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 Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce,
ma non sai di dove viene e dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito
(Gv.3,8)


Ancona
Mercoled
ì, 4 maggio 2005

Sabato, 2 maggio 2012
(Una proposta di un Calendario Universale a partire dal Concepimento "reale" di Cristo)

 

 

 

 

 

 

 

 

Carissimo amico e carissima amica, questo Giornale Informatico "LA VOCE" http://www.lavocecattolica.it/lettere%20informative.htm  è un umile mezzo d'informazione e quindi è un semplice strumento di comunicazione sociale, pensato per illustrare tematiche religiose, spirituali e sociali, anche di quelle che in molti casi si preferisce non divulgare o mettere a tacere. La diffusione di articoli o notizie è una scelta dettata dall'obbedienza alla Volontà di Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria, e Salvatore del Mondo. Gesù disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15) e "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt.10,8). Questo modesto contributo sulla Rete Internet è animato dalla convinzione che ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi per far risplendere la Luce del bene in una società offuscata dalle tenebre del male.

a cura del Prof. GIORGIO NICOLINI - Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA – Italia - Cellulare 338.2892353 - Tel. 071.83552 - Facsimile 178.4413104 – Conto Corrente Postale 13117056 - Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it- Siti della Rete Internet: www.lavocecattolica.it - www.lavoce.an.it - www.fuocovivo.org 


SAN CIRIACO, Vescovo e Martire

Patrono di Ancona

Fece ritrovare la Croce di Gesù sul Monte Calvario

 

    San Ciriaco è festeggiato il 4 maggio. Era un rabbino ebreo, che si convertì al cristianesimo quando, facendo ritrovare a Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, la croce di Gesù sepolta sul Calvario, avvenne il miracolo della risurrezione di un morto adagiato sulla croce di Gesù da Sant'Elena, che chiedeva al Signore quale delle tre croci ritrovate fosse quella di Gesù (le altre due erano dei due ladroni). Divenne Vescovo di Ancona e morì martire a Gerusalemme.

    Una recentissima rilettura degli Atti e la ricognizione canonica del suo corpo ha confermato la tradizione costante. Egli era un Ebreo, nato a Gerusalemme; aiutò Sant'Elena, la madre di Costantino, a ritrovare la Croce di Gesù. Convertitosi, ebbe la dignità di Vescovo e come sede, Ancona: eletto probabilmente a tale incarico per la sua partecipazione al ritrovamento della croce, e trovandosi in Ancona al tempo della vacanza della Cattedra di questa città. Morì a Gerusalemme, dove si era recato in pellegrinaggio, al tempo dell'imperatore Giuliano l'Apostata, il 4 maggio 363. La sua salma venne trasferita in Ancona a cura e per iniziativa di Galla Placidia, circa settant'anni dopo. Con San Ciriaco furono martirizzati la madre, Anna, e un incantatore di serpenti, Ammonio.

    Del Vescovo Ciriaco si conosce qualche notizia e precisamente la data della morte, avvenuta a seguito del martirio sopportato nell'anno secondo dell'imperatore Giuliano detto l'Apostata. L'attribuzione della Cattedra Anconitana a San Ciriaco è fondata sulla costante tradizione e sulla mancata rivendicazione da parte di altre Chiese Orientali od Occidentali; più certa è la sua dignità vescovile, affermata, oltre che dai martirologi e degli Atti anche da un testo della prima metà del sec. VI, in cui è riconosciuto come pastore ottimo di popoli cristiani. Testo che era conosciuto a Costantinopoli ed usato nella liturgia del Venerdì Santo o in quella della festa della Croce che si celebrava nella Quaresima, composto da Romano il Melode, diacono della stessa Chiesa. San Ciriaco morì a Gerusalemme dove si era recato per visitare i Luoghi Santi. Si cercò prima di convincerlo ad aderire al paganesimo; di fronte alla sua costanza della Fede si tentò di piegarlo inutilmente con diversi tormenti, sino a versargli piombo fuso in bocca ed essendo a questi sopravvissuto, ebbe la morte percuotendo il suo capo con un ferro, forse una roncola, procurandogli una frattura cranica. Questi tormenti sono stati accertati dagli esami radiologici e chimici eseguiti nella ricognizione delle spoglie, avvenuta nel 1979.
    La salma del Martire fu sepolta a Gerusalemme, in una grotta del Monte Calvario; fu traslata in Ancona, probabilmente nel 433 o 435, a cura e per interessamento di Galla Placidia in sostituzione delle reliquie di Santo Stefano - richieste dagli anconitani - e deposta nella Chiesa che la stessa Augusta aveva fatto erigere in onore del Protomartire, la seconda con questo titolo. In questa basilica rimase sino al Mille, quando, in occasione della donazione alla Chiesa Anconitana della basilica palatina di San Lorenzo, che era nel recinto dell'acropoli, vi fu traslato unitamente alla Cattedra ed in questa Chiesa, oggi intitolata a San Ciriaco, ancora riposa.

