusa e inefficace negli Uffici di qualunque autorità di polizia.

Tale inefficacia ha ormai provocato, a me sembra, un'impudenza che travalica ogni limite, tanto che ormai sembra che quasi nessuno "teme" più le "autorità" stesse, poiché esse stesse sono gravemente inerti o inadempienti o inefficaci nell'applicazione delle leggi che governano il vivere civile.

Eppure, per noi credenti, è chiaro il dovere civico che impone la Parola di Dio: "CIASCUNO STIA SOTTOMESSO ALLE AUTORITÀ COSTITUITE, POICHÉ NON C'È AUTORITÀ SE NON DA DIO E QUELLE CHE ESISTONO SONO STABILITE DA DIO. QUINDI CHI SI OPPONE ALL'AUTORITÀ', SI OPPONE ALL'ORDINE STABILITO DA DIO. E QUELLI CHE SI OPPONGONO SI ATTIRERANNO ADDOSSO LA CONDANNA. I GOVERNANTI INFATTI NON SONO DA TEMERE QUANDO SI FA IL BENE, MA QUANDO SI FA IL MALE. VUOI NON AVER DA TEMERE L'AUTORITÀ'? FA IL BENE E NE AVRAI LODE, POICHÉ ESSA E' AL SERVIZIO DI DIO PER IL TUO BENE. MA SE FAI IL MALE, ALLORA TEMI, PERCHÉ NON INVANO ESSA PORTA LA SPADA; E' INFATTI AL SERVIZIO DI DIO PER LA GIUSTA CONDANNA DI CHI OPERA IL MALE. PERCIÒ E' NECESSARIO STARE SOTTOMESSI, NON SOLO PER TIMORE DELLA PUNIZIONE, MA ANCHE PER RAGIONI DI COSCIENZA" (Rom.13,1-5).

"NON INVANO ESSA (l'autorità) PORTA LA SPADA" (Rom.13,4). Si può dire che oggi sia "così"?... E perché, "INVANO", sembra, oggi, che l'autorità porti "la spada"?... A "causa" di "che cosa"?... E "per colpa" di "chi"?...

Allora scrivo a Lei direttamente e fiduciosamente, signor Presidente della Repubblica, perché - se non Le crea incomodo e lo ritiene opportuno od utile, e possibile (conoscendo Lei le leggi e le procedure che io non conosco) - possa anche, se vuole, inoltrare la copia della mia lettera stessa ad altre Autorità "affidabili" della Magistratura, come atto di "denuncia formale" mia nei riguardi del settimanale “L’Espresso” in specie, come anche implicitamente di qualsiasi altro giornale o trasmissione televisiva, per quanto già contravvenuto (e quindi sanzionabile), a mezzo stampa o video, e diffuso "pubblicamente", di indecente e di pornografico, sia in tale rivista suddetta come anche in tutti gli altri mezzi di comunicazione sociale, fino ad oggi, contro le leggi del “buon costume” e del “comune senso del pudore”, che ha un limite oggettivo e legale e non può arbitrariamente ed ipocritamente essere esteso indefinitamente, sino a non comprendere ormai più nulla.

Anche la Corte di Cassazione, il 27 novembre 1969 (da quanto leggo in un'Enciclopedia) aveva sentenziato che per "comune senso del pudore" si intendeva quello dell'"uomo medio, normale, che vive con sano equilibrio nella società del suo tempo, lontano cioè dagli opposti eccessi del rigore e del lassismo".

Tale "comune senso del pudore" così inteso, peraltro, per me credente - e che umilmente ritengo di essere "un uomo medio, normale, che vive con sano equilibrio nella società del suo tempo, lontano cioè dagli opposti eccessi del rigore e del lassismo" - ha “una misurazione” ritengo molto “più oggettiva” e “profonda” ed “equilibrata”, sia riguardo al “bene in sé” come anche riguardo al “bene comune”: poiché credo a quanto dice la Parola di Cristo: “IO VI DICO: CHIUNQUE GUARDA UNA DONNA (o una donna, l'uomo) PER DESIDERARLA" (o per desiderarlo), HA GIÀ COMMESSO ADULTERIO CON LEI (o con lui) NEL SUO CUORE(Mt.25,27-28).

Naturalmente, ognuno è libero di pensarla come crede, ma si può negare oggettivamente che, comunque, oggi impera, e "impunemente", "il lassismo"? e quindi "si contravviene" al "comune senso del pudore" come sopra inteso dalla Corte di Cassazione?

E ciò è tanto più grave, anche perché la sensibilità e la coscienza "dell'uomo medio, normale, che vive con sano equilibrio nella società del suo tempo", e che deve pur vivere in uno spazio fisico del suolo italiano, ha il diritto oggettivo di vedersi rispettato nella propria sensibilità e coscienza, almeno riguardo al "comune senso del pudore" come sopra inteso, lasciando "al privato" di chi la pensa diversamente la responsabilità di quanto pensa e fa soggettivamente.

Bisogna, voglio dire, "rovesciare", o meglio "ristabilire", in modo vero e corretto, "i termini" del "diritto", che sono stati - a me sembra – come "invertiti" o, più esattamente, "pervertiti": in privato, cioè, ognuno è senz'altro libero di fare quello che vuole (e se ne assume tutta la responsabilità), ma "in pubblico" "NO"!, perché si ledono i diritti di altri.

Oggi invece in pubblico uno impunemente può fare quello che vuole, mentre il rispetto della coscienza singola e privata (di chi la pensa diversamente e che deve pur vivere in pubblico, almeno per soddisfare le comuni necessità della vita) è calpestata e offesa, specie nel campo del "buon costume" e del rispetto del "comune senso del pudore": e ciò contro il diritto naturale e costituzionalmente garantito di una legalità "rispettosa di tutti" nel "vivere civile" e "pubblico".

E quanti maggiormente sono colpiti da questo stato di cose - come Lei ben sa, signor Presidente, e come tante volte ha denunciato e il 5 settembre scorso ha denunciato ancor più fortemente - sono soprattutto i bambini, gli adolescenti e i giovani, non ancora pienamente maturi e idonei a fronteggiare tanta perversione morale.

Non c'è in tutto questo anche una grande e gravissima omissione da parte di tutte quelle autorità che per compito stesso loro assegnato hanno il dovere di "vigilare" in merito, per intervenire e garantire il rispetto delle leggi già esistenti al riguardo?... anche - come dice la Costituzione - per "reprimere" efficacemente le "violazioni", sia con le leggi già esistenti, sia - da parte dei legislatori - con la doverosa e urgente formulazione di leggi "più adeguate", e se necessario "più severe", da farsi a tale scopo?

Anche di questo, signor Presidente, con la presente lettera ne faccio "denuncia formale" a Lei direttamente, perché - se può - faccia sempre più quanto è in suo potere per "denunciare", ancor più fortemente di quanto non abbia già fatto sino ad ora, le violazioni delle leggi esistenti nonché le inadempienze degli stessi responsabili delle leggi e delle loro applicazioni.

 

Un'altra questione, stimatissimo Signor Presidente Scalfaro, mi urge nel cuore, della quale sento una sconfinata amarezza e un profondissimo sdegno.

Come tutti sappiamo in Italia da ormai venti anni sono state (e vengono ogni giorno) soppresse “legalmente” milioni di vite umane innocenti ed indifese, nel grembo stesso della madre, grazie all'iniqua “legge 194” del 22 maggio 1978.

A riguardo di questa legge, signor Presidente, ancor più che per quanto espresso più sopra, mi sento obbligato a rivolgermi a Lei direttamente, perché quanto Le voglio dire non può non investire, forse, la Sua stessa responsabilità diretta.

Sono certo - per l'altissima stima della Sua persona che non si è mai sottratta ad intervenire ed a parlare "opportune et importune" - che Lei avrà da tempo e lungamente ponderato già tutto al riguardo: ma io non mi sento tranquillo nella mia coscienza se non Le dico umilmente quanto vado ora ad aggiungere nel presente scritto.

Lei occupa il posto più elevato della Nazione ed è "il garante" costituzionale del rispetto dei diritti di "tutti" i cittadini della Nazione Italiana.

Io ora Le dico e Le chiedo umilmente e rispettosamente se non ritenga che potrebbe essere giunto "il doveroso momento" in cui forse anche Lei dovrebbe spendere una parola autorevole, forte, solenne e inequivocabile al riguardo anche di quei "cittadini", comparsi all'esistenza sul suolo italiano nel grembo materno dal momento del loro concepimento, ma che non sono mai potuti venire alla luce di questo mondo, "magnifico e drammatico", a causa di una “legge iniqua” - tuttora vigente - che ne promuove e ne finanzia la soppressione prima della loro stessa nascita.

Anche Lei certamente - per le comuni convinzioni umane e religiose - riterrà che "questa" cosiddetta "legge" sia la più "anti-naturale" e la più "anti-costituzionale" di tutte quelle vigenti, perché sopprime radicalmente e irrimediabilmente IL DIRITTO STESSO ALLA VITA, che è intrinseco e primigenio, precedente ad ogni legge stessa e ad ogni consorzio umano e ad ogni Stato.

Io, Signor Presidente, anche soltanto come libero e comune cittadino, sento il "dovere" di "associarmi" ai "tantissimi altri" che già hanno contestato e ancora e sempre contesteranno, di fronte ai "Legislatori" ed alle "Autorità dello Stato", in qualunque forma possa essere permesso, “l’assoluta illegittimità” e “l’abissale ingiustizia” della legge esistente sull'aborto in Italia; e sento, signor Presidente, "il dovere" di "dirLe umilmente" che forse anche Lei "dovrebbe parlarne" (come fece peraltro a suo tempo anche il "laico" ex-Presidente del Consiglio Giuliano Amato) e, se esiste, come esisterà sicuramente, durante gli ultimi mesi del Suo mandato presidenziale, forse avrà anche il dovere di percorrere - se Lei stesso od altri non lo avessero efficacemente ed esaustivamente ancora fatto - "qualche strada" che ne permetta un radicale cambiamento.

Glielo chiedono, a me pare, il sangue versato e lo strazio indicibile dei corpicini "fatti a pezzi" di tutti "i milioni" di "bambini italiani" già soppressi, che "ancora" gridano: "chi ci ha difesi?"... Glielo chiedono, a me pare, tutti "i bambini" che ogni giorno sono "fatti a pezzi", in tutti gli angoli d'Italia, la cui voce silenziosa "urla" dal grembo materno prima della fatale soppressione: "chi ci difende?"...

Parlando biblicamente, non sta scritto: "LA VOCE DEL SANGUE DI TUO FRATELLO GRIDA A ME DAL SUOLO!"? (Gen.4,10). E qui si tratta di un’ECATOMBE orribile e immensa!... che, al confronto, fa "impallidire" gli stessi efferati crimini e stermini nazisti e comunisti!...

Signor Presidente, "CHI" o "CHE COSA" dobbiamo ancora "attendere" perché questo incalcolabile e irrimediabile e tragico sciupìo di vite umane sia "interrotto"? (chissà quante "genialità benefiche" per l'Italia e 1'umanità intera saranno andate perdute!).

Signor Presidente, "CHI" o "CHE COSA" dobbiamo ancora "attendere" perché si ristabilisca “la giustizia” e “il diritto”?

Con la "legge 194", infatti, è violato il più radicale e universale di tutti i diritti umani: quello di poter vivere, una volta venuti all'esistenza dopo il concepimento nel grembo materno!

Io non sento l'autorità di poter dire quale "macina" meriterebbero che "fosse messa" al collo di tutti i promotori, diffusori e attuatori della più vile, ingiusta e universalmente “anti-naturale” e “anti-costituzionale” legge che sia mai stata promulgata sulla faccia della terra.

La “privazione della vita” ai “bambini” “innocenti” e “indifesi” è, infatti, “lo scandalo evangelico sommo”, radicale e irrimediabile.

Io però dico, invece, che anche i responsabili delle leggi sull'aborto forse potrebbero cambiare idea (poiché peraltro non si può escludere in assoluto in certuni di essi la buona fede, e senz'altro in altri responsabili "un cedimento" dovuto a "paura" o "debolezza"), e ravvedersi, e forse anche farsi fautori essi stessi di un radicale mutamento. E io prego Iddio perché tutto questo avvenga (come già nel mondo in certuni è avvenuto).

In proposito, io non lo so, ma forse quel brano stesso del Vangelo da Lei citato il 5 settembre scorso, se è stato riportato correttamente dal quotidiano "AVVENIRE" nell'enunciato Suo inesatto, non credo vada inteso come "un invito al suicidio" (è illecito anch'esso!). Né credo - anche nella dicitura evangelica esatta (cfr. Mt.18,6) - che il Signore desse "davvero" l'autorizzazione "ad altri" di "appendere al collo dello scandalizzatore una macina girata da asino e gettarlo negli abissi del mare". Egli, infatti, il Signore, dice solo che "SAREBBE MEGLIO", e "PER LUI" (non tanto per la società): e ciò, penso io, il Signore lo abbia detto nella divina previsione di “una impenitenza radicale ed irreversibile”, che farà “meritare” al colpevole “una pena eterna maggiore” nell'altra vita. In rapporto a ciò, infatti, "sarebbe meglio" per lui” interromperne la vita temporale, per impedirgli di fare altro male e, così, potergli far "meritare" "una pena eterna minore", e quindi "migliore" (?!), nell'altra vita. Però credo che nessuno - al di fuori di una rivelazione divina (come anche ce ne sono state nella storia biblica e della Chiesa) - possa sapere se uno abbia raggiunto una "impenitenza così radicale ed irreversibile". Poiché mi sembra che resti sempre vero che uno, finché è in vita, abbia sempre la possibilità di "pentirsi" e, in parte o in tutto di "riparare" al male fatto. E così, al contrario, "sarebbe meglio" "per la società" che il colpevole rimanga in vita, abbia modo di pentirsi, di riparare per quanto può, e di tornare od incominciare ad offrire anche un suo apporto benefico alla società stessa da lui "guastata" con la colpa commessa. Lo stesso Magistero più recente di Giovanni Paolo II proporrebbe il superamento totale della "pena di morte" (cfr. "Evangelium Vitae", n.56; cfr. Sito Internet www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/evangeliumvitae.htm ). E' comunque ovvio che uno Stato debba mettere il reo in condizioni di "non nuocere più" ai bambini e alla società, comminando pene adeguate. Tuttavia, io non sono esegeta né teologo per interpretare il passo evangelico suddetto.

