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Un insigne architetto, Federico Mannucci, incaricato dal Sommo Pontefice Benedetto XV di esaminare le fondamenta della Santa Casa, in occasione del rinnovo del pavimento, dopo l’incendio scoppiatovi nel 1921, scrive e asserisce perentoriamente, nella sua “Relazione” del 1923, che è assurdo solo pensare” che il sacello possa essere stato trasportato “con mezzi meccanici” (F. Mannucci, “Annali della Santa Casa”, 1923, 9-11), e rivelò che è sorprendente e straordinario il fatto che l’edificio della Santa Casa, pur non avendo alcun fondamento, situato sopra un terreno di nessuna consistenza e disciolto e sovraccaricato, seppure parzialmente, del peso della volta costruitavi in luogo del tetto, si conservi inalterato, senza il minimo cedimento e senza una benché minima lesione sui muri (F. Mannucci, “Annali della Santa Casa”, 1932, 290).

L’architetto Mannucci trasse, in sintesi, queste conclusioni:

 1   i muri della Santa Casa di Loreto sono formati con pietre della Palestina, cementati con malta ivi usata;

 2   è assurdo solo il pensare ad un trasporto meccanico;

 3  la costruzione della Santa Casa nel luogo ove si trova si oppone a tutte le norme costruttive ed alle stesse leggi fisiche.

SANTA CASA DI TARVISIO

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ULTIMO AGGIORNAMENTO - venerdì, 04 dicembre 2009 18.09

NON OPPORSI AD UN ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO

NON DIFENDERE LA VERITA' VUOL DIRE SOPPRIMERLA

(Sentenza del Papa San Felice III, anni 483-492)