Il corpo di San Ciriaco è INCORROTTO da 1700 anni.

PER LEGGERE LA STORIA DELLA CHIESA DI ANCONA di cui è Patrono San Ciriaco collegarsi a:

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TUTTA LA DOCUMENTAZIONE STORICA DELLA VITA, DEL MARTIRIO E DELLE RICOGNIZIONI SCIENTIFICHE ESEGUITE RECENTEMENTE SUL SUO CORPO (INCORROTTO DA 1700 ANNI) E' PUBBLICATA IN UN LIBRO.

Per eventuali richieste, scrivere al Prof. GIORGIO NICOLINI di Ancona giorgio.nicolini@poste.it - Cell. 338.2892353


LETTERA AGLI AMICI DELLA CROCE

di San Luigi Maria Grignion da Montfort

I DUE PARTITI

    Ecco, miei cari confratelli, ecco i due partiti [1] che ci si presentano tutti i giorni: quello di Gesù Cristo e quello del mondo.
    A destra vi è il partito del nostro amabile Salvatore
. Procede in salita, per un sentiero più che mai stretto e angusto a causa della corruzione del mondo. Gli va innanzi il buon Maestro, a piedi nudi, con il capo coronato di spine, il corpo intriso di sangue e carico d'una pesante Croce. Lo segue soltanto un pugno di persone, ma tra le più valorose. Infatti non si percepisce la sua voce così tenue fra il tumulto del mondo, o non si ha il coraggio di seguirlo nella povertà, nei dolori, nelle umiliazioni e nelle altre croci che bisogna necessariamente portare tutti i giorni della vita al suo servizio.