Solo chi sta più in alto di noi nel Supremo Magistero della Chiesa può interpretare il tutto in modo infallibile.

Tornando alle orribili “leggi” sull'aborto, esistenti nel mondo, "chi" è che incoraggia i legislatori (al di fuori ormai quasi solo del Papa e di "taluni" uomini - anche non credenti o non cristiani - di "buona volontà") (cfr. Sito Internet www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/discorso%20del%20papa%20sullaborto.html) a cambiare le leggi sbagliate esistenti a riguardo dell'aborto? "Chi" fa loro vedere "nella nuda e cruda verità" le "terribili" "responsabilità" di aver fatto "quella" "legge" (in Italia la "194"), che è un’anti-legge”, e di averla "firmata" e "fatta passare" anche purtroppo, in Italia, da parte proprio di autorevoli esponenti  "cristiani"  (che Dio li  perdoni!) (l'ex-Presidente della Repubblica di allora, Giovanni Leone, e l'ex-Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti), invece di "respingerla", come era in loro potere e dovere di fare; o, all'estremo, di "dimettersi", per "non firmare", e quindi per "non lasciarla passare" (almeno da parte loro), come fece ammirevolmente il Re Baldovino del Belgio, che non si volle macchiare del sangue dei "suoi" "cittadini" più innocenti e indifesi!

La Costituzione Italiana, di cui Lei stesso, signor Presidente Scalfaro, è "meritevole", riguardo alla sua composizione e promulgazione, al n.31 dice: La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze LA FORMAZIONE DELLA FAMIGLIA e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. PROTEGGE LA MATERNITA', l'infanzia e la gioventù favorendo gli istituti necessari a tale scopo.

E ancora, la Costituzione, al n.32, dice, a riguardo della tutela della "salute" dei cittadini e quindi della "salvaguardia della loro vita umana": La legge non può IN NESSUN CASO violare I LIMITI imposti dal RISPETTO DELLA PERSONA UMANA”.

Ora, io, signor Presidente Scalfaro, anche solo come libero e semplice cittadino, cioè come "uomo", mi sento solidale - come tantissimi altri, credenti e non credenti, e come certamente anche Lei stesso - e gravemente corresponsabile di quanto viene fatto anche “ai miei fratelli” e “concittadini più piccoli”, tanto piccoli da non poter neppure far sentire la loro voce, che pure “urla e disperatamente e vanamente “si auto-difende” nel grembo materno prima di venire fatto crudelmente a pezzi dall'apparecchio abortivo. Questo può essere da "tutti" "scientificamente" "constatabile" - con il "dovuto e grave rispetto" della "vittima" - dal filmato in videocassetta "IL GRIDO SILENZIOSO", dello statunitense Dott. Nathanson (prima abortista e poi, dopo aver "visto" quel filmato fatto da lui stesso, è divenuto uno dei più convinti difensori del "diritto alla vita" del concepito): tale filmato, che Le spedisco insieme al presente scritto, Lei stesso, signor Presidente, potrà vederlo, se non lo ha già visto.

 

Vedi il filmato nel Sito Internet

www.lavocecattolica.it/ilgridosilenzioso.wmv

 

Come rimanere "insensibili" di fronte a tanto "disumano", "abominevole" e "irrimediabile" "delitto"? I bambini "violati" possono essere rieducati con la speranza di poter essere recuperati, ma i bambini "uccisi" chi li può far tornare in vita? Chi può dare "voce" al "grido silenzioso" (ma quanto reale!) dei "bambini" e "cittadini" non ancora nati, se anche le più Alte Autorità dello Stato tacciono sempre quando si affronta questo argomento? E' prudenza? Ma i bambini OGNI GIORNO periscono dappertutto!...

Perché dai politici e dagli studiosi si continua ipocritamente a discutere "sul momento" della "umanizzazione" del "concepito", quando  è a tutti "evidentissimo" che, anche ove mancasse ogni prova scientifica al riguardo (e ce ne sono invece ormai esaustive!), non è lecito e legittimo per nessuno intervenire nel dubbio: poiché se quel “concepito” è veramente “un essere umano” (come lo è!), lo si uccide!... Nel dubbio, infatti, non è lecito agire ad alcuno. E quindi la "legge 194" stride di una ingiustizia radicale, che in quanto "ingiustizia" non può essere da chicchessia "giustificata", e tantomeno "legalmente" accettata e firmata, neppure se fosse addirittura “costituzionale” (!) (e non lo è!).

Ne si può invocare il principio di "un male minore", personale o sociale, perché anche "un solo bambino" "soppresso" è però portatore di un "diritto personale" "assoluto" ed "inviolabile":   IL DIRITTO PRIMIGENIO ALLA VITA”, antecedente ad ogni altro uomo e allo Stato (che è solo un'organizzazione sociale), e sul quale (diritto primigenio) nessun altro può sindacare o decidere, neppure il padre o la madre stessa, e neppure il soggetto stesso.

Io, quindi, signor Presidente Scalfaro, proprio mentre stavo pregando, mi sono sentito in dovere di togliermi uno scrupolo, almeno per me "molto serio", e cioè quello di inviarLe questo scritto, per farLe umilmente il presente "APPELLO", perché quale "supremo garante" dei diritti anche dell'“ultimo e più piccolo” dei “suoi” “concittadini”, nell'ultima fase del Suo mandato presidenziale, valuti se non sia giunto "il doveroso momento" da parte Sua - se non lo avesse "ancora" fatto o "sufficientemente" fatto o "esaustivamente" fatto - di intervenire come può e con le leggi che Lei conosce, perché venga contestata la radicale ingiustizia della "legge 194" affinché "questa", , e non i bambini non ancora nati, sia "soppressa"!

Mi perdoni l'ardire: ma non si rischia una omissione gravissima di fronte alla propria Coscienza? "Chi" è che "deve" "parlare" ed "agire"? "Chi" è che "ha" "il potere" "per "agire"?... ed "urgentemente" "agire"!...

Chi verrà dopo di Lei, infatti, potrà o saprà o vorrà fare quanto "potrebbe" "fare" "Lei", sempre coerente con una linearità morale, umana e cristiana, "ammirevole"? e tra i "pochissimi ultimi" "padri costituenti" atti a "testimoniare" l'autentico significato e intento, espresso o sottinteso, ai succitati articoli (numeri 31 e 32) composti dai "padri costituenti"?... e che (tali articoli), come Lei stesso disse alle Camere Riunite nel 1992, proprio nella Parte della proclamazione dei diritti dell'uomo, è quanto di più alto e più completo potesse essere scritto della VITA..."? (… "operosa", sì, ma "VITA"! quale "operosità" è possibile senza "la vita umana esistente", che, sola, può suscitare “1'operosità”?...

Io contesto, da semplice e umile cittadino, non solo la legittimità costituzionale della "legge 194", ma anche la legittimità costituzionale della stessa "firma" apposta ad essa dal suo predecessore, l'ex-Presidente Leone, che a suo tempo "avallò", con la sua firma stessa, la "costituzionalità" della "legge 194" sull'aborto, che invece "non era costituzionale"!

Nella Costituzione, infatti, c'è scritto, al n. 31, che essa “PROTEGGE LA MATERNITA'”: e ciò inequivocabilmente "da quando inizia”, non dal 90° giorno (e la "legge 194" non la protegge neanche da quello!). Non è già “maternità”, da "proteggere", quella che "inizia dal primo istante del concepimento"? E come la "si protegge" la maternità se la "si interrompe"? in modo radicalmente irrimediabile?

Eppure "la lettera" e "lo spirito" della Costituzione sono "semplici", "chiari" ed "inequivocabili", nel loro significato e nelle loro deduzioni applicative. E Lei, signor Presidente Scalfaro, che ne è stato l'estensore o ha comunque contribuito a promulgarla (insieme agli altri 554) può anche "doverosamente" "testimoniare" e "denunciare", anche se è a tutti già evidentissimo, l'autentica "lettera" e l'autentico "spirito" del succitato articolo costituzionale (n. 31), oltre che di tutti gli altri.

Solo 1'ignoranza o la malafede, d'altra parte, possono interpretare "quel" "dettato costituzionale" sulla "protezione della maternità" diversamente da come pur chiarissimamente è scritto.

Inoltre, come scritto sopra, la Costituzione aggiunge ancora (al n.32): La legge non può IN NESSUN CASO - proprio in nessuno - violare i LIMITI imposti DAL RISPETTO DELLA PERSONA UMANA”.           

E questo vale - a me sembra - sia per "la salvaguardia della salute" e quindi per "la salvaguardia della vita", sia per ciò stesso e ancor più esigitivamente per "la salvaguardia della vita umana nascente", come di "ogni altra vita umana": se la "si uccide" persino, come si può "salvaguardarne la salute"? Non è una evidentissima e radicale contraddizione?

E questo vale ancora, ritengo, anche per la stessa pornografia permessa di cui Le ho scritto sopra, che viola “i limiti” imposti dal "rispetto delle altre persone" conviventi nella società, in quanto è contravveniente alla "salvaguardia della loro salute", a rigore intesa ancor più estensivamente, coinvolgente cioè anche l'“irrinunciabile” e “ancor più importante” “salute psichica, morale e spirituale” dei cittadini, in specie dell'infanzia e della gioventù: "salute" invece gravemente "compromessa" dall'immoralità diffusa e "non repressa", come pur il dettato costituzionale imporrebbe che si faccia, da chi ne ha il compito e il dovere.

Quante malattie fisiche e turbe psichiche e comportamentali ed esistenziali (quante depressioni e suicidi!) - in piccoli e in grandi – sono provocate proprio dall'immoralità "permessa" e "impunita"?

Non dice anche "l'autorevole" Concilio Ecumenico Vaticano II: Tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l'aborto, l'eutanasia e lo stesso suicidio volontario, TUTTO CIÒ CHE VIOLA L'INTEGRITÀ' DELLA PERSONA UMANA... (...); tutte queste cose, e altre simili, sono certamente VERGOGNOSE. Mentre GUASTANO LA CIVILTÀ UMANA, - e "quanto" l'hanno "già guastata!" - disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli che le subiscono e ledono grandemente l'onore del Creatore” ("Gaudium et Spes", n.27).

Se Lei, signor Presidente Scalfaro, lo riterrà utile od opportuno o necessario - e se Lei od altri non lo hanno già fatto prima di me – può presentare liberamente questa mia stessa lettera privata a Lei indirizzata (o parte di essa, - nelle denunce che formulo, e anche e soprattutto nei due "quesiti" "costituzionali" che pongo -, o in altra forma, come Lei riterrà opportuno) alle altre Supreme Autorità dello Stato (che io non conosco bene quali siano nelle rispettive competenze), perché la ricevano (questa mia lettera a Lei indirizzata) come mia “denuncia formale, di un privato cittadino, della quale chiedo rispettosamente una risposta, chiedendo espressamente che sia riconosciuta 1'"incostituzionalità" - e quindi 1'"illegittimità" - della "legge 194" (là ove essa permette la soppressione del concepito, in qualunque stadio  del  suo sviluppo), nonché – chiedo – il riconoscimento dell'"incostituzionalità" - e quindi dell'"illegittimità" - della stessa "firma" apposta dall'ex-Presidente Leone, che lasciò passare la "legge 194" andando lui stesso contro la Costituzione, che pur era tenuto a rispettare e a far rispettare.

Non esistono autorità che sono preposte a controllare e a giudicare se il Presidente della Repubblica ha a sua volta rispettato la Costituzione di cui lui ha l'ufficio di esserne "il garante"?

E se esistono, tali autorità, non sono previsti procedimenti legali e costituzionali per "riesumare", "contestare" e "sospendere" o anche del tutto "annullare" "la validità giuridica" di quella stessa infelice firma dell'ex-Presidente Leone? nonché dell'ex-Presidente del Consiglio Andreotti? e così "sospendere" o "annullare" per ciò stesso la validità giuridica della stessa legge "anti-costituzionalmente" - e perciò "illegalmente" - "firmata"?

Se questi procedimenti esistessero (io non ne ho alcuna competenza al riguardo), e non sono già stati percorsi da altri, o anche sono stati percorsi, ma hanno già avuto un esito negativo, io chiedo a Lei rispettosamente, signor Presidente Scalfaro, se non sia da considerarsi seriamente se Lei abbia l'obbligo civico e morale - essendo l'attuale “garante” della Costituzione - di impugnare tali procedimenti, anche nel loro avvenuto "esito" "già" "negativo", almeno per denunciare fortemente e inequivocabilmente l'esistenza, in vigore ancor oggi, di una legge “anti-costituzionale”, promulgata precedentemente al Suo mandato presidenziale da un Parlamento sciolto (e che Lei non avrà ovviamente votata, sia come "padre costituente" che come "cristiano", anzi semplicemente come "uomo").

E ciò al fine di vedere se è possibile "sospendere" o anche "annullare" "la validità giuridica" di una firma “anti-costituzionale” - e quindi "illegale" - di un Suo predecessore, che ha permesso - attraverso l'illegittima sottoscrizione della "legge 194" - di far violare, e di far violare ancora "in modo permanente", la Costituzione stessa, della quale è ora “Lei”, Signor Presidente Scalfaro, l'attuale “garante”.

Può, "oggi", Lei, personalmente, signor Presidente Scalfaro, "attuale garante supremo della Costituzione", onestamente affermare che “l'integrità della Costituzione” è "da Lei" “garantita”, quando una legge (la "legge 194" ) è indubitabilmente "anti-costituzionalmente" e perciò "illegalmente" in vigore?

Come non denunciare tale sopruso giuridico ai danni della "Costituzione"? e "la perversità" di "questa" "legge" (la "194") che "viola" la Costituzione? in quanto "tale" legge "illegale" lede il principio "inviolabile" del "rispetto della vita altrui", consentendo e finanziando l'uccisione di "esseri umani" innocenti! di "cittadini" innocenti! prima ancora che essi nascano! "minando" così "alla radice" la "convivenza umana" come anche la sopravvivenza delle generazioni presenti e future, dopo aver soppresso "già" quelle passate.

Se Lei, signor Presidente, per diversi motivi a me sconosciuti, ma profondi e validi di fronte alla Sua Coscienza, non ritenesse di avere l'obbligo suddetto, posso sapere da Lei se è permesso a me dalla legge, come semplice e privato cittadino, e se altri non lo hanno già fatto (e anche se lo avessero già fatto, ma hanno però avuto un "esito negativo"), l'avvio di tali eventuali procedure? chiedendo a Lei - nel caso positivo - , "ora", con questo mio stesso scritto, di poterlo fare e di essere aiutato a poterlo fare, poiché io non ne sono competente al riguardo, ne so a chi altri potrei efficacemente rivolgermi?

E se tali procedure non esistessero io sostengo che manca una legge sacrosanta al riguardo, che Lei forse avrebbe il dovere di denunciare e il Parlamento avrebbe di certo il dovere urgente e primario di emanare: perché non è possibile, non è giusto, mi sembra "giuridicamente assurdo" che uno Stato non sia dotato o non si doti di una legge che possa sospendere o annullare sia una legge costituzionalmente sbagliata - e quindi "illegale" - di un Parlamento passato e sia una firma costituzionalmente sbagliata - e perciò "illegale" - di un Presidente della Repubblica passato.

Non è ammissibile - se così fosse - che non siano previste e non ci siano procedure che consentano ad un nuovo Presidente della Repubblica di "reintegrare" la "legalità costituzionale" violata, e che ancora consentano a lui di "sospendere", o "rinviare alle Camere", o anche del tutto "annullare" ogni legge "anti-costituzionale" entrata erroneamente in vigore prima del suo nuovo mandato presidenziale.

Così, infatti, gli si rende "impossibile" (al nuovo Presidente) l'esercizio del mandato di "supremo garante" della Costituzione. Anche di una legge "anti-costituzionale" entrata precedentemente ed erroneamente in vigore (in buona fede o in mala fede) un nuovo Presidente della Repubblica deve essere, infatti, possibilitato a "verificarne"  "l'aderenza alle norme costituzionali", con il potere - come minimo - di "sospenderla" e "rinviarla alle Camere". Altrimenti, come può esercitare, durante il "suo" "personale" "mandato", l'ufficio di "supremo garante" della Costituzione stessa se, da altri violata, non può da lui "essere ripristinata nella sua osservanza"?

E anche "i diritti" dei "cittadini" "lesi" da una legge ingiusta e "anti-costituzionale" come possono essere "ripristinati"? Anche a un qualunque semplice cittadino, infatti, che si senta leso nei suoi diritti personali "inviolabili", dovrebbe essere reso possibile di poter fare "ricorso" contro la legge o le leggi che, entrate in vigore "erroneamente" o "illegalmente", lo ledono ingiustamente e gravemente.

E nel caso della "legge 194", essa viola patentemente e in modo "abominevole" il diritto sacrosanto ed inviolabile alla vita dei "bambini" e "cittadini" non ancora nati. Essi avrebbero tutto il diritto di poter avere modo di "fare ricorso contro la legge che permette ingiustamente la loro uccisione", ma essendo ancora impossibilitati a farlo, qualunque altro loro "concittadino adulto" dovrebbe essere possibilitato a farlo in loro nome, per "andare" "in loro difesa".

Non è “un diritto” di “tutti” la “legittima difesa”? E non è “un diritto” di “tutti” - oltre che “un dovere” - la “legittima difesa” di “chi” “non si può ancora difendere”?

Invece la "legge 194" persino al "padre" del "concepito" "iniquamente" "nega" "il diritto" di "difendere" quello che “è” "anche" il "suo" "figlio"'... E se ne "disconosce" "arbitrariamente" e "iniquamente" persino la "paternità" stessa!... Forse che "il concepito" non lo è, un "suo" "figlio"? Si viene forse all'esistenza solo attraverso "la madre"? E se "il concepito" ha anche ovviamente "un padre", e ne è "figlio", perché il "padre" "non può" - come sarebbe nel suo sacrosanto "dovere" e "diritto" - "difendere" il "suo" "figlio"?

Anche dall'“aggressione” della "madre stessa" (volontaria o involontaria, o "incosciente" o "costretta") egli, "il padre", ha "il dovere" e "il diritto" di "difendere" "la vita del figlio"!

Se ciò è dunque iniquamente impedito da una "legge" "iniqua", allora, stando così le cose, a "CHI" "spetta" "intervenire" e "provvedere"? a "CHI" "spetta" "difendere" da "un'ingiusta e omicida aggressione"? a "CHI" "spetta" "ripristinare" "i diritti del padre" e "i diritti del figlio"?

Non è "ognuno" di noi "responsabile" a riguardo anche degli altri, tanto più se si è "preposti" alla "tutela" dei loro "diritti" da "un sommo mandato" ricevuto proprio a tale scopo?

Se Lei, signor Presidente Scalfaro, ritiene comunque - come ho detto sopra - per diversi motivi, molto più profondi e validi, di fronte alla Sua Coscienza, di non dover procedere con eventuali "ricorsi", come sopra specificato, contro la "legge 194" e contro "la validità giuridica" di chi la firmò, se esistesse tuttavia questa possibilità anche per un privato cittadino ripeto e rinnovo qui, a Lei, la mia volontà di poterlo fare io, se altri - che Lei sappia - non lo hanno già fatto, chiedendo solo che mi siano dati gli aiuti e gli strumenti atti a farlo, essendo io del tutto incompetente al riguardo.

E ciò affinché chi ne ha il dovere e il potere si pronunci in merito a quanto Le ho denunciato sulla incostituzionalità della "legge 194" e della stessa firma presidenziale che la avallò.

E se ciò - già richiesto da altri - non fosse stato riconosciuto (dico, l'incostituzionalità della "legge 194" e l'incostituzionalità della "firma avallatrice" dell'ex-Presidente della Repubblica Giovanni Leone, nonché dell'ex-Presidente del Consiglio Andreotti, o non fosse riconosciuto a me - semplice cittadino - che ora lo “RI-CHIEDO” a Lei, e tramite Lei - qualora la Legge mi consenta questo ulteriore “APPELLO” - converrà con me, Signor Presidente, che siamo al COLMO DELLA “IMPOSTURA” e chi governa e decide le leggi o le sentenze esplicative della loro legittimità o meno “si auto-delegittima” per conto proprio dall'ufficio ricevuto e precipita “nell'arbitrio più esecrando” e, allora, , anch'io, con Lei, leggo con trepido tremore le “TERRIBILI” Parole di Cristo: “GUAI ALL'UOMO”! (Mt.l8,7), “GUAI AL MONDO! (Mt.18,7), e STATE ATTENTI A VOI STESSI!” (Lc.17,3)... cioè, a "tutti" noi, se non avremo fatto "tutto il possibile", anche fosse solo un’“estrema” e "solenne" "denuncia" "ammonitrice"...

 Resta sempre valido, in proposito, e ancor più attuali, le severe parole di Madre Teresa di Calcutta: “L'aborto è IL PIÙ GRANDE nemico della pace, perché se una madre può uccidere il figlio, ciò significa che gli esseri umani HANNO PERSO TOTALMENTE IL RISPETTO PER LA VITA e più facilmente possono uccidersi a vicenda” (cfr. Sito Internet www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/madreteresa.htm).

Ma, ancor più profondamente e amaramente, Madre Teresa di Calcutta in un'intervista diceva: “Il motivo per cui è sbagliato uccidere esseri umani innocenti è che questi vengono privati della possibilità di amare e di essere amati per prepararsi alla vita che li attende al di là di questa vita. Il bambino che viene ucciso con l'aborto viene ucciso allo stato spiritualmente più immaturo”.

Per chi è credente, è questa “la verità” più triste.

Ma se si giungerà finalmente al "riconoscimento" - senza più ipocrisie ed arbitri - che la "legge 194" viola, crudelmente, e contro la Costituzione stessa, il diritto più elementare, naturale e sacrosanto che possa esistere: quello di poter vivere (a cui segue poi quello di poter vivere in un ambiente familiare e sociale che favorisca lo sviluppo armonioso fisico, psichico e spirituale della persona umana), allora penso sarebbe veramente e finalmente possibile a Lei stesso o a chi Le succederà o alle altre autorità politiche e legislative poter "sospendere", o "eliminare", o "modificare" la legge suddetta, ripristinando "il diritto alla vita" violato.

Il “principio-chiave” (in un caso come questo), come ho scritto più sopra, ed è a tutti ben noto, e che ritengo da profano possa essere o possa diventare (se non lo è) anche di natura giurisprudenziale, è che è assolutamente illegale (oltreché illecito moralmente) intervenire su un essere umano vivente, anche quando soltanto sussistesse un solo tenue dubbio che lo possa essere veramente; e questo ovviamente in qualunque stadio del suo sviluppo, dal momento del concepimento fino alla morte naturale.

Lo Stato, e neppure il popolo con i "referendum", non possono legittimamente e lecitamente legiferare su “un diritto assoluto, primigenio ed innato all'essere umano vivente, diritto che per natura propria precede lo stesso Stato e l'organizzazione politica della società. Né lo Stato né alcun altro uomo può stabilire dei giorni, delle settimane o dei mesi su quando avviene l'umanizzazione di un "concepito", dopo del quale non è più "legale" sopprimerlo (e prima di esso invece sì). Anche solo nel dubbio non si può assolutamente intervenire.

E questo principio vale anche per le future leggi (e quanto tardive! quanti altri "concepiti-bambini" soppressi! quale incalcolabile "strage" ancora!) sulla MANIPOLAZIONE GENETICA. Qualunque legge che violerà ancora l'integrità del concepito è anche per ciò stessa "anti-costituzionale" (contro cioè i numeri 31 e 32 della Costituzione) e contro il diritto naturale alla vita, che è antecedente allo stesso Stato o agli scienziati manipolatori o alla pubblica opinione.

E qualunque Presidente della Repubblica che dovesse in futuro "firmare" leggi non rispettose della "dignità di persona umana" del "concepito", si renderebbe per ciò stesso anche lui “corresponsabile - eccetto che sia la permissione di un male minore in rapporto ad un male maggiore non evitabile - di questa nuova "gravissima" e "abominevole" "legge" contro il "diritto alla vita" della "persona umana" e contro lo stesso dettato della Costituzione che dice, come già sopra scritto: LA LEGGE NON PUÒ IN NESSUN CASO - proprio in "nessuno", "neppure" "in uno" - VIOLARE I LIMITI IMPOSTI DAL RISPETTO DELLA PERSONA UMANA”: e il concepito - "in modo naturale" o "in modo artificiale" - è "una persona umana"; e, per chi è nel dubbio, deve presumere che lo sia; diversamente, lo si ucciderebbe se lo è (una persona umana), come peraltro davvero lo è!

Signor Presidente Scalfaro, forse tutto quanto Le scrivo Le è del tutto inopportuno ed inutile, e Le sto solo facendo perdere del tempo a leggere questo scritto, ma dopo il Suo severissimo monito evangelico del 5 settembre scorso, ho "sentito" che forse "dovevo" "scriverLe" "davvero", perché siamo "tutti" "corresponsabili" del bene o del male "di tutti", e là ove non si interviene - se si può e come si può, anche con la sola forte, coraggiosa, e se necessario eroica, denuncia verbale - si rischia col proprio silenzio di dover poi rispondere davanti alla propria Coscienza di avere "omesso" l'adempimento di una responsabilità così grande.

Scriveva il Card. Ratzinger nell'Istruzione su "Il rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione", del 22 febbraio 1987: Difendendo l'uomo contro gli eccessi del suo stesso potere, la Chiesa di Dio gli ricorda i titoli della sua vera nobiltà; solo in tal modo si potrà assicurare all'umanità di domani la possibilità di vivere e di amare in quella dignità e libertà che derivano dal rispetto della verità... Alla luce della verità sul dono della vita umana e dei princìpi morali che ne conseguono, CIASCUNO E' INVITATO AD AGIRE, NELL'AMBITO DELLA RESPONSABILITA’ CHE GLI E' PROPRIA, come il buon samaritano e a RICONOSCERE anche IL PIU’ PICCOLO tra i figli degli uomini come suo prossimo (cfr. Lc.10,29-37): “La parola di Cristo trova qui una risonanza nuova e particolare: "CIO’ CHE AVRETE FATTO AL PIU’ PICCOLO DEI MIEI FRATELLI LO AVRETE FATTO A ME" (Mt.25,40).

Anche il Papa Giovanni Paolo II, proprio nel pomeriggio di sabato scorso 5 settembre, parlando ai ventimila "adulti" di Azione Cattolica convenuti in Piazza San Pietro in occasione dell'Incontro Nazionale, esortò, tra le altre cose, ad una loro "formazione", “capace di creare quella cultura politica che opera sempre e comunque per il bene comune e la salvaguardia dei valori. UNA CULTURA CHE SAPPIA RIPARTIRE DALLA VITA UMANA. E', questa, un'esigenza particolarmente pressante nell'ora presente, nella quale la cultura della mortecosì fortemente si contrappone alla cultura della vita e spesso sembra avere il sopravvento” ("Evangelium Vitae", n.87).

Le sono molto grato, signor Presidente Scalfaro, a proposito dell'Azione Cattolica, della quale a suo tempo fui anch'io per breve tempo, nella mia parrocchia, umile presidente del settore giovanile, per quella "testimonianza" "discreta", ma santamente "orgogliosa" e "irremovibile", di quel distintivo dell'Associazione da Lei sempre portato all'occhiello della giacca. Quanta “forza” ha dato a me e a tanti! La ringrazio veramente molto.

La ringrazio molto anche per come ha tante volte ammirevolmente testimoniato, senza imporla a nessuno, la Sua forte Fede Cristiana, dando anche a me e a tanti "la forza" per imitarLa.

In tutti questi anni del Suo mandato presidenziale ha veramente dato una dimostrazione ammirevole di quanto fosse sentito in Lei la consapevolezza delle gravi responsabilità del Suo altissimo ufficio, anche riguardo a tutto quanto Le ho scritto, e senza alcun dubbio anche riguardo alla legge sull'aborto.