    A sinistra c'è il partito del mondo o del demonio. Almeno a prima vista esso è molto più numeroso, splendido e brillante dell'altro. Tutto il bel mondo vi accorre e vi si accalca, essendo, la sua, una strada larga e spaziosa più che mai a motivo della moltitudine che vi passa a torrenti. E' una strada cosparsa di fiori, fiancheggiata da piaceri e divertimenti, lastricata d'oro e d'argento.
    A destra, il «piccolo gregge» [2] che segue Gesù Cristo, parla solo di lacrime, di penitenza, di preghiera e di disprezzo del mondo. Si odono continuamente tra loro, parole rotte dai singhiozzi: «Soffriamo, piangiamo, digiuniamo, preghiamo, nascondiamoci, umiliamoci, facciamoci poveri, mortifichiamoci, perché chi non ha lo spirito di Gesù Cristo -e cioè lo spirito della Croce-non gli appartiene [3] e quelli che sono di Gesù Cristo hanno crocifisso la loro carne con i suoi desideri [4]. Bisogna essere conformi all'immagine di Gesù Cristo: diversamente andremo perduti».  «Coraggio - vanno ancora esclamando - Coraggio! Se Dio è per noi, in noi e davanti a noi, chi sarà contro di noi?» [5]. Colui che sta in noi è più forte di chi sta nel mondo. «Un servo non è più grande del suo padrone» [6]. «Il momentaneo, leggero peso della tribolazione procura una quantità smisurata ed eterna di gloria» [7]. Vi sono meno eletti di quanto non si pensi [8]. Solo i coraggiosi e i violenti conquistano il cielo a viva forza [9]. «Non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole» [10] del Vangelo e non secondo quelle del mondo. Combattiamo dunque da forti, corriamo velocemente per raggiungere il traguardo e conquistare il premio».
    Con queste e simili espressioni divine gli Amici della Croce si sostengono a vicenda.
    All'opposto ogni giorno i mondani, per incoraggiarsi a perseverare nella loro malizia senza scrupoli, scandiscono a gran voce: «Vita, vita! Pace, pace! Allegria, allegria! Mangiamo, beviamo, cantiamo, balliamo, giochiamo! Dio è buono e non ci ha creati per dannarci: Dio non proibisce il divertimento: non andremo perduti per questo: Via gli scrupoli! Non morirete affatto!» [11].
    Cari confratelli, ricordate che il nostro buon Gesù rivolge ora il suo sguardo e la sua parola a ciascuno di voi singolarmente. Vi dice: «Ecco. Quasi tutti mi lasciano solo sulla via regale della Croce. Nella loro cecità gli idolatri si beffano della mia Croce come d'una pazzia. Gli ebrei ostinati ne fanno un motivo di scandalo, come si trattasse di una cosa orrenda [12]. Gli eretici la spezzano e l'abbattono come cosa spregevole. Ma - lo dico con le lacrime agli occhi e il cuore affranto dal dolore - i miei stessi figli che ho allevato in seno e formato alla mia scuola, le stesse membra che ho animato con il mio spirito mi hanno abbandonato e disprezzato. Sono diventati nemici della mia Croce [13]! «Forse anche voi volete andarvene» [14]. Volete anche voi abbandonarmi fuggendo la mia Croce come fanno i mondani che agiscono così da anticristi? [15]. Volete anche voi adattarvi alla mentalità di questo mondo [16], e quindi disprezzare la povertà della mia Croce per rincorrere la ricchezza? Volete evitare il dolore della mia Croce, per cercare i piaceri; odiare l'umiliazione della mia Croce, per ambire gli onori? Io ho molti falsi amici. Proclamano di volermi bene, ma in realtà mi hanno in odio, perché non amano la mia Croce. Tanti sono amici della mia tavola, pochissimi lo sono della mia Croce» [17].
    In risposta a questo amoroso richiamo di Gesù, guardiamo più in alto, non lasciamoci sedurre dai nostri sensi, alla maniera di Eva. Teniamo fisso lo sguardo soltanto su Gesù crocifisso, autore e perfezionatore della nostra fede [18]; fuggiamo la concupiscenza che è del mondo corrotto [19], amiamo Gesù Cristo nel modo migliore, cioè attraverso ogni sorta di croci. Meditiamo attentamente queste meravigliose parole del nostro caro Maestro che racchiudono tutta la perfezione della vita cristiana: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» [20].

NOTE
[1] Cf Mt 6,24; Lc 16,23. Si ricordino le «due vie» indicate dalla Didachè o Dottrina dei Dodici Apostoli, e i «due vessilli» degli Esercizi ignaziani.
[2] Lc 12,32.
[3] Rm 8,9.
[4] Gal 5,24.
[5] Rm 8,31.
[6] Gv 13,16; 15,20.
[7] 2 Cor 4,17.
[8] Cf Mt 20, 16; Lc 13, 23.
[9] Cf Mt 11,12.
[10] 2 Tm 2,5.
[11] Gen 3,4.
[12] Cf 1 Cor 1,23.
[13] Cf Is 1,2; Fil 3,18.
[14] Gv 6,68.
[15] 1 Gv 2,18.
[16] Cf Rm 12,2.
[17] Imitazione di Cristo, II, c. 11, n. 1.
[18] Eb 12,2.
[19] Cf 2 Pt 1,4.
[20] Mt 16,24; Lc 9, 23.



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LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO


Libro di 100 pagine di robusta carta patinata, tutte a colori e tutte illustrate, con elegante grafica adatta anche per bambini, illustrante - con prove documentali del tutto inedite – la verità storica delle “cinque traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth avvenute “in vari luoghi” e infine sul colle di Loreto: “traslazioni miracolose” avvenute tra il 1291 e il 1296, “approvate” “ufficialmente” nella loro “veridicità storica” da tanti Papi, per sette secoli. Il libro contiene anche il testo della “benedizione” di Giovanni Paolo II, spedita in data 11 gennaio 2005 all’autore del libro dal “santo” Pontefice.

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"Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt.10,8)

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