Anche perché - come Lei ben sa - se un povero muore di fame e noi, potendolo sfamare, lo lasciamo morire, certamente commettiamo un peccato meritevole, per chi crede, dell'Inferno, come sta scritto nel Vangelo di Matteo (Mt.25,41-46).

Che cosa non dovremo rispondere al Giusto Giudice se non diamo "voce" a chi neppure può riuscire a farla sentire la "sua" voce? perché racchiuso, inerme ed indifeso, nel grembo della madre?

Mi viene qui spontaneo pensare alla biblica "Ester" e al suo parente “Mardocheo”, che l'aveva amorevolmente allevata, essendo ella rimasta orfana di padre e di madre.

Divenuta poi "regina", e trovatasi in una "congiuntura angosciante", a causa del "decreto di sterminio" del "suo" "popolo", "si rifugiò" nella "preghiera" (cfr. Ester 4,17k-17z), dopo che Mardocheo le aveva fatto riferire, tra le altre cose: "CHI SA CHE TU NON SIA STATA ELEVATA A REGINA PROPRIO IN PREVISIONE D'UNA CIRCOSTANZA COME QUESTA?" (Est.4,14). E poi sappiamo cosa ella fece e come "salvò" il "suo" "popolo".

Ella - timorata di Dio - "si sentì costretta" persino ad agire "contro un ordinamento regale", pur di "tentare di salvare il suo popolo". Disse, infatti, a Mardocheo: "... DIGIUNATE PER ME ... ANCH'IO DIGIUNERÒ...DOPO ENTRERÒ DAL RE, SEBBENE CIÒ SIA CONTRO LA LEGGE E, SE DOVRÒ PERIRE, PERIRÒ!" (Ester 4,16).

Ella - possibilitata per il suo ruolo - attuò "in extremis", per la salvezza di "tutto" il "suo" "popolo", come una specie di "atto supremamente legale" - "sebbene ciò fosse contro la legge - per sventare "una legge di arbitrio sterminio". Si fece, cioè, ella stessa "legge" ("nella" "sua" "Coscienza") contro l’“anti-legge”; disse infatti: "DIGIUNATE... DIGIUNERÒ... DOPO ENTRERÒ... SEBBENE CIÒ SIA CONTRO LA LEGGE" (Est.4,16) (ma quella umana, non quella divina; anzi per "obbedire" alla Legge Divina contro "un arbitrio" di una "legge umana").

Signor Presidente Scalfaro, nell'attuale "congiuntura angosciante" non pensa che potrebbero essere "esplorate" e "scandagliate" delle "possibilità", previste "in casi straordinari ed estremi", e a Lei riconosciute, o anche a Lei non riconosciute, ma che Le concedano comunque "l'effetto" - anche solo momentaneo - di “una efficacia reale” - "a difesa della Costituzione"? e questo affinché tutte le Autorità dello Stato e la Nazione intera siano poste di fronte alla "DENUNCIA" "SUPREMA" CONTRO "L'AVVENUTA VIOLAZIONE DELLA COSTITUZIONE" e l'“impossibilità” “legale”da parte Sua” di poterla "ripristinare"? e quindi di trovarsi in una posizione di "supremo garante" della Costituzione, a "tutela" dei "diritti" di "tutti i cittadini", che invece Lei "non può affatto" e "ingiustamente" "garantirla" e "garantirli"? (cioè, "la Costituzione" e "il rispetto dei diritti" di "tutti" "i cittadini").

E anche, all'estremo possibile, non potrebbe Lei, per ipotesi, Signor Presidente Scalfaro, avocare a sé IL DIRITTO INALIENABILE del RISPETTO, da parte di qualsivoglia altra autorità ed ordinamento dello Stato, della “Sua” “propria” “COSCIENZA” “SUPREMA”, di “PADRE COSTITUENTE”, di “UOMO” e di “CREDENTE”? e ciò, ancor più esigitivamente grave a riguardo del “dovere” – ad altri impedito e impossibilitati a farlo in altro modo - di porsi Lei “SUPREMAMENTE”  alla “LEGITTIMA DIFESA” di “CITTADINI” “innocenti e indifesi”, ingiustamente e illegalmente aggrediti e soppressi, persino nel grembo della loro stessa madre, da una legge "iniqua" e "incostituzionale" di "sterminio"? anche, ipoteticamente, dico "ciò", se fosse "davvero" possibile, "persino" con una "sospensione d'Autorità Suprema Sua" o "un rimando alle Camere" (almeno ora!), anche solo temporanea e per il resto del mandato presidenziale che Le resta, e anche "costasse" "qualcosa" o "molto" a Lei "legalmente" ("ora" o "dopo" la cessazione dell'Ufficio), ma facendo questo affinché "venga rispettata" la Sua "TESTIMONIANZA" di "PADRE COSTITUENTE" e ancor più la Sua "COSCIENZA" di "UOMO" e ancora assai di più la Sua "COSCIENZA" di "CREDENTE"? e, insieme, porre così "tutti" di fronte alla "propria" "RESPONSABILITÀ IMMENSA"?... che si sia credenti o no?... cristiani o no?...

La "NATURA UMANA", infatti, e "i suoi" "DIRITTI" "INVIOLABILI" ci sono "comuni" a "tutti", e sono "propri" di "ogni" "singolo" "membro" della "RAZZA UMANA", di qualunque popolo, lingua, cultura o religione.

E perciò, "OGNUNO" ha "IL DOVERE" di "RISPETTARE" e di "FAR RISPETTARE" "I DIRITTI PROPRI" e "I DIRITTI ALTRUI" e, "se può", ha "il dovere" di "farli far rispettare", anche "in modi supremi", e, al limite, "estremi".

Altrimenti, davvero, "INVANO ESSA  (l'AutoritàPORTA LA SPADA" (Rom.3,14): e, così, "l'arbitrio" "impunito" "devasta" "la società" e "la civiltà umana" in modo "continuato" ed "inarrestabile", con "sbocchi finali" "IMPREVEDIBILI" e, comunque, "infallibilmente", alla "fine" - cioè, dopo questa vita - "TRAGICI" ed "ETERNI": "GUAI ALL'UOMO"!, "GUAI AL MONDO"! (Mt.18,7)... e "STATE ATTENTI A VOI STESSI!" (Lc.17,3)...

Quanto Le ho esposto sopra, Signor Presidente Scalfaro, solo come "ipotetica" ed "estrema" "possibilità", anche se non fosse "veramente" "possibile", e perciò giuridicamente "inefficace", nessuno avrebbe peraltro "il diritto" di venirLe a "contestare" di "porlo ugualmente in essere".

Un tale "ATTO", infatti, - anche senza "una efficacia giuridica reale" - "rimarrebbe", però, un "ATTO DIMOSTRATIVO SOLENNE" e che è, comunque, "veramente" "EFFICACE", perché "SCUOTEREBBE" "energicamente" le "coscienze" "assopite" o "atrofizzate" di "TUTTI"!...

E così si potrebbe forse ottenere, comunque, LA SALVEZZA” di “QUALCHE BAMBINO” (anche di "uno solo" di essi!), attraverso magari "il risveglio" "fortissimo" della "Coscienza" - in "tutti", in qualche modo sempre "udibile" - di qualche "mamma" forse persino "inconsapevolmente" "omicida"!

Quante immature adolescenti al riguardo! inconsapevoli e irresponsabili! Perché, per l'appunto, "le adolescenti", in "tale stato"?... E "a causa" di "che cosa"?... E "per colpa" di "chi"?... Non ritorna "qui" "tutto" il "discorso" sulla "difesa" del "comune senso del pudore" e perciò del conseguente "buon" "costume"?, cioè che "la società" "deve" "ri-stabilire" un "costume" "buono", e non rimanga così "cattivo", come "è" "attualmente"?... Cfr. Sito Internet www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/la%20donna%20e%20la%20moda.html   e www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/discoteche.html

Non "si vede" qui "l'interdipendenza" tra la "difesa del buon costume" e la "difesa della vita"? Non "ritorna" qui "tutto" "il discorso sulla "FAMIGLIA", "distrutta" dal "divorzio", o addirittura "espropriata" del proprio primario e insostituibile ruolo "educante"?... La "legge 194", in proposito, "espropria" "d'arbitrio" e "iniquamente" lo stesso "diritto" alla "patria potestà" o della "tutela" comunque acquisita)!... E' un discorso che non finirebbe più!...

Allora, a questo punto, forse potrebbe "venire" persino "il pensiero" che "la migliore convenienza" - quale atto di denuncia dimostrativa e solenne - sia quella di "dimettersi" a motivo e a favore di tutto quanto sopra esposto, per non sentirsi forse "corresponsabili" o comunque "testimoniare" agli altri la "corresponsabilità" di "tutti", in specie dei Legislatori.

Ma, no! Lei, signor Presidente Scalfaro, a me sembra, che "in Coscienza" sia tenuto a “restare” finché “l'ufficio ricevuto” glielo concede, eccetto che motivi personali ancora più gravi e supremi non lo giustifichino o, ancora, non vi fosse "costrittivamente" e "d'autorità" "destituito" da "altri": di "restare", perché, come ho scritto sopra, se anche un solo "povero" "muore" anche solo di fame e noi, "potendolo sfamare", "lo lasciamo morire", certamente commettiamo un peccato meritevole, per chi crede, dell'Inferno, come sta scritto nel Vangelo di Matteo (Mt.25,41-46).

E per chi "muore" nel "grembo" materno? e noi potendolo salvare – anche "uno solo" di essi, forse addirittura (chi può saperlo od escluderlo?) un possibile "santo" "salvatore" "futuro" della Nazione o persino dell'Umanità (cfr. "tutto" Esodo 2.1-10) -, e noi, dico, "potendolo salvare", "lo lasciamo morire"? "che cosa" "meriteremo"?...

Di "restare", perciò, e ciò proprio, e ancor più, in quanto Lei è un "PADRE COSTITUENTE", autore o comunque "testimone" tra i "pochissimi ultimi" della "lettera" e dello "spirito" del "dettato costituzionale" dei "numeri 31 e 32", oltre che di tutti gli altri, e quindi "garante autorevolissimo" e "in primis et ante omnia" su tutti gli altri ordinamenti ed autorità dello Stato riguardo alla stessa "interpretazione" della "incostituzionalità" e conseguente "illegittimità" (oltre che illiceità) della "legge 194", e allo "sterminio" che ha provocato e sta - sotto la Sua "attuale" "responsabilità" e "corresponsabilità" di "garante" dei diritti di "tutti" -, ancora provocando.

E' forse necessario aggiungere ancora che la Costituzione "PROTEGGE LA MATERNITÀ" (n.31)?, con tutte le ovvie e intrinseche deduzioni applicative? La “MATERNITÀ”, infatti, non è tale dal "primo istante" del suo inizio? e se non lo è ("maternità") dal primo istante, da quando "inizia"?... Ma se inizia (come inequivocabilmente inizia!) dal "primo istante", allora la Costituzione con "la protezione della maternità" intendeva inequivocabilmente "proteggere" anche "ciò", anzi "CHI" è che è "il costitutivo per essenza" della "maternità" stessa: cioè "il concepito"!...

La società e il mondo sembrano piombati nella "follia"! La "razionalità" e "la scientificità" assunte a metro assoluto di "giudizio" non ha neppure più la "capacità" - oltreché l’“UMILTÀ” - di  "imparare"  e  "capire" e "riconoscere" le cose più "semplici" e "ovvie".

E ciò, a riguardo della "maternità" e di "chi" (il concepito) la rende tale per definizione e per essenza, è tanto più "assurdo", quanto più è "tragico" nell'effetto chel’interruzione volontaria della gravidanza” - eufemisticamente detta - provoca: cioè l'uccisione di un inequivocabile "concepito-bambino". Se, infatti, il "concepito" non èun bambino”, neppure "la maternità" (che per definizione ed essenza stessa fa riferimento a una "relazione" con "un figlio") potrebbe essere tale (ed essere chiamata appunto "maternità") dal suo "inizio", cioè dal "primo istante" del "suo" "inizio"!...

Ecco perché allora io rimango anche "perplesso" e "timoroso" - per me stesso! e Lei, signor Scalfaro? - nel leggere le parole di Mardocheo alla sua pur amatissima Ester: "NON PENSARE DI SALVARE SOLO TE STESSA (...), PERCHE’ SE TU IN QUESTO MOMENTO TACI, AIUTO E LIBERAZIONE SORGERANNO (...) DA UN ALTRO LUOGO, MA TU PERIRAI INSIEME CON LA CASA DI TUO PADRE" (Est.4,14)... E anche (ma non per me): "CHI SA CHE TU NON SIA STATA ELEVATA A REGINA PROPRIO IN PREVISIONE D'UNA CIRCOSTANZA COME QUESTA?" (Est.4,14)... Che tali parole di Mardocheo non abbiano una inaspettata, impensata e sorprendente attualità?...

Allora mi vengono in mente anche le Sue parole, signor Presidente Scalfaro, pronunciate il giorno del Suo insediamento davanti alle Camere Riunite : "Dopo il vostro voto mi sono fermato in silenzio a meditare, a pregare, per chiedere luce e forze e capacità di sacrificio a Dio, in cui credo con tanta povertà di cuore. Mi sono fermato a chiedere protezione e coraggio a Colei che, umile e alta, più che creatura, è MADRE DI DIO e DELL'UOMO"...

E' scritto anche nella Bibbia, nella Parola rivolta ad Ezechiele: "FIGLIO DELL'UOMO, TUTTE LE PAROLE CHE TI DICO ACCOGLILE NEL CUORE E ASCOLTALE CON GLI ORECCHI: POI VA' (...) DAI FIGLI DEL TUO POPOLO, E PARLA LORO. DIRAI: COSI' DICE IL SIGNORE, ASCOLTINO O NON ASCOLTINO... SE IO DICO AL MALVAGIO: TU MORIRAI E TU NON LO AVVERTI E NON PARLI PERCHE’ IL MALVAGIO DESISTA DALLA SUA CONDOTTA PERVERSA E VIVA, EGLI, IL MALVAGIO, MORIRÀ PER LA SUA INIQUITÀ, MA DELLA SUA MORTE IO DOMANDERÒ CONTO A TE. MA SE TU AMMONISCI IL MALVAGIO ED EGLI NON SI ALLONTANA DALLA SUA MALVAGITÀ E DALLA SUA PERVERSA CONDOTTA, EGLI MORIRA’ PER IL SUO PECCATO, MA TU TI SARAI SALVATO. COSI’, SE IL GIUSTO SI ALLONTANA DALLA SUA GIUSTIZIA E COMMETTE L'INIQUITA', IO PORRO' UN OSTACOLO DAVANTI A LUI ED EGLI MORIRA’... SE TU INVECE AVRAI AVVERTITO IL GIUSTO DI NON PECCARE ED EGLI NON PECCHERA’, EGLI VIVRA’, PERCHE' E' STATO AVVERTITO E TU TI SARAI SALVATO" (Ez.3,10-11.18-21; cfr. anche "tutto" 2 Maccabei 6,12-31).

Come appaiono sempre "attuali" anche le "calme" parole del re Salomone: “ASCOLTATE, O RE, E CERCATE DI COMPRENDERE, IMPARATE, GOVERNANTI DI TUTTA LA TERRA. PORGETE L'ORECCHIO, VOI CHE DOMINATE LE MOLTITUDINI E SIETE ORGOGLIOSI PER IL GRAN NUMERO DEI VOSTRI POPOLI. LA VOSTRA SOVRANITA’ PROVIENE DAL SIGNORE; LA VOSTRA POTENZA DALL'ALTISSIMO, IL QUALE ESAMINERA’ LE VOSTRE OPERE E SCRUTERA’ I VOSTRI PROPOSITI; POICHÉ, PUR ESSENDO MINISTRI DEL SUO REGNO, NON AVETE GOVERNATO RETTAMENTE, NE' AVETE OSSERVATO LA LEGGE NE' VI SIETE COMPORTATI SECONDO IL VOLERE DI DIO. (...) L'INFERIORE E’ MERITEVOLE DI PIETÀ, MA I POTENTI SARANNO ESAMINATI CON RIGORE. IL SIGNORE DI TUTTI NON SI RITIRA DAVANTI A NESSUNO, NON HA SOGGEZIONE DELLA GRANDEZZA, PERCHE' EGLI HA CREATO IL PICCOLO E IL GRANDE E SI CURA UGUALMENTE DI TUTTI. MA SUI POTENTI SOVRASTA UN'INDAGINE RIGOROSA. PERTANTO A VOI, O SOVRANI, SONO DIRETTE LE MIE PAROLE, PERCHE' IMPARIATE LA SAPIENZA E NON ABBIATE A CADERE" (Sap.6,1-9).

Io, signor Presidente Scalfaro, sono stato un insegnante di Religione nelle Scuole Superiori. Ora, spero solo momentaneamente, non esercito questa "missione", in parte perché sono stato e sono piuttosto ammalato, ma anche perché - pur volendo riprendere l'insegnamento comunque - mi sono trovato però privo di classi cui poter insegnare, a causa dell'enorme decremento delle stesse classi dovuto alla denatalità.

Negli anni passati ho insegnato agli adolescenti e ai giovani l'amore e il rispetto della vita. Moltissimi degli studenti avuti in passato hanno anche partecipato a dei Concorsi Scolastici organizzati dal "Movimento per la Vita", indetti anche sotto il Suo Alto Patrocinio. Tutti hanno svolto lavori diversi e originali, e composizioni assai pregevoli (che ancora conservo), meritevoli di encomio e di premio. Alcuni di loro, o meglio, "alcune" di loro, hanno svolto composizioni tanto ricche di valori da essere selezionate e premiate con "un viaggio" di quattro giorni al Parlamento Europeo di Strasburgo, ove hanno anche "assistito" e, in un anno, "partecipato" ai lavori in aula. Io stesso, nel 1993, dietro invito del Direttore del "Movimento per la Vita" di Ancona, le ho personalmente accompagnate al Parlamento Europeo di Strasburgo.

Mi permetto anche di inviarLe, signor Presidente, alcune composizioni di quelle studentesse. Sono già di qualche anno fa (1993 e 1994). Ma sono ricche di tanta freschezza e sapienza, che non temono l'usura del tempo, anche se chi le ha composte segue già "le sue vie". Non so se avrà mai il tempo di dare loro un'occhiata.

Per me sono state e sono "un incoraggiamento" e "una speranza": che cioè qualcosa di positivo nell'orizzonte del futuro dell'umanità, grazie proprio ai giovani, forse sta già maturando.

Tuttavia ricordo ancora quanto mi capito durante una lezione svolta in una classe di quindicenni, quando gli alunni improvvisamente mi interruppero la lezione  (che riguardava proprio l'educazione al "rispetto" della "sessualità" e della "vita", propria ed altrui) esprimendomi quasi coralmente e con tono di tanto amaro disappunto: "Non c'è nessuno che ci aiuta!". Io, sorpreso, potei solo rispondere: "Coraggio! Intanto facciamo già qui quanto possiamo per aiutarci insieme!" (cfr. Sito Internet www.fuocovivo.org/suor%20maria%20lucia.html ).

Anch'io, nella mia povera esperienza di insegnante, ho sempre constatato che "gli adolescenti", "i giovani" "sentono" "il bisogno" dell'“aiuto” degli "adulti", sentono il bisogno di "testimoni" "autorevoli" e "credibili" che li orienti e li sostenga nel caos generale, e che li faccia sentire "meno soli" a "combattere" la dura battaglia della vita, cui sono aperti tendenzialmente con slancio e generosità, se vedono proposti con autorevolezza ed esemplarità valori autentici e degni d'essere vissuti.

Ma servono loro anche "strutture adeguate", "difese adeguate", "leggi adeguate", cioè "concrete" ed "efficaci", che "li difenda" e "li sostenga" contro l'aggressiva e opprimente invadenza di ogni forma di male che pervade la società, specie nel campo prioritario e basilare della "difesa della vita" e della "difesa del buon costume".

Può essere possibile che l’“unico” e "ultimo" "rifugio" rimarrà "solo" “la preghiera quotidiana per l'Italia”, come si è andata ad inaugurare proprio stamane nella Basilica della Santa Casa di Loreto?

Non occorrerà doverosamente anche "concretamente" "agire"  ove si può e come si può, e da chi può, e può più di tutti gli altri?

Lei stesso dichiarò, il 28 maggio 1992, davanti alle Camere Riunite, nel discorso programmatico per il suo insediamento, che: “Siamo noi a dover presentare ai giovani valori vissuti, incarnati e non solo proclamati e predicati in stridente contrasto con il nostro operare. Siamo noi a dover dimostrare che, se si crede in valori veri, non cede l'entusiasmo con il passare degli anni, poiché LA VERITÀ NON MUORE MAI. Siamo noi a dover ricordare un monito altissimo sempre vivo e vero: questa società ha bisogno, più che di maestri, di TESTIMONI”.

E ancora: "Onorevoli senatori e onorevoli deputati (...) il messaggio si concreta nell'impegno dell'adempimento del mio dovere, nella forza della fede negli ideali, nella volontà di servire il popolo italiano ad ogni costo e ad ogni prezzo. E' impegno che io assumo davanti a Dio e al popolo italiano. E' impegno per l'uomo, per ogni uomo. E' impegno per la Repubblica. Signori, è impegno per l'Italia".

Sì, io La ringrazio vivamente, signor Presidente Scalfaro, perché Lei ha onorato il Suo impegno e ha lavorato indefessamente per "tutto" il popolo italiano, "per l'uomo", "per ogni uomo". E quindi ha lavorato anche per me, semplice cittadino di questa amata, privilegiata e singolare Nazione Italiana.

Quanto sono riconoscente a Dio di avermi fatto “venire all'esistenza”  - senza che nessuno potesse privarmela - nel grembo di "una madre italiana" e da "un padre italiano", figli poveri, ma tanto religiosi, del "popolo contadino"! e di avermi poi (Dio) fatto "nascere" ad Ancona, bella città protesa sul mare, nel Centro dell'Italia, e da sempre anche protesa e accogliente verso i popoli dell'Oriente e del Mediterraneo, e a pochi chilometri da "un luogo unico" nell'Universo intero: la Santa Casa di Loreto!

Anch’io, stamane, ho partecipato proprio a Loreto alla celebrazione liturgica presieduta dal Card. Ruini, in rappresentanza del Papa, e con la partecipazione anche del Sen. Mancino, in rappresentanza Sua, per inaugurare "la preghiera quotidiana per l'Italia" in vista dell'anno 2000.

A tal proposito ho ascoltato con attenzione le significative parole del messaggio di Giovanni Paolo II indirizzate per la circostanza al Card. Ruini: "La Grande Preghiera per l'Italia iniziò nel 1994, quando la costante sollecitudine che nutro per la diletta Nazione italiana, mi spinse ad invitare a far salire incessantemente a Dio una preghiera nella Chiesa (cfr. At.12,5) al fine d'ottenere la grazia della CONVERSIONE dei cuori, condizione indispensabile per costruire una convivenza più giusta e solidale. (...). La nuova provvidenziale iniziativa, che riprendendo quell'invito è divenuta la Preghiera Quotidiana per l'Italia, prolunga l'invocazione di pace e costituisce un'ulteriore occasione per prepararsi a vivere la grazia del Giubileo, volgendo lo sguardo con rinnovato e filiale amore a Colei che in ogni contrada della Penisola è venerata quale rifugio sicuro nei pericoli e Madre benevola verso le suppliche di quanti sono nella prova. (...). La Lampada dell'Italia, che ogni giorno brillerà nella Casa Santa, luogo che richiama il mistero del Verbo fatto carne, sarà simbolo del costante affidamento alla Madre del Signore da parte della comunità italiana. Essa ricorderà allo stesso tempo che è compito dei cristiani, essere vigilanti con le lanterne accese (cfr. Mt.25,1-13) e perseveranti nella preghiera e nella fedeltà al Vangelo per illuminare con la fiaccola della Verità e dell'amore di Cristo le varie realtà sociali, politiche, culturali ed economiche dell'esistenza".

Io, umilmente, nella Santa Casa stessa, ho pregato anche per Lei, stimatissimo Signor Presidente Scalfaro, come anche per tutte le autorità grandi e piccole dello Stato, così come la mia fede di credente - associato agli altri credenti e agli altri "uomini di buona volontà" - mi impone, attraverso l'esortazione di San Paolo: "TI RACCOMANDO, DUNQUE, PRIMA DI TUTTO CHE SI FACCIANO DOMANDE, SUPPLICHE, PREGHIERE E RINGRAZIAMENTI PER TUTTI GLI UOMINI, PER I RE E PER TUTTI QUELLI CHE STANNO AL POTERE, PERCHE' POSSIAMO TRASCORRERE UNA VITA CALMA E TRANQUILLA CON TUTTA PIETA' E DIGNITÀ. QUESTA E' UNA COSA BELLA E GRADITA AL COSPETTO DI DIO, NOSTRO SALVATORE, IL QUALE VUOLE CHE TUTTI GLI UOMINI SIANO SALVATI E ARRIVINO ALLA CONOSCENZA DELLA VERITA’" (1^Tim.2,1-4).

Ricordo anche, signor Presidente Scalfaro, quando Lei venne a Loreto (ove c'ero anch'io) il 10 dicembre 1994, insieme con il Santo Padre Giovanni Paolo II, a concludere "la Grande Preghiera per l'Italia" (indetta in quell'anno dal Papa) e ad aprire le celebrazioni del VII Centenario della "miracolosa" traslazione della Santa Casa di Nazareth della Vergine Maria da Tersatto (ex-Jugoslavia, ove era già stata "miracolosamente" traslata nel 1291) sul Colle Lauretano, nel 1294.

Cfr. Sito Internet  www.lavocecattolica.it/santacasa.htm

In quell'occasione lessi anche sul giornale che dopo la celebrazione liturgica nella Basilica, il Santo Padre La incontrò e Le parlò personalmente, ricordandoLe - lui disse - "una bella parola italiana": "CORAGGIO!"... Le disse allora il Papa: CORAGGIO, Presidente!… Sì, ne abbiamo "tutti" veramente tanto bisogno, specialmente quando "costa" tanto.

Da quando fu eletto Presidente della Repubblica (e allora ne provai viva gioia), il 25 maggio 1992, e da quando anche fece quel bellissimo discorso inaugurativo del Suo mandato davanti alle Camere Riunite, non omettendo di ricordare anche l'amabile e "soccorritrice" figura della Vergine Maria, Madre di tutti noi (disse, infatti: "Mi sono fermato a chiedere protezione e coraggio a Colei che, umile e alta, più che creatura, è Madre di Dio e dell'uomo")... da allora, dico, credo di avere sempre doverosamente pregato (come Lei richiese, proseguendo nel discorso: “E lì, nella meditazione, ho pensato di chiedere a tutti voi, a tutti, a ciascuno indistintamente di aiutarmi...")... di avere pregato, dico - tramite l'intercessione della stessa Vergine Maria -, anche "per lei" come anche "per tutti" gli "uomini di buona volontà", tra i quali spero di poter essere annoverato anch'io nell'eternità.

La preghiera, infatti, "aiuta" veramente, perché muove Dio all'intervento "soccorritore", come sta scritto: "LA PREGHIERA DELL'UMILE PENETRA LE NUBI, FINCHE' NON SIA ARRIVATA, NON SI CONTENTA; NON DESISTE FINCHE' L'ALTISSIMO NON SIA INTERVENUTO, RENDENDO SODDISFAZIONE AI GIUSTI E RISTABILENDO L'EQUITÀ. IL SIGNORE NON TARDERÀ..." (Siracide 35,17-19).

Le assicuro, pertanto, signor Presidente, che me ne farò "un dovere", quando mi recherò (come faccio spesso) nella Santa Casa di Loreto, di offrire "per Lei" e per tutti gli altri governanti e l'Italia tutta, tutte le mie povere ma sincere preghiere e suppliche, e sofferenze, associandomi umilmente a quelle di tutti coloro che, nella Santa Casa come nelle proprie case, si uniranno alla "Preghiera Quotidiana per l'Italia".

In questa Santa Casa Lauretana, peraltro, per noi credenti, si è "incarnato" il Figlio stesso di Dio, nel grembo purissimo di Maria Vergine. Un motivo in più, per me, che "conferma" tutto quanto sopra scrittoLe: il Figlio di Dio, infatti, si è incarnato nell'istante stesso del miracoloso concepimento in Maria Vergine, e non dopo di esso, a riprova ancora che si diviene "persona umana" a tutti gli effetti da quell'istante del concepimento iniziale: in Cristo, infatti, si è "unita" indissolubilmente - proprio dall'istante del concepimento - "la natura umana" e "la natura divina”, unite tra loro ipostaticamente, cioè “nell’unità della persona”.

In proposito, non è "chiarissimo" nel Vangelo "proprio" l'episodio "storico" dell'"Annunciazione alla Vergine Maria" da parte dell'Angelo Gabriele, dopo del cui annunzio, all'assenso di Maria, "avvenne" "in lei" "il concepimento" - proprio in "quell'istante" stesso - di “un figlio”?

Non disse, infatti, l'Angelo a Maria: "ECCO CONCEPIRAI - "proprio" "appena" avrebbe "concepito" - UN FIGLIO, LO DARAI ALLA LUCE - dopo nove mesi di "gestazione" di "un figlio" - E LO CHIAMERAI GESÙ. SARÀ GRANDE E CHIAMATO FIGLIO DELL'ALTISSIMO"?

Non è "evidentissimo", quindi, nella Parola di Dio - almeno per noi cristiani che ci crediamo - che è stato proprio "dall'istante" stesso del "concepimento" verginale e miracoloso, fino al parto "sempre vergine", che Maria aveva "già" un "suo" "figlio"?

E lei perciò divenne "Madre", della "natura umana e divina" di Gesù  - unite tra loro ipostaticamente nell’“unica persona di Gesù Cristo” - "già" dal "primo istante" del "concepimento"?

Cfr. Sito Internet www.lavocecattolica.it/anima.htm

Inoltre, anche della stessa Vergine Maria, noi cristiani (ma anche lo Stato Italiano "laico", con il mantenimento della festività apposita) ne onoriamo solennemente 1'"Immacolata Concezione", l'8 dicembre di ogni anno. Maria fu "immacolata" appunto "dall'istante" del "concepimento" e non "dopo" di esso.

Non avrebbe potuto essere definita "immacolata da quell'istante" se da quell'istante ella non fosse già stata "persona umana vivente", già dotata cioè di tutte le componenti fisiche e psichiche (già programmate nel DNA iniziale, unico e irripetibile) e spirituali (con un'anima spirituale – dotata già di "intelligenza" e di "volontà" - infusa da Dio direttamente nell'istante del suo "concepimento immacolato").

Come non ricordare anche, in proposito, "la prova" dell'antichissima e sempre ancor più "rivelante" "verità" che ci viene dal Vangelo stesso, in quell'episodio in cui la Vergine Maria, avente già in grembo "Gesù-Bambino", salutò, al suo arrivo nella sua casa, la cugina Elisabetta, avente in grembo, a sua volta, il profeta Giovanni Battista, e che, al saluto di Maria, "ESCLAMO’ A GRAN VOCE: "BENEDETTA TU FRA LE DONNE, E BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO GREMBO! A CHE DEBBO CHE LA MADRE DEL MIO SIGNORE VENGA A ME? ECCO, APPENA LA VOCE DEL TUO SALUTO E' GIUNTA AI MIEI ORECCHI, IL BAMBINO - il "bambino", proprio "un bambino" - HA ESULTATO DI GIOIA NEL MIO GREMBO" (Lc.1,42-45).

Anche questo episodio "storico", di 2000 anni fa, non era "già" – appunto da 2000 anni - una garanzia, almeno per "i cristiani", sulla "verità" della "natura umana" del "concepito", nei vari stadi del suo sviluppo (Maria Vergine, con "Gesù-Bambino" concepito da pochissimo, ed Elisabetta, con Giovanni Battista in grembo già da sei mesi)?

E tale "verità" non è "OGGI" "dimostrata" e "dimostrabile" "per TUTTI", "inoppugnabilmente" e "scientificamente", anche, ad esempio, dal filmato del Dott. Nathanson, "IL GRIDO SILENZIOSO", o da altri simili?

"Gioia esultante" nel "piccolo" Giovanni Battista e "grido silenzioso" di angoscia e dolore nella "piccola" "vittima" del filmato del Dott. Nathanson!

Quale "incredibile" "sensibilità" - "felice" nel primo e, all'opposto, "drammatica" nel secondo -, tra i due "bambini", cioè, tra quelle due "persone umane" che erano ancora "nel grembo materno"?

Mi perdoni, gentile signor Scalfaro, queste ultime digressioni religiose, che Lei conosce già meglio di me, e anche un'altra ancora che qui di seguito Le riporto da Santa Teresa del Bambino Gesù, proclamata dal Papa lo scorso anno (19 ottobre 1997) "Dottore della Chiesa" (ed è "sentenza irreformabile"): “SI’, LO SENTO, ANCHE SE AVESSI SULLA COSCIENZA TUTTI I PECCATI CHE SI POSSONO COMMETTERE, - e perciò, a me sembra, anche "la somma" stessa di tutti i peccati "possibili" (anche se poi "non" "realmente" "commessi"), di qualunque specie e gravità, da Adamo ed Eva fino all'ultimo uomo e donna che compariranno sulla faccia della terra -  ANDREI, COL CUORE SPEZZATO DAL PENTIMENTO, A GETTARMI TRA LE BRACCIA DI GESÙ, - Egli, infatti, Gesù-Dio "il Salvatore", i "nostri" "peccati" "li" "ha" "assunti" e "redenti" "tutti", indistintamente, senza esclusione alcuna, per ogni singolo uomo e per tutti gli uomini esistiti e che esisteranno sulla faccia della terra fino alla fine del mondo – POICHE’ SO QUANTO EGLI AMI IL FIGLIUOL PRODIGO CHE RITORNA A LUI (cfr. Lc.15,11-32) (dall'autobiografia "STORIA DI UN'ANIMA", n. 339).

Infatti è scritto anche nelle "Rivelazioni" di Gesù a Santa Faustina Kowalska (1905-1938), "Quanto più grande è la miseria degli uomini, tanto maggior diritto hanno alla mia Misericordia, perché desidero salvarli tutti. Scrivi che prima di venire come Giudice, spalancherò tutta la grande porta della mia Misericordia. Chi non vuol passare da questa porta, dovrà passare per quella della mia Giustizia. La sorgente della mia Misericordia è stata aperta dal colpo di lancia sulla Croce, per tutte le anime. NON NE HO ESCLUSA NESSUNA. L'umanità non troverà né tranquillità né pace finché non si rivolgerà con piena fiducia alla mia Misericordia. Dì all'umanità sofferente che si rifugi nel mio Cuore Misericordioso, ed io la ricolmerò di pace".

Non diceva già, "con il cuore in mano", prima della venuta stessa di Gesù, il profeta Ezechiele, parlando a nome del Signore: "FORSE CHE IO HO PIACERE DELLA MORTE DEL MALVAGIO - DICE IL SIGNORE DIO - O NON PIUTTOSTO CHE DESISTA DALLA SUA CONDOTTA E VIVA?" (Ez.18,23). E, proseguendo: "VOI DITE: NON E' RETTO IL MODO DI AGIRE DEL SIGNORE. ASCOLTA DUNQUE, POPOLO (...): NON E' RETTA LA MIA CONDOTTA O PIUTTOSTO NON E' RETTA LA VOSTRA? SE IL GIUSTO SI ALLONTANA DALLA GIUSTIZIA PER COMMETTERE L'INIQUITA’ E A CAUSA DI QUESTA MUORE, EGLI MUORE APPUNTO PER L'INIQUITA’ CHE HA COMMESSA. E SE L'INGIUSTO DESISTE DALL'INGIUSTIZIA CHE HA COMMESSA E AGISCE CON GIUSTIZIA E RETTITUDINE, EGLI FA VIVERE SE STESSO. HA RIFLETTUTO, SI E’ ALLONTANATO DA TUTTE LE COLPE COMMESSE: EGLI CERTO VIVRA’ E NON MORIRA’. (...). PERCIO’ IO GIUDICHERO’ OGNUNO DI VOI SECONDO LA SUA CONDOTTA. (...) CONVERTITEVI E DESISTETE DA TUTTE LE VOSTRE INIQUITA’, E L'INIQUITA’ NON SARA’ PIU’ CAUSA DELLA VOSTRA ROVINA. LIBERATEVI DA TUTTE LE INIQUITA’ COMMESSE E FORMATEVI UN CUORE NUOVO E UNO SPIRITO NUOVO. PERCHE’ VOLETE MORIRE?... IO NON GODO DELLA MORTE DI CHI MUORE. PAROLA DEL SIGNORE DIO. CONVERTITEVI E VIVRETE" (Ez.18,25-28.30-32).

Spero non si stancherà, signor Presidente Scalfaro, se ancora Le riporto - in ultimo - per intero, “una lettera di Madre Teresa di Calcutta", del 31 maggio 1992, indirizzata al "Movimento per la Vita":  "Cari amici, di tutta Italia, oggi Gesù viene in mezzo a noi ancora una volta come bambino - come il bambino non nato - ed i suoi non lo accolgono. Gesù divenne un fanciullo in Betlemme per insegnarci ad amare il bambino. Il bambino non nato - il feto umano - è un membro vivente della razza umana - come te e me - creato ad immagine e somiglianza di Dio - per grandissime cose - amare ed essere amato - Perciò non c'è più da scegliere una volta che il bambino è stato concepito. Una seconda vita - un altro essere umano - è già nel grembo della madre. Distruggere questa vita con l'aborto è omicidio, così come un qualunque altro omicidio, anzi peggio di ogni altro assassinio. Poiché chi non è ancora nato è il più debole, il più piccolo ed il più misero della razza umana, e la sua stessa vita dipende dalla madre - dipende da te e da me - per una vita autentica. Se il bambino non ancora nato dovesse morire per deliberata volontà della madre, che è colei che deve proteggere e nutrire quella vita, chi altri c'è da proteggere? Questa è la ragione per cui io chiamo i bambini non ancora nati "i più poveri tra i poveri". Se una madre può uccidere il suo stesso figlio nel suo grembo, distruggere la carne della sua carne, vita della sua vita e frutto del suo amore, perché ci sorprendiamo della violenza e del terrorismo che si sparge intorno a noi? L'ABORTO E' IL PIU' GRANDE DISTRUTTORE DI PACE OGGI AL MONDO, il più grande distruttore d'amore. E' mia preghiera per ciascuno di voi, che voi possiate battervi per Dio, per la vita e per la famiglia, e proteggere il bambino non ancora nato. Preghiamo. Dio vi benedica".

Concludendo questa mia lettera, voglio di nuovo esprimerLe, signor Presidente Scalfaro, tutta la mia più viva riconoscenza per tutto quanto di bene, e con tanto immane sacrificio, ha già fatto nel lungo arco del Suo mandato presidenziale e che non dubito farà ancora nel tempo rimastoLe, specie per il Suo "impegno" "per l'uomo", "per ogni uomo" "italiano", e quindi anche "per me", come anche di "quello ancora più piccolo" e "non ancora nato".

Un'ultima "carità", gentile signor Presidente Scalfaro, Le chiederei. Io non so francamente se questa mia lettera, con tutto quanto Le ho scritto e Le invio, Le giungerà mai, perché temo tanti possibili "disguidi" nella corrispondenza a Lei indirizzata e che suppongo anche selezionata da qualcuno deputato a ciò, che forse potrebbe involontariamente o superficialmente non farglieLa pervenire, come è invece mio vivo desiderio che avvenga, e come mi fu assicurato nella lettera pervenutami (allegata all'inizio del presente scritto), con data 23 dicembre 1996, da parte del Dott. Sandro Gori.

Io sono certo che se Le arriverà questo mio piccolo pacco con quanto Le ho scritto e Lei potrà leggere, tutto arriverà "in buone mani", e quanto poi Lei riterrà opportuno di fare sarà senz'altro la soluzione più saggia. Solo Le chiederei gentilmente "una risposta" (entro tempi ragionevoli, compatibilmente con i suoi tanti e assai più gravi impegni, ma anche "ricordando" che "ogni giorno" "i bambini" periscono dappertutto): una risposta, voglio dire, scritta di Suo pugno, senza intermediari, o, se preferisce, una semplicissima telefonata (sempre Sua personale), con la quale mi garantisca che la mia lettera Le è giunta davvero ed ha avuto la pazienza e la bontà di leggerla, e se vorrà anche darmi qualche consiglio al riguardo sarò ben lieto di riceverlo e di ponderarlo con il dovuto ossequio.

Diversamente, se non avessi questa risposta "diretta", mi sentirei costretto - per mia "serenità" - a fare "qualcos'altro", come mi suggerirà la coscienza, per "assicurarmi" "un modo" di contatto diretto con Lei, e affinché il mio scritto Le abbia ad arrivare "comunque" e "necessariamente".

Di nuovo ancora La ringrazio e La saluto con la più viva cordialità ed affetto, assicurandoLe la mia quotidiana preghiera, specialmente verso Colei che è "Madre di Dio e dell'uomo" e "Madre della Vita", attraverso la quale impetriamo: “FACCI RITORNARE A TE, SIGNORE, E NOI RITORNEREMO; RINNOVA I NOSTRI GIORNI COME IN ANTICO. POICHE’ NON CI HAI RIGETTATI PER SEMPRE, NE' SENZA LIMITE SEI SDEGNATO CONTRO DI NOI" (Lam.5,21-22); e anche: "DIO VOGLIA CONCEDERci I SUOI BENEFICI (...) e CONCEDA A TUTTI noi DI ADORARLO E DI COMPIERE I SUOI DESIDERI CON CUORE GENEROSO E ANIMO PRONTO; ci DIA UNA MENTE APERTA AD INTENDER LA SUA LEGGE E I SUOI COMANDI, E VOLONTÀ DI PACE. ESAUDISCA LE nostre PREGHIERE E ci SIA PROPIZIO E NON ci ABBANDONI NELL'ORA DELL'AVVERSITA'” (2^Mac.1,2-5).

In ultimo, mi viene spontaneo ricordare una "consolante" e "sicura" "promessa", che travalica ogni evento: "FINALMENTE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’" (profezia della Vergine Maria ai tre pastorelli di Fatima, il 13 luglio 1917). Cfr. Sito Internet www.preghiereagesuemaria.it/libri/lucia%20racconta%20fatima.htm

 

Con viva cordialità.

 

________________________

Prof. GIORGIO NICOLINI

Via Maggini, 230 - 60127 ANCONA

Tel./Fax 071.83552 - Cell. 339.6424332

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it

Siti Internet: www.lavoce.an.it

www.lavocecattolica.it - www.operadellavita.it - www.telemaria.it 

 

 

 Ancona, 21 settembre 1998

Gent.mo Signor Presidente della Repubblica

OSCAR LUIGI SCALFARO,

Palazzo del Quirinale

00187 - ROMA

  

Essendomi stato "impossibile", fino ad oggi, 21 settembre 1998, di "poterLe inviare" il presente scritto, ho pensato opportuno di "aggiungere" (di seguito a questa pagina) – come "parte integrante" dello scritto stesso - anche "due" "lettere pubbliche" (e quindi anche "usufruibili" "legalmente") apparse, nel frattempo, nelle "Lettere al Direttore" del quotidiano "AVVENIRE" (la prima, del signor Cristoforo Morzenti di Bergamo, pubblicata in data 13/9/1998; la seconda, del signor Amedeo Monarca di Livorno, pubblicata in data 15/9/1998). I due "cittadini" di Bergamo e di Livorno - leggendo le loro "testimonianze" appaiono ancora "più conoscitori" e "più competenti" di "me" sia riguardo alla "conoscenza" delle "violazioni" "indescrivibili" e "incalcolabili" delle leggi vigenti a ”tutela" del "buon costume" e sia riguardo alle "incalcolabili" e "gravissime" "inadempienze" di "TUTTI" i "RESPONSABILI" "preposti", per incarico ricevuto, a "rispettare" e a "fare far rispettare" "le leggi" stesse "vigenti" al riguardo.

Unisco, pertanto, le due "lettere pubbliche" suddette di denuncia, alla "mia" "DENUNCIA" - che invio a Lei direttamente, Signor Presidente Scalfaro - a riguardo di tutto quanto già scrittoLe nella presente lettera.

Le invio anche, allegandola allo scritto, la videocassetta dal titolo "IL GRIDO SILENZIOSO" realizzata dal Dott. Bernard Nathanson, edita dalla "I.S.G. Audiovisivi" di Vicenza (Via Mora, 12), che può essere "legalmente" utilizzata come "prova scientifica" (ma rispettosa verso il bambino ucciso), anche riguardo ai due "quesiti costituzionali" che ho posti nel presente scritto: cioè, "1'incostituzionalità" e conseguente "illegittimità" della "legge 194" e della "firma presidenziale" che la avallò, violanti "entrambi" i "dettati costituzionali", che dicono "inequivocabilmente" (ai numeri 31 e 32) che la Costituzione, "PROTEGGE LA MATERNITÀ" (n.31) (riconoscendo implicitamente che "il concepito" "è" una "persona umana", dal "primo istante" dell'“inizio” della "maternità"), e stabilendo che "LA LEGGE NON PUO’ IN NESSUN CASO - proprio in "nessuno", neppure "in uno" - VIOLARE I LIMITI IMPOSTI DAL RISPETTO DELLA PERSONA UMANA" (n.32), "imponendo", perciò, "implicitamente", il "rispetto" "anche" del "concepito", che "è" un figlio dal primo istante dell'inizio della "maternità". e che quindi "è" "incontestabilmente" e "inequivocabilmente" "UNA PERSONA UMANA" da "RISPETTARE" e da "fare far rispettare" (n.32 della Costituzione).

Le invio, ancora, "un libretto scientifico" dal titolo "LA VITA UMANA: PRIMA MERAVIGLIA!", edito dal "Centro Documentazione e Solidarietà" di Firenze (Via Cavour, 92), e "illustrante" e "comprovante" - con "straordinarie" "fotografie" "scientifiche" – la "natura" di "persona umana" del "concepito": “dall’istante” stesso del "concepimento" alla sua "nascita". Da allegarsi anch'esso, per l'occorrenza "legale", a tutto quanto già sopra detto.

Le invio, inoltre, Signor Presidente Scalfaro, il presente scritto in duplice copia: e ciò a Sua più agevole e maggiore utilità, se Le occorresse.

Di nuovo. La saluto con la più viva cordialità.

 

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GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 - 60127 ANCONA

 


Allegato 1

Lettera di CRISTOFORO MORZENTI di Bergamo

al quotidiano “AVVENIRE” del 13/9/1998

PORNOGRAFIA: TROPPA INDIFFERENZA

Caro Direttore,

            giustizia all’italiana! E’ entrata in vigore la legge contro la pedofilia: una legge che, mentre punisce severamente chi abusa sessualmente dei minori e in particolare chi sfrutta e utilizza minori per pornografia, non dice nulla, non prevede alcuna pena per coloro che, pur non sfruttando o utilizzando minori, produce e diffonde pornografia.

            Un bel risultato davvero! La pornografia imperversa sotto tutte le forme in Italia. Le riviste pornografiche tappezzano letteralmente le edicole dei giornali. La televisione, poi, sempre più volgare e più stupida, la pubblicità, le sfilate di moda, il cinema, gli spettacoli serali di intrattenimento, le cronache scandalistiche, le esibizioni di nudi e di oscenità offerte ad ogni pié sospinto, le inserzioni delle professioniste del vizio su giornali e rotocalchi, per fermarci ad alcune soltanto delle manifestazioni più comuni o frequenti, fanno tutto il resto, completano il quadro.

            Il cittadino, per conseguenza, è sottoposto per tutto l’arco dell’anno, a un continuo, incessante bombardamento di parole e di immagini a base di erotismo e di sesso; a una continua, incessante esaltazione della licenza e del vizio; a un continuo, incessante invito a seguire quegli esempi. Con effetti devastanti, specie sui giovani e le persone più deboli.

            Ma, tant’è. Nessuno tra quanti ci governano sembra preoccuparsene. Viene perfino il sospetto, visto l’andazzo e l’indifferenza generale, che, una volta varata la legge che punisce gli abusi sessuali sui minori e in particolare l’uso o lo sfruttamento di minori per produrre pornografia, loro, i governanti, si siano messi il cuore in pace, si siano cioè convinti che ora, dopo il varo della suddetta legge, tutto è in perfetto ordine sotto il profilo della pubblica moralità e che per conseguenza la pornografia, la pornografia tout court, quella che non usa né sfrutta minori, ma che purtroppo sta erodendo il tessuto della Nazione e mandando in rovina l’Italia, più che una minaccia e un reato è, puramente e semplicemente, un fatto di costume, una tendenza, una moda. Ragione per cui, secondo loro, si può continuare a lasciare correre, a non far nulla e a non aprir bocca. Oltre tutto, come se l’art. 21 della Costituzione, che vieta e punisce la pornografia e tutte le altre manifestazioni “contrarie al buon costume”, fosse ormai lettera morta.

            Ne pagheremo le conseguenze un giorno o l’altro, questo è certo; ma la responsabilità, la prima o principale responsabilità, sarà di colui o di coloro che per legge e mandato popolare sono i custodi della Costituzione e dell’osservanza della Costituzione i garanti, ma che, avendo rinunciato ad assolvere al proprio dovere, nulla fanno o nulla hanno fatto per fermare il dilagare del terribile male che ho nominato: la pornografia per l’appunto.

Cristoforo Morzenti

Bergamo

 

 

Allegato 2

Lettera di AMEDEO MONARCA di Livorno

al quotidiano “AVVENIRE” del 15/9/1998

PROSTITUZIONE: LE LEGGI CI SONO

Caro Direttore,

            sul problema di ovviare allo spettacolo indecoroso dell’adescamento alla prostituzione che si verifica sulle pubbliche strade, rendendo invivibili per i cittadini vie e interi quartieri di città e paesi, non mi rendo conto del motivo per cui i Sindaci debbano ricorrere a provvedimenti “estemporanei” (come li ha definiti lei), quando vi sono chiare ed efficaci norme di legge in proposito.

            Infatti l’art.5, n.1, della Legge 20/2/1958, n.75 (conosciuta come Legge Merlini) dispone la punizione con l’arresto e l’ammenda delle persone che “in luogo pubblico od aperto al pubblico invitano al libertinaggio in modo scandaloso o molesto”. Che il modo sia scandaloso e molesto appare evidente dall’abbigliamento succinto ed equivoco della donna od uomo che si offrono, talora con il richiamo di bivacchi e fuochi accesi, e non può essere messo in dubbio.

            Qualora poi i congressi carnali siano esercitati dentro autovetture sulla pubblica via, il fatto è punibile come delitto di atti osceni con la reclusione da tre mesi a tre anni (è giurisprudenza costante che l’interno di un autovettura è luogo esposto al pubblico) e colpevoli sono entrambi i congredienti (così anche gli uomini avrebbero la loro sanzione).

            Non mi rendo conto del perché sindaci e autorità di pubblica sicurezza non si avvalgano di queste disposizioni di legge, che potrebbero finalmente liberare le strade da spettacoli che violano “i diritti dei cittadini” e offendono il “decoro e la tranquillità” dei luoghi pubblici (come scrive il sindaco di Milano). Quelle norme, mai abrogate, sono state dettate proprio per la tutela di tali diritti.

            C’è un’aurea norma, espressa in latino con due sole parole “principiis obsta”, cioè, opponiti fin dall’inizio agli errori, affinché non degenerino.

            Da quanto tempo, ad esempio, si è tollerato lo sconcio nelle edicole dei giornali che ostentano le immagini oscene delle copertine di certe riviste? Ciò, nonostante l’art.538 del codice penale che punisce con reclusione e multa le pubblicazioni oscene e la loro esposizione, e l’art.1 della Legge 12/12/1960, n.1591 (cosiddetta legge Migliori), il quale precisa che l’offesa al pudore o alla pubblica decenza deve essere considerato secondo “la particolare sensibilità dei minori degli anni diciotto e le esigenze della loro tutela morale”.

            L’inosservanza di queste precise norme, sempre in vigore, è giunta ora ad estremi non più tollerabili; si confida in campagne, almeno da parte della stampa cattolica, per il ripristino della legalità.

Amedeo Monarca

Livorno

 

 

Allegato 3

IL VALORE DI MIO FIGLIO

LA TESTIMONIANZA DI FEDERICA

www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/ilvaloredimiofiglio.htm

 

26 gennaio 1993

Non puoi ancora guardarmi, è troppo presto; eppure c’è già qualcuno che tenta di portarti via da me: ma non lascerò mai che questo accada. E’ qualche settimana che tu stai dentro di me, ma io già ti voglio troppo bene. So che se nascerai ci saranno tantissimi ostacoli da superare: ma io, te e il papà potremmo superarli solo restando insieme. Ti vogliamo già troppo bene per levarti la vita, quella vita che proprio noi ti abbiamo donato. Non voglio che tu nasca sapendo che sei stato un errore, perché chi ti ha creato non la pensa così. Certo è facile dire: “Ne puoi avere altri”, ma forse nessun altro varrà quanto te.

Tua Mamma

 

21 agosto 1993

Oggi, 21 agosto, sei nato, dopo una lunga agonia, in sala parto. Mi è bastato vedere quei capelli neri, quelle lunghe manine affusolate, mi è bastato sentire il tuo caldo corpo sulla mia pancia per dimenticare quei momenti che sembravano non finire mai. Sono sensazioni difficili da descrivere con le parole, ma che terrò sempre custodite nel fondo del mio cuore. Non credevo di essere pronta per una cosa più grande di me: ma in quei momenti si uniscono tutte le forze rimaste per vedere quella creatura che ha tanta voglia di uscire; quella creatura che per mesi mi ha fatto sentire un’altra persona, una persona veramente importante; quella creatura che la notte mi svegliava dandomi calci e pugni; quella creatura che mi sapeva ascoltare nei momenti di vero sconforto. Quando finalmente sei nato e sono riuscita a tenerti tra le mie braccia ho capito quanto eri importante per me: eri l’unica persona veramente e solo “mia”.

Tua Mamma

 

21 febbraio 1994

Oggi, piccolo mio, sei arrivato al tuo sesto mese di vita e ormai sono passate tutte le paure di quella notte. Ma ogni tanto mi vengono in mente quei brutti momenti in cui ho saputo del tuo arrivo. Ma guardandoti, giocando con le tue piccolissime mani, osservando ogni tuo sorriso, mi chiedo come avrei fatto a non avere tutto questo. Sei tu che mi hai fatto scoprire la vera felicità, il verso senso della vita. Ho scelto di averti perché sono contro ogni regola di aborto. Non accetto che i giovani si divertano senza testa e poi ammazzino il risultato del loro divertimento. Non trovo giusto che ci sia un rimedio così ovvio ad una nuova vita. Con la mia decisione ho dovuto attraversare grossissimi problemi, in particolare per l’emarginazione che la società ha avuto verso una ragazza che a diciassette anni ha scelto di tenere suo figlio. Allora, in che cosa crede veramente la gente? E’ facile dire “non abortirei” quando il problema non ti ha toccato. Ma poi nella realtà è tutto diverso: basta vedere una ragazza nel mio stesso stato e c’è ancora chi di voi ha il “coraggio” di dire: “Vergognati”. Vergognarmi? E di che cosa? di non aver, forse, voluto uccidere mio figlio? Tra voi e me, sono io che ho avuto il coraggio. Il mio coraggio è il coraggio della vita: e la vergogna, credetemi, è solo vostra.

Tua Mamma

Per contattare Federica si può telefonare al cellulare 338.2892353

 

 

Allegato 4

NON VI STANCATE MAI DI SERVIRE I PIU’ POVERI DEI POVERI

(Beata Teresa di Calcutta)

www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/madreteresa.htm

 

L' aborto è il più grande nemico della  pace perché se una madre può uccidere il figlio,

ciò significa che gli esseri umani hanno perso totalmente il rispetto per la vita

e più facilmente possono uccidersi a vicenda

(Madre Teresa di Calcutta,  presidente onoraria del “Movimento per la Vita”) 

 

Da una intervista a Madre Teresa di Calcutta

 

Il nostro Movimento pretende di parlare a tutti gli uomini, anche se non sono credenti, poiché Dio ha scritto Il valore della vita nel cuore di ogni uomo. Ma senza la fede in Dio, Creatore e Redentore, è possibile difendere la vita umana?

Innanzittutto, coloro che sono impegnati nella difesa del diritto alla vita non possono ottenere nulla se non attraverso la grazia di Dio. Noi abbiamo bisogno della grazia divina non solo per compiere buone azioni, ma persino per esistere. Quindi, siccome coloro che sono impegnati nella difesa del diritto alla vita hanno bisogno della grazia di Dio per compiere ogni buona azione, non è possibile difendere la vita umana senza la grazia di Dio, Creatore e Redentore, anche se gli stessi non sono ancora credenti. Questa é la ragione per cui noi dobbiamo pregare, soprattutto la Madonna, la Madre della Famiglia, per il Movimento per la Vita.

Ma c'è da considerare anche un altro aspetto. E' possibile convincere un ateo che l'aborto è una scelta errata? Se l'ateo crede che non esiste Dio, Creatore e Redentore, probabilmente egli crederà anche che dopo la morte diventiamo semplicemente polvere: ciò significa che egli non ascolta il suo istinto morale. Finché qualcuno crederà, illudendosi, che noi siamo solo animali, senza vita al di là di questa vita, non sarà possibile convincerci che uccidere un essere umano non è affatto diverso dall'uccidere animali. Il motivo per cui è sbagliato uccidere esseri umani innocenti è che questi vengono privati della possibilità di amare e di essere amati per prepararsi alla vita che li attende al di là di questa vita: il bambino che viene ucciso con l'aborto viene ucciso allo stato spiritualmente più immaturo.

L'antiabortista dovrebbe far notare a colui che crede che non esista nulla al di là di questa vita che, se dopo la morte gli esseri umani ritornano semplicemente alla polvere da cui essi sono stati creati, la vita umana allora è as­surda.

 

I membri dei “Movimenti per la Vita” hanno il diritto di limitarsi soltanto a difendere il diritto alla vita del bambino non nato o dovrebbero anche aiutare gli altri emarginati?

Lavorare per salvare le vittime di un olocausto vuol dire sempre lavorare per “i più poveri dei poveri”. Persino i più poveri dei poveri che dormono per le strade di Calcutta e vivono con i rifiuti non sono tanto bisognosi quanto il bambino non nato che viene ucciso con l'aborto. Nessuno può arrivare ai più poveri che vivono per le strade di Calcutta ucciderli e, quindi, essere pagato e lodato dalla società per averli uccisi.

La legge non permette di uccidere i poveri che vivono nelle strade di Calcutta. Ma la legge “permette” di uccidere le vittime di un olocausto e coloro che le uccidono vengono pagati per questo. In tal modo, coloro che uccidevano le vittime dei Nazisti venivano pagati e elogiati per compiere questa azione.

Coloro che accettano l’aborto devono illudersi pensando che il bambino non nato non è un essere umano o devono sostenere che l'uccisione di un essere umano innocente può essere giustificata. Se essi ingannano loro stessi pensando che il bambino “non nato” non è un essere umano, allora si comportano come i Nazisti che allo stesso modo ingannavano loro stessi pensando che le loro vittime non erano esseri umani. Quindi, se non si considera il bambino non nato come un essere umano, si potranno facilmente non considerare esseri umani il bambino nato deforme e la persona anziana. Molto presto arriveremo a non considerare esseri umani tutti coloro che rappresentano un peso e questa sarà la fine dell'unità e della pace.

Ed è anche vero che l'aborto è il più grande distruttore della pace in famiglia. Quindi, tutte le nazioni che non si oppongono a questo male quale è l'aborto, troveranno in seno a loro stesse una vita familiare distrutta ed una nazione distrutta. Inoltre, i paesi che permettono l'aborto non ottengono il numero sufficiente di nascite per una crescita costante della popolazione. La storia dimostrerà che sono sopravvissuti soltanto quei popoli che hanno proibito l'aborto.

 

Alcuni movimenti femministi sono stati in gran parte responsabili della legalizzazione dell'aborto. In che direzione si devono muovere i movimenti di liberazione della donna?

I movimenti femministi dovrebbero insistere su uguali diritti umani delle donne nonché sul diritto di essere diverse come donne. Quando un gruppo, dopo essere stato sfruttato, ritrova la propria libertà, ci sono sempre coloro che pensano che per essere rispettati, devono diventare come gli sfruttatori. Infatti, durante il periodo coloniale, gli "indigeni" pensavano di dover diventare come gli Europei per essere rispettati.

Oggigiorno, certe donne pensano di dover diventare come gli uomini per essere rispettate. Per competere nel mondo degli uomini, le donne vogliono interrompere la gravidanza ogni qualvolta la responsabilità di doversi prendere cura di un bambino possa impedir loro di competere con gli uomini per un lavoro di alto livello, e così via. Ma proprio come un "indigeno" umilia se stesso cercando di diventare europeo, allo stesso modo una donna umilia se stessa cercando di comportarsi come un uomo.

Non esiste niente di più degradante per una donna che uccidere il proprio bambino per poter competere con un uomo. In questo modo la donna sostiene realmente che le qualità femminili di maternità ed educazione del bambino, e così via, sono da disprezzare e non sono tanto preziose quanto le qualità maschili. Infatti, le qualità fisiche e spirituali di una donna, non sono meno importanti per l'esistenza della società di quelle di un uomo. Fortunatamente, alcune donne stanno già cominciando a capire l'errore commesso dalle femministe che vogliono essere come gli uomini.

 

Nel nostri “Centri di Aiuto alla Vita” incontriamo molte donne che sono nel dubbio se abortire o no. Ma sempre più frequentemente vengono a trovarci donne che hanno abortito e che ci chiedono conforto. Quale messaggio dovremmo inviare a queste due ca­tegorie di donne?

Cercate sempre di convincere la donna che sta meditando di avere un aborto, che l'unica soluzione giusta è quella dell'amore. L'aborto porta esclusivamente ulteriore male e sofferenza soprattutto in seno alla famiglia e nel mondo intero. Pregate inoltre con la donna che vuole abortire per farle capire che l'aborto è la soluzione sbagliata, poiché il bambino viene inviato alla vita eterna senza aver avuto la possibilità di vivere in questa vita per amare ed essere amato. Spiegate alla donna che ha avuto un aborto, che il destino eterno del proprio bambino deve essere lasciato nelle mani di Dio, perché noi non sappiamo esattamente cosa accade ai bambini che muoiono, ed in particolar modo ai bambini che muoiono senza aver ricevuto il battesimo.

Spiegate, inoltre, alla donna che ha abortito che esistono per lei soltanto due direzioni da prendere.

La direzione sbagliata che la donna può seguire è quella di illudersi credendo che l'aborto era giustificato poiché, a sua volta, si illude pensando che il bambino ucciso con l'aborto non era da considerare un essere umano. Questo modo di illudersi farà vivere la donna che ha abortito in un mondo di sogni e sarà molto distruttivo per la sua tranquillità di spirito.

La direzione giusta da seguire è quella di ammettere completa­mente che l'aborto sia stato una scelta sbagliatissima anche se, in coscienza, la colpa può essere in parte giustificata a causa dell’ignoranza o della mancanza di libertà nel momento in cui la donna abortiva. Dopo aver ammesso che l'aborto è stato un atto sbagliato, la donna dovrebbe ricerca­re il perdono di Dio nella misura in cui sia andata contro la sua co­scienza il giorno in cui ha aborti­to. Nessuna persona può giudica­re la sua coscienza dall'esterno.

Soltanto Dio può aiutarla ad essere pentita per l'atto compiuto contro la sua coscienza. Nel momento in cui la donna ha ricercato il perdono da parte di Dio, esortatela a distogliere la sua attenzione dal passato per quanto vi è possibile.

Dio perdona e  dimentica...

Madre Teresa di Calcutta

 

 

ALTRI ALLEGATI

 

1) Due fotocopie della lettera di "protesta" inviata al Signor Claudio Rinaldi, Direttore Responsabile del settimanale "L'Espresso", accompagnate da due fotocopie di due "lettere pubbliche" di "protesta", del signor Cristoforo Morzenti, di Bergamo e del signor Amedeo Monarca di Livorno, pubblicate nella rubrica delle "Lettere al Direttore" del quotidiano "AVVENIRE", rispettivamente in data 12/9/1998 e 15/9/1998.

2) Tre copie di "un libretto scientifico" dal titolo: "LA VITA UMANA; PRIMA MERAVIGLIA", edito dal "Centro Documentazione e Solidarietà" di Firenze  (Via Cavour, 92), illustrante con straordinarie fotografie tutte le fasi di sviluppo della "vita pre-natale" di "un essere umano", dall’“istante” “del "concepimento" fino alla sua "nascita".

         Indirizzo Internet: http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/lavitaumana.html

3) Un filmato in videocassetta dal titolo "IL GRIDO SILENZIOSO" realizzata dal Dott. Bernard Nathanson, edita da NICOLINI GIORGIO (Via Maggini, 230 – 60127 Ancona – Tel. 071.2801766 - Cell. 338.2892353 – Fax 178.4413104 - Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it ), ove è "drammaticamente" e "scientificamente" "constatabile" la "natura umana" e "sensibilissima" del "bambino" "aggredito" e "ucciso" ancora in grembo alla madre. Indirizzi Internet: www.lavocecattolica.it/avvertenze.filmato.htm

www.lavocecattolica.it/ilgridosilenzioso.wmv

4) Un "libro-raccolta", in fotocopie, di lavori scolastici di studentesse dell'"Istituto Tecnico Femminile" di Ancona, che hanno partecipato nel 1993 al Concorso Scolastico, indetto dal "Movimento per la Vita Italiano", avente per tema: "LA MERAVIGLIA DELLA VITA UMANA". Si allega anche il relativo "dossier di documentazione" del "Movimento per la Vita" stampato, nella circostanza, per lo svolgimento del Concorso stesso.

5) Un "libro-raccolta", in fotocopie, di lavori scolastici di studentesse dell'"Istituto Tecnico Femminile" di Ancona, che hanno partecipato nel 1994 al Concorso Scolastico, indetto dal "Movimento per la Vita Italiano", avente per tema: "LA FAMIGLIA GIUSTA". Si allega anche il relativo "dossier di documentazione" del "Movimento per la Vita" stampato, nella circostanza, per lo svolgimento del Concorso stesso.

6) Un fascicoletto in fotocopie (otto pagine) del "documento vaticano sulla bioetica", denominato: "ISTRUZIONE SU: IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE E LA DIGNITÀ DELLA PROCREAZIONE", pubblicato in data 22 febbraio 1987, avente "già" "tutte" le "indicazioni teoriche e pratiche" discendenti dalla "VERITÀ sul dono della vita umana e dei principi morali che ne conseguono", e ai quali si fa riferimento nello scritto inviato.

         Indirizzo Internet: www.lavoce.an.it/indice%20vita/DONUM%20VITAE.htm

7) Un piccolo dono personale, con dedica, di una "videocassetta" realizzata da una classe dell'"Istituto Tecnico femminile" di Ancona, dal titolo "LA MERAVIGLIA DI LAVORARE INSIEME", che ha partecipato, nel 1993, al Concorso Scolastico, indetto dal "Movimento per la Vita Italiano", avente per tema: "LA MERAVIGLIA DELLA VITA UMANA". Ci sono aggiunti temi biblici, servizi e canti di fanciulli sul tema della "bellezza della vita umana".

8) Un piccolo dono personale, con dedica, di un libro sulle più belle preghiere e riflessioni dal "Diario" della Beata Faustina Kowalska, dal titolo "LA MISERICORDIA; FIORE DELL'ETERNO AMORE", edito dalla Casa Editrice "Ancilla" di Conegliano (Treviso) (Via Malvolti, 8).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LETTERA INVIATA

AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

CARLO AZEGLIO CIAMPI

 

 

Ancona, 4 ottobre 1999

San Francesco d’Assisi

   Patrono d’Italia

 

 

Gent.mo Sig.

Presidente della Repubblica Italiana

CARLO AZEGLIO CIAMPI

Palazzo del Quirinale

00187 - ROMA

 

 

  Le faccio pervenire copia della lettera scritta all'ex-Presidente della Repubblica OSCAR LUIGI SCALFARO, con data 8 settembre 1998, della quale ho avuto risposta telefonica - dall'ex-Presidente Scalfaro - attraverso il Segretario Generale Dott. GAETANO GIFUNI, in data 28 dicembre 1998, commemorazione cristiana dei SANTI INNOCENTI.

  Intendo con la presente "lettera-copia" RIBADIRE E TRASFERIRE alla Sua responsabilità tutto quanto già scritto all'ex-Presidente Scalfaro, Suo predecessore.

  Come libero cittadino, chiedo anche che di tutto il presente scritto ne sia data copia "individuale" - per "conoscenza" e "presa visione" - a ciascun deputato del PARLAMENTO e del SENATO della REPUBBLICA.

  Se mi potrà concedere un'Udienza Personale, per ulteriori chiarimenti, sarà mio dovere soddisfarLa.

  Come credente in Dio, assicuro la mia preghiera quotidiana per Lei e per ogni altra Autorità piccola e grande dello Stato.

  Distintamente.

 

HO PARLATO UNA VOLTA, MA NON REPLICHERÒ

HO PARLATO DUE VOLTE, MA NON CONTINUERÒ

(Giobbe 40,5)

 

SI PUO’ RINUNCIARE ALLA PROPRIA DIFESA

MA NON SI PUO’ RINUNCIARE

ALLA DIFESA DEGLI INNOCENTI

DEI PIU’ DEBOLI

 

 

 

 

 

 

 

Prof. GIORGIO NICOLINI

Via Maggini, 230 - 60127 ANCONA

Tel./Fax 071.83552 - Cell. 339.6424332

Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it

Siti Internet: www.lavoce.an.it

www.lavocecattolica.it - www.operadellavita.it - www.telemaria.it

 

 

www.lavocecattolica.it/movimento.vita.htm

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